INTRODUZIONE
Il Medio Oriente fin dall'antichità, è sempre stato al centro dell'attenzione, mondiale, per la
sua posizione geografica come crocevia del commercio internazionale. Quasi tutto il traffico
commerciale tra oriente ed occidente doveva transitare da lì, sia che passi da terra sia da
mare. Per questo motivo nel passato le economie di quei paesi erano fondati sui guadagni
provenienti dal passaggio delle carovane dai loro territori, e sul commercio, anche
nel
mondo contemporaneo, le cose non sono cambiate, anche se le forme del trasporto
commerciali sono mutate, con prevalenza dei trasporti marittimi, ci sono ancora dei Paesi
come l'Egitto, che con il passaggio delle navi attraverso il canale di SUEZ, ricevono delle
entrate cospicue.
Nel corso del novecento, lo scenario è cambiato , solo in apparenza, i Paesi del medio
oriente, in modo diretto o indiretto, vivono su un altro tipo di commercio, il petrolio che
è stato scoperto nella penisola arabica all'inizio del ventesimo secolo.
L'epoca del petrolio ha tuttavia trasformato, anzi ha stravolto la vita di questi Paesi, che
da un giorno all'altro sono diventati ricchissimi.
Da quel momento in poi, il problema di questi Paesi è diventato come utilizzare questi
enormi guadagni, garantendo una crescita economica e del benessere di questi Paesi.
Esaminando alcuni aspetti di storia economica di alcuni Paesi,abbiamo indagato quanto e
come è stato decisivo il petrolio . Naturalmente, il Medio Oriente è molto vasto, per
questo motivo abbiamo ritenuto utile scegliere solo tre Paesi da studiare, due paesi
direttamente influenzati dal petrolio che sono l'Arabia Saudita e il Kuwait, e un terzo
Paese che è stato influenzato indirettamente dal petrolio, la Giordania.
Passando a rassegna alcuni tratti dell'economia di questi paesi, il loro sviluppo negli anni, le
loro importazioni ed esportazioni abbiamo cercato di valutare gli effetti e i cambiamenti in
termine di entrate e uscite , PIL e PIL pro capite, e la direzione intrapresa da questi Paesi
per garantirsi prosperità futura.
Presenteremo questi Paesi cominciando in ordine: dalla Giordania , Kuwait , e alla fine
l'Arabia Saudita, cominciando dalla posizione geografica di questi Paesi , passando alla
struttura demografica, forza lavoro, condizione economica, la loro struttura economica
utilizzando, tutto ciò che troviamo a supporto della nostra ricerca dalle tabelle statistiche, ai
grafici, per giungere ad una conclusione che ci permetta di capire i cambiamenti avvenuti, e
la direzione intrapresa da questi Paesi, per raggiungere i loro obiettivi.
I
1. LA GIORDANIA
Stato dell’Asia sud-occidentale, nel Vicino Oriente; confina a Nord con la Siria, a nord est
con l'Iraq a sud est e a Sud con L'Arabia Saudita, a ovest con la Palestina. Fino al 1967
comprendeva la Cisgiordania passata poi sotto il controllo israeliano.
La superficie totale della Giordania è di 92.300 km quadrati. Il vastissimo tavolato della
Trans-Giordania è parte integrante della regione desertica e subdesertica a Siro arabica.
Tali distese tabulari sono separate dalle alte terre occidentali dalla depressione tettonica
palestinese, la sezione della valle del giordano che va dal Lago di TIBERIADE al Golfo di
AQABA comprendendo la valle del Giordano e il Mar Rosso , che ha un ruolo molto
importante nell'economia giordana sia attraverso il canale turistico per questa attrazione
naturale, sia attraverso lo sfruttamento dei sali minerali di cui il mare morto e' ricco.
Il clima è subtropicale, caldo e secco con scarse precipitazioni, concentrate nel periodo
invernale e che diminuiscono procedendo verso est e verso sud: mentre sui rilievi della
Cisgiordania cadono 600 mm di pioggia, e 400 ad Amman nelle estreme regioni orientali e
meridionali si hanno condizioni di quasi assoluta siccità. Asse della poverissima idrografia
è il fiume Giordano che prima di gettarsi nel Mar Morto, riceve tra gli altri il YARMOUK
e il ZARKA due fiumi di scarsa influenza.
Il suo regime è molto variabile, con sensibili piene invernali e forti magre estive. La
vegetazione e' prevalentemente steppica, ad eccezione delle aree più umide dove alligna la
macchia mediterranea.(1)
(1) www.treccani.it e www.wikipedia.gov la scarsità delle precipitazioni influenzano molto il comportamento delle
popolazioni in particolar modo in estate, dove l'acqua viene distribuita in modo irregolare, e in alcune zone l'acqua
viene distribuita una volta alla settimana. Molte famiglie hanno imparato a convivere con questa situazione, costruendo
delle cisterne per la raccolta dell'acqua d'inverno e per riempirle quando arriva il proprio turno settimanale. In altre
situazioni, le famiglie sono costrette a comprare l'acqua che arriva a casa con le cisterne per fare fronte alla mancanza
d'acqua nella stagione calda.
1
1.1 POPOLAZIONE
La struttura demografica della Giordania ha pesantemente risentito della difficile situazione
politica creatasi a partire dal secondo dopoguerra nel vicino oriente. Si calcola che, la
popolazione ammontasse a 200.000 abitanti nel 1920 , a 300.000 nel 1938 e a 450.000 nel
1947. Con le ondate immigratorie di profughi palestinesi , dopo la nascita dello stato di
Israele nel 1948 e la conseguente guerra arabo-israeliana e, poi, in seguito all'occupazione
israeliana della Cisgiordania nel 1967, la popolazione si è andata moltiplicando a dismisura
( 1,3 milioni di abitanti ). Nel 1952, passati a 1,7 dieci anni dopo e a più di 4 milioni solo
nella sola Cisgiordania ( censimento del 1994 ) , fino a oltrepassare i sei milioni nel
primo decennio del Duemila. Escludendo le aree desertiche, circa l’80% della superficie
territoriale , la densità è elevatissima e in alcuni città superano i 300 abitanti per km
2
. La
popolazione urbana ha registrato una crescita accelerata e disordinata legata soprattutto
all’alta concentrazione nelle città di abitanti di origine palestinese. (2)
1.2 LA FORZA LA VORO
All'inizio degli anni ottanta, la Giordania era un Paese sia importatore sia esportatore di
forza lavoro. Il totale forza lavoro in quel periodo era quasi 659.000 unità, di cui 150.000
erano lavoratori stranieri (circa il 23,5% del totale), e 509.000 unità erano cittadini
Giordani.
Nello stesso periodo, la stima dei lavoratori Giordani all'estero era di circa 350.000 unità.
Alla fine degli anni ottanta la stima era di circa 1 milione di lavoratori giordani lavoravano
all'estero.(2)
L'aumento del prezzo del petrolio negli anni1973e 74 ,ha stimolato la domanda di lavoro nei
paesi petroliferi . La Giordania che soffriva di una crescente disoccupazione , ma con forza
lavoro qualificata, era pronta a riempire quel vuoto, e negli anni che seguirono, centinaia di
migliaia di lavoratori emigrarono nei diversi paesi Arabi vicini. Il 60% dei lavoratori erano
dislocati in Arabia Saudita e 30% in Kuwait, e il restante 10% era diviso nel resto dei Paesi
del Golfo.
I trasferimenti dei lavoratori all'estero, erano la fonte principale della moneta estera, pilastro
(2) ministero dell'agricoltura della Giordania . Fonte ministero dell'interno www.moa.gov.jo , www.moi.gov.jo
2
della prosperità economica. I trasferimenti dall'estero erano all'inizio degli anni ottanta circa
666 milioni di dollari americani, secondo i rapporti statistici della JCB , che nel 1986
arrivarono a circa 1,5 miliardi di dollari.
Negli anni l'esportazione di forza lavoro qualificata e ben addestrata continuò causando
scarsità di di lavoro qualificato all'interno, causando un ostacolo ai programmi di sviluppo
programmati. Alla fine degli anni Ottanta, dopo anni di carenza di manodopera interna la
Giordania ha dovuto affrontare il problema della disoccupazione incombente.
Per il periodo dal 1970 al 1980 la Giordania ha subito un alto tasso di crescita media della
popolazione compresa tra 3,6 e 4%. Questo tasso di crescita è stato aumentato di circa 0,5%
ogni anno a causa dell'immigrazione in Giordania da disoccupati della Cisgiordania.
Nel 1985 il governo ha calcolato che la forza lavoro sarebbe cresciuta del 50% a 750.000
nel 1990. Alla fine degli anni 80 questa previsione si rivelò esatta, circa 40.000 persone si
univano alla forza lavoro nel paese. Un aumento del PIL , aumento dell'efficienza del
lavoro,(produttività) e l'immigrazione , hanno creato dei nuovi posti di lavoro mantenendo
la disoccupazione attorno al 9% circa.
Le cose non sono cambiate di molto negli anni anche se consideriamo il 1990 e l'aumento
della disoccupazione a causa del ritorno di tantissimi lavoratori dal KUWAIT a causa
dell'invasione irachena , e la posizione assunta dal governo Giordano e dal capo del OLP
YASSER ARAFAT nei confronti dell'invasione e nei confronti del governo Iracheno.
Vero che la disoccupazione è aumentata subito , ma i programmi del governo per trovare
nuovi posti di lavoro e dei nuovi posti offerti da altri paesi, e fiumi di dollari che sono
arrivati, in modo particolare dall'Iraq contribuirono ad abbassare di nuovo il livello della
disoccupazione attorno al suo tasso “naturale” (9%).
Nel nuovo millennio , lo sviluppo di internet e del commercio elettronico e l'uso di nuove
tecnologie, aiutati da un periodo di stabilità in seguito al trattato di pace fra la Giordania e
Israele, (1995) hanno spalancato le porte agli investimenti stranieri mantenendo un tasso di
disoccupazione relativamente basso se confrontato con i paesi limitrofi comparabili.(3)
(3) Jordan Statistics Department. www.dos.gov.jo
3
1.3 CONDIZIONE ECONOMICA
La Giordania ha subito due esodi dovuti alle guerre del 1948 e del 1967 che hanno influito
moltissimo sulla fragile economia della Giordania, che pero dopo aver superato la crisi
iniziale , divennero forse, la causa della costruzione dell'economia Giordana. Come abbiamo
accennato sopra , questo esodo dei profughi palestinesi insieme alla posizione geografica
della Giordania , come Paese confinante col “nemico”, permisero alla Giordania di essere
destinataria degli aiuti economici dal resto del mondo Arabo, e in modo particolare dai
Paesi del Golfo Paesi petroliferi e ricchi. L'economia della Giordania ha a lungo dovuto
far fronte alle conseguenze della difficile situazione politica medio-orientale : il territorio
e le sue scarse risorse naturali presenti hanno subito per molto anni la forte pressione
demografica dei numerosissimi rifugiati palestinesi. (4)
Negli ultimi anni del 20° secolo la Giordania ha tuttavia registrato importanti progressi
economici, grazie all’avvio di programmi di modernizzazione che hanno portato il paese
a integrarsi efficacemente nel commercio mondiale (ingresso nella WTO nel 2000 ) e agli
i ingenti finanziamenti assicurati dagli aiuti stranieri.
Poiché tra i settori produttivi un posto di rilievo è occupato dalle materie prime, buona parte
delle risorse disponibili è stata indirizzata al potenziamento della produttività agricola, con
l’intento di diminuire le importazioni alimentari, e alla produzione estrattiva di cui la
Giordania è particolarmente ricca ,i principali prodotti coltivati sono frumento e orzo e, in
misura più limitata, sorgo e mais; seguono lenticchie, pomodori, agrumi, vite, olivo, banane
e datteri. Diffuso l'allevamento ovino, praticato tradizionalmente dalle tribù beduine, che
offre un prezioso contributo all’alimentazione della popolazione.
La Giordania è un Paese relativamente dotato di fosfati (circa 5,7 milioni di ton estratte nel
2007 ) e di sali potassici ( 1.100.000 ton), che insieme costituiscono buona parte delle
esportazioni, insieme ai prodotti agricoli e alimentari esportati particolarmente verso i Paesi
del Golfo.(5) È segnalata la presenza di petrolio, rame, manganese, minerali di ferro, non
sfruttati . La carenza di fonti energetiche rappresenta uno dei maggiori limiti per lo
sviluppo
industriale. Fino alla guerra del 2003, l’Iraq assicurava il soddisfacimento della
quasi
totalità della sua domanda petrolifera a una tariffa privilegiata, per produrre energia termica
(4) fonte ministero dell'interno, (5) fonte Ministero del Commercio, www.mit.gov.jo , www.moa.gov.jo
4
al consumo interno, la Giordania ha dovuto utilizzare parte del greggio che, dall’Arabia
Saudita, viene convogliato verso le coste del Mediterraneo mediante un oleodotto. Il settore
manifatturiero, che partecipa con poco meno del 15% alla formazione del reddito nazionale,
era basato su piccoli impianti chimici per la produzione del cemento e la lavorazione di
prodotti agricoli, nonché su alcune imprese tessili di carattere artigianale. Annualmente la
Giordania viene visitata da oltre 2.013.000 turisti, attirati soprattutto dalle antichissime città
storiche di Petra e di JARASH e dalle risorse balneari della costa sul Mar Rosso nel golfo di
AQABA e come accennato prima dal MAR MORTO. Scarse le vie di comunicazione, il cui
tracciato segue in gran parte le antiche carovaniere.
Complessivamente la rete stradale conta 7601 km ( 2000 ), mentre l’operatività della rete
ferroviaria, che è rappresentata da un’unica linea che attraversa longitudinalmente il paese
collegandolo alla Siria, è ridotta al minimo ( 293 km nel 2000 ), questa linea fu
costruita
durante l'impero Ottomano per collegare la capitale dell'impero alla MECCA.
Negli anni Sessanta e Settanta per arrivare anche fino ai primi anni novanta questa linea
“vecchia “ e' stata utilizzata solo per il trasporto dei prodotti da esportare all'estero verso
l'unico porto e sbocco verso il mare “il porto di AQABA sul Mar Rosso, e per limitato uso
turistico. Dopo il processo di pace post Oslo fra la Giordania e Israele la Giordania ha fatto
degli accordi commerciali con Israele fra cui l'arrivo delle merci importati dalla Giordania
attraverso il porto di Haifa, visto che in termini di costi di trasporto, questo accordo fa
risparmiare tantissimi risorse al Paese in termine di costi di trasporto, vista la vicinanza di
HAIFA rispetta ad AQABA , anziché percorrere circa 350 km per arrivare ai mercati attivi
(produzione e consumo ) del nord adesso con questo accordo si fanno soltanto 150 km.(6)
(6) ministero dei trasporti 2005, www.mot.gov.jo
5
1.4.SVILUPPO ECONOMICO DELLA GIORDANIA
Nel 1950, la Giordania ha cercato di dare un deciso slancio alla sua economia e al suo
ammodernamento partendo dall'estrazione del fosfato e dal potassio . Nel 1970 doveva
essere la nuova Beirut , centro bancario e finanziario del mondo arabo . Nel 1980 doveva
essere la nuova Hong Kong , al centro degli affari mondiali. Nel nuovo millennio , si stava
preparando ad essere un modello per tutta la regione, faro di libero scambio e lo spirito
imprenditoriale, e non parlare di una chiave di volta di visione di amministrazione per un
Medio Oriente "zona di libero scambio” . Nel complesso le performance economica nella
seconda metà degli anni ottanta , hanno prodotto risultati le speranze e le aspettative legate
alle riforme da gran parte della popolazione. Anzi, le riforme ignoravano alcuni aspetti di
sviluppo socio-economico, e portarono un aumento del costo della vita, livelli di povertà, e
la disoccupazione.
Il reddito pro capite per la Giordania dalla metà degli anni 80 è stato inferiore rispetto
all'inizio degli anni 80 . Infatti, il PIL reale pro capite rimasto negativo dal 1985-1986.
Seguendo la crisi economica del 1985-1986 , il livello di povertà e' aumentato in Giordania.
Una decade di riforme economiche e strutturali porto' un terzo della popolazioni sotto il
livello di povertà' negli anni 90 e l'eliminazione dei sussidi alimentari, la stagnazione dei
salari e il clima generale di povertà hanno aggravato le condizioni di vulnerabilità del
settore economico in generale che era già sofferente.(7)
Una delle cause che portarono la Giordania a questi livelli di “ povertà “ o forse la più
importante negli anni 90 fu l'invasione del Kuwait da parte di Saddam Hussein , e dopo la
guerra di liberazione del Kuwait , uscirono dal Paese più di mezzo milione di palestinesi che
(7)fonte: ministero del lavoro e previdenza sociale , www.mol.gov.jo
6
vivevano e lavoravano in Kuwait .Siccome la maggior parte di questi immigrati , erano
già
profughi che uscirono dalla PALESTINA , dovettero fermarsi in Giordania aumentando il
numero dei disoccupati , per un Paese che soffriva già di un alto tasso di disoccupazione.
Non vorrei dimenticare la seconda causa sempre legata alla stessa causa dell'invasione del
Kuwait, degli Iracheni di SADDAM H. fu imposto un embargo da parte della comunità
internazionale che ha danneggiato particolarmente l'economia Giordana che era il primo
partner commerciale dell'Iraq.
Dopo un lungo periodo di prosperità economia durata fino alla metà degli anni ottanta la
Giordania si svegliò con l'incubo di una crisi economica e sociale, e ha dovuto lavorare
tantissimo per cercare di indirizzare la sua economia nella direzione giusta. Ad ogni esodo
di massa per sfuggire a qualche guerra , la Giordania fu quasi sempre la destinazione
preferita , causando inizialmente delle crisi economiche e sociali , per poi tradursi in una
crescita , spesso causata da un eccesso di capitali provenienti dalle zone di guerra , oltre a
imprenditori capaci di costruire delle nuove società e nuovi posti di lavoro.
Questa situazione si è vista con la prima immigrazione palestinese nel 1948 e nel 1967 dove
fu messa la base per la nuova economia Giordana. Fu vissuta dopo l'invasione del Kuwait
con l'arrivo dei cittadini kuwaitiani e palestinesi scappati dalla guerra , l'abbiamo vista di
nuovo dopo la seconda guerra del golfo e l'invasione del Iraq da parte degli alleati e l'arrivo
in Giordania di oltre mezzo milioni di iracheni, pero' questa volta molti di loro erano dei
capitalisti scappati con i loro soldi dal paese, e contribuendo anche loro in qualche maniera
alla crescita economica della Giordania.
Insomma forse non “ esagero “ se chiamo l'economia della Giordania come l'economia delle
disgrazie altrui, perché dopo ogni guerra nuovi arrivi, nuovi capitali , nuova crescita.
Sono più di 25 anni che visito la Giordania, e in tutti questi anni ho visti con i miei occhi
questa realtà .
Quasi tutti i rapporti della banca mondiale negli anni novanta hanno sottolineato che
la GIORDANIA era appena cresciuta al ritmo della sua popolazione, con conseguente
stagnazione dei redditi reale pro capite. L'economia Giordana era scarsamente preparata ad
affrontare le avversità degli anni 90 il calo del prezzo del petrolio negli anni ottanta , e la
guerra del golfo negli anni novanta, distrussero le sperane della Giordania di crescere nel
7
Modo separato , perché come è stato detto prima , la Giordania riceveva il 60% delle sue
risorse attraverso gli aiuti dall'estero e dai trasferimenti dei suoi lavoratori nei Paesi del
golfo, che a causa della guerra e il calo dei prezzi del petrolio , si sono ridotti drasticamente.
Le esportazioni ora sono solo la metà del PIL e le importazioni sono a due terzi del PIL,
riflettendo in modo particolare l'apertura dei confini del paese al commercio regionale .
Uno dei maggiori mercati di esportazione della Giordania, come detto prima era l'Iraq , con
scambi di derrate alimentari e di prodotti artigianali, mentre al secondo posto c'è l'India che
era il maggior importatore di prodotti fosfatici e potassici.
Nelle due tabelle che seguono si vede in modo chiaro l'effetto delle crisi economiche dovute
alla guerra dl Golfo sull'economia del paese e sul PIL, dove erano in crescita dal 1975, per
poi calare dal 1990 fino al 1995. Verso la fine degli anni Ottanta il PIL reale aveva
quasi
raggiunto la cifra di 5000 milioni di JD, per trovarsi nel 1990 a meno di 3500 milioni di JD,
per poi crescere di nuovo a partire dal 1995.La spesa statale in Giordania è quasi il 40% del
PIL negli ultimi venti anni, che era molto alta rispetto ai paesi comparabili, è in gran parte
questa spesa era dovuta alle alte spese militari.(8)
1.5 STRUTTURA ECONOMICA
LA Giordania è una piccola economia aperta, ma fortemente dipendenti dalle rimesse dei
LA VORATORI dall'estero. La Giordania non ha petrolio, ma i suoi lavoratori sono stati
impiegati nel Golfo, soprattutto dopo 1970.
Le loro rimesse sono quasi il 20 per cento dell'aumento del PIL nazionale della Giordania
Il PIL pro capite di $ 1.706 nel 2003 è il più basso di un paese a medio reddito.
L'economia è molto vulnerabile alle modifiche del prezzo del petrolio , causando volatilità
delle rimesse dei lavoratori e i finanziamenti di alcuni governi stranieri che concedono i
i finanziamenti del bilancio.
(8) JORDAN ECONOMIC DEVELOMENT IN THE 1990S AND WORLD BANK ASSISTENCE (S. RAMACHANDRAN)
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