Capitolo I
Origini, sviluppo e caratteristiche del trasporto multimodale
1. Il successo dei containers e le origini del trasporto multimodale
Il fenomeno di integrazione tra i diversi modi di trasporto, nasce con
l'evolversi del sistema di trasporto che vede nel container lo strumento
fondamentale per permettere la rapida e sicura movimentazione della merce.
L'esigenza di un contenitore multiuso, utilizzabile nei vari tipi di trasporto
merci, fu avvertita in origine negli Stati Uniti nel primo dopoguerra, una prima
idea a riguardo
1
venne proposta nel 1956 dall'imprenditore americano
(autotrasportatore) Malcolm Mclean che, a seguito di una intuizione
2
avuta nel
1937, notò come potesse essere più semplice caricare su una nave l'intero corpo
del camion, ove la merce era contenuta, piuttosto che stivarla a bordo della
stessa
3
.
Fu subito evidente che il nuovo sistema di movimentazione del carico
avrebbe avuto successo difatti il processo di containerizzazione della merce ebbe
un forte impulso specie nel trasporto marittimo tra Stati Uniti e Europa fin dagli
anni sessanta del Novecento, trovando la definitiva consacrazione nel 1969 con
la costruzione, a Genova, del primo terminal container del Mediterraneo
4
.
Il container
5
offre diversi vantaggi: minor carico danneggiato, migliori
operazioni logistiche, e maggiore velocità di imbarco e sbarco. Inoltre esso
1
L'inizio del container, visibile nel sito web: http://www.logisticamente.it/ShowDocument.
2
A. CAMPI, La storia del container, nel sito web:
http://digilander.libero.it/il_loccio/ilcontainer.html.
3
A causa di una legge federale che impediva agli autotrasportatori di svolgere attività
marittime negli USA, Mclean vendette la sua azienda d'autotrasporto per acquistare la compagni
marittima Pan Atlantic e comperò due navi alle quali apportò delle modifiche per installare una
piattaforma sul ponte, in seguito costruì nuovi contenitori e semirimorchi stradali. Grazie
all'insieme di questi interventi nacque la moderna intermodalità.
4
Un significativo aspetto dell'implementazione del sistema containerizzato è stato la
riduzione dei lavoratori portuali con la conseguente perdita di quell'ampio potere contrattuale di
cui fino ad allora avevano goduto, ciò non sorprende poiché lavorando negli snodi fondamentali
del trasporto potevano bloccare grandi flussi di merci anche con brevi scioperi. Un altro
comparto che ha registrato una grande evoluzione tecnologica è quello delle gru portuali, che
sono diventate sempre più grandi e veloci e oggi sono controllate da sistemi interamente
computerizzati.
5
Il 50° anniversario del container, nel sito web:
http://www.3sat.de/dynamic/sitegen/bin/sitegen/index.html.
3
permette di ridurre le possibilità di danneggiamento e di manomissione delle
merci nelle fasi di movimentazione delle stesse
6
.
Per quanto concerne la natura del container
7
esso rappresenta
simultaneamente l'oggetto e lo strumento del trasporto, la dottrina
8
attribuisce
l'una o l'altra natura al contenitore a seconda che questo sia messo a disposizione
dal vettore oppure dal caricatore
9
.
Questa distinzione è stata in parte accolta anche dalla Corte di Cassazione
10
la quale ha stabilito una diversa natura attribuibile al container a seconda del
soggetto che mette a disposizione il contenitore
11
.
Il contenitore gode di una posizione del tutto autonoma rispetto sia alla
nave che alla merce per quanto attiene alla copertura assicurativa e alla
contribuzione alle avarie comuni
12
pertanto la sua perdita o il suo
danneggiamento genera un diritto di risarcimento in capo al soggetto
proprietario.
Il container deve essere inteso non già come un mezzo di trasporto ma
6
In origine, per trasferire la merce inserita nei container in un ampia rete di trasporto si
avvertiva la necessità di uno standard per costruire i mezzi di trasporto e di movimentazione
uguali in tutto il mondo. Tale esigenza fu soddisfatta dall'American Standard Association che
stabilì le dimensioni standard che dovevano possedere le nuove unità di carico e, sin dagli anni
'70, i contenitori che si svilupparono maggiormente furono quelli da 20 e da 40 piedi. In seguito
nel 1969 il giornalista specializzato Richard Gibney inventò il teu, un acronimo che in italiano
possiamo tradurre come ‹‹unità equivalente a venti piedi››.
7
Per una disamina più approfondita sulla natura del container vedasi A. ANTONINI,
Spunti solutivi del trasporto a mezzo container, cit., pag. 72
8
A. ANTONINI, Vecchi e nuovi spunti solutivi dei problemi giuridici del trasporto a mezzo
container, in M. RICCOMAGNO (a cura di), Il trasporto multimodale nella realtà giuridica
odierna, Torino, 1997, pag. 68 ss.
9
Nel primo caso il container è considerato come una componente del mezzo di trasporto e
perciò costituisce uno strumento per massimizzare la capacità di carico di quest'ultimo, mentre
nel secondo caso esso è ritenuto essere parte integrante del carico che il caricatore desidera
trasportare da un luogo ad un altro.
10
Corte Cass. 22 marzo 1991, n. 3112, in Foro.it, 1991, pag. 2053 ss.
11
La Corte di Cassazione ha stabilito che qualora il contenitore venga messo a disposizione
dal vettore, esso non rappresenta altro che un dispositivo utilizzato per trasportare la merce a
destinazione, mentre se il contenitore viene messo a disposizione da parte del caricatore, la
stessa Corte adopera un'ulteriore distinzione a seconda che quest'ultimo abbia consegnato il
contenitore al vettore chiuso e sigillato oppure no. La logica di tale distinzione risiede nel fatto
che se il container è sigillato il vettore non potrà essere agevolato in merito alla conoscenza di
eventuali danni subiti dal carico, mentre se è stato consegnato aperto, allora il vettore ha la
disponibilità e il controllo della merce ed in tal caso è tenuto a custodire i sigilli e la loro
integrità.
12
A. ANTONINI, Profili giuridici del trasporto a mezzo container, in Trasporto
multimodale e sviluppo dell'economia nell'area del Mediterraneo, Messina, 1994, pag. 87 ss.
4
come uno strumento atto a contenere la merce migliorandone la conservazione e
la manipolazione oltreché strumento essenziale al fine di sfruttare il più possibile
le capacità di carico dei vari mezzi di trasporto
13
.
La diffusione della tecnica di meccanizzazione del container
14
ha dunque
comportato una vera e propria ‹‹rivoluzione dei trasporti›› grazie alla notevole
riduzione dei costi di trasporto e dei premi di assicurazione ed anche grazie ai
minori rischi di furto e avaria
15
.
I containers hanno segnato la nascita e l'evoluzione dei servizi door to
door
16
. Tale forma di trasporto consente al caricatore di rivolgersi ad un unico
operatore che cura tutte le fasi del trasporto in luogo di stipulare diversi contratti
con più operatori per ciascuna fase di cui il trasporto si compone.
All'esigenza maturata dai caricatori di affidare ad un unico soggetto l'intero
trasporto hanno risposto soggetti già operanti nelle varie modalità di trasporto.
Ad esempio alcuni spedizionieri si sono ‹‹trasformati›› in spedizionieri-
vettori assumendosi contrattualmente anche il trasporto che sovente viene
eseguito dai subvettori con i quali l'operatore multimodale
17
stipula contratti di
subtrasporto riferiti alle singole tratte. Altro operatore che si è ‹‹adattato›› al
ruolo di operatore multimodale è rappresentato dalle compagnie di navigazione
che talvolta estendono i servizi offerti coprendo anche le fasi del trasporto
terrestre, affidandole agli autotrasportatori.
Per completare il quadro degli operatori multimodali occorre fare
riferimento ai non vessel operating common carriers (NVOCC)
18
che, senza
13
A. ANTONINI, Profili giuridici, cit., pag. 93.
14
G. SILINGARDI-A.G. LANA, Il trasporto multimodale, in Riv. giur. circ. trasp.,
quaderno n. 22, 1994, pag. 11 ss.
15
Le compagnie assicurative hanno dovuto modificare radicalmente la loro offerta
adeguando le strategie di vendita alle nuove caratteristiche del trasporto tramite i contenitori
riducendo i premi assicurativi del 20-40% ma talvolta persino del 50%. Questo a causa della
minore rischiosità connessa al trasporto della merce all'interno dei contenitori. A tal proposito si
vedano C. PILLININI, Profili assicurativi del trasporto multimodale, in Trasporto multimodale
e sviluppo dell'economia nell'area del Mediterraneo, Messina, 1994, pag. 219 ss.
16
G. SILINGARDI, Il regime di responsabilità dell'operatore di trasporto multimodale, In
Riv. giur. circ. trasp., 1997, pag. 745 ss.
17
D. PIPPIA, Il trasporto multimodale, In F. MORANDI (a cura di),Trasporto, P.
CENDON (a cura di), I nuovi contratti nella prassi civile e commerciale, XVII, Torino, 2004,
pag. 713 ss.
18
M. ORIONE, L'attività logistica del vettore multimodale, In M. RICCOMAGNO (a cura
di), Il trasporto multimodale nella realtà giuridica odierna, Torino, 1997, pag. 163 ss.
5
essere né proprietari delle navi, né armatori, né trasportatori terrestri, si
assumono la responsabilità del trasporto complessivamente inteso
19
emettendo
una polizza di carico intermodale.
Osservando l'evoluzione che ha caratterizzato vari operatori nel settore dei
trasporti si intuisce come imprese che già operavano nelle singole modalità e che
avevano già realizzato tutte le opportunità reddituali (specie nella modalità
marittima) abbiano trovato nella multimodalità la possibilità di cogliere nuove
occasioni di profitto.
Invero il trasporto multimodale tende ad ottimizzare l'intero trasporto
suddividendo le varie tratte in modo razionale e conveniente
20
, generando altresì
importanti economie di scala e l'offerta di servizi a valore aggiunto
21
forniti su
larga scala
22
. Ciò lo si nota in particolar modo ove vengano abbinate
l'economicità della tratta marittima o su rotaia, per le lunghe distanze (anche
medio/lunghe per la ferrovia), e la flessibilità dell'autocarro per il trasporto
terrestre.
Allo stato attuale il fenomeno del sistema a mezzo container non deve
considerarsi esaurito o al culmine del proprio sviluppo. Anzi, gli esperti del
settore prevedono un ulteriore margine di crescita delle merci trasportate nei
contenitori sicché può dirsi che il trasporto multimodale containerizzato sta
vivendo adesso l'apice del proprio successo.
2. Definizione ed elementi caratterizzanti il trasporto multimodale
Il ricorso alla multimodalità ha provocato profondi cambiamenti nel settore
19
Ovvero fino al punto di consegna della merce.
20
La razionalità e la convenienza che caratterizzano il trasporto multimodale sono evidenti
allorquando vengano abbinate l'economicità della tratta marittima o su rotaia, per le lunghe
distanze (anche medio/lunghe per la ferrovia), e la flessibilità dell'autocarro per il trasporto
terrestre.
21
I servizi a valore aggiunto comprendono: lo stivaggio, l'imballaggio, l'immagazzinaggio,
i servizi logistici, la predisposizione della documentazione del carico, il disbrigo delle pratiche
doganali, i servizi portuali, la distribuzione, il groupage e la copertura assicurativa.
22
Le grandi economie di scala e la vasta offerta di servizi a valore aggiunto realizzata dagli
operatori multimodali generano vantaggi significativi allorquando le imprese industriali
decidano di esternare attività di supporto a società specializzate, potendosi così concentrare sul
loro core business.
6