2
INTRODUZIONE
Il rapporto tra sogno e cinema è qui analizzato a partire dalla teorizzazione sul sogno in
Freud(1899), inteso, così, come appagamento di desiderio, come la “via regia all’inconscio”, e
dall’analisi del suo significato simbolico.
L’elemento onirico, è per Freud(1899) “qualcosa di inautentico, un sostituto di qualcos’altro”. E’
proprio questa inautenticità che caratterizza la falsa creazione analizzata dalla Chasseguet-
Smirgel(1973). Il problema del falso, dell’inautentico, da un punto di vista dinamico è stato
analizzato a partire da studi su pazienti paranoici. Dai loro quadri clinici è emerso come tale
problema sia circoscritto all’incapacità di introiettare le caratteristiche del fallo paterno. La
creazione è così, per queste persone, la capacità di darsi un fallo autonomo che rappresenta un
“falso”pene. Il percorso che fa Chasseguet-Smirgel riguardo alla creatività parte da Freud, dove
l’azione creativa è circoscritta ai processi primari, ed attraversa la teorizzazione kleiniana, secondo
la quale la creazione è in realtà la ri-creazione dell’oggetto distrutto dai sentimenti ambivalenti che
il bambino rivolge al seno materno quando si trova nella posizione depressiva.
Lo stesso film può essere inteso come creazione artistica del regista. Studi sui film ad
orientamento psicoanalitico hanno evidenziato la connessione tra il linguaggio cinematografico ed il
sogno. Molti autori, tra cui Kubrick, si sono serviti del cinema per rappresentare il sogno, come ad
esempio, nel film Eyes wide shut, 1999); autori come Gabbard(2000), Metz(1977), Musatti(1961)
hanno, inoltre, dato notevoli contribuiti che ben mostrano l’influenza della psicoanalisi
nell’interpretazione di film. Esempi riportati nella tesi sono i film:
- Alien di Riddley Scott(1986) dove tutto il film è incentrato sul mondo kleniano;
- All That Jazz-Lo spettacolo comincia di Fosse(1979), Stardust Memories di Allen (1980) e
Re per una notte di Scorsese(1980) dove la tematica ruota intorno al problema del
narcisismo;
- Casablanca di Curtiz(1942) dove si analizza il Complesso Edipico del protagonista, Rick.
3
CAPITOLO PRIMO
SOGNO: CARATTERI GENERALI
Il sogno viene definito, da Sigmund Freud, in termini generali,”la via regia all’inconscio”.
L’analisi che Freud fa del sogno fornisce prove riguardo l’esistenza di atti psichici inconsci
(pensieri onirici latenti che sono il materiale che il lavoro onirico trasforma in sogno manifesto) e
mostra come l’interpretazione dei sogni permetta un accesso che non sospettavamo,così ampio, alla
conoscenza della vita psichica inconscia. Freud mette così l’accento sull’importanza dell’inconscio
esplorato nell’analisi con i suoi pazienti. Fu Breuer a scoprire e ad accorgersi che i sintomi di certi
pazienti nevrotici avevano un senso e che, durante il trattamento, alcuni ammalati al posto dei
sintomi producevano anche sogni; nacque così il sospetto che anche essi avessero un senso.
Freud si rivolge così all’individuazione delle caratteristiche comuni a tutti i sogni sostenendo che
essi costituiscono”la vita della psiche durante il sonno, e dunque una sorta di stadio intermedio tra
sonno e veglia”(Freud, 1978, p.81) Il sonno viene così definito come un”ritiro dell’attività psichica
dal mondo esterno”mentre il sogno è “il modo con la quale la psiche reagisce agli stimoli che
agiscono durante lo stato di sonno” (Freud, 1978, p.85). Inoltre un altro tratto comune a tutti sogni,
è che in essi si sperimentano esperienze e avvenimenti accadute durante il giorno; dove alcune
persone ci credono a tal punto da dargli un significato, un senso,mentre in effetti non sanno che si è
sperimentato solo quell’unico stimolo perturbatore che ha provocato il sogno ancora, i discorsi dei
sogni sono combinazioni, copie di discorsi che sono stati uditi o fatti il giorno del sogno e che si
sono inseriti nei pensieri latenti come materiale o elemento che ha suscitato un sogno.
Quando parliamo di sogno, si deve intendere o il sogno manifesto, cioè tutto ciò che il sognatore
racconta a prescindere da quello che può aver dimenticato o omesso, e quindi il prodotto del lavoro
onirico, oppure il lavoro onirico stesso, cioè quel processo psichico che dai pensieri onirici latenti
trasforma il sogno, in sogno manifesto. L’osservazione analitica mostra anche che il lavoro onirico
non si limita mai a tradurre questi pensieri lasciandoli nella forma primitiva, ma vi aggiunge sempre
qualcosa, che non appartiene ai pensieri latenti del giorno precedente, ma che è il vero e proprio
motore della formazione del sogno. Questa indispensabile aggiunta è il desiderio, ugualmente
inconscio, per il quale il contenuto del sogno viene rimodellato. Il sogno è l’insieme di esperienze
passate e attuali dell’individuo ma, se lo si considera come il risultato del lavoro onirico, esso è
sempre l’appagamento di un desiderio inconscio. Inoltre, Freud, sembra distinguere i pensieri
onirici latenti dai “residui diurni” in quanto, i primi sono inconsci al sognatore, sono pienamente
sensati e coerenti, per cui possono venir concepiti come comprensibili reazioni allo spunto del
4
sogno; infatti costituiscono tutto ciò che si apprende durante l’interpretazione del sogno; mentre i
secondi costituiscono solo una parte dei pensieri onirici latenti in quanto essi attivano elementi
inconsci, come i ricordi rimossi di punizioni inflitte dai genitori durante l’infanzia, attraverso vie
associative. La concezione che viene proposta è che a tali residui diurni si sia aggiunto qualcosa,
che apparteneva all’inconscio, e che ha reso possibile la formazione del sogno. E’ a tal proposito
che Freud riprende la metafora dell’impresa espressa nell’”Interpretazione dei sogni”(1900):” in
ogni impresa occorre un capitalista che sostenga le spese, e un imprenditore che abbia l’idea e
sappia realizzarla. Per la formazione del sogno la parte del capitalista è sostenuta sempre dal
desiderio inconscio perché fornisce l’energia psichica per la formazione del sogno; mentre
l’imprenditore è il residuo diurno, che decide circa l’impiego di queste spese.” (Freud,1978, p. 205)
Studi di psicologia sperimentale(sogni prodotti sperimentalmente, reazioni al rumore della
sveglia) hanno evidenziato che gli stimoli provocati durante il sonno compaiono nel sogno, che non
li riproduce semplicemente, ma li rielabora, vi allude, li inserisce in un contesto, li sostituisce a
qualcos’altro…. è questo un aspetto del lavoro onirico. Quando Freud parla dell’elemento onirico
si riferisce a qualcosa di “inautentico, un sostituto di qualcos’altro” che al sognatore è sconosciuto,
un sostituto di qualcosa la cui conoscenza è presente nel soggetto ma gli è inaccessibile. Il fatto
stesso che questi contenuti siano nascosti vuol dire che essi sono inaccessibili alla coscienza del
sognatore, ossia inconsci. Trasponendo questa concezione dall’elemento onirico all’intero sogno
vediamo che quest’ultimo è il sostituto di qualcosa di deformato, di qualcosa di inconscio e che il
compito dell’interpretazione del sogno è scoprire questo materiale inconscio, ovvero rendere
conscio ciò che c’è di inconscio nel sogno. Durante il lavoro di interpretazione il contenuto
manifesto si presenta allo psicoanalista in un linguaggio più semplice, più chiaro, rispetto al
contenuto latente che, essendo formato da segni e pensieri inconsci, risulta più difficile sia da
comprendere e sia da tradurre. Per rendere meno oscura ed indecifrabile la strada
dell’’interpretazione dei sogni, Freud ha utilizzato, oltre alle libere associazioni, anche il
simbolismo. Egli ne coglie l’essenza nel rapporto tra l’espressione manifesta di un sogno ed il suo
riferimento latente reperibile a livello inconscio.
Per l’interpretazione dei simboli egli individua due strade: la prima si basa sulle associazioni del
sognatore; la seconda, invece, consiste nell’interpretazione, da parte dello psicoanalista, quando il
soggetto non è capace di fornire associazioni a riguardo. La relazione simbolica che si viene a
creare durante il lavoro di interpretazione, consente di dar un significato al sogno che prima poteva
sembrare incomprensibile. Il metodo di Freud si muove, quindi, dalla consapevolezza che i sogni
hanno un significato inconscio; infatti, l’analista smontando il contenuto manifesto del sogno ne
ricostruisce i collegamenti col desiderio inconscio e individua le esperienze di base da cui si è
5
originato. Inoltre grazie alle libere associazioni del paziente egli è in grado di risalire, tramite il
contenuto manifesto ed i “residui diurni, alla radice del sogno. La prima cosa che appare chiara a
chi confronti contenuto latente e contenuto manifesto è che è stato fatto un enorme lavoro di
condensazione del materiale psichico nel corso della formazione del sogno. Tale condensazione si
attua per tre motivi: primo perchè certi elementi latenti vengono omessi del tutto; poi perché di tutti
gli elementi di cui è composto il sogno latente solo alcuni passano in quello manifesto; infine gli
elementi latenti che hanno qualcosa in comune vengono fusi in unità nel sogno manifesto. Un
esempio è costituito dal fatto che nel sogno diverse persone possono essere condensate in una sola.
Dalla sovrapposizione delle singole unità condensate scaturisce un’immagine vaga, confusa
(formazione mista). La condensazione pur rendendo impenetrabile il sogno non è effetto della
censura onirica ma la si riconduce a fattori o meccanismi di tipo economico. Il secondo risultato del
lavoro onirico è lo spostamento che è in tutto e per tutto opera della censura onirica. Le sue
manifestazioni sono due: un elemento latente viene sostituito da un’allusione oppure l’accento
psichico viene”spostato”da un elemento importante del contenuto latente ad uno irrilevante del
contenuto manifesto, cosi che il sogno appare strano, a tal punto da riflettere una deformazione del
desiderio onirico esistente nell’inconscio( deformazione onirica ricondotta alla censura ed
esercitata da un’istanza psichica nei confronti di un’altra) . Il terzo risultato del lavoro onirico
consiste nella trasposizione dei pensieri in immagini visive. A tale scopo Freud, nel tentativo di
evidenziare al meglio le difficoltà di tale compito, pone l’esempio di sostituire un articolo politico
con una serie di illustrazioni. La difficoltà risiede nel trasformare i nessi logici in immagini. In
realtà il sogno non dispone di alcun mezzo per raffigurare le relazioni logiche esistenti tra i pensieri;
infatti il compito di ristabilire tale connessione logica è lasciato al lavoro di interpretazione del
sogno. I rapporti causali, invece, vengono trattati dal sogno attraverso l’uso di due metodi:
l’identificazione e la possibilità di creare formazioni miste. L’identificazione consiste nel fatto che
soltanto una delle persone collegate da un elemento comune emerge nella raffigurazione del
contenuto onirico; infatti essendo i sogni assolutamente egoistici là dove nel contenuto onirico non
compare l’Io del sognatore ma soltanto una persona estranea si può supporre che l’Io (del
sognatore) è celato per identificazione dietro quella persona. Altre volte, quando l’Io compare nel
sogno, la situazione nella quale si ritrova insegna che dietro l’Io si cela per identificazione un’altra
persona. La possibilità di creare, invece, formazioni miste è il primo dei tratti che spesso
conferiscono, ai sogni, un’impronta fantastica in quanto per loro mezzo vengono introdotti nel
contenuto onirico elementi che non hanno mai potuto essere oggetto della percezione. Il processo
psichico che interviene nella formazione mista è identico all’atto di immaginare o di riprodurre
durante la veglia l’immagine di un drago o un centauro. L’unica differenza risiede nel fatto che