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CAPITOLO I
INTRODUZIONE DEL TEMA GENERALE
1. Cenni storici del maltrattamento : cambiamenti nella visione del fenomeno
“abuso”
“La storia dell'umanità si fonda sull'abuso dei bambini”, afferma Lloyd deMause, pionere
della psicostoria, durante un discorso tenuto in occasione della National Parenting Conference
a Boulder in Colorado il 25 settembre 1997.
In ogni epoca e società sono stati traumatizzati, minacciati, terrorizzati, aggrediti fisicamente,
sfruttati, abbandonati, venduti, incatenati e uccisi bambini.
Partendo dai romani, in cui l’abbandono dei figli era tradizione, fino a conclusione
dell’Ottocento, questo fatto era non solo drammaticamente diffuso, ma anche moralmente
accettato.
I bambini indesiderati potevano essere esposti, venduti o donati ai ricchi come servi, uccisi da
genitori poveri o che provavano vergogna per un concepimento fuori dal matrimonio, o che
erano spinti da motivi dinastici.
Già nell’antica Grecia venivano praticati sacrifici utilizzando i corpi dei bambini: questi
venivano offerti in sacrificio dai loro genitori, i quali, spesso, facevano voto agli dei
promettendo di uccidere il loro prossimo figlio se gli fosse stato concesso un favore (come,
per esempio, far giungere un carico di merci sano e salvo ad un porto straniero).
Se i figli non nascevano vivi, i genitori sacrificavano un figlio più grande per mantenere la
promessa.
Il sacrificio veniva accompagnato da musica, danze sfrenate e orgie e, probabilmente, da
abuso sessuale rituale sulle ragazzine vergini, come avveniva anche presso gli Inca.
DeMause sostiene che il sacrificio dei bambini sia stato utilizzato principalmente dai ricchi
come tecnica di riduzione del senso di colpa. Ogni qualvolta venivano avviate nuove
iniziative, i bambini venivano sacrificati. Ogni volta che veniva costruito un nuovo ponte o
edificio, un bambino veniva sepolto al suo interno come un “sacrificio di fondazione”.
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I corpi dei bambini erano anche utilizzati come “assorbi veleno” dal corpo di adulti malati.
Quando un uomo era impotente, depresso o con malattie veneree, i medici gli prescrivevano
rapporti con un bambino.
Non più tardi della fine del XIX secolo, gli uomini portati alla Old Bailey di Londra con
l’accusa di aver violentato delle ragazze, vennero rilasciati siccome “credevano di essere stati
essi stessi la cura delle malattie veneree”.
Addirittura, in un libro di medicina si può leggere che “violentare le ragazzine vergini è un
buon antidoto per curare impotenza e depressione”.
E naturalmente, ogni qualvolta un genitore soffriva di una malattia, aveva a disposizione i
figli per “assorbire il veleno”.
Così i medici britannici, durante le visite ai loro pazienti, riscontravano spesso la stessa
malattia venerea nel padre e nel figlio.
Ancora oggi, per esempio nelle montagne delle Ande, continuano ad avvenire stupri e
mutilazioni genitali delle bambine per scongiurare il senso di colpa che si prova dopo le
consegne di cocaina che ottengono successo.
Queste cerimonie, dall'antichità ad oggi, ricordano da vicino i riti satanici resi recentemente
familiari dai giornali, con l'inflizione di stupro, mutilazioni sessuali e altri orrori per
ripercorrere su vittime minori elementi di traumi della propria infanzia.
Attualmente, nella maggior parte delle società semplici, come in alcune parti della Nuova
Guinea, ragazzi e ragazze vengono impiegati sessualmente dalle loro madri e dagli uomini;
spesso avvengono stupri di gruppo con le ragazze e alle volte anche i ragazzi vengono sfruttati
sessualmente dai pederasti.
L’evoluzione dell’infanzia dall’incesto all’amore e dall’abuso all’empatia è stata
un’evoluzione lenta e progressiva.
L’evoluzione del rapporto padre-figlio è stata una fonte indipendente di cambiamento storico,
che giace nella capacità delle generazioni successive di genitori a vivere attraverso i loro
traumi infantili.
La relazione fondamentale in questa evoluzione è stato il rapporto madre-figlia.
Se le bambine venivano trattate in modo particolarmente grave, sarebbero cresciute fino a
diventare madri incapaci di rielaborare i loro traumi e la loro storia sarebbe rimasta congelata.
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La bambina greca e romana viveva i suoi primi anni in un clima di abusi sessuali.
Le ragazze erano comunemente violentate, come si evince dalle numerose commedie in cui
compaiono scene di bambine stuprate.
Non solo le ragazze, ma anche i ragazzi venivano regolarmente consegnati dai genitori agli
uomini per essere violentati. Questo avveniva dall’età di sette anni fino alla pubertà, nonché
alla comparsa dei primi peli sul viso e sul pube.
DeMause sostiene che la principale fonte di evoluzione dell’infanzia è, quella che chiama “il
processo di psicogenesi”, in cui i genitori - soprattutto la madre - rivede una seconda volta le
fasi della sua infanzia e annulla in qualche misura i traumi che lei stessa ha subito.
È in questo senso che la storia è come una psicoterapia delle generazioni, annullando il
trauma e dando al nuovo genitore la possibilità di un nuovo inizio con ogni bambino nato.
DeMause riconosce diverse modalità di allevamento dei figli: innanzitutto quello che lui
denomina “infanticidio”, per sottolineare la presenza costante dei desideri infanticidi nel
genitore.
L’infanticidio è tutt’oggi onnipresente, in particolar modo nelle culture analfabete.
Il Cristianesimo cercò di eliminare la pratica dell’infanticidio, ma veniva costantemente
attuato l'abbandono dei bambini, sia tramite la vendita che attraverso l’invio in monasteri,
nelle famiglie affidatarie, nei conventi o in altre case come servi: per questo motivo DeMause
etichetta questa seconda fase come la “fase di abbandono”.
Il rifiuto dei genitori di crescere i propri figli legittimi era così potente che, durante il XIX
secolo, oltre la metà dei bambini nati a Firenze, per esempio, venivano abbandonati nelle case
per trovatelli alla nascita, in attesa di essere prelevati dalle loro famiglie intorno all’età di
cinque anni (se sopravvivevano fino ad allora, ma circa la metà di loro morivano prima)
evitando così di avere in casa dei bambini che, piangendo, potevano disturbare la pace.
Anche in epoca Cristiana persisteva la pratica dell’abuso sessuale.
Sant’Agostino affermava che i bambini che “soffrono di un demone - che di solito significava
solamente che piangevano troppo - si riconoscono perché urlano sempre più pietosamente” e
Lutero sosteneva che questi bambini "sono più fastidiosi di dieci bambini che mangiano,
urlano e sono sporchi dei loro stessi escrementi”.
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Per scacciare il diavolo, questi bambini dovevano essere picchiati: a tal fine esistevano una
serie di strumenti creati appositamente.
Le percosse di cui ci parlano le fonti erano quasi sempre gravi, creavano lividi e
sanguinamenti del corpo, erano di solito tinte di erotismo, andando a percuotere il corpo nudo
del bambino vicino ai genitali ed erano “pratica normale” facente parte della vita quotidiana
del bambino.
Anno dopo anno i bambini percossi crescevano e si ritrovavano a picchiare a loro volta i
propri figli; in questo contesto anche gli insegnanti approvavano le percosse sui bambini.
Con l’avvenire del XIII secolo in Occidente, l'abbandono dei bambini come offerta e il
donarli ai monasteri per usi sessuali e altro terminò.
Si ebbe la prima disapprovazione per la pedofilia e vennero pubblicati i primi trattati
sull’allevamento dei figli.
Alcuni genitori iniziarono a praticare quello che DeMause definisce come “il modo
ambivalente di allevamento dei figli”, in cui si considerava che il bambino non nascesse
portatore di tutto il male, ma veniva visto come ancora abbastanza ricco di tratti pericolosi in
modo che il genitore, il cui compito era quello di plasmarlo, avrebbe dovuto modellarlo come
si fa con l’argilla.
I Moralisti della Chiesa per la prima volta cominciarono a mettere in guardia contro le
molestie sessuali sui bambini da parte dei genitori, infermieri e vicini di casa.
La durata della fasciatura venne ridotta da un anno o più a pochi mesi.
Nacquero la pediatria e la filosofia educativa.
Alcuni genitori cominciarono a suggerire che forse, piuttosto che mandare i loro bambini
fuori per essere allattati da balie in villaggi contadini - e quindi condannando oltre la metà dei
quali a morte precoce - la madre stessa avrebbe potuto essere “l’infermiera del suo bambino”.
Il bambino, sostenevano alcune mamme che iniziarono a provare ad allattare i propri figli,
risponde a questa cura dando amore alla madre durante l'allattamento, accarezzando il seno e
il viso ed emettendo piacevoli suoni. E se il padre, come spesso accadeva, denunciava che il
seno della moglie apparteneva a lui, e non al bambino, queste madri coraggiose suggerirono
che anche al padre avrebbe dovuto essere consentito di tenere il bambino.
Queste riforme riguardo all’infanzia precedettero e quindi produssero il periodo umanistico,
religioso e le rivoluzioni politiche che noi associamo con i primi tempi moderni.
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Durante il XIII secolo la legge affermava che “se si picchia un bambino fino a farlo
sanguinare, poi si ricorderà, ma se lo si picchia fino alla morte, si applica la legge” e quindi il
maltrattante poteva essere punito.
Con il XVII secolo, in particolare in Inghilterra, America e Francia, il modo ambivalente di
educazione dei figli venne messo da parte, per cui il bambino iniziò ad essere considerato nel
suo essere.
Da questo momento non veniva più avvolto nelle fasce subito dopo la nascita, non gli
venivano più somministrati clisteri regolari (che erano fino ad allora dati tutti i giorni dalla
nascita per rimuovere i contenuti cattivi che si presupponeva fossero dentro il neonato) e così
via.
Nonostante questo, però, continuava ad essere praticata la seduzione nascosta dei minori.
I genitori incominciarono a sostituire la pressione psicologica degli abusi fisici in modo che,
invece di picchiare il bambino per pulirlo dal peccato, veniva, per esempio, rinchiuso negli
armadi scuri per ore o lasciato senza cibo anche per svariati giorni.
Sebbene la fustigazione erotica dei bambini diminuì gradualmente, la modalità di educazione
richiesta poneva comunque una costante pressione sul bambino per "rompere la sua volontà" e
disciplinarlo in modo corretto. Rousseau ha confermato che in Francia i bambini nei loro
primi giorni venivano spesso picchiati per riuscire a tenerli tranquilli.
A partire dal XVIII secolo i riformatori che allevavano i bambini cercarono di portare sotto
controllo l’abuso sessuale, ma il bambino veniva ora punito nel momento in cui toccava suoi
genitali, sotto la minaccia di circoncisione, clitoridectomia, infibulazione e altri dispositivi di
ritenuta genitali.
Queste avvertenze terrorizzavano le persone e gli interventi chirurgici cominciarono a morire
alla fine del XIX secolo, dopo duecento anni di brutale aggressione del tutto inutile sui corpi e
sulla psiche dei bambini.
Nonostante gli sforzi dei riformatori, il progresso era talmente irregolare che un giornalista
britannico scrisse, nel 1924: "i casi di incesto sono terribilmente comuni a tutte le classi. Gli
uomini non dovrebbero essere puniti per una cosa del genere. Non danneggia il bambino."
Inutile dire che gli effetti sul bambino di queste punizioni fisiche e psicologiche erano
immensi.
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Alcuni adulti ricordarono che da bambini avevano avuto incubi ricorrenti e allucinazioni,
mentre giacevano svegli la notte, terrorizzati da fantasmi immaginari, demoni, "una strega sul
cuscino", o "un grosso cane nero sotto il letto".
La storia è piena di segnalazioni di perdita dell'udito e della parola, perdita di memoria,
allucinazioni di diavoli e confessioni di un rapporto sessuale con diavoli.
Si pensava che la strada per far superare ai bambini le loro paure fosse quella di farli temere
in modo ancor più concreto, tanto che venivano portati dagli adulti in visita al patibolo per
ispezionare la putrefazione dei cadaveri appesi.
Addirittura alcuni umanisti, come Maffeo Vegio (1407-1458), che protestò verso le percosse
gravi sui bambini, avrebbe ammesso che "farli assistere a una esecuzione pubblica a volte non
è affatto una brutta cosa”.
L’effetto di questa visione sui bambini aveva ovviamente una portata enorme.
La religione era un’ulteriore fonte di terrorismo. L’Inferno veniva rappresentato con immagini
crudeli utilizzate per tenere sotto controllo il bambino.
Nel XIX secolo, secondo alcuni genitori sostenevano che non fosse più necessario
terrorizzare, percuotere e sedurre sessualmente i loro figli, e iniziarono ad essere utilizzati
mezzi psicologici più dolci.
La madre iniziò ad avere il ruolo di guida e il padre di protettore e il bambino fu lentamente
visto come conforme alla bontà dei genitori.
Molte delle pratiche di abuso vennero ridotte in casa, ma restarono altrove nella società.
L'incesto venne via via praticato di meno, ma nella scuola venivano ancora messe in atto
pratiche di abusi sessuali da parte dei ragazzi più grandi e dei maestri.
I riformatori, nel corso del XIX secolo, cercarono di portare la società nella modalità di
socializzazione progettata dalla legislazione per impedire a titolo definitivo percosse e abuso
sessuale di bambini.