3
1. INTRODUZIONE
1.1 Prefazione
La sempre più pressante utilizzazione da parte dell’uomo delle risorse naturali, la
continua necessità di fruire di tutti gli elementi,seppur vitali, per loro natura limitati,
una visione sempre più tecnologica della vita hanno ormai condotto la comunità
produttiva mondiale ad uno sfruttamento feroce di tutte le risorse disponibili.
In particolare oggi la risorsa acqua e la salvaguardia della stessa sta diventando tema
centrale di tutte le organizzazioni governative e produttive, delle comunità
ambientaliste e delle amministrazioni locali. I loro sforzi sono fondamentali e vitali per
garantire al futuro della comunità umana lo stesso fabbisogno idrico seppur
migliorandolo e implementandolo tramite una corretta gestione e un ottica più attenta,
meno invasiva e più conservativa.
In particolare oggi ci si domanda quali possano essere le soluzione tecnologiche per
una corretta gestione delle aree costiere e fluviali, non solo per poter garantire una
salvaguardia in senso ambientalistico, ma anche per poterne sfruttare le potenzialità
idriche, civili, industriali, ed energetiche garantendo un corretto ciclo che sia il meno
inquinante possibile. In oltre alla luce degli accordi di Rio de Janeiro del 1992, del
congresso di Stoccolma 1972, e nel rispetto del protocollo di Kyoto, rimandato nel
2020, chi amministra, chi governa, chi progetta e chi costruisce (la comunità tecnica
produttiva e la comunità scientifica) non può derogare alle leggi della natura casuali la
salvaguardia dell’ecosistema ma deve pensare in chiave futura quanto considera lo
sfruttamento della risorsa idrica in senso stretto.
In particolare la comunità scientifica oggi si sta occupando, in maniera sempre più
pressante e attenta, dello studio di tutte la fenomenologie fluido dinamiche dell’acqua
cercando non solo di interagire con essa mediante una mera fase progettuale come
4
avveniva in passato, ma studiandone in maniera sempre più dettagliata i modelli fisico
matematici che ne caratterizzano il ciclo di vita. Focalizzando in particolare su un tema
specifico, lo studio delle correnti di moto turbolenti attraverso gli alvei a fondo
vegetato ha preso sempre più forma ed importanza nelle comunità sia tecniche che
accademiche, in quanto una salvaguardia dell’ecosistema fluviale, il garantire il
corretto Deflusso Minimo Fluviale e l’attenzione alle minori perdite riscontrabili
all’interno di un sistema idrico rappresentano ormai temi centrali per
un’ottimizzazione e un corretto utilizzo dell’acque del globo terrestre.
1.2 Studio del flusso di una corrente in un canale con fondo
vegetato e diversi modelli di vegetazione.
Lo studio e la caratterizzazione degli effetti che la vegetazione provoca in un corso
d’acqua furono oggetto delle ricerche di Chezy alla fine del XVIII secolo.
Gli effetti della vegetazione sono i seguenti: diminuzione della velocità; innalzamento
del pelo libero; riduzione della portata convogliata; sedimentazione del trasporto solido
della corrente o erosione del fondo dell’alveo; conseguenze sull’utilizzo del corso
d’acqua a fini di navigazione, balneazione, pesca.
Questi effetti dipendono dalla distribuzione, dalle caratteristiche fisiche, dalla densità e
dal tipo di vegetazione. Tali caratteristiche cambiano con le stagioni, ad esempio la
resistenza al flusso potrebbe aumentare nelle stagioni di piena.
Molti dei primi studi sugli effetti della vegetazione erano mirati alla sola
determinazione di un coefficiente di scabrezza, piuttosto che alla modellazione fisica o
matematica.
Un metodo convenzionale per la valutazione delle perdite di carico delle correnti
vegetate era la determinazione di un valore opportuno del coefficiente di scabrezza di
5
Manning “n”, il quale raggruppava tutte le cause di scabrezza di fondo, inclusa la
presenza della vegetazione.
Dopo innumerevoli osservazioni ed esperienze in sito venne creata una tabella in cui,
ad ogni particolare tipologia di vegetazione, si associava un valore numerico “n”.
La vegetazione viene così classificata come una scabrezza di fondo che influenza la
capacità di convogliare l’acqua di un canale e che causa ingenti riduzioni della
velocità. Naturalmente gli effetti della vegetazione sono anche in funzione del tipo,
dell’altezza e della densità della vegetazione stessa.
È interessante notare come questo metodo di lavoro, vale a dire la ricerca del valore di
“n” più adatto a ciascun tipo di vegetazione, sia rimasto quasi del tutto invariato fino a
pochi decenni fa. Quindi per molto tempo non è stato svolto uno studio dell’
interazione tra vegetazione e corrente dal punto di vista di come la presenza della
vegetazione alteri le caratteristiche delle turbolenza della corrente.
6
Al contrario, negli ultimi anni, grazie allo sviluppo di nuove tecniche di ricerca
sperimentali e numeriche inerenti l’idrodinamica ed agli studi riguardanti le interazioni
tra correnti aeriformi e vegetazione terrestre, l’approccio empirico allo studio delle
interazioni tra correnti fluide e vegetazione di fondo è stato sostituito da un approccio
più fisico.
Di conseguenza, studi di carattere teorico-sperimentale hanno analizzato le interazioni
tra correnti fluide e vegetazione di fondo, allo scopo di definire relazioni tra la
resistenza al moto causata dalla presenza della vegetazione di fondo e le principali
grandezze della turbolenza, tra le quali l’andamento delle velocità medie locali.
Tutti gli studi hanno evidenziato che gli effetti della vegetazione di fondo sulle
caratteristiche della corrente sono fortemente dipendenti dalla tipologia delle
vegetazione di fondo stessa, per cui il primo passo da fare è una opportuna
caratterizzazione della vegetazione di fondo.
A tale riguardo è stato osservato che la vegetazione di fondo esistente in natura può
essere raggruppata in due diverse famiglie: vegetazione rigida, che riproduce la
presenza di arbusti sul fondo del canale e che può essere modellata mediante cilindri di
legno o di metallo, e vegetazione flessibile, che riproduce la presenza di erba o piante
sul fondo del canale e che può essere modellata mediante strisce di plastica o piantine
naturali.
7
2. SCOPO DELLA TESI
Il presente lavoro di tesi di laurea magistrale si pone come prosieguo del lavoro di tesi
triennale sviluppato dallo scrivente. Infatti la tematica di fondo è ancora quella dello
studio delle interazioni tra la corrente defluente ed il fondo vegetato, il canale
sperimentale utilizzato allo scopo è quello già utilizzato dallo scrivente ma sono stati
modificati sia il sistema di processamento del segnale di misura, sia il modello di
vegetazione. In particolare, il nuovo sistema di processamento del segnale di misura è
costituito da un Real Time Signal Analyzer, ed il nuovo modello di vegetazione è
costituito da cilindri rigidi alti 4.5 cm disposti secondo maglie quadrate.
La modifica del processamento del segnale di misura ha richiesto di svolgere, per
prima cosa, prove di taratura dei parametri che lo caratterizzano. Dette prove sono state
effettuate sia con il modello di vegetazione utilizzato per lo studio sviluppato nella tesi
triennale, vale a dire cilindri rigidi alti 1.5 cm disposti secondo maglie quadrate, sia
con un nuovo modello di vegetazione, vale a dire cilindri rigidi alti 4.5 cm, anche essi
disposti secondo maglie quadrate.
A valle delle suddetta taratura sono state svolte, con il nuovo modello di vegetazione,
prove preliminari di valutazione delle distribuzioni delle principali grandezze
statistiche della turbolenza quali velocità media locale, deviazione standard, skewness,
kurtosis.
Sia le prove di taratura che quelle preliminari sono state effettuate variando
opportunamente la pendenza del canale e la portata defluente, in relazione all’altezza
della vegetazione, in modo che non solo essa, nel corso delle prove sperimentali fosse
sempre interamente sommersa, ma fosse anche garantito un sufficiente grado di
8
riempimento. Inoltre si è avuto l’attenzione di scegliere la verticale di misura nel tratto
del canale in cui la corrente defluiva in moto uniforme.
La strumentazione utilizzata è consistita in un Anemometro Laser Doppler (LDA),
dotato di due sistemi di processamento del segnale vale a dire un primo sistema
costituito da un Frequency Shifter accoppiato ad un Frequency Tracker ed un secondo
sistema di processamento costituito da un Real Time Signal Analyzer (RSA).
Riguardo la struttura finale della tesi, essa può essere divisa nei seguenti capitoli:
Capitolo 1, nel quale viene introdotta la problematica affrontata nella tesi.
Capitolo 2, nel quale viene illustrato in maggiore dettaglio lo scopo della tesi.
Capitolo 3, nel quale vengono brevemente illustrati i risultati della tesi triennale.
Capitolo 4, nel quale viene descritto l’impianto sperimentale ed il modello di
vegetazione che sono stati utilizzati nel corso delle sperimentazioni.
Capitolo 5, nel quale viene descritta la strumentazione utilizzata per effettuare le
misure delle velocità istantanee della corrente.
Capitolo 6, nel quale vengono descritte le indagini sperimentali svolte ed i
risultati ottenuti al termine delle sperimentazioni.
Capitolo 7, nel quale vengono illustrate le conclusioni alle quali si è giunti al
termine del lavoro della tesi.