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INTRODUZIONE
Il presente lavoro si prefigge di analizzare le problematiche riguardanti l’impatto
dei principi contabili internazionali IAS/IFRS sulle performance aziendali misurate attra-
verso indicatori economico-finanziari.
A seguito delle innovazioni derivanti dal processo di armonizzazione contabile at-
tuato dall’Unione Europea mediante l’introduzione dei principi contabili internazionali
emanati dallo IASB, la concezione di reddito e di patrimonio, da alcuni punti di vista, si
discosta in maniera sostanziale da quella dei principi contabili nazionali. Un bilancio IASB
si trova pertanto a divergere da un bilancio OIC a causa di possibili differenze nei criteri di
inclusione o esclusione di alcune poste di bilancio, nelle diverse modalità di collocazione
degli elementi patrimoniali e reddituali all’interno degli schemi, nonché nei criteri di
valutazione. Dal momento che la considerazione delle grandezze economico-patrimoniali e
degli equilibri emergenti nel bilancio inevitabilmente influenza il comportamento degli
stakeholders, questi effetti contabili assumono un valore strategico.
In particolare, col fine di favorire l’apporto di capitali alle aziende, anche da parte
di investitori stranieri, i principi contabili IAS/IFRS prediligono un concetto di capitale
corrente e un concetto di reddito potenziale, che include alcuni componenti, positivi o
negativi, effettivamente realizzati e altri potenzialmente realizzabili. Ciò dovrebbe permet-
tere agli investitori di vedersi riconoscere da subito tutti i profitti maturati lungo la durata
del proprio investimento e anche di disporre di informazioni più significative per
l’apprezzamento del valore economico dell’investimento stesso.
Per quanto riguarda la struttura del lavoro, il primo capitolo è dedicato
all’armonizzazione contabile in atto a livello internazionale, con riferimento particolare
all’UE e all’Italia. Il secondo capitolo tratta le principali caratteristiche, in termini di
postulati, del bilancio d’esercizio IAS/IFRS. Nel terzo capitolo viene descritto, a larghe
linee, il ruolo e il funzionamento delle analisi di bilancio, nonché le peculiarità derivanti
dall’impatto degli IAS/IFRS sulle performance misurate dagli indicatori economici-
finanziari. Infine, nel quarto capitolo viene sviluppata l’analisi per indici sui bilanci indivi-
duali d’esercizio (2004) di Ducati Motor Holding S.p.A. e Sabaf S.p.A.. I due bilanci
infatti, essendo stati redatti sia secondi i principi contabili nazionali OIC, sia secondo gli
IAS/IFRS, permettono di comprendere la misura dell’impatto del processo di armonizza-
zione contabile sulla performance aziendale.
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Capitolo 1
L’ARMONIZZAZIONE CONTABILE INTERNAZIONALE
1.1 Le motivazioni alla base dell’armonizzazione
Il continuo incrementarsi dei fenomeni di internazionalizzazione e la continua ri-
cerca di soluzioni globali da parte delle imprese operanti nelle moderne economie di
mercato rende sempre più necessaria un’informazione economica che sia non solo rilevan-
te, significativa, corretta e completa, ma anche comparabile a livello internazionale.
È solo mediante un’informazione di tale natura che si riesce a rafforzare la fiducia
dei risparmiatori e delle istituzioni finanziarie. Tale fiducia si traduce in una maggiore
facilità per le imprese nel reperire finanziamenti basilari per il loro sviluppo, ed è dallo
sviluppo del tessuto imprenditoriale che nelle moderne economie di mercato scaturisce
l’incremento degli scambi commerciali e dei relativi mercati.
In tale scenario nasce, e cresce, l’esigenza di adottare principi contabili armonizza-
ti e universalmente riconosciuti. Da questo processo non poteva ovviamente estraniarsi
l’Unione Europea, la quale può esser considerata l’artefice dell’armonizzazione contabile in
Europa. Essa trova alla sua base non solo la libertà di circolazione di beni, servizi, persone
e capitali
1
, ma anche l’utilizzo di un’unica moneta di riferimento, l’Euro.
Prima di poter parlare di armonizzazione contabile è opportuno darne una defini-
zione. Per armonizzazione contabile si intende un processo che ha come scopo quello di
rendere compatibili i vari principi di redazione di bilancio utilizzati dai vari Paesi conside-
rati. Inoltre è importante tener presente che il termine armonizzazione non deve esser
confuso con il termine standardizzazione
2
. Quest’ultimo condurrebbe infatti all’utilizzo, da
parte di tutti i redattori di bilancio, degli stessi principi contabili. Modello, questo, sicura-
mente interessante ma di difficile attuazione. Risulta, quindi, più giusto parlare di standar-
dizzazione flessibile, cioè di un processo di armonizzazione che ha lo scopo di ridurre le
differenze tra i vari principi contabili dei singoli Paesi, non pregiudicando l’originalità e le
peculiarità degli stessi.
1
Cfr. Trattato istitutivo della Comunità Economica Europea.
2
In merito alla differenza tra armonizzazione e standardizzazione, Alexander, Britton e Jorissen specifica-
no: “Harmonization is a process of increasing the compatibility of accounting practices by setting bounds to
their degree of variation. Standardization appears to imply the imposition of a more rigid and narrow set of
rules. (…) In practice the words are often used interchangeably.” Cfr. D. Alexander - A. Britton - A. Jorissen,
International financial reporting and analysis, Thomson 2005, pag. 40. Sul concetto di armonizzazione
contabile e sui suoi risvolti storici si può far riferimento anche a C. W. Nobes, International harmonization of
accounting, Cheltenham, 1996.
6
Per poter raggiungere il risultato preposto le strade percorribili sono due: la prima
consiste nella ricerca di un accordo Stato per Stato; la seconda, invece, fa riferimento
all’attribuzione di una delega ad un organismo internazionale, composto eventualmente da
rappresentanti dei vari Paesi e delle varie istituzioni, che si occupi di redigere dei principi
contabili internazionali accettati, senza possibilità di deroga da parte dei Paesi che hanno
costituito il suddetto organismo. L’Unione Europea ha optato per la seconda strada che è
stata ritenuta maggiormente utile e dai risultati più duraturi.
Sebbene sia stata l’emanazione del regolamento Ce n. 1606/2002 del 19 luglio
2002, relativo all’adozione dei principi contabili internazionali dello IASB
3
, ad innescare
un mutamento irreversibile nel processo di armonizzazione contabile, definendo i tempi e
le condizioni della progressiva diffusione in Europa di un comune linguaggio contabile
4
,
l’armonizzazione contabile affonda le sue radici in tempi meno recenti. Già nel 1978 il
Consiglio Europeo iniziò la strada dell’armonizzazione con l’emanazione della 4
a
direttiva
CEE (sui conti annuali delle società). A tale direttiva seguirono la 7
a
direttiva (sui bilanci
consolidati, del 1983), la direttiva 86/635/CEE (sui conti annuali consolidati delle banche) e
la direttiva 91/674/CEE (sui conti annuali e consolidati delle società assicurative).
Le suddette direttive, nonostante avessero come fine quello di avvicinare la mate-
ria contabile dei vari Paesi, non riuscirono a raggiungere a pieno il risultato voluto, a causa
della possibilità, lasciata agli Stati membri, di adoperare dei principi contabili che, seppure
sulla riga di quelli proposti dalla allora Comunità Economica Europea (ora Unione Europe-
a), restano molto vicini alle pratiche contabili comunemente adoperate in ciascuno Stato.
Opzione questa ampiamente utilizzata per evitare una discontinuità nei processi di valuta-
zione e redazione dei bilanci delle imprese.
Le direttive si rivelarono quindi inadatte
5
a permettere il completamento del pro-
cesso di armonizzazione contabile e la Commissione Europea dovette scegliere tra due
alternative: formulare autonomamente un insieme di principi contabili da far utilizzare per
3
Lo “IASB” (International Accounting Standards Board) è l’organismo costituito il 1° aprile 2001 dalla
“IASC Foundation” e preposto a elaborare, pubblicare e diffondere i principi contabili internazioni con lo
scopo prevalente di contribuire al processo di armonizzazione delle modalità di redazione e di comunicazione
delle informazioni economico-finanziarie d’impresa. Con l’istituzione dello IASB, che ha sostituito lo IASC
(International Accounting Standards Committee), i principi contabili internazionale hanno cambiato la loro
denominazione da IAS (International Accounting Standards) a IFRS (International Financial Reporting
Standards). Per conseguenza, oggi l’acronimo IAS identifica i principi emanati prima del 1° aprile 2001,
mentre la sigla IFRS qualifica i principi pubblicati e revisionati dallo IASB successivamente al 1° aprile 2001,
i quali sostituiranno gradualmente i principi IAS.
4
Cfr. A. Lionzo, Il sistema dei valori di bilancio nella prospettiva dei principi contabili internazionali,
FrancoAngeli, Milano, 2005, pag. 9.
5
“La direttiva è quell’atto che vincola lo Stato membro cui è rivolta per quanto riguarda il risultato da
raggiungere, salva restando la competenza degli organi nazionali in merito alla forma e ai mezzi.” È necessa-
rio, infatti, che gli Stati adottino norme di recepimento. Cfr. F. Pocar, Diritto dell’Unione e della Comunità
Europea, Giuffrè 2002.
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la redazione dei bilanci delle imprese quotate dagli Stati membri; o adottare uno dei vari
standard già esistenti. Si è deciso di optare per questa seconda ipotesi e la scelta è andata a
preferire i principi IASB – i cosiddetti principi contabili IAS/IFRS – a quelli propri del
sistema statunitense, gli US GAAP.
Nel momento in cui la Commissione Europea ha scelto i principi contabili emanati
dallo IASB come standard contabili di riferimento, questi sono stati, e sono tuttora, sotto-
posti ad un continuo e mirato processo revisionale legato alle richieste dell’UE e costitui-
scono attualmente un insieme completo di principi per un’informativa economico-
finanziaria che si ritiene possa meglio soddisfare le esigenze di imprese, investitori e
utilizzatori del bilancio.
I primi principi contabili internazionali furono emanati dallo IASC (International
Accounting Standards Committee), organismo di natura privata nato a Londra nel 1973
dopo l’accordo tra le più importanti associazioni professionali dei Paesi occidentali.
L’istituzione dello IASC è collegata a un altro istituto internazionale, l’IFAC (International
Federation of Accountants). Quest’ultimo è indipendente da qualsiasi tipo di controllo
governativo e tutti i suoi membri sono divenuti automaticamente membri dello IASC.
Dalla sua costituzione lo IASC ha subito più volte cambiamenti strutturali. Nel
1989, infatti, iniziò un processo di aggiornamento degli IAS esistenti. Il primo importante
cambiamento si ebbe con la pubblicazione del Framework for the Preparation and Presen-
tation of Financial Statements
6
, che costituì un importante supporto teorico agli IAS
esistenti. Il framework stabilì gli obiettivi dell’informativa societaria, le caratteristiche
fondamentali del bilancio ed elaborò i principi generali di rilevazione contabile. Esso
contribuì a promuovere l’accettazione e il riconoscimento degli IAS da parte della profes-
sione contabile internazionale, delle società che intendevano adottarli, degli utilizzatori e
dei revisori contabili (auditors) dei bilanci.
Prima del 1995, però, i principi elaborati dallo IASC non disponevano autonoma-
mente di una forza legale. Essi potevano acquistare maggiore considerazione solo col
supporto delle principali istituzioni internazionali, rappresentanti le diverse categorie di
operatori economici (organizzazioni internazionali della professione contabile, commissioni
di vigilanza dei mercati, ecc.). È proprio all’interno di questo quadro che s’inserì l’accordo
concluso nel 1995 tra lo IASC e lo IOSCO (International Organization of Securities
Commissions), l’organizzazione che rappresenta le commissioni di vigilanza dei mercati
borsistici mondiali. Essi stabilirono le integrazioni ai principi IAS, necessarie affinché lo
6
IASB, International Financial Reporting Standards. Framework for the Preparation and Presentation of
Financial Statements (Quadro sistematico per la preparazione e la presentazione del bilancio), IASCF,
London, UK, 2004. Nella pagine successive verrà identificato semplicemente come Framework.