IV
Introduzione
Focus principale di questa tesi sono, come si evince dal titolo, i siti di Live
e di Social shopping e, più nello specifico, l’influenza che questo tipo di
meccanismi di vendita online ha sul rapporto tra prezzo e valore del brand.
Negli ultimi anni, infatti la diffusione di internet ed in particolar modo dei
social network hanno reso possibili nuove modalità di commercio elettronico, il
quale, dopo il boom iniziale della seconda metà degli anni novanta ed la
successiva crisi dovuta allo scoppio della bolla speculativa di inizio nuovo
millennio, sta attualmente attraversando una fase di crescita positiva, grazie anche
all’implementazione delle tecnologie informatiche e all’utilizzo ormai capillare
della Rete da parte di un numero elevatissimo di consumatori.
Questo contesto unito alla purtroppo pressante crisi economica mondiale
che spinge sempre di più gli acquirenti verso il risparmio e la ricerca delle
migliori occasioni in termini di rapporto costi/benefici hanno permesso la nascita
e l’incredibile sviluppo dei siti di Live e di Social shopping, che sfruttano appieno
sia le potenzialità del word wide web sia il desiderio di convenienza e di risparmio
dei consumatori.
Il meccanismo è molto semplice: offrire prodotti e/o servizi di marca a
prezzi ridotti. I siti di Live shopping utilizzano lo stesso criterio che è possibile
ritrovare nei classici outlet o nei normali negozi brick-and-mortar in periodo di
saldi, e cioè offrono un numero limitato di beni a prezzi stracciati, ma solo entro
un certo breve periodo di tempo. In questo modo, ogni giorno chiunque visiti
questi siti avrà la possibilità di acquistare un capo d’abbigliamento o un
elettrodomestico (così come molte altre tipologie di articoli) lì offerti da vari
brand, siano essi piccoli esercenti locali che grandi aziende multinazionali. Nel
caso dei siti di Social shopping, il meccanismo è più o meno lo stesso: anche qui
prodotti e/o servizi sono offerti con sconti che arrivano anche al 90%, ma solo per
poco tempo; elemento che li caratterizza, però, è il fatto che per ottenere il
prodotto è necessario che un certo numero di acquirenti aderisca all’offerta.
Questi siti, dunque, richiamano il concetto di “gruppo d’acquisto”, il quale
V
permette ai consumatori di ottenere notevoli ribassi di prezzo da parte del
commerciante a patto di essere in un numero tale da non arrecare perdite a
quest’ultimo, e creando così una situazione in cui tutti sono “vincitori”: chi
acquista, perché è riuscito a risparmiare, chi produce, perché è riuscito a vendere
in modo rapido un elevato numero di prodotti, e, nel caso del Social shopping, chi
rivende, in quanto facendo da tramite riesce a guadagnare una percentuale su tutti
i prodotti venduti.
Tutto ciò, come si diceva, è possibile grazie soprattutto ai social network
come Facebook o Twitter, i quali permettono una rapida diffusione del word of
mouth, e la creazione di vere e proprie reti di acquirenti che si “attivano” per
ottenere i prodotti desiderati. In questi siti, infatti, più ciascun n consumatore
diffonde le offerte, più vantaggi ne trae, sia perché, nel caso del Social shopping,
più persone conoscono l’offerta, più la acquistano e, quindi, più possibilità ci sono
che vada a buon termine, sia perché numerosi incentivi vengono offerti a coloro
che riusciranno a portare nuovi iscritti a questi negozi online o che diventeranno
loro “seguaci” anche sulle loro “Fan page”.
L’incredibile successo di queste iniziative e la loro enorme diffusione
ormai in tutto il mondo sembrano delineare la strada che tutte le aziende dovrebbe
seguire in futuro se intendono andare avanti e superare questa particolare fase
economica, ma l’utilizzo di questi siti non è esente da rischi. Esiste, infatti, uno
stretto rapporto tra prezzo e valore della marca percepito dai consumatori, e offrire
prodotti o servizi a prezzi molto bassi rischia di danneggiare tale brand value in
quanto, come è noto, i consumatori giudicano i prodotti che desiderano acquistare
anche sulla base del prezzo, visto come indicatore di buona qualità, ma anche di
prestigio e di affidabilità.
Obiettivo principale di questo lavoro, dunque, è proprio analizzare se e
come l’utilizzo di questi meccanismi di e-commerce e, di conseguenza, la vendita
a prezzi stracciati dei propri prodotti su di essi possa a lungo andare danneggiare
le aziende, anziché aiutarle. Si vuole quindi esplorare l’effetto che l’abbassarsi del
prezzo esercita sulla percezione dei brand.
Inoltre, un approfondimento è stato fatto anche sul tema della fiducia,
elemento basilare affinché possa aver luogo una qualsiasi transazione online. Se i
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consumatori non hanno fiducia nel sito che gli propone le offerte, infatti, non
saranno disposti ad acquistare da esso, in quanto temeranno per la tutela dei propri
dati personali e dei propri soldi (essendo il pagamento a distanza e da effettuare
prima di aver ottenuto fisicamente la merce). Di conseguenza, una piccola ricerca
è stata effettuata anche per capire se e quanto sia importante la fiducia nei siti di
Live e Social shopping affinché i loro utilizzo da parte delle aziende non sia lesivo
per il brand.
Si è cercato di esplorare questi fenomeni andando a rilevare direttamente
le opinioni degli utilizzatori attraverso una piccola ricerca empirica, condotta però
su un campione “di convenienza”, quindi non probabilistico. I risultati,
dunque, non posso essere generalizzati ed estesi all’intera popolazione di
riferimento, ma la ricerca ha più che altro un valore esplorativo. In pratica, si è
cercato di cogliere i pareri e le percezioni su questi siti e sui prodotti ivi venduti
per costruire delle inferenze, grazie anche agli spunti offerti dalla letteratura e
dalle ricerche effettuate sui temi dell’e-commerce, dell’e-loyalty, dell’e-trust, e
così via.
Per quanto riguarda la struttura della tesi, essa si suddivide in 4 capitoli:
- nel primo si parte con un approfondimento sul tema dell’e-commerce e
dell’home shopping, delle loro origini, storie e dati, per poi passare all’analisi del
cliente online e di quelli che sono gli elementi necessari per poter vendere su
internet (costruzione di un buon sito, creazione di una vera e propria relazione col
cliente, customization, dialogo, interattività, e-loyalty, ecc.);
- nel secondo capitolo si passa poi all’analisi specifica dei fenomeni di
Live e Social shopping, con una descrizione approfondita della loro storia e delle
loro caratteristiche peculiari, sia in generale, sia in riferimento ai principali siti
esistenti: Groupon innanzitutto, ma anche Groupalia, Prezzo Felice, Jumpin e Kgb
deals, Tuangon e i principali leader di mercato all’estero per quanto riguarda il
Social shopping; e Sold Outlet, Privalia, Saldi privati, Buy Vip e i principali siti
d’oltreoceano per quanto riguarda il Live shopping.
- nel terzo capitolo, ci si focalizza sul rapporto tra prezzo ribassato e
percezione del valore del brand, partendo proprio dal concetto di Brand equity e
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dall’importanza del fattore “prezzo” nel processo d’acquisto. Si passa poi alla
descrizione del campione e delle metodologie utilizzate per l’analisi, con la
presentazione dei dati raccolti;
- nel quarto capitolo, infine, l’attenzione si sposta sul tema del “trust”, di
cui viene descritta l’importanza fondamentale soprattutto in relazione al concetto
di “rischio” e i risvolti positivi che la fiducia riesce a creare anche sulla tipologia
di siti trattati.
1
Parte 1
IL CONTESTO DI
RIFERIMENTO
2
Capitolo 1 – L’evoluzione dell’e-commerce
1.1 Cos’è, com’è nato e come si è sviluppato
Secondo l’enciclopedia Treccani, con il termine “e-commerce” si fa
riferimento a:
“Transazione e scambio di beni e servizi effettuati mediante l’impiego
della tecnologia delle telecomunicazioni e dell’informatica (Internet, Intranet,
televisione digitale, ecc.).
Le transazioni concernenti i beni fisici possono avvenire per via elettronica
fino al momento del pagamento del bene acquistato, ma in ogni caso comportano
l’espletamento di attività tradizionali come il trasporto e la consegna
all’acquirente; nel caso di beni digitali (software, file audio, file video) l’intero
processo di scambio può avvenire esclusivamente per via elettronica. Tra i servizi
acquistabili elettronicamente, i più diffusi sono quelli collegati all’informazione e
alla pubblicistica, servizi bancari e finanziari, prenotazione di biglietti di viaggio o
per spettacoli”
1
.
Dal punto di vista legislativo, nell'ordinamento italiano non si rinviene una
definizione di commercio elettronico. La dizione di commercio elettronico, infatti,
compare solo nell'articolo 21 del decreto legislativo 31 marzo 1998, n.114, recante
"Riforma della disciplina relativa al settore del commercio, a norma dell'articolo
4, comma 4, della legge 15 marzo 1997, n. 59", ove è previsto a carico del
Ministero dell'industria, del commercio e dell'artigianato il compimento di azioni
volte a promuovere "[…] l'introduzione e l'uso del commercio elettronico […]",
senza, però, che sia data alcuna indicazione in ordine ai confini giuridici di tale
espressione.
Secondo la definizione accolta dalla comunicazione della Commissione europea
COM (97) 157 "Un'iniziativa europea in materia di commercio elettronico" e
contenuta nel documento "Linee di politica industriale per il commercio
elettronico" adottato dal Ministero dell'industria, del commercio e dell’artigianato
1
http://www.treccani.it/enciclopedia/e-commerce/
3
il 30 luglio 1998, il commercio elettronico "consiste nello svolgimento di attività
commerciali e di transazioni per via elettronica e comprende attività diverse quali
la commercializzazione di beni e servizi per via elettronica, la distribuzione on-
line di contenuti digitali, l'effettuazione per via elettronica di operazioni
finanziarie e di borsa, gli appalti pubblici per via elettronica ed altre procedure di
tipo transattivo della Pubblica Amministrazione"
2
.
In sostanza, si può affermare che il Commercio Elettronico consiste nello
svolgimento di attività commerciali e di transazioni per via elettronica e
comprende attività diverse:
• Commercio di beni e servizi
• Consegna online di prodotti digitali
• Trasferimento di fondi per via telematica
• Aste commerciali
• Collaborazione tra gruppi
• Servizi pubblici
• Servizi post vendita
• Ricerca online di collaboratori e partner
Praticamente il termine “e-commerce” riassume in se tutte le attività che
possono essere svolte con il supporto delle nuove tecnologie nel campo della
telematica (WWW, E-mail, EDI, EFT).
Gli ambiti applicativi sono svariati ed interconnessi, ma si possono
riassumere nei seguenti campi, riportati in ordine di priorità di attuazione:
• Business to Business (tra imprese)
• Business to Consumer (tra impresa e consumatore)
• Consumer to Consumer (tra utilizzatori)
2
http://www.webdomus.net/soluzioni/13-la-normativa-sul-commercio-elettronico.html
4
• Public Administration to Citizens/Business (tra impresa o
cittadino e pubblica amministrazione)
3
.
Per quanto riguarda la nascita del fenomeno dell’e-commerce, essa risale
già ai primi anni Settanta, grazie alla messa a punto dell’Electronic Data
Interchange (EDI), un sistema che consentiva il trasferimento di informazioni e
documenti commerciali in formato elettronico creato dalla imprese di trasporto. A
quei tempi, però, ancora non esisteva una rete globale quale è internet oggi, quindi
se da un lato il sistema era comunque supportato da reti di comunicazione private
e sicure, dall’altro rappresentava una soluzione molto costosa da realizzare,
poiché era richiesta una linea di connessione dedicata tra i partner della
transazione; inoltre, eventuali modifiche al sistema risultavano molto onerose e in
più aziende diverse utilizzavano database diversi, il che rendeva la trasmissione
dei dati tutt’altro che semplice e diretta.
L’EDI inoltre non è un sistema interattivo, ciò significa che venditore e
compratore non possono negoziare e discutere sul prezzo delle merci, possono
solo accettare i termini dati dalla transazione. A causa di questi svantaggi l’EDI è
rimasto a lungo alla portata esclusiva dalle grandi imprese
4
.
Nel 1992, poi, debuttò Compuserve, che per la prima volta offrì la vendita
al dettaglio di prodotti online. Nonostante il carattere innovativo dell’iniziativa,
che per la prima volta apriva l’e-commerce ai consumatori, le sue potenzialità
erano ancora limitate: i clienti dovevano necessariamente acquistare Compuserve,
installarlo sui propri sistemi e poi effettuare l’iscrizione per poterlo utilizzare.
Due anni più tardi, nel 1994, Netscape lanciò i suoi servizi online che
consentivano di navigare su internet in modo più semplice e rapido. Netscape ha
avuto un ruolo importante nello sviluppo dell’e-commerce, in quanto ha permesso
di mettere a punto gli standard di sicurezza necessari per le transazioni
economiche online.
3
http://commercioelettronico.freeunixhost.com/
4
http://www.hyperlabs.net/ergonomia/verzelloni/commercio/02.html
5
Appena un anno dopo, invece, nascevano Amazon e Ebay: molto diversi da
come appaiono oggi, questi due portali di vendita permettevano in origine di
acquistare online, ma non era possibile fare aste.
Nello stesso periodo in Italia, con un comunicato stampa del 19 febbraio
1996, Olivetti Telemedia annunciava l’apertura di Cybermercato, il primo negozio
virtuale italiano ed uno dei primi in tutta Europa. All’indirizzo www.mercato.it
(oggi non più esistente) era possibile acquistare libri, articoli da regalo, computer,
prodotti multimediali ad altro ancora. L’iniziativa era promossa da La Rinascente,
le case editrici Franco Maria Ricci e McGraw-Hill, Apple, Olivetti, Vobis,
Dessilani, Parmador ed altri ancora.
Nonostante, come si può notare, fossero anni di grande fermento, l’e-
commerce non riusciva ancora ad ingranare a sufficienza, e questo era dovuto
anche e soprattutto alla lentezza delle prime connessioni internet: i modem 56k,
infatti, impiegavano molto tempo a caricare le pagine, oltre al fatto di tenere
contemporaneamente occupata la linea telefonica e di essere molto costose.
È grazie, quindi, all’arrivo della Digital Subscriver Line, più comunemente
detta ADSL, che l’e-commerce ha cominciato a crescere di popolarità, fino
all’esplosione della New economy di fine anni Novanta e al successivo scoppio
della bolla speculativa delle dot.com già all’inizio del nuovo millennio
5
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La situazione attuale, comunque, vede le imprese riavvicinarsi all’online
con sempre maggiore consapevolezza, consce dell’importanza imprescindibile di
“esserci” nella rete globale, sapendo però gestire accuratamente tutti gli strumenti
necessari e tenendo sempre presente il consumatore come punto di riferimento per
qualsiasi iniziativa messa in atto.
Dai dati presentati da Giuliano Faini (docente presso la School of
Management del Politecnico di Milano) alla SMAU
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di Roma 2011 risulta che tra
il 2008 e il 2009 la crescita del settore dell’e-commerce è rimasta ferma, e il
valore complessivo del mercato è rimasto pari a 5.763 milioni di euro. Solo nel
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http://www.ecommerce-store.it/news/1947/storia-dell-ecommerce/
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Principale fiera italiana dedicata all’Information & Communications Technology