Capitolo 1
Introduzione
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CAPITOLO 1
Introduzione
Il dizionario Zanichelli definisce il termine ABITAZIONE come : “Luogo o
costruzione dove l’uomo risiede e accentra la propria vita privata”, come tale
quindi, l’abitazione assume un ruolo principale durante l’intera esistenza di un
individuo.
Fin dagli arbori gli esseri umani hanno cercato, dapprima con strutture più
semplici, poi con strutture via via più complesse (nella casa) un posto in cui
potersi sentire protetti, in cui cercare riparo e centrare la propria vita, in cui
poter tirar su famiglia.
Il concetto di abitazione quindi, con il passare non degli anni, ma dei secoli, si
è evoluto insieme alle tecnologie, e alle esigenza dei vari utenti che le hanno
abitate.
Si è passati dalle forme primordiali di riparo, la grotta per esempio, fino ad
arrivare alle soluzioni abitative odierne passando dalle semplici “capanne” o
case con muri di argilla, a case in legno e fango e così via.
Tutto però è stato accomunato nel tempo dal “Comfort” definito come
“l’insieme delle comodità che rendono agevole una abitazione”; rappresenta
quindi una sensazione quindi puramente soggettiva percepita dall'utente,
nell'ambiente di lavoro o in determinate condizioni di servizio e serve ad
indicare il "livello di benessere" percepito.
La sensazione di benessere all’interno di uno spazio confinato dipende, in ogni
caso da numerosi fattori fisici e non fisici.
I fattori fisici, controllabili mediante sistemi “passivi” (edificio) e “attivi”
(impianti), sono:
Qualità dell’aria (I.A.Q. - Indoor air quality)
Microclima
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Rumorosità
Illuminamento
In questo ambito è possibile definire quello che è poi il “Comfort
ambientale”, ossia quella particolare condizione di benessere determinata, in
funzione delle percezioni sensoriali dell’individuo inserito in un ambiente, da
temperatura, umidità dell’aria e livello di luminosità e di rumorosità.
Da tale definizione è possibile quindi, estrapolare una distinzione tra il
benessere termo igrometrico, il benessere acustico o il benessere luminoso, in
base ai parametri a cui ci si riferisce.
In ogni caso il benessere ambientale, si interseca con il benessere psicofisico
delle persone che utilizzano l’ambiente in questione, che vivono in
un’abitazione.
E’ una “sensazione”, come già accennato, che dipende da varie condizioni che
sono in gran parte pianificabili e quindi rientranti nella responsabilità del
progettista.
Il progettista deve essere in grado di comprendere appieno quelle che sono le
problematiche legate al comfort, le interazioni che si creano tra uomo e
ambiente, studiarle e giungere a soluzioni che siano utili, ma soprattutto
funzionali.
Queste difficili interazioni Uomo-Ambiente, sono funzione proprio degli
scambi termici tra uomo e ambiente, della fisiologia del sistema di
termoregolazione e delle condizioni psicofisiche degli utenti.
Il raggiungimento delle condizioni di comfort è possibile, in rapporto alle
condizioni climatiche del sito e della destinazione d’uso dell’edificio,
mediante adeguate scelte dei componenti “passivi” e “attivi” dell’organismo
edilizio.
Un ruolo fondamentale nella conservazione del benessere abitativo è
sicuramente svolto dall’ Involucro Edilizio e più in particolare dalle
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componenti e dai materiali di cui è costituito. Tutto ciò rappresenta il primo
passo verso uno studio efficiente di organismo edilizio che garantisca la
protezione plurilaterale dell’uomo.
L’involucro edilizio si può immaginare come un organismo a sé stante, in cui
ogni componente svolge un ruolo importante per il funzionamento di tutto il
“sistema”; ogni involucro è costituito da più componenti, più materiali
ognuno dei quali nella sua posizione migliora il funzionamento dell’intero
meccanismo.
E’ dai materiali quindi che bisogna partire per il progetto di un involucro in
particolare, e dell’organismo edilizio in generale, che offra riparo e benessere
all’uomo.
Naturalmente con l’industrializzazione, l’aumentare degli autoveicoli, le
produzioni su larga scala e quindi con lo sviluppo tecnologico in generale,
sono aumentate le problematiche riguardanti l’ambiente, per cui quando il
progettista dovrà scegliere i materiali, dovrà farlo con attenzione, non solo per
lo scopo precedentemente illustrato, ma anche per salvaguardare quelle che
sono le ormai limitate risorse naturali e per ideare quello che è un organismo
edilizio energeticamente efficiente.
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Isolamento termico e acustico per il comfort abitativo
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CAPITOLO 2
Isolamento termico e acustico per il del comfort abitativo
Un’abitazione costruita secondo i parametri del buon isolamento rende
l’ambiente più salubre, sereno e appagante.
Attraverso l’isolamento termico degli edifici, in particolare si può assicurare
un clima migliore; l’aria all’interno delle abitazioni non dovrebbe mai essere
troppo secca e non dovrebbero esserci correnti d’aria, le caratteristiche del
pavimento e delle pareti in questo senso giocano un ruolo molto importante.
All’interno di un locale non esiste un clima ideale però una temperatura
intorno ai 20 gradi è considerata standard.
Un buon isolamento termico degli edifici protegge dall’umidità, conserva la
temperatura interna sia d’inverno (riducendo le dispersioni di un’altissima
percentuale) che d’estate, e protegge dai rumori provenienti dall’esterno e
anche dall’interno.
Allo stesso tempo un involucro edilizio progettato con materiali che siano si,
termicamente efficienti, ma anche fonoassorbenti, riduce gli effetti derivanti
dal grado di rumorosità all’interno di un edificio in cui l’uomo passa gran
parte del suo tempo.
Gli ambienti destinati al lavoro quotidiano, ma soprattutto quelli dove si
riposa, devono essere adeguatamente protetti da fonti di rumore moleste che,
se subite ad oltranza, possono portare a gravi stati di malessere.
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2.1 Il benessere termo - igrometrico
Il benessere termoigrometrico o thermal comfort è definito dall'American
Society of Heating Ventilation and Air-conditioning Engineers ASHRAE come
quel particolare stato della mente che esprime soddisfazione con l'ambiente
circostante.
Gli studi-esperimenti condotti dal danese P. Ole Fanger hanno messo in luce
l’importanza delle condizioni termo-igrometriche studiando come in edifici
residenziali con scadenti condizioni di comfort termo-igrometrico il rischio di
malattie polmonari, o che intaccano le vie respiratorie soprattutto nei bambini,
sia molto alto.
Secondo gli studi e le teorie di Fanger il benessere termo-igrometrico in un
edificio si raggiunge a seconda delle relazioni che si instaurano tra le variabili
soggettive e le variabili ambientali; in termini generali, essi possono essere
distinti tra fattori ambientali ossia: temperatura, umidità relativa,
velocità/distribuzione dell’aria, qualità dell’aria, rumore, e fattori
individuali , ossia : attività fisica svolta, resistenza termica del vestiario, ecc.
Queste ricerche, condotte da vari esperti nel campo in diverse zone climatiche,
sono state incentrate sulla verifica dell'influenza sulla sensazione termica da
parte di altri fattori, non inclusi negli indici teorici. Tra questi fattori:
l'acclimatazione, il comportamento degli occupanti, la percezione di controllo
sull'ambiente termico da parte degli occupanti, l'adeguamento del "dressing
code" (abbigliamento standard di lavoro) al clima locale, l'adattamento e le
aspettative degli occupanti, l'influenza del clima esterno sulla percezione del
comfort per ambienti non controllati meccanicamente, ecc.
L'approccio basato sugli indici teorici, che porta a individuare due zone
termiche, una invernale e una estiva, ha giustificato la tendenza verso un uso
eccessivo del controllo climatico meccanico, soprattutto nel periodo estivo.
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I risultati delle ricerche in campo dimostrano inoltre che questi intervalli di
accettabilità, queste zone termiche, non sono adatte a descrivere ambienti
ventilati naturalmente e/o caratterizzati da un elevato controllo da parte degli
utenti, nei quali esiste una maggiore tolleranza e adattabilità da parte degli
occupanti. In base alle condizioni sociali e ambientali infatti si possono trovare
diversi gradi di accettazione di situazioni non confortevoli.
“Trovandosi in una prolungata situazione di disagio si possono ritenere
"normali" anche situazioni ambientali che in contesti diversi sarebbero
giudicate di malessere.”
(http://digilander.libero.it/bucchisilvestriarchi/tesihtm/3_confor.htm)
In una civiltà evoluta come la nostra si richiede invece un elevato grado di
comfort.
Estate Inverno
Temperatura dell’aria 26 °C 20 °C
Umidità relativa 30 % < U < 60 % 30 % < U < 50 %
Velocità dell’aria 0,1-0,2 m/s 0,05-0,1 m/s
Temperatura effettiva 20-22 °C 16-18 °C
[ Limiti medi per condizioni termo-igrometriche considerate ottimali (Melino C. 1992).]
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2.1.1 Variabili soggettive
Con riferimento al benessere termo-igrometrico, le variabili soggettive sono
relative all'attività che l'individuo svolge all'interno dell'ambiente e al tipo di
vestiario.
L'attività metabolica di un individuo trasforma l'energia chimica prodotta
dall'assunzione del cibo in energia termica. La potenza metabolica viene
riferita all'unità di superficie corporea W/m2 e normalmente l'attività
metabolica di un individuo è espressa in met.; 1 met corrisponde a 58,2 W/m2.
I valori met per diverse attività fisiche sono indicati nella norma UNI EN ISO
7730.
Attività M(W/m
2
) Met
Disteso 46 0,8
Seduto, rilassato 58 1,0
In piedi, rilassato 70 1,3
Attività sedentaria (ufficio,casa,scuola) 70 1,3
Attività in piedi leggera (compere, laboratorio, industria
leggera)
93 1,6
Attività in piede (commesso, lavoro domestico, lavoro ad
una macchina)
116 2,0
Attività moderata (lavoro pesante su una macchina, lavoro
in un garage)
165 2,8
[Valori di M (tasso metabolico) e del met per varie attività]
Gli ambienti termici possono essere suddivisi, ai fini della loro valutazione in
rapporto ai soggetti che li occupano, in due grandi classi identificate come
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“ambienti termici moderati” e “ambienti termici severi”. In questo schema,
un ambiente termico viene analizzato secondo la procedura di valutazione del
comfort, ovvero dello stress termico, a seconda che esso possieda
caratteristiche termiche vicine o distanti da quelle di benessere.
Questo tipo di classificazione a posteriori, benché tecnicamente corretta in
quanto utilizza indici che risultano, comunque, coerenti con la condizione
fisiologica del soggetto esposto, è strategicamente sbagliata: ignorando, infatti,
i vincoli dettati dalle attività svolte nell’ambiente e gli eventuali vincoli
macroclimatici presenti in ambienti esterni, si prescinde dall’obiettivo (tutela
della salute) che deve essere perseguito nell’ambiente in esame.
Di conseguenza è possibile che un ambiente termico venga valutato con criteri
incoerenti con questo obiettivo e, pertanto, inadeguati sia nella fase di
valutazione sia nella successiva fase di bonifica.
è importante chiarire, quindi, in quali contesti ha realmente senso parlare di
Benessere termico.
Si definiscono ambienti termici vincolati tutti i luoghi (di lavoro) nei quali
esistono specifiche esigenze produttive o elementi naturali (ambienti outdoor)
che, vincolando uno o più dei parametri microclimatici (principalmente la
temperatura, ma eventualmente anche umidità, temperatura radiante e
abbigliamento), impediscono di fatto che l’obiettivo del comfort sia
realisticamente perseguibile.
In modo complementare, vengono definiti moderati tutti quegli ambienti nei
quali queste specifiche esigenze produttive o vincoli naturali non sussistono e
nei quali l’obiettivo da perseguire è il comfort.
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- Principali norme tecniche nazionali per la valutazione degli ambienti termici
[Tabella 1 - Igiene sul lavoro – Osservatorio ISPESL – Articolo 31 ottobre 2006, N.20]
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2.1.2 Variabili ambientali
Sono quattro le variabili che dipendono dalle condizioni climatiche esterne ed
interne all'edificio e che influenzano il benessere termoigrometrico:
- Temperatura dell'aria: si misura in °C
- Umidità relativa dell'aria interna: indica il rapporto tra la quantità di
vapore contenuto da una massa d'aria e la quantità massima che ne può
contenere quella massa d'aria nelle stesse condizioni di temperatura e
pressione. Si misura quindi in percentuale %.
- Temperatura media radiante: espressa in °C, si calcola come media delle
temperature delle pareti interne all'ambiente, compresi soffitto e pavimento.
- Velocità dell'aria: espressa in m/s
“La temperatura dell’aria, intesa come temperatura di bulbo secco, è il
fattore più importante nella determinazione del benessere termico.
La temperatura media radiante (TMR, °C), è la temperatura media pesata
delle temperature delle superfici che delimitano l’ambiente incluso l’effetto
dell’irraggiamento solare incidente. Influisce sugli scambi per irraggiamento.
Assieme alla temperatura dell’aria, la TMR è il fattore che influenza
maggiormente la sensazione di calore perché la radiazione che cade sulla
pelle, attiva gli stessi organi sensori. Se il corpo è esposto a superfici fredde,
una quantità sensibile di calore è emessa sotto forma di radiazione verso
queste superfici, producendo una sensazione di freddo. La variazione di 1 °C
nella temperatura dell’aria può essere compensata da una variazione
contraria da 0.5 a 0.8 °C nella TMR: la condizione più confortevole è stata
considerata quella corrispondente ad una TMR di 2 °C più alta della
temperatura dell’aria.