Chi ha occhi per vedere e orecchi per udire
può convincersi che nessun mortale può tenere un segreto.
Se le sue labbra tacciono, parlerà con la punta delle dita;
ciò che lo tradisce trasuda da tutti i pori.
(Sigmund Freud)
CAPITOLO 1:
LA BASE BIOLOGICA DELLE EMOZIONI
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UMANI
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La base biologica delle emozioni
CAPITOLO 1
1.1 INTRODUZIONE
Prima di analizzare le emozioni basi, attraverso la variazione di uno o più muscoli del
volto, è opportuno descrivere sommariamente, la funzione del cervello nell’emozione.
Negli ultimi decenni le neuroscienze hanno fatto grandi progressi nella comprensione di
come funziona il cervello, che ci hanno permesso di formulare delle ipotesi su come il
cervello contribuisce al comportamento emozionale e all'esperienza delle emozioni.
Le emozioni sono programmi fisiologici e psicologici integrati emersi nel corso
dell’evoluzione biologica, con l’apparizione dei Mammiferi. Sono programmi che si
attivano in reazione a stimoli rilevanti rispetto ai bisogni di un individuo, alla sua
sopravvivenza o a quella della specie.
Esistono delle zone del cervello che attraverso la produzione di sostanze chimiche
generano quelle condizioni che sono poi percepite dal soggetto come emozioni.
Numerose strutture corticali e sottocorticali sono coinvolte nella regolazione di tali
emozioni, nella motivazione e nell’associazione degli stati emozionali con i ricordi e le
sensazioni. Esse includono:
• Corteccia Cingolata;
• Amigdala;
• Ipotalamo;
• Ippocampo;
• Giro Paraippocampale;
• Corteccia Orbito-frontale;
• Corteccia Somestesica;
• Insula;
• Tronco Encefalico (nuclei monaminergici);
• Grigio Periacqueduttale;
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CAPITOLO 1
Figura 1.1: strutture corticali e sottocorticali del cervello
1.2 IL CERVELLO
Il nostro cervello è il prodotto della sovrapposizione dei tre tipi di cervello apparsi nel
corso della trasformazione evolutiva dei Vertebrati. Il cervello più antico, specializzato
nel controllo delle funzioni automatiche, come gli stati di coscienza, la respirazione, la
circolazione, i processi metabolici. Comprende le strutture spinomidollari che si
allungano dal midollo spinale terminando alla base del cervello.
Con l’apparizione dei Mammiferi, il cervello arcaico è stato circondato dalle strutture
come l’amigdala, il setto, il talamo, che fanno parte del sistema limbico. Questo
sistema media i processi fondamentali del comportamento emotivo e motivazionale.
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CAPITOLO 1
Figura 2.1:connessioni fra la corteccia sensoriale e il sistema limbico
La corteccia cerebrale rappresenta la parte evolutivamente più recente del cervello
umano, il neo-encefalo. Essa integra e coordina le funzioni di tutte le strutture nervose
sottostanti ed è la sede delle funzioni psichiche superiori, come i processi cognitivi e il
linguaggio. Dalla corteccia prefrontale, in particolare, dipende la regolazione
volontaria delle emozioni e il controllo cognitivo del comportamento.
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CAPITOLO 1
Figura 3.1: aree del cervello
1.3 CIRCUITI CEREBRALI DELLE EMOZIONI
L’ippocampo, l’amigdala e la corteccia prefrontale sono strutture in connessione con
l’ipotalamo. I nuclei mammillari dell’ipotalamo sono in comunicazione con la porzione
anteriore del talamo che a sua volta è connesso alla corteccia cingolata. Le connessioni
che dal cingolo raggiungono e mettono in connessione ippocampo, amigdala e corteccia
prefrontale completano il circuito (20).
Sebbene l’intero circuito sia importante per il comportamento emozionale, l’amigdala
e la corteccia prefrontale rivestono un ruolo fondamentale nel processo di comprensione
ed interpretazione della natura delle esperienze emozionali. E’ possibile affermare che
un sistema multiplo di strutture cerebrali, sia corticale che sottocorticale, contribuisca
all’esperienza di un’emozione. Ciascun’area cerebrale coinvolta risulta, però, svolgere
un ruolo diverso ed apportare un contributo specifico all’elaborazione dello stimolo
emotigeno.
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CAPITOLO 1
Le aree che risultano particolarmente attive nel processo di elaborazione emozionale
sono:
• Ipotalamo;
• Amigdala;
• Corteccia Prefrontale Mediale;
• Corteccia Cingolata Anteriore;
• Insula.
1.3.1 IPOTALAMO
L’ipotalamo è responsabile dell’attivazione delle risposte vegetative dell’organismo in
relazione a stimoli emotigeni. facilita l’aggressività difensiva, insieme con quello
laterale inibisce la predazione (l’essere predatore).
Tali risposte consistono in variazioni a carico di diversi indici fisiologici:
• frequenza cardiaca;
• temperatura corporea;
• pressione arteriosa;
• sudorazione;
• ritmo respiratorio;
• contrazione gastrica;
Tali variazioni sono indotte dal sistema simpatico e dalla risposta del sistema
colinergico parasimpatico.
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Figura 4.1: area dell’ipotalamo
1.3.2 AMIGDALA
La principale regione cerebrale implicata nell’elaborazione delle emozioni è
l’amigdala, organizza le risposte comportamentali, vegetative e ormonali di rabbia,
paura e ansia. Collocata all’interno della porzione mediale del lobo temporale,
adiacente all’ippocampo, con la corteccia prefrontale posta immediatamente
anteriormente. L’amigdala è costituita da tre nuclei principali: basolaterale,
corticomediale e centrale. Il nucleo centrale facilita l’aggressività difensiva, quello
basolaterale o mediale la suscita. La stimolazione dell’amigdala induce risposte
emozionali, la sua disattivazione farmacologica (benzodiazepine, oppio) le attenua e la
sua distruzione le abolisce.
L’amigdala, non appena capta una situazione emotiva negativa, di pericolo, “accende”
una serie di sistemi fisici compreso il sistema nervoso autonomo. Questo, a sua volta,
stimola da parte delle ghiandole surrenali il rilascio dell’adrenalina nel sangue.
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CAPITOLO 1
In questo modo le decisioni vengono prese inconsciamente, basandosi sull’istinto,
in quanto la sopravvivenza fisica nelle situazioni di forte stress, diventa l’obiettivo
primario.
Partono dall’amigdala vie per l’ipotalamo (via amigdalofughe e stria teminale), che
garantiscono la risposta vegetativa, vie per il grigio acqueduttale che garantiscono la
reazione comportamentale e vie per la corteccia che consentono l’elaborazione, il
controllo ed il riconoscimento emozionale.
Figura 5.1: area dell’amigdala
Numerosi dati sostengono l’evidenza che l’amigdala sia responsabile della
rilevazione, della generazione e del mantenimento delle emozioni correlate alla
paura.
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Evidenze Sperimentali:
1) Ruolo svolto dall’amigdala in alcuni processi legati all’elaborazione di stimoli
minacciosi:
• paura condizionata;
• riconoscimento delle espressioni facciali paurose;
• percezione della paura indotta da un anestetico (novocaina);
• evocazione di risposte emozionali paurose da stimolazione diretta.
2) Presenza di una risposta amigdalare più generica quando l’espressione
minacciosa non viene percepita in modo consapevole o quando i soggetti non
sperimentano la paura in modo soggettivo.
3) Lateralizzazione sinistra delle funzioni amigdaloidee in relazione alle emozioni.
1.3.3 CORTECCIA PREFRONTALE MEDIALE
La porzione mediale della corteccia prefrontale orbitale è connessa con le strutture
limbiche, ed è implicata nei processi emotivi ed affettivi e nella capacità di prendere
decisioni finalizzate ad uno scopo; in particolare le regioni mediali inferiori sono
coinvolte, insieme alle regioni orbitali mediali, nella regolazione delle emozioni e del
comportamento.
Il circuito orbitofrontale mediale connette la corteccia prefrontale mediale con la
corteccia cingolata anteriore, l’amigdala e le altre strutture limbiche; nell’ambito di
questo circuito la corteccia prefrontale mediale riceve afferenze dalle strutture
sottocorticali e mesencefaliche connesse con i circuiti della gratificazione e del piacere.
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Figura 6.1: area della corteccia prefrontale mediale
Evidenze Sperimentali:
1) La comune attivazione della MPFC (Medial Pre-Frontal Cortex) in compiti
relativi a differenti emozioni, suggerisce che tale struttura svolga un ruolo
“generale” nel processo di elaborazione emozionale (stima, esperienza,
risposta). Una possibilità, quindi, è che l’attività della MPFC sia implicata
nell’elaborazione di quegli aspetti cognitivi che sono strettamente correlati al
processo emozionale.
2) L’attività di tale struttura, inoltre, potrebbe essere coinvolta nella regolazione
degli stati emozionali; le regioni prefrontali occupano una posizione strategica
per assolvere alla modulazione dell’attività limbica; la MPFC, infatti, con le
estese connessioni alle strutture limbiche sottocorticali - tra cui l’amigdala -
(Corteccia Paralimbica), costituisce una plausibile zona di interazione tra i
processi cognitivi ed affettivi.
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1.3.4 CORTECCIA CINGOLATA ANTERIORE
La Corteccia Cingolata viene oggi distinta da un punto di vista funzionale in tre
sottoregioni:
• rostrale (anteriore) – coinvolta nelle emozioni;
• dorsale – coinvolta nella cognizione;
• caudale (posteriore) – implicata nel controllo motorio.
Il circuito del Cingolato Anteriore mette in connessione tale struttura con la corteccia
orbitofrontale e con l’amigdala.
Figura 7.1: area della corteccia cingolata anteriore
Questa regione regola le funzioni endocrine, ma è coinvolta anche
nell’apprendimento emozionale condizionato, nella valutazione di contenuti
motivazionali, nella capacità di attribuzione di valore emotivo ad eventi interni o
esterni.
Evidenze Sperimentali:
1) In generale, la porzione rostrale del cingolo anteriore sembra essere coinvolta
nella valutazione della salienza di informazioni di tipo motivazionali ed
emozionali; essa è anche coinvolta nell’attività di mediazione dell’attivazione
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CAPITOLO 1
emozionale, soprattutto quando l’informazione esterna, in contrasto con lo stato
interno, richiede un processamento addizionale.
2) L’attivazione di una porzione del cingolo anteriore – corteccia cingolata
subcallosale – risulta specificamente associata all’emozione tristezza.
3) Il richiamo indotto di un emozione attiva specificamente il cingolo anteriore.
1.3.5 INSULA
L’insula giace profonda sulla superfice laterale del cervello, all’interno del solco
laterale, che separa il lobo temporale dalla corteccia parietale inferiore.
L’insula riceve differenti informazioni corticali e talamiche: la porzione anteriore
dell’insula è in connessione con i nuclei ventro-mediali del talamo e con il nucleo
centrale dell’amigdala; la porzione posteriore è connessa con la corteccia
somatosensoriale secondaria, col nucleo ventrale infero-posteriore del talamo e con la
porzione posteriore del nucleo ventro-mediale del talamo.
Figura 8.1: l’area segnata e la sezione dell’insula
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L’insula svolge un ruolo fondamentale nell’elaborazione dell’esperienza
emozionale soggettiva; essa, cioè, è preferenzialmente coinvolta negli aspetti
valutativi, esperenziali o espressivi di stati emotivi generati internamente.
Evidenze Sperimentali:
1) Si ritiene che essa svolga un ruolo importante nel processo di mappatura degli
stati viscerali associati ad esperienze emozionali.
2) L’insula sembrerebbe partecipare alla valutazione della significatività di
sensazioni enterocettive emozionali in modo da fungere da sistema di allarme
per pericoli percepiti internamente o per cambiamenti omeostatici. Questa
ipotesi è sostenuta dall’evidenza che l’attivazione insulare aumenta in risposta a
tutti gli stimoli negativi che evocano sensazioni viscerali/somatiche.
1.4 BRAIN IMAGING
La risonanza magnetica funzionale, la PET, la SPECT, la magnetoencefalografia sono
tra le tecniche più usate per verificare la reazione del cervello di una persona in preda ad
un’emozione. Queste tecniche misurano principalmente l’afflusso di sangue nelle varie
regioni cerebrali. Le aree attive del cervello usano maggiore energia e quindi richiedono
un più elevato rifornimento di ossigeno e glucosio. Con l’uso di particolari marcatori, il
brain imaging permette anche di rilevare la densità e le variazioni di concentrazione
cerebrale degli agenti e delle microstrutture, come i neurotrasmettitori e i relativi
recettori, attraverso cui si realizza la trasmissione dell’impulso nervoso, base di tutte le
attività del cervello. Gli indici di attività del cervello e di densità degli agenti e delle
microstrutture della neurotrasmissione vengono tradotti in scale di colore.
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1.4.1 RISONANZA MAGNETICA FUNZIONALE
Con la risonanza magnetica funzionale (fMRI, functional magnetic resonance imaging),
non soltanto è possibile vedere immagini relative a sezioni trasversali del corpo umano,
ma anche osservare come il cervello processi differenti mansioni.
In particolare la risonanza magnetica funzionale è una tecnica di imaging biomedico che
consiste nell’uso dell’imaging a risonanza magnetica per valutare la funzionalità di un
organo o un apparato, in maniera complementare all’imaging morfologico.
La risonanza magnetica funzionale è uno strumento destinato a rivoluzionare il mondo
della diagnostica a immagini in quanto permette si osservare cosa accade ad esempio
all’interno del cervello mentre l’organo compie normali azioni come il pensare, provare
emozioni o muovere gli arti. L’esame viene eseguito mostrando al paziente, grazie a un
sistema ottico di proiezione, alcune immagini mentre è all’interno del tunnel. Il
dispositivo quindi cattura e registra immagini relative a sezioni del cervello (MRI)
insieme alla misura dell’attività neurale come variazione di concentrazione locale e
temporale della quantità di ossigeno nel sangue e nei tessuti (fMRI). Alla fine il
dispositivo produrrà immagini con zone colorate differentemente in modo da
evidenziare i diversi livelli di attività in diverse zone del cervello.