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Introduzione
Il mondo sta cambiando, l’attuale fluire degli eventi ha portato con se dei mutamenti
che hanno plasmato un uomo diverso, antropologicamente differente da quello
tipografico coniato dalla stampa di Gutenberg. Di fronte a tale sconvolgimento sociale,
l’intellettuale deve imbattersi nell’arduo tentativo di comprendere come la tecnologia
cambierà non solo il nostro modo di comunicare, ma anche di pensare, e, quindi le
relazioni interpersonali. Ciò che avviene di fronte ai nostri occhi non è solamente un
cambiamento di mezzi: la tecnologia sta già modificando il concetto di tempo, di spazio,
di conoscenza e, ancora, potrebbe spingersi piø a fondo, fino al pensiero dell’uomo.
Partendo dall’analisi di questi cambiamenti che si stanno radicando negli strati piø
profondi della nostra società, è possibile leggere l’evoluzione dell’uomo attraverso
l’evoluzione dei modi di comunicazione da lui stesso utilizzati, e, di conseguenza,
tramite i mezzi stessi di comunicazione. I mutamenti sociali che affiancano
l’innovazione delle tecnologie comunicative agiscono, infatti, sia a livello micro, nelle
relazioni interpersonali, sia a livello macro, sulle strutture di potere. Dalla scoperta della
scrittura fino all’ormai consolidata era internet, i mezzi di comunicazione che si sono
susseguiti hanno giocato un ruolo fondamentale sia nel determinare le regole sociali
nelle relazioni interpersonali, sia nel tracciare i confini sociali tra individui. Se le società
orali erano caratterizzate dall’esistenza di piccole comunità composte da un ristretto
numero di persone note, con confini nettamente marcati, dopo l’invenzione della
scrittura tali comunità si sono progressivamente allargate, fino ad implodere con
l’avvento di internet. La rete va a modificare la cornice di senso legata alle auto-
rappresentazioni di un’intera società, per questo una riflessione sui suoi effetti nelle
relazioni interpersonali si impone.
Con questo studio si vuole tentare di contribuire ad una piø approfondita osservazione
critica sugli aspetti sociali dei social network che rappresentano il punto di arrivo di un
processo di trasformazione che ha reso il computer uno strumento avanzato di
aggregazione di contatti e di frammenti di vita, con i quali non solo gestire e
condividere la conoscenza ma anche rafforzare la propria identità. Ci troviamo, infatti,
di fronte ad un fitto intreccio tra reti digitali e relazioni sociali, un connubio ancora
instabile e dai confini mobili che rappresenta una difficile sfida per gli studiosi, poichØ,
per cercare di descrivere tali mutamenti, devono affidarsi ad una cassetta degli attrezzi
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ormai inadeguata per una società 2.0. In questa fitta trama di social network, Facebook
sta avendo un impatto rilevante sull’ambiente sociale circostante, in quanto fenomeno di
massa non per l’elevato numero di persone che lo utilizzano, ma perchØ i suoi effetti si
stanno imponendo all’attenzione di tutti, a prescindere dall’iscrizione al sito. Essere su
Facebook è un’esperienza sociale e personalizzata che connette persone provenienti da
ogni angolo del mondo, con un background sociale e culturale differente. ¨ una realtà
nella quale convivono uomini e donne di diversa età, di diversa origine e cultura, il cui
numero è destinato ad aumentare nel tempo. Tale esperienza ha reso realtà virtuale e
realtà fisica così intrecciate tra loro che è difficile, se non impossibile, considerarle due
mondi separati.
Tra i punti di forza maggiori di Facebook c’è il fatto che è generalista e
omnicomprensivo, come se fosse un microcosmo nella rete dal quale poter controllare e
gestire le proprie relazioni. L’attenzione maggiore, infatti, si impone proprio su
quest’ultime che, costruite un tempo sulla prossimità spaziale, si sono progressivamente
spostate verso una dimensione di globalità digitale in cui, allo steso tempo, convergono
e si annullano spazio e tempo. In questo nuovo contesto, dove l’individuo ritrova se
stesso e la sua rete amicale, si estrinsecano dinamiche sociali reali, la cui ragion
d’essere è al di fuori del web e dei suoi meccanismi. Il senso di permanenza nel social
network dipende, dunque, dalla capacità di mantenere continuamente la sintonia con un
contesto fluido che cambia velocemente e costringe l’iscritto a ricercare sempre nuovi
equilibri con se stesso e con la sua rete di contatti, in un contesto in cui la velocità
dell’esperienza, l’estensione dei processi simbolici e comunicativi fanno da padroni.
Nella prima parte dell’elaborato si è dato spazio alle teorie nate precedentemente ai
social network, ai pensieri di chi, parlando di reti e relazioni sociali, aveva, in un certo
senso, profetizzato le nuove dinamiche sociali plasmate da Facebook e dai suoi simili.
In questa fase si sono riprese teorie di grandi pensatori come Simmel e Wellman in
merito alle relazioni sociali, di McLuhan, Meyrowitz e Augè per ciò che concerne il
mutamento semantico della dimensione spaziale in cui vive l’uomo postmoderno, e,
doverosamente, del sociologo catalano Manuel Castells in merito alle teorie sulla
Network Society.
La seconda parte è, invece, dedicata all’analisi dei risultati di una ricerca empirica
condotta interamente su internet con la finalità di tentare di comprendere come
Facebook è entrato nelle nostre vite, e, soprattutto, nella fitta trama delle nostre
interazioni sociali, arrichendole e trasformandole al contempo. La ricerca si muove
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lungo due direttrici per muovere una riflessione su due sfere dell’interazione sociale: le
relazioni individuali e le relazioni collettive sviluppate nel social network. Tramite una
fotografia delle auto-rappresentazioni, delle pratiche comunicative e delle dinamiche
personali e comunitarie degli iscritti si vuol tentare di promuovere conoscenze relative
ai modi in cui le reti sociali hanno mutato le relazioni tra individui provocando un
effetto domino senza precedenti. Per riuscire in questa impresa si è chiesto a chi lo
utilizza, tramite un questionario, di rispondere ad una serie di domande,
prevalentemente chiuse, volte ad indagare i principali usi sociali e partecipativi del
social network piø popolato del globo, cercando di andare oltre il senso comune degli
entusiasmi di Facebook continuamente riproposto da televisioni e giornali.
Quotidianamente si assiste ad un dibattito focalizzato sul crescente impatto che
Facebook ha sulla socializzazione e la conoscenza, ma nonostante l’elevata attenzione
sull’argomento, ancora oggi risultano poco studiate scientificamente le dinamiche
sociali e partecipative che muovono dalle reti e le forme identitarie a cui danno luogo
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1. La rete delle relazioni. Una struttura di legami, potere
e appartenenze
1.1 Manuel Castells e la Società dell’Informazione. Verso un cambio
di paradigma
Con la diffusione di internet negli anni novanta ha preso corpo quella che noi oggi
definiamo Network Society e che grazie alla trilogia L’età dell’informazione: economia,
società e cultura del sociologo Manuel Castells abbiamo compreso e approfondito.
L’avvento della società in rete è, per lo studioso catalano, un mutamento sociale epocale
che fa convergere differenti strutture della società – tecnologia, economia,
comunicazione, rapporti interpersonali, cultura – verso un’unica struttura reticolare.
L’organizzazione della società cambia definitivamente: da un’impostazione verticale
della burocrazia ad un’organizzazione a rete; questo passaggio per Castells è stato reso
possibile da una combinazione di eventi sociali differenti: la crisi economica degli anni
settanta, la crisi dello statalismo e del capitalismo, l’innovazione tecnologica, i profondi
mutamenti della socialità e la diffusione di movimenti sociali quali il femminismo e
l’ambientalismo. Questo cambiamento ha condotto verso un equilibrio sociale piø
orizzontale e partecipativo grazie ad un’organizzazione reticolare flessibile ed
innovativa. Il tema comune della trilogia di Manuel Castells è che la tecnologia
dell’informazione e della comunicazione che caratterizza Internet non è solamente un
prodotto dell’innovazione tecnologica, ma è diventato l’asse portante della nostra
società. Internet è diventato l’elemento caratterizzante di una nuova struttura economica
e di una nuova organizzazione sociale; per questo motivo, tutti i paesi che non
incorporano il proprio sistema tecnologico nella società dell’informazione hanno
pochissime possibilità di sviluppare la nuova forma di economia plasmata dalla Rete: la
new economy. Con questa espressione si intende quel particolare tipo di struttura
economica in cui il network informatico diventa indispensabile per il settore
organizzativo ed operativo.
La società dell’informazione, rispetto a quella tradizionale basata su una struttura
verticale, si fonda su una nuova logica reticolare, alla base della quale c’è
l’informazione; come afferma Castells:
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la facoltà di cambiare le decisioni sociali si basa oggi essenzialmente sul networking.
Da questo prospettiva, si sviluppa un nuovo paradigma dell’informazione tecnologica.
Esso possiede cinque caratteristiche:
1 – L’informazione come materia prima su sui agire
2 – La pervasività delle tecnologie informative usate
3 – La logica del networking
4 – La flessibilità
5 – La convergenza
1
L’informazionalismo è fondato sulla tecnologia della conoscenza e dell’informazione:
la prima caratteristica è che la materia prima di questo nuovo paradigma è
l’informazione stessa: queste tecnologie servono per agire sull’informazione, non solo
per far sì che le informazioni agiscono sulla tecnologia, come è accaduto nelle
rivoluzioni tecnologiche precedenti. Altro elemento che caratterizza la prospettiva
informazionalista è il fatto che il nuovo medium tecnologico incide profondamente su
tutti i processi che caratterizzano la nostra esperienza collettiva ed individuale
ridisegnando la struttura sociale dei nostri rapporti interpersonali. Con il termine
informazionalismo Castells vuole intendere quell’approccio che ritiene che
l’informazione sia la base sulla quale agiscono tutte le tecnologie e che faccia parte di
tutte le attività umane.
Per Castells la struttura sociale della Network Society è costruita su:
dispositivi organizzativi degli esseri umani in relazione alla produzione, al consumo,
all’esperienza e al potere
2
.
La struttura sociale di questa particolare forma di organizzazione della società si basa,
quindi, su dei dispositivi organizzativi legali a dei network informazionali. Il paradigma
informazionalista ha diffuso, in modo consapevole o meno, una nuova struttura sociale
che si manifesta in forme differenti in base alle diversità culturali dei paesi che
coinvolge.
Nella sua visione, il modello a rete va oltre il piano relazionale e del sØ, il suo ruolo è,
infatti, quello di strutturare l’intera organizzazione sociale, a partire dai processi
1
La nascita della società in rete, 2008, M. Castells, pag.19
2
Ibidem, pag. 124
11
economici e politici del nostro tempo. La logica reticolare che gira intorno
all’informazione ha permesso agli individui di poter operare liberamente in proprio
anche sostenendo delle iniziative che non rispondono propriamente alle logiche del
mercato, grazie all’utilizzazione di spazi gratuiti messi a disposizione dal web.
Il nuovo paradigma alla base della società in rete è, dunque, l’informazionalismo, che,
oltre a donarci una maggiore conoscenza e capacità tecnologica, ci ha dato la possibilità
di poter comunicare in qualsiasi momento, indipendentemente dal luogo e dalle distanze
geografiche. Questo nuovo paradigma conduce ad un nuovo modello di sviluppo che si
distingue per il possesso di una forma specifica di organizzazione sociale caratterizzata
dalla velocità dell’informazione, risorsa fondamentale per favorire produttività e potere.
Il networking, elemento fondamentale della società dell’informazione, è caratterizzato
da una comunicazione sempre piø flessibile che riguarda tutti: sia le aziende che i
singoli individui. Ciò è possibile poichØ internet non è semplicemente una tecnologia,
ma è l’elemento fondante della società dell’informazione, ciò che rende possibile
l’illimitata espansione delle Reti in ogni settore della nostra esperienza (Castells, 2004).
Per Castells, viviamo in una fase in cui abbiamo raggiunto l’apice delle nostre
possibilità di arricchimento personale grazie ad un accesso illimitato all’informazione e,
di conseguenza, alla conoscenza. Questo mutamento apportato da internet ha cambiato
definitivamente le nostre vite, le nostre abitudini, e soprattutto il nostro modo di
comunicare e i nostri rapporti interpersonali. Questo ha fatto che si che ciascun
individuo potesse iniziare a reinterpretare se stesso all’interno del nuovo paradigma
informazionalista per cercare di possedere, in ogni momento e in ogni luogo, le
conoscenze necessarie per affrontare le situazioni che quotidianamente si pongono di
fronte ai nostri occhi.
Il ruolo delle nuove tecnologie, per Castells, dovrebbe essere quello di promuovere il
sapere e diffondere conoscenza secondo la logica reticolare. Il sociologo, a tale riguardo
afferma:
le tecnologie dell’informazione e della comunicazione sono lo strumento essenziale per
lo sviluppo economico e per il benessere materiale della nostra era. Influenzano il
potere, la conoscenza e la creatività.
3
La società informazionale è, per il sociologo, costruita intorno a dei flussi: di
informazioni, di capitali, di immagini, di relazioni. Queste differenti tipologie di flussi
3
La città delle reti, 2004, M. Castells, , pag. 23
12
costituiscono l’espressione piø evidente dei processi sociali che dominano la nostra vita
politica, economica e sociale. Movendo da questo presupposto teorico, Castells sostiene
l’esistenza di una nuova costruzione dello spazio che abitiamo, plasmato
dall’organizzazione a rete: lo spazio dei flussi. Con il termine flusso si vuole descrivere
tutte quelle sequenze di interazione tra individui fisicamente lontani che si succedono in
modo ripetitivo e programmabile nella società in rete. Pur essendo privo di una logica
spaziale precisa ed ordinata, lo spazio dei flussi si base su una rete elettronica capace di
collegare luoghi culturalmente e geograficamente lontani azzerando le distanze fisiche e
sociali, e, diventando la forma di organizzazione dello spazio dominante nella società
dell’informazione. Lo spazio dei flussi continua ad essere, però, affiancato dallo spazio
dei luoghi, quello che abitiamo con il nostro fisico, quello che tocchiamo con le nostre
mano: se potere ed economia sono organizzate nello spazio dei flussi, se i processi
relazionali occupano entrambi gli spazi, noi continuiamo a vivere lo spazio dei luoghi.
La teoria di Castells sostiene, dunque, che le comunità hanno progressivamente perso il
loro legame con la spazialità in quanto non si formano prendendo in considerazione la
vicinanza come requisito fondamentale per la partecipazione, ma sono comunità
composte da individui che selezionano i loro rapporti sulla base delle loro affinità.
L’era dell’informazione, per Castells, ha ridisegnato i rapporti tra la dimensione
spaziale e la dimensione temporale, consacrando il predominio dello spazio sul tempo.
Se la società industriale era regolata dallo scandire del tempo dell’orologio, nella società
reticolare la cornice di riferimento temporale è imprescindibile dal luogo in cui si trova.
Nella società dell’informazione, è lo spazio a plasmare il tempo, invertendo la tendenza
storica secondo cui le nostre esperienze erano scandite dalle lancette dell’orologio che
rendevano sequenziale e ripetitivo lo scorrere del tempo. Lo spazio dei flussi dissolve il
tempo, altera la sequenza degli eventi, scardina l’ordine temporale plasmando una
società che trova nell’eterna provvisorietà una delle sue caratteristiche piø intrinseche.
Nello spazio dei flussi, che caratterizza la società in rete, il tempo non esiste, è sospeso,
è relativizzato in base ai contesti sociali, tanto che Castells, nell’opera La nascita della
società in rete parla di tempo senza tempo. Nella società in rete il tempo si manifesta
attraverso due diverse forme: la simultaneità e l’atemporalità. Se da una parte,
assistiamo all’informazione istantanea in tutti il globo e alla comunicazione in tempo
reale grazie al Web 2.0, contemporaneamente, il tempo è diventato piatto, ha perso la
sua sequenzialità, non ha un inizio nØ una fine.
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La trasformazione tecnologica che stiamo attraversando ha permesso di integrare vari
modi di comunicare in una rete interattiva, racchiudendo in un unico medium quello che
prima era possibile utilizzando strumenti diversi. Seguendo questa linea teorica Castells
afferma che con l’avvento di Internet per la prima volta:
si integrano in uno stesso sistema le modalità scritte, orali e audiovisionali della
comunicazione umana. Lo spirito umano riunifica le sue dimensioni in una nuova
interazione tra i due lati del cervello, fra le macchine e i contesti sociali..
4
L’integrazione di testi, immagini e suoni in un unico sistema che non ha barriere poichØ
è libero, cambia in modo radicale il modo di relazionarci, rafforzando ancora di piø il
potere che la comunicazione ha di plasmare i contenuti della nostra cultura, che,
secondo Castells, è sempre piø la cultura della virtualità reale, ad intendere che anche i
contenuti simbolici condivisi nella rete sono tanto reali quanto quelli della realtà offline.
Se le cultura è costituita dai processi di comunicazione, e, se quest’ultimi, si basano
sulla produzione e fruizione dei significati simbolici socialmente condivisi, allora,
seguendo il sillogismo, non può esserci separazione tra la realtà, in senso lato, e la
rappresentazione simbolica plasmata dai processi comunicativi. Secondo questa linea
teorica tutte le realtà vengono descritte attraverso i simboli prodotti dalla
comunicazione.
4
Ibidem, pag. 380
14
1.2 La Rete. Una struttura in mutamento
Quando nella sua trilogia L'età dell'informazione: economia, società, cultura il
sociologo catalano parla della società in rete si riferisce alla nuova struttura sociale
reticolare che costituisce la nostra società nell’era dell’informazione. Per comprendere
meglio cosa la rete rappresenta riporto le parole dello studioso Kelly:
L'atomo è l'icona del ventesimo secolo. L'atomo vortica solitario. L'atomo è la metafora
dell'individualità. L'atomo, però, rappresenta il passato. Il simbolo del prossimo secolo
è la rete. La rete non ha centro, nØ orbita, nØ certezza; è una ragnatela indefinita di
cause; è l'archetipo usato per rappresentare ogni circuito, ogni intelligenza, ogni
interdipendenza, ogni fattore economico, sociale o ecologico, ogni comunicazione, ogni
democrazia, ogni famiglia, ogni sistema allargato, insomma quasi ogni cosa ci sembri
interessante e importante.
5
La rete per Castells è la forza motrice dell’innovazione nell’attività umana e la sua
logica ha la funzione di strutturare tutto ciò che appare destrutturato ridisegnando
l’ordine arcaico plasmato dall’atomo.
Ma che cos’è, nello specifico, una rete?
Una rete sociale – o Social network, usando il termine introdotto per la prima volta
dall’antropologo e sociologo John Adam Barnes – viene generalmente definita come
«una struttura sociale fatta di nodi (che sono in generale individui o organizzazioni)
legati gli uni agli altri da una o piø specifiche tipologie di interdipendenze, come valori,
visioni, idee, scambi finanziari, amicizie, affinità, avversioni, conflitti, accordi». Il
risultato è un complesso intreccio di legami che tengono uniti, in modo piø o meno
saldo, i diversi soggetti e che, se rappresentato graficamente, assume la forma di una
rete.
6
La rete è un insieme di nodi che possono essere rappresentativi sia di un’individualità
che di una collettività, poichØ, ogni nodo può essere costituito da un singolo individuo,
da un gruppo di persone, da un’azienda, da un’associazione, , in base al tipo di rete a cui
5
Nuove regole per un nuovo mondo, 1999, K. Kelly, pag. 17
6
I Social network. Come internet cambia la comunicazione, 2010, M. Cavallo, F. Spadoni, pp. 13-14
15
fanno riferimento. All’interno di una rete ogni punto occupa una posizione sociale e
non c’è distanza nei flussi tra i nodi poichØ quest’ultimi entrano piø facilmente in
contatto tra loro rispetto ai nodi di reti diverse. L’individuo fa il proprio ingresso come
singolo all’interno di questa nuova organizzazione sociale, ma inevitabilmente entra in
contatto con gli altri nodi/individui della rete, reinventando ogni volta la forma e il
significato delle sue relazioni. I fili che tengono uniti questi nodi sono le relazioni che
intercorrono tra essi ed estrinsecano la tipologia di legami che li tiene uniti. Le reti sono
delle strutture aperte, capaci di espandersi senza nessun limite, facendo entrare al loro
interno nuovi nodi capaci di condividere gli stessi codici culturali. Una qualsiasi
struttura sociale che si fonda sulle reti può essere considerata un sistema dinamico e
flessibile, aperta all’innovazione e al mutamento sociale senza che il suo equilibrio ne
risenta. Quando le reti si diffondono, il loro sviluppo è esponenziale poichØ aumentano
in modo proporzionale i vantaggi di stare all’interno della rete proprio grazie all’elevato
numero di connessioni da cui essa è costituita.
Da un punto di vista strutturale, la rete, rompe i confini entro i quali si delineava la
società come sistema sociale descritta dal sociologo Niklas Luhman nella sua opera
Sistemi sociali del 1984, aprendo le porte a un’interpretazione relazionale degli elementi
di cui la stessa società è composta. A differenza del sistema sociale di Luhman, in cui la
società era vista come un sistema contenente ruoli, posizioni ed interazioni, la rete
struttura una società in continua trasformazione ed assolutamente aperta. Se Luhman
individuava nel confine dei sistemi una barriera che li separava dall’ambiente, nella rete
questa barriera è venuta meno, non esiste piø. Da questo si potrebbe ipotizzare che il
sistema è stato incluso nella rete e non viceversa.
Tornando all’analisi della struttura in rete, possiamo distinguere differenti tipi di rete a
seconda della disposizione e dei rapporti che intercorrono tra i nodi cha la costituiscono:
rete centralizzata, de-centralizzata e, in ultimo, distribuita.
La rete centralizzata, figura 1a, è per definizione gerarchica ed è dominata da un vertice
che è costituito da un nodo che è l’unico ad essere connesso a tutti gli altri nodi della
rete, questa struttura la rende vulnerabile in quanto l’eliminazione del nodo centrale
significherebbe l’eliminazione dell’intera rete.
La rete de-centralizzata, figura 1b, è formata da dei grappoli di nodi, non ha un unico
centro e questo la rende piø sicura rispetto alla tipologia di rete centralizzata, anche se
rimane comunque vulnerabile in quanto l’eliminazione di un piccolo numero di nodi
comporterebbe la distruzione della rete.
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La terza, ed ultima, tipologia di rete, è la rete distribuita che non ha nessun tipo di centro
come si può chiaramente evincere dalla figura 1c; essendo i nodi perfettamente
distribuiti nella rete, la distruzione di un singolo nodo non provoca nessun tipo di
conseguenza all’intera rete, per questo motivo è la struttura piø sicura rispetto alla rete
centralizzata e a quella de-centralizzata.
Fig. 1 Rete centralizzata (a), rete de-centrallizata (b), rete distribuita (c)
La trama di internet è un chiaro esempio di rete distribuita, in cui ogni utilizzatore
rappresenta un nodo di una rete flessibile ed elastica per eccellenza. Il social network,
invece, non è altro che una rete nella rete, forse la rete per eccellenza in questo
momento dopo il suo contenitore internet, considerando l’elevato numero dei nodi da
cui è composta. Basta pensare che la tela della sua rete è in continua evoluzione, si
sviluppa ora dopo ora, richiesta d’amicizia dopo l’altra. In questa tipologia di siti
l’utente viene messo di fronte alla consapevolezza di avere una propria rete personale,
creata e gestita attraverso una tecnologia che fornisce adeguati strumenti di
socializzazione.
Ogni individuo è un essere sociale che instaura particolari relazioni con le persone che
lo circondano e con le persone che incontra, creando, così, una rete composta da
individui e da legami collegati gli uni agli altri. Si formano, in questo modo, delle reti
sociali che si intrecciano tra loro e che vanno a formare il tessuto di qualsiasi società.
17
Come Castells afferma piø volte, internet è diventato la “trama delle nostre vite” e
rispecchia anche il nostro essere individuo sociale. Le reti che si sviluppano nel web
2.0, come vedremo, rafforzano ed estendono quelle offline, in quanto i social ne work
sono espressioni della tendenza di ogni individuo a stabilire contatti con le persone che
lo circondano e a mantenerli attraverso un nuovo sistema di comunicazione che sempre
piø parla una lingua digitale universale che contribuisce alla creazione di un codice
culturale socialmente condiviso da chi fruisce la rete. La rete sociale della vita offline e
quella della vita offline si compenetrano, condividendo dei nodi ed inserendone dei
nuovi.
Le reti non si classificano solo in base alla distribuzione dei nodi che le compongono,
ma anche in base alla tipologia delle relazioni instaurate tra i nodi stessi. In merito alle
reti personali che gli utenti costruiscono nei social network, Signani e Napolitano, nel
libro Facebook come (2009), introducono la classificazione tra:
reti primarie (rapporti dell’individuo con parenti e amici) e reti tematiche che si
costituiscono intorno a un preciso bisogno del soggetto.
Un aspetto importante di Facebook è la coesistenza di entrambi queste reti
contemporaneamente: sono reti primarie che le persone ricostruiscono (nel senso di
riproporre online) attraverso il Social network, attivando online i contatti con coloro
che fanno già parte del proprio gruppo amicale; al contempo è veramente molto forte
la presenza di reti telematiche: sono tantissimi in questo Social network italiano i
gruppi presenti che cercano di attirare le persone facendo leva sulla condivisione di
interessi o anche sulla soddisfazione di un preciso bisogno.
7
Le nostre società sono sempre piø strutturate intorno alla dicotomizzazione tra la rete e
l’io e movendo proprio da questa logica si è andata sviluppando la Social Network
Analysis, una corrente di studio, nata durante la prima metà del secolo scorso, che:
cercando di individuare le proprietà delle reti, ne misura le caratteristica, come
ampiezza, multiplexity, densità, eterogeneità, ecc, associandole alla formazione di
7
Facebook come. Le nuove relazioni virtuali, 2009, Borgiato, R., Capelli, F., Ferraresi, M. (a cura di),p.
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