3
INTRODUZIONE
Il ritorno dei moderni visitatori, che affollano monumenti, percorsi archeologici,
spiagge e oasi ambientali, fa venire in mente gli antichi visitatori romani che da
Roma si spostano nei Campi Flegrei per “oziare”, ovvero per godere non solo delle
bellezze naturali, ma anche della tranquillità e della gioiosità che questa terra sa
offrire. Crateri di fuoco, rocce vulcaniche, sole, mare, acque termali, miti e
suggestioni dell’ Averno, il Rione Terra, le ville imperiali di Baia, l’Anfiteatro
Flavio, e tanto altro ancora: tutto questo è l’area flegrea; da capo Posillipo al Monte
di Procida è tutto un susseguirsi di scoperte, di avvenimenti, di reminescenze, di
tracce, di orgoglio e fierezza spesso mal voluta e calpestata. La bellezza e la
grandiosità dei suoi monumenti sussistono spesso con la precarietà dei moti della
terra e le difficoltà della convivenza umana. Dunque un patrimonio così vasto
necessita di essere amministrato, gestito e curato nel migliore dei modi. Nel corso
degli anni e di tante evoluzioni si è sempre fatto poco per sviluppare al meglio questo
territorio che molti ci invidiano. Solo recentemente sta nascendo una coscienza
ambientale, culturale, sociale e conservativa che vuole far tornare i Campi Flegrei la
terra del benessere, del termalismo, dei soggiorni balneari e del buon gusto. Da qui,
l’uso del marketing territoriale come mezzo che consente un efficiente sfruttamento
delle risorse attraverso politiche e strategie operative.
Il presente lavoro è diviso in tre capitoli e si propone di analizzare l’area flegrea con
l’ottica del marketing territoriale. Il primo capitolo definisce l’origine e lo sviluppo
del marketing territoriale attraverso l’analisi della competitività tra aree geografiche,
la determinazione dell’oggetto del marketing territoriale quale il prodotto –
territorio, ed infine individuando gli attori che ne fanno parte.
Il secondo capitolo approfondisce i concetti di domanda ed offerta territoriale con
particolare attenzione ai Campi Flegrei, fino alle politiche operative di sviluppo
dell’area. Infine, il terzo ed ultimo capitolo, è completamente rivolto al caso
aziendale del Ci.F.I.T che, in qualità di nuova realtà consortile, ha già messo in luce
molti aspetti inediti dei Campi Flegrei.
4
CAPITOLO I
ORIGINE E SVILUPPO DEL MARKETING
TERRITORIALE
Con l’avvento della globalizzazione si materializza il nuovo concetto di villaggio
globale
1
inteso come una dimensione idealmente ristretta dove non esistono confini
ed in cui convivono lingue e culture diverse. Questo fenomeno ritrova la sua
immediata applicazione nell’economia e conseguentemente in tutti i restanti ambiti.
“La globalizzazione dell’economia, infatti, contribuendo ad eliminare le barriere alla
mobilità delle persone e dei capitali, è stata alla base della crescita degli investimenti
aziendali localizzati all’esterno del territorio di origine”
2
. Questo allargamento degli
orizzonti localizzativi, ha messo i territori nella condizione di dover concorrere al
fine di attrarre e mantenere gli investimenti provenienti dall’esterno.
D’altro canto l’importanza del territorio è cresciuta grazie anche alle politiche di
decentramento amministrativo, le quali hanno attribuito alle località maggiori
competenze (dall’ autonomia finanziaria, legislativa, etc.)
3
, al fine di ottimizzare
l’organizzazione della dimensione locale.
La globalizzazione ed il decentramento amministrativo possono essere considerati
come due facce della stessa medaglia: da un lato l’estensione degli orizzonti e la
conseguente facilità di mobilità, dall’altro la necessità di tutelare le specificità delle
singole aree attribuendogli competenze (e quindi i mezzi) per poterle preservare.
Si costituisce, così, il concetto di “globale/locale” il quale può essere spiegato
dall'esigenza, per i sistemi produttivi locali che vogliano sopravvivere e svilupparsi,
di essere contemporaneamente “chiusi” e “aperti”, cioè di conservare la propria
specifica identità, instaurando al tempo stesso relazioni con il mondo esterno
4
.
E’ proprio in questo scenario che ritroviamo la nascita e le funzioni del marketing
1
Termine usato per la prima volta da da Marshall McLuhan, uno studioso delle comunicazioni di
massa, nel 1964.
2
Del Colle E., 2006, Tecnopoli: l'articolazione territoriale della competitività in Italia, FrancoAngeli,
Milano, pag 14.
3
Per approfondimenti si rimanda alla riforma del Titolo V della Costituzione Italiana.
4
Zanfirini L., 1996, Una promessa disattesa: lo sviluppo locale nell'esperienza francese,Vita e
Pensiero, pag 59.
5
territoriale. Il territorio che “vive” nell’era della globalizzazione ha la
necessità/obbligo di valorizzare la propria identità e le proprie peculiarità. Conoscere
le caratteristiche, le attitudini e le potenzialità di sviluppo di un’ area sono quindi
requisiti fondamentali per la crescita di un territorio. Il marketing territoriale riflette
l’esigenza delle città nel mettere in luce queste condizioni, e lo fa attraverso una
gestione imprenditoriale dell’ area. Le politiche e le pratiche aziendalistiche vengono
così rielaborate prendendo in oggetto non più il prodotto aziendale, ma quello che
più avanti definiremo il prodotto – territorio. Come per le imprese anche il prodotto
– territorio ha una sua domanda ed una sua offerta, e come tale risente del contesto
entro cui agisce e delle aspettative degli stakeholders.
1.1 IL SISTEMA – TERRITORIO
Per territorio s’intende “la risultante in continua evoluzione della presenza in uno
spazio con certe caratteristiche, di attori e risorse che pongono in essere attività e
relazioni”
5
. Esso può avere una dimensione spaziale, in quanto localizzato in un area
definita, e una temporale in considerazione del fatto che le sue componenti basilari
(attori, risorse, attività e relazioni) si manifestano in modo dinamico. Il sistema –
territorio è sempre da considerarsi come sottoinsieme di un contesto geografico più
ampio il quale ingloba altri sistemi territoriali più piccoli.
5
Caroli M.G., 2006, Il marketing territoriale. Strategie per la competitività sostenibile del territorio,
FrancoAngeli, Milano, pag 20.
Figura 1.1 La rappresentazione del territorio come sistema
Fonte: Caroli [2006]
6
Da qui la necessità di identificare dei criteri per delinearne i confini, quale ad
esempio la giurisdizione amministrativa, la quale però non è sempre adeguata a
delineare un’ area dove concorrono fattori molto difficili da considerare in modo
omogeneo.
La prima componente del sistema – territorio sono gli attori il cui insieme è
costituito da persone fisiche e da organizzazioni le cui attività si riflettono sul
territorio dove hanno sede. Ogni attore si distingue per l’intensità del legame che ha
con il contesto geografico; esso può essere forte, medio o debole a seconda se
risieda, o meno stabilmente in esso. Dal punto di vista del territorio l’attore è allo
stesso tempo, sia una risorsa che un utente, mentre se considerato solo utente non è
necessariamente una risorsa.
Pertanto, un attore è da ritenersi risorsa quando:
è detentore di proprie risorse e conoscenze funzionali a determinate
dinamiche di sviluppo territoriale;
valorizza le altre risorse già presenti nel territorio;
è potenziale generatore o attrattore di altre risorse nell’area.
La seconda componente che caratterizza il sistema territoriale sono le risorse le quali
posso essere identificate sulla base di tre criteri
6
:
il grado di complessità: la complessità di una risorsa può essere definita su
due piani. Il primo riguarda la complessità delle componenti cui è costituita,
il secondo la moltitudine di fattori utilizzati per la sua formazione;
il grado di tangibilità: la componente tangibile comprende le caratteristiche
fisiche e strutturali, quali la situazione geografica e morfologica, la struttura
urbanistica e le infrastrutture pubbliche, il patrimonio immobiliare e culturale,
i servizi pubblici, la produttività e il mercato locale. Quella intangibile,
strettamente connessa con la prima, è fortemente specifica di ogni area
geografica e difficilmente riproducibile (imitabile); comprende lo “spirito”
del luogo, i valori civili e sociali, le competenze produttive, le risorse umane
e la maturazione sociale, gli scambi culturali ed economici, la leadership
6
Caroli M.G., 2006, Il marketing territoriale. Strategie per la competitività sostenibile del territorio,
FrancoAngeli, Milano, pag 23.
7
economica e culturale, il livello e la distribuzione del benessere e i
meccanismi giuridici e amministrativi
7
;
l’ origine: la risorsa può essere intrinseca , se connaturata alle caratteristiche
fisiche del territorio, oppure estrinseca se appartenente ad un determinato
soggetto o gruppo di soggetti.
Il terzo elemento è costituito dalle attività che si possono scomporre in tre grandi
insiemi: le attività standardizzate, come assistenza sanitaria e formazione scolastica;
le attività produttive ed economiche; e quelle strettamente legate al territorio.
La quarta componente del sistema – territorio è invece costituita dal tessuto
relazionale ( relazioni) il quale è il frutto dell’interazione esistente tra attori, risorse
ed attività sviluppatasi all’interno dello stesso contesto territoriale. Esiste un doppio
sistema di relazioni: quello interno, costituito dalle relazioni degli attori presenti in
un territorio, e quello esterno composto dalla relazione di quest’ultimi con quelli di
altre aree geografiche. Sono proprio questi sistemi di relazione che determinano la
competitività e lo sviluppo economico di un territorio.
In conclusione, il fine del sistema – territorio è creare, mantenere e rafforzare lo
sviluppo sostenibile e le condizioni che lo determinano. Lo sviluppo sostenibile è un
processo di cambiamento per cui lo sfruttamento delle risorse, la direzione degli
investimenti, l’orientamento dello sviluppo tecnologico e i mutamenti istituzionali
sono armonizzati così da tenere conto sia delle necessità presenti che di quelle
future
8
. Condizione necessaria per lo sviluppo sostenibile è il raggiungimento
dell’equilibrio sinergico tra le dimensioni economiche, sociali ed ambientali. Per
poter realizzare tale equilibrio bisogna agire su
9
:
l’organizzazione degli insediamenti urbani al fine di migliore la fruizione
del territorio da parte dei residenti;
le infrastrutture economiche e sociali per favorire coloro che si trovano in
posizioni logistiche ed economiche sfavorevoli;
7
Il territorio è quindi un prodotto composito caratterizzato dalla coesistenza di componenti fisiche
strutturali ed immateriali. Le interrelazioni tra le componenti determinano il valore del territorio. Per
approfondimenti si rimanda al paragrafo 1.4
8
Definizione che si evince dal rapporto Brundtland del 1997 all’ assemblea generale delle Nazioni
Unite.
9
Caroli M.G., 2006, Il marketing territoriale. Strategie per la competitività sostenibile del territorio,
FrancoAngeli, Milano, pag 35.
8
le tecnologie purché volte al recupero dell’efficienza di prodotti, servizi e
mezzi di produzione;
gli stili di vita della popolazione orientati alla riduzione degli sprechi, e le
modalità di organizzazione delle attività umane finalizzate ad un uso
efficiente delle risorse per massimizzare la produttività;
i settori economici ed i sistemi di produzione le cui politiche devono
sostenere la competitività delle imprese ed al tempo stesso massimizzare la
distribuzione della ricchezza che le aziende producono;
il sistema di welfare che deve garantire la migliore protezione sociale ai
soggetti più deboli (assistenza sanitaria, sostegno agli anziani etc.)
1.2 COMPETITIVITÀ DEL TERRITORIO
L’aumento della competizione tra territori negli ultimi anni è stato il risultato dei
notevoli cambiamenti nelle sfere istituzionali, economiche, sociali e tecnologiche.
La competitività di un territorio è la capacità “ to produce goods and service that
meet the taste forcing competition while simultaneously maintaining and expanding
domestic real income”
10
. La capacità competitiva di un sistema territoriale si basa su
tre condizioni: la prima riferita al suo modello di sviluppo sostenibile in quanto
adeguata agli obiettivi specifici dei singoli attori; la seconda è relativa alla
comparazione tra aree sufficientemente simili sul piano economico e istituzionale; la
terza si riferisce ad un insieme di fattori relativi alla specificità degli attori di
maggior rilievo.
Le cause
11
dell’esteso confronto tra territori sono da ricercarsi in alcuni fattori
fondamentali che costituiscono un complesso scenario competitivo:
l’internazionalizzazione del settore produttivo: internazionalizzazione si ha
10
“ di produrre beni e servizi che incontrano i gusti dei consumatori, forzando la competizione e
mantenendo ed espandendo allo stesso tempo le entrate effettive” definizione proposta da Caroli 2006
Fonte: OCSE/TEP, 1992, Technology and the economy. The key relationship, Technology – economy
programme, Parigi, pag. 237.
11
Proposte da Adornato F., 2006, Sviluppo integrato e risorse del territorio, FrancoAngeli, Milano,
pag 217.
9
quando “le imprese intendono o dichiarano di volere uscire dalla dimensione
locale, alla quale sono legate, per proiettarsi in una realtà globale”
12
. Le
aziende quindi cercano di trasferire (o espandere) le proprie attività
produttive nelle aree in cui sono presenti migliori condizioni sia dal punto di
vista finanziario che delle peculiarità del territorio.
l’integrazione dell’economica e della politica mondiale: con il termine
integrazione s’intende l’interazione e l’adattamento reciproco dei sistemi
economici e politici appartenenti a diversi paesi. Si pensi, ad esempio
all’integrazione economica e politica sviluppatasi in Europa che ha condotto
rispettivamente alla nascita della CEE e alla stesura della Costituzione
Europea
13
.
l’avvicinamento delle aree geografiche: la riduzione delle distanze e
l’incremento della mobilità generale hanno fatto si che si manifestassero
nuove aree geografiche fortemente vantaggiose per lo svolgimento di attività
produttive. Il vantaggio delle suddette aree può essere definito in termini di
basso costo del lavoro, delle innovazioni tecnologiche, specificità territoriali
etc.
12
Monti L.,2004, “Processo di internazionalizzazione e globalizzazione”, Amministrazione in
cammino, rivista online, pag 1, Roma.
13
CEE è la Comunità Economica Europea entrata in vigore il 1° Gennaio 1958. La Costituzione
europea è stata firmata a Roma il 29 Ottobre del 2004, entra in vigore dal 1° Dicembre del 2009 a
seguito delle ultime aggiunte al testo avvenute con il trattato di Lisbona. http://europa.eu/index_it.htm
Figura.1.2 Scenario competitivo che influisce sulla competizione tra territori
Fonte: Ns elaborazione Adonato [2006]
10
La “competizione”
14
tra territori si manifesta su due piani distinti. Il primo
relativo alle imprese presenti su territorio, le quali competono per raggiungere
una posizione di controllo nell’ambiente in cui operano (concorrenza interna). Il
secondo piano della competizione è strettamente connesso alle risorse presenti
sul mercato esterno (concorrenza esterna) e quindi alla competizione che sussiste
dalla loro acquisizione. La Resource Based View attribuisce infatti un ruolo di
primaria importanza alle risorse insite nell’impresa e all’ambiente esterno, in
qualità di fonte delle risorse in questione, utili per il raggiungimento di un
vantaggio competitivo sostenibile
15
. Di conseguenza, l’acquisizione ed il
mantenimento del suddetto vantaggio rispetto ai concorrenti dipende dalla
capacità dell’impresa nel acquisire risorse valide e di trasformarle in competenze
distintive.
In riferimento ad un area geografica, quindi la competizione tra territori si può
definire su due piani
16
:
rafforzamento competitività delle imprese locali;
attrazione di risorse e investimenti dall’esterno.
14
La vera competizione sussiste solo tra i territori che propongono un’ offerta simile ad un pubblico
analogo.
15
La Bella A. Battistoni E., 2008, Economia e organizzazione aziendale, Apogeo Editore, Milano,
pag 509.
16
Caroli M.G., 1999, Marketing territoriale, FrancoAngeli, Milano
Figura 1.3 I due piani su cui si manifesta la competizione tra territori
Fonte: Caroli [2006]