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INTRODUZIONE
Il presente lavoro si propone di analizzare una particolare tipologia testuale
appartenente al dominio giuridico, il contratto di prestito delle opere d’arte, utilizzato
in occasione della mobilitazione di beni culturali. La scelta è ricaduta, dapprima, sul
contratto come tipo di testo in generale, in virtù delle sue caratteristiche poco
dibattute e della curiosità che esso suscita in qualità di testo ibrido sul piano della sua
classificazione testuale. Dopo aver identificato il contratto come oggetto su cui
operare un’analisi linguistica, si è passati alla valutazione di una disciplina in
particolare da approfondire che fosse regolata da una forma contrattuale. Pertanto, si
è giunti alla disciplina dei beni e delle attività culturali ossia, nello specifico, al
prestito di opere tra istituzioni e/o tra privati. L’interesse suscitato da questo ambito
specialistico nasce anzitutto da un esame mutuato dalla Facoltà di Economia della
LUSPIO, “Economia dei Beni e delle Attività Culturali”, sostenuto con il prof.
Belvisi. Tale percorso, seppur breve, è stato illuminante e quanto appreso in quella
sede si è confermato costruttivo in dirittura di arrivo. Il prof. Belvisi si è mostrato
persino nella fase di ricerca del presente lavoro molto disponibile fungendo da ponte
di collegamento tra la sottoscritta e il team di restauratori a cui si deve gran parte
delle informazioni reperite sul campo.
L’oggetto di studio è rappresentato da due corpora di testi, un corpus italiano
e uno tedesco, talvolta nella loro mera veste di modello standard da compilare,
adattare oppure modificare all’occorrenza, talvolta come contratto adottato nella
pratica reale. I testi sono stati raccolti, in un primo momento, interrogando siti web
specializzati e in seconda fase, si è pensato di studiare i vari profili museali con
l’obiettivo di inoltrare richieste di contratti a personale debitamente preposto. Tale
approccio è stato decisivo per l’approfondimento di una disciplina, composta a sua
volta da vari sotto-ambiti, come la movimentazione dei beni culturali; infatti essa
risulta, senza dubbio, nota a molti come il prodotto organizzativo di un gruppo di
lavoro, fruibile ad una comunità disparata di visitatori che intendono godersi
un’esposizione artistica, ignari delle più approfondite dinamiche organizzative
interne come gli ambiti specialistici ben noti invece agli addetti ai lavori. A beneficio
della riuscita del presente lavoro, si è presentata inoltre l’occasione di stabilire un
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contatto con l’ufficio prestiti di alcuni musei e siti culturali presenti sul territorio
italiano e tedesco e con la figura del registrar che si interfaccia quotidianamente con
l’equipe incaricata alla conservazione, all’imballaggio, al trasporto, alle polizze
assicurative e alla tutela delle opere d’arte in movimento.
Si è proceduto con lo studio della disciplina in tutte le sue parti prendendo in
esame l’iter procedurale di importazione e esportazione adottato in Italia e in
Germania e gettando contemporaneamente uno sguardo d’insieme al quadro
normativo europeo, in particolare, alla Direttiva CEE n. 3911/92 del 9/12/1992
disponibile anche in lingua tedesca e a vari siti web specializzati, tra cui il sito
“lending-for-europe.eu”
1
, interamente dedicato ai lavori di cooperazione e di
promozione degli scambi culturali aventi come oggetto la movimentazione delle
opere d’arte su tutto il territorio europeo.
Direttamente sul campo, ci si è avvalsi, con risultati positivi, della piena
disponibilità di esperti restauratori della Galleria d’Arte Antica in Palazzo Barberini
a Roma che, in via diretta e indiretta, curano la parte pratica della movimentazione; e
della professionalità del registrar, figura cardine nella gestione dell’iter burocratico
collegato a tale ambito. Nel corso del presente lavoro si è avuto modo di toccare con
mano sia gli aspetti culturali della movimentazione di opere d’arte, sia gli aspetti
redazionali, morfosintattici e stilistici racchiusi in una tipologia testuale dal profilo
peculiare che allude, sovente, ad un linguaggio impreciso ma ricco di fraseologia
tipica del linguaggio giuridico.
In aggiunta ai motivi ispiratori alla base del presente lavoro si rende nota,
altresì, la metodologia adottata durante la fase di analisi. Accanto alla raccolta testi si
è proceduto con il metodo di analisi macro e microlinguistica, attraverso l’ausilio
informatico del software MiniConcordancer v. 07, strumento valido soprattutto per
l’analisi microlinguistica sviluppata nel terzo capitolo.
La struttura della tesi è stata organizzata secondo un metodo di ripartizione in
quattro capitoli.
Il primo tratta la movimentazione delle opere d’arte come attività complessa
da un punto di vista legislativo e organizzativo. Si evidenziano gli aspetti di tutela e
di conservazione del bene come punti di maggior interesse sul restante iter
1
http://www.lending-for-europe.eu/index.php?id=167 28/2/2012
8
procedurale. Inoltre, si pone in risalto l’importanza del lavoro in team e di una
considerevole precisione metodologica necessaria alla riuscita della movimentazione
delle opere d’arte (e dunque al loro prestito), nel rispetto del bene quale patrimonio
culturale per l’umanità.
Il secondo capitolo si apre con alcuni cenni alla linguistica dei corpora,
soprattutto in chiave contrastiva alla linguistica tradizionale. Se ne evidenziano i
tratti caratteristici nonché le fondamenta teoriche e pratiche che la rendono una
disciplina relativamente giovane talvolta ancora molto dibattuta. Si passa a definire
brevemente il concetto di corpus e quali siano le sue finalità nell’ambito della
didattica, della traduzione, della lessicografia e così via. Si espongono brevemente
alcuni casi pratici di applicazione e di ricerca nell’ambito della linguistica dei
corpora condotti dal prof. Claudio Fantinuoli presso la Facoltà FTSK (Fachbereich
Translations-, Sprach- und Kulturwissenschaft) della Johannes Gutenberg
Universität, Magonza, con sede a Germersheim; e delle caratteristiche e funzionalità
del software MiniConcordancer v. 07 utilizzato in questa sede a scopi analitici.
Seguita il terzo capitolo, in cui si procede con una selezione di vari fenomeni
linguistici selezionati dal punto di vista della linguistica generale che vanno a
comporre la macro e la microstruttura del testo in questione. Si affrontano aspetti
macrotestuali (evidenziando gli elementi costitutivi del contratto in oggetto),
morfosintattici, semantici e grammaticali, nell’intento di fornire al lettore un ampio
spettro di interesse nell’ambito della linguistica testuale e pragmatica.
Infine si giunge al quarto capitolo, incentrato su alcune riflessioni conclusive
derivanti dall’analisi in sé e dalle teorie traduttive più vicine alla figura del traduttore
di contratti. Si avanzano alcune strategie traduttive basate su modelli teorici affermati
nel tentativo di definire il concetto di competenza traduttiva applicato alla traduzione
dei contratti di prestito delle opere d’arte, capitale per far fronte a problematiche
presenti in un testo avente effetti giuridici sulle parti contraenti; fino a giungere al
concetto di professionalità che tocca in egual misura sia gli estensori di contratti sia i
traduttori.
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1. MOBILITÀ DELLE OPERE D’ARTE
Lo spostamento e la movimentazione delle opere d’arte saranno oggetto del
presente capitolo, in ogni suo aspetto, organizzativo e normativo. Queste due attività
sono momenti importanti che caratterizzano la riuscita del lavoro e determinano la
professionalità di operatori all’interno di un museo. Infatti, come afferma Maria
Fratelli
2
(2009:7)
“(…) che si tratti di riallestire il percorso espositivo, di
riordinare i depositi, di accordare prestiti nazionali e
internazionali, di organizzare una mostra con opere proprie o
provenienti da altri musei, di compiere operazioni di
manutenzione della collezione, di restaurare. Tutto comporta
una movimentazione delle opere d’arte”.
Il volume, scritto appunto dallo storico sopracitato, ha apportato un grande contributo
alla disciplina della movimentazione e del prestito delle opere d’arte. Esso ha fornito
una panoramica utile a comprendere il risultato di esperienze pragmatiche, di vita
reale dando voce ai bisogni quotidiani di chi lavora all’interno e all’esterno di un
museo. Finora tale ambito restava un campo inesplorato, agli occhi di una laureanda
che si affaccia al mondo professionale, un mondo vastissimo che coinvolge le figure
specializzate più disparate.
Come si evince dagli Standard di Funzionamento e Sviluppo dei Musei, in
seguito “SFSM”
3
(documento di grande validità per il corretto funzionamento dei
musei), gestire al meglio le collezioni museali vuol dire tradurre in realtà le politiche
concepite per prevenire rischi di degrado per le collezioni stesse, affinché esse
vengano lasciate, come patrimonio culturale, alle future generazioni. “Il museo deve
2
Storico d’arte, specializzato in Archeologia e Storia dell’Arte all’Università degli Studi di Siena;
conservatore dal 2002 della Galleria d’Arte Moderna di Milano
3
Ministero per i Beni e le Attività Culturali - Atto di indirizzo sui criteri tecnico-scientifici e sugli
standard di funzionamento e sviluppo dei musei (D. Lgs. n.112/98 art. 150 comma 6). Ambito VI –
Sottoambito I. Norme per la conservazione e il restauro comprendenti l’esposizione e la
movimentazione, p. 38
10
essere dotato di un idoneo piano di prevenzione nei confronti dei fattori umani,
ambientali e strutturali che possono generare rischi per la conservazione dei
manufatti”. (SFSM:38). Non si può tralasciare nulla, ogni tipo di condizione che
prevede uno spostamento di opere d’arte deve essere attentamente valutato.
Anche in tema di organizzazione degli interventi di restauro, di
un’esposizione, di immagazzinamento e movimentazione delle opere, il presente atto
di riferimento offre delle linee guida molto utili e raccomanda ai musei di dotarsi di
una scheda conservativa “(…) contenente informazioni specifiche su materiali
costitutivi, procedimenti esecutivi e stato di conservazione dei manufatti,
periodicamente aggiornata e compilata da restauratori professionisti, specializzati per
classi di manufatti (…)” (SFSM:38); e di una scheda tecnica ambientale “(…)
compilata da esperti scientifici, contenente informazioni sulle condizioni ambientali
rilevate e sulle misure da adottare per il raggiungimento delle condizioni ottimali per
la conservazione” (SFSM:38).
I fattori ambientali diventano cruciali per la conservazione dei manufatti
infatti, “(…) il museo deve procedere al periodico rilevamento delle condizioni
termoigrometriche
4
, luminose e di qualità dell’aria degli ambienti in cui si trovano i
manufatti stessi, dotandosi di strumentazioni di misura fisse o mobili oppure
affidando il servizio a terzi responsabili” (SFSM:38). Il museo si occuperà, in quanto
specializzatosi grazie alla competenza dei suoi addetti, della scelta degli imballaggi
che dovranno corrispondere a standard specifici come: “(…) stabilità dimensionale e
resistenza meccanica, impermeabilità all’acqua, al vapore acqueo e agli inquinanti
gassosi, di protezione dalla polvere e di inerzia e coibenza termica” (SFSM:38).
Proprio in tema di imballaggi, di cruciale importanza sono i capitolati tecnici
a cui si è giunti grazie all’aiuto dello staff di restauratori presso la Galleria d’Arte
Antica, Palazzo Barberini, Roma. Si evince che gli imballaggi devono essere dotati
di:
“(…) sonde per il monitoraggio delle condizioni di trasporto
e su di essi devono essere riportate indicazioni e avvertenze
chiare circa le modalità di trasporto e di assemblaggio e
smantellamento. Infine, il museo deve assicurarsi che il
4
In riferimento alle condizioni di temperatura e di umidità dell’aria.
11
trasporto avvenga su mezzi idonei, con ancoraggi stabiliti ed
in assenza di significative variazioni del microclima dei
manufatti”.
(SFSM:38)
Vi sono alcuni aspetti giuridici riguardanti la movimentazione dei beni
culturali che non vanno assolutamente tralasciati. L’avv. Matteo Barra
5
si è
preoccupato di porre in evidenza la gestione dei rischi legati a questa attività:
“La disciplina della movimentazione dei beni culturali è
strettamente legata da un lato alla protezione dell’aspetto
culturale di determinati beni attraverso divieti e limiti alle
condizioni d’uso e dall’altro alla gestione del rischio in caso
di perdita del valore culturale causato dalle operazioni e delle
condizioni di spostamento dei beni culturali [o da incuria
umana]”.
(Barra, 2009:27)
Barra, dunque, definisce anche i soggetti che in quest’attività sono i diretti interessati
e che oltre ad agire in quanto tali, devono assumersi anche delle responsabilità. Essi
sono l’amministrazione pubblica competente per la protezione di beni culturali la
quale si occuperà di definire il vero valore culturale e di evidenziare i veri elementi
di rischio attraverso divieti, obblighi e autorizzazioni. I proprietari, i rispettivi
possessori o detentori, dovranno essere in grado di adottare le giuste misure
precauzionali contro i rischi di perdita del patrimonio culturale. Gli operatori
variamente interessati alla circolazione come ad esempio le imprese di assicurazione
che si assumeranno i rischi che non possono essere attribuiti né al Ministero né al
detentore dell’opera; e infine le figure professionali che svolgono l’operazione di
5
Dottorando di ricerca in Diritto Internazionale dell’Economia (università Bocconi). Si occupa di
commercio internazionale e di protezione e circolazione di beni culturali. Barra M, Aspetti giuridici
della movimentazione dei Beni Culturali in Fratelli, Maria, (2009) Beni Mobili: la movimentazione
delle opere d’arte. Riflessioni, esperienze e progetti dalla Galleria d’Arte Moderna di Milano, Il Prato
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movimentazione. Infine anche Barra si rifà all’Atto di Indirizzo del 2001 affermando
che: “la disciplina nazionale ha fatto proprio l’approccio di gestione del rischio
derivante dall’esperienza internazionale e l’ha applicato alla protezione dei beni
culturali e alla gestione delle istituzioni museali”.
Qualunque forma di spostamento è soggetta a divieti e limitazioni; anche in
questo caso il contributo dell’avv. Barra non va tralasciato (2009:28).
Secondo l’art. 9 della Costituzione della Repubblica Italiana: “La Repubblica
promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica, tutela il
paesaggio e il patrimonio storico artistico della Nazione”; ciò sta a significare che la
tutela del patrimonio storico e artistico è “competenza dell’amministrazione centrale,
organizzata nel Ministero per i Beni e le Attività Culturali (il MBAC), e delle
amministrazioni regionali e locali”. (Barra, 2009:28). È importante sottolineare che
al di là della proprietà pubblica o privata di un bene, tutti i beni dichiarati di interesse
culturale sono soggetti alla tutela da parte del ministero ai sensi del Codice dei Beni
Culturali e del Paesaggio
6
, per cui i diritti dei proprietari privati o dei responsabili
della loro custodia sono talvolta limitati. Pertanto, secondo il Codice BCP, lo
spostamento dei beni, che sia temporaneo o permanente, è subordinato ad
autorizzazione.
6
D.Lgs n. 42 del 22 gennaio 2004 recante Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio. Per una più
rapida consultazione si riporta la URL da cui è scaricabile la normativa in formato pdf
http://www.beniculturali.it/mibac/multimedia/MiBAC/documents/1240240310779_codice2008.pdf
citato in seguito Codice BCP
13
1.1. Prestiti in uscita e in entrata
7
Un comprovato aiuto su questo tema ci giunge dalla Guida per
l’Organizzazione di Mostre d’Arte
8
ad opera del Gruppo di lavoro istituito con
Decreto Dirigenziale del 9 e 11 maggio 2000. Da una sua attenta lettura, per la
gentile concessione della Dott.ssa Giuliana Forti, Registrar presso la Galleria d’Arte
Antica - Palazzo Barberini, Roma, si è appreso l’intero iter procedurale, sia
legislativo che organizzativo a cui un museo di tale importanza fa riferimento, con la
speranza, che lo facciano anche tutti gli altri.
Ogni Istituzione Culturale di un certo calibro ha al suo interno un Ufficio
Prestiti il cui compito è quello di registrare i movimenti delle opere a partire dalla
loro creazione e di svolgere le procedure relative ad ogni singolo prestito. Si
riassume qui di seguito la procedura come da (Guida:6).
Per i prestiti in uscita si prevede una procedura ben precisa che comprende:
a) “l’iter decisionale” (assenso/diniego al prestito - autorizzazione ministeriale –
il rilascio della licenza di esportazione temporanea)
b) “la stipula delle condizioni generali e particolari di prestito”
c) “la preparazione dell’opera alla partenza e la redazione della documentazione
di viaggio”
d) “l’organizzazione dell’accompagnamento all’andata e al ritorno”
Per valutare al meglio la possibilità di concedere il prestito, l’ufficio che ne gestisce
la procedura in uscita ha a disposizione una scheda tecnico-descrittiva della struttura
ospitante che prende il nome di Standard Facilities Report
9
. (Guida:7)
7
Riguardano le opere che vengono ricevute da altri enti o da privati oppure concesse ad altri enti o
privati, generalmente per essere esposte nell’ambito di mostre temporanee, purché siano soddisfatte
determinate condizioni.
8
Citata (Guida:n. pag)
9
Documento accertante le caratteristiche e la gestione della sede espositiva che possano garantire la
conservazione e la sicurezza delle opere concesse.
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“Se la decisione è favorevole, il prestatore richiede
l’autorizzazione
10
ministeriale al prestito allegando la
documentazione prevista dalle norme. Ottenuta
l’autorizzazione, se la mostra si svolge all’estero, il prestatore
richiede la licenza di temporanea esportazione al competente
ufficio di esportazione; Se la decisione, invece, è negativa, il
procedimento si conclude con la registrazione del prestito
respinto e delle ragioni che hanno motivato il rifiuto per
poterne tenere conto in futuro (…)”.
(Guida:8)
Per quanto riguarda la stipula delle condizioni generali e particolari di
prestito, l’ufficio preposto ai prestiti in uscita, dispone, solitamente, “(…) di un
contratto o accordo di prestito standard che fissi le condizioni generali applicabili a
tutte le opere delle collezioni e che possa essere integrato, quando necessario, con le
condizioni particolari richieste dal caso specifico”. (Guida:8)
Dopo aver chiarito questi punti fondamentali, si passa alla preparazione
dell’opera per la partenza e alla redazione della documentazione di viaggio. A tal
riguardo, l’ufficio prestiti per le opere in uscita ha il compito di garantire qualità e
precisione (e dunque che le operazioni vengano effettuate da personale
specializzato), che le condizioni in cui avviene l’operazione siano ottimali, si
occuperà dell’organizzazione del trasporto, degli interventi di manutenzione e
conservazione, del montaggio. Un funzionario tecnico, rappresentante
dell’istituzione dovrà compilare una scheda conservativa di prestito ancor prima
della partenza e un verbale di consegna/ricevuta in duplice copia. Faranno entrambi
parte della documentazione di viaggio; l’organizzatore ne tratterrà una e ne
consegnerà l’altra, firmata, al prestatore. Si passerà poi alla fase successiva in cui
sarà necessario registrare il prestito indicando la sua collocazione temporanea e la
data prevista per il rientro. (Guida:9)
10
Per un approfondimento sul tema “autorizzazione al prestito” si consiglia la consultazione degli
artt. 48 e 66 del Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio approvato con Decreto Legislativo 22
gennaio 2004, n. 42