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1. Scenario di riferimento
1.1 Design e Nautica
In ambito commerciale, negli ultimi anni il comparto nautico ha ormai quasi colmato
la distanza con il mondo dell'automotive, da sempre all'avanguardia. Nuove politiche di
vendita come la barca stock o a miglia zero (analogo all'auto a km zero), incentivazione ai
venditori, programmazione e gestione degli ordini, incremento delle politiche di garanzia e
assistenza post-vendita. Restano ovvie differenze riguardo ai numeri, molto più bassi, e al-
la rete vendita, molto frammentata.
Ma è nella fase progettuale e produttiva che la differenza resta marcata, con una gene-
rale concezione del prodotto nautico come oggetto che richiede esperienze e competenze
di tipo artigianale, in particolare per le costruzioni di alta gamma denotate da finiture di
elevata qualità. In Italia tale fenomeno è generalmente più marcato, e rappresenta l'altra
faccia della medaglia del successo del Made in Italy, sinonimo di qualità ed eccellenza ma
storicamente legato al settore della manifattura e dell'artigianato. Ancora oggi grandi yacht
di lusso vengono disegnati e prodotti senza l'ausilio di un sistema integrato di progettazio-
ne/produzione, senza beneficiare delle evoluzioni che in questo campo ha portato la ricer-
ca dei settori automotive e aeronautica.
Nel settore navale commerciale, legato a dimensioni maggiori e ad un flusso di ordini
meno variabile, la situazione è diversa ma ancora lontana dai metodi usati nel mondo
dell'auto: basti pensare ai pianali e ai motori condivisi da più modelli anche di case diffe-
renti, all'unificazione della componentistica generica e alla produzione robotizzata. In se-
guito verranno mostrati una serie di casi-studio di aziende del settore nautico e navale che
hanno beneficiato del passaggio ad un sistema progettuale avanzato.
Il disegno nautico è un ambito di progetto estremamente variegato, che spazia dai pic-
coli natanti carrellabili ai giga-yacht di oltre 100m, e ha quindi necessità variabili e diver-
sificate. Al crescere della dimensione l'imbarcazione diviene un oggetto estremamente det-
tagliato e strutturato, con una complessità non certo inferiore a quella di un'automobile o
di un aeroplano, ed in cui devono coesistere tutte le diverse discipline specifiche: idrostati-
ca ed idrodinamica, strutture e impianti, layout e arredo, produzione e organizzazione di
cantiere, uso e manutenzione. L'uso di strumenti informatici permette ai diversi operatori
di seguire le fasi di progetto e realizzazione in modo più efficiente, con risparmio di tem-
po. Ma non è sufficiente, in quanto è necessario un rapido scambio tra tutti gli attori coin-
volti nel processo: dall'armatore, al progettista specializzato, all'ufficio acquisti, al
management aziendale. Anche in questo ambito lo strumento informatico può incrementa-
re l'efficienza del sistema, migliorando la produttività del cantiere. Il comparto nautico, in
particolare, è caratterizzato da una forte dispersione della produzione e da un sistema di
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2.2 Caratteristiche e vantaggi
Workflow
Un software molto diffuso per la modellazione, sia in ambito industriale che in ambito
nautico, è Rhinoceros, grazie alla semplicità d'uso e alle potenzialità rispetto al costo di
acquisto. Permette la gestione di superfici Nurbs complesse e il disegno 2D nella stessa in-
terfaccia, e può essere dotato di plugin aggiuntivi (sul sito ufficiale ve ne sono oltre 300,
gratuiti o a pagamento) per estenderne le funzionalità nei diversi ambiti progettuali. Ci-
tiamo Orca 3D per la nautica, con cui si può creare uno scafo in maniera parametrica, cal-
colarne idrostatica ed esponente peso. Oppure Grasshopper o RhinoParametrics, che ag-
giungono funzionalità generative/associative e parametriche al programma, o ancora Rhi-
noCam per produrre percorsi di lavorazione CNC.
Esistono software specifici per il progetto nautico, dal semplice (e gratuito) Freeship
per il semplice disegno di carena, alle suite Maxsurf e Shipconstructor di Formsys. Un
workflow tipico del sistema Formsys consente di gestire ogni fase di proget-
to/analisi/produzione di unità navali (comprese analisi di falla e simulazione di incaglio),
ma resta un sistema di più programmi che devono interagire tra loro con formati diversi
(3dm, iges, dxf, str, mesh), come indicato in Fig. 2.2.
Numerosi progetti nautici o navali vengono realizzati con sistemi di questo tipo, i cui
principali vantaggi sono un minor costo di acquisto e la possibilità di utilizzare software
già noti. In Fig. 2.3 è riportato lo schema di progettazione del cantiere Royal Huisman, ed
i software coinvolti: Rhinoceros per la modellazione preliminare di stile, Autocad per il
disegno 2D preliminare e la messa in tavola, Maxsurf per la verifica delle forme di carena,
Shipconstructor per le strutture, Inventor per la modellazione finale di dettaglio, Navi-
sWork per la realtà virtuale. Sono evidenziati i numerosi passaggi da un software all'altro,
passaggi eseguiti manualmente e che necessitano, dopo una modifica a monte, di aggior-
nare manualmente tutto il flusso di lavoro a valle. Non si pensi che tale impostazione di
lavoro sia relegata a unità semplici o di piccola taglia: Royal Huisman produce unità a ve-
la fino a 60mt, e molti costruttori (anche nel settore megayacht e luxury) sono ancora lega-
ti a questo tipo di impostazione. Tuttavia, al crescere della complessità, tale sistema di più
programmi mostra i propri limiti. All'interno di un grande cantiere vi è la necessità di tene-
re traccia di numerose parti, componenti, moduli che compongono l'imbarcazione. Il
Database di Catia e la sua capacità di trattare il prodotto (scafo, strutture, allestimento, im-
pianti, ...) come una entità unica diviene essenziale per velocizzare il percorso progettuale,
annullando i problemi di conversione tra programmi diversi ed automatizzando il passag-
gio di informazioni tra i diversi operatori. Lavorando con sistemi tradizionali l'aggiorna-
mento di un componente deve essere riportato manualmente su tutti i modelli o disegni in
cui ricorre, con il rischio di dimenticarsi qualcosa e di dover intervenire in modo correttivo
nelle fasi produttive con notevole perdita di tempo. I sistemi di fascia alta consentono di
lavorare sul progetto come un unicum con un elevato grado di efficienza progettuale dato
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Parametrico - Associativo
Una delle caratteristiche più importanti di Catia è la possibilità di lavorare in modo as-
sociativo, ovvero utilizzando una sequenza di features che vanno a comporre un oggetto:
tale sequenza è detta storia di costruzione, è modificabile tramite inserimento di tappe in-
termedie e tramite la sostituzione di elementi con altri. Si creano quindi relazioni padre-
figlio tra gli elementi: il padre precede il figlio nella storia di costruzione. Ovviamente un
padre può avere più figli (se utilizzato in più operazione successive) o un figlio può avere
più padri (se utilizza più elementi come input). Questa relazione di associatività si estende
oltre gli ambienti di modellazione, fino agli ambienti di programmazione di produzione e
messa in tavola. Tutti i software di fascia alta (e molti di quelli di fascia media, tra cui ri-
cordiamo Solidworks e Autodesk Inventor) sono strutturati in questo modo, permettendo
di creare un'architettura di progetto che propaga le modifiche ad ogni livello e mantiene un
totale coordinamento tra gli elementi. Si ricorda che è possibile scegliere, in ogni momen-
to e per ogni funzione, di mantenere l'associatività oppure di liberare il figlio dalla relazio-
ne con il padre (in Catia si parla di elementi isolati).
Naturale conseguenza di tale approccio è la possibilità di legare le geometrie create ad
alcuni parametri numerici, che costituiranno una base dimensionale del progetto e consen-
tiranno la variazione della forma delle geometrie tramite variazione dei parametri. Talvolta
esistono strumenti di automazione delle varianti: il sistema calcola la resa finale di un og-
getto per un certo numero di valori di un parametro, consentendo di valutare comparati-
vamente l'influenza del parametro sulla forma (e sulla funzione) dell'oggetto finale. Re-
stando al comparto nautico, si può disegnare una imbarcazione completa, per poi variare la
forma della carena o le altezze interne, e vedere il sistema aggiornare automaticamente il
resto. Un esempio è portato in Fig. 2.6: le sovrastrutture originali (in alto) vengono modi-
ficate agendo su alcune linee di costruzione (in rosso): in questo caso la variazione ha inte-
ressato inclinazione del parabrezza, altezza del parabrezza, altezza del tetto, inclinazione
dei montanti laterali. Il sistema evidenzia in rosso le geometrie finali da aggiornare (al
centro), ed esegue l'operazione in pochi secondi restituendo la forma finale (in basso).
L'aggiornamento automatico lavora meglio quando la geometria non viene variata ec-
cessivamente per forma o per misura, in funzione della bontà della costruzione: se questa
non è completamente legata in modo opportuno, saranno necessarie piccole modifiche
manuali agli operatori (senza peraltro dover ricostruire manualmente l'intero modello).
Una nota finale merita sicuramente la messa in tavola: tramite l'associatività la messa
in tavola fa riferimento diretto al modello 3D, aggiornando i piani, le sezioni e le quote ad
ogni aggiornamento del modello. Spesso sono possibili inserimenti automatici di proprietà
aggiuntive definite direttamente nel modello (fori standard con filettature, dettagli di sal-
datura, annotazioni di lavorazione).
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Fig. 2.6 aggiornamento automatico delle sovrastrutture
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Costo e opportunità: Catia for Yacht Design
Un sistema progettuale di questo tipo porta certamente un incremento all'efficienza
delle ore lavorative degli operatori, ma ha anche inevitabilmente degli svantaggi come l'e-
levato costo di acquisto, uniformato alla concorrenza di fascia ma estremamente elevato
rispetto a programmi di fascia media (Solidworks, Inventor) ai quali si accede con 5-10
k$.
Il costo del solo software varia notevolmente in funzione della configurazione scelta:
occorrono 10-15 k$ per avere una base di lavoro sufficiente, che salgono a 50 k$ per una
configurazione completa, fino a oltre 100 k$ per soluzioni specifiche per il settore aero-
nautico e automobilistico. Costo per singola licenza, si intende. A questo vanno aggiunti i
costi di addestramento del personale, necessari in ogni cambio di sistema informatico (co-
sti leggermente superiori per i software di fascia alta, a causa della loro maggiore com-
plessità), ed eventuali costi di aggiornamento hardware del network aziendale per miglio-
rare l'interazione tra i progettisti. Non serve un aggiornamento hardware delle singole
macchine, in quanto i software di fascia alta sono più ottimizzati e richiedono meno risor-
se dei software di fascia media: su un computer con cui si lavora bene con Solidworks, si
lavora ancora meglio con Catia.
Naturalmente l'acquisto di un software di questo tipo ha senso solo se si prevede di uti-
lizzarlo in modo esteso ed intenso: non è difficile per uno studio di progettazione con mol-
te commissioni riuscire ad ammortizzare l'investimento già nel primo anno. Molto dipende
però dal livello di progettazione che si realizza: poco utile per chi lavora solo in 2D o per
chi realizza preliminari e concepts (per i quali è più che sufficiente un software, anche pa-
rametrico, ma di fascia media), molto utile per chi lavora in 3D e segue tutto il processo
progettuale dal concept ai disegni esecutivi/produttivi o percorsi CNC. Conviene, quindi,
se le sue caratteristiche aggiuntive rispetto alla concorrenza vengono utilizzate in modo
frequente, permettendo quindi una riduzione dei tempi (e dei costi) di progettazione e/o un
incremento di precisione progettuale (diminuzione di test con maquette, test di pre-
produzione o correzioni durante la produzione).
All'interno del comparto nautico alcuni costruttori e progettisti usano software di pro-
getto integrato con successo (come mostrato nel prossimo capitolo), ma la diffusione è
bassa, probabilmente a causa degli elementi di "inerzia" esposti nel primo capitolo. In par-
ticolare è poco diffuso nei grandi cantieri, laddove sarebbe ancora più determinante.
La Dassault Systemes fornisce, tra le altre, due serie di configurazioni per la nautica:
Catia for Shipbuilding orientata ai grandi cantieri navali, e Catia for Yacht Design specifi-
ca per le unità nautiche. Quest'ultima, identificata dai codici YP1-YP9, contiene pacchetti
di estensione crescente in funzione delle necessità del cantiere o dello studio: dal semplice
modeling di superfici, alla integrazione di strutture e impianti, alla produzione di percorsi
CNC o disegni tecnici dettagliati. Nei pacchetti sono già inclusi due moduli sviluppati ad-
hoc per le necessità specifiche del settore nautico: calcoli idrostatici e previsione di resi-
stenza.
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2.3 Casi studio nel settore nautico
Barcellona Yacht Design
Studio nautico nato nel 2004, specializzato nella progettazione di yacht custom, com-
posto da professionisti con alle spalle anni di esperienza nel settore nautico. Ha a necessi-
tà, per competere nel mercato, di sviluppare progetti più rapidamente e con maggiore qua-
lità dei suoi competitors. I diversi software CAD tipicamente usati nel settore nautico non
permettono di gestire rapidamente livelli di dettaglio produttivo, o di condividere in tempo
reale tutte le informazioni sul progetto. Dopo un primo test lo studio decide di affidarsi a
Catia, e in due anni riesce a triplicare la produttività ed a fornire ai clienti un servizio
completo, fino ai disegni produttivi e mock-up 3D.
"La flessibilità di CATIA V5 ci permette di apportare in modo semplice e rapido modi-
fiche ai progetti per soddisfare le mutevoli esigenze dei nostri clienti, ed aggiorna auto-
maticamente tutte le modifiche associate. Si possono disegnare geometri approssimate,
aggiornandole rapidamente con le misure esatte una volta definite. E la capacità di riuti-
lizzare disegni esistenti e costruzioni geometriche tramite PowerCopy e Catalogo permet-
te di risparmiare tempo prezioso. Inoltre, le caratteristiche avanzate di CATIA V5 aprono
nuovi mercati, come il reverse engineering: da scansioni laser di barche intere, le super-
fici possono essere ricostruite e usate come base precisa per il refit dell'imbarcazione. I-
noltre, dal momento che dati e renderings possono essere condivisi in tempo reale, le de-
cisioni progettuali possono essere prese da ciò che effettivamente si vede, senza bisogno
di immaginare nulla: ciò consente di ottimizzare tempi e risultati degli incontri con i
clienti e dello sviluppo del progetto. Tuttavia, forse il più grande vantaggio è la unifica-
zione: in una singola piattaforma siamo in grado di progettare, fare sviluppo del prodot-
to, analizzare strutture e stabilità,produrre disegni tecnici e foto del progetto. Abbiamo
tutto insieme, senza dover cercare niente da altre parti."
[estratto da un'intervista con Tià simò, co-fondatore di BYD]
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stiche della curva (estetiche o tecniche/funzionali). La costruzione del reticolo e il posi-
zionamento dei punti di controllo dipende dalla forma curva che si vuole ottenere, di le-
gami reciproci tra i parametri e delle modalità di propagazione delle variazioni.
3.2 Modellazione: Lo scafo
Il progetto in esempio è un imbarcazione a motore con carena planante poliedrica: i
principi generali valgono anche nel caso di una carena dislocante o di tipo differente, in
cui cambieranno i parametri e le misure di interesse (angolo di ingresso, sezione cilindrica,
rotondità ginocchio, C
B
, C
X
, etc.).
Scelta dei parametri
Prima di cominciare a modellare può essere conveniente fissare una serie misure gene-
rali dell'imbarcazione come parametri di progetto, che verranno utilizzati nella costruzio-
ne delle geometrie. Per il progetto della carena ho trovato conveniente fissare i seguenti
parametri: lunghezza dello scafo (spiaggetta e musone esclusi) L
B
, inclinazione della tan-
gente a poppa della linea di chiglia, immersione a poppa T
aft
, inclinazione dello specchio
di poppa, bordo libero a prua F
f
, angolo del dritto di prua. Altre misure (ad esempio varia-
zione del deadrise lungo le ordinate, posizione CB, Bmax, posizione Bmax) sono derivate
dalle geometrie disegnate: su di queste non si può intervenire direttamente per via numeri-
ca, ma solo modificando le geometrie di costruzione.
Questa impostazione predilige un approccio estetico più libero alle forme di carena,
che possono essere ottimizzate successivamente dopo la misurazione degli angoli del fon-
do e del CB per adeguarle a considerazioni tecniche (ad esempio per allineare vertical-
mente CB e CG dopo una pesata preliminare, o per aumentare il deadrise a prua per mi-
gliorare l'ingresso sull'onda). Come già detto, tali ottimizzazioni non saranno eseguite di-
rettamente sulla misura CB (o deadrise) in quanto misure derivate, ma sulle curve di co-
struzione con piccole variazione e verifica dello spostamento del CB (o del deadrise).
Nel caso di un progetto di carena con maggiore contenuto tecnico può essere conve-
niente fissare parametri aggiuntivi (roker, posizione Bmax, ...), diminuendo la possibilità
di intervento diretto sulle forme di carena (qualitativo) ma migliorandone il controllo per
via numerica (quantitativo).
Carena planante
Storicamente il disegno di carena inizia con la definizione della linea di chiglia. A par-
tire dal punto (0,0,0), si costruisce un reticolo di linee con lunghezza attinta ai parametri di
progetto: lunghezza L
B
, immersione a poppa, altezza a prua, linea di chiglia e dritto di
prua; tra queste ultime due è utile aggiungere una o due linee intermedie che permetteran-
no di controllare meglio la ruota di prua (posizione e rotondità) e l'estensione longitudinale
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con la curva interna in seguito a modifiche), come affinità (la larghezza del pattino diven-
ta proporzionale alla larghezza dello scafo in quel punto), o indirettamente aggiungendo
ulteriori sezioni lungo il bordo interno (più lento ma più preciso).
Fig. 3.2 dall'alto: geometria base, modifica della lunghezza su costruzione con parametri liberi,
modifica della lunghezza su costruzione con parametri legati
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Fig. 3.12 Raccordo con variazione del parametro conico: si noti il grafico della curvatura della se-
zione del raccordo e la differente riflessione della luce
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Fig. 3.15 Sezione locale per lo studio dell'accesso bagno-cabina
Fig. 3.14 Schermata di lavoro con sezione attiva, molto usata nel progetto degli interni
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3.8 Visualizzazione e Render
Il motore grafico di visualizzazione di Catia utilizza le API OpenGL per la resa della
scena in tempo reale, con differenti opzioni di visualizzazione: wireframe, ombreggiatura
con o senza spigoli, ombreggiatura con linee nascoste tratteggiate, materiali con o senza
spigoli, oltre a un pannello per personalizzare il tipo di visualizzazione. E' possibile impo-
stare la qualità della resa in tempo reale per adattarla alle prestazioni della macchina uti-
lizzata e al modello più o meno complesso. In particolare Catia lavora molto bene con
schede grafiche professionali (Nvidia Quadro, Ati Fire), raggiungendo anche con schede
di fascia bassa ottimi livelli qualitativi (solo in vista statica). Nella pagina a fianco sono
mostrate due schermate di lavoro (Fig. 3.23) al massimo della qualità ottenibile sul mio
computer equipaggiato con scheda grafica Quadro 600 (prezzo inferiore ai 150$). In Fig.
3.24 è mostrato un confronto tra una schermata di lavoro ed un render di media qualità
della stessa scena.
Catia utilizza un sistema di materiali raggruppati all'interno di un catalogo associato ad
un file di tipo *.catmaterial: in questo modo si possono creare cataloghi di materiali speci-
fici per ogni progetto e scambiarli tra i diversi attori del progetto. Ogni materiale ha una
rappresentazione grafica definita con differenti parametri (ambient, diffusion, specular,
roughness, transparency, refraction, reflection) e texture con mappatura (piana, sferica,
cubica, cilindrica, associativa). Inoltre vi si possono associare caratteristiche meccaniche
di vario tipo (densità, resistenza, rigidezza, dilatazione termica) con dettagli avanzati nel
caso di materiali non isotropi e materiali compositi, per realizzare analisi meccani-
che/strutturali, calcolare baricentri e realizzare esponenti di carico. I materiali si possono
associare ad un body (che rappresenta un oggetto reale, solido), ma anche ad una superfi-
cie: in quest'ultimo caso i parametri meccanici non saranno di nessuna utilità.
Catia offre la possibilità di eseguire render direttamente negli ambienti di modellazione
e di assemblaggio, con l'inserimento di un fondale e il posizionamento di un piano ground
di taglio che simula il piano su cui poggia l'oggetto. Inoltre esiste un ambiente specifico di
render (Photo Studio) basato sul motore di render biased Mental Ray, con parametri di ge-
stione della qualità di resa (GI, photon map, caustiche, anti-aliasing) e di effetti aggiuntivi
(profondità di campo, incandescenza su fonti luminose, effetto cartoon).
In questo ambiente si possono inserire luci (spot, direzionale, puntiforme, area) e un
fondale (proiezione sferica, cubica o cilindrica), oltre che telecamere. Si possono realizza-
re filmati in vario modo: facendo spostare le telecamere lungo percorsi, poggiando gli og-
getti su una piattaforma di rotazione, oppure si possono animare delle meccaniche tramite
cinematismi definiti nell'ambiente DMU Kinematics (ambiente che per carenza di tempo
non ho potuto ancora esplorare). Per un maggiore dettaglio sulla resa grafica dei materiali,
sull'impostazione delle scene e sui parametri di render si vedano i numerosi manuali e
guide consultabili gratuitamente in rete per i sistemi Mental Ray.
L'ambiente Photo Studio permette di realizzare render di buona qualità restando all'in-
terno del sistema Catia, con gli ovvi vantaggi del caso. Nei casi in cui si necessiti di render
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di alta qualità da realizzare con software differenti si possono ovviamente esportare le di-
verse part (o i singoli body) in formato *.iges o *.step.
Nell'ultima versione Catia v6 è stato aggiunto Iray, motore di render unbiased che con-
sente una resa di altissima qualità sia nella produzione finale di immagini sia nella vista
3D gestita dal modulo Live Rendering (vedi Fig. 1.1 a pag.10).
Fig. 3.23 Schermate di lavoro al massimo della qualità grafica con luci attive
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3.9 Approfondimenti
Strutture e dimensionamento
Nel progetto in esame le strutture sono state disegnate direttamente in ambienti di mo-
dellazione (Part Design e GSD), all'interno del part Compartimentazione e strutture.
Esistono però degli ambienti e strumenti specifici per il progetto delle strutture e della
compartimentazione, tanto più utili quanto maggiore è la dimensione dell'oggetto progetta-
to (indispensabili, ad esempio, nel progetto di una grande nave). Tali ambienti sono stori-
camente dedicati alle strutture metalliche e alla compartimentazione di strutture industria-
li, ma possono essere validamente utilizzati nel progetto nautico (con libertà di forma e
materiali utilizzati).
Per il disegno delle strutture esiste il modulo Structure Design, con cui si possono di-
segnare pannelli, travi, staffe, gestire le intersezioni tra elementi assegnando la priorità di
passaggio, realizzare fori per il passaggio di condotte cavi. Nel caso di strutture metalliche
si può approfondire il progetto con i moduli Weld Design (per il disegno di dettaglio delle
saldature) e Sheetmetal Design (per il disegno di strutture o pannelli da laminati piani).
Esistono una serie di ambienti [vedi esempio in Fig. 3.26 ] nel gruppo Equipment &
Systems che consentono un approfondimento in varie direzioni: analisi relazione tra le
strutture, connessione tra le strutture, pianificazione funzionale preliminare, compartimen-
tazione, gestione accessi ai comparti, determinazione del volume dei comparti al netto del-
le strutture ed altro ancora.
Inoltre Catia comprende il modulo Generative Structural Analysis per l'analisi struttu-
rale FEM (analisi statica o dinamica in frequenza), definendo le connessioni tra i singoli
oggetti e il tipo di carico applicato.
Per il dimensionamento delle strutture, dei pannelli e dei rinforzi ho utilizzato calcoli
di scantlings su fogli excel (vedi pag.77). Resta la possibilità di inserire tali calcoli diret-
tamente in Catia con strumenti di scripting o, nei casi più semplici, direttamente in ambito
part tramite parametri e formule.
Ambiente Composite Design
Esiste un ambiente dedicato alle strutture in materiale composito che non ho avuto la
possibilità di approfondire ma di grandi funzionalità che permette di coprire ogni fase del-
la progettazione di elementi in materiale composito: creazione del materiale (pieno, single
skin, sandwich), calcolo delle caratteristiche meccaniche a partire dal tipo di fibra e di rin-
forzo (o a partire dalle caratteristiche dei singoli ply), organizzazione della sequenza di
laminazione, resa del solido 3D del laminato da utilizzare come geometria di modellazio-
ne, messa in tavola associativa delle maschere delle pelli e della sequenza di laminazione.
Questo modulo, si ricorda, è lo stesso usato da grandi industrie aeronautiche (Boeing, Air-
bus).