Introduzione
ii
delle reti di accesso a larga banda, delle quali la tecnologia HFC costituisce una
possibile realizzazione. Vengono analizzati i componenti di rete e le loro funzioni, e
trattati i principali aspetti progettuali e le problematiche connesse all’utilizzo di questo
tipo di architettura.
Nel secondo capitolo sono illustrate nel dettaglio le sezioni dello standard IEEE 802.14
che interessano la realizzazione di un modello esauriente per la trasmissione sul canale
di ritorno. Per completezza vengono anche riportate informazioni sui principali standard
alternativi attualmente disponibili.
Il terzo capitolo si occupa inizialmente dell’analisi delle diverse sorgenti di rumore
interne ed esterne alla rete, con riferimento ai loro effetti sia qualitativi sia quantitativi
sul flusso upstream. Viene quindi proposto un modello, basato su un’architettura di rete
semplificata, in cui si tiene conto, con diversi gradi di approssimazione, di tali tipologie
di rumore. La modellizzazione presentata completa lo studio del canale trasmissivo ed è
il risultato dell’analisi di informazioni disponibili in letteratura integrate con dati e
risultati sperimentali.
Il quarto capitolo è dedicato alle soluzioni atte a contrastare l’Ingress noise. Dopo aver
esposto la struttura del ricevitore DQPSK base, si quantificano gli effetti dell’Ingress
noise sulle prestazioni del sistema, quindi si analizzano e su base teorica due differenti
architetture studiate per modificare il ricevitore e migliorare la qualità della
trasmissione.
Nel quinto capitolo viene valutata l’influenza dell’Impulsive noise sulle prestazioni del
sistema, anche in relazione all’architettura adottata nei confronti dell’Ingress noise. Si
valutano inoltre le potenzialità correttive della codifica Reed-Solomon prevista dagli
standard, in relazione alle caratteristiche del modello di rumore proposto.
Il sesto capitolo racchiude i risultati più significativi delle simulazioni svolte per
verificare e confrontare la validità delle soluzioni proposte per ridurre l’influenza nei
confronti dei disturbi presenti nel canale. Sono riportati anche i risultati attesi in base
alle considerazioni teoriche svolte circa l’applicazione del codice Reed-Solomon.
Introduzione
iii
Nelle considerazioni conclusive sul lavoro svolto vengono infine formulate previsioni
circa i possibili sviluppi cui il tema lascia ancora spazio.
La rete HFC
1
Capitolo 1
La rete HFC
In questo capitolo viene inizialmente fornita una panoramica delle attuali reti di
accesso a larga banda; successivamente si introducono i concetti fondamentali della
tecnologia HFC. Vengono descritti in dettaglio l’architettura di rete, gli elementi
specifici, alcuni aspetti progettuali di rilievo e infine le principali problematiche legate a
questa tipologia di rete.
1.1 Reti di accesso a larga banda
Negli ultimi anni è notevolmente cresciuto l’interesse per i servizi a larga banda, sia da
parte del settore residenziale che di quello commerciale. La diffusione di Internet ad
esempio ha consentito agli utenti il potenziale accesso ad una grande quantità di dati. La
natura di questi servizi è evoluta sempre più nella direzione della multimedialità e
dell’interattività fra utente e server remoto, scontrandosi con le limitate capacità
trasmissive delle reti di accesso realizzate mediante doppino telefonico, originariamente
progettate per la trasmissione di segnali analogici a bassa frequenza. In questo scenario si
stanno affacciando nuove applicazioni di notevole interesse, come fast Internet, Video on
Demand, Pay per View, accesso remoto a LAN, video giochi interattivi e Home
Shopping, che aumentano ulteriormente la necessità di interattività e di elevati bit rate.
Questi requisiti evidenziano come l’attuale rete di accesso in rame tra utente e centrale
di commutazione, insieme all’uso di modem analogici, sia insufficiente per supportare
tali servizi.
Le reti di trasporto sono già in grado di sopportare un traffico a banda larga, mentre il
collo di bottiglia del sistema è costituito proprio dalle reti di accesso, realizzate mediante
il doppino telefonico. Su questa infrastruttura vengono attualmente diffusi i servizi di
telefonia analogica e ISDN, che occupano rispettivamente la banda tra 0÷ 4 kHz e tra
0÷ 80 kHz. A partire dagli anni Ottanta, nel tentativo di soddisfare la crescente esigenza di
La rete HFC
2
banda, sono stati sviluppati modem analogici in grado di offrire bit rate sempre maggiori,
fino agli attuali 56 kb/s dei modem che fanno riferimento allo standard ITU V.90, ma tale
valore è lontano dalla necessaria capacità trasmissiva richiesta dai servizi a banda larga
ed il margine di miglioramento per questo tipo di dispositivi è ormai ridotto. Anche la
tecnologia ISDN risulta inadeguata per consentire la diffusione dei servizi prima citati,
così gli operatori di questo settore, che considerano le reti di accesso un campo strategico
nel breve periodo, si stanno orientando verso altre soluzioni.
Nasce dunque l’esigenza da una parte di studiare nuove tecnologie che consentano un
miglior sfruttamento dell’infrastruttura telefonica, dall’altra di utilizzare soluzioni
alternative che garantiscano un alto fattore di penetrazione nel territorio e un’ampia
banda di trasmissione. Queste condizioni sono necessarie rispettivamente per raggiungere
un elevato numero di utenti ed offrire servizi a banda larga [1][2][3].
Una possibile soluzione consiste nel cablaggio della fibra ottica all’interno della rete
di accesso, dato che questo mezzo di trasmissione consentirebbe di avere a disposizione
una banda notevolmente maggiore. Tuttavia, lo scenario con la fibra ottica cablata per
raggiungere ogni abitazione non è di immediata realizzazione a causa dei grossi
investimenti cui le compagnie telefoniche dovrebbero far fronte per rimpiazzare tutte le
linee in rame. Per il momento la fibra ottica resta il mezzo trasmissivo preferito per il
collegamento tra le centrali, quindi la sua installazione è stata limitata nella maggior parte
dei casi alla rete di trasporto.
Uno sfruttamento migliore dell’attuale rete telefonica è possibile utilizzando modem
digitali a banda larga, come previsto dalle tecnologie Digital Subscriber Line (DSL), che
si appoggiano sul doppino telefonico già installato.
Si sono però sviluppate negli ultimi anni una serie di soluzioni alternative per risolvere
il problema dell’accesso, ognuna delle quali cerca di sfruttare le infrastrutture già
esistenti, in modo da limitare gli investimenti iniziali richiesti per l’offerta dei servizi a
larga banda.
Le tecnologie utilizzabili in questa direzione sono le Wireless Local Loop (WLL), che
si basano sulla trasmissione radio di tipo cellulare, le Digital Power Line (DPL), che
consentono la trasmissione di dati sulle linee elettriche di potenza, e le Hybrid Fiber
Coaxial (HFC), che utilizzano le reti in cavo coassiale già installate per la diffusione
La rete HFC
3
della TV via cavo.
1.1.1 Digital Subscriber Line
La transizione che permetterà di passare, all’interno della rete di accesso, dal doppino
telefonico alla fibra ottica sarà verosimilmente graduale ed avverrà per passi intermedi.
All’interno di questa prospettiva di lungo periodo si collocano altre strategie a medio
termine, che si propongono di trarre il maggior vantaggio possibile dall’infrastruttura
attualmente in uso e che richiedono alle compagnie telefoniche investimenti contenuti.
Un primo passo in questa direzione è rappresentato dalle nuove tecnologie digitali Digital
Subscriber Line, che consentono la gestione sia del traffico dati (di natura simmetrica e
asimmetrica), sia del traffico vocale, con valori di bit rate dell’ordine di alcuni megabit al
secondo nella maggior parte dei casi.
Questa famiglia di tecnologie si trova in uno stadio avanzato di sviluppo e
standardizzazione e ha già dimostrato in numerose prove sperimentali di poter offrire
buone prestazioni. Essa si basa sull’utilizzo della rete telefonica già installata e ne
consente un miglior sfruttamento grazie all’adozione di modem digitali a banda larga, che
rappresentano una tecnologia di punta nel campo delle trasmissioni [4].
La strumentazione necessaria per realizzare un singolo collegamento di questo tipo
consiste di due modem da collocare ai capi della linea, uno presso l’utente e l’altro
all’interno della centrale telefonica. In tal modo l’operatore dovrà predisporre in ogni
centrale una cortina di modem DSL per ricevere i dati da tutti gli utenti serviti e dovrà
installare anche un router per l’instradamento dei dati sulla rete di trasporto, facendo
complessivamente fronte ad un investimento sensibilmente inferiore rispetto a quello da
affrontare sostituendo tutte le linee in rame.
In tal modo gli operatori potranno prima di tutto beneficiare a livello tecnologico della
separazione in centrale del flusso dati da quello voce, attualmente gestiti entrambi dai
commutatori della voce; a livello economico si avvantaggeranno dell’ingresso in un
mercato che si annuncia essere molto redditizio ed in continua ascesa, trovandosi a
competere con i gestori delle reti in cavo coassiale, che offrono il servizio di televisione
via cavo. Questi ultimi, d’altra parte, sono interessati a far evolvere le loro reti per offrire
La rete HFC
4
anche servizi di telefonia, in modo tale da non subire l’egemonia delle compagnie
telefoniche e da poter competere con esse a tutto campo.
Secondariamente, poiché il traffico dati non viene supportato dalla tradizionale rete
telefonica, ma dalla rete dati, viene alleviato l’intasamento degli interruttori di centrale
legato alla crescita esponenziale che Internet ha visto a partire dal 1995.
Infine le compagnie telefoniche, mediante questo tipo di rivalutazione, preparano la
strada all’inserimento graduale della fibra ottica nella rete di accesso: fra le tecnologie
DSL esiste la VDSL, proposta per lavorare con un’infrastruttura mista, in cui il
collegamento fra centrale e utente avviene per mezzo di un primo tratto in fibra e di un
secondo tratto in doppino telefonico. Tale tecnologia consente prestazioni molto elevate
in termini di bit rate, dato che è in grado di offrire un collegamento downstream fino a
52 Mb/s, valore che supera di circa un odine di grandezza quelli messi a disposizione
dalle altre DSL.
Per quanto riguarda gli utenti, essi potranno avvantaggiarsi di un canale di
comunicazione ad alta velocità, che consentirà loro di ricevere servizi multimediali ed
interattivi.
Con una spesa iniziale per il modem DSL ed un abbonamento ad un fornitore di
servizi, l’utente sarà in grado di ricevere a casa propria molti servizi multimediali e
interattivi. Poiché ogni utente ha una linea dedicata che lo collega direttamente alla
centrale, dove per ogni utente è presente un modem, non servono procedure di dialing per
instaurare una sessione, in quanto il collegamento è sempre libero. In questo caso non c’è
la possibilità di trovare la linea occupata, come può accadere per i modem analogici
quando eseguono la chiamata al fornitore di servizi e in tal senso i collegamenti DSL
sono virtualmente sempre attivi.
La tecnologia DSL presenta tuttavia anche qualche limitazione realizzativa. Lo
sfruttamento dell’attuale rete in rame incontra problematiche relative alla qualità delle
linee installate ed alla loro diversa lunghezza. Questa disomogeneità non consente ad
alcuni collegamenti di poter trasmettere l’informazione a bit rate elevati, quindi di offrire
agli utenti che si appoggiano su queste linee tutti i servizi a banda larga. La risposta delle
tecnologie DSL a queste limitazioni consiste nell’adozione di modem in grado di valutare
la qualità della linea, così da utilizzare il valore massimo di bit rate che ogni particolare
La rete HFC
5
collegamento è in grado di offrire.
1.1.2 Wireless Local Loop
Un’altra possibilità per l’accesso a larga banda è quella offerta dalla trasmissione dati
via etere, realizzata dalle tecnologie note come Wireless Local Loop. Tradizionalmente,
la parte della rete più laboriosa da costruire e con maggiori costi di manutenzione è quella
relativa all’accesso. La portata degli investimenti e le spese di ingegnerizzazione richieste
per costruire e mantenere una rete basata su un supporto di trasmissione in rame hanno
creato un’elevata barriera all’ingresso per gli operatori ed hanno reso possibile elevati
tassi di penetrazione del servizio basilare di telefonia solo in paesi industrializzati [5][6].
Con l’accesso wireless non serve un’infrastruttura cablata, ma una serie di apparati di
trasmissione e ricezione ad alte prestazioni, pur dal costo non trascurabile se si ragiona su
aree di servizio molto estese. Questa soluzione è un’applicazione della tecnologia di
trasmissione radio e dei sistemi di comunicazione personale di tipo cellulare, che negli
ultimi anni hanno vissuto una forte crescita di mercato.
La caratteristica peculiare dell’accesso wireless è l’utilizzo di un sistema ad accesso
multiplo che utilizzi la trasmissione via radio piuttosto che quella per mezzo di cavi
(doppino, coassiale, fibra), indipendentemente dal tipo di trasmissione usata nella rete di
trasporto.
Delle tecnologie wireless a banda larga fanno parte: Local Multipoint Distribution
Service (LMDS)
1
, Multichannel Multipoint Distribution Service (MMDS) e Microwave
Video Distribution System (MVDS); esse si propongono come alternativa per la fornitura
dei servizi a banda larga all’interno della rete di accesso e condividono la stessa
architettura di sistema, la suddivisione del territorio in celle e la tecnologia delle onde
radio millimetriche.
Servizi che una volta si pensava potessero essere offerti solo con un’infrastruttura in
fibra ottica, possono invece essere forniti anche in mercati dove l’installazione della fibra
è improbabile per molto tempo. Fino ad oggi l’unica tecnologia che permettesse un
accesso wireless a banda larga era la trasmissione radio con microonde punto-punto, nella
1
Nota nell’area canadese come Local Multipoint Communication System (LMCS).
La rete HFC
6
quale una coppia trasmettitore/ricevitore dedicata collega la stazione base di un operatore
all’edificio utente.
Le reti wireless fisse punto-punto sono state diffuse proprio per offrire collegamenti
dedicati ad alta velocità fra i nodi di una rete ad alta densità di traffico. Era una
convinzione diffusa che la trasmissione con microonde potesse essere utilizzata solo per
questo genere di collegamento, tuttavia recenti sviluppi nella tecnologia punto-multipunto
hanno consentito di fornire un metodo per offrire servizi digitali bidirezionali ad elevata
capacità che comprendono voce, dati e video.
Ciò è importante in quanto comunicazioni di questo tipo consentono di utilizzare
un’unica stazione base ad elevata capacità per raggiungere contemporaneamente molti
utenti, in modo da ridurre il numero di trasmettitori, modem ed altri dispositivi utilizzati
per la realizzazione della rete.
Le tecnologie WLL sono nate per offrire principalmente la diffusione di canali
televisivi, ma nel corso del tempo si sono evolute verso sistemi digitali a banda larga per
l’offerta di servizi interattivi. Tale metamorfosi è ancora in corso, spinta soprattutto dalla
necessità di offrire gli stessi servizi del sistema satellitare Direct Broadcast Satellite
(DBS), ma con l’obiettivo di estenderli nella direzione dell’interattività.
Un evidente vantaggio comune alle WLL è la scalabilità dell’investimento e la facilità
di approntamento della rete, fase che comporta un’impegno economico iniziale contenuto
e tempi brevi di realizzazione, cioè un minore tempo di immissione sul mercato che
costituisce un incentivo per gli investitori.
La tendenza del mercato nelle comunicazioni voce e video nel lungo termine sembra
alla trasmissione su reti wireless per la voce e i dati a banda stretta e sull’infrastruttura
cablata (principalmente in fibra ottica) per i dati a banda larga, stravolgendo quella che è
stata l’evoluzione dei servizi fino ad ora, in cui la larga diffusione di segnali televisivi
avviene via radio e la telefonia su reti cablate.
L’ingresso nel mercato dei sistemi wireless a larga banda infine contribuisce a
modificare la concezione che i servizi di telecomunicazione e di larga diffusione debbano
essere ottenuti da gestori di servizi distinti o comunque da reti diverse. Infatti, questa
tecnologia contribuisce a rendere più sfumate la demarcazione tra i vari servizi ed i
relativi operatori, offrendo un piano di convergenza per le tecnologie di
La rete HFC
7
telecomunicazione e di larga diffusione.
1.1.3 Digital Power Line
Il costo per realizzare una nuova infrastruttura è molto elevato e non trova
praticamente alcun operatore disposto a farlo. Da un lato infatti l’installazione della fibra
ottica portata fino all’utente finale (il mezzo trasmissivo migliore per una nuova
infrastruttura cablata), mette a disposizione una banda di gran lunga superiore a quella
attualmente necessaria per l’offerta di qualunque tipo di servizio; dall’altro lato gli
operatori si troverebbero ad investire grosse somme senza alcuna garanzia relativamente
alla penetrazione che i servizi avrebbero nel mercato.
Nell’ottica di sfruttare reti già presenti sul territorio, a partire dal 1991 si è cominciato
a pensare per la trasmissione dati all’utilizzo delle reti elettriche di potenza, che
provvedono alla distribuzione dell’energia elettrica in tutti gli edifici. La nuova
tecnologia che sfrutta questa infrastruttura è nota come Digital Power Line.
Per questo tipo di applicazioni è necessario l’impiego di dispositivi di adattamento,
poiché la rete di distribuzione dell’energia elettrica non direttamente utilizzabile per la
trasmissione dati, richiedendo un processo di ‘condizionamento’. Questo significa che
devono essere installate apparecchiature sia presso l’utente sia nella stazione da cui si
dirama la rete di accesso.
Tuttavia il vantaggio è notevole in quanto la rete per la distribuzione dell’energia
elettrica gode di un alto tasso di penetrazione nel territorio (ogni edificio ha bisogno di
alimentare svariate apparecchiature elettriche) e quindi l’infrastruttura già in campo
permette di raggiungere un numero elevatissimo di possibili utenti senza la posa di nuovi
cavi.
Sono già state eseguite delle prove sperimentali che hanno dimostrato l’efficacia di
questa soluzione, ma la ricerca è volta ad ottenere prestazioni migliori; il problema
fondamentale a livello tecnico consiste nel rumore sulle linee elettriche provocato da tutti
gli apparecchi collegati alla rete per la loro alimentazione. Poiché la frequenza dei segnali
elettrici di potenza tipicamente è di 50/60 Hz, i dati vengono trasmessi sullo stesso canale
a frequenze che si situano nell’intervallo 500÷600 MHz, così da minimizzare
La rete HFC
8
l’interferenza mutua.
I sistemi commerciali attualmente disponibili in questo settore sono in grado di offrire
bit rate a partire da 32 kb/s, con multipli di questo valore fino al valore massimo di 1
Mb/s. Tali velocità di trasmissione sono molto stabili, esenti da interferenze ed utilizzano
una banda di trasmissione tra 6÷ 10 MHz per gli utenti più lontani dalla stazione di
trasformazione e 20 MHz per quelli più vicini. Un aspetto rilevante è dato dalla
possibilità di avere una connessione permanente, quindi non è richiesto alcun dial-up nè
esiste l’eventualità di trovare la linea occupata.
Essendo inoltre questa tecnologia ancora piuttosto giovane, probabilmente nel
prossimo futuro si riuscirà a migliorarne le prestazioni ricorrendo a tecniche di
modulazione più efficienti, utilizzando una banda più estesa, adottando schemi di
codifica più efficienti e ottimizzando i protocolli per la condivisione del canale. Si osservi
infatti che la struttura della rete elettrica di potenza è del tipo tree-and-branch, come
quella della rete CATV/HFC, per cui il canale viene condiviso da più utenti e non esiste
un percorso fisico riservato al singolo utente, come accade invece nella rete telefonica
analogica e digitale.
Si può in ogni caso intravedere la possibilità per le compagnie elettriche di
diversificare la loro offerta di servizi ed entrare nel mercato delle telecomunicazioni. La
realizzazione di un local loop alternativo a quello tradizionalmente messo a disposizione
dalla rete telefonica consentirà la trasmissione di servizi a larga banda senza nuove
operazioni di ingegnerizzazione [7][8][9].
1.1.4 Hybrid Fiber Coaxial
Fra le tecnologie per la realizzazione di reti di accesso a banda larga la Hybrid Fiber
Coaxial assume un ruolo importante, poiché si pone come evoluzione della rete per la
diffusione del servizio di televisione via cavo (CATV), un’infrastruttura già largamente
diffusa in alcuni paesi come mostrato in tabella 1.1.
Da anni la televisione via cavo viene utilizzata per la trasmissione di segnali video in
formato analogico ed ultimamente si è pensato ad una sua evoluzione verso
un’architettura mista fatta da tratti in fibra ottica e tratti in cavo coassiale [10]. La nuova
La rete HFC
9
Numero di utenti in:
Nord America 73 milioni
Sud America 13 milioni
Europa Occidentale 43 milioni
Europa Orientale 9 milioni
Asia 19 milioni
Totale 157 milioni
Infrastruttura in USA:
Ricavi (in $) 25 miliardi
Estensione (in km) 2 milioni
N° utenti per km 30
Dati relativi al 1996.
Tabella 1.1 - Alcuni dati relativi all’utenza e all’infrastruttura CATV.
tecnologia prende il nome di HFC e si pone l’obiettivo di evolvere verso un sistema di
tipo digitale in grado di ampliare l’offerta di canali televisivi e rendere possibili nuove
applicazioni, estendendo la gamma di servizi disponibili fino a comprendere Video on
Demand, fonia e trasmissione dati full-duplex.
Sebbene infatti i sistemi in cavo coassiale abbiano migliorato notevolmente la
ricezione del segnale televisivo in certe aree e l’offerta in termini di programmazione,
tale infrastruttura risulta insufficiente nel momento in cui si voglia offrire un accesso a
banda larga.
Il limite primario consiste nella capacità di canale, che permette la diffusione di circa
40 canali. Dato che i sistemi DBS possono offrirne circa il doppio la CATV non risulta
competitiva. Un altro limite è quello relativo alla qualità del segnale, che non permette il
collegamento di un grande numero di utenti, poiché quelli che si trovano molto lontani
dalla sorgente (Head-End) ricevono un segnale degradato a causa dell’elevato numero di
amplificatori attraverso i quali è dovuto passare.
Da queste limitazioni è nata l’idea di sostituire i tronchi di coassiale con collegamenti
in fibra ottica; ciò è stato reso possibile dalla disponibilità di sorgenti ottiche lineari e
sistemi in fibra ottica analogici, per mantenere la compatibilità con l’infrastruttura
esistente, che utilizza cavi metallici in modalità analogica.
La tecnologia HFC utilizza dunque un’architettura che integra fibra ottica e cavo
La rete HFC
10
coassiale, sostituendo la tradizionale architettura tree-&-branch, intesa come lunga
catena di utenti connessi, con un sistema formato da più cluster di dimensioni ridotte,
collegati direttamente all’Head-End. A questo proposito un grande vantaggio delle reti
HFC è quello di ridurre drasticamente i dispositivi attivi tra l’Head-End e l’utente rispetto
alla CATV, aumentando l’affidabilità (fino al 99.99% richiesto da un servizio telefonico)
e la qualità del servizio per due motivi: ci sono meno componenti, quindi una probabilità
inferiore di guasti, e in caso di malfunzionamento, meno utenti risultano danneggiati [10].
La notevole ampiezza di banda a disposizione è comunque il principale miglioramento
di questa tecnologia rispetto alla rete della CATV: complessivamente circa 750 MHz,
estendibili fino a 1 GHz in relazione alle zone geografiche ed alle esigenze televisive; ciò
consente anche di realizzare un canale di ritorno ad elevata capacità per l’impiego di
servizi interattivi, sia di carattere dedicato che di larga diffusione, come ad esempio:
- Video-on-demand, pay-per-view;
- servizi di telefonia POTS
2
, cordless DECT, trasferimento dati a bassa velocità, fax;
- servizi di trasferimento dati ad alta velocità asimmetrici come Fast Internet, E-mail,
servizi informativi online, video navigator;
- videotelefonia, videoconferenza, multimedia, insegnamento a distanza, lavoro a
distanza, telemedicina, videgiochi interattivi.
La disponibilità di nuove risorse, insieme alla flessibilità e alla facile estendibilità,
permette ai gestori di televisione via cavo di ampliare la quantità e la qualità dei servizi
offerti e di avvicinarsi ad un’architettura di tipo full-service con un impatto minimo sulla
rete già presente, così da difendersi da tecnologie concorrenti, quali DBS, e affacciarsi su
mercati tradizionalmente occupati dalle compagnie di telecomunicazioni.
Per quanto riguarda infine i vantaggi a livello tecnico, la modalità “always on” del
servizio non richiede un processo d’inizializzazione della chiamata, riducendo quindi i
dati per la segnalazione e rendendo più flessibile l’interazione con l’utente; inoltre è
sufficiente l’utilizzo di un numero di porte ridotto dal lato del gestore di servizi, grazie
alla struttura ramificata dell’architettura che permette di gestire migliaia di utenti su un
2
POTS (Plane Old Telephone Service): tradizionale rete telefonica per la trasmissione di segnali vocali
limitati a 4 kHz. La codifica PCM (Pulse Code Modulation) del segnale permette l’utilizzo della tecnologia
digitale e utilizza 64 kb/s per ciascun canale.
La rete HFC
11
unico mezzo condiviso.
1.2 Architettura di rete
L’architettura delle reti HFC è di tipo Fiber To The Neighborhood (FTTN) poiché
utilizza la trasmissione in fibra solo fino al cluster d’utenti associato a ciascun Fiber
Node, dove il segnale viene trasformato da ottico in elettrico; diversamente nelle
architetture FTTC (Curb), FTTH (Home), FTTD (Desktop) la trasmissione in fibra ottica
si avvicina progressivamente all’utente prima della riconversione del segnale, con
conseguente realizzazione più onerosa.
La figura 1.1 mostra la caratteristica topologia di rete HFC, nella quale si possono
distinguere i seguenti elementi d’interesse:
• =:
· Head-End (HE): riceve e raccoglie da sorgenti esterne (videoserver, segnali
televisivi, Internet...) il contenuto informativo dei vari servizi instradandolo verso i
Figura 1.1 - Architettura di una rete HFC.
Head-end
FN
Fibra otticaTap
Cavo coassialeAmplificatore
Splitter
FN
OLT
OLT
NIU
NIU
NIU
NIU
NIU
NIU