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INTRODUZIONE
La principale problematica riguardante l’architettura teatrale siceliota di
periodo ellenistico, ha avuto per oggetto l’individuazione dell’edificio teatrale
che ha rappresentato il modello di riferimento per lo sviluppo interno degli
impianti isolani
1
. Il dibattito ha assunto rilevanza, per la singolare e diffusa
presenza di questi monumenti in centri minori della Sicilia
2
(fig. 1). Tale
contingenza ha rafforzato l’ipotesi degli studiosi, sulla possibilità che vi sia un
esempio di teatro costruito in un grande centro propulsivo, modello teatrale
per gl’impianti isolani, dal quale sarebbero derivati gli edifici teatrali cosiddetti
minori
3
.
D’altra parte, la varietà delle caratteristiche dei singoli monumenti
4
,
unitamente ai problemi di ordine cronologico
5
, ha determinato due proposte
da parte degli studiosi. Una, attribuisce il ruolo pilota a Siracusa ed al suo
teatro
6
, tuttavia, la datazione al 238-215 a.C. del teatro Grande di Siracusa
7
,
contrasta con la cronologia piø alta di alcuni teatri della Sicilia occidentale,
datati alla 2ª metà IV sec. a.C
8
. Tale incongruenza, ha indirizzato verso una
ipotesi alternativa, che trae il suo fondamento dalla concentrazione di teatri
con cronologia piø alta in centri secondari (Iaitas, Montagna dei Cavalli,
1
MITENS 1988, p. 73 n. 160.
2
POLACCO 1982, p. 440.
3
POLACCO 1982, p. 440; ISLER 1981, p. 150.
4
POLACCO 1982, p. 440.
5
Emblematico è il caso del teatro di Tindari, la cui cronologia varia dalla fine del IV, il III e la fine del
II sec. a.C. (LATORRE 2005, p. 130 nn. 170-172 ).
6
POLACCO 1982, pp. 441-443; LA TORRE 2005, pp. 133-134.
7
BERNABÒ BREA 1967, p. 97 sgg; POLACCO-ANTI 1981, pp. 179-200; MITENS 1988, p. 118; COURTOIS
1989, pp. 29-33; COARELLI – TORELLI 1992, pp. 247-25; TODISCO 2002, p. 186.
8
LA TORRE 2005, pp. 133-134.
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Solunto e Tindari)
9
, della Sicilia settentrionale ed occidentale; pertanto, il
modello teatrale siceliota, diverso e piø antico di quello siracusano, sarebbe
da ricercare in un centro di notevole importanza nella parte nord-occidentale
dell’Isola
10
.
Nuovo impulso al dibattito è scaturito dalla revisione cronologica del teatro
di Segesta
11
; dai nuovi dati provenienti dai recenti scavi di Monte Cavalli
12
e
dalle riconsiderazioni di ordine urbanistico, relative agl’impianti cittadini a
scema ippodameo dotati del tipo edilizio del teatro
13
.
Nel quadro della problematica esposta, il teatro di Eraclea Minoa, per le
sue caratteristiche formali ed architettoniche è stato considerato un
monumento estraneo alle ipotesi precedentemente formulate
14
. Pertanto,
verrà riconsiderata la posizione che riveste il teatro eracliota nello sviluppo
dei teatri sicelioti di periodo ellenistico. Per il conseguimento degli obiettivi
prescritti, saranno passate in rassegna le principali caratteristiche dei teatri
documentati archeologicamente nell’Isola
15
; sarà effettuata un’analisi critica
e comparativa degli aspetti progettuali, strutturali e cronologici del teatro di
Eraclea Minoa; saranno, inoltre, realizzati ampi confronti con impianti affini al
nostro nella loro articolazione generale. Gli esiti di ordine tecnico verranno, di
volta in volta, contestualizzati ai fatti storici e culturali connessi con
l’architettura teatrale antica.
9
ISLER 1981, p. 150.
10
Ibidem.
11
D’ANDRIA 1997, p. 429 sgg.
12
VASSALLO-ZIRONE 2009, p.1.
13
LA TORRE 2006, pp. 92-93.
14
POLACCO 1982, p. 443 n. 43; LA TORRE 2005, pp. 134-135.
15
Per designare le varie parti del teatro greco (fig. 2) si userà sia la nomenclatura greca che latina. Un
approfondimento delle differenze fra termini greci e latini in: NEPPI MODONA 1961, XI-XIII.
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CAPITOLO I.
GLI EDIFICI TEATRALI DI PERIODO ELLENISTICO IN SICILIA
In Sicilia, il capillare sviluppo di nuove costruzioni teatrali a partire dalla metà
del IV secolo a.C. è stato associato a due avvenimenti di natura diversa: uno
di carattere storico, l’altro di tipo architettonico. Il primo riguarda la generale
ripresa demografica e urbanistica dell’Isola, verificatasi nella 2ª metà del IV
sec. a.C., a seguito della dell’azione del condottiero corinzio Timoleonte. Il
secondo avvenimento riguarda indirettamente la Sicilia, nella misura in cui
anche qui si affermò rapidamente il modello del primo teatro interamente in
pietra del mondo greco, costruito tra il 338-326 a.C. da Licurgo ad Atene: il
teatro di Dioniso
17
(fig. 3).
In Sicilia, le piø antiche costruzioni teatrali documentate
archeologicamente risalgono alla 2ª metà del IV sec. a.C., esempi ne sono i
teatri di Eraclea Minoa (fine IV-inizio III sec. a.C.)
18
, Iaitas (2ª metà del IV
sec. a.C.)
19
, Monte Cavalli (metà del IV sec. a.C.)
20
Solunto (metà IV sec. a.
C.)
21
, mentre rimane controversa la datazione del teatro di Tindari
22
. Prima di
tale periodo, gli unici edifici teatrali conosciuti nell’Isola sono quelli di Catania
e Siracusa, tramandati dalle fonti scritte
23
.
17
PICKARD-CAMBRIDGE 1946, p. 135 sgg.
18
DE MIRO 1995, p. 31.
19
ISLER 1995, p. 14.
20
VASSALLO-ZIRONE 2009, p. 1.
21
TUSA1995, p. 24.
22
Alcuni studiosi lo datano, infatti, tra la fine del IV e III sec. a.C., tra essi BERNABÒ BREA 1964-65 p.
135, MITENS 1988 p. 125, ISLER 2000, p. 217; altri al II sec. a.C., di cui BIEBER 1961, p.170, WILSON
1990, p. 58, LA TORRE 2005, p. 58.
23
Per Catania: Tucidide 6, 51; per Siracusa, un’ampia raccolta sull’ antica letteratura riguardante il
teatro si trova in: POLACCO - ANTI 1981.
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In generale, sono numerosi i teatri di periodo ellenistico in Sicilia, distribuiti
in un ampio arco cronologico che va dalla 2ª metà del IV sec. a.C., appunto,
fino alla seconda metà del II sec. a.C.
24
: teatri di Acre
25
, Eloro
26
, Catania
(?)
27
, Siracusa
28
e di Taormina
29
, nella Sicilia orientale, nonchØ quelli
dell’area fenicio-punica dell’Isola come la città di Segesta
30
, Monte Cavalli
(da identificarsi forse con la antica Hippana)
31
, Iaitas e Solunto
32
.
La gran parte di questi monumenti ha una posizione centrale nel contesto
urbano, spesso nei pressi di un luogo di culto, oppure adiacenti ad edifici
pubblici come bouleuteria ed odeia, cosi ad Acre, Iaitas, Catania,
Morgantina, Solunto e Taormina
33
.
E’ stata avanzata l’ipotesi che dalla metà IV sec. a.C., l’utilizzo del teatro
non fosse unicamente destinato alle rappresentazioni dei drammi, ma fosse
anche adoperato per le riunioni popolari
34
, in quelle poleis siceliote non
dotate di una apposita struttura come l’ekklesiasterion. Dalle fonti scritte
sappiamo che nei centri di Enna, Catania e Siracusa, gli edifici teatrali
venivano sporadicamente adoperati per le riunioni assembleari
35
.
Certamente, questa duplice funzione era favorita anche dal fatto che gli
edifici erano posti entro le mura urbane, solo ad Eloro e a Monte Cavalli i
24
Per il limite “alto” di tale arco di tempo (metà del IV sec. a.C.) valgono le cronologie dei teatri sopra
citati, mentre per il limite “basso” (seconda metà del II sec. a.C.) punto di riferimento è il teatro di
Segesta (D’ANDRIA 1997, p.439).
25
BULLE 1928, p. 203; BERNABÒ BREA 1956, p. 36; POLACCO 1982, p. 433; MITENS 1988 p. 85;
TODISCO 2002, p. 168.
26
MITELLO 1966, pp. 324-327; VOZA 1973, pp. 117-126; TODISCO 2002, p. 172.
27
ANTI 1947, p. 125; WILSON 1977, p. 56; MITENS 1988, p. 101; TODISCO 2002, pp. 170-171;
28
Cfr. infra, p. 2 n. 7.
29
LIBERTINI 1930 pp. 111-121; POLACCO 1982, p. 438; MITENS 1988, pp. 121-124; TODISCO 2002,
pp. 190-191.
30
D’ANDRIA 1997, p. 439.
31
TUSA 1961, pp. 113-123.
32
MICHELINI 1997, p. 1139 sgg.
33
POLACCO 1982, pp. 440-441; D’ANDRIA 1997, pp. 440-442.
34
GALLO 2003, pp. 537-540.
35
PLUTARCO, Dione-Bruto, 36, 6; Timoleone- Emilio Paolo, 38, 5-6.
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teatri sono appena al di fuori di essi. Le costruzioni teatrali fuori le mura
restano, comunque, un fatto poco frequente
36
.
Un elemento che accomuna la maggior parte dei teatri sicelioti è costituito
dalla tipologia d’impianto; la parte centrale del koilon, cioè, è addossato al
declivio naturale di una collina, mentre l’estremità laterali sono costituite da
riempimenti di terra e sostenute da muri di analemma. Nella gran parte degli
edifici teatrali i muri di analemma sono normali all’asse longitudinale
dell’edificio, tranne nelle le costruzioni di Eraclea Minoa, Monte Cavalli,
Solunto e Tindari, dove i muri di analemma sono obliqui rispetto all’asse del
teatro e si chiudono sulla scena.
Solamente nel caso del teatro di Siracusa (cosiddetto teatro grande)
37
poi,
gli analemmata non svolgono funzione di sostegno, in quanto il koilon è
interamente scavato nella roccia.
Il Koilon si presenta generalmente a forma di ferro di cavallo, solamente ad
Acre esso assume la forma a semicerchio, mentre ad Eraclea Minoa si
registra un allungamento delle tangenti che prolungano il semicerchio (tav.
I). A Eloro, Solunto, Tindari e forse Monte Cavalli
38
, non vi è alcuna
scansione orizzontale nella gradinata. L’unità della cavea dei teatri sicelioti,
secondo Luigi Polacco, sarebbe da ricercare nell’influenza architettonica
esercitata dal teatro timoleonteo di Siracusa
39
, caratterizzato dall’assenza di
ambulacri che separassero orizzontalmente i vari settori della gradinata
40
.
36
MITENS 1988, p. 71 nota 66.
37
MITENS 1988, p. 116-120; TODISCO 2002, pp. 185-187; POLACCO - ANTI 1981, pp. 191-200.
38
Nel teatro di Monte Cavalli, lo scavatore non ha individuato evidenze che dimostrino la presenza di
diazomata. (VASSALLO-ZIRONE 2009, p. 1).
39
POLACCO - ANTI 1981, pp. 191-200.
40
POLACCO 1982 p. 442
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Quest’ultima, nei teatri in pietra, era costituita da blocchi lavorati in modo
da creare nella seduta una fascia ribassata per i piedi dello spettatore
retrostante. Una variante meno diffusa, nota a Eloro e Morgantina, non
prevede l’incavo per i piedi nella parte posteriore del blocco. Un altro tipo di
sedili, riservati alle autorità e le personalità piø importanti della città
(proedrìa), si distingueva per la presenza di schienale e braccioli, come a
Iaitas (tre file di sedili) e per la sua collocazione immediatamente
sull’orchestra; tuttavia, non mancano casi in cui i sedili della proedria sono
situati piø in alto nel koilon, accanto ad un ambulacro di servizio; ne sono
esempi il teatro di Segesta e di Siracusa. Nell’edificio siracusano, ad una fila
di proedria adiacente all’orchestra, se ne aggiunge un’altra a circa un terzo
della cavea
41
. Un’ulteriore peculiarità del teatro di Siracusa riguarda il profilo
del koilon, leggermente convesso sull’asse a circa tre quarti della cavea (27
a
fila della gradinata)
42
, al fine di migliorare la visibilità e l’acustica per gli
spettatori
43
.
Per quanto riguarda la divisione radiale del koilon, il rapporto
kerkides/klimakes è differente da teatro a teatro, indipendentemente dalla
dimensione della cavea
44
. Il rapporto varia da un minimo di 5 su 4,
riscontrato nell’edificio teatrale di Solunto, ad un massimo di 11 su 10 del
teatro di Tindari. ¨, inoltre, differente la disposizione delle klimakes: in alcuni
edifici teatrali esse sono presenti lungo i muri di analemma, così a Iaitas,
Morgantina, Siracusa e Solunto; in altri (Morgantina, Montagna dei Cavalli e
41
POLACCO - ANTI 1981, p. 198.
42
POLACCO - ANTI 1981, p. 180.
43
Ibidem.
44
MITENS 1988, p. 23.
- 8 -
Solunto) si osserva una klimax in asse con la cavea
45
(tav. I). Il sistema di
circolazione era, comunque, la risalita attraverso la cavea.
Per quanto riguarda il numero dei posti a sedere, si osserva una
variazione notevole da teatro a teatro
46
, dai 1.250 di Eloro
47
si giunge fino ai
14.000 di Siracusa
48
.
Le dimensioni e l’andamento del koilon sono direttamente collegata alla
realtà formale dell’orchestra. Di fatto, nella quasi totalità dei teatri sicelioti, la
cavea si sviluppa inglobando l’orchestra oltre la sua semicirconferenza,
solamente ad Eraclea Minoa è tutta iscritta nell’area della cavea,
quest’ultima poi ad Acre non supera il semicerchio orchestrale
49
. In
quest’ultimo caso, ciò è certamente dovuto alla collocazione della scena, la
quale è posta sulla linea diametrale dell’orchestra
50
. Qui, il piano
dell’orchestra era costituito da un battuto di terra, come nel resto dei teatri
sicelioti, con la sola eccezione del teatro di Siracusa dove è costituito da
materiale lapideo
51
. Nel caso del teatro di Eraclea Minoa, lo scavatore ha
ritenuto di individuare, in un secondo livello di battuto orchestrale
52
, alcune
tracce della presenza di un piano di posa per altare (thymele)
53
.
L’orchestra era talvolta circondata da un euripo, un canale di raccolta delle
acque piovane provenienti dal koilon. Al margine di essa, all’opposto della
cavea, a partire dal II sec. a.C. sono documentate fosse collegate da
45
Polacco collega tale caratteristica all’influenza tipologica esercitata dal teatro di Epidauro, anch’esso
con la cavea divisa assialmente da una scaletta (POLACCO 1982, p.433 nota 43).
46
Per calcolare la capienza dei teatri greci si sono usate medie diverse, esse sono comprese dai 40,6
cm ai 50 cm per persona seduta (ISLER 1981, p.134).
47
MITENS 1988, p. 23.
48
Ibidem.
49
POLACCO 1982, p. 431; MITENS 1988, p. 86; TODISCO 2002, p. 167.
50
POLACCO 1982, p. 431; MITENS 1988, p. 86; TODISCO 2002, p. 167.
51
Anche l’orchestra del teatro di Acre presenta un piano lastricato, ma è un rifacimento di età romana
(MITENS 1988, p. 86; TODISCO 2002, p. 167).
52
DE MIRO 1958a, pp. 249-250; ID. 1966a, p. 165.
53
DE MIRO 1958a, pp. 249-250; ID. 1966a, p. 165.