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Introduzione
Considerazioni generali
L'impatto ambientale dell’irrigazione è una questione di crescente importanza per
l’agricoltura. Il tipo di irrigazione, la quantità di acqua necessaria e le aree di terra
irrigate sono cambiate notevolmente negli ultimi decenni. Questo ha dato luogo ad una
serie di impatti ambientali significativi:
inquinamento dell’acqua dovuto all’utilizzo di fertilizzanti e pesticidi;
esaurimento degli acquiferi per l’estrazione di acqua per uso irriguo;
aumento della desertificazione dei suoli;
salinizzazione delle risorse idriche sotterranee.
Tutti queste problematiche, associate al potenziale impatto del cambiamento climatico,
portano alla perdita di resilienza dell’ecosistema. In altre parole, lo sfruttamento
eccessivo delle risorse idriche e quindi un orientamento dell’agricoltura alla
specializzazione e all’intensificazione produce, oltre all’esaurimento delle risorse
idriche, un impatto sull’ecosistema che diventa sempre più vulnerabile perdendo la
capacità di adattarsi ai cambiamenti.
Purtroppo molto spesso i cambiamenti dell’agricoltura non vengono messi in relazione
con il problema delle risorse idriche, né essi vengono inquadrati all’interno
dell’ecosistema. In realtà è fondamentale conoscere come un ecosistema reagisce ai
cambiamenti, perché quando un ecosistema perde il proprio equilibrio tende ad evolvere
verso uno nuovo, che difficilmente è prevedibile.
È necessario entrare in questa visione più ampia se si vuole bene al proprio territorio e
se si vuole garantire un futuro migliore alle prossime generazioni.
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Obbiettivo dello studio
Nella Murgia le acque sotterranee rappresentano la maggiore fonte di
approvvigionamento per l’agricoltura.
L'irrigazione può avere due scopi principali in relazione alla produzione agricola:
può aumentare la quantità di output;
può migliorare la qualità della produzione, ad esempio può prevenire i danni
dalle temperature estreme.
Questo ha comportato un uso eccessivo della risorsa idrica in forma incontrollata e
abusiva.
Gli obiettivi dello studio sono:
! studiare l’evoluzione dell’agricoltura (1815 – 2010): conoscere le colture che
hanno sempre caratterizzato l’agricoltura murgiana, valutare i cambiamenti che
maggiormente l’hanno caratterizzata (abbandono di colture tradizionali a favore
di altre più redditizie; introduzione di nuove di tecnologie, cambiamenti dovuti a
nuovi orientamenti economici);
! analizzare l’utilizzo dell’acqua in agricoltura;
! valutare se l’uso incontrollato di acqua per l’agricoltura può essere
economicamente giustificato.
Lo studio condotto è stato articolato essenzialmente in quattro fasi:
rilevamento dei dati storici;
digitalizzazione dei dati storici cartacei;
analisi ed interpretazione dei dati;
elaborazione di grafici cartesiani e carte tematiche, utili ad identificare le
variazioni dell’uso del suolo e l’utilizzo delle risorse idriche sotterranee.
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Capitolo 1
L’AREA DI STUDIO
L’analisi multitemporale e l’individuazione dei trend relativi alle trasformazioni
dell’uso delle risorse idriche in agricoltura sarà effettuato con riferimento all’unità
idrogeologica della Murgia. In particolare l’area di studio comprende i 48 comuni che
prima dell’istituzione della provincia di Barletta-Andria-Trani rientravano nella
provincia di Bari. Mancano all’appello alcuni comuni del Sud-est della Murgia.
Figura 1.1 – Corpi idrici sotterranei significativi della Puglia
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1.1 Inquadramento geografico
Figura 1.2 – Vista da satellite dell’area di studio nel contesto italiano
Figura 1.3 – Vista da satellite dell’area di studio
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Figura 1.4 – Carta dell’area di studio con i comuni analizzati, individuati dal codice
provinciale e comunale utilizzato dall’ISTAT nel quinto censimento
dell’agricoltura (2001)
Dal punto di vista idrogeomorfologico l’area di studio include due ambiti distinti: la
Puglia centrale e l’Alta Murgia.
La Puglia Centrale è delimitata principalmente dagli elementi morfologici costituiti
dalla linea di costa e dal gradino murgiano nord-orientale, individuabile nella fascia
altimetrica, compresa tra i 350 e i 375 metri sul livello del mare, in cui si ha un
infittimento delle curve di livello e un aumento delle pendenze. Questa fascia
rappresenta la linea di demarcazione tra il paesaggio della Puglia centrale e quello
dell’Alta Murgia sia da un punto di vista dell’uso del suolo, sia della struttura
insediativa. A sud e ad ovest, a causa della mancanza di delimitazioni morfologiche
evidenti, sono stati considerati prevalentemente i confini comunali. Il perimetro che
delimita l’ambito segue, a Nord-Ovest, i confini dei comuni della Valle dell’Ofanto,
Canosa di Puglia e Barletta.
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L’ambito dell’Alta Murgia è caratterizzato dalla dominante costituita dall’altopiano e
dalla prevalenza di vaste superfici a pascolo e a seminativo che si sviluppano fino alla
fossa bradanica. L’Alta Murgia è delimitata dagli elementi morfologici costituiti dai
gradini murgiani nord-orientale e sud-occidentale che rappresentano la linea di
demarcazione netta tra il paesaggio dell’Alta Murgia e quelli limitrofi della Puglia
Centrale e della Valle dell’Ofanto, sia da un punto di vista dell’uso del suolo, sia della
struttura insediativa. A Sud-Est, non essendoci evidenti elementi morfologici, o netti
cambiamenti dell’uso del suolo, si sono considerati prevalentemente i confini comunali.
Il perimetro che delimita l’ambito segue, a Nord-Ovest, i confini regionali.
L’intero altopiano delle Murge rappresenta una unità geologicamente definita e
nettamente distinta da quelle ad essa confinanti, la variabilità altimetrica che esso
presenta nonché il differente livello di occupazione antropica e il conseguente stato di
alterazione della naturalità del paesaggio, inducono a differenziare, all’interno dello
stesso altopiano, l’ambito della Murgia alta da quello della Murgia bassa.
Questa distinzione, già presente da molti anni nel linguaggio comune relativo a tali
territori, è stata anche di recente formalizzata con la istituzione del “Parco Nazionale
dell’Alta Murgia” (d.p.r. 10/03/2004). Mentre nell’Alta Murgia sono prevalenti le forme
denudate della roccia calcarea cretacea (unica litologia affiorante), che danno origine a
brulle distese rocciose, solcate da depressioni, doline e valli cieche a fondo
prevalentemente piatto e versanti dolcemente raccordati, in quello della bassa Murgia
sono invece diffuse le aree dissodate e regolarizzate degli affioramenti rocciosi calcarei
(ma anche calcarenitici e sabbioso-argillosi), quasi sempre messe a coltura, solcate da
incisioni fluvio-carsiche con recapito a mare (Lame) più o meno regolarmente
spazieggiate.
Il limite fisico tra i due ambiti, di norma, non è mai chiaramente circoscrivibile, essendo
i caratteri specifici di ciascun ambito spesso fortemente compenetrati. In prima
approssimazione è possibile farlo coincidere con la quota altimetrica di 300 metri s.l.m.
(Piano paesaggistico territoriale regione Puglia)
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1.2 Descrizione geomorfologica della Puglia Centrale
Dal punto di vista geomorfologico, questo ambito individua una estesa superficie
rocciosa, uniformemente degradante verso il mare per mezzo di una serie di terrazzi
raccordati da scarpate più o meno evidenti, aventi allungamento parallelo a quello della
linea di costa.
Dal punto di vista idrografico, i bacini del versante adriatico delle Murge, con corsi
d’acqua tipo “Lame” sono caratterizzati dalla presenza di un’idrografia superficiale di
natura fluvio-carsica, costituita da una serie di incisioni e di valli sviluppate sul
substrato roccioso prevalentemente calcareo o calcarenitico, e contraddistinte da un
regime idrologico episodico. Tale condizione è conseguenza dell’elevata permeabilità
dello stesso substrato carbonatico, che favorisce di regola l’infiltrazione delle acque
meteoriche, e che solo in concomitanza di eventi pluviometrici rilevanti dà origine a
deflussi superficiali che interessano l’alveo di queste incisioni. Tutti questi corsi
d’acqua hanno origine sulle alture dell’altopiano murgiano, dove la rete di drenaggio
appare nel complesso più densa e ramificata, con percorsi generalmente poco tortuosi e
non privi di discontinuità morfologiche, che scendono verso il mare Adriatico.
L’inviluppo dei bacini imbriferi forma una superficie “a ventaglio” con apice
grossomodo in corrispondenza dell’abitato di Bari. (Piano paesaggistico territoriale
regione Puglia)
1.3 Descrizione geologica - geomorfologica dell’Alta Murgia
L’ambito delle Murge alte è costituito, dal punto di vista geologico, da un’ossatura
calcareo-dolomitica radicata, spessa alcune migliaia di metri, coperta a luoghi da
sedimenti relativamente recenti di natura calcarenitica, sabbiosa o detritico-alluvionale.
Morfologicamente, delineano una struttura “a gradinata”, avente culmine lungo un’asse
diretto parallelamente alla linea di costa, e degradante in modo rapido ad ovest verso la
depressione del Fiume Bradano, e più debolmente verso est, fino a raccordarsi mediante
una successione di spianate e gradini al mare adriatico.
L’idrografia superficiale è di tipo essenzialmente “episodico”, con corsi d’acqua privi di
deflussi se non in occasione di eventi meteorici molto intensi. La morfologia di questi
corsi d’acqua (le “lame” ne sono un tipico esempio), è quella tipica dei solchi erosivi
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fluvio-carsici, ora più approfonditi nel substrato calcareo, ora più dolcemente raccordati
alle aree di interfluvio, che si connotano di versanti con roccia affiorante e fondo piatto,
spesso coperto da detriti fini alluvionali (terre rosse).
Le tipologie idrogeomorfologiche che caratterizzano l’ambito sono essenzialmente
quelle dovute ai processi di modellamento fluviale e carsico, e in subordine a quelle di
versante. Tra le prime sono da annoverare le “doline”, tipiche forme depresse originate
dalla dissoluzione carsica delle rocce calcaree affioranti, tali da arricchire il pur blando
assetto territoriale con locali articolazioni morfologiche, spesso ricche di ulteriori
particolarità naturali, ecosistemiche e paesaggistiche (flora e fauna rara, ipogei,
esposizione di strutture geologiche, tracce di insediamenti storici, esempi di opere di
ingegneria idraulica, ecc). Tra le forme di modellamento fluviale, merita segnalare le
valli fluviocarsiche (localmente dette “lame”, che solcano con in modo netto il tavolato
calcareo, con tendenza all’allargamento e approfondimento all’avvicinarsi allo sbocco a
mare). Strettamente connesso a questa forma sono le “ripe fluviali” delle stesse lame,
che rappresentano nette discontinuità nella diffusa monotona morfologia del territorio,
che contribuiscono ad articolare e variegare l’esposizione dei versanti e il loro valore
percettivo nonché ecosistemico. (Piano paesaggistico territoriale regione Puglia)
1.4 Clima
Lungo il litorale barese il clima è tipicamente mediterraneo con inverni miti ed estati
caldo aride. Spostandosi verso l’interno, nelle Murge basse, le aree pianeggianti
risentono ancora dell’azione mitigatrice del mare che conferisce un clima tipicamente
mediterraneo con inverni miti ed estati calde. Nelle aree più interne, il clima risulta
medio temperato. Le precipitazioni piovose non sono abbondanti ma ben distribuite nel
corso dell’anno. Solo sulla costa si hanno periodi di siccità in estate.
Il territorio dell’Alta Murgia è caratterizzato da un clima continentale con inverni freddi
ed estati calde. Le precipitazioni piovose annuali, sono ben distribuite durante tutto il
corso dell’anno. (Piano paesaggistico territoriale regione Puglia)
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1.5 Inquadramento idrogeologico della Murgia
La Murgia è costituita, praticamente per intero, dalla formazione carbonatica del
Cretaceo (calcari, calcari dolomitici e dolomie); solo in limitate aree affiorano sedimenti
trasgressivi argillo-sabbiosi e calcarenitici del Quaternario. La formazione cretacea
costituisce un unico acquifero, avente un grado di permeabilità molto variabile perché
influenzato dalla distribuzione spaziale di facies carbonatiche a diverso grado di
carsificabilità. Tutto il territorio murgiano, ed in particolare le aree topograficamente
più elevate ove domina l’ambiente di carso esposto, contribuisce ad alimentare il più
importante serbatoio d’acqua sotterranea della Puglia, con un volume annuale di quasi
1.500 . Partendo da quote piezometriche intorno ai 200 m s.l.m., la falda carsica
defluisce verso le coste con una cadente variabile tra il 2 e l’8 ‰
,
alimentando sorgenti
costiere, anche sottomarine, prevalentemente di tipo concentrato. Una rilevante parte del
deflusso (stimata intorno ai 10 /s), seguendo la rete di canali carsici sviluppati secondo
la direzione appenninica, si trasferisce nel contiguo acquifero salentino.
Figura 1.5 – Carta geologica della Murgia. Legenda: 1) Calcari e Calcari dolomitici
del Cretaceo; 2) Coperture post Mesozoiche.