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INTRODUZIONE
L'obiettivo del mio lavoro è quello di esaminare una realtà bancaria presente fino
almeno alla seconda metà degli anni Novanta: si tratta delle banche a carattere locale.
Questi intermediari hanno avuto un ruolo molto importante nel contesto italiano in
quanto, grazie alla loro particolare caratteristica (quella cioè di essere molto aderenti al
territorio conoscendo in modo approfondito i bisogni), hanno sostenuto l'economia
locale, caratterizzata per lo più da piccole e medie imprese in un contesto internazionale
sempre più integrato e competitivo, soprattutto dal periodo del boom economico.
Lo spartiacque tra quello che era e quello che oggi si assiste è rappresentato dagli anni
Novanta del secolo scorso quando vennero emanate una serie di riforme del mercato
creditizio che promuovono la concorrenza tra gli intermediari e una profonda revisione
della legislazione bancaria del 1936. Nel contempo si osserva una forte accelerazione
dei processi di riorganizzazione del sistema bancario sia sotto il profilo degli assetti
proprietari sia sotto quello delle forme giuridiche delle aziende di credito. Tutto questo
ha portato a una forte riduzione del numero complessivo delle imprese bancarie
operanti sul mercato e anche a un forte aumento della dimensione media delle banche.
Le banche locali, complessivamente, sono quelle istituzioni che hanno reagito alle
maggiori pressioni competitive, rimodulandosi: si sono venuti a creare intermediari di
più grandi dimensioni (rispetto al passato quando una banca a carattere locale aveva
anche solo uno sportello) che si caratterizzano per la diversificazione produttiva, per
una complessa articolazione di gruppo e una presenza al di fuori di un confine ristretto
con fusioni e acquisizioni se non addirittura espandendosi all'estero quando l'aumento
dimensionale della banca si accompagna all'assorbimento in un gruppo bancario anche
con sede legale al di fuori dell'Italia.
Il mio lavoro si compone di primi due capitoli che analizzano l'aspetto del localismo
bancario. Il primo esamina cosa si debba intendere per dimensione bancaria,
definizione non facile da dare perché diversi studiosi ne danno una propria definizione.
4
Sempre nel medesimo capitolo mi soffermo a esaminare le economie di scala e le
economie di scopo vedendo che le concentrazioni, che stanno investendo il settore
bancario, favoriscono la loro realizzazione. Nel secondo capitolo approfondisco cosa
voglia dire “banca locale” (anche in questo caso non esiste una definizione univoca)
esaminando le caratteristiche sia positive che negative e successivamente analizzando i
modelli di governance delle tre principali forme di banca locale: le casse di risparmio,
le banche popolari e le banche di credito cooperative.
Il terzo capitolo analizza l'evoluzione del localismo bancario nel contesto che
caratterizza il settore creditizio negli ultimi venti anni. Mi pongo la domanda se è
possibile ancora oggi parlare di banca locale in un ambiente globalizzato e se è
possibile che in un gruppo bancario una banca locale possa avere ancora le proprie
caratteristiche.
Nell'ultimo capitolo tratto il caso di una particolare banca locale presente nel Friuli-
Venezia Giulia da un secolo: si tratta della Banca Popolare FriulAdria, istituto nato nel
1911 a Pordenone in un ambiente economico prevalentemente agricolo che nel corso di
cento anni di vista si è espanso fino a entrare in uno dei gruppi bancari maggiori nel
mondo, il Crédit Agricole. Esamino poi un aspetto particolare riguardante la vita dei
dipendenti bancari: come si sono evolute in questi anni le tutele sindacali e qual è il
livello di soddisfazione o meno nel nuovo scenario organizzativo.
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Capitolo primo
LA DIMENSIONE BANCARIA E LE ECONOMIE DI SCALA
1.1 La dimensione bancaria
Nel nostro Paese si nota, in molte situazioni, uno stretto legame tra banche di medie e
piccole dimensioni con l'ambiente
1
. Ancora più spesso questo tipo di istituzioni
bancarie vengono definite “piccoli giganti”
2
per la quota di mercato che raggiungono
nel loro territorio di azione: nonostante le grandi banche, con una rete di sportelli
diffusa sull'intero territorio nazionale, in genere non soddisfano appieno le esigenze
finanziarie delle comunità locali, gli istituti che pongono attenzione allo sviluppo di un
adeguato sistema finanziario che si accompagni alla crescita e al sostegno delle imprese
locali sono proprio quelle locali
3
. La definizione data da Padoa-Schioppa viene
confermata anni dopo da Bianchi
4
che afferma quanto segue: “il legame con il
territorio, molto importante per l'economia delle banche in genere, è addirittura
fondamentale per quelle di piccole e medie dimensioni”.
La banca locale è una vera e propria formula imprenditoriale con un preciso ruolo nel
processo di produzione e di comunicazione. Murè nel lontano 1989 dichiarava che il
vantaggio competitivo della dimensione locale della banca è proprio quello di avere la
capacità di aderire al tessuto economico della propria zona di insediamento e quindi
avere un'ottima conoscenza informativa del territorio
5
. Secondo me questa
fondamentale risorsa competitiva anche oggi non va dispersa e anzi si osserva che
1 L'ambiente, per qualsiasi intermediario finanziario, è qualsiasi fatto, circostanza, situazione e
presenza materiale e immateriale, tangibile e intangibile che in via diretta o indiretta possa influire in
modo positivo o negativo l'attività.
2 Definizione data da PADOA-SCHIOPPA T. nel ben lontano 1994 in Profili di diversità nel sistema
bancario italiano, «Bollettino economico», n.22, Banca d'Italia, pp. 27-43.
3 COLOMBO L., TURATI G., La dimensione territoriale nei processi di concentrazione dell'industria
bancaria italiana, «Quaderno dell'istituto di economia e finanza», n.50, novembre 2002.
4 BIANCHI T., Banca e borsa. Un percorso di vita, di studi e di esperienze (2007) pp. 20-35.
5 MURÈ G., Dimensione e processi di crescita, in Fusioni e acquisizioni delle aziende di credito, Atti
del Convegno di Modena, 13-14 aprile 1989, pp. 25-38.
6
questo aspetto, nonostante il periodo di forte globalizzazione, viene oggi ricercata sia
dai gruppi bancari sia dalle grandi banche nazionale, a volte non con buoni risultati.
Il compito dell'ente bancario locale è quello di sostenere le imprese locali, a cui
forniscono le risorse per un'appropriata espansione produttiva. Si tenga presente,
soprattutto, che spesso queste aziende produttive,anche se di piccole e medie
dimensioni, sono il vero e proprio motore della crescita produttiva. Questo fattore
spesso, però, non viene tenuto presente dalle istituzioni nazionali e si riscontra che esse
hanno difficoltà nell'ottenere aiuti finanziari rispetto alle imprese più grandi, soprattutto
dopo il razionamento del credito erogato registrato dopo la nascita dei grandi
intermediari nati dalle fusioni
6
. Inoltre, trovandosi in zone periferiche, le imprese
spesso non hanno nemmeno la copertura delle banche di grandi dimensioni ed essendo
troppo piccole hanno difficoltà nell'accedere al mercato nazionale del credito. Minsky
conferma ciò dichiarando che il principale ruolo della banca locale è quello di sostenere
e facilitare lo sviluppo delle imprese che si trovano nell'area operativa della banca
stessa
7
: anche se è una conclusione ormai datata, oggi per le considerazioni fatte sopra è
ancora attuale. Infatti nel caso italiano le banche di credito cooperativo e le banche
popolari nascono e crescono proprio come una vocazione al sostegno delle piccole
attività produttive della propria area di insediamento
8
.
Il territorio in cui opera la banca è uno degli elementi determinanti per definirla
“locale”, ma cos'è esattamente questo territorio locale? Non esiste una definizione
univoca, ma per comodità assumo che sia un segmento geografico dell'intero mercato
bancario
9
.
Come accennato diverse sono le definizioni e qui ne do un breve resoconto:
6 BECK T., DEMIRGUC-KUNT A., Small and medium-size enterprise: access to finance as a growth
constraint, «Journal of banking & finance», 30 (2006), pp.2931-2943.
7 MINSKY H. P., California banking in a growing economy, «University of California printing dept»,
Berkeley (1965).
8 GIORDANO L., LOPES A., Dimensione, localizzazione e assetto giuridico nell'analisi dell'efficienza del
sistema bancario italiano, «Quaderno Dipartimento di Scienze Economiche, Matematiche e
Statistiche, Università degli Studi di Foggia» vol.7 (2008).
9 Concordando con quando detto da FELICE R. e PAGNINI M., Distance, bank heterogeneity and entry
in local banking markets, «Temi di discussione» Banca d'Italia, n.557 (2005).
7
per Parrillo
10
la definizione di banca locale è molto semplice: è una banca che
non opera a livello nazionale;
per Cavalieri
11
la banca locale esaurisce la sua attività economica in uno spazio
ristretto (definibile in relazione alla qualità e alla quantità di operazioni da essa
svolte) con poche se non addirittura nessuna dipendenza operativa. L'ampiezza
territoriale è uno degli elementi costituenti lo spazio economico, ma non è
l'unico né quello principale per perseguire le condizioni di equilibrio della
banca;
per Dick
12
e Ricci
13
la banca locale ha una dimensione regionale;
per Corigliano
14
l'ente locale ha piccole-medie dimensioni con una vocazione
allo sviluppo dell'imprenditoria locale e simmetrica per dimensione;
per Stolz
15
le banche locali hanno una dimensione provinciale cioè hanno
un'estensione pari a quella dei confini provinciali;
per Landi
16
c'è una differenza tra banca locale e banca regionale: se la regione
ha diversi livelli e gradi di economia locale e diversi contesti socio-culturali,
una banca operante a livello regionale perde i punti di forza che caratterizzano
la banca locale (contestualmente si riducono anche i punti di debolezza). Vi è
invece coincidenza fra i due tipi di banca solo se la regione si caratterizza di una
forte coesione con, al proprio interno, un valore socio-culturale della collettività
e una propria identità economica. In ogni caso è poco frequente, anche se
possibile, che una banca locale possa avere carattere regionale. A livello
provinciale è più facile che vi sia un'omogeneità socio-culturale ed economica
10 PARILLO F., Risparmio e credito al servizio delle economie locali, «Il risparmio», (dicembre 1965),
pp.2179-2195.
11 CAVELIERI E., Spazio economico e possibilità operative della banca locale, «Cooperazione di
credito», n.26-27 (1972).
12 DICK A. A., Market size, service quality and competition in banking, «Journal of money, credit and
banking», vol.39 n.1 (2007), pp. 49-81.
13 RICCI R., Gli impieghi e l'offerta di servizi in funzione della dimensione aziendale, «Bancaria», n. 6
(1989) pp. 11-20.
14 CORIGLIANO R., Banche regionali, servizi di corporate banking e crescita delle imprese in Corporate
banking, credito e finanze delle imprese a cura di CORIGLIANO R. (2006), pp. 229-247.
15 STOLZ R. W., Local banking markets and the relation between structure, prices and nonprices in
rural areas, «Federal Reserve Bank of Minneapolis» (1975).
16 LANDI A., Dimensioni, costi e profitti delle banche italiane, (1990), pp. 23-66.
8
che vale ad attribuire una propria identità peculiare a quel territorio circoscritto
e a configurare un altrettanto peculiare rapporto con la banca locale.
Probabilmente solo a livello comunale la banca, soprattutto quando nella sua
denominazione richiama quella della città o del paese, viene agevolmente
identificata come locale se non addirittura “banca dei residenti”;
per Channon
17
si tratta di banche in grado di prosperare in una ristrettissima
zona geografica in cui vige, però, un elevato livello di fedeltà della clientela;
per Papi
18
l'aspetto dimensionale è importante solo indirettamente in quanto
soltanto nel caso di piccole banche c'è una stretta corrispondenza tra dimensione
e presenza locale. In questo senso risulta chiaro che una piccola banca sarà
sempre anche una banca locale, mentre una banca locale non necessariamente
avrà dimensioni limitate;
per Trotta
19
le banche locali non corrispondono a banche di piccole dimensioni
e quindi la dimensione bancaria non deve essere presa molto in considerazione
(in questo senso c'è una netta discordia con quanto affermato in precedenza da
Papi). A priori non è possibile escludere a priori casi di banche medie o grandi
che svolgono una quota considerevole della loro attività complessiva in una
singola regione
20
;
per Alessandrini
21
una banca locale ha una predominanza operativa circoscritta
territorialmente in quanto una sua caratteristica tradizionale è quella di fondare i
propri rapporti con la clientela in base a rapporti di continuità, fiducia,
disponibilità di informazione e riservatezza delle valutazioni in un ambito
territoriale circoscritto che può essere regionale o subregionale (questo punto
17 CHANNON D. F., Strategia globale per la banca: nuove prospettive per il sistema bancario
internazionale, (1990), pp. 101-140.
18 PAPI L., La competizione tra banche locali e banche nazionali: indicazioni teoriche e riscontri
empirici, in La banca in un sistema locale di piccole e medie imprese a cura di ALESSANDRINI P.
(1994), pp. 23-52.
19 TROTTA A., Il localismo bancario e la credit view: prospettive di sopravvivenza e strategie
competitive per le banche locali in un contesto di globalizzazione finanziaria, (1998), pp. 28-38.
20 Tale annotazione viene anche sostenuta da ZAZZARO A., Quale ruolo per le banche locali,
«Economia Marche», n. 3 (dicembre 1993), pp. 331-356.
21 ALESSANDRINI P., PAPI L., ZAZZARO A., Banks, regions and development, «BNL quarterly review»,
n. 224 (2003), pp. 23-55.
9
verrà comunque approfondito nel capitolo seguente). In un suo recente lavoro
22
,
poi, l'autore fa rientrare la banca locale all'interno di un distretto industriale
dove è più facile che si consolidi un rapporto esclusivo e duraturo tra banca
locale e piccola impresa;
per Carosio
23
la banca locale è legata allo sviluppo e al sostegno di un
particolare tipo di mercato, quello del “distretto marshalliano”, che si
caratterizza per la presenza sul territorio di un numero elevato di imprese
appartenenti allo stesso settore produttivo. La banca locale non solo offre le
risorse finanziarie, ma favorisce lo sviluppo delle esternalità alla base
dell'economia di distretto;
per Ferri
24
e Pagano
25
si tratta di un ente creditizio, in genere di piccole
dimensioni, con sede legale e gran parte della rete distributiva circoscritti a un
determinato contesto amministrativo, come la provincia o la regione;
Ricci
26
in una sua forte affermazione dichiara quanto segue: “l'ampiezza della
zona operativa e le dimensioni economiche senz'altro caratterizzano il ruolo che
una banca può svolgere nell'ambito di un'economia nazionale, ma non
rappresentano una condizione sufficiente affinché tale ruolo sia svolto
effettivamente”.
In aggiunta le autorità locali spesso indicano come banche locali quelle di grandezza
provinciale
27
.
Vi è poi il caso di banche nate come locali che successivamente si sono espanse a
livello nazionale e internazionale: queste hanno un particolare legame con la comunità
22 ALESSANDRINI P., PRESBITERO A. F, ZAZZARO A., Banche e imprese nei distretti industriali,
«Quaderni di ricerca, Dipartimento di Economia, Università degli Studi di Ancona», n.309 (2008),
pp.5-47.
23 CAROSIO G., Convegno Centenario del Credito Valtellinese. Tavola rotonda: banche e territorio.
Sondrio 12 luglio 2008.
24 CESARINI F., FERRI G., GIARDINO M., Introduzione, in Credito e sviluppo: banche locali cooperative
e imprese minori, (1997) pp. 59-147.
25 PAGANO M., Banche e distretti industriali: una relazione speciale?, in Lo sviluppo locale a cura di
SIGNORINI L. F. (2000) pp.50-82.
26 RICCI R., Localismo economico e bancario, «Banche e banchieri», vol.11 (1984), pp.899-920
27 Cfr. Felici, Pagnani.