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CAPITOLO 1
CENNI STORICI
1.Le origini
Le prime tracce del rapporto uomo-animale si incontrano nel periodo
Mesolitico quasi contemporaneamente al passaggio alla vita rurale da parte
dell‟uomo che sino ad allora è stato per lo più nomade e cacciatore
1
.
Uomini e animali selvatici erano parte integrante di uno stesso ecosistema e
tale vicinanza ha portato verso un processo di addomesticamento dell‟animale;
all‟inizio venivano selezionate razze meno selvatiche, più socievoli, senza
prendere in considerazione parametri standardizzati, in seguito si è arrivati
all‟allevamento e allo sviluppo programmato in base all‟utilità, alle condizioni
economiche e alle condizioni alimentari
2
.
La vicinanza abitativa, l‟alta adattabilità all‟ambiente, la selezione degli
esemplari più docili e socievoli ha reso il cane una delle razze più vicine all‟uomo
e la convivenza cane-uomo ha contribuito a migliorare la vita di entrambi .
Il gatto ha una storia più recente, esso era molto popolare in Egitto sin dal 2600
a.C. ed era visto come un animale sacro che non poteva essere esportato dal luogo
sopraindicato.
Cominciò a fare la sua comparsa in Europa nel 100 a.C.; nel Medioevo esso
divenne simbolo di Satana e condivise il rogo con molti uomini artefici del
malvagio .
Il gatto iniziò ad essere considerato come animale domestico grazie alla
scoperta di Pasteur
3
nel 1800, il quale notò che la sua attenta e continua pulizia lo
rendevano un compagno più raccomandabile rispetto al cane .
L‟addomesticamento dei gatti però rimase alla prima tappa evolutiva sino al
ventesimo secolo, solo negli ultimi 50 anni si è arrivati a selezionare razze feline
con il ruolo principale di compagnia.
1
Cfr Davis M. , Valla F. R , Evidence for domestications of dog , Nature.
2
Cfr Gabriella Ba, Strumenti e tecniche di riabilitazione psichiatrica e psicosociale , Franco
Angeli.
3
Cfr Gabriella Ba, citato.
6
Nella cultura Occidentale nel Cristianesimo si parlava della superiorità del
genere umano sul regno animale
4
; mentre nel Rinascimento Leonardo introdusse
la zoo-psicologia (fig.1) parlando a favore dei diritti degli animali.
fig.1 Cratere attico
Nel XVIII secolo ci furono varie opinioni sul concetto di animale, la scuola
Cartesiana non attribuiva ad esso nessuna coscienza, la Scolastica invece vedeva
l‟animale come privo di intelligenza e di ragione arrivando poi alla corrente di De
Condillac il quale vedeva l‟animale come sensibile e dotato di pensiero
5
.
Infine nel XX secolo Leghissa riconosce in un suo scritto, “Origine
dell’intelligenza“ la presenza nell‟animale di una coscienza individuale e sociale.
In questo clima culturale muove le sue prime mosse la Pet Therapy, infatti
cronache scientifiche segnalarono casi in cui vengono utilizzati animali a scopo
terapeutico.
Il rapporto con gli animali non deve essere esclusivamente di tipo utilitaristico
ossia ai fini del trasporto, dell‟alimentazione, ma ha un valore per la relazione che
4
Cfr Genesi , 1°, pp.20-28 .
5
Cfr Meluzzi A. , Boratti A . , Lorenzetto S. , Zolesi G. ,Pet Therapy .Aiutarsi con gli
animali,Omega , Torino , 2000 .
7
riesce a creare con l‟essere umano, per il piacere che può determinare e infine per
la capacità di fornire un affetto incondizionato
6
.
Il primo caso di Pet Therapy alla fine del diciottesimo secolo si ebbe in
Inghilterra, grazie a William Tuke; egli tendeva a stimolare i propri pazienti
alienati mentali a prendersi cura degli animali domestici verificando gli effetti
benefici provocati da tale esposizione sull‟autonomia e sul self control dei
pazienti stessi
7
.
Nel 1867 l‟istituto tedesco Bethel di Bielefeld introduceva nei programmi
terapeutici piccoli animali come cani e gatti
89
; in seguito il medico francese
Chessigne prescrisse a pazienti con problemi neurologici di cavalcare per ottenere
un miglioramento nell‟equilibrio e nel controllo muscolare
9
.
Durante la seconda guerra mondiale, presso il Pawling Army Air Force
Convalescent Hospital si utilizzarono animali da compagnia e cavalli per
migliorare le condizioni psichiche degli individui traumatizzati in guerra
10
.
Liz Hartel (1952), una ragazza poliomielitica, si classificò seconda nella gara
di dressage alle Olimpiadi di Helsinki facendo così diffondere l‟ippoterapia in
tutto il mondo
11
.
Nel 1953 Boris Levinson fece le prime ricerche cliniche sugli effetti benefici
degli animali su individui con disagi psichici o handicap, verificò siffatti esiti
quando durante una seduta terapeutica con un bambino autistico, il suo cane entrò
casualmente nello studio, il bambino iniziò a giocare in modo immediato con
l‟animale.
Levinson notò non solo l‟atteggiamento rilassato del bambino ma anche una
sua maggiore collaborazione e disponibilità al dialogo; tale effetto positivo si
ripeteva ogni qualvolta l‟animale era presente.
6
Cfr Antonio Pugliese,Pet Therapy Strategie di intervento e linee guida,Armando Siciliano.
7
Cfr McCulloch M. J. , (1983) , Animal facilitated Therapy :overview and future direction ,
Kailmer Eds .
8
Cfr Bustad L. K. ,Hines L. , (1984) , Historical perspectives of human animal bond .
9
Cfr Giuliana Proietti , Walter La Gatta , La Pet Therapy , Xenia , 2005 .
10
Cfr Gabriella Ba, citato .
11
Cfr Renata Fossati , Guida alla Pet Therapy , Olimpia , 2003 .
8
Egli in conseguenza a tale esperienza arrivò a considerare il cane come co-
terapeuta e nel 1961 coniò il termine di Pet Therapy ossia terapia per mezzo
dell‟animale
12
.
Negli anni „70 i coniugi Corson, stimolati dagli studi effettuati da Levinson,
approfondirono le loro ricerche per poter inserire animali da compagnia in
programmi terapeutici per anziani e pazienti psichiatrici, ponendo maggiore
attenzione alla presenza del pet, attraverso la quale si va a migliorare l‟autostima e
facilita il recupero della capacità di relazionarsi.
In seguito i Corson verificarono i risultati ottenuti notando che i terapisti
stabilivano maggiori relazioni con i pazienti ricoverati se era presente un animale;
mentre i pazienti isolati e poco comunicativi stabilivano una comunicazione prima
con il cane, poi con gli operatori e infine con le altre persone degenti
13
.
Nel 1975 David Lee sperimentò la Pet Therapy con pappagallini e pesci
tropicali su pazienti ricoverati nel Lima State Hospital for Criminally Insane. Egli
verificò i risultati ottenuti, come la riduzione delle condotte violente tra ricoverati
e tra pazienti e staff.
Un esperimento simile fu attuato nel penitenziario di San Quintino (California)
con i gatti, esso fu fallimentare poiché il numero dei gatti aumentò in modo
esagerato provocando problemi ambientali e igienici
14
.
Nel 1981 fu fondata in America la Delta Society, un‟associazione che studia
l‟interazione uomo-animale.
Tale società individua una serie di finalità dell‟intervento terapeutico svolto con
l‟ausilio dell‟animale
15
:
1. finalità fisiche: migliorare le capacità motorie e l‟equilibrio fisico;
2.finalità psichiche: aumentare le interazioni tra gli individui, migliorare le
capacità attentive e l‟apprendimento, incrementare
l‟autostima, ridurre l‟ansia e la solitudine;
12
Cfr Levinson Boris , The dog as co-therapist , Mental Hygiene , 1962 .
13
Cfr Corson S. A. , O‟Leary Corson E. ,(1980) , Pet animal as non verbal mediators in
psychotherapy in a istutional setting , in Corson and Corson.
14
Cfr Gabriella Ba, citato.
15
Cfr www.deltasociety.org.
9
3.finalità educative : arricchire il vocabolario, recuperare la memoria a breve e a
lungo termine, migliorare la conoscenza di concetti
misurabili (colore, grandezza, peso );
4.finalità motivazionali : migliorare la socializzazione, stimolare la volontà di
essere coinvolti in attività di gruppo, migliorare le
interazioni con altri individui e operatori della struttura.
La Pet Therapy insorge in Italia nel 1987 e negli ultimi anni nelle diverse città
sono stati avviati programmi ospedalieri e domiciliari con gli animali
16
.
Nel 1996 si realizzò il progetto Taa presso la fondazione Robert Hollman di
Cannero Riviera a Verbania per bambini con deficit visivi e handicap multipli; e il
progetto “Fattoria in ospedale”
17
attuato a Padova.
Diversi progetti sono stati svolti in centri di riabilitazione psichiatrica e in
strutture di lungodegenza psichiatrica (es. Comunità Arcobaleno dell‟Ospedale
FateBeneFratelli di Cernusco sul Naviglio); sono stati attuati differenti programmi
domiciliari dal servizio psichiatrico della UUSL di Torino in collaborazione con
la clinica medica veterinaria dell‟Università di Torino
18
.
1.2 Panorama internazionale
La Pet Therapy si è diffusa in diversi stati tra i quali troviamo: Francia, Gran
Bretagna, Stati Uniti, Ungheria, Portogallo, Australia e Italia
19
.
In Francia è maggiormente diffusa e viene utilizzata in ambito scolastico per
facilitare lo sviluppo psicologico, e per affrontare problemi caratteriali, mentre in
ambito psicoterapeutico viene utilizzata per affrontare ed eventualmente risolvere
il disagio familiare in presenza di un soggetto portatore di handicap.
La Pet Therapy è stata introdotta in Francia grazie al Dottor Ange Condoret, il
quale favorisce la riabilitazione di bambini con disturbi del linguaggio tramite
16
Cfr Gabriella Ba, citato.
17
Cfr Del Negro E. , (1998) ,Pet Therapy: un metodo naturale. Un programma di
riabilitazione e rieducazione psicoaffettiva , Franco Angeli , Milano .
18
Cfr Gabriella Ba, citato.
19
Cfr Giuliana Proietti, citato.
10
l‟ausilio di animali addestrati che forniscono risposte al bambino solo nel
momento in cui emette suoni corretti.
Condoret ha impiegato gli animali anche per aiutare quei bambini che
mostravano una maggiore ansia nel momento in cui dovevano passare dal
linguaggio verbale a quello non verbale.
Nel 1974 in Gran Bretagna invece fu effettuato uno studio pionieristico
condotto da Roger Mugford su quarantotto persone con un‟età media di settantatre
anni che vivevano da sole
20
.
Queste persone furono raccolte in due gruppi, ad uno diedero delle piante da
accudire, all‟altro dei pappagallini; dopo tre anni si notò che erano stati ottenuti
maggiori benefici dal gruppo che aveva in cura i pappagallini. I proprietari di
questi animali erano più allegri, inoltre avevano stabilito maggiori rapporti sociali
e il tasso di sopravvivenza risultava essere superiore rispetto al gruppo che aveva
in cura delle piante.
Negli Stati Uniti la Pet Therapy fu impiegata per migliorare la qualità della vita
degli individui che presentavano problemi fisici o sociali.
In Ungheria si riuscì a capire l‟importanza dell‟animale solo attraverso uno
studio condotto da Pethes nel quale notò che il suicidio era del tutto assente in
soggetti che vivevano a stretto contatto con animali domestici, ciò dimostra che
l‟animale contribuisce nel mantenere un equilibrio psichico.
In Portogallo si comprese la rilevanza della Pet Therapy attraverso un
esperimento condotto su 3.000 famiglie dal professore Antonio Machado Teixera.
Suddette famiglie accettarono in casa un cane o un gatto per vedere se tale
inserimento potesse fornire degli esiti positivi. L‟esperimento fu molto
soddisfacente in quanto il rendimento scolastico dei bambini risultava essere
migliorato.
In Australia la Pet Therapy si diffuse dopo che un cane casualmente entrò
nell‟ospedale in cerca di cibo, si notarono sui degenti effetti benefici in seguito ai
quali decisero di tenerlo a scopo terapeutico .
20
Cfr Giuliana Proietti, citato.
11
In Italia si diede maggiore importanza alla Pet Therapy attraverso dei
convegni, uno riguardante “Il ruolo degli animali nella società”(1987), l‟altro
“Antropologia di una passione” (1991) che poneva ulteriore attenzione al ruolo
terapeutico degli animali nella vita umana e non solo in soggetti psichiatrici,
tenuti entrambi a Milano.
Attualmente è stato promulgato un decreto di legge
21
che prevede l‟inserimento
della Pet Therapy negli ospedali e negli istituti geriatrici, la gestione e la
preparazione di tali interventi deve essere effettuata da persone competenti :
medici con specializzazioni varie, psichiatri, psicologi, tecnici della riabilitazione
psichiatrica, pedagogisti, fisioterapisti, istruttori cinofili, veterinari.
21
Cfr Gazzetta Ufficiale n°52 del 04/03/2003.