…..a mouen Doudou,
pou tout bèl bagay nou pòkò konnen….
(mouen renmen li)
PREFAZIONE
Dopo un percorso di studi dedicato alla conoscenza delle lingue straniere, e
soprattutto a quella francese, mi sono chiesta perché nei territori appartenenti alle ex-
colonie è nato il creolo, quali sono state le ragioni che ne hanno determinato lo
sviluppo e la funzione che riveste all’interno di quelle comunità.
La lingua creola è stata un mezzo fondamentale in quei territori raggiunti da diverse
etnie che, entrando in contatto tra loro soprattutto per ragioni economiche, hanno
sviluppato questa particolarità linguistica per sopperire ad esigenze comunicative, ma
in quei luoghi è nata anche la cultura creola e la sua letteratura.
Queste due forme espressive, linguistica e letteraria, si sono generate dallo stesso
contesto creato dalla colonizzazione e dunque ho voluto ripercorrere le principali
tappe della letteratura franco-caraibica che si è sviluppata dai racconti popolari
tramandati nelle piantagioni,dove gli schiavi non avevano il diritto di parlare ma solo
quello di riunirsi alla sera ad ascoltare la voce di un narratore
1
.
Qui è nata la prima forma di letteratura orale tipicamente creola,che della tradizione
importata dall’Africa ha tradotto solo i proverbi,gli indovinelli ed alcune canzoni
popolari
2
.
Gli schiavi giunti in queste isole sono stati inseriti all’interno delle piantagioni di
canna da zucchero e, in un ambiente rinchiuso e multi etnico come questo, la
1
Maryse Condé,La civilisation du bossale:réflexions sur la littérature orale de la Guadeloupe et de la
Martinique,L’Harmattan,Paris 1978,p.7
2
ibid.,p.12
1
tradizione orale si è commissionata alla scrittura che invece apparteneva di diritto
solo ai bianchi europei.
Le prime attestazioni scritte risalgono al XVII secolo e sono soprattutto i diari di
bordo tenuti dai commercianti,i registri dei viaggi delle navi negriere e la trascrizione
di alcune costumanze da parte dei padri missionari piuttosto scandalizzati nel vedere
gli schiavi contorcersi ed avvilupparsi in danze oscene,come la calende,il ballo più in
voga nelle isole francesi
3
.
Uno dei croniqueur più noto della storia dei Caraibi è stato il père Labat,il quale si è
dedicato alla stesura di un’opera illustrativa della vita nelle piantagioni,indispensabile
per avere una visione d’insieme delle tradizioni che riuscirono ad oltrepassare
l’oceano,come quelle legate ai riti magici e alla medicina dei guaritori.
L’incontro tra queste culture tanto diverse è stato un gioco di forze,nel quale l’uomo
bianco ha cercato di prevalere anche sull’imposizione dei propri nomi legati alla
tradizione cristiano-cattolica, tanto che gli schiavi sono stati ribattezzati per togliere
loro uno degli elementi principali dell’identità di un individuo.
In questo secolo di lotte e soprusi,dove l’unico obbiettivo è stato il guadagno e lo
sfruttamento,anche alla luce di alcuni documenti scritti,non è lecito parlare di
letteratura,che conserva la parte più interessante per il suo sviluppo
contemporaneo,nei racconti di matrice africana di cui sono restate alcune traduzioni.
Questi sono una forma rudimentale di metafora della realtà,nascosta volontariamente
dietro agli animali protagonisti dei racconti o a personaggi come Ti Jean ed il suo
contrario Jean Sott,che hanno rappresentato l’ambiente della piantagione in modo
comprensibile solo agli schiavi.
Le vicende hanno nascosto la volontà di ridicolizzare la figura del padrone per
cercare di arrivare ad una sorta di catarsi del mondo reale dove la situazione vissuta
quotidianamente dagli schiavi si è annullata nel finale del racconto: C’est donc d’une
3
Paul Butel,Les Caraïbes au temps des flibustiers au XVIe-XVIIe,Aubier Montaigne,Paris 1982,p.245
2
pédagogie qu’il s’agit, et non d’un code morale,d’une pédagogie de la survie en
milieu hostile et semé d’embûches.
4
In una situazione sociale tanto repressiva,il racconto non è stato solo di puro
divertimento, ma ha voluto infondere la speranza ed anche sopperire alla legge di
Luigi XIV,che aveva impedito ai coloni di studiare e aveva vietato qualsiasi forma di
cultura agli schiavi
5
.
Le uniche attività letterarie di cui è restata la traccia sono (…)les poèmes en créole
commencent au 1757 par Duvivier de la Mahautière,car la poésie est un genre très
proche de l’oral(…)
6
perché,una volta affrancati,gli schiavi non sono riusciti ad
esternare la loro differenza culturale per il timore di non sapersi esprimere
correttamente,
7
fino alla fine del XIX secolo quando è comparso il primo romanzo in
creolo del 1885: Atipa de Parépou,guyanais
8
.
Solo nel XX secolo è iniziata la prima fase di riflessione folkloristica legata alla
lingua madre,pur continuando a manifestare ancora molta imitazione della cultura
proveniente dal vecchio continente perché la lingua creola è stata troppo legata
all’oralità per potersi esprimere comprensibilmente nella forma romanzesca,(…)le
créole doit chercher sa propre voie,forger ses genres littéraire et non pas calquer ceux
de la littérature française
9
.
L’ attività degli autori caraibici si è sviluppata dalle origini popolari dove (…)le conte
est parole en acte,passant du récit descriptif ou historique au récit prédictif ou
prophétique(…)
10
,cercando di approdare ad una scrittura dove (…)l’esthétique du
réalisme merveilleux réside dans l’effort non pas tant de joindre le réalisme au
merveilleux que pour atteindre le réalisme en passant par le merveilleux
11
.
4
Maryse Condé,La civilisation du bossale:réflexions sur la littérature orale de la Guadeloupe et de la
Martinique,op.cit.,p.38
5
ibid.,p.27
6
Marie Christine,Hazael Massieux,Ecrire en créole:oralité et écriture aux Antilles,L’Harmattan,Paris 1993,p.228
7
Maryse Condé,La civilisation du bossale:réflexions sur la littérature orale de la Guadeloupe et de la
Martinique,op.cit.,p.52
8
Marie Christine,Hazael Massieux,Ecrire en créole :oralité et écriture aux Antilles,op.cit.,p.228
9
ibid.,p.233
10
Maximilien Laroche,La double scène de la représentation:oraliture et littérature dans la Caraïbe,GRELCA,Sainte-
Foy 1991,p.48
11
ibid.,p.44
3
Questi scrittori hanno avvertito l’esigenza di raccontare della propria terra cercando
di viverla e rappresentarla non come un semplice luogo esotico,ma come una società
nata dalla sintesi di varie culture,che hanno partecipato equamente alla formazione
della realtà contemporanea.
Si sono dedicati all’elaborazione dei propri modelli per (…) combler les ruptures de
manière à permettre l’émergence de notre vraie littérature,la vraie Parole
antillaise(…)
12
per poter stimolare la ricerca della propria identità.
Questi scrittori hanno avvertito l’alienazione della personalità caraibica per il
dramma psicologico vissuto durante la colonizzazione,per l’imposizione subita
dall’esterno e per il presente attuale che risente ancora oggi del passato e ne
impedisce un libero sviluppo.
Per superare questo problema sociale ed esprimere la propria identità,ciascun scrittore
ha adottato delle particolarità tecniche,che non consiste solo nella scrittura in creolo
traducendo modelli occidentali,piuttosto si tratta di testi rielaborati secondo l’essenza
di questo popolo composta di storia,tradizioni e problemi attuali.
Tutte queste considerazioni trovano respiro nell’opera di Edouard Glissant,il quale
non ha bisogno di scrivere in creolo per esprimere i valori della sua terra,ma utilizza
la lingua francese,impregnandola dell’essenza caraibica,per raggiungere un pubblico
più vasto.
Per capire l’ideologia che Glissant infonde ai suoi romanzi è importante fare
riferimento ai suoi saggi letterari,dove l’autore definisce i suoi concetti fondamentali
di poetica e di identità e dove offre al lettore la chiave per intravedere il mondo
racchiuso nelle sue opere. Le parole di Glissant sono impregnate della sua realtà ed i
saggi servono come guida per cercare di seguire la nuova prospettiva tracciata
dall’autore à (…) penser à une nouvelle forme de la réalité
13
.
Glissant sembra legare tra loro tutti gli elementi della sua tradizione culturale con un
filo indissolubile,dove uno è la continuazione dell’altro, tanto che pare impossibile
12
Patrick Chamoiseau,Raphaël Confiant,Lettres créoles:tracées antillaises et continentales de la
littérature:Haïti,Guadeloupe,Martinique,Guyane 1635-1975,Haitier,Paris 1991,p.189
13
Emile Ollivier in Alba Pessini,Itinéraire d’exil:Emile Ollivier,un parcours haitien,università degli studi di
Parma,Parma 2000,p188
4
capire dove sia l’inizio di uno e la fine dell’altro,”creoli” come l’ambiente dove sono
nati ed espressione dell’identità del loro creatore.
Per scoprire come Glissant riesce a manifestare l’identità attraverso la lingua,intesa
come forma espressiva e non come l’insieme delle convenzioni necessarie per la
comunicazione,ha dovuto scegliere tra alcune delle tematiche e delle caratteristiche
emergenti dalle sue opere narrative, purtroppo (…)choix implique lacunes et l’on en
trouvera certainement(…).
14
INTRODUZIONE
L’analisi della letteratura creola appartenente all’area francofona si sviluppa
soprattutto intorno al tema dell’identità.
Tale questione si concentra particolarmente nelle riflessioni e nella produzione
letteraria dello scrittore martinicano Edouard Glissant.
In questa tesi dal titolo La lingua come strumento di identità: La Lézarde e
Ormerod,di Edouard Glissant,si darà spazio alla sua vita nel tentativo di stabilire un
legame tra l’attività intellettuale dello scrittore e l’impegno assunto nella collettività.
Il materiale utilizzato per ricostruire la sua biografia è stato reso disponibile grazie
anche alle sue testimonianze dirette tratte da alcune interviste,oltre che ai due saggi a
lui dedicati.
Uno di questi è di Alain Baudot,che nella sua introduzione specifica quanto sia stato
arduo reperire tutto il materiale utile a stilare una bibliografia completa dell’autore,a
causa delle molteplici traduzioni che sono state fatte delle opere di Glissant e di
quelle alle volte redatte in ambiente clandestino. Inoltre non si è addentrato a rivelare
le notizie circa programmi radio o televisivi,ai quali Glissant non ha mancato di
partecipare.
15
.
14
Pierre R.Léon,Phonétisme et prononciations du français,Nathan,Tours 1996,p3
15
cfr.Daniel Radford,Edouard Glissant,Ed.Seghers,Paris 1982;
Alain Baudot,Bibliographie annotée d’Edouard Glissant,Gref,Toronto 1993
5
Si ritiene opportuno tener conto della dimensione nella quale si sviluppa la sua
personalità e di alcuni principali avvenimenti del trascorso dell’autore,perché
significativi nella sua formazione e nella sua riflessione artistica.
Quindi si dovrà prendere in esame l’aspetto storico, dal quale sorse l’arcipelago
caraibico,lo spazio francofono, nel quale si inseriscono le Antille e in particolare
l’isola della Martinica,la lingua creola e in parte accenneremo alla situazione attuale
di queste isole,per riuscire ad inquadrare le motivazioni che condussero Glissant ad
assumere quel particolare atteggiamento.
Argomento del primo capitolo sarà quindi uno scorcio storico dalle origini dei popoli
Karibs ed Arawaks,attraverso uno sguardo al sistema delle piantagioni e della tratta
degli schiavi, fino a raggiungere la costituzione della Martinica in dipartimento
francese.
Infatti l’aspetto relativo al passato e alla sua evoluzione si dimostra di innegabile
importanza per comprendere come lo spirito degli isolani delle Antille si senta,anche
attualmente, alienato nella sua identità e come invece Glissant,attraverso la sua
scrittura,tenti di ridare loro la fiducia nella propria individualità,grazie anche alla
valorizzazione di quel passato.
Per proseguire l’indagine dell’entità caraibica, lo studio continuerà con la
descrizione,nei suoi tratti essenziali,della lingua creola,partendo dalla definizione
della stessa,insistendo sui tentativi condotti di stabilirne la genesi,osservando
l’importanza di questa nella coscienza martinicana e avvalorando il discorso con la
partecipazione più volte manifestata dall’autore nel corso della sua carriera.
L’isola della Martinica sarà quindi inserita nel complesso contesto politico che la
coinvolge,appunto la Francofonia e illustreremo quanto questo renda ulteriormente
difficoltosa la definizione dell’identità in quel luogo.
Nell’ultimo paragrafo di questo primo capitolo, sarà accennata la situazione
attuale,che cerca di superare le notevoli complicazioni che si articolano attorno alla
formazione di una coscienza collettiva.
6
Il secondo capitolo sarà dedicato ad un tipo di analisi più specifica della
letteratura,nella sua formazione da origini popolari e legate alla tradizione storica,
fino alla nascita di grandi autori di fama mondiale,di cui tra questi sarà preso in
esame con particolare attenzione appunto Edouard Glissant.
L’analisi letteraria dovrà sempre seguire il filo conduttore del tema
dell’identità,attraverso il movimento di alcuni principali correnti letterarie,tra cui le
prime riflessioni apportate dal pensiero della Négritude,successivamente approfondite
dalla collaborazione tra autori nel saggio Eloge de la créolité,assurto a manifesto
dell’identità creola, per giungere al concetto dell’antillanité creato da Glissant.
L’attenzione si concentrerà intorno al concetto di identità,che dalla lettura
approfondita delle sue opere e della sua vita,assume un valore di sentimento e questo
anche nella prospettiva, sempre in Glissant,che tenta di allargarne gli orizzonti
coinvolgendo nel suo discorso tutta la mondialità.
L’analisi verterà soprattutto sulle sue opere narrative,La Lézarde e Ormerod,ma
particolare attenzione daremo alle sue opere saggistiche che abbracciano la ricerca di
un nuovo linguaggio e di una nuova poetica come espressione del carattere caraibico
che si riconosce “altro” nelle imposizioni dettate dalla cultura colonizzatrice.
A questo proposito l’interesse riguarderà Soleil de la conscience, Le Discours
antillais, Introduction à une poétique du divers e Poétique de la relation,dai quali è
stato possibile reperire tutto il materiale principale della riflessione condotta
dall’autore per il tema dell’identità e del suo sviluppo a livello sociale,realizzabile
grazie ad un’adeguata attività letteraria e linguistica,che ne favoriscono l’eco oltre i
confini della Martinica.
Dunque per dimostrare come Glissant applica le sue considerazioni sull’identità alla
letteratura,focalizzeremo l’attenzione su almeno due romanzi che potessero
esemplificare le intenzioni filosofiche dell’autore.
Quindi,il terzo e quarto capitolo saranno dedicati a La Lézarde,prima opera che diede
successo mondiale all’autore martinicano e la confronteremo con il suo ultimo
romanzo edito in Italia Ormerod,dai quali emergono le costanti del suo pensiero.
7
In questa ultima parte del lavoro il tema dell’identità,tanto frequente nella letteratura
delle Antille,sarà analizzato attraverso gli aspetti emergenti che contraddistinguono
l’opera di Glissant.
Come appunto l’autore riesca ad amalgamare gli aspetti più specificatamente creoli
della lingua con quella francese, riuscendo a trasformarla ed adattarla alle esigenze
espressive di un’individualità multipla.
Atteggiamento creatore,che si realizza soprattutto attraverso una scrittura enigmatica
dalla quale traspaiono costantemente le allegorie che sottintendono le tematiche
principali della realtà caraibica:quali i riferimenti agli aspetti storici ed il viaggio che
conduce alla ricerca di sé.
Costanti nella produzione letteraria glissantiana che troveranno una brillante
manifestazione espressiva sia nel primo lavoro,ma forse soprattutto nell’ultimo
romanzo qui preso in esame,per il quale l’autore si distingue per la particolarità della
sua strutturazione formale.
Lo scopo di questo studio comparativo tra le due opere,distanti tra loro solo
cronologicamente,è di far emergere la coerenza della filosofia letteraria dell’autore.
Metteremo in risalto come questa è approfondita durante tutta la sua produzione
artistica e tende costantemente alla ricerca della nuova identità del popolo
martinicano, attraverso la strutturazione di un linguaggio particolare,con cui rendere
possibile l’ espressione del concetto di entità nella nuova visione.
Si vorrà analizzare la figura di Edouard Glissant ,per il ruolo fondamentale svolto in
ambito letterario,ma anche per il contributo che le sue riflessioni apportano alla causa
di interesse internazionale per la ricerca individuale,che non abbraccia soltanto il
popolo martinicano anzi,proprio secondo l’autore, è una preoccupazione che
dovrebbe toccare l’animo di qualsiasi essere umano,in qualsiasi parte del mondo.
Soprattutto in un momento storico in rapido cambiamento come questo attuale che si
sta muovendo,forse le parole di Glissant potrebbero risultare veritiere.
Infatti,proprio come egli stesso sostiene ripetutamente durante tutta la sua carriera
artistica,è impensabile che l’uomo possa riuscire a definire la propria
8
personalità,restando chiuso in se stesso e cercando anzi di imporsi sul suo simile per
timore di perdersi.
Ormai anche le nuove tecnologie adottate dai media nella quotidianità velocizzano la
comunicazione e possono essere utilizzate per rompere con la vecchia concezione
della supremazia di una razza sull’altra,anche se è difficile cambiare l’immaginario
collettivo quando il pensiero è stato abituato a chiudersi all’interno di un sistema
rigidamente strutturato.
Certamente le moderne tecnologie elettroniche,come ad esempio Internet,fanno
riferimento essenzialmente alla scrittura,tanto che questo mezzo comunicativo
potrebbe essere equiparato alla poetica della relazione.
Entrambi,mirano a far interagire le persone più distanti tra loro e quindi la nuova
concezione di identità riesce a sganciarsi dall’ambiente originario di Glissant che
spera,in questa nuova prospettiva di poter raggiungere così la dimensione più
ampia,adattandosi al contesto contemporaneo di ogni comunità.
PRESENTAZIONE DELL’AUTORE
Edouard Glissant, martinicano,(…)militant de la décolonisation et de
l’antillanité(…)
16
simbolo dell’intellettuale rivoluzionario,militante nel
partito comunista,critico verso le teorie della Négritude e della créolité
e animato (…) par les grands courants émancipateurs de la révolution
coloniale(…)
17
,autore completo e costantemente impegnato nella
ricerca dell’identità del proprio popolo,sembra invitarci a conoscere la
realtà delle Antille nelle sue molteplici sfumature.
Interprete di un’opera ricca e completa,è saggista,romanziere,poeta e
drammaturgo,Glissant è attualmente uno tra gli autori caraibici più
tradotti al mondo,ma che nonostante la grande risonanza di
pubblico,non si presenta di facile lettura ed interpretazione,soprattutto
16
Alain Brossat,Daniel Maragnes, Les Antilles dans l’impasse ?des intellectuels antillais s’expliquent :Edouard
Glissant,Laurent Farrugia,Edouard De Lepine….,Ed. Caribéennes, Paris 1974,p.89
17
ibid.p.51
9
se non si tiene in considerazione la realtà in cui si è sviluppata la
personalità dell’autore
18
.
Edouard Glissant nasce il 28 settembre 1928 a Bezaudin,nel centro
nord della Martinica,dove ancora le tradizioni popolari sono
vivacemente conservate,tanto che,in piena conformità di queste, sua
madre sarà il centro di quella famiglia numerosa e modesta della quale
il piccolo Edouard è membro insieme ad altre tre sorelle e ad un altro
fratello.
Al contrario della presenza costante e rassicurante della figura
materna,quella paterna è piuttosto sfuggente,in quanto costretto dal
duro lavoro in una piantagione di canna da zucchero nella difficile
mansione di “économe et géreur”.
19
Inoltre a causa dello spostamento forzato da ragioni economiche della
madre verso la zona più industriale dell’isola,il piccolo Edouard vede
il padre quasi esclusivamente durante le vacanze estive.
Queste visite alla piantagione sono fonte per lui di conoscenza dei
racconti popolari dei “coupeurs”di canna,che si riunivano la sera
davanti al fuoco,così come succedeva anticamente nel periodo della
colonizzazione quando era compito del “conteur” narrare i miti
popolari ai schiavi. Incuriosito,il giovane Edouard sentirà nascere in
lui l’interesse per le proprie origini africane.
Glissant è,nella fanciullezza,toccato dalla miseria
economica,malessere comune all’isola,a causa del regime autoritario
di Vichy della seconda guerra mondiale e nonostante gli sforzi della
madre per proteggere i suoi figli,questi risentono delle scarse
condizioni alimentari.
Inizia la scuola primaria a Le Lamentin.
18
C.Biondi,C.Fratta,M.Marchetti,P.Oppici.E.Pessini.L.Pestre de Almeida,E.Restori,Du Pays au Tou-monde écritures
d’Edouard Glissant, actes du colloque de Parme du 18 mai 1995 réunis et introduit par Elena Pessini, università degli
studi di Parma istituto di lingue e letterature romanze,Parma 1995,p.22
19
Daniel Radford, Edouard Glissant,op.cit.,p.3
10
Di questi anni mantiene il ricordo positivo del professore M. Bethel,il
quale era costretto ad insegnare il creolo terminate le normali ore di
lezione,perché lingua proibita dai francesi colonizzatori.
Nel 1938,dopo un primo ciclo di studi, gli si apre la possibilità di
continuare,perchè ottiene una borsa di studio.
Accedere al liceo “Schoelcher” a Fort de France,che adotta
programmi di insegnamento francesi,ma i cui insegnanti sono per
metà martinicani.
Tra questi Glissant incontra Aimé Césaire,un autore notevolmente
impegnato nella divulgazione di un nuovo credo della coscienza
collettiva del popolo antillano,sia attraverso la scrittura,sia attraverso
un’intensa attività politica.
Negli anni ’40 Césaire è docente di lettere,per tanto comincia a
infondere le sue nuove idee a partire già dall’ambiente scolastico,per
cercare di risvegliare gli animi martinicani intorpiditi dal
conquistatore.
Usa dei metodi di insegnamento talmente tanto innovativi, che già da
questo periodo Glissant comincia ad accostarsi al mondo dello
scrittore,ma di cui purtroppo non ne resta alcuna testimonianza scritta.
In questi ultimi anni di fine guerra,la Martinica risente degli
sconvolgimenti politici e delle campagne elettorali,dove alcuni liceali
si schierano al fianco di Césaire e del partito Partito Comunista
martinicano,mentre Glissant insieme ad altri giovani,decidono di
fondare un giornale surrealista il Franc-Jeu,che senza nessuna
ideologia politica,ha il solo obbiettivo di animare la discussione
intellettuale:i problemi incontrati dagli scrittori di colore americani,la
composizione di poemi ed inoltre propone una riflessione sulle
difficoltà della politica interna.
11