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1. PANORAMA SOCIALE ED ENERGETICO
Sviluppo economico e demografico sono sempre stati legati al
consumo di energia. In tale contesto, il soddisfacimento del
fabbisogno energetico ricopre un posto di primo ordine, con
particolare riferimento alla produzione di energia elettrica, che
rappresenta la più nobile forma di energia attualmente utilizzata.
L‟umanità ha sempre sfruttato energia per le sue attività,
cambiandone nel corso della storia sia le fonti che le forme con le
quali viene utilizzata.
Le fonti primarie di energia maggiormente utilizzate sono di origine
fossile: queste, pur mantenendo un ruolo di leadership, sono oggetto
di una profonda analisi, oltre che di accese critiche. Le conseguenze
dovute al massiccio utilizzo di tali fonti ha, infatti, ricadute di
natura sociale, economica e ambientale.
Le ricadute sociali ed economiche nascono principalmente dalla
distribuzione geografica delle riserve di fonti energetiche fossili
(petrolio, carbone, gas): la concentrazione in poche aree ha reso
possibile la nascita di un oligopolio energetico (“sette sorelle”,
Enrico Mattei). Le instabili situazioni politiche degli stati detentori
dei giacimenti provocano pesanti ripercussioni economiche. Questi
due fattori influiscono in modo determinate sia
sull‟approvvigionamento che sul prezzo di tali fonti, risultando
particolarmente incerti e volatili. Oltre a ciò è da segnalare l‟iniqua
redistribuzione del reddito derivante dalle operazioni di
sfruttamento delle fonti energetiche fossili nei paesi produttori.
I repentini cambiamenti climatici ai quali stiamo assistendo hanno
reso necessaria una approfondita analisi delle loro cause. Sin dagli
anni ‟70 l‟ONU ha affrontato i nascenti problemi ambientali. La
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ratifica del “Protocollo di Kyoto” nel 1997 da parte dei paesi
maggiormente industrializzati sancisce la necessità di porre
maggiore attenzione alle emissioni di gas effetto serra, ritenute le
principali responsabili dei cambiamenti climatici dei quali siamo
testimoni. Il Protocollo rappresenta il punto di arrivo di un percorso
cominciato dieci anni prima con il rapporto Brundtland (WCED)
“Our common future”: è qui che per la prima volta compare il
termine, ed il concetto, „di sviluppo sostenibile‟, con il quale si
palesa la necessità di sviluppare tecnologie che soddisfino “… i
bisogni del presente senza compromettere la possibilità delle
generazioni future di soddisfare i propri bisogni”.
Risulta quindi indispensabile intraprendere la strada delle cosiddette
energie alternative, cioè quelle energie che non ricorrono allo
sfruttamento dei fonti energetiche di origine fossili, ritenute le
maggiori responsabile della emissione di gas ad effetto serra.
Le energie rinnovabili rispondono perfettamente a queste esigenze:
tra queste rivestono particolare importanza quelle programmabili,
cioè quelle fonti che permettono una produzione di energia senza
risultare dipendenti dalle condizioni esterne, soprattutto climatiche
(energia eolica, solare, …). Le biomasse offrono una grande varietà
di matrici utilizzabili e molteplici sistemi di sfruttamento,
consentendo la possibilità di realizzare applicazioni versatili ed
efficienti: il ricorso a questo tipologia di fonti risulta quindi
particolarmente interessante.
1.1 Fabbisogno energetico
Il fabbisogno energetico mondiale è definito come la richiesta di
energia, di diverse forme (principalmente elettrica e termica), che è
necessario fornire per il soddisfacimento della richiesta dell‟utente
finale. Questo dato deve essere analizzato a partire dalla richiesta di
energia primaria, definita come il potenziale energetico che le fonti
ed i vettori energetici devono fornire per poter soddisfare il
fabbisogno. L‟energia primaria dipende quindi da diversi fattori
quali il fabbisogno energetico, il tipo di combustibile e l‟efficienza
di trasformazione. La varietà delle fonti e delle tecniche di
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trasformazione utilizzate fa nascere la necessità di utilizzare una
unità di misura che possa collegare le quantità di energia alla
quantità di combustibile: il tep (tonnellata equivalente di petrolio)
viene utilizzato come unità di misura fondamentale.
1 tep = 11,625 MWh = 41.85 GJ
Il consumo di energia primaria ha registrato un andamento
crescente dal 1965 al 2008, tranne che nel periodo delle crisi
petrolifere degli anni ‟70. Nel 2009, in seguito alla crisi economica
mondiale, si è registrato un calo della domanda di energia. Il
fabbisogno energetico mondiale prima della crisi registrava valori
pari a circa 12069 Mtep: la maggior parte di tale quantità viene
consumata dai paesi industrializzati ed in via di sviluppo. Le fonti
energetiche utilizzate per soddisfare la richiesta di energia primaria
sono di diversa natura, classificabili in base alla loro origine. Fino a
fine „800 il fabbisogno energetico era quasi completamente coperto
dal carbone. Con l‟inizio del XX secolo l‟aumento di fabbisogno
energetico è stato colmato ricorrendo allo sfruttamento del petrolio.
Nonostante la diversificazione di fonti energetiche del dopoguerra,
la dipendenza dalle fonti primarie di origine fossile rimane
preponderante.
Le stesse valutazioni possono essere fatte per lo scenario italiano,
dove il fabbisogno di energia primaria nel 2008 è stato pari a 178,6
Mtep; nel 2009 si è registrata una contrazione dei consumi pari a
5,93% (168 Mtep). Nel corso del 2010 tale dato è tornato a salire,
registrando un aumento del 3,5% (173,8 Mtep).
L‟analisi di questi dati mostra lo stretto legame che esiste tra
fabbisogno energetico e andamento dell‟economia: la diminuzione
del fabbisogno energetico in Italia è stata registrata in concomitanza
della contrazione del PIL, che ha registrato una diminuzione di
circa il 9.5% tra il 2008 e il 2009.
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Graf 1: mix fonti energetiche primarie in Italia 2008 (fonte TERNA).
Il termine energia secondaria descrive tutte le forme di energia che
derivano dallo sfruttamento di una fonte primaria: quella di
maggiore interesse nel panorama energetico mondiale è quella
elettrica che per la ridotta degradabilità, la semplicità di
trasmissione e la versatilità di utilizzo, risulta essere la forma di
energia più pregiata: questa è inoltre prodotta ricorrendo a
molteplici tecnologie e vettori energetici. Anche l‟energia elettrica
risulta fortemente dipendente dalle fonti fossili: il consumo di
energia elettrica mondiale nel 2008 è stato pari a 17390 TWh, con
una potenza installata di 4720 GW. L‟Italia ha partecipato a tale
valore con una quota pari al 1,9% del consumo e al 2,2% della
potenza installata. Nel 2008 si è infatti registrato un consumo
interno lordo di energia elettrica pari a circa 360 TWh. Nel 2009 la
contrazione dei consumi si è ripercossa anche sul settore elettrico,
che ha registrato una diminuzione del 6%, pari ad consumo interno
lordo di circa 337 TWh. Nel 2010 il dato è tornato a salire,
registrando un aumento del 2,6%.
L‟importanza dell‟energia elettrica è evidenziata anche dalla quota
di fonti energetiche primarie destinate alla sua produzione: negli
ultimi anni circa il 36% del consumo finale di energia è destinato
all‟alimentazione delle centrali di produzione elettrica. In Italia La
quantità di energia elettrica necessaria è prodotta ricorrendo ad un
eterogeneo mix di fonti primarie.
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2008 2009 2010
Consumo finale di energia (Mtep)
178,6 168,0 173,8
-0,70% -5,93% 3,50%
Consumo interno lordo di energia elettrica (GWh) 359.163 337.600 346.223
Consumo netto di energia elettrica (GWh - %)
319.037 299.915 309.884
0,03% -5,99% 3,30%
Consumo energetico centrali elettriche (Mtep - %)
68,5 65,3 67,2
36% 36% 37%
Tab 1: consumo di energia elettrica in Italia (fonte TERNA)
La potenza efficiente netta di generazione elettrica installata in
Italia è pari a 106489 MW, corrispondente a 69300MW di potenza
media disponibile. Il valore medio del rendimento nella produzione
di energia elettrica risulta pari a circa il 44%, le perdite di rete sono
pari a circa il 6%. Il fabbisogno elettrico italiano è soddisfatto
ricorrendo anche alle importazioni dall‟estero, che coprono una
quota pari a circa il 13,5% della richiesta.
1.2 Fonti energetiche
Come già detto, la richiesta di energia viene coperta da un mix di
fonti, con una prevalenza di fonti fossili: anche le fonti energetiche
utilizzate per la produzione di energia elettrica, necessaria a
soddisfare il fabbisogno elettrico italiano, compone un mix che è
fortemente influenzato dalle fonti fossili.
Graf 2: mix di fonti per produzione di energia elettrica in Italia (fonte TERNA)
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Il 2010 ha visto ancora una prevalenza della produzione
termoelettrica (75% della produzione interna), con il primato del
gas naturale (67% della produzione termoelettrica), ma anche un
notevole aumento della produzione imputabile alle fonti energetiche
rinnovabili (+11% rispetto al 2009).
1.2.1 Energia da fonti tradizionali
Le fonti energetiche tradizionali, cioè quelle di origine fossile,
risultano le maggiormente utilizzate sia nel mix energetico per
soddisfare il fabbisogno energetico totale, si in quello utilizzato per
la produzione di energia elettrica. Il successo di queste fonti risiede
nella semplicità e versatilità di utilizzo e nella struttura del sistema
energetico nazionale e mondiale.
Il settore termoelettrico è quello in cui vengono maggiormente
utilizzate le fonti fossili: nel panorama italiano, il combustibile
maggiormente utilizzato è il gas naturale, seguito dal carbone.
Graf 3: mix energetico produzione termoelettrica in Italia 2010 in GWh (fonte TERNA)