Capitolo 1 Introduzione
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INTRODUZIONE
Per la realizzazione di un bacino idrico in rilevato è necessario realizzare
particolari strutture, identificate nella letteratura come opere d’arte idrauliche,
atte a contrastare soprattutto le spinte (idrostatiche, ma anche idrodinamiche)
esercitate dal liquido contenuto nel bacino stesso.
Tali strutture assumono il nome di muri o pareti di sostegno quando vengono
destinate ad essere opere d’arte idrauliche di modeste dimensioni come vasche,
serbatoi o argini di piccoli bacini; invece si chiamano più propriamente dighe
1
quando tali strutture vengono destinate ad essere opere d’arte idrauliche di
grandi dimensioni, inserite in un contesto come quello dei laghi artificiali i
quali possono servire, ad esempio, per alimentare le turbine delle centrali
idroelettriche.
Rimanendo nell’ambito di una classificazione dimensionale, è per completezza
che si informa il lettore del fatto che le dighe possono ancora essere suddivise
in dighe normali (se l’altezza massima, misurata tra la porzione più bassa della
fondazione e la testa del paramento, risulta essere inferire a 10m), più
propriamente dette dighe, ed in grandi dighe (per una maggiore chiarezza circa
le caratteristiche richieste ad un’opera idraulica al fine di essere classificata
come grande diga si rimanda a quanto riportato nel glossario sotto la voce
I.C.O.L.D.).
1 Anche se è ben nota l’accezione comune del termine diga, tale termine deriva dall’olandese dijk usato
per indicare gli argini che difendevano le terre litoranee dal mare. Da tale termine olandese la
derivazione francese antica di dique e l’attuale di digue.
Sostanzialmente quindi l’origine del termine diga è riferito non ad opere di sbarramento di corsi
d’acqua bensì alle classiche difese dal mare dei “paesi bassi”.
Capitolo 1 Introduzione
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1.1 CENNI STORICI
Lo studio della storia ci da’ modo di ricordare che da sempre l’uomo ha
utilizzato le acque dei fiumi per le proprie necessità idropotabili, agricole ed
energetiche. Senza ombra di dubbio, quando le quantità d’acqua necessarie
all’uomo sono ingenti, la diga (o la traversa
2
) è lo strumento più naturale e
semplice per derivarle.
Più di 4'000 anni fa gli Egizi (ma analoghe costruzioni furono realizzate in
Mesopotamia, in Cina ed in India ben molto tempo prima) realizzavano già
delle opere idrauliche di sbarramento, col duplice scopo di derivare acqua dal
fiume Nilo e per proteggere le abitazioni dalle abbondanti esondazioni di
quest’ultimo, anche se queste erano ben volute perché il limo, depositatosi sui
campi inondati dal fiume, rendeva molto più fertile il terreno. Circa al 2700 a.c.
risale, invece, la realizzazione della diga di Sadd-el-Kafara, le cui rovine sono
ancora visibili e visitabili tutt’oggi. Trattasi di una diga in rock-fill
3
, sul fiume
Nilo, situata a circa 30 km a monte della città del Cairo, alta 11 metri e si
sviluppa per un fronte di 106 metri.
2 Nell’ingegneria idraulica, per traverse s’intendono quelle opere di sbarramento delle acque di un
corso d’acqua, di altezza limitata, che determinano un invaso ridotto meglio definibile come un
rigurgito contenuto nell’alveo del corso d’acqua stesso.
3 La tecnica del rock-fill consiste nella realizzazione di un’opera idraulica di sbarramento di un corso
d’acqua mediante il semplice riporto ed accumulo di pietrame in diverse pezzature.
Capitolo 1 Introduzione
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Immagine aerea dei resti della diga di Sadd-el-Kafara.
Proseguendo avanti con gli anni ed indirizzando lo sguardo verso l’Oriente, è
intorno all’anno 2280 a.c. che l’imperatore cinese Yau fece costruire una diga
ed un canale interrato per scopi potabili ed irrigui.
Verso il 1000 a.c. il popolo degli Assiri, abitanti della Mesopotamia (regione
compresa tra i fiumi Tigri ed Eufrate, nell’attuale Iraq), realizzò uno
sbarramento sul fiume Tigri, presso Samarra, ed altri in Mesopotamia, con lo
scopo principale di prelevare l’acqua dagli importanti fiumi di questa regione.
Le opere idrauliche con funzione di sbarramento dei corsi d’acqua costruite dal
popolo degli Assiri sono realizzate in pietra. Infine, al 700 a.c. circa risale la
costruzione di una diga, sempre realizzata in pietra, sul fiume Tigri, per
l’approvvigionamento idrico della città di Ninive.
Spingendosi più verso l’estremo Oriente, e più precisamente nelle regioni
dell’attuale Cina, non si può non citare il sistema irriguo del Tukiang Yien,
realizzato nel 300 a.c., il quale comprendeva diverse opere di sbarramento
realizzate sul fiume Min.
In Giappone, invece, intorno all’anno 162 d.c. fu costruita, presso Nara, la diga
Kaerumataike, alta ben 17 metri.
Inoltre, non si dimentichi al lettore che anche in Pakistan, in India, nel
Bangladesh e sull’isola di Ceylon (l’odierna isola denominata Sr ī Lanka) furono
realizzate, nel passato, importanti opere idrauliche di sbarramento; proprio
sull’isola di Ceylon, nel quarto secolo a.c., fu realizzata una diga alta 21 metri
ed estesa su di un fronte di ben 18 km.
Infine, anche nel regno di Saba (l’odierno Yemen) fu realizzate, nel 750 a.c.,
una diga di modeste dimensioni.
Capitolo 1 Introduzione
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Giunti a tale punto, il lettore deve tenere ben presente che tutte le opere
idrauliche fin qui elencate e descritte sono state realizzate in terra od in
pietrame (rock-fill).
É giusto ricordare che non vi è solo la terra e/o la pietra quali materiali da
costruzione, vi è anche l’argilla nella sua forma più nobile: il mattone.
A tale proposito, è del 1870 a.c. la costruzione, in India, della diga del
Khadakwasla, realizzata, appunto, con la tecnica del mattone (muratura).
Restando ad analizzare le opere idrauliche di sbarramento concepite mediante
l’utilizzo di tale tecnica costruttiva, ma rivolgendo adesso il nostro sguardo
verso l’Occidente, la storia ci ricorda che già gli antichi Romani, famosi
soprattutto per i loro acquedotti, realizzarono un complesso sistema di dighe in
muratura in Libia, per il rifornimento idrico di città (quali Leptis Magna) e per
contrastare l’erosione del suolo. La più grande opera idraulica di sbarramento,
realizzata all’estero dall’Impero Romano, fu la diga di Cornalvo (necessità
idropotabili), a Nord di Mérida, nella Spagna
4
meridionale; essa è alta ben 24
metri ed estesa su di un fronte di ben 183 metri.
Schizzo della sezione trasversale della diga di Cornalvo.
4 Un’altra importante diga romana, realizzata nel Sud-Ovest della Spagna, è quella di Proserpina, alta
22 metri.
Capitolo 1 Introduzione
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Schizzo della sezione trasversale della diga di Cornalvo.
In Italia, invece, vennero realizzate solo tre dighe e di queste merita d’essere
menzionata quella fatta costruire dall’Imperatore Nerone (54-68 a.c.) presso la
sua villa a Subiaco
5
. Essa era alta ben 40 metri, con una base di 13,5 metri e si
estendeva su di un fronte di ben 80 metri; purtroppo era troppo debole e
collassò nel 1305.
Dalla caduta dell’Impero Romano (prima quello d’Occidente e poi quello
d’Oriente, quest’ultimo ad opera dei Turchi) occorre fare un grosso salto in
avanti nel tempo fino all’epoca italiana del Rinascimento per poter tornare a
parlare di costruzioni di dighe e soprattutto per trovare strutture che superino in
altezza il record romano di Subiaco (40 metri).
Delle opere idrauliche di sbarramento più significative tra quelle realizzate in
tale epoca, è certamente la diga dell’Alicante, costruita nel 1559 in Spagna, alta
ben 41 metri, realizzata per scopi irrigui, a meritare il premio di essere citata
per prima. Infine, sempre in Spagna, non si può non menzionare la diga di Tibi,
alta ben 46 metri; quest’ultima, però, è stata realizzata nel 1594.
Veduta aerea della diga di Tibi.
5 L’unica rappresentazione della diga di Subiaco è un affresco, datato 1428, conservato nel monastero
di Subiaco, raffigurante San Benedetto che pesca seduto sulla cima della diga.
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Facendo un salto oltre oceano, tra il 1765 ed il 1800 furono realizzate, in
Messico, le prime dighe a gravità che abbandonavano il concetto romano della
sezione rettangolare per abbracciare la sezione triangolare; sfortunatamente
essere rimasero sconosciute alla scienza europea fino al secolo successivo.
Proprio dal diciannovesimo secolo l’ingegneria europea inizia a dedicarsi più
profondamente allo studio scientifico delle dighe ed importanti studi si devono
a scienziati quali:
De Sazilly J. A. T.
6
(famoso il suo trattato, pubblicato postumo nel 1853, in
cui, analizzando tre recenti dighe a gravità francesi, giungeva alla
conclusione che il miglior profilo per una diga a gravità risultasse essere
quello triangolare con il paramento di monte verticale);
Rankine W. J. M.
7
(particolare importanza riveste la sua teoria del “Masso
illimitato” del 1857, fondamentale per l’analisi dei muri di sostegno e così
pure le sue indagini sulle cause di rottura dei materiali da costruzione dove
il suo nome è legato al “Criterio di Rankine”; in tal campo è anche ricordato
per il metodo o formula di Rankine, per la determinazione del carico di
sicurezza di un solido snello sollecitato a pressoflessione);
Levy M.
8
(1895, famoso sopratutto per i suoi studi sull’effetto statico delle
sottopressioni);
Mohr C. O.
9
(nel 1874 formalizzò l’idea, fino ad allora solo intuitiva, di struttura
staticamente determinata. Nel 1882, egli sviluppò in forma eccellente il
metodo grafico, precedentemente proposto da Carl Culmann, di analisi dello
stato di tensione, noto come Cerchio di Mohr, e lo usò per proporre una
prima teoria di resistenza dei materiali centrata sul concetto di tensione
tangenziale. Il suo nome è anche legato al diagramma di Williot-Mohr per
6 Trattasi di J. Augustin Tortene De Sazilly (1812-1852), ingegnere civile francese.
7 Trattasi di William John Macquorn Rankine, nato ad Edimburgo il 5 di Luglio del 1820 e morto a
Glasgow il 24 di Dicembre del 1872, ingegnere civile e fisico scozzese.
8 Trattasi di Maurice Levy, nato a Ribeoville in Alsazia nel 1838 e morto a Parigi nel 1910, ingegnere
civile francese.
9 Trattasi di Christian Otto Mohr, nato a Wesselburen nella regione tedesca dell’Holstein l’8 di Ottobre
del 1835 e morto a Dresda il 2 di Ottobre del 1918, ingegnere civile tedesco (settore ferroviario).
Capitolo 1 Introduzione
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l’analisi degli spostamenti di travature reticolari ed il metodo di Maxwell-
Mohr per l’analisi di strutture staticamente indeterminate);
i quali pongono le basi scientifiche per lo studio dello stato tensionale delle
dighe a gravità in muratura.
La prima diga concepita di concerto con tali basi scientifiche è quella di Furens,
realizzata in Francia nel 1866 ed alta ben 52 metri.
Veduta della diga di Furens.
Successivamente, agli inizi del ventesimo secolo, venne realizzata, nel 1904, la
diga di Cheesman, alta ben 72 metri (236 ft.).
Veduta della diga di Cheesman.
Come il lettore avrà ormai capito, nello scorrere dei secoli, la realizzazione
delle dighe perseguiva lo scopo principale di raggiungere altezze del paramento
sempre più elevate, al fine di aumentare, di conseguenza, la capacità dell’invaso
così creatosi.
Il massimo in altezza è raggiunto, oggi giorno, dalla diga “Grande Dixence”,
realizzata in Svizzera tra il 1951 ed il 1961 ed alta ben 285 metri (un ordine di
grandezza in più rispetto alle dighe fino a quei tempi realizzate).
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GRANDE DIXENCE
Volume della diga: 6'000'000 m
3
Tipo: gravità
Lunghezza della corona: 695 m Fondazione: roccia
Comune: Hérémence Cantone: Valais/Wallis
Concessionario: Grande Dixence SA, Sion
LAGO
Nome: Lac des Dix Fiume: Dixence
Volume: 401 mio m
3
Bacino imbrifero: 43,6 km
2
Superficie: 430 ha Lunghezza: 5,3 km
SCARICHI
Tipo: senza scarico Capacità: 0 m
3
/s
Veduta aerea della diga “Grande Dixence”.
Passando ad altre tecniche e tecnologie di realizzazione delle opere idrauliche
di sbarramento, importanti contributi, in merito alle dighe a gravità alleggerite,
sono stati forniti da studiosi italiani quali il Castigliano
10
e l’ing. Claudio
Marcello, progettista del classico schema che da lui prende il nome. Inoltre, è
all’ingegnere francese André Coyne (1891-1960) che dobbiamo i primi studi
10 Trattasi di Carlo Alberto Castigliano, nato ad Asti l’8 di Novembre del 1847 e morto a Milano il 25 di
Ottobre del 1884, ingegnere civile e matematico italiano. Fu uno dei fondatori della “Teoria
dell’Elasticità” (conseguì la laurea con la tesi “Intorno ai sistemi elastici”, pubblicata nel 1873, dove
dimostrò il “Principio di Elasticità” o “Teorema del minimo lavoro” che il Generale Luigi Federico
Menabrea aveva enunciato nel 1858). Nel 1875 pubblicò all’Accademia delle Scienze di Torino una
“Nuova teoria intorno all’equilibrio dei sistemi elastici” dove dimostrò un nuovo metodo di calcolo
sulle derivate del lavoro di deformazione, conosciuto come “Teorema delle derivate del lavoro” o più
comunemente come “Teorema di Castigliano”, ancora oggi tra i principi fondamentali della statica
delle costruzioni. A lui si deve, infine, la “Teoria delle molle” del 1884.
Capitolo 1 Introduzione
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sulle dighe ad arco, il cui spessore varia dal 15 al 20% dell’altezza, rispetto al
quasi 80% delle dighe a gravità ordinarie ed al 60% delle dighe a gravità
alleggerite.
Infine, in questo breve excursus storico, non si possono non menzionare
importanti contributi italiani più recenti quali quelli dati da Oberti, Contessini
ed Arredi.
1.2 I VARI TIPI DI OPERE IDRAULICHE DI
SBARRAMENTO
Sotto un punto di vista costruttivo morfologico, le opere idrauliche in generale
possono essere distinte, anche secondo il vigente regolamento italiano
11
, in:
dighe in muratura, in conglomerato cementizio, in conglomerato cementizio
armato:
o a gravità (massicce o alleggerite):
ordinarie;
a speroni;
a vani interni;
o a volta:
ad arco;
ad arco-gravità;
a cupola;
o a volte, o solette, sostenute da contrafforti;
11 Si fa riferimento al Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 24 di Marzo del 1982 “Norme
tecniche per la progettazione e la costruzione delle dighe di sbarramento” (Gazzetta Ufficiale del 4 di
Agosto del 1982 n. 212 Supplemento Ordinario).
Capitolo 1 Introduzione
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dighe in materiali sciolti:
o in terra omogenea;
o in terra e/o pietrame, zonate, con nucleo di
terra per la tenuta;
o di terra permeabile o pietrame alla rinfusa
(rock-fill o scogliere), con manto o diaframma
di tenuta in materiali artificiali;
traverse fluviali;
sbarramenti di tipo vario.
Infine, vi è da sottolineare come oggi giorno vi sia un importante ritorno alla
realizzazione di dighe in materiali sciolti, sia per questioni morfologiche che,
soprattutto, per questioni di impatto ambientale ed ecosostenibilità.
1.2.1 DIGHE A GRAVITÀ ORDINARIE
S’intendono per dighe a gravità ordinarie le strutture idrauliche ad asse
planimetrico rettilineo o a debole curvatura, con profilo trasversale
fondamentale di tipo triangolare e sezioni orizzontali piene, divise in conci da
giunti permanenti, secondo piani verticali normali al loro asse, posti a distanze
reciproche sufficienti a prevenire fessurazioni da cause termiche o da ritiro.
1.2.2 DIGHE A GRAVITÀ A SPERONI E/O A VANI INTERNI
S’intendono per dighe a gravità a speroni e/o a vani interni le strutture
idrauliche costituite da una successione di elementi indipendenti (speroni) con
profilo fondamentale di tipo triangolare, a reciproco contatto lungo il paramento
di monte ed, eventualmente, anche in tutto o in parte lungo il paramento di valle
e con superfici laterali distanziate nel tratto intermedio.
Gli elementi possono essere pieni o cavi nel tratto mediano delle sezioni
orizzontali.
Capitolo 1 Introduzione
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1.2.3 DIGHE A VOLTA
S’intendono per dighe a volta le strutture monolitiche o a giunti bloccati fra
conci, con sezioni orizzontali decisamente arcuate ed impostate contro roccia,
direttamente o attraverso una struttura intermedia di ripartizione (pulvino).
I giunti fra i conci, in cui per ragioni costruttive le strutture idrauliche potranno
essere divise, sono da bloccare solo dopo trascorso un tempo sufficiente a
consentire liberamente la maggior parte delle deformazioni derivanti dal
raffreddamento del calcestruzzo e dal ritiro proprio del cemento.
Si suddividono ancora convenzionalmente, ai fini dell’analisi statica, in:
dighe ad arco, quando la forma ed i rapporti tra le dimensioni sono tali che
la resistenza alle spinte idrauliche, alle azioni sismiche ed, eventualmente,
alla spinta esercitata dal ghiaccio, è sopportata, in grande prevalenza, per
effetto della curvatura longitudinale (arco);
dighe ad arco-gravità, quando la forma ed i rapporti tra le dimensione sono
tali che alla resistenza predetta concorrono, in misura singolarmente non
modesta, sia l’effetto della curvatura longitudinale che quello trasversale di
mensola incastrata alla fondazione;
dighe a cupola, quando la forma ed i rapporti tra le dimensione sono tali che
la reattività elastica è assimilabile a quella di una lastra a doppia curvatura.
1.2.4 DIGHE A VOLTE O A SOLETTE SOSTENUTE DA
CONTRAFFORTI
Le strutture idrauliche in oggetto sono costituite da una successione di volte o
di solette poggiate su contrafforti pieni o cavi, aventi profilo fondamentale di
tipo triangolare.
1.2.5 DIGHE IN MATERIALI SCIOLTI
Tali opere idrauliche di sbarramento sono costituite da un rilevato realizzato
con materiali litici sciolti micro e/o macro-elastici. Il dispositivo di tenuta
all’acqua potrà essere formato con materiali litici appropriati ovvero con
materiali artificiali (geomembrane impermeabilizzanti).
Capitolo 1 Introduzione
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I materiali di formazione del rilevato possono essere approvvigionati
direttamente per cavatura (terre) o ricavati per abbattimento di rocce (pietrame).
Per tale categoria si distinguono opere idrauliche di sbarramento:
in terre omogenee: costituite totalmente da terre con permeabilità uniforme,
in misura atta da sola a realizzare la tenuta all’acqua;
in sola terra od in terra e pietrame, zonate: costituite solo da materiali
naturali, di specie diverse, disposti in diverse parti della sezione,
differentemente ma pur sempre ampiamente permeabili e di una zona di terra
a bassissima permeabilità (nucleo) con azione di tenuta all’acqua;
in terra o pietrame o terra e pietrame con dispositivo di tenuta di materiali
artificiali: costituite da materiali naturali di una o più specie, diversamente
ma pur sempre ampiamente permeabili, e da un dispositivo di tenuta a monte
(manto) o interno (diaframma) realizzato con materiali artificiali.
Capitolo 1 Introduzione
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1.2.6 TRAVERSE FLUVIALI
Per traverse fluviali s’intendono le opere idrauliche di sbarramento che
determinano un rigurgito contenuto nell’alveo del corso d’acqua.
Traversa sul fiume Sondrio.
1.2.7 SBARRAMENTI DI TIPO VARIO
S’intendono di tipo vario tutte le opere idrauliche di sbarramento diverse da
quelle definite ai punti precedenti. Esempi di tale categoria strutturale possono
essere i gabbioni, i pannelli rifornitori e le isole piattaforma (per la difesa dalle
onde incidenti).
Misure in metri.