Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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Capitolo 1
L’errore in Radioterapia
Le molteplici fasi che compongono un trattamento radioterapico possono essere
soggette a diversi tipi di errore. Tali errori, singolarmente o in varia misura tra loro
combinati, possono compromettere in parte la buona riuscita della radioterapia, il cui
scopo è quello di uccidere tutte le cellule tumorali vitali, mediante la somministrazione di
una determinata dose di radiazioni a un definito volume corporeo bersaglio,
danneggiando il meno possibile i tessuti sani circostanti.
In questo capitolo sono descritte le principali fonti di incertezza geometrica che
intervengono nel processo radioterapico a fasci esterni, in particolare le incertezze di
posizionamento (set-up) del paziente.
1.1 Errori di set-up in radioterapia
Nel processo radioterapico si possono distinguere due tipi di incertezze geometriche
(3,4)
:
quelle rilevabili durante la pianificazione del trattamento e quelle rilevabili durante
l’esecuzione dello stesso.
Nella pianificazione del trattamento le principali fonti di incertezza sono dovute alla non
corretta delineazione dei volumi di interesse sulla tomografia comuputerizzata (TC) di
centraggio, imputabili alla soggettività della procedura di contornamento. Infatti la
definizione dei volumi effettuata dal medico radioterapista è una procedura “operatore-
dipendente” e quindi soggetta ad una variabilità intra/inter operatore, che può essere
ulteriormente influenzata dalla tecnica di imaging utilizzata (il GTV definito su
un’immagine TC può apparire sensibilmente differente dal GTV definito, ad esempio, su
un’immagine RM) e dai movimenti d’organo durante la scansione TC. In questa fase
possono inoltre intervenire imprecisioni legate alle limitazioni delle modalità di imaging,
come il fatto che le immagini TC hanno una risoluzione limitata, in particolare lungo la
direzione perpendicolare al piano delle sezioni (slices): ciò comporta un effetto di
volume parziale che può inficiare la corretta delineazione del target.
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Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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Anche l’esecuzione del trattamento radioterapico, così come la fase di pianificazione,
può essere soggetta a molteplici errori, i principali dei quali sono rappresentati dagli
errori di set-up. Questi possono essere definiti come un disallineamento fra la posizione
del paziente e quella dei fasci radianti rispetto a quanto previsto dal piano di trattamento
Le principali sorgenti di errori di set-up possono essere distinte in quattro categorie:
1. errori di tipo meccanico (computer, collimatore, timer, otturatore delle unità,
allineamento errato dei laser): tendono ad essere gravi perchè sistematici. Sono
pertanto imperativi, per i tecnici, i fisici e per il personale specializzato, i controlli e gli
interventi di manutenzione di tutti gli apparecchi, a scadenze periodiche in rapporto alla
probabilità di anomalie;
2. errori legati a variazioni anatomiche del paziente (perdita o aumento di peso,
riduzione del tumore, mobilità dei markers cutanei e degli organi interni);
3. errori legati ai sistemi di immobilizzazione del paziente;
4. errori commessi dal TSRM nell’allineamento del paziente con i fasci laser (la cui
entità dipende dall’esperienza del tecnico e dal tempo a disposizione per il
posizionamento). Sono spesso occasionali, quindi potenzialmente meno gravi, a meno
che non vengano ripetuti, ad esempio per cattiva comprensione dei parametri
fondamentali del trattamento (limiti del campo, impiego di schermi o filtri): in tal caso
diventano sistematici.
Possono inoltre aggiungersi eventuali inaccuratezze nella valutazione degli errori di set-
up dovute ad imprecisioni nella registrazione tra l’immagine di riferimento e quella
portale.
Di seguito è riportato uno schema riassuntivo riguardo alle principali fonti di errore in
Radioterapia.
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Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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INCERTEZZE DI TRATTAMENTO
NELLA PIANIFICAZIONE NELL’ESECUZIONE
Delineazione dei volumi di interesse Errori di set-up
Errori di tipo meccanico
Errori commessi dal medico
radioterapista Errori legati al paziente
Tecnica di imaging utilizzata Errori legati ai sistemi
di immobilizzazione
Errori commessi dal fisico
Errori commessi dal
tecnico di radioterapia
Movimenti degli organi e
modificazioni del target
Movimenti del paziente
1.1.1 Errori di set-up sistematici e casuali
Gli errori di set-up sono caratterizzati da due componenti principali
(5)
: una componente
di tipo sistematico ( Σ) ed una di tipo casuale ( σ).
1. Componente sistematica: è definita come la deviazione media tra la geometria di
irradiazione, per un trattamento frazionato, e la geometria del piano di trattamento.
Questo tipo di errore si presenta, con la stessa entità, e nella stessa direzione e verso,
in tutte le frazioni di trattamento di un singolo paziente (può essere dovuto, ad esempio,
alla realizzazione di un tatuaggio di allineamento sul paziente in un punto diverso
rispetto alla posizione del marker radiopaco, con conseguente non corrispondenza tra
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Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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allineamento individuato in fase di pianificazione del trattamento e quello individuato in
fase di simulazione). L’errore sistematico può essere identico per un gruppo di pazienti,
ad esempio nel caso di un errore meccanico del simulatore o dell’unità di trattamento
(come un allineamento dei laser non corretto o un’inclinazione del supporto porta-
paziente), determinando così un errore della stessa entità durante la terapia di diversi
pazienti.
2. Componente casuale (o random): è definita come la dispersione della distribuzione
delle deviazioni delle variazioni giornaliere tra la geometria di irradiazione e la
geometria del piano di trattamento. Questi errori presentano entità, direzione e verso
differenti da frazione a frazione e sono dovuti principalmente ad imprecisioni nel
riposizionamento giornaliero del paziente e ai movimenti del paziente durante una
frazione di trattamento.
1.1.2 Implicazioni cliniche degli errori sistematici e casuali
Lo scopo di un piano radioterapico è quello di raggiungere la massima probabilità di
controllo della malattia, minimizzando la probabilità di provocare danni ed effetti
collaterali ai tessuti sani circostanti.
Ciò è evidente nel grafico che segue, che mostra come la curva di probabilità di
controllo tumorale (TCP o Tumour Control Probability) e quella di complicazioni per i
tessuti sani (NTCP o Normal Tissues Complication Probability) seguano entrambe un
andamento sigmoidale; nell’area compresa tra di esse si trova la finestra terapeutica,
rappresentante il vantaggio del trattamento, ovvero la massima probabilità di controllo
tumorale in assenza di complicazioni.
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Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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Fig.1.1 Grafico rappresentante le curva TCP (dipende dalle caratteristiche biologiche e
radiobiologiche del tumore ed è indicativa di come questo risponderà alla terapia), e la curva
NTCP (dipende dalle caratteristiche degli organi a rischio)
La combinazione delle componenti, sistematica e casuale, degli errori di set-up,
provoca la riduzione della percentuale di probabilità di controllo tumorale (TCP) ed il
conseguente aumento della probabilità del numero e della gravità di effetti indesiderati
agli organi sani, adiacenti al tumore (NTCP).
La componente casuale (random) degli errori di set-up provoca un effetto minore sulla
probabilità di controllo tumorale, rispetto alla componente sistematica
(6,7)
; infatti, gli
errori sistematici, causando uno spostamento geometrico del target rispetto ai fasci
radianti che si ripresenta sempre con la stessa entità e nella stessa direzione e verso
per ogni frazione di trattamento, provocano sottodosaggi o sovradosaggi che per ogni
frazione si ripetono sempre sulla medesima zona del volume bersaglio. Ciò può
comportare variazioni rilevanti rispetto alla geometria della distribuzione di dose
pianificata; gli errori casuali, invece, avendo una direzione e un verso differenti da
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Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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frazione a frazione, provocano sovradosaggi a zone diverse del volume bersaglio nel
corso delle varie frazioni.
Da ciò si può dedurre che, se si riuscisse a misurare e a correggere la componente
sistematica di uno spostamento, sarebbe possibile ridurre i margini nella pianificazione;
si potrebbe allora effettuare un aumento della dose somministrata al volume bersaglio
senza aumentare la probabilità di radiotossicità agli organi a rischio circostanti. Questo
è l’obiettivo che si prefiggono le nuove metodiche e le tecnologie di recente
implementazione, di cui di discuterà in dettaglio nei capitoli successivi.
1.2 Giustificazione clinica della IGRT
Gli sviluppi tecnologici degli ultimi anni hanno permesso di raggiungere continui
progressi nelle modalità di somministrazione in radioterapia a fasci esterni, ottenendo
una sempre maggiore conformazione delle isodosi attorno ai volumi bersaglio. Ciò ha
consentito di aumentare in sicurezza la dose prescritta al tumore, permettendo di
migliorare il controllo locale della malattia risparmiando al contempo sovradosaggi ai
tessuti sani, e di conseguenza migliorare la qualità di vita dei pazienti sottoposti ad un
trattamento radioterapico
(8,9)
. La rapida caduta di dose al di fuori del target associata
alle tecniche radioterapiche con elevata componente conformazionale, ha portato
all’esigenza di una più accurata delineazione del target stesso in fase di pianificazione,
e ad una sua accurata localizzazione prima del trattamento, in modo da evitare
sottodosaggi
(10)
.
La necessità di accuratezza nella localizzazione del target aumenta ulteriormente
quando il numero di frazioni viene ridotto e l’intensità della dose erogata aumenta, come
nel caso della radioterapia stereotassica extracranica.
Tali esigenze hanno portato allo sviluppo della radioterapia guidata dalle immagini
(Image-Guided RT, IGRT), che si riferisce all’acquisizione di una serie di immagini del
paziente posizionato sul lettino di trattamento, allo scopo di individuare e correggere
eventuali errori di posizionamento prima di somministrare la frazione di trattamento
radiante. Le metodiche IGRT sono così entrate recentemente nella routine clinica al fine
di posizionare correttamente il volume bersaglio al momento dell’irradiazione.
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Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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L’imaging ha da sempre giocato un ruolo chiave nel garantire l’accuratezza del
trattamento radioterapico. L’approccio convenzionale prevede l’acquisizione di immagini
radiografiche di verifica (immagini portali) ottenute su pellicola o su Electronic Portal
Image Device (EPID) mediante fasci di raggi x a megavoltaggio generati dall’unità di
trattamento stessa. Per una migliore localizzazione del tumore con approccio
radiografico possono in alcuni casi (come ad esempio per il trattamento del cancro
prostatico) essere impiantati markers radiopachi all’interno o vicino al tumore
(11,12)
.
Attualmente, per superare le limitazioni legate allo scarso contrasto presente nelle
immagini radiografiche a megavoltaggio, sono state sviluppate tecnologie che
consentono di ottenere immagini TC del paziente sul lettino di trattamento, con fasci
generati dall’unità di trattamento stessa (MV TC, soluzione adottata per Tomotherapy),
o con fasci prodotti da tubi a raggi x a chilovoltaggio fissati al gantry dell’unità di
trattamento mediante bracci robotici (kV Cone-Beam CT, soluzione adottata da Varian
Medical Systems, Elekta Oncology, Siemens). Quest’ultima tecnologia consente inoltre
di ottenere per qualunque angolazione del gantry immagini a chilovoltaggio
radiografiche, oltre che fluoroscopiche che permettono monitorare la posizione del
volume bersaglio in tempo reale. Esistono inoltre sistemi per IGRT che sfruttano la
tecnologia ad ultrasuoni.
Le immagini di verifica ottenute vengono confrontate con le relative immagini di
riferimento, costituite dalle “Digitally Reconstructed Radiographies” (DRR) nel caso di
immagini di verifica radiografiche o dalla TC di pianificazione nel caso di immagini di
verifica volumetriche. Si applica una procedura di co-registrazione automatica o
manuale, al fine di determinare gli scostamenti (shift) rispetto al posizionamento
pianificato, che possono essere corretti mediante movimenti del lettino di trattamento.
La IGRT ha aumentato la consapevolezza degli errori di set- up e di movimento durante
e tra le frazioni di un trattamento radiante. E’ stata osservata una sostanziale variabilità
giornaliera nella posizione del tumore in rapporto allo scheletro; in pazienti trattati sotto
monitoraggio fluoroscopico sono state osservate variazioni interpaziente, intrapaziente
ed intrafrazione nel movimento dei tumori del polmone e del fegato causate della
respirazione, e la complessità dei movimenti dovuti agli atti respiratori è apparsa molto
evidente
(13)
. Sono state anche osservate variazioni nella posizione basale del tumore in
pazienti con cancro polmonare ed epatico, trattati con apnee ripetute per immobilizzare
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il tumore, il che ha fornito un’indicazione per la necessità di IGRT giornaliera nel
trattamento di tumori sotto apnea
(14,15)
. Sono stati inoltre osservati significativi errori di
posizionamento per la prostata di uomini obesi (errori sistematici e random nella
direzione laterale di 11,4 e 42 mm rispettivamente), il che ha evidenziato la necessità di
adottare la tecnica IGRT per ridurre gli errori di set-up in tale popolazione
(16)
. E’ stato
dimostrato per molti siti corporei, che la IGRT riduce gli errori di set-up ed il volume dei
tessuti sani adiacenti al target che sarebbe necessario irradiare per non rischiare di
sottodosare il target. La guida attraverso immagini volumetriche (Cone-beam CT kV o
MV, o Tomoterapia MV) può ridurre il volume di tessuto sano irradiato nei tumori della
prostata, del polmone, del fegato, della vescica e della regione testa-collo
(17,18)
. Oltre
agli errori di set-up e al movimento degli organi, è possibile misurare mediante
acquisizioni volumetriche effettuate sull’unità di trattamento i cambiamenti nella forma e
nel volume di tumore e tessuti sani. In alcuni casi questi cambiamenti sono consistenti,
e l’uso della IGRT riduce la possibilità di un impatto negativo sulle dosi somministrate.
Numerosi studi hanno dimostrato che nei pazienti con cancro nella regione testa-collo,
la perdita di peso ha portato ad un aumento della dose al midollo che non sarebbe stato
rilevato in assenza di un frequente monitoraggio attraverso l’imaging durante la
terapia
(19)
. Un altro studio ha dimostrato che l’impiego della IGRT e della ri-
pianificazione adattativa nel cancro del polmone ha ridotto in media del 21% il volume di
polmone sano che riceve 20 Gy o più, con una conseguente riduzione del rischio di
radiotossicità
(20)
.
Poiché la diffusione degli acceleratori lineari dotati di strumentazione per IGRT
volumetrica è relativamente recente, i primi studi clinici multicentrici che comprendono
la IGRT sono ancora in corso, ma ci si attende che al miglioramento nella precisione
geometrica introdotta dalla IGRT conseguano benefici clinici in termini di aumento del
controllo locale della malattia e di riduzione della tossicità ai tessuti sani irradiati
(21)
.
Poiché le tecnologie guidate dalle immagini forniscono maggiore sicurezza e affidabilità
nella somministrazione della dose, le dosi erogate possono essere verificate e
documentate dando origine ad una minor variabilità nella dose somministrata all’interno
di una popolazione.
I casi clinici che più frequentemente traggono beneficio dalla IGRT sono quelli in cui: il
tumore è strettamente confinante con i tessuti sani circostanti; la dose richiesta per
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Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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controllare il tumore è più alta rispetto ai livelli di tolleranza dei tessuti adiacenti; le
conseguenze degli errori di posizionamento sono gravi; i movimenti degli organi e gli
errori di set-up sono abbastanza grandi. Per esempio, i pazienti trattati con tecniche
avanzate come radioterapia conformazionale, radioterapia ad intensità modulata (IMRT)
e radioterapia stereotassica dovrebbero trarre beneficio dalla IGRT. Anche tumori del
torace e dell’addome superiore e tumori in pazienti obesi che si muovono in maniera
sostanziale, dovrebbero trarre beneficio dalla IGRT. Altre regioni che dovrebbero
beneficiare della IGRT includono: tumori testa-collo, sarcomi paraspinali e retrospinali e
tumori della prostata. Situazioni invece che non necessitano della IGRT sono tutti quei
casi dove il controllo locale è eccellente nonostante l’irradiazione a basse dosi e nel
caso della radioterapia palliativa, oppure anche in tumori della pelle.
Un’applicazione promettente della IGRT è la possibilità di escalation selettiva della dose
alla lesione intra-prostatica dominante, mantenendo nel contempo dosi diverse nel resto
del PTV. Studi recenti hanno mostrato che l’irradiazione anche di una porzione della
lesione intra-prostatica a dosi molto alte potrebbe essere sufficiente per incrementare in
modo significativo la probabilità di controllo locale: Ghizelan et al.
(22)
infatti, utilizzando
tecniche di ottimizzazione basate sulla dose uniforme equivalente (EUD) mostrano un
possibile aumento medio del 13% nella dose di prescrizione se si applicano tecniche
IGRT rispetto a tecniche convenzionali, con il mantenimento della EUD nella parete
rettale entro un livello considerato sicuro.
Alcuni studi hanno cercato di valutare l’impatto delle incertezze geometriche nei
trattamenti ipofrazionati: Song et al.
(23)
hanno mostrato che l’effetto negativo sulla
probabilità di controllo del tumore (TCP) dovuto alle incertezze geometriche è maggiore
nei regimi di ipofrazionamento rispetto a quelli convenzionali, a meno che vengano
utilizzate tecniche IGRT.
Analogamente, Craig
(24)
ha dimostrato che ad un minor numero di frazioni
radioterapiche è associato un maggiore impatto delle incertezze geometriche sulla dose
erogata. Per questa ragione l’uso di tecniche IGRT dovrebbe essere mandatario nei
regimi di ipofrazionamento.
In conclusione, i benefici clinici della IGRT sono promettenti e stanno solo cominciando
ad essere realizzati. Prima dell’implementazione clinica della IGRT è necessario
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Capitolo 1. L’errore in Radioterapia
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mettere a punto nuove procedure per l’assicurazione della qualità e la formazione del
personale, e protocolli per la correzione degli scostamenti rilevati.
1.2.1.Strategie di correzione in letteratura
Esistono tre metodologie generali per la correzione degli errori di set-up sotto guida
delle immagini: correzioni ‘off-line’, correzioni ‘on-line’ e correzioni ‘intra-fraction’.
I protocolli di correzione off-line prevedono l’acquisizione di immagini di verifica
relative alle prime frazioni di trattamento senza apportare nessuna correzione; sulla
base degli scostamenti rilevati tra tali immagini e le immagini di riferimento si stima
l’errore sistematico, e viene definita una correzione applicata poi per tutte le frazioni
successive. Il razionale della strategia di correzione off-line, che non tiene in
considerazione l’errore random, sta nel fatto che l’errore sistematico ha il maggior
impatto. Il punto chiave per l’applicazione di un protocollo di correzione off-line è la
scelta del numero di immagini di verifica da acquisire per la stima dell’errore
sistematico: se da un lato un numero troppo piccolo di immagini non permette di stimare
in modo accurato l’errore sistematico, dall’altro un numero troppo grande di immagini fa
sì che la correzione possa essere applicata troppo tardi nel corso del trattamento
perchè si possa trarre beneficio dalla stessa. La maggior parte dei dati della letteratura
definisce il numero di immagini da acquisire per l’attuazione di adeguati protocolli di
correzione in un range variabile fra 3 e 5
(25)
.
I protocolli di correzione on-line prevedono l’acquisizione e la valutazione
(mediante co-registrazione con le immagini di riferimento) delle immagini di verifca del
posizionamento prima di ogni seduta di trattamento radiante, con correzioni effettuate
prima dell’erogazione sulla base di soglie prestabilite. Con tale approccio, dunque, il
set-up del paziente è verificato ed eventualmente corretto prima di ciascuna frazione di
trattamento. Il razionale della correzione on-line sta nel fatto che tale modalità consente
un’efficiente correzione degli errori casuali oltre a quelli sistematici misurati e non
stimati.
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