2
sintesi storica sul fenomeno, anche se estesa al concetto più ampio di FAD
(Formazione A Distanza), rispetto alla quale l’E-Learning costituisce l’ultima
generazione. La trattazione si articola, successivamente, sulle modalità di
impiego delle nuove tecnologie all’apprendimento, con particolare riguardo a
due elementi:
1. le caratteristiche innovative del materiale per la formazione in Rete
(ipertestualità, multimedialità e interattività);
2. gli aspetti collaborativi dell’ Internet-Based Training.
Di notevole importanza è quindi la considerazione del Trade-Off fra vantaggi e
inconvenienti del nuovo tipo di formazione; una questione che ha meritato
particolare attenzione è stata la valutazione della formazione On-Line che
presenta aspetti problematici del tutto nuovi.
L’ultima parte del lavoro è dedicata alla costruzione di un modulo didattico da
realizzare in formato multimediale. Questa scelta è motivata dalla necessità di
non limitare il lavoro all’esposizione teorica dei principi acquisiti sulla nuova
formazione attraverso la letteratura specializzata, attualmente ancora piuttosto
limitata in ragione dell’innovatività della materia. Il modulo concerne in
particolare la didattica della Lingua Inglese e nel corso del lavoro vengono
illustrate le motivazioni che hanno indotto a questa scelta, con particolare
riguardo al contenuto verticale della scheda, costituito dal Digital Business
English. Le varie fasi propedeutiche alla realizzazione del modulo
multimediale sono dettagliatamente descritte e passano attraverso la selezione
di un brano dal quale estrarre un Abstract di riferimento, la predisposizione di
Exercise di verifica dell’apprendimento e la costruzione di una sezione
dedicata a un Glossary di riferimento per l’acquisizione della terminologia
specialistica.
L’innovatività del presente lavoro, infine, è giustificata anche dalla produzione
di un glossario specialistico interamente dedicato all’ESP (English for Special
Purposes) utilizzato nel settore del WBT (Web-Based Training).
3
CAP I
INTRODUZIONE SU INTERNET
1.1 Definizione e terminologia collegate a
Internet
La forte evoluzione tecnologica che sta attraversando la nostra epoca offre
opportunità impensabili fino a pochi anni or sono, sia per le imprese sia per i
privati, le istituzioni e le altre organizzazioni.
Tra le novità più significative vi è sicuramente Internet. Questo straordinario
fenomeno, che investe aspetti sociali, economici e culturali, è attualmente al
centro dell’attenzione dei Media, che hanno sicuramente contribuito a
diffondere la conoscenza delle potenzialità offerte dal nuovo strumento.
Il termine Internet è l’acronimo di Interconnected Networks e già questa
definizione è in parte sufficiente per comprendere il significato della nuova
tecnologia: Internet non costituisce una singola rete universale, ma un
complesso di reti informatiche preesistenti e per questo è anche nota come “la
Rete delle reti” o anche “the Net”1.
Una rete è un sistema informatico che permette a due o più Computer di
comunicare tra loro e scambiarsi dati; essa può essere di diversi tipi:
� rete LAN (Local Area Network) : è realizzata solitamente all’interno di
aziende o uffici per la trasmissione di dati interni e non consente accesso
dall’esterno;
� rete MAN (Metropolitan Area Network) : ha un’estensione maggiore e può
collegare Computer di un intero quartiere, città o area metropolitana;
1
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, Internet 2000, pag. 13, Editori Laterza,
Roma-Bari, 2000.
4
� rete WAN (Wide Area Network) : è molto più aperta della rete locale in
quanto è predisposta per il collegamento anche di elaboratori localizzati su
un’area geografica nazionale, continentale o persino mondiale2.
La tecnologia necessaria affinché due Computer dialoghino era già disponibile
prima dell’avvento di Internet. La vera rivoluzione, tuttavia, sta nel fatto che
Internet permette potenzialmente a tutti i calcolatori del mondo di
interfacciarsi. Ciò è reso possibile dall’uso di un linguaggio comune: il
protocollo di trasferimento dati TCP/IP.
Gli elaboratori, pur utilizzando lo stesso ‘alfabeto’ (il codice binario), spesso
impiegano linguaggi differenti e incompatibili. La funzione di definizione
delle regole condivise per il trattamento e l’invio di dati tra Computer che si
avvalgono di architetture Hardware e sistemi operativi diversi è svolta dal
protocollo3. Il TCP/IP, in realtà, non è un unico protocollo, bensì un insieme di
protocolli di comunicazione organizzati gerarchicamente4. L’acronimo TCP/IP
deriva dal nome dei due principali protocolli usati in ambito Internet: TCP
(Transfer Control Protocol) e IP (Internet Protocol)5.
Il primo gestisce la preparazione di dati da trasmettere, in quanto nella Rete le
informazioni non vengono trasmesse in unica sequenza, ma ogni messaggio,
grazie alla tecnologia Packet Switching, è suddiviso in ‘pacchetti’ che possono
essere diretti verso un’unica destinazione, ma seguendo percorsi diversi. Il
TCP suddivide i dati in uscita in blocchi di dimensioni definite ed è in grado di
ricomporre i dati in entrata secondo la corretta sequenza6.
Il protocollo IP ha il compito di aggiungere a ciascun ‘pacchetto’
un’intestazione (Header) che contiene le informazioni necessarie affinché i
dati seguano il giusto percorso7.
A questo fine è necessario che ogni Computer connesso alla Rete abbia un
indirizzo univoco, che viene assegnato in base ad uno schema di
indirizzamento numerico; l’assegnazione è curata da un organismo
internazionale, il NIS (Network Information Service), il quale ne delega la
2
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 12-13.
3
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 22.
4
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 23.
5
E. GUIDOTTI, Internet, perchè?, pag. 32-33, Franco Angeli s.r.l., Milano, 2000.
6
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 33.
7
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 25.
5
gestione ad enti nazionali (in Italia il GARR, Gruppo Armonizzazione delle
Reti di Ricerca)8. Per facilitare l’impiego della Rete agli utenti, che avrebbero
difficoltà nell’utilizzo di indirizzi costituiti da sequenze numeriche, è stato
sviluppato un sistema di indirizzamento simbolico: il DNS (Domain Name
System). Grazie ad esso ogni Host può avere un nome (Domain Name),
articolato secondo una struttura gerarchica che ripartisce la Rete in domini e
sottodomini9.
Il collegamento di un elaboratore ad Internet può avvenire tecnicamente in due
modi:
1. Collegamento diretto con linee dedicate : è un tipo di connessione che
comporta elevati costi di investimento iniziale e di gestione per cui
riguarda normalmente enti ed aziende;
2. Collegamento Dial-up con normali linee telefoniche o ISDN (Integrated
Service Digital Network) : è il tipo di connessione decisamente più diffuso,
sia per i minori costi che per la maggior semplicità di gestione e ha
permesso la diffusione della connettività anche presso l’utenza non
professionale10.
In ultimo va ricordata la necessità di disporre di un Modem e di un accordo con
un ISP (Internet Service Provider)11.
Il Modem è un congegno il cui nome deriva dalle iniziali delle parole
Modulator-Demodulator; esso è capace di modulare (trasformare) i dati
digitali nei dati analogici che viaggiano sulla rete telefonica e di effettuare
l’operazione inversa (demodulazione) per i dati in arrivo12.
Un ISP (o anche Provider) tecnicamente è uno dei milioni di nodi della Rete
ed è connesso ad Internet con linee dedicate attive 24 ore su 24. Dal punto di
vista economico, l’ ISP è un imprenditore che fornisce un servizio di
connessione ad un utente che intende accedere alla Rete con un semplice
telefono13. L’ ISP dispone di un certo numero di Modem che consentono
all’utente di entrare nella Rete (o nella parte gestita dal Provider) e per questo
8
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 27.
9
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 31.
10
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 34.
11
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 38.
12
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 40.
13
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 39.
6
servizio richiede un certo corrispettivo, anche se si va sempre più diffondendo
l’orientamento ad offrire gratuitamente l’accesso (Free-Net), puntando ad
ottenere la remunerazione attraverso la pubblicità, l’E-Commerce e gli altri
servizi offerti dalla Rete14.
14
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 40.
7
1.2 Nascita, evoluzione e sviluppo del fenomeno
Internet ha una storia piuttosto recente, che in parte coincide con i momenti
più significativi dello sviluppo tecnologico e più tragici della storia
dell’umanità15. Internet deriva indirettamente dalla Guerra Fredda e dalla corsa
agli armamenti sviluppatasi fra le due superpotenze all’indomani del secondo
conflitto mondiale16.
Nel 1957 i sovietici realizzarono il primo satellite artificiale, lo SPUTNIK,
capace di inviare segnali a tutte le stazioni radio del mondo e di girare intorno
alla terra in un’ora e mezzo. L’amministrazione americana, allora guidata da
Eisenhower, si sentì sconfitta nella competizione tecnologica; inoltre, dopo
l’incidente della Baia dei Porci a Cuba nel ’61 e la prima bomba atomica
sperimentata dalla Cina nel ’64, le preoccupazioni del governo statunitense per
una terza guerra mondiale aumentarono17.
In questi frangenti, il Ministero della Difesa istituì nel 1962 un organismo,
l’ARPA (Advanced Research Projects Agency), allo scopo di realizzare un
sistema di telecomunicazioni in grado di funzionare anche in caso di attacco
nucleare. Infatti, la Difesa americana disponeva di un solo elaboratore centrale
a cui erano collegati tutti i Computer delle sedi periferiche, senza collegamenti
tra loro. Ciò rendeva il sistema molto vulnerabile, poiché era sufficiente
distruggere l’unità centrale per bloccare la circolazione delle informazioni
nell’apparato difensivo18.
L’idea di una rete di Computer fu di Bob Taylor, studioso di psicoacustica e
allora direttore del programma di ricerche informatiche19.
Resisi conto che non esisteva un modo per garantire la funzionalità di un
centro di telecomunicazioni sottoposto ad attacco nucleare, gli uomini
dell’ARPA formularono i principi di costruzione della rete, concettualmente
semplici ma difficili da realizzare:
15
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 29.
16
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 15.
17
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 30.
18
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 15-16.
19
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 30.
8
� La rete doveva essere decentralizzata, cioè avere una miriade di nodi
(Host) indipendenti in grado di ricevere, elaborare e trasmettere dati;
� Ogni nodo doveva continuare a funzionare anche in caso di distruzione o
danneggiamento di altri nodi;
� I Computer dovevano potersi collegare senza difficoltà20.
La prima rete con tali caratteristiche, chiamata in codice ARPANET (dal 1974
INTERNET), nacque nel 1969 e fu finanziata dal Pentagono; il primo nodo
venne attivato nell’autunno di quell’anno presso l’Università della California a
Los Angeles (UCLA) con il collegamento di quattro elaboratori Honeywell 516
dotati di 12 Kb di memoria. Nel 1971 i nodi erano 15 (tra cui la NASA) e nel
’72 giunsero a 3721.
Il primo rudimentale protocollo fu NCP (Network Control Protocol) del 1970,
sostituito poi da TCP/IP nel 1982 e tuttora usato22. Esso nacque dall’impegno
di due scienziati, Bob Khan e Vinton Cerf, che operavano in ARPA; essi non
solo crearono un prodotto valido e versatile, ma decisero di regalarlo
all’umanità non apponendo alcun Copyright al Software23.
Agli inizi degli anni ’80 la Rete era ancora utilizzata per scopi militari o per lo
scambio di informazioni tra scienziati di istituti di ricerca pubblici e privati,
nonché università, soprattutto attraverso lo scambio di posta elettronica24. Il
fatto che ogni sistema connesso fosse responsabile solo del proprio tratto di
Rete e delle proprie macchine agevolò il libero sviluppo di Internet. Inoltre, ci
si accorse che la Rete non veniva utilizzata solo per scopi istituzionali, ma
anche per vere e proprie ‘tavole rotonde collettive’ (la prima verteva sulla
fantascienza), per scambi culturali o anche semplicemente per appuntamenti,
chiacchierate (chat) e altro ancora. La comunità scientifica iniziò a scoprire le
potenzialità inizialmente impreviste, ma sicuramente interessanti della Rete25.
Nel 1983, a causa della diminuzione dei fondi pubblici, ARPA esaurì la sua
funzione: la sezione militare si staccò e confluì nella struttura MILNET (in
realtà, ARPA ha continuato ad operare nella nuova veste DARPA, dove la D sta
20
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 30-31.
21
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 31-32.
22
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 32.
23
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 14.
24
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 34.
25
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 17.
9
per Defense, con il compito di finanziare la ricerca di base potenzialmente
connessa a scopi militari26). ARPANET morì e nacque ufficialmente Internet, a
cui si connettevano un numero sempre maggiore di reti, grazie agli
investimenti privati e alle continue innovazioni tecnologiche. La Rete divenne
di pubblico dominio, in quanto tutte le scoperte e le risorse tecnologiche
vennero messe a disposizione dei soggetti connessi27.
Nel 1986 nacque NSFnet, una rete che si basava sulla tecnologia sviluppata da
ARPANET e si affiancava ad altre due preesistenti: BitNet (Because It’s Time
Network) e CSnet (Computer Science Network). NSFnet fu messa a punto dal
prestigioso ente governativo federale NSF (National Science Foundation), con
compiti di promozione della ricerca scientifica. Con una linea a 58 Kbps,
NSFnet divenne la colonna portante di Internet, la prima Backbone, che
metteva a disposizione di enti non profit enormi risorse informative in cinque
centri di calcolo dotati di supercomputer.
Nel 1992 il Congresso USA ha autorizzato ufficialmente NSF a sviluppare
attività commerciali in ambito NSFnet e questo ha ulteriormente accelerato il
processo di espansione e diversificazione dei contenuti della Rete28.
26
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 16.
27
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 34.
28
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 35.
10
1.3 Introduzione del Web
Con molta probabilità, Internet non avrebbe raggiunto le attuali dimensioni e
grado di diffusione nel mondo senza l’introduzione del più noto dei servizi
implementabili in Rete: il WWW (World Wide Web) o anche semplicemente
Web29.
La sua storia è molto recente e ciò rende ancor più sorprendente la rapidità del
suo sviluppo, che ha beneficiato dell’opera e della creatività di molti gruppi di
lavoro30.
Al pari di molte invenzioni di successo, l’idea del Web nasce con finalità
abbastanza limitate; Tim Berners-Lee, fisico londinese, si trova ad operare
presso il CERN, centro di ricerca in fisica con sede in Svizzera, dove nel 1989
il ricercatore formula una proposta scritta relativa alla gestione delle
informazioni nel centro31. Inizialmente, lo scopo di Berners-Lee è soltanto
quello di consentire agli scienziati del CERN di accedere con facilità a dati e
notizie presenti nei vari elaboratori evitando l’utilizzo di linguaggi
notevolmente complessi32.
L’intuizione di Berners-Lee deriva da un lavoro svolto negli anni ’80 sul
progetto Enquire, che consentiva collegamenti (Link) fra più nodi33; il
ricercatore, inoltre, presagisce che il problema della perdita di informazioni,
particolarmente avvertito nell’ambito del CERN, sarebbe stato comune al resto
del mondo nel giro di dieci anni e che nello stesso arco di tempo sarebbero
state introdotte soluzioni innovative a questo problema 34.
Lee è il primo ad utilizzare il termine web (ragnatela) per descrivere il
complesso delle interrelazioni fra i dati e ritiene di affrontare la questione della
gestione di una massa complessa e dispersa di informazioni attraverso una
tecnologia multimediale e ipertestuale, che consenta la consultazione di
documenti non solo testuali, ma arricchiti anche da suoni ed immagini.
29
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 35.
30
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 36.
31
R. BEN-NATAN, Corba on the Web, pag. 6, McGraw-Hill, New York, 1998.
32
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 36.
33
R. BEN-NATAN, op. cit., pag. 8.
34
R. BEN NATAN, op. cit., pag. 7.
11
Nel 1990 il progetto basato sulla proposta di Lee è varato dal CERN con il
nome di WWW ed entro la fine dell’anno viene realizzato su un elaboratore
NEXT il primo Browser WYSIWYG, acronimo di What You See Is What You
Get per indicare la piena corrispondenza fra ciò che viene programmato e ciò
che viene visualizzato; nel 1992, lo stesso Tim Berners-Lee fornisce una
sintetica definizione del Web, ancora oggi significativa:
«Web is many things:
� a concept
� a set of protocols
� a body of available software
� a web of information»35.
Dal 1993, è stato consentito l’accesso al Web sia alle imprese che ai privati,
permettendo ad alcune aziende pioniere negli Stati Uniti di cominciare a
pubblicizzare sui propri siti i cataloghi con i relativi listini sotto forma di
Brochure elettronica; nel corso del 1995 molte imprese hanno ampliato
l’utilizzo del nuovo strumento in modo che i clienti potessero trovarvi tutte le
informazioni relative ai prodotti e/o servizi trattati36.
Nella seconda metà degli anni ’90 inizia così la folgorante ascesa del Web, che
diviene sempre più un veicolo di comunicazione commerciale dapprima per le
imprese di maggiori dimensioni per poi diventare di uso generalizzato, in
concomitanza con la crescita del grado di penetrazione dei Computer e del
relativo Software applicativo presso l’utenza non professionale.
35
R. BEN-NATAN, op. cit., pag. 8.
36
A. GALGANO, E. LA MESA, Vendere e comprare con Internet, pag. 43, Sperling & Kupfer
Editori S.p.a., Milano, 1998.
12
1.4 I servizi di Rete
Internet costituisce una piattaforma che consente l’implementazione di una
molteplicità di servizi diversi tra loro, rispondenti alle esigenze dei soggetti più
disparati (aziende, privati cittadini, enti ed istituzioni pubblici e privati).
Uno dei servizi più diffusamente impiegati è sicuramente la posta elettronica
(o E-Mail, dall’inglese Electronic Mail). Essa rappresenta una delle
applicazioni più tradizionali nelle comunicazioni tra elaboratori ed è destinata
a rimanere molto importante anche in Internet37.
L’E-Mail realizza lo scambio di messaggi costituiti da un numero anche
piuttosto elevato di File fra due o più soggetti38. I messaggi sono generalmente
solo testuali, ma oggi è possibile anche trasmettere file non esclusivamente
testuali, come immagini, grafici e persino suoni grazie al MIME (Multi-
Purpose Internet Mail Extension), uno Standard che permette di arricchire le
E-Mail da un punto di vista multimediale39.
Tecnicamente, il messaggio inviato da un utente arriva al PoP (Point of
Presence) più vicino gestito dal Provider e, attraverso vari Server lungo la
Rete, raggiunge il destinatario; il protocollo che consente di dialogare i due
terminali fra loro connessi è il POP (Post Office Protocol).
Per l’utilizzo della posta elettronica l’utente deve disporre di un conto
(Account) presso un Provider che gli fornisce accesso alla Rete, di una casella
di posta elettronica (Email Box) e di un programma per la gestione della
corrispondenza (Client)40. La casella è un luogo virtuale nel quale vengono
ricevuti i messaggi in arrivo (In-Bound) ed è identificata da un indirizzo
composto in modo da individuare univocamente l’utente. La prima parte
dell’indirizzo (Username) è scelta discrezionalmente dal cliente ed è separata
dall’altra parte dal simbolo ’@’ (at, tradotto in italiano con il termine
37
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 43.
38
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 81.
39
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 93.
40
E. GUIDOTTI, op. cit., pag. 43.
13
‘presso’). La seconda parte (Domain-Name) è costituita dal nome del sistema
informatico che ospita il titolare della casella (Host System)41.
I principali programmi Client sono in grado di svolgere molteplici funzioni:
� composizione di testi;
� invio di messaggi (Out-Bound) ad uno o più destinatari mantenendo copia
degli stessi;
� risposta a messaggi ricevuti da terzi;
� lettura ed archiviazione della posta in arrivo;
� stampa della posta letta;
� cancellazione della posta letta;
� conferma di ricezione e di lettura della posta da parte del ricevente.
I vantaggi fondamentali offerti dalla posta elettronica rispetto ad altri mezzi di
comunicazione sono:
� l’asincronia : a differenza del telefono, l’E-Mail non richiede che il
ricevente sia collegato alla Rete nel momento in cui viene inoltrato il
messaggio;
� la rapidità : a differenza della posta ordinaria, che può impiegare anche
giorni o settimane, il messaggio E-Mail giunge a destinazione nel giro di
pochi secondi in qualunque parte del mondo; uno studio della Inverse
Network Technology attesta che il 91% delle E-Mail è recapitata entro
cinque minuti dalla spedizione, il 5% entro 30 minuti, l’1% entro 60
minuti e solo il 3% entro 12 ore;
� l’efficacia : sempre secondo lo stesso studio, nel 95% dei casi sia l’invio
che la ricezione di posta elettronica va a buon fine senza dover riprovare
una seconda volta42;
� l’abbattimento del concetto di distanza : un PC portatile permette di
consultare la casella E-Mail in ogni parte del mondo e ciò ha sempre più
peso in un contesto di globalizzazione e conseguente mobilità;
� l’economicità : molti ISP offrono insieme al servizio di connettività una o
più caselle di posta elettronica gratuitamente ed inoltre la trasmissione di
documenti risulta molto più economica rispetto al Fax in termini di tempo
41
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 82.
42
A. GALGANO, E. LA MESA, op. cit., pag. 18.
14
(sono sufficienti pochi secondi di connessione per l’inoltro e la ricezione),
di tariffe telefoniche e di supporti cartacei (non sono necessari nel caso
della posta elettronica).
La posta elettronica non viene impiegata soltanto per lo scambio di messaggi
fra due soggetti; in tal modo le sue potenzialità non verrebbero sfruttate
appieno. Infatti, in Internet esistono diversi modi per trasmettere la stessa
informazione a più soggetti ed uno di questi è la Mailing List. Il nome stesso
suggerisce che si tratta di una lista di indirizzi E-Mail appartenenti ad una
pluralità di intestatari che nutrono interessi comuni su determinati argomenti
che spaziano dagli Hobby agli interessi personali e professionali fino a quelli
politici, scientifici e culturali.
L’elenco dei partecipanti è ospitato da un nodo della Rete (che funge quindi da
Server della lista) ed è gestito da un amministratore, che può essere una
persona fisica o, come avviene più frequentemente, un Software di gestione
automatizzata43.
L’iscrizione alla lista, normalmente gratuita, così come tutte le altre operazioni
amministrative (aggiornamento della lista, cancellazione di utenti su loro
richiesta) è eseguita da un programma, denominato Listserver, ospitato dallo
stesso nodo che accoglie la lista. Il Listserver ha un normale indirizzo di posta
elettronica (diverso da quello della lista a cui vanno inviati i messaggi) e a tale
indirizzo vanno inoltrate le richieste di iscrizione, cancellazione, lista dei
comandi disponibili e così via44.
La funzione della Mailing List è quella di consentire agli iscritti di ricevere e
inviare automaticamente messaggi sul tema di interesse a tutti gli altri iscritti
alla lista; l’utente non è obbligato a partecipare, potendo anche soltanto
assistere ed in tal caso si definisce Lurker. Tuttavia il contributo attivo alla
discussione permette di abbattere le frontiere ed i vincoli di natura psichica e
personale ed inoltre accresce il forte senso di comunità condiviso dagli
utilizzatori, ciascuno dei quali può costruire una Mailing List contribuendo con
le proprie conoscenze ed esperienze all’accrescimento del sapere collettivo e al
tempo stesso può rapidamente apprendere dagli altri.
43
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 87.
44
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 87-88.
15
I principali inconvenienti delle Mailing List concernono:
� difficoltà nel reperire le liste d’interesse : il numero di liste è elevatissimo
e continua ad accrescersi a ritmo sostenuto, per cui è difficile orientarsi fra
tante informazioni; per questo esistono diversi siti Web che forniscono gli
elenchi di liste per settori di interesse, anche se non sono mai
completamente aggiornati (per esempio, www.liszt.com);
� intasamento della casella di posta elettronica : esistono liste che ospitano
migliaia di iscritti e si rischia pertanto di ricevere anche decine di messaggi
ogni giorno
45
.
Le Mailing List possono essere pubbliche o private; nelle prime chiunque può
iscriversi, mentre nelle seconde l’ingresso è riservato solo a determinati
soggetti a discrezione dei cd. Owner, cioè persone incaricate di tenere l’elenco
dei partecipanti.
Si tratta di un’applicazione utilizzata da imprese che intendono tenere in
contatto propri dipendenti sparsi nel mondo o da ricercatori che hanno bisogno
di scambiarsi frequentemente informazioni su progetti riservati
46
.
Le Mailing List si distinguono poi in moderate e non moderate; nel primo caso,
un moderatore legge tutti i messaggi e li filtra, decidendo a sua insindacabile
discrezione quali sono attinenti all’argomento e da inviare agli altri
partecipanti e quali invece vanno cancellati. Le liste moderate garantiscono
una qualità delle informazioni generalmente superiore rispetto alle liste non
moderate, ma molte persone mantengono delle riserve in quanto non
gradiscono che i loro contributi siano soggetti ad una valutazione
47
.
Una variante delle Mailing List è la cosiddetta rivista elettronica (o Mailing
List passiva o a senso unico); questa funziona secondo un principio simile, in
quanto ci si iscrive in un elenco e periodicamente si ricevono messaggi inviati
dal gestore, cioè un utente o gruppo di utenti responsabile della rivista ed è
l’unico a poter inviare messaggi.
45
M. CALVO, F. CIOTTI, G. RONCAGLIA, M. ZELA, op. cit., pag. 91.
46
L. GUGLIELMI, G. LIMONGIELLO, A. MATTASOGLIO, pag. 71-72, Usare subito Internet,
Jacksonlibri, Milano, 1994.
47
A. GALGANO, E. LA MESA, op. cit., pag. 20.