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INTRODUZIONE
“La Locride, fiore dell’Italia per nobiltà, per ricchezza e gloria delle sue genti.”
Platone, IV secolo a.C.
Il motivo principale che mi ha spinto a intraprendere questa ricerca è stato
l’opportunità di poter parlare della terra in cui sono cresciuta, la Locride,
luogo d’incomparabile bellezza che si trova sul versante ionico della
provincia di Reggio Calabria.
Lo scopo del presente lavoro è stato quello di verificare la vocazione
turistica dell’area prima di tutto rilevando l’esistenza di un ampio
patrimonio di risorse, molto più vasto di quanto ci si potrebbe aspettare, e
poi cercando di trovare una stessa corrispondenza positiva nei dati forniti
dalle statistiche ufficiali.
Il primo capitolo introduce il fenomeno turistico in generale secondo un
approccio multidisciplinare che vede l’impegno, oltre che dell’economia,
di tutte le altre scienze sociali; difatti è importante riconoscere che il
turismo, anche se produce notevoli ricadute di carattere economico, sorge
dalla necessità di soddisfare esigenze di carattere sociale. Raggiunta
questa consapevolezza, si è passati a esplorare il fenomeno dal punto di
vista statistico, dapprima indicando quali siano le principali fonti
statistiche del turismo nazionali e internazionali e poi analizzando
l’evoluzione e lo sviluppo del turismo in Italia ed in particolare in
Calabria. Un quadro della situazione regionale è, infatti, un utile punto di
partenza per focalizzare poi lo sguardo sulla nostra area d’interesse.
Il secondo capitolo esamina l’offerta turistica della Locride evidenziando
le caratteristiche principali del territorio, le risorse naturali e culturali, i siti
più visitati di ogni Comune e le manifestazioni di maggior rilievo.
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Infine, il terzo capitolo tratta in maniera specifica dei flussi turistici e della
capacità ricettiva della Locride servendosi di dati forniti dalla Provincia di
Reggio Calabria che si riferiscono al periodo di tempo 2006-2010;
mettendo in risalto un movimento turistico insoddisfacente nella zona,
l’analisi di questi dati ha dato la possibilità di riflettere su quali siano i
problemi che ostacolano l’effettivo sviluppo del territorio e quali
potrebbero essere le strategie, non tanto per porre rimedio, ma almeno per
limitare gli effetti negativi di tali problemi.
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CAPITOLO 1
IL FENOMENO TURISTICO
NEL CONTESTO NAZIONALE E REGIONALE
1.1 IL TURISMO COME FENOMENO ECONOMICO
Il turismo è un fenomeno complesso che nell’era post industriale,
soprattutto negli ultimi anni, ha assunto un ruolo importante
nell’economia nazionale e mondiale poiché contribuisce in modo
significativo alla costruzione della ricchezza di un paese, per cui è nata la
necessità di studiare il fenomeno turistico in modo organico e scientifico.
Per questo scopo bisogna innanzitutto definire il significato che si
attribuisce al termine, quali sono le variabili che lo interessano, come
vengono definite e misurate e sotto quale aspetto investigate.
Il World Tourism Organization definisce il turismo come: “ Le attività delle
persone che viaggiano e si trovano in luoghi diversi dal proprio ambiente
abituale per un periodo complessivo superiore alle ventiquattro ore ma
non superiore a un anno consecutivo per scopo di svago, affari o per
motivi diversi dall’esercizio di un’attività remunerata all’interno
dell’ambiente visitato”.
Il mercato turistico è composto da un insieme di operatori (consumatore-
turista e produttore di turismo) che domandano e offrono determinati beni
e servizi: in particolare la domanda turistica è essenzialmente la richiesta
di beni e servizi turistici in un determinato periodo di riferimento in una
data località, essa è estremamente composita e flessibile poiché il
consumatore ha bisogno di una combinazione di diversi elementi per
soddisfare i propri bisogni che dipendono sia dalle caratteristiche proprie
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dei soggetti sia dai diversi aspetti dell’area di destinazione; l’offerta
turistica, in conseguenza della complessità della domanda, è formata
quindi da una pluralità di fattori ambientali e strutturali localizzati
nell’area turistica di destinazione la cui combinazione determina una
maggiore o minore capacità di attrazione nei confronti dei turisti.
Il prodotto turistico, essendo l’insieme di beni e servizi domandati dal
turista durante l’esperienza della sua vacanza, è composto essenzialmente
da quattro classi fondamentali di servizi:
1) Il trasporto;
2) L’alloggio;
3) La ristorazione;
4) Le attività ricreative.
I turisti possono essere classificati secondo criteri differenti; ad esempio,
secondo la natura del viaggio realizzato potremo quindi distinguere tra:
- turisti nazionali e internazionali; nel primo caso si tratta di cittadini
che realizzano viaggi all’interno del proprio paese di residenza, nel
secondo di turisti che si recano fuori dai confini nazionali;
- turisti con diverse motivazioni di viaggio; quali ad esempio la
vacanza in senso stretto ossia per tempo libero e svago, oppure la
vacanza-studio o ancora il viaggio d’affari ecc.
Altre classificazioni possono essere fatte in base all’età, alla composizione
del gruppo di viaggio ecc.: il criterio di classificazione viene scelto secondo
la finalità dell’analisi da compiere.
Il turismo è un settore in piena espansione con un tasso di crescita
mondiale superiore al 10% annuo (WTO, 2007); i flussi turistici possono
essere analizzati alla luce degli arrivi, delle presenze straniere e delle
entrate valutarie: per arrivi turistici s’intende il numero di turisti che
giungono in una determinata destinazione e alloggiano nelle strutture
ricettive alberghiere ed extralberghiere; le presenze sono, invece, il
numero di pernottamenti del soggiorno nelle strutture ricettive mentre le
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entrate valutarie rappresentano gli introiti monetari generati dal turista in
quella data località di soggiorno.
La differenza tra presenze e arrivi mette in evidenza la permanenza media
del soggiorno dei turisti mentre la densità turistica è data dalla differenza
tra le presenze e la popolazione residente.
L’andamento dei flussi turistici è influenzato da fattori indipendenti dal
tipo o dalla qualità dell’offerta turistica quali fattori politici, economici,
sociali, strutturali e naturali: a tal proposito basta ricordare l’impatto
negativo conseguente ai drammatici eventi dell’11 settembre 2001, allo
Tsunami nel 2004 o alla recente crisi finanziaria; anche il fattore moda
influisce tantissimo sulle scelte del turista per cui certe mete quando
perdono di appeal vedono ridurre l’afflusso di vacanzieri.
Tra i fattori economici che influenzano i consumi turistici, il ruolo più
importante va attribuito al reddito: le statistiche mostrano, infatti, che la
spesa turistica diventa rilevante solo quando il reddito supera una certa
soglia che, ovviamente, può essere diversa da un paese all’altro, da
un’epoca all’altra e in base ai tipi di turismo; l’industrializzazione e
l’aumento del reddito nazionale, nel caso italiano, hanno
progressivamente ampliato le fasce sociali in grado di raggiungere tale
soglia permettendo così la crescita del settore.
Uno dei primi tentativi di spiegare la crescita del consumo di servizi
turistici consistette nel collegarla alla curva di Engel: il celebre statistico
inglese aveva pubblicato nel 1857 uno studio nel quale si affermava che “
più povera è una famiglia, maggiore sarà la proporzione della sua spesa
totale destinata all’acquisto di generi alimentari” e analogamente “più
ricca è una nazione, minore sarà la proporzione di generi alimentari nella
spesa totale”. Questa regolarità statistica, che legava la domanda di beni
non tanto al loro prezzo quanto al reddito dei consumatori, è stata poi
incorporata nell’analisi marginalista e utilizzata per spiegare il declino del
settore agricolo a favore di quello industriale (da leggere quindi come una
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diminuzione proporzionale della spesa di prodotti agricoli sostituiti da
quelli industriali) e successivamente per dare conto all’aumento dei servizi
(all’interno dei quali ritroviamo il turismo) a scapito dell’industria.
Il cambiamento nella composizione della spesa è trainato dalla diversa
elasticità della domanda rispetto al reddito, che caratterizza i servizi dai
prodotti dell’agricoltura e dell’industria: in particolare i servizi turistici
presenterebbero un’elasticità elevata aumentando in modo più che
proporzionale a fronte di un incremento di reddito.
Il reddito non è stato comunque l’unico fattore determinante per la grande
esplosione turistica del secondo dopoguerra e per la sua nascita nei secoli
precedenti, poiché si è spesso intrecciato con altri fattori socialmente
rilevanti (di cui si parlerà in maniera più specifica nel prossimo paragrafo)
tra cui va sicuramente ricordato il fenomeno dell’urbanizzazione che è di
per sé un generatore del desiderio di andare di vacanza
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1.2 IL TURISMO COME FENOMENO SOCIALE
Il fenomeno turistico riguarda molteplici aspetti ed è, per questo, studiato
da numerose discipline: esso è prima di tutto un fenomeno economico sia
perché indubbiamente produce dei benefici di carattere monetario sia
perché l’economia è stata la prima scienza ad interessarsene più da vicino,
ma è anche un fenomeno di carattere politico in quanto strumento di
trasformazione e globalizzazione dei popoli.
Dalla fine degli anni Sessanta si è fatta strada, però, la consapevolezza che
il turismo non è solamente un fenomeno economico ma anche e
soprattutto un fenomeno sociale che è nato spontaneamente, si è evoluto
nel tempo e che influisce sui comportamenti umani a prescindere dalla
volontà individuale: per questi motivi occorre porre l’accento non solo
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Battilani, pagg. 23-25
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sulle sue componenti economiche e statistiche ma anche sulle sue
implicazioni sociali.
Il termine turismo appare per la prima volta a cavallo dei secoli XVII e
XVIII quando il viaggio era praticato per fini educativi e culturali dalle
classi sociali più agiate le quali disponevano non solo di adeguate risorse
finanziarie ma anche di molto tempo libero (si pensi al cosiddetto Grand
Tour praticato dai giovani aristocratici inglesi); il turismo era quindi
essenzialmente un fenomeno sociale di élite.
Solo con l’avvento della rivoluzione industriale si è fatta strada la netta
distinzione tra tempo di lavoro da tempo di non lavoro, di conseguenza
con la riorganizzazione dei tempi sociali si sono progressivamente create
le condizioni che hanno fatto sì che il turismo cambiasse natura: decisivo è
stato per i lavoratori il riconoscimento di un periodo di ferie retribuito e
della riduzione dell’orario di lavoro.
In un primo momento però gli operai godevano di questo tempo di non
lavoro esclusivamente per il riposo fisico, la famiglia e le attività sacre;
solo dopo la seconda guerra mondiale si è compiutamente realizzato il
processo che ha riconosciuto a tutti le classi sociali il tempo libero dal
lavoro e così, grazie anche a una maggiore disponibilità di risorse
finanziarie, la nuova società è riuscita a stimolare la necessità di soddisfare
nuovi bisogni tra cui il turismo.
Il bisogno di turismo si è sviluppato, dunque, in modo diffuso in quelle
realtà in cui la maggioranza della popolazione è riuscita prima di tutto a
soddisfare i bisogni essenziali, ossia quelle necessari alla sopravvivenza; in
Italia questo è avvenuto a partire dagli anni Cinquanta, anni in cui il
turismo rappresentava una ricerca di prestigio sociale e di svago ed era
praticato secondo tre modalità prevalenti: la villeggiatura al mare, in
montagna oppure presso le colonie.
Dagli anni Sessanta in poi, invece, nel nuovo modello di società il viaggio
e la vacanza si manifestano come esigenze di primaria importanza per
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quantità sempre più crescenti d’individui e in un tale contesto, quindi, il
turismo cambia la sua natura e si trasforma in fenomeno di massa
perdendo il suo carattere d’èlite grazie al coinvolgimento di tutte le classi
sociali.
I comportamenti e gli atteggiamenti degli individui alimentano e
giustificano l’esistenza del turismo come fenomeno sociale, fanno sì che
esso riesca a coinvolgere la società nella sua organizzazione, nelle sue
istituzioni, nella programmazione delle regole che la governano; il
fenomeno turistico in qualche modo influenza i comportamenti
individuali e collettivi e favorisce la creazione di una rete di rapporti
interpersonali tra gli individui.
In conclusione si può dire che il turismo produce sì notevoli ricadute di
carattere economico ma è importante tenere conto che esso sorge dalla
necessità di soddisfare profonde esigenze di carattere sociale.
1.3 LE FONTI STATISTICHE DEL TURISMO
Molto spesso, quando si parla di turismo, la statistica può essere un valido
strumento che aiuta a “dare i numeri” correttamente non soltanto dal
punto di vista quantitativo ma anche per quanto riguarda la qualità dei
dati intesa come affidabilità e congruità: nel campo turistico, in
particolare, le informazioni più rilevanti divenute oggetto di studio sono
dati numerici riguardanti flussi di visitatori e graduatorie tra diversi paesi
per capacità attrattiva, dati quantitativi sulla spesa dei turisti e sulla sua
capacità di generare sviluppo economico e occupazionale nelle aree di
destinazione, dati sugli arrivi e percentuali sulla provenienza dalle diverse
aree di generazione dei flussi e infine dati su altre manifestazioni legate al
fenomeno turistico di cui si vogliono indicare o stimare quantità e
dimensione.