4
INTRODUZIONE
La scelta dell’argomento trattato in questo lavoro nasce dalla conoscenza personale dei luoghi
descritti. Ho la grande fortuna, infatti, di abitare sin da quando sono nata in un piccolo paese di
nome Invorio situato nella Provincia di Novara.
Mi trovo a pochi chilometri dal lago d’Orta e dal lago Maggiore, immersa nei boschi di castagni
tipici del territorio e ad una ventina di chilometri dalle Colline Novaresi.
Durante i mesi estivi, è mia abitudine recarmi al Lido di Buccione presso il lago d’Orta per andare a
nuotare da sola o in compagnia: il paesaggio incantevole e le acque limpide sono il contesto ideale
per rilassarsi e allontanarsi dalla frenesia della vita quotidiana. La passione per il nuoto mi rende
un’assidua frequentatrice del lago durante le giornate di sole ma anche le passeggiate serali nei
paesi di Orta o Pella sono un modo piacevole per trascorrere le calde sere estive.
Inoltre, ho la fortuna di conoscere molto bene i proprietari dell’Azienda Vinicola Mazzoni di
Cavaglio d’Agogna: Enea Mazzoni, figlio del proprietario, spesso mi porta a camminare nei boschi
delle Colline Novaresi. Le passeggiate si svolgono fra le viti, i campi, i castelli e gli antichi borghi
di questi luoghi ricchi di fascino.
La vicinanza ai territori del lago d’Orta e delle Colline Novaresi è stato l’input che ha dato il via
alla ricerca del seguente elaborato: il lavoro si propone di analizzare le differenti tipologie di risorse
turistiche presenti nei luoghi, prospettando nuove modalità di sviluppo attraverso la creazione di
eventi che valorizzino il territorio.
Considerando che il turismo del nuovo millennio si sta sviluppando seguendo i trend del turismo
culturale ed ambientale, reputo che i territori descritti possano essere la meta ideale per lo sviluppo
di queste tipologie di turismi: la ricchezza delle risorse, la posizione geografica, la storia, le
tradizioni culinarie e il folclore locale costituiscono un mix tipico dei luoghi in questione.
Una prima fase del lavoro è stata condotta ricercando materiale informativo sull’argomento
attraverso la lettura di testi, riviste, brochure e l’analisi dei numerosi siti internet che trattano
l’argomento. Per conoscere meglio il territorio ho partecipato ad alcuni eventi ideati nel periodo
estivo, ho fatto visita alla Camera di Commercio del VCO, ho telefonato ai comuni e agli Uffici
Turistici dei paesi interessati.
Una seconda fase della ricerca si è svolta invece sul campo: ho avuto la possibilità di lavorare per il
progetto “Musei Aperti” come operatrice museale all’interno del “Museo dell’Arte della Tornitura
del Legno” di Pettenasco (NO). Il Museo fa parte del network creato dall’Ecomuseo del Lago
d’Orta e Mottarone o Ecomuseo Cusius: il direttore Andrea Del Duca mi ha dato la possibilità di
5
lavorare con loro e di cercare il materiale adeguato per la preparazione della tesi. Molti dati mi sono
stati forniti dal direttore stesso, il quale è stato sempre disponibile a darmi informazioni sul
territorio.
Di conseguenza, il primo capitolo dell’elaborato è dedicato all’esperienza all’Ecomuseo: viene
menzionata la legge regionale per l’istituzione degli Ecomusei e viene presentato l’Ecomuseo
Cusius. Nel capitolo è poi descritto il Museo dell’Arte della Tornitura del Legno nello specifico e
sono presentati i dati statistici sulle presenze di turisti all’interno dei musei negli anni 2009 e 2010.
Il secondo capitolo è interamente dedicato al lago d’Orta: sotto forma di guida turistica il territorio
viene descritto geograficamente e storicamente. Un paragrafo è dedicato agli scrittori e ai poeti che
hanno cantato le bellezze del lago e che possono essere considerati i primi turisti del bacino
lacustre. Inoltre vengono descritte le risorse del territorio come i luoghi della fede, le ville, i
giardini, le riserve naturali, le aree verdi e i paesi caratteristici. Una breve parte è dedicata al
turismo sportivo legato all’evento “Traversate dei laghi” che si svolgono nel lago e che deriva dalla
partecipazione personale alle diverse nuotate.
Nel terzo capitolo è descritto il territorio delle Colline Novaresi, che come il precedente vuole
essere una breve guida dell’area novarese. Un’introduzione presenta le Colline a livello geografico,
successivamente sono presentati i paesi facenti parte delle “Città del Vino” con i loro antichi borghi.
Buona parte del capitolo è dedicata alla produzione del vino e agli argomenti ad esso correlati: le
tipologie di vitigni, i vini DOC e DOCG delle Colline, il vino legato agli eventi e le curiosità sul
mondo del vino.
Il quarto capitolo è dedicato al tema del turismo enogastronomico come risorsa potenziale per il
territorio: questa tipologia di turismo viene presentata come nuova forma di turismo culturale. I
paragrafi descrivono la storia e le tradizioni culinarie del territorio del Cusio e del Novarese, sono
poi presentati i prodotti tipici che si possono trovare e le nuove ricette da degustare nei ristoranti
locali.
Il quinto capitolo ha un taglio molto più pratico poiché propone un’analisi di marketing territoriale
attraverso due strumenti: l’analisi SWOT e il Tourism Resource Audit. Il capitolo è introdotto da
una presentazione delle nuove tendenze del turismo analizzando i dati elaborati dalla World
Tourism Organization. La parte più corposa del capitolo è dedicata all’analisi degli eventi che si
svolgono nel territorio del lago d’Orta e delle Colline Novaresi con l’obiettivo di scoprirne i punti di
forza e di debolezza e arrivando a stilare un “Decalogo per gli eventi” come strumento pratico che
gli operatori del settore possono utilizzare.
6
Obiettivo dell’elaborato è quello di individuare delle buone pratiche di valorizzazione territoriale
attraverso la creazione di eventi che abbiano un legame con la tradizione e le usanze dei luoghi e
che riescano ad aumentare l’appeal turistico.
La descrizione dettagliata del lago d’Orta e delle Colline Novaresi è necessaria per comprendere
quanto questi luoghi siano ricchi di risorse sviluppabili a livello turistico, seguendo i valori del
turismo verde ed alternativo ed esaltando le caratteristiche culturali.
Presupposto dell’elaborato è che solo attraverso la conoscenza e l’informazione si possono attuare
dei piani di sviluppo territoriale turistico adeguati che non depauperino le risorse presenti.
In questo contesto l’Ecomuseo Cusius costituisce l’esempio ideale di come un Ente debba operare
sul territorio, valorizzandone tutti gli aspetti e cercando di combattere l’individualismo che
caratterizza gli operatori del settore turistico dell’area.
Al mio nonno Ivo…
7
Capitolo I
L’ESPERIENZA ALL’ECOMUSEO CUSIUS
Museo dell’Arte della Tornitura del Legno.
8
1.La legge regionale per gli Ecomusei.
Con la legge regionale del 14 marzo 1995, n°31 “Istituzione di Ecomusei del Piemonte”, la regione
stessa ha messo a punto uno strumento innovativo che norma e tutela la valorizzazione delle
specificità del proprio territorio.
Al comma 1 della legge viene stabilito che:
“La Regione promuove l’Istituzione di Ecomusei sul proprio territorio allo scopo di ricostruire,
testimoniare e valorizzare la memoria storica, la vita, la cultura materiale, le relazioni fra ambiente
naturale ed ambiente antropizzato, le tradizioni, le attività e il modo in cui l’insediamento
tradizionale ha caratterizzato la formazione e l’evoluzione del paesaggio”.
Gli Ecomusei non sono musei classici e tradizionali, ma si fondano sui caratteri del tempo e dello
spazio: non privilegiano sezioni storiche particolari e definite ma si riferiscono sia al passato che al
presente proiettandosi verso il futuro.
Con il termine spazio viene inteso tutto il territorio e le sue caratteristiche ambientali, culturali,
etnografiche.
L’obiettivo degli Ecomusei è di ricostruire, testimoniare e promuovere la memoria storica della vita,
delle tradizioni, della cultura materiale e del modo in cui l’insediamento umano ha caratterizzato
l’evoluzione e la formazione del paesaggio.
La legge contiene alcune indicazioni fondamentali, necessariamente sintetiche, circa le
caratteristiche che gli enti richiedenti devono presentare per avere diritto al finanziamento.
Le più importanti sono:
o La conservazione ed il restauro di ambienti di vita tradizionali e delle materie impiegate
nelle attività produttive;
o La valorizzazione di abitazioni o fabbricati caratteristici, di mobili e attrezzi, di strumenti di
lavoro e di altri oggetti;
o La ricostruzione di ambiti di vita e di lavori tradizionali che possano produrre beni o servizi
vendibili;
o La predisposizione di percorsi nel paesaggio e nell’ambiente;
o Il coinvolgimento attivo delle comunità;
o La promozione ed il sostegno dell’attività di ricerca scientifica e didattica - educativa.
Le proposte giunte inizialmente alla Regione sono state così tante da costringere la stessa ad una
creazione di un nucleo di valutazione costituito da:
9
o Un comitato scientifico autonomo composto da tre rappresentanti dell’Università degli studi
di Torino, tre rappresentanti del Politecnico di Torino e dall’Assessore regionale, dal
responsabile del settore Parchi;
o Un gruppo di lavoro direttamente coordinato dal servizio Parchi e formato da quattro
borsisti neolaureati;
o Lo staff dell’Ires Piemonte.
Nel corso del 1998 e del 1999 il nucleo di valutazione ha compiuto diversi sopralluoghi nelle sedi
interessate, effettuando riunioni di lavoro e organizzando seminari e discussioni pubbliche.
Dalla fine del 2000 la Regione ha istituito un back office per gli ecomusei composto da cinque
ricercatori.
Il gruppo di lavoro ha il compito di fornire assistenza tecnica e museologica, di facilitare la
comunicazione tra gli ecomusei e la diffusione delle best practices, oltre al compito di monitorare e
verificare l’andamento dell’attività dei singoli Ecomusei.
2.L’Ecomuseo Cusius.
“L’Ecomuseo Cusius intende illustrare la cultura del saper fare e dell’ospitalità quale espressione
peculiare del territorio che vede come proprio baricentro il lago d’Orta e come proprio fondale i
rilievi del Mottarone collegandola allo spirito d’iniziativa e alla capacità imprenditoriale,
caratteristiche da sempre particolarmente vivaci in quest’area”
L’Ecomuseo Cusius si colloca geograficamente tra le province di Novara, Verbania e Biella; il
territorio nel suo insieme è formato da circa una trentina di comuni che si sviluppano su un’area
abbastanza omogenea e caratterizzata da una propensione al ramo manifatturiero e dalla presenza di
un tessuto imprenditoriale diffuso.
Relativamente agli indicatori demografici, l’area è stata definita dall’Ires come poco rurale.
Per quanto riguarda l’indice di vecchiaia calcolato, l’area si denota da un forte peso della
popolazione anziana, anche in prospettiva futura: questo dato può essere uno spunto utilizzabile per
creare un turismo attento alle persone anziane attraverso la creazione di strutture e infrastrutture
adeguate.
Il tessuto produttivo dell’area dell’Ecomuseo è orientato prevalentemente alle attività di tipo
produttivo ed industriale in particolare, mentre il settore primario e terziario hanno una bassa
specializzazione sul territorio.
L’Ecomuseo si è costituito come associazione nel 1997 e definito tale dalla regione Piemonte nel
1998.
10
L’Ecomuseo del lago d’Orta e Mottarone è stato lanciato come “museo disperso a proposta
culturale multipla”, da intendersi come una sorta di rete intessuta su vari siti.
Il tessuto fondamentale di questo network è composto da alcune raccolte museali di carattere
etnografico, legate principalmente alle attività produttive tradizionali presenti sul territorio; da aree
naturali e ambientali, da laboratori, da edifici storici.
Al progetto dell’Ecomuseo hanno aderito: le tre comunità montane presenti nella regione Cusio
Mottarone, Valle Strona e Basso Toce; due laghi; i comuni dell’antica Riviera di San Giulio; le
province di Novara e Verbano-Cusio-Ossola; l’ente di gestione riserve Sacro Monte di Orta, Monte
Mesma e Torre di Buccione; le associazioni culturali e ambientaliste (come Italia Nostra); gruppi
storici-etnografici; gruppi folkloristici; alcune Università (Novara, Vercelli, Pavia, Milano, Torino);
tutte le Pro Loco dei comuni interessati; alcune aziende private; numerosi istituti di credito;
appassionati e storici locali.
Alcuni dei comuni del territorio hanno collaborato e collaborano attivamente per l’organizzazione
di manifestazioni ed eventi, mentre altri comuni si interessano maggiormente alla ristrutturazione
degli edifici e alla loro valorizzazione.
Entrambe le province di Novara e del Verbano-Cusio-Ossola hanno aderito all’associazione
Ecomuseo Cusius e hanno contribuito attivamente alla realizzazione dei progetti relativi alla
promozione dello stesso.
Grazie invece alla partecipazione degli enti di gestione delle riserve, nel 1998 si è ideata la
manifestazione “Cortili e giardini aperti” mentre nel 2000 l’evento “Le vie del Legno”.
Molto numerosi sono anche i progetti con le scuole, dato che uno degli obiettivi dell’Ecomuseo è
quello della didattica e dell’insegnamento dei valori del territorio attraverso progetti e iniziative di
valorizzazione culturale e ambientale. Alcuni progetti sono stati:
o Progetto archeologia, Liceo scientifico Galileo Galilei di Borgomanero;
o Elaborazione dei questionari visitatori Ecomuseo, ITC di Omegna e Ist. Tecnico Cobianchi
di Verbania;
o Alternanza scuola lavoro, ITC di Omegna, Istituto turistico Ravizza di Novara e Liceo
Artistico di Omegna;
o Progetto didattico “Le vie del legno”, che ha coinvolto numerose scuole elementari.
L’Ecomuseo fornisce annualmente supporto didattico a circa 120 classi: l’offerta comprende anche
fruizione di siti attivi (Alpe Selviana e Museo di Quarna), attività legate all’archeologia e a
laboratori di arti visive, ma anche percorsi didattici e cicli di conferenze dedicate al corpo docenti.
11
Vista la particolare propensione del territorio verso le attività produttive ed il settore secondario,
numerose sono state e sono tutt’ora le ditte locali ( e non ) coinvolte per la sponsorizzazione e per la
realizzazione di iniziative. Tra queste:
o Ottone e Meloda rubinetterie;
o GMM Gravellona Macchine Marmo;
o Divalras;
o Centro Commerciale Curno;
o Rampone&Cazzani;
o La nuova Faro Giocattoli;
o La Banca Popolare di Intra.
Anche le associazioni culturali partecipano attivamente. Per esempio l’Associazione Archeologica
Culturale “F. Pattaroni” è stata coinvolta per la realizzazione e gli spostamenti della mostra “Tra
Archeologia e Tradizione”; il gruppo archeologico del lago d’Orta Pagus ha contribuito a titolo di
volontariato all’apertura di edifici e mostre.
Le associazioni a base volontaristica coinvolte stabilmente nell’Ecomuseo mediante associazione
diretta o mediata da altri soggetti istituzionali sono:
o Associazione Museo di storia Quarnese;
o Associazione Museo dell’Arte della Tornitura del Legno;
o Associazione Laboratorio di Arti visive di Granerolo;
o Associazione Archeologica Culturale “F. Pattaroni”;
o Associazione Musicale Accademia.
Da non dimenticare il supporto dato dal Consorzio Cusio Turismo del Lago d’Orta, che ha
contribuito in modo determinante al decollo dell’Ecomuseo facendosi promotore del progetto.
Alcune azioni di promozione, come il sito internet, la partecipazione alle fiere, l’elaborazione di
itinerari turistici, vengono attivati in comune.
L’Ecomuseo ha attuato un piano di comunicazione basato su pubblicità su giornali e radio, attività
di ufficio stampa, organizzazione di mostre e giornate di animazione culturale, conferenze. Il fine
del piano di comunicazione è stato quello di segnalare l’esistenza dell’Ecomuseo sul territorio in
primis agli abitanti e poi anche ai turisti, e di spiegare i contenuti e le finalità.
La consapevolezza da parte della popolazione dell’esistenza di una tale Associazione permette un
maggior sviluppo del territorio e una buona promozione basata principalmente sul passaparola;
questa fonte di pubblicità gratuita da parte degli abitanti permette di attirare un numero maggiore di
turisti provenienti da altre località.
Per quanto riguarda la promozione del turismo culturale sono stati previsti:
12
o Itinerari: letterari, le vie del legno, tour della costa occidentale del lago;
o Proposte didattiche di visita;
o Giornate a tema;
o Progetto Musei Aperti;
o Il Girolago.
L’Ecomuseo si è posto da subito l’obiettivo di monitorare la presenza dei visitatori nei vari siti
museali, attraverso due strumenti principali: la rilevazione del numero dei visitatori effettuato
direttamente dagli operatori inseriti nel progetto Musei Aperti; i questionari per l’individuazione del
profilo dei visitatori.
I risultati del sondaggio che sono stati presentati nel maggio 1999, a soli due anni dalla creazione
dell’Ecomuseo, sono stati positivi: l’Ecomuseo era conosciuto da circa il 50% della popolazione
della Riviera lacustre.
2.1 Come è nato l’Ecomuseo?
L’idea di base per la creazione dell’associazione è nata da una ricerca di marketing condotta
appositamente tra il 1989 e il 1990 dal consorzio Cusio Turismo tramite un’agenzia specializzata.
L’intenzione dell’iniziativa era quella di comprendere quali fossero le potenzialità presenti sul
territorio al fine di rilanciare a livello economico il comprensorio del Cusio.
I dati emersi dall’indagine facevano notare come il lago d’Orta fosse un punto strategico per il
turismo che si differenziava dal Lago Maggiore per delle caratteristiche da non tralasciare: più di
nicchia e innovativo il primo, di massa e tradizionale il secondo.
Si puntò così sulla valorizzazione delle risorse culturali: punto nodale fu il Museo dell’Arte della
Tornitura del Legno di Pettenasco accanto al quale oggi sono presenti differenti realtà che hanno
partecipato al progetto. I vantaggi che se ne traggono derivano proprio dal fatto di essere parte di
una “rete culturale”.
Per la gestione dell’Ecomuseo si è inizialmente formata un’associazione senza fini di lucro
composta da 19 membri; i soci partecipanti avevano il compito di mettere a disposizione della rete
un “punto di visita” ovvero un punto di esposizione con un relativo progetto di valorizzazione;
poteva trattarsi di musei tematici, centri storici, collezioni, laboratori didattici ecc.
L’area di competenza dell’Ecomuseo venne definita dalla somma dei territori di: Comunità
Montana Cusio-Mottarone; Comunità Montana dei Due Laghi; Comunità Montana della Valle
Strona e del Basso Toce e dal Territorio dell’Antica Riviera di San Giulio.
Il vantaggio apportato da questo tipo di associazione è sicuramente quello della facilitazione delle
attività di promozione e di visita; ovviamente particolare attenzione richiede la cura degli interventi
13
volti alla trasformazione di siti da semplici punti visita a patrimonio unico dalla fruizione attiva e
stimolante.
Il passaggio da un museo tradizionale ad una rete ecomuseale non è semplice: bisogna avere
sensibilità, bisogna essere in grado di attualizzare i temi, offrire spunti di relazione con il vissuto di
ogni visitatore, è necessario mettersi dal lato della comunità locale per capirne le esigenze e trovare
il modo più opportuno per soddisfarle senza tralasciare il rafforzamento dell’economia locale.
L’ecomuseo è una realtà che punta soprattutto sui richiami atmosferici, sulle suggestioni di gruppo
e individuali, sul coinvolgimento del pubblico.
In linea con gli obiettivi di sviluppo, l’Ecomuseo durante il suo primo periodo di formazione ha
privilegiato il sapere e la professionalità locale; sono stati coinvolti architetti per il recupero degli
edifici e per gli allestimenti, grafici ed esperti in comunicazione per seguire la brand image del
prodotto.
Sono inoltre stati realizzati alcuni materiali divulgativi come un pieghevole che mostra l’Ecomuseo
nel suo complesso grazie ad una cartina di riferimento.
L’Ecomuseo per promuovere il territorio e la sua storia ha ideato una serie di pubblicazioni dal
titolo “I quaderni dell’Ecomuseo” che affrontano i temi principali dei luoghi coinvolti:
dall’archeologia alla gastronomia, dal rapporto tra uomo e acqua alle esposizioni permanenti.
Da sottolineare il fatto che nell’area agisce anche un patto territoriale, il Verbano-Cusio-Ossola, che
rappresenta un accordo tra i diversi soggetti per l’attuazione di un programma comune per
l’industria, i servizi e il turismo.
Un dato interessante deriva da uno studio della regione Piemonte, secondo cui la zona di
competenza dell’Ecomuseo Cusius è una delle più ricche di Patrimonio Culturale in quanto si
colloca fra due aree preziose anche dal punto di vista ambientale: il Verbano-Cusio-Ossola con i
suoi laghi e le montagne, la provincia di Novara con la Bassa.
2.2 Il progetto Musei Aperti 2010.
Anche per l’anno 2010 l’Ecomuseo ha avviato il progetto Musei Aperti. Si tratta di un progetto che
negli anni ha sempre riscosso abbastanza successo e che prevede l’apertura durante il periodo estivo
di alcuni dei musei appartenenti al territorio ecomuseale. I musei vengono aperti durante i fine
settimana dei mesi di luglio e di agosto, ci sono poi delle eccezioni che prevedono aperture e orari
straordinari.
Ogni museo ha al suo interno un operatore museale di riferimento che propone visite gratuite e
fornisce tutte le informazioni che i turisti richiedono.
14
Ovviamente il singolo operatore ha il compito di promuovere l’intera rete dell’Ecomuseo,
focalizzando l’attenzione non soltanto sulla propria esposizione museale ma anche su quella degli
altri siti.
Un buon uso è quello di lasciare ai visitatori i volantini e le brochure degli altri musei al termine
della visita: nel caso in cui i turisti in questione si fermassero sul lago d’Orta per un periodo
prolungato, avrebbero la possibilità di vedere anche gli altri siti, rendendosi conto di come un
Ecomuseo possa operare sul territorio gestendo piccole realtà a qualche chilometro di distanza tra
loro.
Di seguito l’elenco dei musei che hanno partecipato al progetto.
Museo dell’Ombrello e del Parasole, Gignese (Verbania).
Il museo è nato per volontà di Igino Ambrosini, figlio e fratello di ombrellai, nel 1939 al piano
superiore delle scuole elementari del paesino.
Nel 1976 il museo si trasferì nell’attuale edificio, costruito grazie alla collaborazione del comune e
dall’associazione “Amici del Museo” con presidente Zaverio Guidetti.
L’allestimento interno del museo è attualmente curato dall’architetto Bazzoni: i pezzi inventariati
sono circa 1500, di cui 150 sono esposti al piano terreno. Si tratta di parasole e parapioggia che
ripercorrono i momenti salienti della moda ottocentesca. In esposizione vi sono anche i materiali di
copertura (seta e fibre sintetiche), le impugnature, (avorio, argento, legno), le minuterie.
Il piano superiore del museo è dedicato alle testimonianze storiche dell’attività degli ombrellai:
fotografie, attrezzi da lavoro, le borselle in cuoio con i materiali per la riparazione.
Il lavoro dell’ombrellaio è nato nel Vergante verso il 1700, quando le condizioni di povertà della
zona costrinsero all’emigrazione gli abitanti; chi emigrò nel torinese, spesso giovani ragazzini, ebbe
la fortuna di incontrare i mastri ombrellai francesi, dai quali si apprese il lavoro.
Una volta tornati nel Cusio con un bagaglio di conoscenze nuovo e una famiglia a carico, i neo
ombrellai diffusero il lavoro anche nella zona del Vergante, concentrandosi nel paesino di Gignese,
meta ambita anche dai francesi.
Orari del museo: aperto dal 1°aprile al 30 settembre, tutti i giorni eccetto il lunedì. Mattino 10:00-12:00,
pomeriggio 15:00-18:00.
Ingresso: 2,50euro intero; 1,50 euro ridotto.
15
Museo degli Alberghieri, Armeno (Novara).
Il museo viene anche chiamato “Luogo della memoria”; si tratta di una raccolta unica al mondo in
cui gli alberghieri, i cuochi, i grandi chef, i camerieri, i maître d’hotel, i portieri d’albergo e i
commis hanno riportato le proprie esperienze di vita.
Armeno è un paese ormai famoso per essere la patria degli alberghieri. Per almeno quattro secoli il
paese è stato oggetto di una forte migrazione degli abitanti che partivano per tutta Europa in cerca
di un’occupazione migliore: la maggior parte di questi divenne cuoco.
Non ci sono riscontri storici documentabili del perché proprio il paese di Armeno abbia sviluppato
una così forte attività alberghiera. Una delle ipotesi più veritiere si basa sul fatto che la gente di
Armeno abbia iniziato a frequentare le cucine e le sale da pranzo dei nobili milanesi come personale
di servizio verso il 1600. In quell’epoca, infatti, Milano era invasa dalla peste (vedi “I promessi
Sposi” del Manzoni): i nobili che fuggivano dalla città verso il lago non portarono con sé il
personale di servizio per motivi di sicurezza e salute. Il personale venne in questo modo rimpiazzato
dagli armeniesi i quali svilupparono una professione che con il tempo divenne un’arte.
All’interno del museo si trovano oggetti da lavoro, numerose fotografie, testimonianze scritte come
i Menù degli eventi più celebri, libri di cucina particolari, raccolte di giornale e riviste d’epoca. Il
museo deve essere letto come testimonianza di due stili di vita completamente opposti: da un lato i
nobili sempre seduti a tavola e serviti, dall’altra il personale di servizio che lavorava giorno e notte
per soddisfare le esigenze dei nobili di Milano.
Orari del museo: aperto nei mesi di luglio e agosto; venerdì, sabato, domenica. 14:00-19:00.
Ingresso: gratuito.
Museo Etnografico e dello Strumento Musicale a Fiato, Quarna Sotto (Verbania).
È uno dei pochissimi musei musicali esistenti. Il museo illustra in modo particolare i metodi
artigianali di lavorazione e produzione degli strumenti. Nelle vetrine sono esposti esemplari comuni
ma anche pezzi di valore storico e documentario, modelli e prototipi per lo studio della meccanica e
dell’intonazione, macchinari e utensili spesso costruiti dagli operai stessi per eseguire meglio il
lavoro.
Quarna è definito il “paese della musica”: clarinetti, saxofoni, flauti e ottoni sono diventati il
simbolo del paese.
Una sezione del museo è dedicata agli strumenti di produzione attuale e ai documenti delle vecchie
aziende. Al piano inferiore del museo si trova la sezione etnografica sulla storia rurale-alpina di
Quarna.
Il museo è una vera e propria ricostruzione degli ambienti di vita e di lavoro, corredata da fotografie
dell’epoca e da alberi genealogici di famiglie del luogo.
16
Un antico mulino ad acqua funziona a scopo dimostrativo e didattico. All’interno del museo c’è
anche una sezione dedicata alla storia naturale.
Orari del museo: aperto dal 15 giugno al 15 settembre; dal martedì al venerdì 15:00-19:00, sabato e
domenica mattino 10:00-12:00 pomeriggio 15:00-19:00.
Ingresso: intero 2,60euro; ridotto 1,60euro.
Museo dello Scalpellino, Boleto di Madonna del Sasso (Verbania).
Questo museo, decisamente di nicchia, è nato con lo scopo di valorizzare uno dei mestieri che per
circa due secoli ha caratterizzato la storia del Cusio occidentale. L’interesse principale è rivolto al
durissimo e pericoloso lavoro degli scalpellini, che hanno esercitato la loro professione dai primi
dell’800 alla seconda metà del secolo scorso. Nell’esposizione del museo si possono osservare
strumenti, manufatti e documenti.
Obiettivo del museo è quello di raccontare attraverso video, ricerche storiche ed iconografiche, il
mestiere dello scalpellino, per il quale i cusiani erano famosi in tutto il mondo.
Orari del museo: aperto luglio e agosto; venerdì,sabato,domenica 14:00-19:00.
Ingresso: gratuito.
Museo del Rubinetto e della sua Tecnologia, San Maurizio d’Opaglio (Novara).
Il museo costituisce un unicum al mondo: il tema del museo è il rapporto dell’uomo con l’acqua, di
come il concetto di igiene personale si sia modificato nel tempo e sia migliorato grazie anche alle
innovazioni tecnologiche.
Il progetto museale ha l’obiettivo di ripercorrere la storia sociale dell’acqua e delle innovazioni che
hanno permesso di dominare l’elemento liquido.
L’allestimento permanente del museo è il risultato di una mostra dal titolo “L’uomo e l’acqua”
ideata nel 1995 e inaugurata nel municipio del paese di S. Maurizio. Nel 2005 la mostra è diventata
museo: i materiali sono ora sistemati nella sede del vecchio municipio. Una sala è interamente
dedicata all’esposizione, mentre un’altra è adibita ad uso ufficio e all’archiviazione dei documenti.
Il museo illustra la storia di S. Maurizio e del distretto industriale del rubinetto, espone e chiarisce i
problemi legati alla potabilizzazione dell’acqua, all’uso delle risorse idriche, alle nuove tecnologie.
Temi legati al museo sono inoltre: la produzione dei rubinetti e del valvolame, il problema della
disponibilità dell’acqua e della sua razionalizzazione, gli sprechi e i metodi per evitarli.
Orari del museo: aperto luglio e agosto; venerdì, sabato, domenica 14:00-19:00.
Ingresso: gratuito.
17
Collezione Calderara di Arte Contemporanea, Vacciago di Ameno (Novara).
La collezione costituisce una piccola perla dell’Ecomuseo. Si tratta di una collezione di arte
moderna allestita dal pittore Antonio Calderara (Abbiategrasso 1903 - Vacciago 1978) nella sua
secentesca casa studio di Vacciago.
La collezione è composta da 327 opere di pittura contemporanea, di cui 56 del Calderara; le restanti
sono di 133 artisti europei ed extraeuropei con i quali il pittore aveva ottimi rapporti o con i quali
condivideva affinità artistiche. In pratica Calderara barattava le sue opere con quelle degli amici
artisti: lo scambio continuo delle opere ha dato vita alla collezione attuale, che il pittore ha donato al
comune di Vacciago.
Le opere sono esposte secondo il criterio soggettivo: ogni artista ha scelto al momento del baratto la
posizione nella quale ubicare la sua opera, in modo che anche il contesto di riferimento abbia un suo
significato.
La raccolta offre un’ampia documentazione delle avanguardie internazionali degli anni ‘50 e ’60,
con una particolare attenzione all’astrattismo geometrico, all’arte cinetica, alla pop art e alla poesia
visiva.
Orari del museo: dal 15 maggio al 15 ottobre, dal martedì al venerdì 15:00.19:00; sabato e domenica mattino
10:00-12:00 pomeriggio 15:00-19:00.
Ingresso: gratuito.
Fondazione Museo Arti e Industria Forum, Omegna (Verbania).
Si tratta di un centro culturale polivalente che si propone come polo per la ricerca e la
conservazione della memoria storica industriale cusiana. Il centro, ospitato per una parte nell’ex
Ferriera Cobianchi, è un luogo dedicato a speciali opportunità educative rivolte principalmente ai
giovani, attraverso una riscoperta creativa delle tecnologie e delle attività ad esse legate.
“La collezione permanente del Forum di Omegna racconta la storia dell’artigianato e dell’industria
cusiana attraverso oggetti, utensili, documenti, video, materiali che restituiscono i diversi aspetti di
una realtà produttiva che ha creato oggetti divenuti parte della cultura italiana: dalla caffettiera
Bialetti alla pentola a pressione Lagostina, dagli elettrodomestici Girmi agli oggetti Alessi, dai
giocattoli della Faro alle innovazioni tecnologiche della Giacomini.”
1
Ovviamente, facendo parte della rete dell’Ecomuseo, l’allestimento è preceduto da una sala nella
quale viene raccontata la storia della cultura materiale del territorio, concentrandosi sui metodi di
lavorazione del metallo e del legno; il percorso è cronologicamente suddiviso in ventenni e illustra
la storia del territorio e delle sue industrie.
1
Dalla brochure dell’Ecomuseo: Fondazione Museo Arti e Industria Forum.