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1. INTRODUZIONE
1.1 Presentazione dell’opera
Fare una tesi di laurea su Fernando Pessoa non è quello che si può definire
un’impresa facile. Ogni piccola porta che si apre conduce in un
mirabolante mondo segreto ricolmo di passione, volontà, desiderio, follia,
amore per il pensiero complesso, il tutto moltiplicato e scisso dalla
sapiente mente-specchio dell’uomo più visionario e originale del
Novecento portoghese, e forse dell’intera storia del Portogallo. Un mitico
uovo della ragione, dal guscio spesso e senza colore, capace però di
contenere una cellula dalla vitalità disorientante. In effetti, cosa sarebbe
mai un orientamento, se non una limitazione? I limiti sono rassicuranti
segnali stradali obbligatori, che l’uomo comune, cosciente o meno, accetta
fin dalla nascita. Ma chi si sente multiplo non può costringersi a seguire
un’unica strada. Ci sono troppe vie, troppe idee, troppa vita, per limitarsi a
vivere. Lo stesso vale per le sensazioni, abbandonarsi alla rilevazione delle
semplici stimolazioni cerebrali, o creare le sensazioni ex-novo, baluardo di
una nuova e straordinaria palingenesi del vero significato del sentire? E, a
questo punto, regalare una o più esistenze al proprio essere può essere
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sufficiente a “sentire tutto in tutte le maniere”
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? Sicuramente no. Ma è il
desiderio che conta, che stuzzica le sinapsi effervescenti di un poeta che è
anche scrittore che è anche saggista, che è anche teorico, che è anche
filosofo, e alla fine di un processo di costruzione e distruzione, peraltro
non compiuto, riesce a diventare egli stesso profeta di se stesso, quasi
fosse un’ulteriore spersonalizzazione, messaggero e Messaggio uniti in
un’alchimia primordiale che volge al Futuro. Il Futuro sarà un impero,
questo lo sappiamo, non siamo certi se sarà proprio il Quinto Impero, ma
la speranza è una e semplice.
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Non possiamo predire se sarà il Portogallo
la nuova pietra miliare dell’umanità, ma ciò che conta è che sia l’Impero
della cultura, la vittoria della pace dell’intelligenza, dell’ecletticismo e del
buonsenso. In fondo Fernando, che si è nascosto per mostrare, il suo
scopo l’ha ottenuto. Perché voleva soltanto farci capire che finché gli
uomini saranno capaci di sognare, ed a andare oltre all’abbruttimento
della quotidianità, un mondo nuovo sarà sempre possibile. E ricordare di
guardarsi allo specchio, con i pensieri a briglia sciolta e l’ironia a portata di
mano.
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Come dice Álvaro de Campos in Passagem das Horas.
4
Noi
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1.2 Contenuto della Tesi
L’analisi da me compiuta ha il fine di centrare le molteplici peculiarità
dell’unica opera in portoghese pubblicata in vita da Fernando Pessoa,
Mensagem. Attraverso l’analisi delle contingenze storiche e sociali,
specialmente per quanto concerne il contesto intellettuale
dell’avanguardia Modernista, ho cercato di inquadrare la nascita e la vita
di quello che è considerato il capolavoro dell’autore. Dopo una parentesi
in cui mi soffermo sulla biografia del poeta, il mio studio approfondisce le
tematiche inerenti al simbolismo esoterico e in generale la struttura
formale con le sue divisioni e le sue grandi unioni, con le opinioni della
critica e dei vari intellettuali nei momenti successivi alla pubblicazione.
Grande spazio è dedicato alla nascita del Sebastianismo, emanazione
diretta di quella che è considerata la religione originale del Portogallo, la
saudade. Mensagem è la magistrale fusione di mitologia che crea nuova
mitologia, e ho ritenuto fondamentale analizzare in dettaglio tre delle
quarantaquattro poesie del poema, che riguardano i tre personaggi
creatori di altrettanti miti: Ulisse, che fonda Lisbona, D. Sebastião, da cui
scaturisce l’incarnazione del mito e Fernando Pessoa stesso, che si fa mito,
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e che si cita nell’opera senza mai nominarsi. Senza dimenticare che oltre i
miti, la costruzione, i simboli, i grandi segreti celati e l’estrema
complessità di un’architettura cesellata in ogni minimo dettaglio, abbiamo
una lirica di straordinario fascino e delicatezza che non può lasciare
indifferente chi vi si immerge.
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2. LA SITUAZIONE DELL’EPOCA
2.1 Il Portogallo tra la Repubblica e l’Estado Novo
Intorno al 1870
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, il repubblicanesimo comincia a essere considerato come
una grande alternativa alla monarchia costituzionale presente dal 1820. La
repubblica, ritenuta la possibile soluzione ai problemi politici portoghesi,
era già stata proclamata in Spagna (1868) e in Francia (1870) e le pressioni
di una nuova generazione di universitari preparati politicamente uniti alla
classe media in ascesa ne favoriscono a poco a poco l’instaurazione. Ma il
movimento repubblicano non ha un programma preciso, il suo fine ultimo
è soltanto la repubblica. Sono perciò accusati dai monarchici di non avere
precise linee guida e di mirare solamente a scalzare la monarchia. Questo
scontro era di fatto portato dalle idee base dei due schieramenti, non
diverse tra di loro: capitale, proprietà, libertà, Patria. E infatti c’era anche
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Cfr. J. H. SARAIVA , Storia del Portogallo, Milano, Bruno Mondadori, 2004, pp. 305-324;
A. H. DE OLIVEIRA MARQUES, História de Portugal: Desde os tempos mias antigo até à
presidência do Sr. General Eanes, Lisboa, Palas Editores, 1981, pp.223-513
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chi aveva un’opinione diversa, cioè che quello che avrebbe dovuto essere
cambiato non fosse il regime politico, ma quello economico.
Dal 1880 cominciano varie ondate patriottiche di propaganda
repubblicana, che avvicinano molto la gente al movimento, sebbene
l’impostazione anticlericale ne limiti il gradimento. Erano però entrambi
componenti fondamentali e inscindibili.
La reazione alla richiesta dell’Inghilterra del 1890 e il tentativo di
instaurare una dittatura da parte del re (1907), portano inesorabilmente a
una totale perdita di credibilità e prestigio per la monarchia che sfocia
nella rivoluzione del 3 e 4 ottobre 1910. Viene instaurato un governo
Provvisorio, simbolicamente presenziato da Téofilo Braga, professore del
Curso Superior de Letras. In meno di una anno, il Governo Provvisorio
riesce a realizzare alcuni dei punti principali del programma repubblicano:
consolida il nuovo regime, assicura l’ordine pubblico e ottiene il
riconoscimento da parte delle potenze straniere. L’Europa del tempo è
prevalentemente monarchica e ciò orienta il governo verso la ricerca
dell’ordine e della tolleranza. Vengono così disilluse le speranze dell’ala
più rivoluzionaria (rappresentata soprattutto dalla classe operaia) a favore
di quella più borghese, conservatrice e conciliante. Questa contraddizione
coltiva in sé i germi dell’insuccesso. Si decide per un governo che abbia al
suo interno esponenti di entrambe le fazioni, ma si rivelano deboli e con
scarso appoggio popolare e, di fatto, senza possibilità di rendere effettivo
un qualsiasi programma definito. Le tre divisioni principali sono il Partido
Democrático, il Partido Evolucionista e l’União Republicana. La monarchia
si è invece dissolta e non si oppone in nessun modo; l’unico vero nemico
dei repubblicani è rappresentato dalla Chiesa. Viene chiamato al governo
Afonso Costa (1913), il cui governo dura un anno e dà una spinta
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all’economia aiutando i piccoli proprietari terrieri, ma aggravando la
situazione di quelli medi e grandi. In diciassette anni si succedono otto
presidenti e cinquanta cambiamenti di governo. Esplode, intanto, la Prima
Guerra Mondiale. Cade anche il governo di Bernardino Machado, successo
a quello di Costa. Viene sostituito da un ministero totalmente
Democrático e il presidente Arriaga, allarmato dalla virulenza dello scontro
politico, realizza un colpo di stato e dà l’incarico di governare al generale
Pimenta de Castro. Nel 1915, viene di nuovo ristabilita la Repubblica.
L’Inghilterra chiede al Portogallo di requisire alcune navi tedesche: per
paura di perdere le colonie d’oltremare, il Portogallo accetta e riceve così
una dichiarazione di guerra da parte della Germania. I Democráticos e gli
Evolucionistas decidono di unirsi nell’União Sagrada. Nel 1917,
approfittando della mancanza della maggior parte dell’esercito, le forze
che più si erano opposte all’entrata in guerra scatenano la rivoluzione di
Sidónio Pais, che si fa proclamare Presidente della Repubblica. È un
personaggio che sfrutta il culto della sua personalità per ricevere consensi,
che alla legalità costituzionale preferisce l’arbitrio della propria volontà.
Sidónio si appoggia presto all’estrema destra, e dopo un periodo di
governo anche chi lo aveva sostenuto si rende conto che la situazione è
addirittura peggiorata. Vengono organizzate varie cospirazioni e il
“Presidente-Re” viene assassinato nel 1918
6
. Dal 1920 al ‘26 la repubblica
è nella sua fase più agitata a causa di vari omicidi di uomini politici di
spicco e di un totale instabilità politica.
Dopo la fine della Prima Repubblica, (5 ottobre 1910 – 28 maggio 1926), il
Portogallo si trova diviso in due fazioni. L’una, apertamente contraria
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Pessoa scrive in suo onore À memória do Presidente-Rei Sidónio Pais, in cui paragona il
defunto dittatore a un’incarnazione di D. Sebastião.
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all’esperienza, la giudica come un periodo totalmente negativo che ha
danneggiato il paese con politiche demagogiche e destrutturanti per
l’apparato dello Stato, divenuto così più povero, impotente di fronte ai
gravi problemi irrisolti e in evidente ritardo per quanto riguardava il
progresso economico, dovuto anche a una aggravata dipendenza coloniale
nei confronti dell’Inghilterra; l’altra è invece convinta che la repubblica sia
stata un’epoca positiva, capace di generare la prima esperienza di governo
democratico e di aiutare la popolazione con decisive innovazioni nelle
legislazioni familiare e dell’insegnamento e, soprattutto, creare una nuova
mentalità politica civilizzata e progressista, rivelata dagli intellettuali nella
rivista Seara Nova
7
.
La situazione in Portogallo è grave: dopo la guerra si succedono otto
governi che arrecano grande discontinuità politica e che determinano,
seppur fosse già in atto, un deciso aggravarsi delle questioni economiche,
finanziarie e sociali. La moneta si svaluta, l’inflazione non ha freni e i
piccoli risparmiatori sono rovinati. I buoni di Stato perdono qualsiasi
valore. Nel 1924 il governo ricorre alla vendita dell’argento, ma le entrate
pubbliche non sono all’altezza della svalutazione, il che crea enormi
difficoltà di tesoreria e l’impoverimento delle remunerazioni. Gli operai
scioperano violentemente e la situazione dei partiti è devastante. Si
diffonde l’idea che soltanto una dittatura avrebbe potuto risollevare il
paese ormai sull’orlo del baratro. Ogni governo, sia di destra che di sinistra,
non riesce a risollevare la grande crisi del paese, complici anche i feroci
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Seara Nova: rivista politica portoghese fondata a Lisbona nel 1921 per iniziativa di Raul
Proença e di un gruppo di intellettuali dell’epoca. In origine era una pubblicazione
essenzialmente dottrinaria e critica, con fini pedagogici e politici. Durante l’Estado Novo si
trasforma nel principale periodico di opposizione democratica al regime di Salazar.