9
STRUTTURA IN ELEVAZIONE
1. CONSIDERAZIONI PRELIMINARI
1.1. DESCRIZIONE GENERALE DELL’OPERA
L’edificio oggetto della presente, destinato ad uso di civile abitazione, sarà realizzato
nell’area urbana di Venaria Reale ( TO ).
Il fabbricato, illustrato dalle planimetrie allegate, è costituito da sei piani fuori terra, pre-
senta una configurazione in pianta rettangolare, con asse di simmetria trasversale e non
sono presenti giunti di dilatazione. La distribuzione planimetrica prevede al piano terre-
no una tipologia a pilotis, nei piani superiori sono allocati gli alloggi dotati di balconi;
l’ingresso principale al piano terreno conduce a scale realizzate con soletta rampante.
L’edificio non è cantinato e presenta una copertura piana.
La geometria della struttura si mantiene inalterata per tutti i piani.
Le dimensioni del corpo centrale sono 32,8 x 13,2m in planimetria e un’altezza totale di
20,53 m, misurata tra il piano di fondazione è il punto più alto della copertura. I balconi
presenti aggettano come corpi a sbalzo per 1,25m. Il volume totale fuori terra è pari a
circa 8'889 m
3
.
32,8
13,2
X
Y
Dimensioni dell’edificio.
La struttura d’elevazione è formata da telai in conglomerato cementizio armato ordinario
gettati in opera, con elementi resistenti verticali formati da pilastri e pareti ed elementi
resistenti orizzontali costituiti da travi e solai misti ( elementi in laterizio e cemento )
con soletta di completamento.
La struttura di fondazione è della tipologia con travi alla winkler, consona alle caratteri-
stiche meccaniche del terreno definite in base ai risultati delle indagini geognostiche.
1.2. SCHEMA STRUTTURALE
Coerentemente con quanto prima scritto viene adottato uno schema strutturale nel quale
la resistenza alle azioni verticali è affidata a telai spaziali costituiti da travi e pilastri in
calcestruzzo armato disposti secondo un reticolo a maglie rettangolari simmetrico rispet-
to all’esse trasversale, mentre la resistenza alle azioni orizzontali è affidata ai vani
ascensore ed alle pareti di controvento.
Quote in m
10
1.3. DURABILITA’ STRUTTURALE
Come indicato nella norma europea ENV 206-1:1990 ( in Italia UNI 9858:1991 ) e ri-
preso nell’Eurocodice 2
1
al § 4.1.2, la durabilità di un’opera dipende dalle condizioni
ambientali e dalle azioni di tipo chimico e fisico che possono interessarne gli elementi
strutturali nell'arco di vita utile della struttura. Tali azioni, non prese in conto nell'analisi
strutturale, richiedono un'opportuna scelta del materiale calcestruzzo e adeguate disposi-
zioni costruttive delle armature.
Il requisito di durabilità si ritiene soddisfatto quando la struttura, per il periodo di vita
previsto ( t = 50 anni ), è in grado di assolvere le sue funzioni senza limitazioni d'uso es-
sendo soggetta solo a manutenzione ordinaria ( EC2 § 4.1.1 ).
Per ottenere strutture durabili, l'Eurocodice 2 e la norma ENV 2O6-1 richiedono che sia-
no soddisfatti i seguenti criteri:
- classificazione degli elementi strutturali in idonee classi di esposizione ( Prospetto
4.1 );
- impiego di calcestruzzo di adeguata composizione, durevole e compatto: precise pre-
scrizioni sono fornite per ogni classe di esposizione;
- protezione dell’armatura metallica, criterio rispettato quando, oltre a osservare le di-
sposizioni relative alle verifiche agli stati limite di esercizio, si adotta un ricoprimen-
to delle armature che ne garantisca la protezione dagli agenti aggressivi e al contem-
po assicuri la corretta trasmissione delle forze di aderenza e un'adeguata resistenza al
fuoco( vedi UNI ENV 1992-1-2: Regole generali – Progettazione della resistenza al-
l’incendio ).
Le condizioni ambientali della struttura d’elevazione dell'edificio trattato sono definite
nell’Eurocodice 2 dalle seguenti classi d’esposizione:
- 1 - ambiente secco, interno dell’edificio, in quanto la maggior parte degli elementi
non è direttamente esposta all'ambiente esterno;
- 2a - ambiente umido senza gelo, per la struttura di fondazione;
- 2b - ambiente umido con gelo, per alcuni elementi strutturali di minore importanza
( balconi ).
In base a EC2
2
§ 4.1.3.3, per i componenti della struttura il ricoprimento nominale delle
armature vale:
‡ D + =
n
nom
h c c
f f min
dove:
min
c ricoprimento minimo ( EC2 § 4.1.3.3 Prospetto 4.2 ) e pari a:
- 15 mm per la classe d’esposizione 1 – ambiente secco;
- 20 mm per la classe d’esposizione 2a – ambiente umido senza gelo,
per calcestruzzi gettati su terreno preparato vale 40 mm;
- 25 mm per la classe d’esposizione 2b – ambiente umido con gelo.
1
Quando si fa riferimento all’Eurocodice 2 ci si riferisce, salvo diversa indicazione, alla Parte 1-1.
2
Con la sigla EC2 si fa riferimento all’Eurocodice 2 Parte 1-1.
11
h D tolleranza dimensionale ( EC2 § 4.1.3.3 (8) ), compresa nel campo
mm h mm 10 0 £ D £ per strutture in calcestruzzo realizzate in opera e assunta,
per le strutture in elevazione pari a 5 mm, per le fondazioni pari a 10 mm.
f è il diametro della barra.
n
f è il diametro equivalente per un fascio di armature.
Risulta quindi:
- per le strutture in classe d’esposizione 1 – ambiente secco:
mm h c c
nom
20 5 15
min 1 ,
= + = D + =
- per le strutture in classe d’esposizione 2a – ambiente umido senza gelo:
calcestruzzi gettati contro cassero
mm h c c
a nom
30 10 20
min 2 ,
= + = D + =
calcestruzzi gettati su terreno preparato
mm h c c
a nom
50 10 40
min 2 ,
= + = D + =
- per le strutture in classe d’esposizione 2b – ambiente umido con gelo ( balconi ):
mm h c c
b nom
30 5 25
min 2 ,
= + = D + =
1.4. CRITERI DI CALCOLO
I calcoli e le verifiche sono condotti con il criterio semiprobabilistico degli stati limite
secondo i metodo dell’Eurocodice 2, con le prescrizioni della sezione III del Decreto
Ministeriale del 16 Gennaio 1996 e della Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici
n° 252 del 15 Ottobre 1996 ( Documento di Applicazione Nazionale ).
Per la condizione eccezionale di sisma si è fatto riferimento alle prescrizioni dell’Ordi-
nanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20 Marzo 2003.
Come indicato nell’EC2 § 2.2.2.4, il valore di calcolo F
d
di un’azione F
k
ha espressione:
k F d
F F = g
dove:
F
g è il fattore di sicurezza parziale per l’azione considerata;
k
F è il valore caratteristico dell’azione considerata.
Secondo gli Eurocodici 1 ( Basi della progettazione ed azioni sulle strutture ) e 2, le
combinazioni delle azioni da prendere in conto per il progetto e la verifica delle strutture
allo stato limite ultimo sono due, la combinazione fondamentale e quella eccezionale;
per la verifica delle strutture allo stato limite di esercizio sono tre, combinazione rara,
combinazione frequente e combinazione quasi permanente.
12
Per l’analisi strutturale di travi e telai, in accordo con quanto indicato nell’EC2
§ 2.5.3.4.2, si è utilizzata un’analisi lineare senza ridistribuzione dei momenti negativi.
Per gli elementi definiti in EC2 § 2.5.3.4.2 (3) si deve verificare:
45 , 0 £ d
x
dove:
x posizione dell’asse neutro rispetto al lembo compresso;
d altezza utile.
1.4.1. COMBINAZIONE FONDAMENTALE
Nelle situazioni di progetto persistenti e transitorie si adottano i seguenti valori per il
fattore di sicurezza parziale per l’azione considerata:
EFFETTO
G
g Q
g
Favorevole 1 0
Sfavorevole 1,4 1,5
Poiché normalmente più azioni sono presenti contemporaneamente sulla struttura,
l'Eurocodice 2 individua alcune combinazioni di carico da utilizzare per le verifiche
nei diversi stati limite. Nel caso di più azioni variabili, per tener conto della scarsa
probabilità che tali azioni agiscano sulla struttura tutte simultaneamente con la mas-
sima intensità, i valori delle azioni variabili sono ridotti con coefficienti y minori
dell'unità.
STATO LIMITE ULTIMO ( SLU )
In base a EC2 § 2.3.2., per la situazione permanente e transitoria si deve verificare se
l’azione sollecitante di calcolo S
d
sia inferiore alla resistenza ultima R
d
; deve cioè es-
sere:
d d
R S £
Le azioni sollecitanti di calcolo S
d
devono essere valutate secondo le seguenti com-
binazioni fondamentali:
( ) ( )
∑ ∑
=
=
+ + =
j
n i
i
i k i i Q k Q j k j G d
Q Q G F
2
, , 0 , 1 , 1 , , ,
y g g g
dove:
j k
G
,
sono i valori caratteristici delle azioni permanenti;
1 , k
Q è il valore caratteristico di una delle azioni variabili;
i k
Q
,
sono i valori caratteristici delle altre azioni variabili;
j G,
g sono i fattori di sicurezza parziali per la j-esima azione permanente;
i Q,
g sono i fattori di sicurezza parziali per la i-esima azione variabile;
13
i , 0
y è il coefficiente di combinazione allo stato limite ultimo, da determi-
narsi sulla base di considerazioni statistiche; in assenza di queste si
assume
i , 0
y non inferiore a 0,7 per i carichi variabili d’esercizio nei
fabbricati di civile abitazione e per neve e vento.
1.4.2. COMBINAZIONE ECCEZIONALE ( sisma )
In seguito a quanto disposto nell’O.P.C.M. n° 3274 § 3.3, gli effetti dell’azione si-
smica saranno valutati tenendo conto delle masse associate ai seguenti carichi gravi-
tazionali:
( )
∑
+
i
i k i E j k
Q G
, , ,
y
dove:
i E,
y è il coefficiente di combinazione dell’azione variabile Q
i
, che tiene
conto della probabilità che tutti i carichi
i k
Q
, 1 , 2
y ( SLU ) o
i k
Q
, 1 , 0
y
( SLD ) siano presenti sull’intera struttura in occasione del sisma, e si
ottiene: j y y =
i i E , 2 ,
.
I coefficienti sono tabellati dalla norma come sotto riportato:
DESTINAZIONE D’USO
i , 2
y
Abitazioni 0,3
Tetti e coperture con neve 0,2
Scale 0,8
Vento,variazione termica 0
CARICHI AI PIANI
j
Copertura 1
Archivi 1
Carichi correlati 0,8
Carichi indipendenti 0,5
Nella combinazione eccezionale per sisma gli stati limite da esaminare risultano es-
sere i seguenti due:
STATO LIMITE ULTIMO DI COLLASSO ( SLU )
( Sisma con 475 anni di ritorno, 10% di probabilità di accadimento in 10 anni )
Sotto l’effetto dell’azione sismica di progetto la struttura dell’edificio, pur subendo
gravi danni, deve mantenere una residua resistenza e rigidezza nei confronti delle
azioni orizzontali e l’intera capacità portante nei confronti dei carichi verticali.
Le azioni sollecitanti di calcolo S
d
devono essere valutate secondo le seguenti com-
binazioni fondamentali:
( ) ( )
∑ ∑
+ + =
j i
i k i j j k j G I d
Q G E F
, , , ,
y g g
dove:
I
g è il fattore d’importanza ( § 4.7 ); per edifici ordinari vale 1;
E è l’azione sismica per lo stato limite in esame;
14
1 , 2 ,
y y =
i j
( SLU ) è il coefficiente che fornisce il valore quasi permanen-
te dell’azione variabile Q
i
.
STATO LIMITE DI DANNO ( SLD )
L’edificio di civile abitazione è ubicato in zona sismica 4; in base alle disposizioni
dell’O.P.C.M. n° 3274 § 5.8 e della D.G.R. n° 61/1107 del 17 Novembre 2003 non è
introdotto l’obbligo della verifica allo stato limite di danno e pertanto non sarà effet-
tuata.
1.4.3. STATI LIMITE DI ESERCIZIO
Le azioni sollecitanti di calcolo S
d
devono essere valutate, a seconda dei casi, secon-
do le seguenti combinazioni di carico:
RARE ( )
∑ ∑
=
=
+ + =
n i
i
i k i k
j
j k d
Q Q G F
2
, , 0 1 , ,
y
FREQUENTI ( )
∑ ∑
=
=
+ + =
n i
i
i k i k
j
j k d
Q Q G F
2
, , 2 1 , 1 , 1 ,
y y
QUASI PERMANENTI ( )
∑ ∑
=
=
+ =
n i
i
i k i
j
j k d
Q G F
1
, , 2 ,
y
dove:
i , 1
y coefficiente atto a definire i valori delle azioni variabili assimilabili ai
frattali di ordine 0,95 delle distribuzioni dei valori istantanei;
i , 2
y coefficiente atto a definire i valori quasi permanenti delle azioni va-
riabili assimilabili ai valori medi delle distribuzioni dei valori istan-
tanei.
In mancanza d’informazioni adeguate si sono attribuiti ai coefficienti
i , 0
y ,
i , 1
y ,
i , 2
y
i valori minimi in tabella:
AZIONE
i , 0
y
i , 1
y
i , 2
y
Abitazione 0,7 0,5 0,2
Vento, neve 0,7 0,2 0
15
2. NORME DI RIFERIMENTO
Le fasi di analisi e verifica della struttura sono state condotte in accordo alle seguenti dispo-
sizioni normative, per quanto applicabili in relazione al criterio di calcolo adottato, eviden-
ziato nel prosieguo della presente:
Legge n° 1086 del 5 Novembre 1971 ( G.U. n° 321 del 21 Dicembre 1971 )
“Norme per la disciplina delle opere di conglomerato cementizio armato, normale e precom-
presso ed a struttura metallica”
Legge n° 64 del 2 Febbraio 1974 ( G.U. n° 76 del 21 Marzo 1974 )
“Provvedimenti per le costruzioni con particolari prescrizioni per le zone sismiche”
C.N.R. n° 10024/1986
“Analisi di strutture mediante elaboratore. Impostazione e Redazione delle relazioni di cal-
colo”
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici dell’11 Marzo 1988 ( G.U. n° 127 del 1 Giu-
gno 1988 – Supplemento Ordinario )
“Norme tecniche riguardanti le indagini sui terreni e sulle rocce, la stabilità dei pendii natu-
rali e delle scarpate, i criteri generali e le prescrizioni per la progettazione, l'esecuzione e il
collaudo delle opere di sostegno delle terre e delle opere di fondazione”
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 1 Febbraio 1992 ( G.U. n° 65 del 18 Mar-
zo 1992 )
“Norme tecniche per l'esecuzione delle opere in cemento armato normale e precompresso e
per le strutture metalliche”
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 9 Gennaio 1996 ( G.U. n° 29 del 5 Feb-
braio 1996 – Supplemento Ordinario )
“Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo delle strutture in cemento armato,
normale e precompresse per le strutture metalliche”
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 16 Gennaio 1996 ( G.U. n° 29 del 5 Feb-
braio 1996 – Supplemento Ordinario )
“Norme tecniche per le costruzioni in zone sismiche”
Decreto del Ministero dei Lavori Pubblici del 16 Gennaio 1996 ( G.U. n° 29 del 5 Feb-
braio 1996 – Supplemento Ordinario )
“Norme tecniche relative ai Criteri generali per la verifica di sicurezza delle costruzioni e
dei carichi e sovraccarichi”
Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n° 156 del 4 Luglio 1996 ( G.U. n° 217 del
16 Settembre 1996 – Supplemento Ordinario )
“Istruzioni per l'applicazione delle Norme tecniche relative ai criteri generali per la verifica
di sicurezza delle costruzioni e dei carichi e sovraccarichi di cui al Decreto Ministeriale 16
Gennaio 1996”
16
Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n° 252 del 15 Ottobre 1996 ( G.U. n° 277
del 26 Novembre 1996 – Supplemento Ordinario )
“Istruzioni per l'applicazione delle Norme tecniche per il calcolo, l'esecuzione ed il collaudo
delle opere in cemento armato normale e precompresso e per le strutture metalliche di cui al
Decreto Ministeriale 9 gennaio 1996”
Circolare del Ministero dei Lavori Pubblici n° 65 del 10 Aprile 1997 ( G.U. n° 97 del 2
Aprile 1997 – Supplemento Ordinario )
“Istruzioni per l'applicazione delle Norme Tecniche per le Costruzioni in Zone Sismiche di
cui al Decreto Ministeriale 16 Gennaio 1996”
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274 del 20 Marzo 2003 ( G.U.
n° 127 dell’8 Maggio 2003 – Supplemento Ordinario n° 72 )
“Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio na-
zionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”
Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3316 del 2 Ottobre 2003 ( G.U.
n° 236 del 10 Ottobre 2003 – Supplemento Ordinario n° 72 )
“Modifiche ed integrazioni all'ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274
del 20 marzo 2003”
Decreto del Capo Dipartimento della Protezione Civile del 21 Ottobre 2003 ( G.U. n°
252 del 29 Ottobre 2003 )
“Disposizioni attuative dell'art. 2, commi 2, 3 e 4, dell'ordinanza del Presidente del Consi-
glio dei Ministri n. 3274 del 20 marzo 2003,recante «Primi elementi in materia di criteri ge-
nerali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le
costruzioni in zona sismica»”
Raccomandazioni della Commissione U.E. dell’11 Dicembre 2003 ( G.U. dell’Unione
Europea del 19 Dicembre 2003 serie L. n. 332/62 )
“Raccomandazione della Commissione dell'11 dicembre 2003 relativa all'applicazione e al-
l'uso degli Eurocodici per lavori di costruzione e prodotti strutturali da costruzione”
Nota del Dipartimento della Protezione Civile – Ufficio Servizio Sismico Nazionale del
29 Marzo 2004
“Elementi informativi sull'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274 del
20 marzo 2003, recante “Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione
sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica”
(G.U. n° 105 dell’8 Maggio 2003)”
17
Eurocodice 2 – Progettazione delle strutture in calcestruzzo ( UNI ENV 1992-1-1 )
Parte 1-1: Regole generali e regole per edifici
Versione ufficiale della norma europea sperimentale ENV 1992-1-1 approvata dal
C.E.N. il 27 Dicembre 1991. Traduzione italiana effettuata a cura dell’U.N.I.,
aggiornata sulla base del N.A.D. italiano ( Sezione III della Parte prima del Decreto
Ministeriale del 9 Gennaio 1996 ).
Eurocodice 7 – Progettazione geotecnica ( UNI ENV 1997-1 )
Parte 1: Regole generali
Versione ufficiale della norma europea sperimentale ENV 1998-5 ( edizione Ottobre
1994 ).
Eurocodice 8 – Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture ( UNI
ENV 1998-1-2 )
Parte 1-2: Regole generali – Regole generali per gli edifici.
Versione ufficiale della norma europea sperimentale ENV 1998-1-2 ( edizione
Ottobre 1994 ).
Eurocodice 8 – Indicazioni progettuali per la resistenza sismica delle strutture ( UNI
ENV 1998-5 )
Parte 5: Fondazioni, strutture di contenimento ed aspetti geotecnica.
Versione ufficiale della norma europea sperimentale ENV 1997-1 ( edizione Ottobre
1994 ).
18
3. MATERIALI
Come disposto dal Decreto Ministeriale del 14 Febbraio 1992, sono ammessi calcestruzzi
con 15 MPa ≤ R
ck
≥ 50 MPa con controlli statistici sia preliminari che in corso d’impiego
per R
ck
≥ 40 MPa.
In base alle disposizioni dell’Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri n° 3274
del 20 Marzo 2003 § 5.2.1 però, si rende noto che non è ammesso l’uso di conglomerati di
classe inferiore a C20/25 ( R
ck
25 MPa ).
Al § 5.2.2 della suddetta Ordinanza si elencano i requisiti che deve possedere l’acciaio per
le strutture da realizzare nelle zone sismiche 1, 2 e 3; essendo la struttura oggetto della
presente in zona sismica 4 non ci sono prescrizioni.
3.1. CALCESTRUZZO classe R
ck
35 MPa
3
- Massa volumica:
3
000 ' 24
m
N
cls
= g
per il conglomerato cementizio armato ordinario:
3
. .
000 ' 25
m
N
a c
= g
- Resistenza caratteristica cubica a compressione:
MPa R
ck
35 =
- Valore caratteristico della resistenza a compressione su cilindro:
MPa R f
ck ck
29 83 , 0 = =
- Valore medio della resistenza a trazione:
MPa R f
ck ctm
8 , 2 27 , 0
3
2
= =
per flessione:
MPa f f
ctm cfm
4 , 3 2 , 1 = =
- Valore caratteristico inferiore ( frattile 5% ) della resistenza a trazione:
MPa f f
ctm ctk
2 7 , 0
05 , 0
= =
3
Le unità di misura utilizzate sono quelle del sistema internazionale S.I. e quindi le tensioni saranno espresse
in Pascal ( Pa ) N/m
2
. Ricordo: 1 MPa = 10
6
Pa = 10
6
N/m
2
= 1 N/mm
2
.
19
- Valore caratteristico superiore ( frattile 95% ) della resistenza a trazione:
MPa f f
ctm ctk
7 , 3 3 , 1
95 , 0
= =
- Modulo elastico istantaneo di deformazione assiale, tangente all’origine:
MPa R E
ck c
722 ' 33 700 ' 5 = =
- Stima del valore medio del modulo secante:
MPa f E
ck cm
400 ' 31 8 5 , 9
3
= + =
4
Diagramma tensioni – deformazioni per compressione monoassiale del calcestruzzo.
- Coefficiente di Poisson:
2 , 0 = u
- Modulo elastico istantaneo di deformazione trasversale:
( ) ( )
MPa
E
G
cm
cm
083 ' 13
2 , 0 1 2
400 ' 31
1 2
=
+ =
+ =
n
Su disposizione di quanto indicato nell’Eurocodice 2 § 2.2.3 e nel Decreto Ministeriale
del 9 Gennaio 1996 Parte I – Sezione I ( Prescrizioni generali e comuni ) e Parte I – Se-
zione III ( Documento di Applicazione Nazionale ), i valori di calcolo, allo stato limite
ultimo, delle resistenze dei materiali, si ricavano dividendo ciascun valore caratteristico
per il fattore di sicurezza parziale γ
m
specifico del materiale considerato.
Nella verifica allo stato limite ultimo delle sezioni trasversali, sia l’EC2 ( § 4.2.1.3.3 )
che il D.M. 9 Gennaio 1996 ( § 4.0.2 e § 4.2.1.3 ) impongono l’uso di un diagramma
4
In realtà il modulo di elasticità secante di un calcestruzzo di densità normale R
ck
35 MPa vale 31'670 MPa; i
produttori di calcestruzzo raccomandano però di utilizzare il valore di 31'400 MPa. Vedi EC2 § 3.1.2.5.2 per
chiarimenti.
20
tensioni – deformazioni convenzionale, costituito da un tratto parabolico ed uno costan-
te; le deformazioni limite valgono:
0020 , 0
1
=
c
e 0035 , 0 =
cu
e
L’equazione del tratto parabolico si scrive:
( )
cd c
f - = a h h s 2
s c
e ck
0,85 fcd
-0,002 -0,0035
di calcolo
f
c
Legame costitutivo per il calcestruzzo: diagramma parabola – rettangolo.
L’EC2 e la norma italiana consentono anche l’uso di una distribuzione di tensione co-
stante, pari ad α · f
cd
per un’altezza corrispondente a circa l’80% della zona compressa;
questa metodologia, indicata col nome di stress – block è quella adottata.
- Fattore di sicurezza parziale:
6 , 1 =
c
g
21
- Valore di calcolo della resistenza a compressione su cilindro:
MPa
f
f
c
ck
cd
18 = =
g
- Valore di calcolo della resistenza a taglio di riferimento:
MPa
f
c
ctk
rd
3 , 0 25 , 0
05 , 0
= =
g t
- Valore di calcolo della resistenza di aderenza ultima:
MPa
f
f
c
ctk
bd
8 , 2 25 , 2
05 , 0
= =
g
Calcolata con γ
c
= 1,6 come prescritto nell’edizione italiana dell’Eurocodice 2, per
barre ad aderenza migliorata, in condizioni di buona aderenza ( diversamente il valo-
re di f
bd
deve essere moltiplicato per 0,7 ).
- Resistenza di calcolo a trazione:
MPa
f
f
c
ctm
ctd
2 , 1 7 , 0 = =
g
- Fattore di riduzione addizionale che tiene conto degli effetti dei carichi di lunga du-
rata sulla resistenza a compressione e degli effetti sfavorevoli risultanti dal modo
d’applicazione del carico ( EC2 § 4.2.1.3.3 (11) ):
85 , 0 = a
- Rapporto fra la resistenza a compressione centrata e a presso flessione ( D.M. 9 Gen-
naio 1996 § 4.2.1.2 ):
8 , 0 =
cd
cc
f
f
22
3.2. ACCIAIO PER CONGLOMERATO CEMENTIZIO ARMATO ORDINARIO
TIPO 430 TEMPCORE, classificato in Italia come Fe B 44 k
- Massa volumica:
3
500 ' 78
m
N
s
= g
- Rapporto tra resistenza e tensione di snervamento ( valore medio del rapporto ):
08 , 1 >
k
y
t
f
f
- Allungamento uniforme al carico massimo ( valore frattile 10% inferiore, duttilità ):
% 5 >
uk
e ( Classe H: alta duttilità )
- Resistenza caratteristica a trazione:
MPa f
tk
540 =
- Tensione caratteristica di snervamento:
MPa f
yk
430 =
- Modulo elastico normale medio:
MPa E
sm
000 ' 200 =
- Modulo elastico tangenziale:
MPa G
s
000 ' 84 =
Su disposizione di quanto indicato nell’Eurocodice 2 § 2.2.3 e nel Decreto Ministeriale
del 9 Gennaio 1996 Parte I – Sezione I ( Prescrizioni generali e comuni ) e Parte I – Se-
zione III ( Documento di Applicazione Nazionale ), i valori di calcolo, allo stato limite
ultimo, delle resistenze dei materiali, si ricavano dividendo ciascun valore caratteristico
per il fattore di sicurezza parziale γ
m
specifico del materiale considerato.
Nella verifica allo stato limite ultimo delle sezioni trasversali, l’EC2 consente di utiliz-
zare diversi diagrammi costitutivi. In accordo con la vigente normativa nazionale si
adotta un legame elastico – perfettamente plastico fino al limite convenzionale
010 , 0 =
su
e .