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Introduzione
Il presente lavoro è frutto di un’approfondita ricerca su di un tema spesso
sconosciuto o poco conosciuto nell’ambito del marketing: il geomarketing.
Quest’ultimo, infatti, è spesso sotto valutato e confuso con quello che è il
marketing territoriale. Il geomarketing è, innanzitutto, il marketing fatto “sul
territorio” che si basa sull’ analisi di dati esterni e interni all’azienda, che lo
utilizza incrociandoli, per far si che si possano conoscere le relazione che
intercorrono tra l’azienda e il territorio sul quale questa opera. E’ quindi differente
dal marketing territoriale che è invece il marketing “per il territorio”, ossia tulle le
operazioni di marketing che hanno come obiettivo l’incremento del valore
territoriale di una determinata zona geografica, operando su quello che è, ad
esempio, il turismo, i sistemi turisti locali, le imprese turistiche, etc., presenti su
questa.
Obiettivo di questo lavoro è, dunque, far emergere il geomarketing quale
strumento estremamente utile per aziende sia a livello strategico che tattico e
questo poichè sovrappone elementi dell’azienda (quali corporate culture, mission,
vision e valori guida) ad elementi, come i dati demografici, sociologici,
economici, psicografici, etc., (appartenenti prettamente al territorio), mettendo il
luce, quindi, attraverso i Geographic Information System (GIS), elementi di
enorme utilità al decision making dell’azienda.
Questo lavoro seguirà un fil rouge nella trattazione di vari argomenti, cosi da
essere chiaro ed esaustivo, non rischiando di fare confusione e/o dare un’idea
caotica dell’argomento, dal momento che, per spiegare correttamente il
funzionamento dei vari elementi, si ci imbatterà anche nella trattazione di
argomentazioni scientifiche più particolareggiate.
Si partirà con un primo capitolo interamente dedicato alla parte teorica. Si
mostreranno i vari studi ed i pensieri dei vari studiosi a riguardo e si evidenzierà
come sia nato il passaggio dal marketing, considerato tradizionale, al
geomarketing, quindi integrato con i dati territoriali. Si proseguirà con un’ampia
introduzione al tema in maniera dettagliata dove si mirerà soprattutto a mostrarne
gli elementi principali che lo compongono.
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L’obiettivo sarà, quindi, quello di chiarire cos’è il geomarketing nelle sue varie
definizioni, esplorando quella che è la letteratura a riguardo reperibile fino ad
oggi.
Ci si troverà, quindi ad affrontare i cosiddetti “sistemi di geomarketing”, che sono
uno strumento di analisi territoriale di supporto alle decisioni. Questo consente
di adeguare le strategie di sviluppo della rete distributiva agli scenari di mercato,
mettendo in relazione il patrimonio informativo aziendale con informazioni
esterne, in particolare quelle socio-demografiche ed economiche disponibili a
livello micro territoriale, che esprimono la potenzialità del mercato.
Parte integrante di questi si temi sono i sopracitati, GIS: sistemi informatici
studiati e personalizzati a seconda delle esigenze, contenenti un gran numero di
dati che, sistemati in data warehouse, interagiscono tra loro e danno risposte
concrete e matematiche all’interrogazioni che gli vengono sottoposte. Non solo. Si
provvederà, nella maniera più chiara e precisa possibile, a piegare come questi
siano tecnicamente composti, in termini di elementi, e come funzionino.
Il secondo capitolo lascerà l’impronta tecnico-teorica per avvicinarsi al lato più
pratico della trattazione. Ci si troverà, infatti, a trattare il geomarketing alla pari di
un qualsiasi altro vantaggio competitivo e si cercherà di sottolineare quali siano
gli effettivi vantaggi e svantaggi che questo può apportare ad una azienda.
Si andranno ad analizzare, quindi, le sue capacità come strumento di analisi della
situazione dei mercati e come questo possa mettere in luce tanti dati ed
informazioni, prima sottovalutate o non considerate.
Si continuerà la trattazione in maniera più specifica considerando, soprattutto una
branca del geomarketing, quale la geolocalizzazione, che verrà inserita in un
ipotetico communication mix per cercare di comprendere come si possa
fronteggiare il mercato dal punto di vista comunicativo.
Ancora si procederà ad attualizzare l’argomento, mettendo in relazione la
geolocalizzazione con i social media, e si spiegherà, portando anche qualche
esempio delle aziende che già hanno provato, come creare un perfetto canale
pubblicitario grazie a social network, geolocalizzatori, etc.
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A termine del capitolo si andranno a tirare le somme e si metteranno in luce quali
sono le prospettive future in questo campo e quali i principali strumenti a
disposizione delle aziende.
La seconda parte del lavoro è molto più pratica, lineare ed attuale poiché, tutte le
precedenti nozioni teoriche, è come se venissero proiettate nell’attuale era
digitale.
Il terzo capitolo, infatti, mira a dare una panoramica delle principali nuove
tecnologie che, ad oggi, sostengono questo nuovo strumento, principalmente in
termini di geolocalizzazione.
Si parlerà del mobile marketing in tutte le sue forme, e quindi, sia quelle
primordiali come sms ed mms, che a modo loro, potevano essere considerati
precursori delle attuali tecnologie; sia quelle di ultima tecnologia, come la
navigazione e l’accessibilità in mobilità ad ogni funzione e servizio, grazie alla
navigazione veloce di quarta generazione e alla possibilità dei devices di
usufruire, dove possibile, di connessioni senza fili veloci che permettono una
localizzazione più precisa degli utenti.
Altro ambito è quello dei social media, che abbraccia social network e non solo, e
che comporta una serie di vantaggi esclusivi e, principalmente,a costo zero. E’
importante, però, non considerare questi veicoli di comunicazione come qualcosa
di marginale, ma vederli sempre come parti integrati di un piano di
comunicazione.
Si apriranno poi gli orizzonti trattando quello che è il mondo delle applicazioni
presenti su smarthphone, tablets, etc. Tratteremo spiegando, quindi, il
funzionamento e le caratteristiche principali degli applicativi scaricabili dai
diversi App Store. Per rendere la trattazione più utile mostreremo, inoltre, l’iter di
progettazione e sviluppo di una app che, impareremo, puù cambiare in base alle
funzionalità che si desiderano questa offra. Gli obiettivi, le fasi di sviluppo, la
quantificazione e qualificazione del target ed i costi saranno i principali ambiti
che andremo a trattare. Faremo, in fine, un confronto in parallelo, tra app e mobile
site, cosi da metterne in evidenza similarità e differenze.
Il quarto capitolo sarà totalmente dedicato al caso studio scelto per la trattazione.
Grazie alla collaborazione diretta dell’azienda UniCredit S.p.a. e del responsabile
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del progetto Alessandro Appodio, si è andati ad analizzare il locator che l’azienda
ha sviluppato rivolgendosi e collaborando, con un’altra azienda specializzata in
questo campo, Scube NewMedia S.r.l. e con l’agenzia web Mind, che già
s’interessa delle attività di UniCredit.
Si è andati ad analizzare il locator nelle sue parti e funzionalità, cercando di
mettere in evidenza i vantaggi che effettivamente una tale attività offre ad
un’azienda.
L’analisi si è focalizzata sui criteri di ricerca e sull’accessibilità che il locator
offre. Si è poi passati ad ascoltare il parere di chi ha visto nascere il progetto
stilando una serie di domande che riuscissero a mettere in luce i punti chiave.
E’ stato, quindi, possibile intervistare il responsabile Appodio attraverso mail ed
un contatto telefonico, che hanno offerto la possibilità di rendere reali e toccare
con mano quelle che sono le potenzialità del progetto.
Per rendere completo il lavoro, si ci è rivolti anche all’azienda Scube NewMedia
che ha fornito un resoconto ed il proprio punto di vista riguardo il progetto e la
collaborazione.
Il responsabile ha fatto luce su quelli che sono gli obiettivi prefissati e i risultati
raggiunti e, in base a questi, abbiamo realizzato alcune proposte di miglioramento,
a nostro avviso, realizzabili al fine di rendere maggiormente utili ed accessibile
questo locator. Inoltre, per rendere il lavoro ancora più completo, siamo passati ad
effettuare un’analisi SWOT, fissando i punti di forza e debolezza, le opportunità e
le minacce del progetto.
Dopo aver fatto le dovute conclusioni, si sono create due appendici.
La prima tratta il dolente argomento della privacy e del trattamento dei dati
personale. Dato che la localizzazione richiedere informazioni che continuamente
vengono condivise sul web, spesso quello di dati personali diventa un problema.
Anche se condivisa dell’utente stesso e per propria scelta, rendere pubblica la
propria posizione rende, in qualche modo, vulnerabili, soprattutto in un era in cui
la circolazione delle informazione è davvero fulminea.
Partendo dal decreto legislativo 196/03 – Titolo X, vedremo quali sono le
normative a riguardo e in che modo la legge tutela gli utenti.
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Nella seconda appendice viene invece riportata, integralmente, l’intervista fatta al
responsabile Appodio.
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1. Dal Marketing al Geomarketing
1.1. Il passaggio dal marketing al Geomarketing
Negli ultimi decenni, nella totalità delle realtà aziendali, si parla di Marketing, ma
si conosce realmente il significato di questo termine? Il Marketing è una
disciplina sviluppatasi e diffusasi nelle istituzioni di quasi tutto il mondo e ricopre
un range molto ampio di attività e capacità utilissime alle aziende nel loro
rapporto con il mercato e il target di riferimento.
Secondo la letteratura manageriale, i primi sviluppi del marketing si hanno intorno
al 1930, in concomitanza con quella che è la Grande Depressione economica nord
americana prima e mondiale poi. Non a caso la disciplina si sviluppa in un
periodo di profonda crisi non solo economica ma anche di quei valori basilari per
le imprese, le quali cercano di risollevarsi, di rivitalizzarsi nei confronti del
mercato e dei propri clienti. Il marketing si stacca da quello che è il concetto di
pubblicità e va alla ricerca di nuovi approcci, nuovi elementi che permettano di
posizionare i propri prodotti sul mercato in maniera innovativa e quindi attrattiva
per i target di riferimento. Il marketing quindi s’impone in un momento in cui c’è
il bisogno di pensare e vedere le cose in maniera diversa, potremmo dire laterale,
divincolandosi dagli schemi e dai clichè.
Sin dagli albori, da quando gli individui cominciarono a scambiare merci per
denaro o per altre merci, come con il baratto, l’uomo ha sempre messo in atto
“strategie di marketing”. Dal 1450, con la nascita della stampa a caratteri mobili,
il concetto di marketing viene accostato a quello di pubblicità, un pubblicità che
parla al consumatore e non con il consumatore/cliente. Solo nei primi decenni del
‘900, con l’ingresso sulla scena di nuovi media quali televisione, radio e telefono,
la storia comincia a cambiare: i consumatori sono letteralmente bombardati da
continui messaggi di ogni tipo e gli incrementi monetari non tardano ad arrivare.
Con la Grande Crisi tutto questo non basta più: i consumatori, preoccupati dalla
situazione, non spendono, la moneta non circola e la domanda, che in precedenza
superava di gran lunga l’offerta, comincia a calare sino a farsi minima. Ed è
proprio in questa situazione che le aziende, bisognose di vendere, cercano nuovi
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approcci, nuovi metodi per piazzare i propri prodotti su un mercato, seppur arido
ma ancora esistente.
Basandoci su una ricostruzione temporale fatta da Corigliano, possiamo
identificare tre periodi in cui il marketing ha assunto significati diversi. Il primo
periodo, che va dal 1945 al 1960, viene definito “pionieristico” e si
ambienta in una fase di ricostruzione post-bellica, con una ripresa generale del
lavoro, un aumento del reddito pro-capite ed una domanda di beni e servizi
sostenuta ed in crescita. Ciò che conta in questa fase è produrre il più
possibile. I mercati hanno un raggio d’azione limitato, la concorrenza è
modesta, i punti di vendita sono in genere piccoli; in questo momento i beni
ed i servizi offerti sono considerati un dato di fatto ed accettati in quanto tali,
creati sulla base delle esigenze tecniche della produzione, posti di fronte ad una
domanda indifferenziata e ad un consumatore passivo, “oggetto” (e non soggetto)
dell’attività di marketing, la quale interviene più a valle del processo
distributivo, per occuparsi esclusivamente della fase distributiva.
Il secondo periodo è qualificato come “classico”, va dal 1960 al 1975, ed al centro
dell’universo commerciale si trova il consumatore e non più l’impresa. Tale
rivoluzione della mentalità è avvenuta grazie ad una rapida evoluzione
tecnologica, che ha portato molte aziende a trovarsi di fronte al problema di come
sfruttare il potenziale produttivo facilmente raggiungibile. Ecco quindi che
non si può più portare avanti una distribuzione di massa ed una politica di
vendita aggressiva, di conseguenza si vanno a cercare quelle aree o quei gruppi di
consumatori insoddisfatti dell’offerta attuale e sulla base dei loro bisogni si
orienta il prodotto: la realizzazione del profitto è funzione della soddisfazione dei
bisogni (o delle aspettative) del consumatore e l’azienda si concentra sulla
segmentazione della domanda e sulla conseguente differenziazione dell’offerta.
Dal 1975 ad oggi, va poi il terzo periodo, detto di marketing “competitivo”. In
questo arco temporale di saturazione economica, con una maturità dei
mercati nei paesi più avanzati, l’obbiettivo principale delle aziende è
8
diventato quello di sottrarre quote di mercato alla concorrenza, o come estrema
conseguenza della competizione, addirittura eliminarla tramite acquisizione
1
.
Il contesto socio-economico si presenta quindi come complesso, instabile e
poco controllabile. “Ipercompetizione” è un cambiamento radicale nel modo di
concepire le strategie di marketing: è un ambiente di intenso cambiamento,
nel quale concorrenti flessibili, aggressivi ed innovativi entrano rapidamente e
facilmente in nuovi mercati ed indeboliscono i vantaggi delle imprese dominanti
2
.
Per dominare questa complessità le aziende reagiscono in maniera diversa:
ad esempio modificano la propria organizzazione interna, o vanno incontro alle
molteplici differenze del mercato moltiplicando le risposte attraverso una
segmentazione sempre più spinta, più “micro” del mercato stesso: l’attenzione si
orienta verso nicchie sempre più ristrette.
In questa situazione di instabilità, il marketing tende ad orientarsi in modo
crescente verso il singolo individuo, cerca di capirlo in toto e di soddisfarlo
nel miglior modo possibile, con la finalità di fidelizzarlo, di creare una relazione
abituale e duratura, che dia all’azienda una forma di stabilità.
Questa tendenza è considerata da molti il segno del passaggio definitivo dal
marketing di massa al marketing moderno, definito appunto, sempre più
spesso, “marketing relazionale”.
1
Cfr. CORIGLIANO G., Marketing, strategie e tecniche, Etaslibri, Milano 1999.
2
Cfr. PELLICELLI G., Il marketing, Utet, Torino, 1999.
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Tabella 1 – Evoluzione del concetto di marketing
PERIODO
DISPONIBILITA’
DI BENI
PREOCCUPAZIONE
PRIORITA’
STRUMENTI
TIPICI
OBIETTIVO
I. PIONERISTICO
Da limitata a
sufficiente
Efficienza produttive e
distributiva
Accento su
vendite e
distribuzione
Massimizzazione
dei volumi di
vendita
II. CLASSICO
Da suffiente ad
abbondante
Consumatore
Analisi delle
aspettative del
consumatore
Profitto attraverso
la soddisfazione del
cliente
III. COMPETITIVO Eccedente Concorrenza
Analisi
competitiva
ricerca
dell’eccellenza
Conquista
preferenza del
consumatore
rispetto alla
concorrenza
Fonte: CORIGLIANO G., Op. cit., Etaslibri, Milano, 1999
Marketing è proprio questo: vendere, rendendo superflua la vendita in se e dando
attenzione, conoscendolo, al consumatore in modo da poter offrirgli un prodotto
e/o servizio fatto su misura e adatto alle sue esigenze
3
.
Dare una definizione unica di marketing è complicato quanto inutile sotto certi
punti di vista, ma per fissare la nozione potremmo servici di alcune definizioni,
probabilmente le principali, usate in letteratura.
Iniziamo con la definizione dell’ American Marketing Association (AMA) che
definisce il marketing come “the activity, set of institutions, and processes for
creating, communicating, delivering, and exchanging offerings that have value for
customers, clients, partners, and society at large. (Approved October 2007)
4
”.
Questa definizione, seppur molto chiara e diretta nel mostrare l’obiettivo
principale della disciplina, non tiene però conto di quello che è un elemento
altrettanto importante ossia il continuo evolversi della società, del mercato, dei
3
Cfr. DRUKER P.F., Management: task, Responsabilities, Practies, Harper&Row, New York,
1973, pagg. 64-65.
4
“il processo di pianificazione ed esecuzione delle attività di ideazione, attribuzione di prezzo,
promozione e distribuzione di idee, prodotti e servizi allo scopo di generare scambi che soddisfino
gli obiettivi di individui ed organizzazioni”.
Fonte: http://www.marketingpower.com/AboutAMA/Pages/DefinitionofMarketing.aspx.
10
consumatori, e questo la rende statica e forse un po’ datato seppur ricca di
importanza.
Altra definizione da non sottovalutare è quella dello studioso probabilmente di
maggiore rilievo in quest’ambito: Philip Kotler.
“Il processo manageriale mediante il quale una persona o un gruppo ottiene ciò
che costituisce oggetto dei propri bisogni e desideri creando, offrendo e
scambiando prodotti e valore con altri.
5
” . Questo è per Kotler il marketing che
amplia il significato oltre la mera vendita e tocca i campi della comunicazione e
delle scambio, elementi alla base del sistema sociale. Anche qui però troviamo
una debolezza: Kotler non da peso ad un elemento di fondamentale rilevanza nel
mercato del terzo millennio, la concorrenza. E quindi bene tener conto della
definizione sopracitata ma trattarla con le pinze.
Altra definizione, che andrebbe forse a completare il quadro, è quella di Jean-
Jacques Lambin: “il marketing è un processo sociale orientato verso la
soddisfazione dei bisogni e dei desideri degli individui e delle organizzazioni, che
interagisce con la creazione e lo scambio volontario e concorrenziale di prodotti e
servizi generatori di utilità per gli acquirenti
6
”. Qui è possibile trovare molti punti
d’accordo con la definizione precedente con l’unica differenza che Lambin riesce
a tenere conto anche dell’aspetto concorrenziale.
Le tre definizioni vanno quindi integrate e collegate senza però considerarle
sequenziali o esclusive l’una nei confronti dell’altra. Seguendo questa logica
avremo chiaro il messaggio: bisogna soddisfare i clienti e farlo meglio della
concorrenza.
Arrivati a questo punto della trattazione, è bene, a parer mio, presentare in breve
la disciplina nei suoi punti chiave per rendere, cosi, più scorrevole e chiara la
comprensione del lavoro. Ci sono dei concetti chiave nel marketing che
costituiscono le fondamenta di questa disciplina.
Iniziamo con i bisogni. Questi sono alla base della natura umana e non possono
essere modificati dalle strategie di marketing ma queste ultime mirano a
trasformarli in desideri. Desideri che spingono il consumatore verso determinati
5
KOTLER P., Principi di Marketing, Isedi, 1996.
6
LAMBIN J.J., Marketing strategico e operativo, McGraw-Hill, 2005.