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Premessa
Nell’epoca contemporanea è sempre crescente l’utilizzo, soprattutto in
Italia, del termine “Turismo”. Ma che cos’è? Da dove trae le sue origini? Qual è il
livello di sviluppo nel nostro paese e al suo interno? In questa breve introduzione
cercheremo di darne una spiegazione esaustiva, partendo proprio dalla sua
definizione e dalle sue caratteristiche principali.
Nei paesi economicamente più sviluppati l’uomo usufruisce oggi,
nell’ambito dell’abituale svolgimento della sue giornata lavorative, di vari
momenti di riposo: la pausa pranzo, il sabato e la domenica, le ferie, i giorni
festivi, e quant’altro. In conseguenza di ciò assume un ruolo di fondamentale
importanza l’organizzazione del tempo libero. Tuttavia, non tutto il tempo libero
può essere da noi gestito, essendo questo diviso per una parte dal c.d. «tempo
libero vincolato» , di cui l’uomo non può disporre, come ad esempio: il tempo per
recarsi al lavoro, quello per gli impegni familiari o quello dedicato ad impegni
sociali di vario genere; e per l’altra il «loisir », che , grazie ad una definizione
adottata da M. Boyer, si definisce come “l’insieme di occupazioni a cui
l’individuo può dedicarsi spontaneamente, dopo essersi liberato dai suoi impegni
familiari, professionali e sociali.” Tuttavia, non è ancora possibile arrivare a
definire cos’è il turismo senza notare che lo stesso termine, scritto al plurale
(loisirs), assume un significato leggermente diverso. Infatti, esso indica tutte
quelle attività di loisir che è possibile praticare in loco oppure in aree prossime al
luogo di abituale residenza (loisir domestici, esterni, attivi, passivi, di prossimità,
ecc). In quest’accezione il loisir comprende anche le attività di “ricreazione”,
ossia quelle praticate nella propria abitazione o non lontano da essa: palestra,
cinema, discoteca, cena, piscina, ecc). Il Turismo invece è una parte molto
importante del loisir, ma non il loisir stesso (Dewailly-Flament, 1996).
Non è facile stabilire con esattezza quando e dove sia nato il turismo,
poiché innumerevoli sono le testimonianze di antiche civiltà (greca, egizia,
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romana), in cui si riscontrano documentazioni relative a spostamenti, da parte di
persone appartenenti alle classi superiori, per motivi religiosi, di studio, sportivi,
ecc. Testimonianze arrivano anche dal c.d “Grand Tour” che gli aristocratici,
soprattutto britannici, praticavano in tutta l’Europa a partire dal secolo XVI.
Tuttavia è grazie alla rivoluzione industriale e all’affermarsi della civiltà urbana e
di nuove e più moderne vie di comunicazione (l’avvento della ferrovia fu
fondamentale), che il termine tourist comincia la sua diffusione (in Italia la
comparsa del termine risale al 1904, data dell’inaugurazione a Bologna della
prima fiera turistica).
Il Turismo consiste in una vera e propria attività produttiva, facente parte
del settore terziario, che si esplica attraverso la realizzazione di un paniere di beni
e servizi che danno vita al «prodotto turistico». Le caratteristiche che connotano
una qualsiasi attività in grado di assumere l’aggettivo “turistica” sono:
1. lo spostamento temporaneo in destinazioni diverse da quella
di abituale residenza;
2. la durata dello spostamento, non inferiore alle 24 ore;
3. il motivo dello spostamento, consistente nell’esercizio di un
qualsiasi tipo di attività che non sia remunerativa.
È necessario qui specificare che, avendo incluso nella classificazione
anche il motivo dello spostamento, rimarrebbero escluse, nonostante anch’esse
possano essere considerate come tali, tutte quelle forme di turismo legate allo
svolgimento di un’attività remunerativa, come ad esempio il turismo d’affari. Ed è
proprio questa specificazione che ci consente di fare una prima distinzione fra
turismo leisure, ossia quello legato all’esercizio di una qualsiasi attività di
diversione, e turismo business, che di contro raccoglie tutte quelle attività di
carattere remunerativo svolte al di fuori del luogo di abituale residenza, e per un
periodo non inferiore alle 24 ore. Da questa distinzione fondamentale emergono
poi le varie forme e tipologie di turismo, classificabili a seconda di una serie
molto estesa di variabili, delle quali ne citiamo solo alcune:
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Motivazioni
Età
Sesso
Spazio di esercizio
Clima
Reddito
Affollamento
Così, si può parlare di turismo religioso, culturale, della salute, della terza
età, d’elitè, estivo, invernale, e tanto altro ancora (Innocenti, 2007).
Diverso è invece il concetto di «escursionismo», anche se anche se
l’unica differenza tra i due termini risiede nella durata, che in questo caso non può
essere superiore alle 24 ore.
Per tutte queste ragioni, il turismo, in special modo negli ultimi tempi,
costituisce un dei principali driver alla base di una strategia di sviluppo di una
determinata area. Nell’affrontare questo tema, è opportuno evidenziare l’esistenza
di due approcci metodologici fondamentali e complementari fra di loro:
a) Il primo, riconducibile al filone del marketing turistico e
orientato prevalentemente a breve termine, è fondato
sull’offerta, con l’obiettivo di valorizzare la capacità di
un’area; tale fine può essere raggiunto attraverso una serie di
azioni volte ad accrescere l’attrazione dell’area nei confronti
dei gruppi di turisti già serviti ed estenderla ad un eventuale
bacino di utenza potenziale, il tutto seguendo una logica
market driven.
b) Il secondo, riconducibile al filone del marketing territoriale,
orientato a medio-lungo termine, fondato sulle risorse;
l’obiettivo, in questo caso, è quello di realizzare una
modificazione strutturale dell’area, definendone pertanto una
nuova identità, seguendo una logica resource-based.
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Sinteticamente, il processo di marketing turistico attraverso il quale si
pongono le basi per lo sviluppo economico di un’area, può essere analizzato
secondo due aspetti:
1. Le fasi del processo, che elencate in maniera
sequenziale sono sostanzialmente tre:
- analisi;
- scelte;
- erogazione.
2. Gli ambiti di riferimento, rappresentati :
- dalla destinazione nel suo insieme;
- dai prodotti turistici che combinano più servizi
connessi ad una medesima esperienza turistica;
- dai singoli operatori che offrono uno specifico
servizio.
In relazione al primo aspetto, l’attività di analisi si estrinseca nello
svolgimento di quattro funzioni principali:
- analisi della concorrenza (tra destinazioni, tra prodotti turistici e tra
operatori);
- analisi della domanda (sia sotto il profilo qualitativo che quantitativo);
- analisi della struttura del mercato (intermediari, distributori, fornitori,
ecc);
- analisi del sistema d’offerta.
In seguito, troviamo la fase di scelta, valida sia a livello strategico che
operativo, connessa alle politiche di marketing turistico riguardanti il brand
building, il posizionamento strategico e le manovre attuabili sulle leve del
marketing mix.
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Tali scelte possono avere come oggetto:
la località nel suo insieme, con il fine di aumentare la capacità di
attrazione sul mercato turistico globale;
il prodottto turistico, con il dine di massimizzare la capacità di creare
valore per determinate tipologie di turisti;
il singolo operatore, con il fine di accrescere le capacità di soddisfare
determinati bisogni di uno specifico segmento.
L’ultima fase è quella dell’erogazione del servizio, che si sostanzia nella
trasposizione delle scelte di marketing in attività operative riguardanti la gestione
delle risorse umane, la strutturazione dell’ambiente fisico di erogazione, il know-
how ecc. Tuttavia, questo tentativo di schematizzare e descrivere il processo di
marketing turistico, non può prescindere dal considerarne gli aspetti tipici del suo
funzionamento:
- polverizzazione tra più attori;
- ridotta dimensione degli attori;
- orizzonte di analisi limitato;
- intento strategico di breve periodo;
- ambito di operatività fisicamente circoscritto.
Oltre a questi aspetti, è necessario altresì evidenziare la tendenza, da
parte dei vari attori del territorio, a combinare le proprie offerte attraverso
momenti di progettualità comune volti a creare vere e proprie forme di
partnership. Questo è dovuto soprattutto al fatto che, negli ultimi tempi, l’ottica
strettamente settoriale di un marketing turistico volto a rafforzare le capacità di
attrazione del cliente, sta cedendo il passo ad una visione più ampia, caratterizzata
da un marketing turistico volto a rafforzare le capacità di un’area di attrarre turisti,
attraverso una proposta di offerta sviluppata dalla rete degli attori locali (imprese,
enti pubblici, organizzazioni, privati, ecc).
Un approccio come quello descritto induce ad una revisione delle dinamiche
organizzative, in cui, i processi di marketing turistico di tipo emergente, vengono
spesso sostituiti da processi deliberati, detti di destination management.
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Questa logica supera l’orizzonte di breve termine, proponendo una visione
di lungo periodo in cui anche gli stessi “obiettivi strategici” cambiano:
- migliorare il benessere di lungo termine per i residenti;
- massimizzare la soddisfazione dei visitatori;
- massimizzare il profitto delle imprese locali;
- ottimizzare l’impatto del turismo a livello locale, assicurando un
equilibrio duraturo tra benefici e costi ambientali e socio-culturali.
Tuttavia, appare chiaro come le nozioni finora esposte, se da un lato
costituiscono il fondamento necessario per affrontare il tema dello sviluppo
turistico di una determinata area, dall’altro, non sono sufficienti, con la sola
considerazione del marketing turistico, a garantire una crescita economica che
implichi una trasformazione ed un vero sviluppo dell’area stessa; a tal fine, sarà
necessario combinare questa metodologia con gli strumenti provenienti dal filone
degli studi del marketing territoriale (Bonetti-Simoni, 2005).
Il processo di marketing territoriale è identico a quello proposto per il
marketing turistico, essendo costituito da una fase di analisi,una successiva di
crescita ed una di erogazione.
La fase di analisi, in questo caso, ha ad oggetto l’insieme delle risorse
che costituiscono il valore attuale dell’area, e si pone come obiettivo quello di
individuare le opportunità di incremento di tale valore, attraverso una
ricombinazione delle relazioni che si istaurano tra le singole risorse. Chiaramente,
se l’analisi della situazione attuale appare un compito abbastanza semplice, quella
della ricerca delle opportunità è invece un’attività che presuppone la
considerazione di diversi scenari, ciascuno con una funzione di valore diversa.
Successivamente, per l’individuazione della futura identità strategica dell’area,
sarà necessario compiere una scelta, la quale sarà frutto di un processo negoziale
tra un soggetto promotore del cambiamento e gli attori del territorio; inoltre, la
propensione di quest’ultimi a sostenere un progetto di cambiamento sarà
direttamente proporzionale ai seguenti fattori:
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- credibilità del promotore;
- potere contrattuale del promotore;
- apertura al cambiamento dei singoli attori;
- beneficio immediato per il singolo attore connesso alla visione
proposta;
- grado di difficoltà del sistema territoriale.
Infine, la terza fase del processo di marketing territoriale consiste nella
redazione di un Master Plan, in cui vengono definiti un insieme di progetti volti a
modificare le risorse chiave dell’area e a ridefinirne il ruolo in linea con la nuova
visione strategica proposta (Bonetti-Simoni, 2005).
Tali progetti possono consistere in:
sostegno alle attività economiche esistenti;
sviluppo endogeno di nuove attività economiche;
attrazione dall’esterno di nuove attività economiche da insediare nell’area.
In conclusione, possiamo affermare che le risorse dell’area costituiscono
un ruolo centrale nel collegare i due processi, essendo, da un lato, lo strumento
fondamentale impiegato nelle attività di marketing turistico, e dall’altro, l’oggetto
del processo di marketing territoriale.
L’obiettivo di questo lavoro è analizzare la cittadina di Orsara di Puglia
in tutte le sue sfaccettature (geografiche, sociali, culturali ecc ed i suoi eventi),
con particolare attenzione all’evento del «fuca coste e cocce priatorjie». La stessa
analisi verrà poi fatta per il centro di Melpignano, in relazione al «festival della
taranta».
In questo modo sarà possibile valutare la capacità di carico di queste
realtà, ossia la possibilità delle stesse di sopportare l’afflusso turistico sul proprio
territorio grazie alle attività ricettive e ristorative; l’analisi sarà rivolta in special