3
Premessa
Quando nel 1997 veniva pubblicato Harry Potter and the
Philosopher’s Stone, nessuno avrebbe potuto immaginare che
sarebbe diventato un caso editoriale. Nella letteratura per
ragazzi non è impresa facile raggiungere il traguardo del titolo
in classifica e solo Il Piccolo Principe si adornava di questo
vanto. Uscire dal ghetto di quella che è stata definita “la
grande esclusa” sembrava impresa impossibile, a meno di non
tradire la sua stessa natura e divenire così un prodotto
meticcio studiato a tavolino.
Partendo in sordina ma polverizzando le barriere, i
romanzi della Rowling, diventano inaspettatamente un
fenomeno di crossover. E per la prima volta si passa dalla sfera
dei ragazzi a quella degli adulti, sconvolgendo la tradizione,
che voleva il passaggio inverso.
Per la “children’s literature” si apre una nuova era: il
mercato fiorisce e nuovi e vecchi autori escono allo scoperto,
galvanizzati dal caso Rowling. La “grande esclusa” finisce
sotto i riflettori e tanta attenzione non può che portare
altrettante domande: quale è il vero fascino di Harry Potter?
Che caratteristiche ha il mondo letterario dove nasce e che lo
accoglie? E quale è la vera natura della letteratura per
l’infanzia?
4
Harry Potter
la fortuna
5
J. K. Rowling
tra biografia e mito
Occuparsi della vita e delle opere di Joanne Katheleen
Rowling
1
implica destreggiarsi fra la realtà e la leggenda che la
circonda. Il suo improvviso successo, la presa che i suoi
romanzi hanno avuto su ogni tipo di pubblico, la forma stessa
della sua opera e le notizie della sua vita privata
contribuiscono a renderla materiale perfetto per la creazione
di un personaggio. La storia della ragazza madre con problemi
economici che si trova da un giorno all’altro catapultata
nell’Olimpo è sempre materiale più che gustoso e un’ottima
base per alimentare l’immaginazione di un pubblico
1
J. K. ROWLING, Harry Potter and the Philosopher’s Stone, London, Bloomsbury 1997;
Harry Potter e la pietra filosofale, trad. it. a cura di M. Astrologo, Salani, Milano 1998
J, K, ROWLING, Harry Potter and the Chamber of Secrets, London, Bloomsbury 1998;
Harry Potter e la camera dei segreti, trad. it. a cura di M. Astrologo, Salani, Milano 1999.
J. K. ROWLING, Harry Potter and the Prisoner of Azkaban, London, Bloomsbury 1999;
Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, trad. it. a cura di B. Masini, Salani, Milano 2000.
J. K. ROWLING, Harry Potter and the Goblet of Fire, London, Bloomsbury 2000;
Harry Potter e il calice di fuoco, trad. it. a cura di B. Masini, Salani, Milano 2001.
J. K. ROWLING, Harry Potter and the Order of Phoenix, London, Bloomsbury 2003;
Harry Potter e l’Ordine della Fenice, trad. it. a cura di B. Masini, Salani, Milano 20003
J. K. ROWLING, Harry Potter and the Half-Blood Prince, London, Bloomsbury 2005;
Harry Potter e il Principe Mezzosangue, trad. it. a cura di B. Masini, Salani, Milano 2006.
6
desideroso di storie a lieto fine. Cosa tutto sommato naturale:
la vicenda ricorda troppo da vicino la sempreverde f iaba di
Cenerentola e non si può escludere che questo sia uno dei
motivi per cui il suo successo è passato da un caso letterario a
un vero e proprio interesse e partecipazione per la persona da
parte dei media, e di conseguenza del pubblico, che ricorda
più quello che si ha per una star del cinema che quello che
riguarda un romanziere.
Ma come scindere la realtà dalla leggenda? Le fonti che
si hanno a disposizione non si possono certo dire attendibili:
la vicenda della Rowling ha interessato un po’ tutti, dai critici
agli psicologi, passando attraverso biografi improvvisati. La
stessa scrittrice ha contribuito alla creazione del suo
personaggio con abilità e così si fa conoscere attraverso
interviste, chat e il suo sito ufficiale. Nonostante sia quindi
ingenuo fidarsi delle fonti che ci vengono messe a
disposizione, si è scelto qui di fare riferimento a quelle che,
sebbene presumibilmente manipolate, rimangono, con ogni
probabilità, le più dirette: le numerose interviste e le chat che
ormai quasi invadono la rete e che, per quanto soggette a loro
volta a interferenze anche da parte, forse, della stessa
Rowling, restano, a mio parere, più attendibili dei molteplici
libri che recentemente si occupano in modo più o meno serio
di questa storia. Nonostante questo, a volte, si sarà costretti a
basarci proprio su di essi anche per la ricostruzione di questa
vicenda, cercando di valutarne l’attendibilità e la pertinenza.
7
Si spera, in questo modo, di riuscire ad ottenere un quadro il
più dettagliato possibile della storia di J. K. Rowling.
Secondo la leggenda, Joanne Rowling
2
nasce il 31 luglio
1965 a Chipping Sodbury, vicino a Bristol
3
. L’autrice sostiene
nel libro-intervista di Lindsey Fraser , Conversazione con J. K.
Rowling, che forse proprio il fatto di essere nata in un luogo
dal nome tanto strano l’ha portata a coltivare la sua passione
per i nomi bizzarri
4
. Ma già questa apparentemente semplice
notizia va passata al vaglio dal momento che la stessa
informazione viene smentita da Sean Smith in J. K. Rowling. A
biography
5
, in cui l’autore sostiene che l’autrice non è affatto
nata nel luogo da lei citato più volte sia nel libro -intervista
della Fraser sia in numerose altre interviste e chat. Esibendo
nel suo testo una fotocopia dell’atto di nascita della Rowling,
Smith afferma che il vero luogo di nascita sia Yate:
a sprawling ‘new town’. These modern creations are traditionally
condemned as having no heart, no soul and no sense of community
[…]. Chipping Sodbury is Yate’s elegant neighbour, brimming
with antique shops and quaint hostelries
6
.
I suoi genitori, Pete Rowling e Anne Volant, si
incontrano su un treno in partenza da King’s Cross e diretto in
2
Il secondo nome, Katheleen, verrà poi aggiunto dalla stessa autrice in seguito al
consiglio dell’editore inglese di abbreviare il suo nome riducendolo, nelle copertine dei
libri, alle sole iniziali. Cfr. A. BLAKE, The Irresistible Rise of Harry Potter, Verso, London-
New York 2002.
3
L. FRASER, Conversazione con J. K. Rowling, trad. it. a cura di V. Daniele, Ponte alle
Grazie, Milano 2002, p. 8.
4
Ibidem, p. 8 – 9.
5
S. SMITH, J. K. Rowling. A biography, Michael O’Mara Book Limited, London 2001.
6
Ibidem, p. 17.
8
Scozia. La loro storia, pare, inizia quasi immediatamente,
sebbene anche sulla professione dei genitori ci sian o pareri
discordanti: secondo il testo di Marc Shapiro, J. K. Rowling. La
maga dietro Harry Potter,
7
il padre lavorava nell’industria
mentre la madre era un tecnico di laboratorio, mentre notizie
diverse ci arrivano da Sean Smith
8
, secondo il quale entrambi
lavoravano in una postazione navale. Fonte più attendibile è il
libro della Fraser in cui la stessa Rowling afferma che suo
padre era in marina e la madre un’ausiliaria
9
. Poco più tardi
nasce Joanne e, qualche anno dopo, la sorella Dianne. Joanne
Rowling passa la sua infanzia ad ascoltare le storie che i
genitori le leggono ad alta voce e a sei anni scrive quello che
ora l’autrice chiama ironicamente il suo ‘primo libro’: la storia
di un coniglio di nome Rabbitt. In casa Rowling i libri erano
diffusi e niente veniva censurato alle figlie: a otto anni Joanne
si appassiona ai romanzi di Louise May Alcott e intorno agli
undici scopre Orgoglio e pregiudizio mentre a quattordici una
zia le regala Hons and Rebels di Jessica Mitford, autrice che la
segna a fondo
10
.
Gli anni della scuola scorrono sereni, unica segnalazione
degna di nota è l’incontro con un’insegnante particolarmente
intransigente e spigolosa che la stessa Rowling cita come una
delle fonti che hanno poi contribuito alla creazione del
7
M. SHAPIRO, J. K. Rowling. La maga dietro Harry Potter, trad. it. a cura di P. Cartoceti,
Fanucci, Roma 2000, p. 33.
8
SMITH, J. K. Rowling. A biography, cit. p. 15.
9
FRASER, Conversazione con J. K. Rowling, cit. p. 9.
10
Ibidem, p. 15-17.
9
professor Snape
11
. Altra presenza importante risale alla scuola
superiore ed è quella della professoressa Shepherd,
l’insegnante di inglese, severa ma bravissima, la quale insiste
sulla sintassi e su una scrittura elegante e priva di sciatterie
12
.
Dopo le superiori si iscrive alla facoltà di Lingue
straniere dell’Università di Exeter e si laurea in “French and
Classics”. Durante i corsi passa un anno a Parigi a insegnare
inglese e appena laureata si sposta a Londra a seguire un corso
per segretaria bilingue trovando poi un posto di lavoro ad
Amnesty International come assistente ricercatrice sui diritti
umani dell’Africa francofona
13
.
E’ il 1990 quando il suo ragazzo di allora le chiede di
seguirla a Manchester: la donna accetta ed è proprio durante
un viaggio in treno da Londra a Manchester che l’idea di
Harry si fa strada. La versione ufficiale è quella secondo cui,
non avendo nemmeno una penna né un blocco su cui prendere
appunti, la scrittrice avrebbe creato trama e personaggi dei
sette libri affidandosi solo alla memoria, sperando che il
materiale sarebbe sopravvissuto solo se buono. Una volta a
casa fissa le idee su carta
14
. Poco dopo il trasferimento a
11
Ibidem, p. 11.
12
Ibidem, p. 12.
13
Ibidem, p. 22.
14
Più volte interrogata sul processo di creazione della saga, la Rowling non esita a
raccontare la stessa versione, facendo, però, chiarezza su ciò che è stato un’epifania e ciò
che ha richiesto anni di lavoro e progettazione. Solo a titolo di esempio ripropongo qui il
brano di un’intervista sulla rete:
“The legend is that [your first book] came to you all at once.
No, Harry came to me. Hogwarts came to me, not in its entirety but many of the
characters did come in a kind of--
Was it like an epiphany?
10
Manchester la madre, Anne Rowling, muore a causa di sclerosi
multipla e la scrittrice, per reagire, decide di partire p er il
Portogallo a insegnare inglese. A Oporto incontra un
giornalista, Jorge Arantes e dopo sei mesi si sposano. L’anno
dopo nasce Jessica, poco prima del ventottesimo compleanno
dell’autrice. All’epoca i primi tre capitoli di Harry Potter and
the Philosopher’s Stone sono conclusi e il resto del romanzo
abbozzato
15
.
Ben presto diventa chiaro che il matrimonio non
funziona e la Rowling sceglie di trasferirsi ad Edimburgo,
vicino alla sorella, e di ricominciare a insegnare. Aspettando
di prendere l’abilitazione decide di finire il romanzo, sapendo
che nel momento in cui fosse tornata a lavorare, e con una
bambina piccola, l’impresa sarebbe diventata impossibile. La
leggenda vuole che J. K. Rowling, con la figlia nel passeggino,
camminasse finché Jessica non si addormentava per poi
rifugiarsi in un caffè a scrivere. Quando il cognato apre un suo
locale, il Nicolson’s, la scrittrice ne diventa una cliente
abituale e proprio in quelle stanze, scrivendo rigorosamente a
Yes, it really was. I had this four-hour train journey. It shouldn't have been four hours,
but the train was delayed. And Harry was there [in my mind]. The inhabitants of the
castle were there. Harry's scar was there... It's a very strange thing, but I know I'm not
alone in this among writers. It was as though I was given a piece of information and I just
had to find out the rest of the information. It wasn't really as though I was inventing it. I
was working backwards and forwards to see what must have happened.
Almost pulling back the curtain to see what was--
But no, it didn't come to me all at once. They're fairly complex plots at times, and it took a
couple of years to work out the whole thing properly.
Some of the best parts are the ideas like Quidditch, which is a high-speed ballgame
played on broomsticks.” Cfr. www.mugglenet.com, MuggleNet | CBC/Newsworld
Interview, July 18, 2000, visitato in data 02 – 06 – 2005.
Le stessa storia è stata raccontata in un’intervista per il “Corriere della Sera” di martedì 6
febbraio 2001, p. 35.
15
FRASER, Conversazione con J. K. Rowling, cit. p. 26.
11
mano, finisce il romanzo
16
. Non potendo permettersi un
computer ribatte il manoscritto con una macchina per scrivere
e si mette alla ricerca di un agente ma il primo candidato a cui
viene spedito lo rifiuta: un libro per bambini dovrebbe avere
una lunghezza ottimale di quarantamila parole, il suo ne ha
novantamila. Lo stesso succede col primo editore. Ma il
secondo agente, Christofer Little, finalmente lo accetta anche
se ci vorrà un anno per trovare un editore. Alla fine, la casa
editrice Bloomsbury ne compra i diritti e il romanzo può
uscire in libreria. E’ il 1997.
Da quel viaggio in treno sono passati sette anni, cinque
dei quali, stando a quello che dice la scrittrice, sono stati
dedicati alla compilazione minuziosa di trame, intrecci e
personaggi.
Il libro vende bene ma non trionfa, ottiene qua lche buona
recensione ma quello che conta veramente è il passaparola fra i
lettori. Poi la casa editrice americana Scholastic, durante la
Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna, ne compra i diritti per
una cifra enorme e se ne comincia a parlare. In quel p eriodo la
Rowling ha ripreso a insegnare part -time e sta scrivendo Harry
16
In una chat riportata sul sito Mugglenet un ammiratore ha chiesto all’autrice se
conservasse ancora i tovagliolini dove aveva scritto il primo romanzo. J. K. Rowling
risponde divertita di avere scritto in blocchi per appunti, non in tovaglioli di carta e
suggerisce di sfatare questo tipo di storie prima che a qualcuno venga l’idea di
domandarle delle bustine di tè su cui ha fatto la prima stesura. Cfr. www.mugglenet.com,
MuggleNet | Scholastic Online Chat Transcript, October 6, 2000, visitato in data 02 – 06 –
2005.
Sempre in un’intervista su Internet la Rowling scherza sullo stesso argomento: “On
napkins allegedly. I had an American journalist say to me, "Is it true you wrote the whole
of the first novel on napkins?" I was tempted to say, "On teabags, I used to save them."
Cfr. www.mugglenet.com, MuggleNet | CBC/Newsworld Interview, July 18, 2000,
visitato in data 02 – 06 – 2005.
12
Potter and the Chamber of Secrets. Il secondo romanzo le dà dei
problemi: l’attenzione dei media sembra paralizzarla e la
scrittura subisce un blocco. Con la vincita dello Smarties Book
Prize le vendite del primo volume si impennano e la scrittrice
prende la decisione di lasciare l’insegnamento e di dedicarsi
alla scrittura a tempo pieno. La situazione si sblocca e il
romanzo viene consegnato all’editore ma poi richiesto indietro
e trattenuto per altri sei settimane finché l’autrice non ne è del
tutto soddisfatta. Harry Potter and the Chamber of Secrets balza
subito in testa alle classifiche e il terzo volume, Harry Potter
and the Prisoner of Azkaban condivide la stessa sorte. Diventa
un caso: nel 2000 i telegiornali italiani mostrano file di
ragazzini che aspettano di fronte alle librerie in attesa del
quarto capitolo della saga, Harry Potter and the Goblet of Fire.
L’anno prima J. K. Rowling aveva firmato un contratto con cui
vendeva i diritti di Harry Potter and the Philosopher’s Stone alla
casa cinematografica Warner Bros. Il successo è totale.
J. K. Rowling è ormai un personaggio pubblico: la
consacrazione - se così si può dire - come facente parte
dell’immaginario collettivo e come personaggio
immediatamente riconoscibile avviene quando entra in un
episodio dei Simpson intitolato “Regina Monologues”. E’ il
2003 ma già nel 2000 Matt Groening - il creatore dei Simpson -
aveva ideato un episodio speciale in cui Bart e Lisa Simpson
frequentano una scuola di magia
17
.
17
Cfr. www.quick-quotes-quill.com, Quick Quotes Quill: Interviews with J.K.Rowling,
2003 "JK on Simpsons, show to air at end of year." BBC Newsround, visitato in data 02 –
06 – 2005.
13
Nel marzo del 2000 la Comic Relief, un’organizzazione
che si propone di aiutare i bambini delle popolazioni povere
del mondo, contatta la Rowling e la scrittrice accetta di
scrivere due libriccini il cui profitto andrà intera mente in
beneficenza. I due libri sono degli spinoff dai romanzi di
Harry: due libri di testo degli allievi di Hogwarts. Il primo si
intitola Fantastic Beasts and Where to Find Them
18
e risulta
scritto da Newt Scamander, l’altro è un testo appartenente alla
biblioteca di Hogwarts: Quidditch Through the Ages
19
, il cui
autore appare in copertina col nome di Kennilworthy Whisp.
Entrambi gli autori fittizi sono gli stessi che appaiono nei
romanzi della Rowling associati agli stessi libri. Lo statuto di
realtà ne esce rinforzato e il gioco è intrigante. I bambini si
divertono a leggere quello che Harry e i suoi amici devono
studiare e a curiosare fra gli appunti ai margini delle pagine
che, intelligentemente, la Rowling ha sistemato come se
veramente Harry, Ron e Hermione avessero studiato sui quei
libri. Frasi mezze cancellate scritte a mano, scherzi e giochi
fatti in classe di nascosto. L’illusione è completa e strizza
l’occhio al lettore. La differenza fra i romanzi veri e propri e
questi due piccoli spinoff è anche questa: mentre nei romanzi la
Rowling mai si concede un momento di autocompiacimento e
scompare completamente per lasciare il posto ai personaggi
non facendo mai sentire la sua presenza come autrice, tanto
meno ammiccando al lettore, in questi due volu metti si
18
ROWLING, Newt Scamander. Fantastic Beasts &Where to Find Them, Bloomsbury, London
2001.
19
ROWLING, Kennilworthy Whisp. Quidditch Through the Ages, Bloomsbury, London 2001.
14
concede gesti di complicità. Il lettore concreto ne è deliziato:
l’autrice gioca con lui e quindi è consapevole della sua
presenza. I due piccolissimi volumi vendono decisamente bene
e i lettori hanno qualcosa con cui ingannare l’attesa del quinto
capitolo della saga.
E’ il 2001 quando la scrittrice si sposa in seconde nozze
con il medico anestesista Neil Murray da cui ha poi avuto un
bimbo, David, e, recentissimamente, un’altra bambina,
McKenzie.
Nel 2003 esce Harry Potter and the Order of Phoenix, non
prima che sui giornali e sulla rete si siano diffuse le notizie
più incredibili: qualcuno sostiene di aver trovato, prima della
diffusione in libreria, il volume nel retro di una tipografia e
minaccia di venderlo ai giornali ma la faccenda si smon ta e
non se ne sente più parlare. I siti si riempiono di congetture
sulla trama e su chi può essere il personaggio che la Rowling
sostiene di aver dovuto ‘uccidere’. Il giorno stesso in cui il
libro esce, il nome si diffonde: si tratta di Sirius Black.
Nel frattempo, quasi come prezzo per tanto successo, in
America gruppi di cattolici protestano contro il libro
sostenendo che avvierebbe i bambini alla magia nera e in
alcune scuole viene bandito dalle biblioteche
20
. Inoltre una
scrittrice americana, Nancy Stouffer, cita la Rowling per
plagio: secondo la Stouffer la scrittrice scozzese avrebbe
‘rubato’ personaggi, nomi e idee da un suo precedente
20
Venerdì di “Repubblica”, 9 febbraio 2001, p. 22.