Le cabine bagno chimico di marchio Sebach® movibili e la produzione di cabine bagni
chimici sul mercato mondiale, offrono una visuale panoramica abbastanza ampia e
varia del prodotto, ma, a livello specifico di ogni singola cabina, dopo un attenta analisi,
sono stato portato progettualmente a semplificare e meccanicizzare il prodotto,
cercando di mettere in evidenza quei componenti che mi sono stati di aiuto per affron-
tare le problematiche inerenti al miglioramento e alla facilità d’uso da parte
dell’utente.
Il fulcro progettuale del mio percorso di studio, ha tenuto sempre l’utente come punto
iniziale di ogni fase progettuale analizzando l’ergonomia dell’oggetto, i modi d’uso,
quindi il rapporto uomo/macchina e le problematiche scaturite da tale rapporto.
Obbiettivo del mio progetto: facilitare il trasporto della cabina, ridurre al massimo le
dimensioni in eccesso per riuscire quindi a limitarne l’ingombro, facilitare da parte
dell’incaricato il compito di carico e scarico della cabina bagno.
Le criticità riscontrate:
- trasporto
- ingombro
- illuminazione
Le soluzioni proposte:
- meccanicizzazione del nuovo prodotto in modo da fornire un minor ingombro nel
trasporto e la possibilità quindi di avere un maggior carico di cabine nello stesso
spazio di trasporto
- facile apertura/chiusura della cabina anche da parte dell’utente; interagire con il
prodotto
- visualizzazione del sistema di “libero/occupato”
Il risultato: una cabina W.C con un semplice sistema meccanico di apertura e
chiusura,illuminazione, ingombro minimo.
INTRODUZIONE
1. 2 Concetto di Privacy e comparsa dei primi bagni�
Non c’è religione al mondo che non abbia espresso punti di vista e insegnamenti riguardi
al corpo, al sesso, alla nascita, alla morte, alle malattie, alle mestruazioni, all’evacuazione
e alla pulizia. L’unico elemento di certezza in questo settore dell’esistenza umana è
sempre stato rappresentato da quei processi corporali naturali e indipendenti dalla
nostra volontà, sui quali non possiamo esercitare alcun controllo, che ci piaccia o no.
L’utilizzo dei risultati dell’evoluzione tecnologica, com’è facile constatare, è essenzialmen-
te in funzione della domanda sociopolitica. Elemento basilare che incide sul nostro com-
portamento in fatto di igiene personale è costituito dalla domanda: “Perchè ci preoccupia-
mo della nostra igiene personale?”. L’unica risposta realistica è la seguente: “A causa
degli altri”. Gli effetti degli argomenti di questa mia trattazione sono di particolare impor-
tanza. Il fatto che anche il concetto di “Privacy”, così diffuso al giorno d’oggi, sia un
evoluzione relativamente recente, è legata da un lato a possibilità concrete di isolarsi
dagli altri e, dall’altro, a comportamenti imposti dalla religione nell’arco degli ultimi
duecento anni. La defecazione, ad esempio, non era sempre un affare privato ma veniva
addirittura considerata un momento adatto per i rapporti sociali. “Re, Principi e perfino
generali la consideravano un trono dal quale concedere udienze. Fu ritenuto un grande
onore per Lord Portland, Ambasciatore alla Corte di Luigi XIV, l’esser stato così ricevuto,
e fu da quel trono che Luigi annunciò il suo imminente matrimonio con Mme de Mainte-
non”.
Anche quando la Privacy, divenne un fatto importante, non c’era molto che si potesse fare
per mimetizzare il gabinetto esterno, anche se nelle città la via d’accesso veniva nascosta
da un pergolato e abbellita il più possibile. Nelle zone rurali la costruzione era nascosta da
girasoli, che però ne segnalavano inequivocabilmente la presenza. Ma a seguito della forte
ondata di urbanizzazione del Secolo scorso, anche questa Privacy familiare divenne
difficile da rispettare. Le prime strutture installate in forma stabile, munite di alimentazio-
ne e di scarico, erano per lo più collettive: si trattava di solito di un unico bagno per
diverse famiglie, situato in fondo al corridoio d’ingresso, oppure di gabinetto ricavato nel
sottoscala e utilizzato da tutti gli inquilini della casa.
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I più antichi esempi di strutture igienico sanitarie moderne di cui siamo a conoscenza risalgono
all’incirca al 2000 a.C e si trovano nel Palazzo Minoico di Cnosso.
Soprattutto tra i nomadi e le popolazioni
rurali si è sempre fatto largo uso del
sistema dell’interramento per
l’eliminazione degli escrementi, dovendo
queste popolazioni accontentarsi delle
risorse d’acqua disponibili sul posto
che, essendo spesso scarse,venivano
accuratamente economizzate. Lo sviluppo
degli insediamenti fissi rese però
necessario un acquedotto centralizzato
e un metodo di eliminazione più igienico ed
efficiente di quello consistente nel vuotare
secchi di escrementi giù dalla finestra,
anche se nelle città questa usanza si è
mantenuta. Realizzati i collegamenti al
sistema generale di fognatura, divenne
possibile l’installazione fissa di
apparecchiature nelle case e negli edifici,
e già alla fine del Diciannovesimo Secolo
cominciarono a comparire in un numero
sempre crescente di famiglie della classe
media, almeno nelle aree urbane,
apparecchi igienico sanitari, più o meno
del tipo utilizzati oggi.
Il water closet del Diciottesimo secolo
poteva essere di piombo o perfino ricavato
da un blocco di marmo, con vaso di metallo
e stantuffo, ma verso la fine del secolo comparvero le tazze di decenza in ceramica smaltata.
Nel periodo di massima espansione a Roma vivevano più di un milione di persone e lo smaltimento
delle acque nere era un vero problema nonostante il naturale drenaggio del terreno e un mirabile
sistema di fognature, una parte delle quali ancora in uso. Nelle latrine pubbliche, tutte dotate di
acqua corrente proveniente dagli acquedotti o da contenitori in pietra sul tetto, ogni gabinetto
era dotato di un secchio con acqua salata, all’interno del quale si trovava un bastone con spugna
legata ad un’estremità. Gli utilizzatori della latrina potevano così provvedere a pulirsi con la
spugna,rimettendola poi nell’acqua: possiamo immaginare con quale effetto nel passaggio dei
batteri e delle epidemie, che infatti colpivano spesso gli abitanti di Roma.
Ancora nel Quindicesimo e Sedicesimo secolo i castelli inglesi erano dotati di “luogo privato”, una
piccolissima stanza con un sedile o più spesso di pietra posto sopra un pozzo verticale, che
poteva essere di piombo o perfino ricavato
da un blocco di marmo, con vaso di metallo
e stantuffo, ma verso la fine del secolo comparvero le tazze di decenza in ceramica smaltata.
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portava ad un fossato, ad un barila o ad una buca. Durante la prima rivoluzione industriale, quando
tantissime persone si addensarono nelle città, la situazione peggiorò dal punto di vista igienico, poichè
era ancora in uso comune gettare i propri rifiuti direttamente dalla finestra. Questa abitudine diventò
così comune che nel 1848 il Governo inglese
emanò una legge per la quale ogni abitazione doveva
essere dotata di un gabinetto con acqua corrente
che scaricasse nelle fogne, che andavano poi a
finire nei fiumi. Così la Legge risolse il problema
dello sporco nelle strade, ma in cambio i fiumi
cominciarono a puzzare: il Tamigi divenne una fogna
a cielo aperto e addirittura in una calda estate del
1859, la seduta del Parlamento inglese dovette
essere sospesa per l’olezzo che proveniva dal
vicino corso d’acqua. Tifo e colera erano oramai
imminenti. Con l’epoca delle grandi migrazioni nelle
colonie americane, il problema si presentò
chiaramente anche nel nuovo continente: i coloni
che si trovavano in luoghi isolati non avevano grossi
problemi, utilizzavano per i propri bisogni corporali i
boschi, le praterie, i bordi dei fiumi. Ma nelle città gli
abitanti ripresero l’abitudine di gettare fuori dalla
finestra i propri rifiuti, come avveniva nell’antica
Inghilterra. Finalmente ai primi del 1700 un’ordinanza
vietò questo metodo di pessima igiene e tutte le abitazioni americane si dotarono del “gabinetto nel
giardino”, un casottino dove si potevano soddisfare i propri bisogni corporali. Solo nel 1700 una serie
di invenzioni riesce finalmente a migliorare i metodi di utilizzo del gabinetto. Nel 1775 un orologiaio
londinese, Alexander Cummings, inventò il “water closet”, creando un pezzo curvo di tubo in grado di
trattenere l‘acqua in modo da evitare che le
emanazioni del pozzo nero sottostante entrassero
nell’abitazione. Risolse anche il problema odore,ma
poco potè fare per le malattie. Nel 1779 Giuseppe
Bramah creò una toeletta formata da due parti,
sedile ed il contenitore dell‘acqua, provvisto di un
apposita valvola per lo scarico.
era ancora in uso comune gettare i propri rifiuti direttamente dalla finestra. Questa abitudine diventò
• Casotto w. c da giardino, U.S.A, 1700
trattenere l‘acqua in modo da evitare che le
emanazioni del pozzo nero sottostante entrassero
nell’abitazione. Risolse anche il problema odore,ma
poco potè fare per le malattie. Nel 1779 Giuseppe
Bramah creò una toeletta formata da due parti,
sedile ed il contenitore dell‘acqua, provvisto di un
apposita valvola per lo scarico.
• Alexander Cummings, Londra, prima invenzione di un w.c
progettualmente vicino agli odierni, 1775
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Lo stesso intodusse il sistema del galleggiante ancora in uso nelle toelette d’oggi. Nel 1885, Tommaso
Twyford cambiò il corso della storia del bagno inventando la prima toeletta intera. Il modello Twyford era
anche il primo costruito in porcellana, molto più facile da pulire che i modelli precedenti in legno e metallo.
Nessuna storia della toeletta moderna sarebbe
completa senza far riferimento alla mitologia che
circonda l’inglese Tommaso Crapper. Questi è veramente
esistito e si è occupato di idraulica dal 1861 al 1904.
Anche se a lui spesso si accredita
erroneamente l‘invenzione della toeletta,
ottennne tre brevetti per gabinetti. Il più importante
di questi è la valvola per il riempimento silenzioso
dello scarico all’inizio del 1900. Contemporaneamente
possiamo trovare negli U.S.A i “flushers”,
toelette all‘aperto con tubi di ferro o creta che
conducevano ad una fossa sotterranea chiusa in
mattoni e con una specie di camino per lo sfiato
dei miasmi. Dall’inizio del Diciottesimo Secolo
aumentando velocemente la popolazione e
conseguenti problemi di inquinamento, le città in
Europa e in America iniziarono a fare quello che i
Romani avevano fatto secoli prima: portare l‘acqua
pulita nelle case e acque sporche via dalle città. Appena una fonte di acqua fu disponibile nelle abitazioni,
inventori in Europa e in America cominciarono a sviluppare apparecchiature per trasportare via i rifiuti
umani dalle case.
L’invenzione della toeletta può essere attribuita a John Harington: nel 1596 produsse due modelli che furono
costruiti e usati.
• Giuseppe Bramah, prima toeletta con sedile
e contenitore dell’acqua, e apposita valvola
dell’acqua, 1778
• Tommaso Twyford, prima toeletta
intera, in porcellana
circonda l’inglese Tommaso Crapper. Questi è veramente
• Flushers, toelette all’aperto con tubi di ferro
o creta
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