1.1 L’esperienza bellica
Nel 1943, periodo di massimo sforzo del Giappone nella Seconda Guerra
Mondiale, il governo attivò un piano di mobilitazione degli studenti, durante il
quale venne reclutato anche il ventenne Suzuki Seitarō 鈴木清太郎 . Se gli si
chiedesse di raccontare quella che è stata la sua esperienza, sicuramente rispon-
derebbe con un paio di aneddoti poco lusinghieri per la marina giapponese e con
un tono quasi farsesco.
L'episodio che ritiene emblematico per spiegare l'impressione che ha lasciato in
lui il periodo di servizio, riguarda l'affondamento da parte della flotta statunitense
della nave in cui si trovava durante un trasferimento tra le Filippine e Taiwan.
Nonostante l'attacco abbia provocato una decina di vittime, soldati che si trova-
vano sul ponte della nave nel momento del bombardamento, egli non riesce a
vedere la tragicità della situazione. Il modo in cui si svolse riporta alla sua memo-
ria una scena buffa, che sembra uscita da un film di Charlie Chaplin piuttosto che
dal racconto di un reduce di guerra. Il comandante della nave fece allineare i
soldati sul ponte, e ordinò a due sottoposti di gettare i cadaveri in mare; come ulti-
mo saluto, un altro soldato suonava alcune notte alla tromba prima di ogni lancio.
Era un modo per mantenere il decoro di un funerale improvvisato, ma per Suzuki
il suono della tromba che si alternava col tonfo dei corpi in mare creava un’asso-
nanza ridicola. Successivamente, prima che tornassero gli aerei americani, si
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rivelò necessario abbandonare la nave e in tutta fretta venne ordinato ai soldati di
raccogliere lo stretto necessario per la fuga. Il mare si trovava circa venti metri più
in basso, quindi fu fatta scendere una scala di corda dal ponte. Ognuno si legò un
salvagente al collo, e I soldati si preparano a scendere, chi portando una gavetta,
chi a mani vuote. Tuttavia gli aerei si stavano avvicinando, e la soluzione della
scala di corda avrebbe portato via troppo tempo. Quindi i salvagenti furono
abbandonati e i poveri soldati costretti a tuffarsi direttamente in acqua. “Ero since-
ramente spaventato” racconta Suzuki “gli aerei si stavano avvicinando. Ero terror-
izzato, ma quello che stavamo facendo era veramente ridicolo.”
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La guerra per lui
non fu altro che una fuga continua. Nel 1946 riuscì a tornare in patria per
completare gli studi.
Un’esperienza di questo tipo non poteva non avere ripercussioni sul carattere
del futuro regista e sicuramente contribuì a sviluppare il suo atteggiamento anar-
chico. Provocò anche un leggero anti-americanismo, che non prese mai la forma
di una critica sociale o politica, però è possibile trovare tracce nei suoi film di un
certo dileggio nei confronti degli statunitensi. Consideriamo ad esempio la
bandiera americana in Nikutai no Mon 肉体の門, che sventola opprimente sulle
macerie del quartiere in cui i soldati delle forze di occupazione spendono i loro
dollari con le prostitute locali; oppure gli stereotipati personaggi che si trovano nel
1 SUZUKI Seijun, Kenka Erejii, Tōkyō, Nihontoshosentaa, 2003
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cabaret di Tōkyō Nagaremono 東京流れ者, che finiscono coinvolti in una rissa
furibonda.
Il modo in cui Suzuki rappresenta la violenza nei suoi film è probabilmente la
sintesi di ciò che il periodo di attività nell'esercito gli ha trasmesso. Nonostante il
genere action richieda per definizione una certa dose di violenza, nei suoi film le
sparatorie, le torture o gli scontri all'arma bianca, vengono mostrati con
leggerezza, con una finzione a volte quasi esasperata. Non c'è segno di tragicità
nella morte. Le soluzioni che trova per ottenere questo effetto sono molteplici e
sono solitamente in accordo con l'atmosfera generale del film. Si possono
ritrovare inquadrature che, più che esaltare la drammaticità dell'azione, cercano di
inserirla nel quadro complessivo dell'inquadratura, ricercando anche qui la
bellezza estetica, e riducendo al minimo il numero di tagli necessario per
permettere allo spettatore di comprenderne il movimento.
1.2 Nikkatsu Action Cinema
La figura centrale della rinascita della casa di produzione Nikkatsu 日活 negli
anni '50 fu Hori Kyūsaku 堀久作 (1900-1974). Egli faceva già parte della dirigenza
della compagnia nel 1933, nel ruolo di amministratore delegato, prima del crollo
che portò all'assorbimento da parte della Daiei 大映. Nel 1953 assunse la presi-
denza della Nikkatsu e attuò un piano di ripresa economica che permise non solo
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di ricominciare la produzione di film, ma anche di acquisire una fetta importante
del mercato.
Dal lato pratico vennero costruiti nuovi studi di registrazione a Chōfu 調布 sul
Tamagawa 多摩川 e si investì molto per acquisire nuovi registi a contratto, tra i
quali anche Imamura Shōhei 今村昌平 (1926-2006), strappato anch'egli, come
Suzuki, alla Shōchiku 松竹. La nuova politica di Hori (a destra nella fotografia in
basso) offriva ai giovani autori un periodo di apprendistato come aiutoregista, con
condizioni di lavoro migliori e soprattutto un contratto economicamente più
vantaggioso fin dall'inizio.
Hori Kyūsaku
Il successo iniziale della casa di produzione negli anni '50 si deve soprattutto al
filone della cosiddetta “Banda del sole” Taiyōzoku太陽族. I componenti di questa
banda erano giovani uomini figli di una borghesia benestante, che non avevano
più bisogno di lavorare per sopravvivere, e si ritrovavano quindi a dover combat-
tere la noia derivante dalla sicurezza economica fornita dai loro genitori e per farlo
si concedevano ai piaceri della vita. La spinta iniziale per la diffusione di questo
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genere cinematografico è provocata dal successo letterario de La stagione del
sole” (Taiyō no kisetsu太陽の季節) di Ishihara Shintarō 石原慎太郎 (1932-). Con
lungimiranza la Nikkatsu riuscì a costruire una collaborazione con Ishihara per la
trasposizione cinematografica di quel libro e di quelli futuri. L'unica condizione
posta dallo scrittore fu quella di utilizzare come protagonista per le pellicole il
fratello Ishihara Yujirō 石原 裕次郎 (1934-1987), che grazie al suo stile recitativo
spontaneo, divenne l'icona della “gioventù bruciata” nipponica.
Un altro genere molto in voga in quel periodo erano i Ninkyō Eiga 任侠映画, che
presentavano vicende che avevano come protagonista l'ambiente del crimine
organizzato. Le tematiche centrali erano solitamente legate ai concetti di “dovere”
e “sentimento” (giri e ninjō 義理-人情) che caratterizzano l'ideologia dello yakuza,
e più generale la società giapponese. Il genere vide il suo sviluppo negli anni
cinquanta, ma fu durante il decennio successivo che iniziò ad occupare un ruolo
importante nelle preferenze del pubblico,in modo non dissimile da ciò che accade-
va in Italia con il genere western. All'interno della produzione della Nikkatsu
questo genere rientrava nella categoria degli “Action senza nazionalità” 無国籍ア
クション, nome che rende chiaro l'intento di produrre pellicole che fossero in grado
di mettere in secondo piano certe caratteristiche culturali tipicamente giapponesi,
anche se inevitabilmente prendevano spunto dal modello hollywoodiano.
Gli schemi di produzione negli anni sessanta erano piuttosto rigidi all'interno
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della Nikkatsu, e I film realizzati venivano definiti program pictures. Il personale
era spesso sottoposto ad un contratto: riceveva un salario mensile più o meno
alto a seconda delle capacità o della popolarità che aveva tra il pubblico, ed era
quindi condizionato dal numero di film realizzati o dal successo che questi
ottenevano al botteghino. Riguardo al budget a disposizione per la produzione,
era solitamente diviso in due categorie che si possono distinguere in film di serie
A e film di serie B. Nel primo caso si poteva avere un budget attorno ai 300 milioni
di yen, ma era riservato solo ad una ristretta cerchia di registi come Imamura
Shōhei e Nakahira Kō 中平康. I cosiddetti film di serie B invece disponevano di un
budget ridotto di quasi la metà, ovvero tra i 120 e il 130 milioni di yen. In entrambi
i casi le spese per il personale erano escluse, perché solitamente facevano affida-
mento a tecnici, registi e attori già stipendiati dall'azienda stessa. Questi soldi di
conseguenza venivano utilizzati per la ricerca della location, la realizzazione delle
scenografie e quindi per le spese di magazzino, ed eventualmente per pagare
attori esterni all'azienda. Da notare inoltre che i costi per le pellicole in quegli anni
influivano pesantemente sul budget a disposizione.
Durante il periodo di massimo successo del genere Nikkatsu Action usciva nei
cinema un film alla settimana; ciò richiedeva dei tempi per la realizzazione della
pellicola molto stretti. Tra lo studio della sceneggiatura e la distribuzione del film
passava circa un mese. Questo voleva dire che c'erano pochi giorni per la ricerca
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delle location, due o tre settimane per girare le scene e infine per il montaggio
rimanevano disponibili solo tre o quattro giorni.
Le sceneggiature infine venivano assegnate ai registi dai responsabili della
dirigenza. Si trattava solitamente di vicende sostanzialmente tutte molto simili le
une alle altre, ambientate nel mondo del crimine organizzato. Dopotutto lo scopo
finale era ottenere un buon incasso al botteghino, quindi cercavano di andare in
contro ai desideri del pubblico più ampio, che, oggi come ieri, voleva vedere un
spettacolo di intrattenimento basato su schemi narrativi standardizzati e che non
richiedesse troppi sforzi per essere compreso. Suzuki affermò di trovare queste
sceneggiature un grosso limite per la sua libertà espressiva come autore, ma a
causa degli impegni contrattuali ne rifiutò solo due o tre nel corso della sua
carriera come regista alla Nikkatsu. Inoltre, come sostiene l'aiuto regista Kuzū
Masami 葛生雅美, Suzuki non aveva (o non poteva avere) grandi pretese, ed era
sufficiente che trovasse due o tre buone battute all'interno del copione per
convincerlo a girare il film.
1.3 Sguardo generale al decennio 1960 - 1970
Il decennio a cui facciamo riferimento rappresenta un periodo fondamentale
nella formazione dell'economia e della società che ha contribuito a rendere il
Giappone una delle potenze economiche più importanti al mondo, e di
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conseguenza aumentarne il peso politico internazionale. Il Partito Liberal Demo-
cratico (LDP – 自 由民主党 ), che rappresentava la maggioranza di governo fin
dalla sua fondazione del 1955 gettava le basi dello sviluppo economico attraverso
la collaborazione con le grandi aziende nazionali, le zaibatsu 財閥, e il rafforza-
mento degli scambi commerciali con partner esteri.
Il 19 Maggio 1960, l'allora primo ministro Kishi Nobusuke 岸信介 (1896-1987)
riuscì ad ottenere l'approvazione da parte della dieta di un nuovo trattato di
sicurezza con gli Stati Uniti, il Treaty of Mutual Cooperation and Security between
the United States and Japan 日本国とアメリカ合衆国との間の相互協力及び安全保
障条約, abbreviato con il termine Anpo 安保, che rinnovava i precedenti accordi
bilaterali stipulati tra i due paesi nella Conferenza di San Francisco del 1951. I
partiti socialisti e le associazioni studentesche si opposero con forza alla firma
dell'accordo, organizzando manifestazioni e proteste a Maggio e Giugno dello
stesso anno. Questi movimenti non solo erano contrari al trattato, ma si scontra-
vano direttamente con le linee di governo di Kishi, che poneva molta attenzione
sulla possibilità di riformare la costituzione, e in particolare il controverso articolo
9, che proibisce il mantenimento di un esercito: le proteste ebbero il merito di
raccogliere la partecipazione di molti studenti, che formarono un fronte comune
contro Kishi, temendo la deriva dispotica che il suo sistema di trattare le questioni
sociali stava assumendo. I promotori di queste proteste fondarono un gruppo
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chiamato Bund ブンド, che in quel periodo assunse la guida del Zengakuren 全学
連, l'Associazione di Auto-governo Studentesco del Giappone, composta in gran
parte da esuli del Partito Comunista, considerato poco abile nel trattare i temi che
riguardavo lo sviluppo sociale del paese. Le proteste contro l'Anpo costrinsero il
primo ministro alle dimissioni nel 1961. Il successore di Kishi, Ikeda Hayato 池田
勇人 (1899-1965), si rivelò meno restrittivo nei rapporti con i gruppi di opposizione
interni al paese, e spostò l'attenzione dalle questioni politiche a quelle che riguar-
davano lo sviluppo economico; di conseguenza anche le rimostranze dello
Zengakuren divennero meno accese. Negli anni seguenti le associazioni studen-
tesche assunsero connotati politici sempre più marcati: le loro proteste si rivolsero
soprattutto contro la gestione poco trasparente dei fondi dell'università e l'insod-
disfazione per l'educazione accademica che ricevevano. Contemporaneamente
continuavano a contrastare le condizioni stipulate nel nuovo trattato di sicurezza,
non soltanto ponendo l'accento sulla difesa della costituzione, ma anche denun-
ciando le condizioni di Okinawa come vittima del trattato stesso. Ciò portò ad una
nuova e più violenta ondata di proteste nel 1968. Le critiche al governo e le
battaglie a favore della libertà d'espressione, riunirono al loro interno le azioni,
anche legali, promosse assieme alla Art Theatre Guild (ATG) per ottenere gius-
tizia riguardo il licenziamento di Suzuki da parte della Nikkatsu.
La generazione cresciuta nel periodo di pace successivo alla fine della Seconda
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