INTRODUZIONE Il ventesimo secolo è stato il secolo in cui maggiormente gli Stati
hanno voluto regolare i propri rapporti attraverso la costituzione e
l'adesione ad organizzazioni internazionali, demandando a queste
parte dei propri poteri nel tentativo di stabilizzare i più svariati ambiti
delle relazioni internazionali. Accanto alle organizzazioni a carattere
generale (o universale), come può essere definita ad esempio
l'Organizzazione delle Nazioni Unite, ve ne sono altre che hanno un
campo di intervento più circoscritto. Tra queste alcune hanno natura
prettamente economico-finanziaria e sono le cosiddette Istituzioni
Economiche Internazionali (IEI).
Alla base dell'esistenza di tali istituzioni vi è il riconoscimento della
loro utilità nel sopperire ai fallimenti del mercato e nella salvaguardia
dei beni pubblici internazionali. Per bene pubblico internazionale
possiamo intendere l'integrità e salubrità ambientale o la stabilità
politica, ma volendoci riferire all'ambito economico-finanziario
possiamo considerare, ad esempio, l'esigenza di stabilità finanziaria
globale, ottenibile anche grazie al buon funzionamento del sistema dei
pagamenti. Un esempio di fallimento del mercato che giustifica
l'esistenza delle IEI può essere, invece, la riluttanza dei governi dei
singoli paesi all'abbattimento di misure protezionistiche a favore delle
aziende nazionali che invece limitano gli scambi o la possibilità per i
consumatori di comprare beni a prezzi inferiori. O ancora, possiamo
definire fallimento del mercato l'avversione delle istituzioni
finanziarie private nel concedere ingenti crediti sovrani a lungo
termine ai paesi in via di sviluppo, se non a fronte di elevati tassi
d'interesse a causa dell'elevato rischio di insolvenza.
Tali argomentazioni giustificano l'azione delle istituzioni che
5
costituiscono l'attuale architettura economico-finanziaria
internazionale. Le tre principali organizzazioni che compongono
questa ultima sono: il Fondo Monetario Internazionale, il gruppo della
Banca Mondiale e l'Organizzazione Mondiale del Commercio. Le
prime due nate nel secondo dopoguerra dalla Conferenza di Bretton
Woods (New Hampshire, USA) del 22 luglio 1944, la terza nata nel
1995, durante l'Uruguay Round, con la cessazione del GATT (General
Agreement on Tariffs and Trade)
1
.
Questa trattazione sarà incentrata sul Fondo Monetario Internazionale,
dai motivi specifici della sua costituzione all'analisi del suo
funzionamento, concentrandosi sui giudizi formulati da vari esponenti
della comunità accademica, politica e civile sull'attività recente di
questa Istituzione e su quali sono state le principali proposte di
riforma.
Il Fondo Monetario Internazionale fu concepito come Istituzione in
grado di garantire ai propri paesi membri la liquidità necessaria a
fronteggiare momentanei squilibri della bilancia dei pagamenti.
L'esperienza della recessione globale scaturita dalla crisi del '29 aveva
suggerito che al sistema finanziario internazionale mancasse un tale
strumento. A partire dagli anni settanta, in concomitanza con la fine
del sistema del Gold Exchange Standard (l'abbandono del sistema di
cambi fissi), con l'aumento del debito dei paesi in via di sviluppo
legato all'impiego dei petrodollari provenienti dai paesi produttori di
petrolio e con il progressivo affermarsi delle teorie neo-liberiste, il
Fondo Monetario Internazionale ha mutato il proprio approccio.
1 Anch'esso nato dalla Conferenza di Bretton Woods: “Il GATT entrò in vigore nel 1948 e secondo
le intenzioni di Bretton Woods, doveva essere affiancato da un'agenzia dell'ONU
(l'Organizzazione Internazionale del Commercio, Internazional Trade Organization ) che però non
venne mai costituita.” (De Arcangelis G., 2009, Economia Internazionale ( II ed.), McGraw-Hill –
Publishing Group Italia, Milano, cit. pag. 20).
6
L'assistenza ha riguardato con una certa frequenza e prevedibilità un
ristretto numero di paesi, trasformando il proprio intervento dal breve
al medio-lungo periodo, con effetti negativi secondo alcuni nel dar
luogo a fenomeni di deresponsabilizzazione dei governi destinatari
degli aiuti e degli investitori esteri. Somministrando poi ricette di
politica economica più orientate all'austerità ed alle liberalizzazioni
economiche e finanziarie.
Un processo di revisione dell'Organizzazione è attualmente in corso.
Le crisi finanziarie degli anni novanta (dette del XXI secolo) e la più
recente crisi finanziaria globale hanno messo in luce alcuni limiti
dell'approccio passato. Tale revisione ad esempio tocca le mutate
posizioni del Fondo in merito all'impiego di forme di controllo sui
flussi di capitale. Come anche un maggiore impegno a rivedere il
potere decisionale di ogni membro in funzione dei mutati assetti geo-
economici. Tuttavia, sono in molti a sostenere che è necessario uno
sforzo maggiore e più radicale. Ovvero maggiori concessioni da parte
delle potenze che, sulla base degli equilibri del secondo dopoguerra,
detengono i principali privilegi. Primi fra tutti gli Stati Uniti.
Quanto accennato verrà approfondito lungo il corso di questa ricerca
al fine di delineare un quadro chiaro sull'operato del FMI, tenendo
conto degli errori come dei successi passati, focalizzando l'attenzione
sull'approccio nei confronti dei flussi di capitale ed i punti di approdo
e di ripartenza circa sue eventuali riforme. Cambiamenti che giovino
cioè alla stabilità finanziaria mondiale di concerto con una più equa
distribuzione della ricchezza e lo sviluppo equilibrato di tutti i paesi,
soprattutto quelli più poveri.
7
CAPITOLO PRIMO
IL FONDO MONETARIO INTERNAZIONALE 1.1. La Nascita del FMI: Funzioni ed Obiettivi Nel luglio del 1944, i rappresentanti di 44 paesi alleati si riunirono in
una località statunitense del New Hampshire – Bretton Woods – con
l'intento di trovare una nuova soluzione di armonizzazione del sistema
finanziario globale. La Seconda Guerra Mondiale volgeva al termine e
il suo esito sembrava ormai scontato, mentre già si delineava
l'emergere delle due superpotenze che avrebbero poi caratterizzato la
Guerra Fredda.
Da tale conferenza nacque il sistema di cambi fissi tra le valute, tutte
agganciate al dollaro, il quale a sua volta era agganciato all'oro (Gold
Exchange Standard)
2
e nacquero alcune Istituzioni Finanziarie
Internazionali (IFI): il gruppo della Banca Mondiale, il Fondo
Monetario Internazionale e l'Organizzazione Internazionale del
Commercio (ITO). Quest'ultimo si sarebbe dovuto occupare oltre che
del commercio anche di lavoro, di investimenti e dei servizi. Di fatto
non vide mai la luce per opposizione degli Stati Uniti che, riluttanti
verso limitazioni alla propria sovranità su queste tematiche, optarono
per un più blando accordo: General Agreement on Tarifs and Trade
(GATT)
3
concluso nel 1947.
Il trattato istitutivo del FMI acquisì efficacia nel 1945 e
2 Il sistema monetario nato a Bretton Woods si basava sull'impegno degli Stati Uniti a garantire la
convertibilità della propria valuta in oro, al valore di 35 dollari per oncia, e sull'impegno degli altri
paesi a garantire la parità della propria moneta in dollari USA, senza discostarsi dal rapporto
dichiarato se non del 1% sopra e sotto la parità.
3 T.L. Brewer, S. Young, The multilateral investment system and multinational enterprises, Oxford
University Press, Oxford, 1998, pp. 66-67 (in Roberto Bosio, Oltre il capitalismo, EMI, Bologna,
2010, pag. 44).
8
l'organizzazione cominciò ad operare l'anno successivo. La sede del
Fondo è negli Stati Uniti d'America, nella città di Washington D.C.
4
.
Inizialmente i paesi aderenti erano 25, attualmente (ottobre 2011) sono
187
5
. Il FMI si configura come Istituto specializzato delle Nazioni
Unite mantenendosi però di fatto indipendente. Padri intellettuali di
tale istituzione furono l'americano Harry Dexter White e l'inglese John
Maynard Keynes. Alla base vi erano le riflessioni maturate circa le
politiche monetarie restrittive praticate dalle principali potenze
economiche dopo la crisi del '29 (politiche che contribuirono al
manifestarsi della Grande Depressione). Keynes riteneva che nel caso
di gravi crisi congiunturali, per scongiurare politiche inefficaci o del
tipo “beggar-thy-neighbor” (politiche a scapito degli altri paesi) e
quindi tensioni o vere e proprie guerre commerciali, economiche e
finanziarie, fosse necessario un coordinamento tra gli Stati:
un'istituzione capace di fornire un sostegno alla domanda aggregata
globale per mezzo dell' elargizione di liquidità ai paesi membri 6
nei
momenti di crisi. Tutt'ora rimane questa una delle principali funzioni
del FMI: garanzia per la stabilità delle relazioni monetarie e
finanziarie internazionali attraverso l' assistenza finanziaria ai paesi
membri in difficoltà di bilancia dei pagamenti, per mezzo di diverse
tipologie di linee di credito 7
. Fine principale della stabilità
macroeconomica garantita dal Fondo dovrebbe essere, come cita il
secondo punto dell'articolo 1 del suo Statuto, l'espansione e la crescita
equilibrata del commercio internazionale, del reddito reale,
dell'occupazione ed infine lo sviluppo delle risorse produttive di tutti
4 L'art. XIII dello Statuto dispone che il Fondo ha sede sul territorio dello Stato membro che detiene
la quota più elevata, mentre può avere agenzie ed uffici anche sul territorio di altri Stati membri.
(http://www.imf.org/external/pubs/ft/aa/fre/index.htm ).
5 IMF Members’ Quotas and Voting Power, and IMF Board of Governos,
(http://www.imf.org/external/np/sec/memdir/members.htm ).
6 Montalbano – Triulzi, 2006, La Politica Economica Internazionale I vol. , UTET, Torino, pag. 225.
7 Al 31 agosto 2010 i crediti del FMI ammontavano a circa 200 miliardi di dollari USA, di cui 146
miliardi non ancora prelevati. ( http://www.imf.org/external/np/exr/facts/fre/glancef.htm ).
9
gli Stati membri.
Fino all'abbandono del sistema di cambi fissi Gold Exchange
Standard 8
i prestiti del FMI dovevano permettere ai paesi membri di
non sacrificare le proprie politiche di bilancio al fine di mantenere
l'impegno della stabilità dei cambi. In caso di duraturo e “sostanziale
squilibrio” nelle bilance dei pagamenti spettava al Fondo dichiarare
l'esistenza delle condizioni per richiedere la modifica della parità
dichiarata rispetto al dollaro 9
. Con la fine del sistema di cambi fissi, a
partire dagli anni settanta, tale ruolo del FMI è venuto meno, tuttavia
permane l'obiettivo di “promuovere la stabilità dei cambi, mantenere
tra gli Stati membri dei regimi di cambio ordinati ed evitare
svalutazioni competitive dei tassi di cambio”.
Accanto al sostegno finanziario vanno annoverate, poiché
interconnesse, altre due funzioni. La funzione di sorveglianza e quella
di assistenza tecnica . La prima viene esplicata attraverso un'analisi
multilaterale semestrale che prevede la pubblicazione di un rapporto
ufficiale sullo stato dell'economia mondiale, il World Economic
Outlook , e di un rapporto semestrale inerente la situazione dei mercati
finanziari internazionali, il Global Financial Stability Report (con una
particolare attenzione verso i mercati emergenti). A livello bilaterale la
funzione di sorveglianza viene svolta attraverso le cosiddette
Consultazioni o missioni annuali del FMI (ex art. IV dello Statuto):
analisi bilaterali svolte da team composti dal personale tecnico del
Fondo direttamente nei paesi membri che si concludono con un
8 Abolito con lo Smithsonian Agreement sottoscritto dai paesi del G10 nel dicembre del 1971, a
seguito della dichiarazione di sospensione della convertibilità del dollaro in oro del presidente
USA Richard Nixon dell'agosto di quello stesso anno.
9 Con gli Accordi di Kingston dell'aprile 1976 lo Statuto del Fondo fu modificato ed ogni paese
avrebbe potuto scegliere liberamente il proprio sistema di cambio, come specificato nell'art. IV
dello Statuto.
10
rapporto ( Staff Report ) discusso in seno al Consiglio Esecutivo 10
.
L'autorevole giudizio del FMI ha ripercussioni dirette sui mercati
finanziari e pertanto costituisce un momento delicato per i paesi
oggetto dell'analisi.
L'assistenza tecnica si traduce, invece, in consulenze inerenti politiche
monetarie e fiscali per la costituzione di istituzioni nazionali quali
Banche Centrali o ministeri economici e risultano importanti per le
economie in transizione 11
.
Si legge ancora all'articolo 1 dello Statuto che, oltre agli scopi
enunciati, il Fondo si propone come un'istituzione permanente in seno
alla quale i membri possono promuovere la cooperazione monetaria
internazionale attraverso meccanismi di collaborazione, anche
nell'ottica di ridurre la durata e l'ampiezza degli squilibri delle bilance
dei pagamenti degli Stati membri.
10 Ministero degli Affari Esteri,
http://www.esteri.it/MAE/IT/Politica_Estera/Economia/Cooperaz_Econom/FMI/
11 De Arcangelis G., 2009, Op. cit., pag. 16.
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