1. INTRODUZIONE:
Il mondo dell'assistenza residenziale per anziani, delle ex case di riposo ed ora
R.s.a. (residenze assistenziali assistite), ha da sempre avuto la necessità di trovare
il migliore equilibrio possibile tra tensioni diverse che spesso rispondono ad
esigenze non sempre facilmente conciliabili; possiamo sintetizzare che a
scontrarsi o ad incontrarsi sono i mondi amministrativo, sanitario e sociale.
Ognuno di essi costruisce dinamiche per dare la migliore risposta possibile ad
item di pertinenza che sono di natura economica e gestionale per il mondo
amministrativo, di conservazione e miglioramento della salute e dell'assistenza
fisica per il mondo sanitario, di promozione sociale e di attenzione agli aspetti
psicologici per il mondo sociale.
Esistono modi diversi di affrontare il conflitto che ne deriva e fanno riferimento a
due filosofie diverse. La prima, che definisce con chiarezza ruoli, tempi e spazi di
pertinenza specifica, possiamo definirla ORGANIZZAZIONE PER SERVIZI e
centra il proprio focus di attenzione sull'organizzazione stessa, sulle performance
quantitative e su un concetto di qualità legato alla prestazione di ogni singolo
servizio. La seconda, che invece possiamo definire ORGANIZZAZIONE
CENTRATA SULLA PERSONA, ha una definizione più dinamica dei ruoli e
imposta il proprio modello gestionale sulla consapevolezza della necessità di
trovare il massimo del livello possibile di sinergie operative tra i mondi
amministrativo, sanitario e sociale; il suo modello di qualità è quello che fa
riferimento alla qualità percepita e alla soddisfazione del cliente: l'obiettivo è
quello della performance complessiva più che di ogni singolo servizio.
L' organizzazione per servizi è per lo più verticistica, con mansioni e livelli di
responsabilità definite, con spazi e tempi di lavoro codificati da regole di
riferimento chiare e tese a ridurre il più possibile il margine di discrezionalità
nell'erogazione del servizio. Quella centrata sulla persona ha invece un
approccio al servizio che fa riferimento ad una cultura organizzativa condivisa da
tutti i livelli e da tutti gli attori in causa e opera attraverso la condivisione in una
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logica di staff dove le dinamiche organizzative e di gestione vengono affrontate
sintetizzando gli apporti che ogni professionalità offre attraverso la propria
competenza.
La maggior parte delle R.s.a. sia sul territorio nazionale che in particolare nella
Provincia di Trento, hanno maturato o stanno maturando la consapevolezza che
un'organizzazione rigidamente centrata sull'erogazione di servizi è un modello di
programmazione aziendale ormai obsoleto rispetto alle sfide cui il complesso
panorama del welfare chiama; per questo si assiste allo sforzo di pensare,
progettare, sperimentare nuove soluzioni che abbraccino la filosofia
dell'organizzazione centrata alla persona all'interno di un'architettura complessiva
compatibile con le esigenze di una gestione amministrativa che va cambiando
nella direzione dell'ottica aziendale.
In questo panorama la figura dell'Educatore Professionale Sanitario senza dubbio
ha conoscenze e competenze che possono essere messe a disposizione all'interno
delle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona per concretizzare progetti e
visioni.
1.1 INTERVISTE Per analizzare lo “stato dell'arte” dell'animazione e del suo ruolo all'interno delle
Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona sia della Provincia di Trento che a
livello nazionale ho chiesto la disponibilità ad essere intervistati al dott. Massimo
Giordani, direttore di Upipa e al dott. Daniele Raspini, vice presidente di
Ansdipp e direttore dell'Asp Martelli di Figline Valdarno in provincia di Firenze.
L'U.P.I.P.A. (Unione Provinciale Istituzioni Per l'Assistenza ) con sede in Trento,
Via Sighele n. 7 rappresenta il luogo d'incontro delle I.P.A.B. della provincia di
Trento e delle altre istituzioni (pubbliche e private) non aventi scopo di lucro che
operano prevalentemente nel settore socio-assistenziale e sanitario.
Costituita nel 1970 e trasformatasi nel 1999 in Società cooperativa , si propone di
coordinare l'attività dei soci e proporre idonee soluzioni ai problemi emergenti, di
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attuare forme di collegamento e di solidarietà tra gli associati, di rappresentare e
tutelare gli interessi di questi ultimi nella contrattazione sindacale.
L'Unione coopera inoltre ad ogni iniziativa sociale nel settore dell'assistenza e si
cura di predisporre programmi per la ricerca, la formazione e l'aggiornamento del
personale degli enti associati. Per tutti questi motivi è un luogo ideale d'incontro:
qui interessi, bisogni, desideri degli enti associati trovano spazio d'espressione e
possibilità di sviluppo nell'ottica di coordinare ed accelerare i processi di
miglioramento dei servizi offerti e dei modelli di gestione. Gli enti associati sono
principalmente I.P.A.B. ovvero Istituzioni Pubbliche di Assistenza e
Beneficenza: tali realtà rappresentano un segno della cultura della assistenza e
della solidarietà che ha permeato per secoli le comunità trentine. Da qualche
anno fanno parte della società anche istituzioni private che operano nel settore
socio-assistenziale Questi Enti oggi partecipano da protagonisti all'evoluzione
delle politiche sociali grazie al loro radicamento territoriale, allo scambio
continuo con altre istituzioni pubbliche e private, alla trasparenza della loro
gestione, al patrimonio di competenze e di capacità organizzative di cui
dispongono. Si misurano con la sfida di offrire, soprattutto alle persone anziane
non autosufficienti, servizi socio-sanitari di buona qualità, in grado di tutelarne la
salute, la qualità di vita, i diritti umani, in una prospettiva di integrazione con le
comunità locali.” (dal sito www.upipa.tn.it ).
Secondo Massimo Giordani ad oggi esistono nel panorama della Provincia di
Trento due metodologie di approccio all'animazione: quella classica, finalizzata
all'occupare il tempo libero delle persone e quella di stampo più educativo, che
ha lo scopo di concorrere al raggiungimento della qualità della vita per i residenti
in modo più olistico.
Verso questa seconda filosofia sono orientati in modo particolare quei servizi
animazione delle strutture in cui operano gli educatori professionali, figura
questa presente ancora in maniera minoritaria rispetto agli animatori o operatori
di animazione.
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Gli educatori professionali nelle Aziende Pubbliche di Servizi alla Persona hanno
compiti e mansioni non sempre omogenee: si va dalla semplice responsabilità del
servizio di animazione alla cura dei piani di assistenza individuali (p.a.i.) a
impieghi più di tipo gestionale, come la responsabilità di aree e di ambiti come la
qualità e la formazione aziendale. Secondo il dott. Giordani è abbastanza
evidente che, laddove è l'educatore professionale ad occuparsi dei piani di
assistenza o dei progetti individuali sulle persone, questi possono acquisire un
taglio diverso da quello solo assistenziale e sanitario ed assumere una valenza di
approccio multidimensionale alla persona; in questo senso l'apporto dell'
educatore professionale con le sue competenze può essere prezioso. Questa
dinamica assume particolare interesse in questo periodo storico in cui U.p.i.p.a.
sta promuovendo con successo un sistema di valutazione della qualità nelle
strutture residenziali per anziani denominato Marchio Qualità e Benessere.
Il Marchio si compone di dodici fattori di valutazione:
1. Rispetto
2. Autorealizzazione 3. Operosità 4. Affettività 5. Interiorità 6. Comfort
7. Umanizzazione 8. Socialità 9. Salute 10.Libertà
11. Gusto 12.Vivibilità 6
Ogni azienda che aderisce al marchio ogni anno procede ad un'autovalutazione
interna su tutti i fattori, che a loro volta sono suddivisi in determinanti e
indicatori. Tale autovalutazione viene poi confrontata con la valutazione a
campione prodotta da un team di audit esterno e nel caso sussistano le condizioni
essa viene validata e l'ente acquisisce il titolo di “benchmarker” ; in caso
contrario l'azienda rimane “partner” ma i dati di autovalutazione non sono
validati.
Laddove un'azienda risulti raggiungere l'eccellenza in uno dei fattori acquisisce il
ruolo di “best performer” relativo al fattore in questione.
I vari indicatori sono valutati attraverso diverse tipologie di analisi,
dall'osservazione dell'ambiente, attraverso la valutazione documentale fino
all'ascolto dei diretti interessati (residenti e operatori) nei focus groups.
Al Marchio Qualità e Benessere hanno aderito la maggioranza delle Aziende
Pubbliche di Servizi alla Persona della Provincia di Trento ed altre fuori
provincia ( Toscana, Veneto, Lombardia, Friuli Venezia Giulia). Recentemente
hanno mostrato interesse anche aziende della Sardegna e dell'arco alpino tirolese.
A Daniele Raspini abbiamo chiesto in prima battuta, essendone lui vicepresidente
cosa sia l’A.n.s.d.i.p.p. stessa.
Lui ci ha risposto con una nota del Presidente Nazionale Damiano Mantovani che
ha partecipato fino dagli inizi alla nascita, crescita e sviluppo di questa
Associazione: A.n.s.d.i.p.p. è l’Associazione Nazionale dei Manager del Sociale,
è una associazione, senza scopo di lucro, che rientra nella fattispecie di cui agli
art. 36 e seguenti del Codice Civile.
Le finalità dell'Associazione (art. 4 dello statuto) sono, a livello regionale,
nazionale ed internazionale:
studiare i problemi generali degli associati, coordinando e promuovendo
soluzioni comuni, anche attraverso l'informazione, congressi, convegni, e
seminari di studio;
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realizzare un progetto di formazione per i Segretari e gli altri Dirigenti e
responsabili finalizzato al superamento della cultura burocratica e all'affer -
mazione di una nuova impostazione gestionale;
rappresentare gli interessi degli associati presso le autorità;
promuovere discussioni ed iniziative legate ai problemi di categoria, anche
attivando la costituzione di lavori di gruppo;
fornire consulenze agli associati;
intrattenere rapporti di collaborazione, studio, ricerca, scambio di dati e
esperienze con enti, associazioni, organizzazioni operanti nel campo so -
cio-assistenziale;
promuovere iniziative atte ad adeguare la realtà giuridica alle mutate esi -
genze delle nostre realtà.
L'Associazione riconosce l'attività di formazione come elemento di primaria
importanza per la crescita delle figure apicali operanti all'interno delle strutture
socio - assistenziali.
Nel corso del 1996 l'A.n.s.d.i.p.p. è stata accreditata presso il Ministero
dell'Interno ed è entrata a far parte dell’Associazione Europea dei Direttori delle
Case di Riposo (E.D.E.) che conta attualmente oltre venti Paesi rappresentati.
L’Associazione ha sin qui realizzato diversi seminari e convegni; ha prodotto
pubblicazioni su scala nazionale; ha inviato ed invia, quale canale comunicativo e
di informazione, newsletter ai soci; ha avuto modo di interloquire, in più
occasioni, con Ministeri e Regioni; ha avuto l’opportunità di esprimere pareri,
rispondendo altresì a non pochi quesiti; ha poi concorso alla realizzazione della
banca dati per il sociale.
Il suo apporto si è particolarmente fatto apprezzare attraverso la partecipazione
diretta, o di alcuni suoi associati quali docenti o formatori, ad iniziative in ATS,
come per il POR Sardegna (evento 2004), o la puntuale e periodica
organizzazione, dalla stessa messa in atto, di momenti formativi come il Tour
tematico che, annualmente, mediante una ventina di eventi convegnistici, va a
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toccare le diverse realtà delle Regioni italiane su importanti aspetti che attengono
al settore dei servizi alla persona (dal sistema qualità all’integrazione dei servizi
socio-sanitari; dall’ outsourcing ed esternalizzazione dei servizi alla questione del
core business ; dalla responsabilità gestionale al ruolo delle varie figure
professionali impegnate nei servizi; dalle questioni di carattere cognitivo-mentale
che vanno a riguardare le persone assistite alla organizzazione dei servizi; dal
lavoro in equipe a livello multiprofessionale alla valutazione multidimensionale
etc.).
L’impegno di A.n.s.d.i.p.p. proprio perché l’Associazione si è da subito sentita
fortemente motivata ed orientata in tale direzione, è stato particolarmente rivolto
a creare le condizioni affinché chi opera nei servizi alla persona, manager e chi
ha compiti di responsabilità anzitutto, sia diretto, pure attraverso una costante e
permanente formazione, a rispondere pienamente alle esigenze dei destinatari dei
servizi, sapendo ben coinvolgere il capitale umano affidato, prestando ogni più
dedicata attenzione al corretto utilizzo delle risorse della comunità, e, non da
ultimo, sapendo in tal modo esprimere competenze, adeguata preparazione,
capacità di analisi-sintesi e soluzione dei problemi, visione del futuro, intuizione
di quello che viene “dopo domani”. Il tutto ben sorretto, rispetto alle innovazioni
da introdurre nella gestione dei servizi, da un orizzonte etico (l’Associazione ha
fra l’altro sottoscritto il Codice di Etica Professionale come sottoposto da EDE,
l’Associazione Europea cui aderisce).
L’Associazione ha sin qui registrato, per la buona parte degli aderenti, la
presenza di direttori e/o dirigenti provenienti dalle II.PP.A.B.. Le Istituzioni
Pubbliche di Assistenza e Beneficenza (II.PP.A.B), enti pubblici senza fini di
lucro, come oramai ben conosciuto e consolidato, erogano od hanno erogato
(dipende chiaramente dalla intervenuta riforma o meno a livello di ogni singola
Regione e che può averle trasformate in ASP, Aziende Pubbliche di Servizi alla
Persona od in Fondazioni e/o Associazioni di diritto privato), nella maggior parte
prestazioni di assistenza residenziale a ciclo continuativo e/o diurno, comprese
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prestazioni di assistenza residenziale extraospedaliera ad anziani, la maggior
parte dei quali non autosufficienti, ed altri utenti (vds. minori e disabili).
I servizi assistenziali possono inoltre, in particolare per le persone non
autosufficienti, essere erogati con rapporti convenzionali con le Aziende ULSS o
le Regioni di riferimento (anche qui stanno intervenendo, a livello regionale,
importanti innovazioni per quanto attiene all’aspetto dell’accreditamento
istituzionale e/o di eccellenza).
Il secondo quesito posto a Raspini è quello relativo al Marchio Qualità e
Benessere (Q&B) di cui la struttura di Figline Valdarno che lui dirige ha
intrapreso il percorso; in particolare abbiamo cercato di sondare le motivazioni
che l’hanno spinto a lanciarsi in questa iniziativa.
Nel ringraziarci per la domanda Daniele Raspini ci ha raccontato che galeotto è
stato il Convegno A.n.s.d.i.p.p. di Bolzano del 19 Marzo 2009 sul tema "Il
marchio qualità UPIPA ovvero la centralità della persona nelle strutture
residenziali per anziani" devo dire che in precedenza avevo sentito parlare del
marchio da alcuni colleghi, ma non avevo avuto modo di approfondire
l’argomento. A Bolzano è stato amore a prima vista. Lì ho capito che c’era la
possibilità di focalizzare alcuni fattori della qualità, analizzarli, confrontarsi e
migliorarsi.
Noi non avevamo e non abbiamo nessuna certificazione di qualità, quindi approc -
ciarsi a questa materia non è stato facile, anche se devo dire che, come si può no -
tare venendo a Figline Valdarno, vi è dentro ognuno di noi tanta buona volontà e
tanta voglia di mettersi in gioco.
E’ stato un cammino articolato e complesso ma pieno di soddisfazioni. In primo
luogo era necessario far capire ai nostri politici che questo era un percorso impor -
tante per la nostra struttura in quanto mai prima di allora qualcuno ci aveva valu -
tato. Devo dire che il nostro Presidente ne è stato subito entusiasta, questo potete
capire fa la differenza. Superato lo scoglio politico, c’era da sensibilizzare il per -
sonale che è in prima persona coinvolto nel processo di qualità nelle nostre strut -
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