Introduzione Fontamara fa parte delle opere italiane scritte nelle condizioni particolari dell’esilio. Per motivi
politici, nel 1929, dopo il suo distacco dal partito comunista, al quale aderiva dal 1921, data di
fondazione del partito, Silone era stato costretto all’esilio in Svizzera, dove poté dare inizio a una
carriera letteraria di lunga vita. Tuttavia, prima di trovare il suo posto tra le opere italiane,
Fontamara dovette varcare molti ostacoli dovuti alla condizione di esiliato del suo autore. Meglio,
prima che Fontamara si potesse esibire al pubblico, e non solo a quello italiano, Silone fu
nell’obbligo di risolvere altri problemi anch’essi legati all’esilio. Una volta in mano il manoscritto
di Fontamara , generato durante un periodo di riflessione intensa e di esame di coscienza, Silone
doveva trovare il modo di pubblicarlo, e quindi assicurarsi un appoggio finanziario conseguente al
fin di riuscirci. Purtroppo, le difficoltà che incontrava Silone non erano soltanto d’ordine
finanziario. Silone aveva le mani legate, poiché, da quando aveva lasciato il partito comunista,
essendo emigrato, egli non poteva più aderire a nessuna forma di politica, al costo di essere
incarcerato, mentre il suo romanzo Fontamara esaltava l’antifascismo del quale Silone era il
difensore. Ben si capisce la complessità che incontrava Silone per la pubblicazione del suo primo
romanzo. L’Italia e la Germania, non erano da considerare per un qualunque appoggio, e dagli
altri paesi Silone era stato precedentemente escluso. Rimaneva la Svizzera, paese di adozione, e
unico luogo d’Europa del periodo infrabellico, veramente aperto a nuove creazioni letterarie, ma
non ad una esperienza politica.
Questo panorama rassicurante di Zurigo, presa in un tumulto intellettuale, è stato senza l’ombra di
dubbio a favore del successo di Fontamara . Abbiamo a nostra disposizione, molti elementi di
archivio e biografici - raggruppati sia in Silone: opere e saggi , Milano, Mondadori, “I Meridiani”,
1999, sia nel saggio di Luce d’Eramo, Ignazio Silone: saggio critico e guida bibliografica ,
Milano, Mondadori, 1971 - che ci permetteranno di ricostruire fedelmente gli inizi editoriali di
5
Fontamara . Questi dati costituiscono delle fonti di grande interesse per comprendere le condizioni
particolari legate all’esistenza dell’opera. Ma il posto sicuro che poteva dare la Svizzera ad autori
come Silone, che volevano continuare a difendere la causa antifascista, non è stata l’unico punto a
favore del romanzo che era appena nato sotto la penna di Silone. Le condizioni materiali e
temporali della nascita di Fontamara non bastano, secondo noi, a spiegare le divergenze di
ricezione dell’opera tra Italia e resto del mondo. Le condizioni di scrittura di Fontamara
includono, per noi, diversi elementi risalenti ai primi anni della vita di Silone e agli anni in cui
Silone faceva parte del Pci. Questi elementi sono l’oggetto di molte testimonianze, già note, che si
organizzano in prove autobiografiche 1
e in documenti di archivi a valore storico 2
. Molti di questi
dati sono stati gli strumenti di diversi studi, ma che non riguardano le condizioni di scrittura
dell’opera Fontamara. Il saggio qui presente propone invece l’analisi delle condizioni di scrittura
considerando diversi aspetti della vita di Silone, ritrovati nelle letture citate prima.
Siccome Silone considerava Fontamara come un passaggio obbligatorio per poter continuare la
sua lotta, dedicata ai poveri e ai contadini contro le ingiustizie e le prepotenze che li opprimono,
abbiamo concluso che per poter capire le condizioni di scrittura, non bisognava limitarsi agli anni
di scrittura tra il ‘29 e il ‘31, ma conglobare nel nostro studio, il passato fino alla pubblicazione
dell’opera, nel ‘33, a Zurigo. In realtà saremo costretti a studiare i dati successivi alla prima
pubblicazione per un motivo di traduzione - a cui è stata sottoposta l’opera sin dall’inizio fino ad
oggi - e di ristesura avvenuta molto più tardi, nel 1949 per la Mondadori.
La prima parte del primo capitolo riguarderà quindi le condizioni di scrittura del romanzo secondo
la prospettiva delle determinate scelte attuate da Silone per la creazione di Fontamara . Questa
parte nasce dall’idea che il romanzo Fontamara può essere considerato come il frutto di un
periodo lungo, svolto tra il 1915 e il 1929, o come il bilancio dei quindici anni precedenti la
scrittura di Fontamara .
1
Silone (Ignazio), Uscita di sicurezza (1965), Milano, Mondadori, “Scrittori del Novecento”, 2001; Memoriale
dal carcere svizzero, Cosenza, Lerici, 1979.
2
Ignazio Silone: opere e saggi, Milano, Mondadori, “I Meridiani”, 1999, per la parte saggistica ; Ignazio Silone
ovvero un “caso” infinito, a cura di V. Esposito, Centro Studi Siloniani, Pescina, 2000.
6
Sembra che la passione di Silone per la letteratura risalga a prima di Fontamara e prima della sua
partecipazione all’interno del Pci. Difatti, durante la sua adolescenza, Silone fece il suo primo
incontro con la letteratura. Mentre a scuola erano accessibili unicamente i testi della letteratura
italiana più noti, al paese, Silone, che già frequentava la lega contadina locale, cominciò ad
interessarsi alla letteratura contadina come quella di Tolstoj e fece le sue prime prove scrivendo
due articoli di protesta a nome dei contadini per il quotidiano “Avanti”.
Secondo noi, sono determinanti le prime influenze letterarie che Silone ha potuto ricevere da
giovane. Esse ci spiegano il suo gusto per la testimonianza, per l’aspetto documentaristico e per
l’autobiografismo dei suoi scritti. Sono anche gli incontri fatti dall’autore durante la sua infanzia e
le sue radici abruzzesi a determinare una certa direzione nella sua scrittura.
Vedremo appunto il ruolo della scrittura e dello scrittore all’interno della società, e quale
messaggio Silone vuole far passare e con quali pretese. In effetti, la scrittura non si definiva in
Silone come un puro momento di godimento estetico, anzi, egli ripugnava ogni forma di prosa
d’arte dall’unico scopo estetico, un poco come più tardi Primo Levi. Vedremo per quali ragioni
Silone era considerato uno scrittore atipico, distaccato dall’evoluzione della letteratura italiana
della prima metà del secolo, confrontandolo con gli altri scrittori.
Inoltre, Silone non esitava a parlare di ciò che altri autori, per paura della censura e delle violenze
fasciste, dicevano sottovoce. Appunto, vedremo, sempre in questa prima parte del primo capitolo,
quali sono le tematiche sviluppate nel romanzo. Sarà per noi il modo di vedere come Silone
conservò la sua opinione sulla politica, sul fascismo, sul comunismo e sulla religione, anche al di
fuori del partito, ma adottando la finzione letteraria per diffondere i suoi messaggi, tale un
documentario quasi da “scoop” che raccontasse e svelasse episodi drammatici della storia del
fascismo italiano.
Una volta sollevati i punti appena descritti, saremo in grado di interessarci alla seconda parte del
capitolo I. Questa parte, che tratta dell’ingresso di Fontamara sulla scena letteraria internazionale,
si divide in ulteriori parti, intitolate “la fortuna editoriale” e “la traduzione”.
7
La prima delle due permetterà di rivalutare le circostanze favorevoli alla pubblicazione del
romanzo in tutto il mondo, esclusa l’Italia.
Difatti, sin dalla prima pubblicazione, e anche prima, Fontamara provocò l’entusiasmo di molte
persone appartenenti all’ambiente zurighese in cui si era inserito Silone nei primi anni del suo
esilio. Tutte le conoscenze di Silone permisero in un primo tempo la diffusione dell’opera di
mano in mano, fino ad ottenere la prima traduzione, in tedesco, la stessa che farà conoscere
l’opera al pubblico. Furono sempre le conoscenze di Silone a permettere la prima pubblicazione di
Fontamara in tedesco a Zurigo, così come permisero una buona ricezione in tutti i paesi in cui
l’opera veniva letta. Parallelamente, va notata che un’edizione in lingua originale, di scarsa
diffusione, era uscita in Francia.
Dopo aver studiato le circostanze del successo della pubblicazione e il parere del mondo
intellettuale, c'interesseremo al problema della traduzione sollevato dall'opera. Difatti, la
traduzione di quest’ opera pone un vero problema di scrittura in un primo tempo, e di ricezione in
seguito.
Prima di uscire in lingua originale, Fontamara era stata conosciuta dal pubblico in tedesco perché
era allora l’unico modo di presentare l’opera. Il tedesco essendo una lingua molto lontana
dall’italiano, e più ancora dal dialetto abruzzese, e la realtà sociale descritta nel romanzo così
diversa da quella tedesca, l’operazione di traduzione dovette essere un esercizio azzardato. Ma se
il testo conosce delle differenze inevitabili tra originale e traduzione, il romanzo non fu meno
apprezzato, anzi, per l'’ampiezza del successo, si susseguirono molte traduzioni a richiesta del
pubblico stesso.
Dopo aver riordinato per aree geografiche le traduzioni di Fontamara attualmente a nostra
conoscenza, ci soffermeremo sulla lingua e il linguaggio usati nel testo. Anche questi due
elementi hanno un particolare interesse per le condizioni di scrittura perché fanno parte delle
scelte che Silone dovette fare al momento della scrittura. Sono delle scelte stilistiche perché
offrono al testo un certo color locale senza però esagerarne i particolari, evitando di creare un
8
distacco socio-linguistico troppo importante con il potenziale lettore, e senza mai inferire sulla
veridicità e la sincerità del discorso.
Tuttavia, gli elementi linguistici di Fontamara non seguono soltanto delle regole per l’apparenza
del romanzo, ma si riallacciano alle scelte citate prima riguardo il posto e il ruolo del messaggio e
dello scrittore nella società. Ciò significa che per Silone ogni elemento di tipo stilistico o narrativo
sta al servizio del messaggio globale, e ha un valore e si giustifica correlandosi con esso.
Eppure, il romanzo contiene una ricerca stilistica e linguistica personale dagli aspetti rilevanti per
uno studio filologico. Questo riguarderà il nostro capitolo II al quale c’interesseremo più avanti,
dopo avere studiato il caso dell’Italia.
L’Italia ha registrato un netto ritardo con il resto del mondo per quanto riguarda la pubblicazione
del romanzo. La critica italiana non era molto convinta del romanzo essenzialmente per colpa del
passato politico di Silone e dei suoi rapporti con l’Italia. La prima edizione italiana avvenne
soltanto dopo delle modifiche del testo da parte del suo autore, ma l’opera restò comunque in
disparte sulla scena letteraria italiana.
Con il tempo e la distanza, in un paese come l’Italia, appena uscito sconfitto da una guerra e da un
regime totalitario, il carattere innovante e le condizioni particolari della scrittura dell’opera
andavano giustamente persi. Le mentalità non erano pronte a ricevere una visione così netta e
universale delle circostanze senza precedenti che avevano scosso il paese, a parte in Germania
dove era ancora presto per capire realmente l’accaduto. Le coscienze erano ancora molto
indebolite dal susseguirsi degli avvenimenti storici.
La reazione francese fu invece molto diversa e inaspettata. Vedremo grazie alla testimonianza di
M. Nadeau 3
, quali sono stati gli effetti di Fontamara sul lettore francese, sempre allo scopo di
capire le ragioni del dislivello creatosi tra Italia e resto del mondo.
Una volta concluso il capitolo I, ci interesseremo al capitolo II, molto più legato al testo, poiché
tratterà dei personaggi del romanzo Fontamara 3
Maurice Nadeau è l’attuale direttore di “La quinzaine littéraire” fondata da egli stesso, ed è stato un amico di
Silone nonché l’autore della prefazione per la seconda versione di Fontamara in Francese avvenuta in seguito
alla ristesura italiana.
9
La prima parte di questo capitolo, curerà la “messa in scena” del romanzo, ossia gli elementi
spazio-temporali e le loro caratteristiche e inoltre la creazione della figura del cafone.
Gli elementi spazio-temporali sono la base stessa della storia in quanto sono gli stessi dall’inizio
alla fine del romanzo. Vedremo la loro funzione nel testo, giacché avremo spiegato nel capitolo
primo come ogni elemento di tipo stilistico e narrativo non esiste per un motivo estetico ma serve
a veicolare un certo messaggio più complesso e interno al testo.
In seguito, daremo spazio ai personaggi interessandoci alla particolarità del “cafone siloniano”,
studiando la ricerca letteraria dell’autore per la creazione del suo personaggio dalla mentalità
marcata.
Questa parte ci darà l’opportunità di usare due testi poco o per niente conosciuti in Italia. Sono
Viaggio a Parigi, ritradotto dal tedesco una decina di anni fa e La polenta , abbozzo molto
prezioso del originale italiano, apparentemente perso per sempre. Attraverso questi due testi
studieremo l’evoluzione della poetica siloniana e dei suoi personaggi. Partiremo dal presupposto
che il Viaggio - e comunque l’abbozzo de La Polenta - sia stato scritto prima di Fontamara .
Difatti, non ci sono certezze sulla data di creazione, benché la data di prima pubblicazione sia
successiva a quella di Fontamara . Per noi dire che il Viaggio è consecutivo a Fontamara non ha
senso perché, lo vedremo, il testo è caratterizzato da elementi primitivi che non esistono in
Fontamara per scelta dell’autore.
Conclusa questa parte porremo attenzione ai cosiddetti “elementi scenici” del romanzo.
Quest’ultima parte considererà i personaggi attraverso la comicità delle loro manifestazioni.
Il cafone, eroe popolare, in perpetuo movimento tra le quattro mura della sua prigione temporale e
fisica, simbolo delle sofferenze umane, non viene idealizzato. Anzi, il cafone è rappresentato
secondo la prospettiva umoristica e non attraverso il patetico e il dramma. A parte per qualche
episodio che pone il lettore in stato di tensione, la gravità dei fatti raccontati in Fontamara ,
sempre presente lungo la storia, rimane da parte come un spada di Damocle, lasciando spazio alla
10
spontaneità dei personaggi. Sono i personaggi a fare la storia e essi occupano la totalità dello
spazio scenico.
Fontamara lascia anche spazio ai personaggi “negativi”, pure loro visti in chiave umoristica e
decisamente satirica. Fanno l’oggetto di descrizioni sul loro comportamento ridicolo e scandaloso
nei loro scambi con i cafoni. Questi personaggi negativi sono quindi gli strumenti usati da Silone
per denunciare le malversazioni delle autorità contro le piccole comunità durante il fascismo.
Non ci resta che entrare nel vivo dell’argomento, dopo aver visto i punti essenziali su cui ci
soffermeremo in questo mémoire sulle “condizioni di scrittura” e “i personaggi” di Fontamara .
11
Capitolo I: Condizioni di scrittura 1. Autobiografismo e testimonianza in Fontamara
A. L’eredità morale in Fontamara 1) L’Abruzzo di Silone Secondo Tranquilli, che noi conosciamo con lo pseudonimo Ignazio Silone, nacque il primo
Maggio 1900 a Pescina de’Marsi, piccolo paese agricolo della Conca di Fucino, in provincia
dell’Aquila. Prese il nome di Ignazio Silone, ci dice Giuliana Rigobello 4
, ben prima della scrittura
di Fontamara, in occasione della diffusione di articoli clandestini che, dal carcere spagnolo in cui
soggiornava, venivano inviati al settimanale “La Batalla”.
Proveniente da una famiglia di artigiani tessitori da parte della madre e di proprietari da parte del
padre, porterà sempre con sé la sua appartenenza a una comunità modesta per cui lotterà contro
ogni ingiustizia. In Uscita di sicurezza 5
, vari episodi della sua infanzia illustrano gli insegnamenti
e i valori che suo padre gli lasciò in eredità 6
. Gli incontri che fece Silone durante quegli anni
avrebbero segnato per sempre la sua memoria 7
.
La dedizione ai poveri e alle vittime di ingiustizie e disgrazie, tema sviluppato nei suoi romanzi,
trae realmente le sue origini dal dramma che visse Secondino, quando, all’età di quindici anni, un
anno dopo aver perso suo padre, perse anche sua madre e quattro dei suoi cinque fratelli in un
terremoto che distrusse la maggior parte della Marsica. Fu una e la prima tra le tante esperienze
dolorose della sua vita, non solo per la perdita di familiari ma anche per la realtà di un dramma
4
Rigobello (Giuliana), Ignazio Silone : introduzione allo studio dell’opera siloniana ; storia e antologia della
critica, Firenze, Le Monnier, 1983.
5
Silone (Ignazio), Uscita di sicurezza, Milano, Mondadori, 2001.
6
Nel racconto « Visita al carcere », Silone racconta della visita a un prigioniero accusato di furto, lo stesso uomo
che alcuni anni prima aveva regalato a Silone mezzo sigaro da dare a suo padre, in Uscita di sicurezza, Milano,
Mondadori, 2001, pp. 3-10.
7
Sempre in « Visita al carcere », il padre insegna a Silone a non deridere i detenuti solo per la loro apparenza, se
non si è sicuri che non siano innocenti, in Uscita di sicurezza, Milano, Mondadori, 2001, pp. 3-10 .
12
umano che fece scattare una molla nel futuro autore di Fontamara, e un certo senso del sarcasmo
molto presente nell’opera:
“Nel terremoto morivano infatti ricchi e poveri, istruiti e analfabeti,
autorità e sudditi. Nel terremoto la natura realizzava quello che la
legge a parole prometteva e nei fatti non manteneva: l’uguaglianza” 8
.
Rimasto solo con suo fratello, è affidato alla nonna e inizia a frequentare, come ci ricorda
Giuliana Rigobello 9
, l’Istituto Pio X di Roma. Escluso per aver lasciato la scuola senza il
permesso del suo rettore 10
, è mandato a San Remo, nella Riviera Ligure, nel collegio di Don
Orione. Silone racconta quell’incontro importante con lui in Incontro con uno strano prete 11
.
Durante la sua scolarità svolta in diversi istituti cattolici 12
, Silone approfitta dei suoi rientri al
paese natio per frequentare la baracca della lega contadina locale. Il racconto Polikusc’ka 13
illustra
l’incontro di Silone con i contadini e in particolare con Lazzaro, amico di suo padre defunto, e la
sua partecipazione alle riunioni. Anche se Silone apparteneva a un ceto sociale più alto dei
contadini, si sentiva vicino a loro. D’altra parte, Lazzaro 14
è senza dubbio uno dei modelli da cui
Silone si inspirò nella scrittura di Fontamara . Attraverso lui e gli altri contadini Silone prende
contatto con una mentalità particolare, un modo di pensare proprio a questa comunità.
Durante le riunioni della lega, Silone metteva a profitto la sua istruzione scrivendo le proteste da
inviare alle autorità 15
. La voglia di ribellione di cui parla Silone in Uscita di sicurezza 16
, quella
che nacque quando conobbe i contadini della lega, si sarebbe presto cambiata in vero impegno
sociale.
8
Fontamara, Milano, Mondadori, “Oscar Classici Moderni”, 1988.
9
Rigobello (Giuliana), Ignazio Silone : introduzione allo studio dell’opera siloniana ; storia e antologia della
critica, Firenze, Le Monnier, 1983, (p. 3).
10
Silone, Uscita di sicurezza, Milano, Mondadori, 2001, (pp. 21-23).
11
Uscita, cit. , (pp. 19-36).
12
Nel suo saggio, G. Rigobello spiega come quel periodo della vita di Silone ha influenzato la sua personalità e i
suoi ideali e ha lasciato delle tracce nei suoi romanzi, (pp. 4-5).
13
Uscita, cit. , (pp. 37-48).
14
Uscita, cit. , « Egli mi piaceva, parlava poco, era rude, modesto e saggio, senza traccia di paure o di servilismo.
Non era molto istruito, sapeva appena leggere e scrivere, ma conosceva la vita da un lato a me ignoto », (p. 40).
15
Uscita, « Nella lega d’altronde non facevo gran che, salvo scrivere a nome di essa, qualche protesta alle
autorità, un paio di volte perfino al goveno di Roma… », (p. 41).
16
Uscita di sicurezza, Milano, Mondadori, 2001, (p. 74).
13
Quasi tutti i romanzi di Silone sono basati su degli elementi biografici molto evidenti, come
l’ambientazione in Abruzzo, nella Marsica. Il paese Fontamara, piccolo borgo di montagna,
somiglia molto alla parte vecchia di Pescina abitata dai cafoni durante l’infanzia di Silone.
Pescina:
“La parte vecchia del nostro paese era addossata alla montagna
sormontata dai ruderi di un antico castello, e consisteva in un vasto
alveare di nere casucce di cafoni, molte stalle ricavate nella
roccia…” ; “ Al mattino, al primo chiarore dell’alba, cominciava per la
nostra via la sfilata delle greggi di capre e di pecore…” ; “ Una
scoperta inaspettata fu, […] la vista del paese, […] un mucchio di
case alla rinfusa, in una spaccatura della montagna brulla” 17
.
Fo ntamara:
“A chi sale a Fontamara dal piano del Fucino il villaggio appare
disposto sul fianco della montagna grigia brulla e arida come su una
gradinata. Dal piano sono ben visibili le porte e le finestre della
maggior parte delle case: un centinaio di casucce quasi tutte a un
piano, irregolari, informi, annerite dal tempo e sgretolate dal vento
[…”; “La parte superiore di Fontamara è dominata dalla chiesa col
campanile e da una piazzetta a terrazzo, alla quale si arriva per una
via ripida che attraversa l’intero abitato, e che è l’unica via da dove
possono transitare i carri” 18
.
17
Uscita di sicurezza, Milano, Mondadori, 2001, p.
18
Fontamara, Milano, Mondadori, « Oscar Classici Moderni », 1988, p. 4.
14