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CAPITOLO 1
FIRE MANAGEMENT A LIVELLO
INTERNAZIONALE
INTRODUZIONE AL FIRE MANAGEMENT
Il fuoco è un componente naturale di molti ecosistemi forestali, ma al tempo
stesso può rappresentare una minaccia significativa per la pubblica sicurezza, le
proprietà private e le risorse forestali stesse.
Il termine “fire management” è pertanto un termine molto vasto che identifica la
disciplina preposta alla gestione dell‟utilizzo del fuoco per raggiungere obiettivi
che riguardano la gestione del territorio, la salvaguardia della popolazione e delle
sue proprietà, la tutela delle risorse e dell‟ambiente, ma anche obiettivi
riguardanti il ruolo che gli incendi hanno negli ecosistemi e nella cultura delle
persone. Questi obiettivi sono raggiunti attraverso attività di prevenzione,
avvistamento, controllo e spegnimento degli incendi che interessano le foreste e
le altre aree vegetate. Il fire management non può essere visto solo come la
risposta alla minaccia degli incendi ma come un sistema ampio di pianificazione,
prevenzione, controllo, monitoraggio, spegnimento e bonifica. Esso inoltre non è
solo indirizzato agli incendi delle foreste poiché questi ultimi si muovono
attraverso il territorio interessando tutti i tipi di vegetazione, anche quelle su cui
sorgono abitazioni ed infrastrutture dell‟uomo. Un efficiente programma di fire
management deve considerare le peculiarità dell‟area su cui è applicato e il
regime d‟incendio della stessa. In molti casi mantenere un regime d‟incendi
appropriato o reintrodurre il fuoco, quando esso fa parte degli ecosistemi, è
importante tanto quanto prevenire gli incendi indesiderati che causano danni.
Nelle aree dove il fuoco è parte del ciclo naturale e molto spesso anche della
cultura e delle tradizioni della popolazione, esso deve essere pianificato e gestito
con una visione più olistica e riferita al contesto in cui si sta lavorando. Lo stesso
avviene per gli incendi delle aree di interfaccia urbano-forestale, aree dove
l‟uomo e le sue abitazioni sono a contatto diretto con l‟ambiente naturale e rurale.
Il forest fire management deve essere visto come uno strumento per ottenere il
regime di incendio più appropriato per una determinata area in termini di
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frequenza ed intensità degli incendi, valutando accuratamente i costi ed i benefici
della politica che si intende seguire. Chi si occupa di fire management ha il
compito di prevedere dove e quando potrebbe aver luogo un incendio e
pianificare le misure di prevenzione per ridurre l‟incidenza di questi eventi
nonché occuparsi di tutte le attività di spegnimento. Le politiche attuate per la
lotta contro gli incendi variano da una zona all‟altra e dipendono soprattutto
dall‟importanza assegnata al bosco e all‟ambiente. Il modo di pensare che ha
accomunato per molto tempo l‟impostazione dei piani antincendio era basato
sulla convinzione che ogni fronte di fiamma fosse dannoso e perciò da
combattere. Nella pianificazione, quindi, venivano previsti provvedimenti con il
fine di evitare assolutamente il passaggio del fuoco. Non veniva fatta alcuna
distinzione tra gravità potenziale e reale degli incendi. Tale impostazione
presentava due gravi inconvenienti: l‟impossibilità di definire le priorità di
intervento e la necessità di un apparato di estinzione assai complesso. Un‟
importante evoluzione nel modo di concepire la pianificazione antincendi si è
avuta passando dall‟impostazione del Fire Control, che prevedeva di estinguere
sempre e comunque qualunque incendio, a quella del Fire Management, che
prevede di combattere il fuoco solo quando è ritenuto dannoso.
Ai fini di individuare delle best practices, per questo tanto delicato quanto
complesso ambito, si è innanzitutto voluto avere un quadro generale delle attività,
dei piani e delle procedure adottate o in via di adozione da diversi Stati e definire
quale è il ruolo svolto da alcune organizzazioni internazionali come l‟Unione
Europea e la FAO.
IL RUOLO INTERNAZIONALE DELLA FAO
La FAO (Food and Agriculture Organization of the United Nations) nel suo ruolo
di organizzazione a livello mondiale riunisce, tra gli altri compiti, tutte le Nazioni
per discutere i problemi tecnici e politici inerenti i piani di fire management a
medio e lungo termine. La FAO al tempo stesso collabora con altri enti ed
organizzazioni all‟interno e all‟esterno del sistema delle Nazioni Unite e lavora a
stretto contatto anche con molte agenzie governative e non ed organizzazioni
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come United States Forest Service, International Tropical Timber Organization
(ITTO) e il Global Fire Monitoring Centre (GFMC).
Da più di cinquanta anni la FAO fornisce informazioni ed assistenza tecnica nel
campo del fire management. Gli aspetti principali dell‟attività di questa
organizzazione nell‟ambito degli incendi riguardano:
- La definizione di una terminologia comune;
- La raccolta e la divulgazione dei dati;
- La preparazione di linee guida;
- La realizzazione di rapporti sulla situazione incendi.
Recentemente si è anche focalizzata l‟attenzione sull‟informazione e la
consapevolezza della popolazione sui temi legati al fire management e alle
relative politiche e problemi legali ed istituzionali.
Seguendo le indicazioni del 3rd International Wildland Fire Summit che si è
tenuto a Sydney nell‟Ottobre del 2003, del Ministerial Meeting on Sustainable
Forest Management del 2005 e del Committee on Forestry anch‟esso del 2005,
la FAO ha coordinato un processo per preparare a livello mondiale una strategia
con lo scopo di incrementare la cooperazione nell‟ambito del fire management e
che comprendesse: a) una valutazione globale delle politiche e delle misure di
fire management, b)delle voluntary guidelines, c) un riesame degli attuali accordi
di cooperazione internazionale.
La FAO ha infatti collaborato con il UN-ISDR e altri partner internazionali per la
preparazione della cosiddetta Strategy to Enhance International Cooperation in
Fire Management, che si basa su quattro punti chiave che verranno approfonditi
in seguito; inoltre in risposta alla richiesta degli Stati membri, la FAO ed i suoi
partners hanno intrapreso un processo per preparare anche delle voluntary
guidelines per il fire management forestale che dettino i principi e le politiche,
definiscano una struttura legale e di regolamentazione e altre azioni strategiche
mirate ad un approccio più olistico del fire management; infine il lavoro di questa
organizzazione internazionale ha anche coinvolto la valutazione degli accordi
internazionali includendo la raccolta e il regolare aggiornamento delle
informazioni ad essi correlati, l‟analisi delle legislazioni nazionali più rilevanti e
la preparazione di linee guida e checklist per lo sviluppo di nuovi accordi
internazionali.
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La FAO è inoltre coinvolta nella raccolta dei dati e nella loro analisi in
collaborazione con il ECE, il GFMC ed altre agenzie per la realizzazione di
database e fa parte di una rete di ricerca nell‟ambito del fire management
all‟interno della struttura del Committee on Mediterranean Forestry Questions-
Silva Mediterranea che è un comitato che riunisce diverse organizzazioni come
la European Forestry Commission (EFC) e molte altre. In ultimo il Forestry
Department e il Remote Sensing Centre collaborano con il Joint Research Centre
of the European Commission sul miglior utilizzo del telerilevamento e dei GIS
per la valutazione dell‟incidenza degli incendi e l‟estensione delle aree bruciate.
Fire Management: Voluntary Guidelines
Le voluntary guidelines (inizialmente denominate “fire management code”) sono
linee guida non vincolanti per i diversi Stati che rappresentano la struttura dei
principi prioritari che aiuteranno nella formulazione di politiche, di atti legali e di
azioni strategiche per affrontare la questione del fire management con un
approccio più olistico. Esse sono state definite in modo da poter essere sfruttate
sia dai pianificatori e dai manager nel campo del fire management sia dai policy
makers nel campo della pianificazione territoriale in ambito statale così come nel
settore privato e delle organizzazioni non governative. Il loro scopo è quello di
considerare gli impatti sociali, culturali ed ambientali, sia che essi siano positivi o
negativi, degli incendi naturali o prescritti nelle foreste, nelle aree di interfaccia e
nelle altre aree interessate dal fuoco; si tratta di uno scopo ampio perché la
definizione stessa di incendio boschivo è estremamente ampia e comprende molte
sfaccettature.
La struttura di tali linee guida è applicabile per la pianificazione,
l‟organizzazione e la gestione delle organizzazioni di fire management o di
agenzie governative in modo che esse siano sicure, efficaci ed efficienti. Esse
coprono tutto il range delle attività connesse al fire management dalla
prevenzione fino allo spegnimento di tutti gli incendi indesiderati e che causano
danni, attraverso l‟uso di ogni mezzo a disposizione. È contemplato anche l‟uso
appropriato del fuoco (naturale o gestito dall‟uomo) per mantenere il valore
ecologico e l‟integrità di certi ecosistemi o come tecnica di fuel management per
la riduzione del combustibile.
Gli obiettivi che le voluntary guidelines intendono perseguire sono:
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1. Stabilire i principi per le attività di fire management in accordo con le
principali regole imposte dalla legislazione internazionale e tenendo in
considerazione tutti gli aspetti biologici, tecnologici, economici,
ambientali e sociali più rilevanti;
2. Contribuire alle realizzazioni e alla definizione di politiche nazionali e
regionali e contribuire ai meccanismi di pianificazione per migliorare le
strutture legali che regolano le attività di fire management;
3. Fornire una guida che, dove appropriata, possa essere utilizzata nella
formulazione di strumenti nazionali e internazionali sia volontari sia
vincolanti;
4. Facilitare e promuovere la mutua assistenza e la cooperazione tecnica e
finanziaria tra le varie agenzie ed organizzazioni;
5. Incoraggiare e pubblicizzare il contributo di un efficace fire management
basato anche sulla collaborazione delle comunità;
6. Favorire programmi di gestione sostenibile del territorio e delle foreste
che considerino l‟uso e la gestione ecologicamente appropriata del fuoco,
dove permesso, e la soppressione degli incendi indesiderati.
Legal Frameworks for Forest Fire Management: International Agreements
and National Legislation
Nel Novembre del 2005 la FAO ha redatto il documento “Legal Frameworks for
Forest Fire Management: International Agreements and National Legislation”
con l‟obiettivo di identificare la legislazione esistente in diversi Paesi e,
nell‟ambito del fire management, aggiornare l‟elenco degli accordi internazionali
vigenti e di preparare un sommario per l‟eventuale sviluppo di accordi futuri.
Gli accordi internazionali e le leggi nazionali identificate da questo documento
sono state raggruppate in due gruppi principali:
- Accordi nazionali ed internazionali che includono anche gli accordi
nel campo delle emergenze;
- Leggi nazionali nel cui testo si faccia riferimento agli incendi
boschivi o al fire management.
Sulla base dell‟analisi di questo documento e del primo insieme di linee guida
sviluppate da un precedente elaborato (Follow-up Report to FAO/ITTO
International Expert Meeting on Forest Fire Management del 2001), sono stati
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identificati gli elementi che accomunano gli accordi internazionali esistenti in
materia di fire management che rappresentano la base per la definizione dei
principi per lo sviluppo di accordi futuri. Inoltre sono state elaborate delle
raccomandazioni in riferimento alle azioni future della FAO in ambito legale.
AREA MEDITERRANEA
Gli incendi boschivi sono la prima causa di distruzione degli ambienti forestali
nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo: circa 50000 incendi ogni anno
coinvolgono dai 700000 ad un milione di ettari tra foreste e aree vegetate di
diversa natura causando ingenti danni ecologici ed economici ed, in alcuni casi,
anche perdite di vite umane.
Il regime degli incendi nell‟area mediterranea è significativamente determinato
dal clima caratterizzato da prolungate estati calde e secche che riducono i
contenuti di umidità del sottobosco forestale al di sotto del 5%; in queste
condizioni anche una piccola fonte di calore può provocare un violento incendio.
Un altro importante fattore, che interessa diverse aree non solo nel periodo
estivo, è rappresentato dal vento con il suo forte potere di essiccamento.
Oltre ai diversi elementi climatici è importante anche considerare l‟utilizzo del
territorio che nel corso del ventunesimo secolo ha subito un cambiamento
significativo; in particolare, per quanto riguarda le nazioni europee dell‟area
mediterranea, si è riscontrato un progressivo abbandono delle aree rurali con un
conseguente accumulo di biomassa dovuto allo stato di incuria.
Gli incendi più dannosi sono causati dall‟uomo per ragioni molto diverse: incendi
di sterpaglia o per il rinnovamento del pascolo sfuggiti al controllo, incendi
dolosi, piromania, pulizia (illegale) del terreno per la rotazione delle colture,
inosservanza delle prescrizioni contro gli incendi, ecc. Altre cause rilevanti come
povertà, mancanza di terra e mancanza di sanzioni legislative efficaci creano le
condizioni favorevoli per questi incendi. Le cause naturali invece rappresentano
solo una percentuale trascurabile. Le cause sono spesso sconosciute ed ulteriori
ricerche per individuarle meriterebbero più attenzione, come nel caso degli
incendi dolosi.
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Attività di prevenzione
Le attività di prevenzione possono essere divise in due ampie aree: quelle mirate
alle cause primarie degli incendi e quelle finalizzate alla mitigazione
dell‟infiammabilità del combustibile.
In tutte le nazioni del bacino del Mediterraneo sono state realizzate reti di
monitoraggio e di investigazione basate su postazioni mobili e fisse. In alcuni
casi queste operazioni di controllo sono rese automatiche grazie all‟utilizzo di
sensori all‟infrarosso e telecamere mobili. Inoltre in Italia e Spagna è stato
sperimentato un monitoraggio aereo delle zone più a rischio, ma gli alti costi ne
hanno limitato un uso più ampio sul territorio. In ogni caso i sistemi tecnologici
più avanzati non possono sostituire il lavoro dei tecnici a terra e la loro
conoscenza del territorio.
Sistemi di valutazione del pericolo sono un altro essenziale elemento di controllo
e prevenzione che richiedono la stretta cooperazione con i servizi meteorologici
nazionali e lo sviluppo di indici e modelli di comportamento.
Le agenzie internazionali hanno sviluppato politiche e strategie con l‟obiettivo di
promuovere la protezione delle nazioni europee dagli incendi boschivi. Il loro
ruolo è stato nella maggioranza dei casi solo teorico: esistono trattati e accordi di
cooperazione, ma sono state attuate solo poche misure. Molti accordi riguardanti
il tema degli incendi boschivi fanno parte di più ampie politiche forestali e
strategie di protezione civile senza che vi siano norme specifiche e comuni a tutti
quei paesi caratterizzati da problematiche simili.
Purtroppo i vari Stati sono caratterizzati da modi diversi di organizzare la propria
lotta contro gli incendi e, nonostante alcune organizzazioni internazionali, come
la FAO o l‟Unione Europea prima citate, redigano periodicamente rapporti in
merito a ciò, essi altro non sono che brevi descrizioni delle procedure operative o
dei mezzi utilizzati: ciò che manca è una descrizione critica delle debolezze e dei
vantaggi dei sistemi applicati. Un approccio di questo tipo sarebbe invece molto
utile ai fini della pianificazione futura delle attività e degli eventuali cambiamenti
necessari per rendere più efficiente la lotta agli incendi.
La filosofia della prevenzione dagli incendi è simile in tutto il bacino del
Mediterraneo ed è basata sulla realizzazione di strade taglia fuoco e di accesso
alle zone boscate e bacini d‟acqua. Queste opere sono in genere progettate sulla
base dei progetti di management più tradizionali e uno dei problemi da affrontare
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è inoltre quello della manutenzione specie se gli organi che se ne occupano sono
diversi rispetto a quelli che le hanno progettate.
A livello dell‟area mediterranea ci sono due trend principali per quel che riguarda
il tema della protezione dagli incendi:
- sistemi in cui un unico ente è responsabile sia della prevenzione sia del
controllo degli incendi;
- sistemi misti nei quali le attività di spegnimento e pre-spegnimento sono
affidate ad un ente diverso rispetto a quello che si occupa della
prevenzione.
L‟Unione Europea applica un sistema misto mentre nelle altre Nazioni del
Mediterraneo le autorità forestali hanno la piena responsabilità di combattere gli
incendi.
Mentre si può più facilmente riconoscere il bisogno di applicare le migliori
tecniche di spegnimento, è più difficile trovare un equilibrio tra tutti i livelli del
fire protection. Le tecniche utilizzate nella fase di spegnimento degli incendi
dovrebbero essere un atto complementare alle misure specifiche di prevenzione e
di management sulla base di una politica sugli incendi ben strutturata.
A partire dal fatto che il problema degli incendi boschivi diventa sempre più
grave negli Stati che utilizzano un sistema misto, è necessario cambiare la
politica e i meccanismi decisionali; questi cambiamenti non dovrebbero essere
però concepiti come un ritorno alle condizioni precedenti. La struttura degli
organi coinvolti nel fire management non è importante: ciò che è veramente
importante sono le linee guida a cui questi organi fanno riferimento e la loro
coordinazione. I dati mostrano purtroppo che le attuali politiche non sono ancora
efficienti quanto dovrebbero esserlo.
In conclusione se si analizzano gli incendi boschivi nel bacino del Mediterraneo
si riscontrano i seguenti limiti e necessità:
- Manca ancora un database comune e i dati quando esistono sono
frammentari, non omogenei e di difficile analisi;
- La cooperazione tra i vari Stati su questo tema è molto limitata;
- Alcune Nazioni svolgono ricerche, ma non sempre si effettua poi uno
scambio di risultati e di informazioni;
- I paesi dell‟area mediterranea condividono un regime degli incendi con
caratteristiche ecologiche e socio-economiche simili ed è quindi
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necessario un approccio integrato sia per quanto riguarda la pianificazione
delle aree vegetate sia per il fire management;
- I boschi e le aree vegetate non sono spesso viste come un bene che ha un
forte legame con le economie locali;
- Manca un approccio di gestione del problema degli incendi;
- Le politiche di settore (per esempio quelle agricole o quelle di
pianificazione urbanistica) non contribuiscono ad un processo sostenibile,
mentre quelle forestali sia a livello dell‟Unione Europea sia a livello
nazionale in molti casi si focalizzano solo sull‟aspetto della produzione
mentre gli incendi costituiscono una parte di minoranza.
L’Unione Europea
L‟Unione Europea prevede nella sua politica forestale misure di prevenzione
degli incendi che di fatto però riguardano la fase di pre-spegnimento. In assenza
però di un esplicito provvedimento riguardante le foreste nei Trattati dell‟Unione
Europea, la politica forestale è competenza degli Stati Membri. La Commissione
Europea sostiene questi ultimi con una serie di strumenti che sono direttamente o
indirettamente collegati con le politiche forestali, per esempio in ambito
ambientale, climatico o di sviluppo rurale.
La principale normativa in ambito europeo è la 2158 del 1992 che è stata
aggiornata ed ampliata nel 2003 (n°2152/2003); tale norma prevede
principalmente una classificazione del territorio della Comunità sulla base del
rischio incendi e impone agli Stati membri piani di protezione qualora il proprio
territorio sia classificato ad alto rischio. Inoltre stabilisce un database con
l‟obiettivo di favorire un miglior scambio di informazione riguardo questo tema.
A seguito della normativa europea n° 2152 del 2003 riguardante il monitoraggio
delle foreste e l‟interazione dell‟ambiente nelle diverse Comunità, le Nazioni
hanno iniziato a raccogliere dati in materia di incendi e a sviluppare dei piani di
Fire Management.
Nel settembre del 1998 il Parlamento Europeo, per fronteggiare gli ingenti costi
economici, ambientali ed umani stanziò dei fondi con l‟intento di implementare
una politica forestale comunitaria e di stabilire una più stretta collaborazione tra i
vari Stati per la prevenzione e la lotta contro gli incendi boschivi.
La politica europea nei riguardi degli incendi boschivi è puramente una politica
“operativa” mirata all‟intervento rapido ed efficiente dopo che un evento si è
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verificato. Nonostante siano stati sviluppati diversi progetti pilota, strumenti
operativi e workshops, l‟esperienza ha purtroppo dimostrato che gli attuali
sistemi mancano della capacità di utilizzare in maniera corretta le risorse e di
come le strutture e i mezzi a disposizione non siano poi utilizzati al meglio dalle
varie nazioni.
Nell‟ambito delle ricerche in campo ambientale gli incendi boschivi
rappresentano uno degli obiettivi in ambito europeo. In particolare il principale
obiettivo è quello di comprendere meglio il comportamento del fuoco e di fornire
ai decision maker, ai tecnici e al personale utilizzato negli spegnimenti strumenti
fondamentali per agire con l‟efficienza e la velocità necessaria. L‟identificazione
delle aree ad alto rischio, il miglioramento dei metodi di investigazione e il
riconoscimento di efficienti soluzioni per il controllo e la riduzione della
propagazione del fuoco e la bonifica delle aree incendiate sono alla base di alcuni
progetti pilota. Tuttavia le attività di ricerca non sono state estese alla
prevenzione basata su di un‟ottimale gestione del fuoco o del combustibile.
In riferimento alla creazione di una EU- Mediterranean Environmental Policy
Integration, il testo della Dichiarazione di Barcellona specifica il bisogno di
considerare gli incendi boschivi come un problema ambientale che riguarda
l‟area Mediterranea ed inoltre il bisogno di proposte e progetti per stabilire e
successivamente aggiornare programmi di azione riguardanti le priorità
ambientali a breve e medio termine integrativi di azioni a lungo termine nel
rispetto della prevenzione e del controllo degli incendi. Infine si suggerisce di
affidarsi all‟esperienza della comunità in materia finanziaria, legale e di
monitoraggio ambientale.
Analisi e confronto di alcuni Paesi dell’area mediterranea
Tra i diversi Stati analizzati, sono risultati interessanti gli studi riguardanti in
particolare lo Stato di Israele, la cui esperienza ha mostrato che l‟applicazione
integrata di vari metodi di riduzione del combustibile nella gestione delle foreste
può affettivamente ridurre il rischio incendi associato alla presenza del
combustibile stesso in particolare nelle zone di interfaccia.
La gestione integrata delle misure di pre-suppression legate ad una continuità di
elaborazione dati e ad un sistema di gestione finanziaria, l‟utilizzo di un sistema
GIS, nonché la scelta di strategie di valutazione dell‟intensità del fuoco sono
strumenti in continuo sviluppo perché molto utili al fine della salvaguardia del
territorio forestale. In generale si può affermare che in Israele il progresso nelle
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tecniche di gestione e spegnimento degli incendi ha portato negli ultimi anni un
risultato positivo con la conseguente riduzione sia del numero degli incendi, sia
degli ettari totali bruciati annualmente.
La situazione è risultata interessante anche per quanto riguarda la terza isola del
mediterraneo, ovvero Cipro, dove gli incendi rappresentano il più importante
fattore che ne minacciano e ne degradano le foreste. Non esistono ecosistemi
che dipendono dal fuoco per la loro sopravvivenza come avviene in Stati come il
Canada o la Russia, ma vi sono tuttavia specie che si rigenerano dopo l‟essere
state attraversate dal fuoco e altre che subiscono danni irreparabili. Per rendere
più efficace il fire management il Dipartimento delle Foreste in collaborazione
con la Police Fire Brigade hanno preparato il “Pancyprian Fire Protection Plan”.
I principali elementi del piano riguardano le già esistenti misure di prevenzione e
i progetti per la realizzazione di nuove infrastrutture e l‟adeguamento di quelle
esistenti. È stato inoltre previsto un piano di finanziamenti approvato dal
Consiglio dei Ministri con scadenze quinquennali. Per quanto riguarda le attività
di monitoraggio e i rapporti sugli incendi sono state realizzate delle stazioni di
avvistamento. Inoltre è partito recentemente un progetto pilota per la
realizzazione di un sistema automatico di individuazione dei focolai, il cosiddetto
“Akamas forest” che si pone l‟obiettivo di ridurre il lasso di tempo tra l‟innesco,
l‟avvistamento e i primi interventi.
In altri Stati come la Turchia, invece, solo negli ultimi anni sta crescendo la
consapevolezza nazionale dei danni causati dagli incendi boschivi soprattutto in
relazione ai danni al turismo e all‟ambiente. In Turchia un aiuto per ridurre
l‟accumulo di combustibile a livelli più accettabili può essere effettuato con il
controllo delle attività silvipastorali evolvendo le politiche e le pratiche di
pascolo. Come per lo Stato di Israele, si è posta l‟attenzione anche allo sviluppo
delle “Green Firebreaks”, costituite da una vegetazione con specie meno
infiammabili che contribuiscano, insieme alla presenza di strade e alle
tradizionali linee tagliafuoco, alla frammentazione della continuità di
combustibile presente.
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CANADA
Il Canada è una nazione molto vasta con circa il 50% di territorio coperto da
foreste o altre aree vegetate e con distribuzione della popolazione irregolare,
principalmente localizzata vicino al confine americano. Le foreste sono
strettamente legate con la cultura, l‟economia e lo sviluppo sociale della nazione.
Più del 93% delle aree boscate è di proprietà pubblica e sono gestite dalle autorità
provinciali, mentre solo una piccola parte (per esempio i Parchi Nazionali) sono
di competenza federale.
L‟evoluzione della gestione delle foreste, in modo particolare nel secolo scorso, è
avvenuta in parallelo con lo sviluppo di programmi di fire management per la
protezione delle foreste dagli incendi indesiderati. Nello sviluppo di piani di
prevenzione è necessario tenere in considerazione le peculiarità che
caratterizzano le foreste canadesi, prima fra tutte il fatto che il fuoco rappresenta
un elemento naturale importante per molti ecosistemi, in modo particolare per le
foreste boreali. In ogni caso il Canada è una nazione la cui economia dipende
molto dallo sfruttamento delle foreste e di conseguenza è necessaria un‟adeguata
attività di prevenzione dagli incendi. Conciliare il naturale ruolo del fuoco
necessario per la conservazione degli ecosistemi con la necessità di proteggere le
attività legate allo sfruttamento delle foreste è una sfida complessa.
Evoluzione del Forest Fire Management
Per capire l‟evoluzione e lo stato attuale del fire management in Canada, è
necessario innanzitutto comprendere l‟ambiente in cui opera. Sebbene il Canada
condivida molte caratteristiche con altre nazioni della zona nord temperata, vi
sono tuttavia particolari combinazioni di circostanze che la rendono unica dal
punto di vista degli incendi alcune delle quali, come per esempio la buona
distribuzione di risorse idriche, possono essere viste come fattori positivi, mentre
altre, come la presenza di molte fonti di ignizione sia umane sia naturali, al
contrario giocano a sfavore.
Attualmente il fire management comprende aspetti di pianificazione, prevenzione
e lotta agli incendi con l‟obiettivo sia di proteggere la popolazione, le proprietà e
le risorse forestali sia di salvaguardare gli ecosistemi, lasciando al fuoco il suo
ruolo. Il fire management si svolge perciò in un contesto di bilanciamento tra
criteri ambientali, sociali ed economici.
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La politica del “total fire suppression” e della “modified suppression”
L‟utilizzo delle foreste sia per scopi industriali sia turistici è aumentato
rapidamente nell‟ultimo secolo; ciò ha provocato un aumento dell‟incidenza di
incendi e soprattutto gli effetti negativi che essi hanno sul territorio; di
conseguenza è aumentata anche la necessità di migliorare le tecniche di
spegnimento, le quali sono diventate via via più efficienti. Per generazioni
l‟obiettivo del forest fire suppression in Canada si è basato sui modelli Europei: il
fuoco era solo visto come un elemento negativo che andava prevenuto e
controllato. Negli anni Settanta si è giunti però alla conclusione che una politica
di “total fire suppression” non era né economicamente sostenibile né
ecologicamente desiderabile; infatti se il numero di incendi era diminuito,
l‟estensione e l‟intensità degli eventi che caratterizzavo in modo particolare certi
anni era aumentata drasticamente. Perseguire questo obiettivo aveva comportato
considerevoli costi economici e sociali e nonostante il costante dispendio di
energie e risorse l‟impatto degli incendi non era diminuito. Inoltre si è andata
consolidando la consapevolezza dell‟importante ruolo naturale che hanno gli
incendi sul mantenimento della salute, della produttività e della biodiversità delle
foreste boreali e temperate. Il fuoco è diventato perciò un elemento che ha
bisogno di essere gestito e non eliminato, si è perciò passati ad un approccio
olistico del fire management. La conclusione a cui si è giunti è quella di adottare
una politica della “modified suppression”: il Canada ha due livelli di fire
management, ovvero uno intensivo ed uno estensivo. Nelle zone “intensive” che
comprendono l‟interfaccia urbano-forestale, i siti turistici e le foreste ad alto
valore economico, tutti gli incendi vengono spenti. Nelle zone “estensive” cioè le
zone più remote o alcune aree protette, gli incendi sono monitorati e si interviene
solo se minacciano risorse o persone. La chiave è quella di bilanciare i costi ed i
benefici del fuoco per aiutare a sostenere la sostenibilità ecologica, sociale ed
economica delle foreste, l‟industria del legname e le comunità basate sulla
foresta. Questa politica è in uso nelle province settentrionali del Quebec e
dell‟Ontario, così come nei territori nel Nord-Ovest e dello Yukon. Dall‟analisi
dei dati riguardanti la dinamica gli incendi nelle aree in cui è praticata una
protezione intensa dagli incendi e le aree in cui si è scelto di adottare la modified
suppression si evince che, sebbene in queste ultime zone l‟occorrenza di incendi
è minore rispetto alle altre aree, l‟estensione delle aree bruciate è elevata. Ciò è
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dovuto principalmente alla politica di intervenire ove possibile. Di contro in
molte regioni l‟efficienza con cui si è applicata la politica del fire suppression ha
portato ad un passaggio verso consecutivi stadi successionali della vegetazione in
particolare per quel che riguarda le foreste interessate di norma da incendi di
superficie. Ciò ha comportato un significativo cambiamento nel regime degli
incendi con un progressivo accumulo di combustibile che si è tradotto in incendi
di più alta intensità. Inoltre si sono create le condizioni per lo sviluppo di
fitopatologie che hanno aumentato ulteriormente la quantità di combustibile
dovuto all‟accumulo di legname in decomposizione. A questo problema alcune
amministrazioni hanno ovviato optando per l‟uso di fuochi prescritti come
soluzione alla mitigazione del richio in queste aree.
Agenzie Governative e il Canadian Interagency Forest Fire Centre
In Canada sono le amministrazioni provinciali ad avere giurisdizione nella
gestione delle foreste e conseguentemente degli incendi, ma resta di competenza
federale la sicurezza e la salute della popolazione. Il decentramento provinciale
dei sistemi di fire management opera abbastanza efficientemente in condizioni
normali, ma in occasione di periodi caratterizzati da situazioni di incendi gravi
necessita di sostegno. A questo scopo è nato negli anni Ottanta il CIFFC
(Canadian Interagency Forest Fire Centre) fondato con lo scopo di condividere
informazioni e risorse nel campo del fire management tra le varie
amministrazioni ed agenzie territoriali del territorio canadese. Inoltre
quest‟ultimo aggiorna periodicamente le statistiche nazionali sugli incendi,
facilitando così la condivisione di dati tra le varie agenzie che si occupano degli
incendi stessi. Negli ultimi venti anni il CIFFC ha fornito il contributo maggiore
allo sviluppo del fire management in Canada stabilendo a livello nazionale degli
standard per equipaggiamenti, personale e tecniche, rendendo possibile lo
scambio di risorse e dati, svolgendo ricerche ed infine rappresentando il contatto
per cooperazioni internazionali. Negli anni si è andato confermando che questo
lavoro di coordinamento svolto dal CIFFC dovesse essere supportato da un
significativo stanziamento di risorse economiche diventando una parte
importante del business del fire management.
Per quanto riguarda le ricerche in materia di incendi, il Canada rappresenta una
nazione all‟avanguardia, con un sistema di collaborazione tra amministrazioni
governative sia a livello federale sia locale, università e settori privati. Il
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programma di ricerca condotto dal Canadian Forest Service (CFS), in
collaborazione con il Natural Resources Canada, svolge il compito di riassumere
e coordinare le attività di ricerca svolte appunto da queste diverse realtà.
Canadian Wildland Fire Strategy
Come gia più volte accennato, il fuoco rappresenta in Canada un processo
ecologico fondamentale, ma nel seguito ha anche indesiderati impatti socio-
economici che purtroppo le ultime stagioni di incendi hanno tristemente
evidenziato. Bilanciare i potenziali benefici e gli svantaggi è un compito
complesso e scoraggiante ma è estremamente importante per la sicurezza
pubblica e per una gestione sostenibile delle foreste e delle altre aree vegetate.
Pertanto, sotto la direzione del Canadian Council of Forest Minister ed in accordo
con gli attuali mandati giurisdizionali, le amministrazioni federali, provinciali e
locali hanno cooperato nello sviluppo del Canadian Wildland Fire Strategy
(CWFS). Esso si pone l‟obiettivo di trovare un equilibrio tra gli aspetti sociali,
ecologici ed economici degli incendi boschivi per trattare sia le cause prime sia i
sintomi degli attuali e potenziali problemi legati al fire management; è stato
inoltre progettato per facilitare lo sviluppo e la realizzazione di approcci
innovativi al fire management che possano:
- Far sì che le comunità siano resilienti;
- Valorizzare e sviluppare gli ecosistemi forestali in modo produttivo e
sano;
- Comprendere l‟aspetto economico.
È stato redatto a questo scopo un report che riporta lo stato attuale degli incendi
boschivi e la loro gestione, una visione delle prerogative future e le
raccomandazioni su come e cosa fare nei prossimi dieci anni. Nello specifico
sono stati individuati due elementi come prerequisiti per cambiare le politiche di
fire management verso gli obiettivi futuri: il primo riguarda una serie di principi
che le amministrazioni ai vari livelli dovrebbero seguire, mentre il secondo è una
serie di obiettivi e strategie.
I piani sviluppati dal CWFS includono un set di azioni, iniziative o programmi
nati sulla base della collaborazione tra i vari ordinamenti di governo.
Allo sviluppo del CWFS ha contribuito un gruppo di lavoro che aveva come
scopo principale quello di specificare e valutare le attuali e future best practices
inerenti le attuali ed emergenti realtà da affrontare nell‟ambito del fire