3
Premessa
Il bisogno di imparare condiziona l’intera vita dell’individuo. Ciascuno reagisce
agli stimoli sensoriali esterni in maniera diversa, ciascuno ha un proprio stile
rappresentazionale utilizzato in maniera preferenziale per incamerare informazioni
nuove o modificare e integrare quelle già presenti nel sistema cognitivo.
L’interesse per gli stili cognitivi e di apprendimento, sorge come motivazione al
fine di rendere l’insegnamento più efficace e significativo mediante percorsi di
metacognizione rivolti soprattutto ai discenti, al fine di sviluppare un’adeguata
metodologia di studio e di conseguenza un apprendimento di tipo significativo e non
meccanico. Percependo quali sono i meccanismi mentali e i segnali che gli allievi ci
inviano anche solo utilizzando dei predicati sensoriali, si può improntare una
programmazione che sia veramente mirata alle esigenze dei singoli individui.
Le teorie riportate non nascono specificatamente all’ambito musicale, ma vi
possono essere applicate. Nel primo capitolo ne vengono menzionate alcune tra le più
importanti riguardanti due approcci diversi all’apprendimento: dal punto di vista del
Comportamentismo, con il condizionamento classico di Pavlov e quello operante di
Skinner, e dal punto di vista del Cognitivismo Bruner, il quale afferma che per
apprendere non basta ricevere e memorizzare degli stimoli, ma è necessaria un’attività
cognitiva. A tal fine viene illustrato il modello Hip Human Information Processing
1
.
Si definiscono poi le caratteristiche dell’apprendimento musicale, domandandosi
quali sono i meccanismi cognitivi e le conoscenze procedurali che entrano in gioco
quando si tratta di abilità musicali, con riferimento alla teoria del Sistema di
Produzione
2
.
Il secondo capitolo entra nel vivo del nostro studio cominciando a definire lo stile
cognitivo (modalità preferenziale di elaborare un’informazione), e lo stile di
apprendimento (modalità preferenziale di assimilare e ritenere l’informazione ormai
1
Vedi Capitolo primo p. 16.
2
Vedi Capitolo primo p. 24.
4
acquisita). Le teorie sull’argomento sono davvero tante ma per esaustività si è scelto di
trattarne in modo approfondito solo due Sternberg (l’autogoverno mentale riguardo gli
stili cognitivi) e Kolb (l’apprendimento esperienziale per gli stili di apprendimento
3
).
Una piccola parte di questo lavoro è dedicata al sistema nervoso visto l’interesse
a comprendere cosa accade nel cervello quando si innesta una nuova conoscenza e
soprattutto quali sono e come funzionano le zone deputate all’apprendimento motorio.
La Programmazione Neuro Linguistica non poteva non essere menzionata, in
quanto costituisce uno strumento per costruire valide unità di apprendimento coerenti
con gli stili dei ragazzi destinatari dell’intervento didattico. Nella parte progettuale tali
ricerche vengono utilizzate per sviluppare un progetto operativo tenendo conto delle
tre tipologie sensoriali caratterizzanti gli stili di apprendimento: visivo, auditivo,
cinestesico.
Questo lavoro di sicuro non esaurisce l’argomento, vuole essere solo un punto
di partenza per quei docenti che tengono conto delle differenti esigenze soggettive
della classe, non improntati esclusivamente ad un apprendimento di tipo trasmissivo
ma aperti anche a nuovi metodi didattici.
3
Vedi Capitolo secondo pp. 27 e 33.
5
Capitolo primo
L’apprendimento
I. 1.1 Cos’è il bisogno
Possiamo definire l’apprendimento scolastico come l’insieme dei processi
attraverso i quali l’allievo, interagendo con un contesto d’istruzione, raggiunge un
livello di competenza in determinati campi di conoscenza o in abilità intellettuali
4
. La
definizione è molto esplicita nel suo riferimento contestuale senza tener conto però,
che l’apprendimento è un processo universale. L’uomo ha la necessità di imparare non
solo per un bisogno di crescita culturale, che lo porta a dover soddisfare la sua sete di
conoscenza, ma anche per vivere e interagire con i suoi simili adattandosi a regole di
comportamento che devono essere apprese, per integrarsi nella comunità sociale. Per
questo in modo più esaustivo, l’apprendimento può essere definito come un
cambiamento relativamente permanente nel modo di fare e nella conoscenza,
provocato dall’influenza reciproca tra un soggetto e l’ambiente fisico e sociale. Nella
collettività distinguiamo forme di ‘apprendimento biologico’ (riguardanti
comportamenti propri che si possono sviluppare all’interno dell’ambito familiare
trasmessi da geni caratteristici), di ‘apprendimento’ propriamente detto (ciò che
l’individuo impara dalle sue esperienze) e di ‘apprendimento sociale’ (tutte le
informazioni acquisite dall’ambiente circostante - e anche a volte potenziate dai mezzi
di comunicazione di massa - per via delle quali l’individuo adotta dei comportamenti
codificati da norme sociali e condivisi da persone appartenenti allo stesso gruppo).
Secondo la definizione di Piaget
5
il bisogno di imparare che l’uomo ha, tende a
risolversi attraverso una modificazione e integrazione delle sue strutture cognitive per
mezzo del contatto con l’ambiente, in modo che l’adattamento diventi sempre più
completo
6
mediante due fasi funzionanti in maniera circolare: assimilazione e
4
PIERO BOSCOLO, Psicologia dell’apprendimento scolastico aspetti cognitivi, UTET Torino, 1986.
5
TONY MALIM, Processi cognitivi: attenzione, percezione, memoria e pensiero, Erickson, Trento, 1994.
6
Polemico nei confronti del bisogno quale motivazione all’apprendere è stato Allport, per il quale tale
giustificazione è valida solo nelle prime fasi dello sviluppo. Il bisogno rappresenta un momento di deficit
6
accomodamento. Con l’assimilazione, un oggetto o un’idea vengono intesi attraverso
schemi (concetti o azioni) che l’essere umano (bambino o adulto che sia) già possiede
e utilizzerà per il soddisfacimento dei suoi bisogni. Tali schemi di partenza, non
rimangono sempre gli stessi ma si sviluppano subendo modifiche ed integrazioni con
l’accomodamento. Quest’ultimo va a modificare le strutture cognitive iniziali,
rendendo possibile il controllo e l’adattamento alle diverse situazioni e all’ambiente
circostante, ristabilendo l’equilibrio primario. D'altronde assimilazione e
accomodamento rappresentano i comportamenti normali che un musicista compie
durante tutto l’arco della sua carriera; i suoni prodotti dipendono dall’adattamento
costante del gesto al suono stesso e anche il gesto è frutto di un adattamento
ambientale. Dall’accomodamento possono derivare trasformazioni cognitive
7
:
• abstrazione, che si manifesta nel momento in cui schemi cognitivi successivi
assorbono quelli precedenti;
• spostamento, quando viene utilizzato un nuovo schema che assimila
diversamente gli eventi ambientali rispetto ad uno preesistente che non viene
eliminato ma semplicemente non si evolve;
• integrazione, dove c’è la possibilità che un nuovo schema faccia uso in
concomitanza di uno già esistente.
Figura 1.1 Trasformazioni cognitive derivanti dall’astrazione
Gli schemi sono delle strutture astratte di conoscenza che servono a dare senso e
organizzazione alle informazioni in arrivo, aiutandoci a completarle e ricordarle.
Immaginiamo il nostro cervello quasi come un computer (che tra l’altro è stato assunto
dell’organismo, ad esso, in seguito, si sostituiscono momenti di accrescimento, che mantengono la tensione in
funzione del raggiungimento di scopi lontani, di ‘ finalità a lungo raggio ’. G.W. Allport, Divenire, Fondamenti
di una psicologia della personalità, trad. it., Firenze, Editr. Universit., 1963.
7
JEROME S. BRUNER, Lo sviluppo cognitivo, Armando editore, Roma, 1994.
Abstrazione = creazione di un nuovo schema
Spostamento = sostituzione di uno schema
vecchio con uno nuovo
Integrazione = utilizzo simultaneo di entrambi
7
come modello dalla psicologia cognitiva riguardo gli studi sull’elaborazione delle
informazioni), contenente tante cartelle nelle quali i dati vengono catalogati e
all’occorrenza recuperati, tramite i meccanismi di memoria. La nozione di schema
8
può sviluppare tre forme fondamentali di apprendimento che consistono in:
• accrescimento, quando informazioni nuove vengono catalogate in base a schemi
antecedenti che vengono così arricchiti e ampliati;
• sintonizzazione, quando uno schema applicato ripetutamente in contesti diversi
si perfeziona o anche si modifica parzialmente per adattarsi meglio alla nuova
condizione;
• ristrutturazione, quando lo schema vecchio non è adeguato ad integrare
un’informazione e si rende quindi necessaria la creazione di uno nuovo.
Figura 1.2 Forme di apprendimento
In realtà esse non funzionano in modo singolo (o l’una o l’altra) ma intervengono tutte
con la loro specificità, ad accrescere e modificare la conoscenza.
8
Secondo Rumelhart e Norman, 1981.
Accrescimento
=
ampliamento
Sintonizzazione
=
perfezionamento
Ristrutturazione
=
rinnovamento
8
I. 1.2 Il Comportamentismo
L’apprendimento può essere osservato sotto due aspetti che sono il
Comportamentismo e il Cognitivismo. Nell’ottica del Comportamentismo
9
si identifica
con l’acquisizione di nuovi comportamenti e abitudini. Questi possono risultare dal
condizionamento classico, nel caso si tratti di un’associazione tra uno stimolo e un
altro, o dal condizionamento operante, nel caso si tratti di una risposta dell’organismo
ad una conseguenza che ne deriva. I meccanismi del condizionamento classico furono
individuati e approfonditi da Pavlov
10
. Nei suoi studi, inizialmente indirizzati alla
fisiologia della digestione, egli utilizzava un apparato sperimentale che consentiva di
raccogliere e registrare la quantità di saliva prodotta da un cane quando gli veniva dato
del cibo. Pavlov iniziò a notare che l’animale salivava anche prima di questo passaggio
quando, ad esempio, vedeva la ciotola o la persona che lo nutriva. A
quest’osservazione seguirono numerosi esperimenti per cercare di ottenere la risposta
originariamente riflessa (salivazione) anche mediante la presenza di stimoli neutri,
come una luce o un suono. In principio il cane non rispondeva all’accensione della
luce con un aumento della salivazione, mentre salivava sempre (risposta
incondizionata) alla presentazione del cibo (stimolo incondizionato). Se la luce però
precedeva l’arrivo del cibo, l’animale incominciava a salivare anche in presenza di
questa. La salivazione (già presente nel repertorio dell’animale) assume in questo
contesto le caratteristiche di una risposta appresa: condizionata a uno stimolo, come la
luce, che non è più neutro ma diventa condizionato. Questo apprendimento di tipo
associativo è contrassegnato dalla generalizzazione (il cane risponde salivando a
stimoli diversi) e dalla discriminazione (il cane da risposte differenti a stimoli
differenti). La risposta condizionata (salivazione del cane) è di tipo fisiologico, emessa
dal cane alla presenza del cibo; ma se si volesse insegnarne all’animale una nuova,
come ad esempio salutare con la zampa? In tal caso non potremmo utilizzare il
9
Il Comportamentismo (o psicologia comportamentale) è un approccio alla psicologia, sviluppato dallo
psicologo John Watson agli inizi del Novecento, basato sul costrutto che il comportamento esplicito è l'unica
unità di analisi scientificamente studiabile della psicologia.
10
Ivan Petrovič Pavlov (Rjazan, 14 settembre 1849 – Leningrado, 27 febbraio 1936) è stato un fisiologo, medico
ed etologo russo il cui nome è legato alla scoperta del riflesso condizionato, da lui annunciata nel 1903.
9
condizionamento classico in quanto non c’è alcuno stimolo incondizionato capace di
suscitare tale atteggiamento, dunque occorre prima indurre il cane ad esibire il
comportamento desiderato e successivamente ricompensarlo con cibo e approvazione
che fungono da rinforzo. Questo tipo di condizionamento si differenzia da quello
precedente e viene da Skinner definito operante poiché il soggetto agisce, opera
nell’ambiente e lo modifica emettendo dei comportamenti di risposta. La possibilità
che il modo di fare appreso sia ripetuto dipende dalle conseguenze che ne derivano.
L’apprendimento per condizionamento operante è più immediato quando il soggetto
che apprende possiede nel suo repertorio la condotta che si vuole condizionare. Se
questa non è inizialmente disponibile è necessario procedere verso un programma di
rinforzo progressivo di contegni sempre più simili a quello finale, che costituisce la
meta da raggiungere. Tale procedura si chiama modellaggio (shaping).
Figura 1.3 Il condizionamento secondo Pavlov
11
11
http://lib.ck.tp.edu.tw/monthly_theme/0705/classical_conditioning.gif.
10
Figura 1.4 Il condizionamento secondo Skinner
12
Le ricerche sul condizionamento hanno rivolto particolarmente la loro
attenzione allo studio del rinforzo. Per definizione esso è uno stimolo che porta
all’umento della frequenza di un determinato modo di fare. É di fondamentale
importanza in tutti i contesti dell’istruzione, come anche il feedback (conoscenza dei
risultati) che si distingue per la sua immediatezza e tempestività nel poter correggere
gli errori commessi. I rinfozi possono essere primari, secondari, positivi e negativi.
Figura 1.5 Il rinforzo
12
http://www.simplypsychology.pwp.blueyonder.co.uk/skinner%20box.jpg.
Primari
(cibo)
Secondari
(bisogno di
approvazione e
di stima)
Positivi
(evento
picevole)
Negativi
(cessazione di
uno stimolo
spiacevole)