Introduzione 
1 
Introduzione 
 
 
I componenti meccanici utilizzati nelle costruzioni industriali possono presentare una 
grande varietà di intagli aventi geometrie diverse (raccordati, a spigolo vivo, con fori 
circolari, ecc..) i quali possono in certi casi portare alla rottura del componente poiché 
perturbano la distribuzione nominale di tensione. I parametri geometrici di un intaglio 
che risultano essere più importanti per lo studio del campo tensionale sono: il raggio di 
raccordo all’apice dell’intaglio ρ, l’angolo di apertura 2α, la semi-ampiezza dell’intaglio 
a e lo spessore del componente t. In Fig.1 e 2 sono riportati i parametri geometrici 
dell’intaglio e le coordinate di riferimento. 
 
     Figura 1 Parametri geometrici dell’intaglio 
 
 
r 
rr 
 
r
 
y
 
x
 
 
2 
 
 
Figura 2 Coordinate polari di riferimento
Introduzione 
 
2 
Al variare dei parametri riportati in precedenza potranno essere individuate numerose 
configurazioni di interesse, in particolare nel suddetto elaborato saranno investigati 
intagli raccordati e a spigolo vivo (V). 
La tesi ha come oggetto di studio l’analisi degli effetti tridimensionali legati 
all’applicazione di sollecitazioni di Modo II e Modo III ad una piastra indebolita da 
intagli con differenti angoli di apertura. In particolare si valuterà la presenza di tensioni  
di Modo O generate dallo scorrimento dei lembi di una cricca o di un intaglio acuto, per 
effetto del coefficiente di Poisson. Tali tensioni risultano singolari e agiscono in un 
intorno finito dall’apice dell’intaglio. Queste singolarità risulteranno non trascurabili  
nelle verifiche a rottura dei componenti, si andrà dunque a calcolare l’intensità delle 
tensioni “out of plane” nei punti critici dei componenti studiati. Si studierà inoltre la 
dipendenza delle tensioni indotte dall’angolo d’apertura dell’ intaglio e dal coefficiente 
di Poisson con lo scopo di valutarne gli effetti nell’andamento delle tensioni. Nelle 
analisi numeriche riguardanti il calcolo degli autovalori associati ai Modi II e III si è 
farà riferimento alla trattazione di Williams (1952) [15] il quale, risolvendo un 
problema di autovalori, determinò la pendenza dei campi tensionali nel caso in cui si 
abbia carico di Modo I e II. Per quanto riguarda l’autovalore relativo al Modo III, è stato 
ricavato di recente da Noda e Takase [13]. 
Per capire meglio il significato dei vari modi di carico (I,II e III) si può fare riferimento 
alla Fig.3, la quale illustra a quali sollecitazioni può essere soggetto un componente 
indebolito da intagli. 
 
 
 
 
Modo I (opening mode) Modo II (sliding mode) Modo III (shear mode) 
Figura 3  Modi di sollecitazione
Introduzione 
3 
Williams elaborò la tabella omonima contenente tutti gli autovalori associati ai rispettivi 
modi di applicazione per una serie di angoli di apertura dell’intaglio; in Tabella 4 è 
mostrato quanto ricavato da Williams: 
 
2(gradi) 
1
 
 
3
 
0 0.5000 0.5000 0.5000 
15 0.5002 0.5453 0.5217 
30 0.5015 0.5982 0.5455 
45 0.5050 0.6597 0.5714 
60 0.5122 0.7309 0.6000 
75 0.5247 0.8132 0.6316 
90 0.5445 0.9085 0.6667 
105 0.5739 1.0193 0.7059 
120 0.6157 1.1489 0.7500 
135 0.6736 1.3021 0.8000 
150 0.7520 1.4858 0.8571 
165 0.8573 1.7113 0.9231 
180 1.0000 2.0000 1.0000 
Tabella 4 Autovalori per modi di carico I,II e III 
 
Oltre al lavoro di Williams, nel presente lavoro di tesi si farà uso dell’approccio di 
campo per valutare l’intensità dei campi tensionali usando gli N-SIFs (fattori di 
intensificazione delle tensioni per l’intaglio) formulati da Gross-Mendelson [12] validi 
in prossimità dell’apice dell’intaglio. 
 
 
 
     
   
 
   
   
  
 
                                                                                      Eq.1 
 
  
     
   
 
   
   
  
  
                                                                                   Eq.2 
 
   
     
   
 
   
   
  
  
                                                                                   Eq.3 
 
 
Tutte le analisi svolte saranno eseguite con il programma di calcolo ANSYS il quale 
consente, attraverso la discretizzazione del materiale in un numero finito di elementi, di 
simularne il comportamento in funzione dei diversi carichi e calcolare le tensioni che 
nascono sul componente nei vari punti.
Introduzione 
 
4 
Il primo capitolo riguarderà la revisione dello studio sulle singolarità svolto da Pook [1] 
mentre il secondo capitolo tratterà l’esistenza del Modo O in piastre tridimensionali con 
fori circolari ed ellittici (Berto-Marangon, [11]). Nel terzo capitolo saranno illustrati i 
risultati principali riguardanti piastre raccordate soggette a Modo II; in particolare si 
discuterà il nascere delle tensioni “out-of-plane” di Modo O e l’influenza dello spessore 
t nell’andamento del campo di tensione. Nel quarto capitolo ci si soffermerà sull’analisi 
tridimensionale di piastre non raccordate ma aventi intagli a spigolo vivo, a “V”; anche 
in tale capitolo si valuteranno le tensioni e le singolarità di interesse, in particolare ci si 
concentrerà sul Modo O indotto e sui valori degli autovalori λ
2,3
. Inoltre si documenterà 
l’effetto della variazione della grandezza geometrica spessore e del coefficiente di 
Poisson nell’andamento del campi di tensione. 
I capitoli cinque e sei tratteranno un aspetto nuovo, ossia la nascita di modi indotti in 
piastre aventi intagli a “V” soggette a Modo III; si discuteranno gli effetti dovuti a tale 
sollecitazione, le tensioni nascenti, le relative singolarità e gli effetti della modulazione 
dello spessore e del coefficiente di Poisson . Nel capitolo cinque si opererà in regime 
lineare elastico, attuando degli opportuni confronti con la trattazione di Williams, 
mentre nel capitolo sei, conclusivo, si lavorerà in regime elasto-plastico tenendo conto 
del reale comportamento del materiale, discutendo gli effetti principali che ne 
deriveranno. Per l’ultimo capitolo si prenderà come oggetto di confronto il lavoro svolto 
da Zambardi [14].
Capitolo 1  Effetti dei campi di tensione in piastre indebolite da intagli 
  
5 
Capitolo 1 
 
 
EFFETTI DEI CAMPI DI TENSIONE IN PIASTRE 
INDEBOLITE DA INTAGLI  
 
 
 
 
1.1 INTRODUZIONE  
 
In letteratura si parla di singolarità qualora lo stato tensionale in un punto del modello 
risulti essere non limitato e tendente a ±∞. Se il modello presenta una singolarità, è 
possibile valutare lo stato di tensione solo ad una distanza finita da quest’ultima. Si 
rinuncia quindi, di fatto, a conoscere lo stato di tensione in tutto un intorno del punto 
singolare. Molto importante è lo studio del campo tensionale e delle singolarità nei 
modelli criccati, e comprendere la relazione con i parametri geometrici della cricca. 
La natura delle singolarità di una cricca cambia in prossimità del punto in cui la cricca 
interseca la superficie libera; l’esistenza di questo tipo di problematiche è noto da tempo 
ma trovare un’adeguata rappresentazione matematica non è semplice.  
La determinazione dei punti di singolarità assume un ruolo molto importante qualora il 
nostro componente è soggetto a carichi misti (modo II e modo III).  
 
 
1.2 ANALISI  MATEMATICA 
 
E’ già noto in letteratura che il campo di tensione nelle vicinanze di una cricca può 
essere descritto dal fattore di intensificazione delle tensioni. In generale si ha: 
 
 
  
 
 
 
 
 
 
  
                                                                                                              Eq.1-1
Capitolo 1  Effetti dei campi di tensione in piastre indebolite da intagli 
 
 
6 
Dove σ rappresenta la componente di tensione, r e θ le coordinate polari centrate 
sull’apice dell’intaglio. In Fig.1-1 si può notare il modello rappresentativo della 
trattazione: 
 
 
 
r 
rr 
 
r
 
y
 
x
 
 
2 
 
 
Figura 1 –1   Tensioni in coordinate polari all’apice dell’intaglio 
 
Lo spostamento in direzione y, definito come v, è dato da: 
 
  
  
 
 
 
                                                                                                             Eq.1-2
   
E rappresenta il modulo di Young. L’Eq. 1-2 implica che un carico di Modo I comporta 
un’apertura della cricca di tipo parabolico con raggio finito  all’apice dell’intaglio. 
In generale per il Modo I il fattore di intensificazione delle tensioni è dato da: 
 
        
   
                                                                                                         Eq.1-3 
 
Y è un fattore correttivo geometrico, σ la tensione nominale perpendicolare alla cricca e 
a la lunghezza della cricca. 
Le analisi su cui si basa il fattore di intensificazione delle tensioni sono di tipo bi-
dimensionale e il fronte della cricca è un punto mentre, quando le analisi vengono estese 
a tre dimensioni, il fronte della cricca diventa una linea; si assume implicitamente che il 
fronte della cricca sia continuo. Come descritto anche in seguito, questa assunzione non
Capitolo 1  Effetti dei campi di tensione in piastre indebolite da intagli 
  
7 
è vera nel punto in cui il fronte della cricca interseca la superficie libera e le singolarità 
in questo punto cambiano. 
Il modello di riferimento tri-dimensionale diventa quello di Fig.1-2, in cui le coordinate 
diventano di tipo sferico con origine nell’apice della cricca. L’angolo ϕ è misurato dal 
fronte della cricca.  
 
                                     Figura 1-2 Modi di carico e coordinate di riferimento. 
 
Le equazioni di interesse hanno la seguente forma: 
 
 
  
 
 
 
 
 
  
                                                                                                          Eq.1-4 
 
  
  
   
 
 
  
                                                                                                      Eq.1-5 
 
        
 
                                                                                                           Eq.1-6 
 
Dove λ è l’autovalore che definisce la singolarità. 
Gli spostamenti dovuti ai modi II e III non possono esistere separatamente in prossimità 
dell’apice della cricca, in quanto il coefficiente di Poisson ( ) mette in relazione i due 
modi; ciò comporta che l’applicazione di un modo induce l’altro. In sostanza i modi II e 
III sono strettamente collegati.
Capitolo 1  Effetti dei campi di tensione in piastre indebolite da intagli 
 
 
8 
All’interno della regione in prossimità del punto in cui la cricca incontra la superficie 
libera (punto d’angolo, corner point) è possibile definire il fattore di intensificazione 
delle tensioni solo in senso asintotico; in altre parole la regione in cui il fattore di 
intensificazione delle tensioni provvede ad una descrizione ragionevole tende a zero in 
prossimità di tale punto. Un comportamento preciso dipende dal coefficiente di Poisson 
e dall’angolo di inclinazione del fronte della cricca. Se l’angolo è piccolo il fattore di 
intensificazione delle tensioni tende a zero nel corner point, mentre se è grande tende ad 
infinito. Al valore critico dell’angolo, K assume un valore finito e l’autovalore λ è pari a 
0,5.  
Più ci si avvicina alla superficie libera, più il rapporto K
III
/K
II 
(rapporto tra i fattori di 
intensificazione nel caso di modo III e II) tende ad un valore finito, funzione del 
coefficiente di Poisson e dell’angolo di inclinazione del fronte della cricca nella 
superficie. Per =0.3 e il fronte perpendicolare alla superficie il rapporto risulta essere 
pari a 0.5. Nelle Fig.1-3, 1-4 e 1-5 si possono notare i grafici che relazionano λ con , 
l’angolo di intersezione con  e λ con l’angolo di intersezione. 
 
 
 
                                          Figura 1-3 Effetto del coefficiente di Poisson su λ.
Capitolo 1  Effetti dei campi di tensione in piastre indebolite da intagli 
  
9 
 
                                      Figura 1-4  Effetto del coefficiente di Poisson sull’angolo di intersezione 
 
 
 
 
                                                   Figura 1-5 Effetto dell’angolo di intersezione su λ.
Capitolo 1  Effetti dei campi di tensione in piastre indebolite da intagli 
 
 
10 
La Fig.1-3 mostra l’effetto del coefficiente di Poisson su λ, con l’angolo di intersezione 
pari a 90° e per i vari Modi applicati. La Fig. 1-4 mostra che per λ=0.5 l’angolo di 
intersezione aumenta con υ per il Modo I e decresce per i Modi II e III. 
La Fig.1-5 mostra che per il Modo I, con =0.3, λ aumenta con l’angolo di intersezione. 
 
1.3   ASPETTI DI MODELLAZIONE DELLA CRICCA 
 
Molte delle cricche presenti nei componenti sono modellate come un semi-elisse 
perpendicolare alla superficie e con l’asse maggiore lungo la superficie del corpo. 
Si assume quindi che la superficie della cricca sia di forma ellittica. 
Per capire meglio si può fare riferimento alle Fig.1-6: 
 
 
                                      Figura 1-6 Superficie semi-ellittica della cricca. 
 
Il parametro a rappresenta la lunghezza della cricca. Da considerazioni energetiche e 
non solo [1] è ben consolidato il fatto che il fronte della cricca deve intersecare la 
superficie ad un angolo critico per la quale λ=0.5. Di importanza pratica sono i casi in 
cui si applichi il Modo I e il coefficiente di Poisson sia pari a 0.3, in questo caso 
l’angolo risulta essere 100,4° mentre per i casi con Modo II e Modo III è 67.0° (si può 
notare anche nella Fig.1-4 soprastante). 
Tuttavia altri studi [2] riguardanti l’angolo critico per i Modi II e III sembrano suggerire 
che il modello con superficie semi-ellittica della cricca potrebbe non essere 
adeguatamente realistico; un ulteriore modello, più adeguato, potrebbe essere quello a 
superficie con parte-ellittica simmetrica, come si può osservare nella Fig.1-7.