INTRODUZIONE
Ė terribile. Quasi tutte quelle
immagini sono specchi mentali che
moltiplicano il Nulla nella gente.
Sono riflessi illusori che rubano lo
spirito, omologano, appiattiscono,
spingono all’imitazione di fantocci
vuoti.
1
1
Adriano Casassa, Il Gioco Estremo , Roma, Fanucci 2008, p. 477.
«A vent’anni dalla caduta del muro di Berlino, noi cominciamo la terza puntata del
Grande Fratello ».
La sera del 9/11/2009 la presentatrice Alessia Marcuzzi, con questa frase ad effetto,
apriva la puntata settimanale di uno dei reality show, anzi per essere più precisi, del
Reality Show per antonomasia: il Grande Fratello .
Questa frase per quanto possa sembrare banale, in qualche maniera racconta
attraverso una metafora una fase cruciale della storia televisiva italiana e non solo.
Nel novembre del 1989 veniva abbattuto il muro di Berlino: il distacco sostanziale
che divideva il mondo in due comparti si sbriciolava lasciando spazio ad una nuova era
di pace e di uguaglianza sociale.
Circa una decina di anni fa è stata 'abbattuta' la concezione comune della televisione,
di fare televisione, ma nello specifico di intendere la televisione. Dopo la caduta del
muro, il mondo, almeno inizialmente, era stato pervaso da una nuova sensazione di
speranza, di consapevolezza che da quel momento in poi tutto sarebbe stato diverso dal
passato; era stata eliminata una barriera che oltre ad essere fisica era sociale.
A circa cinquant’anni dalla sua diffusione (la televisione) viene abbattuto anche il
'muro' del palinsesto televisivo: il 14/09/2000 esordisce in Italia la prima puntata del
Grande Fratello . Da questo momento in poi la televisione acquisisce un nuovo ruolo e
facendolo cambia radicalmente il modo di essere vista inteso sia in senso letterale che
di contenuti. Da questo momento in poi la storia della televisione va riscritta: vanno
rivisitati i suoi programmi, vanno analizzate sotto molteplici punti di vista le sue
strutture, ma soprattutto va studiato il suo pubblico: elemento fondamentale che nel
corso degli anni ha subito una sostanziale trasformazione o mutazione; da homo
telespectator è mutato in homo telespectator-actor ;
Siamo di fronte ad una mutazione di sociabilità, ad un rivoluzionamento nei
comportamenti collettivi. Lo spettacolo televisivo acquista nelle nostre società la
funzione propria del sacro; mutatis mutandis , per tramite del medium, il sociale
stesso diviene spettacolo; l’umanità vive al tempo stesso la sua vita e osserva se
stessa viverla in uno specchio. In una mescolanza di realtà e finzione la condizione
umana si trasforma in spettacolo.
2
2
Cit. in Francesca Anania, Davanti allo schermo-Storia del pubblico televisivo , Roma, La Nuova Italia
Scientifica 1997, p. 11.
5
Il telespettatore diventa linfa vitale per il medium: esso infatti contribuisce a creare
l’audience (dato indispensabile per permettere ai programmi creati di sopravvivere),
inoltre diventa parte attiva dei programmi stessi. La sua partecipazione ai programmi si
è evoluta (o involuta?) nel corso degli anni: intorno agli anni 60 gli italiani chiedevano
alla tv di riposarli dalle fatiche quotidiane, di divertirli indipendentemente dallo stato
d’animo, di informarli sui fatti del mondo, ma chiedevano anche e soprattutto di
partecipare alla cerimonia del video. La partecipazione della gente comune sul piccolo
schermo avviene dapprima con le telefonate in studio, fino ad arrivare alla presenza
fisica sullo schermo: la gente viene pervasa da un interesse spasmodico di confessione
pubblica, di protagonismo a tutti i costi. La gente comune, la cosiddetta 'massa', trova
nella televisione un mezzo per esprimersi, per farsi conoscere, per apparire in qualche
modo. Non ci si accontenta più solo di guardare, ora la gente, vuole esserci, in tutti i
modi. Secondo Giovanni Sartori la televisione:
Sta producendo una permutazione, una metamorfosi, che investe la natura stessa
dell’homo sapiens. La televisione non è soltanto strumento di comunicazione; è
anche al tempo stesso paidea .
3
A completamento di questa definizione possiamo fare riferimento ad una
considerazione contenuta nel saggio omonimo di Werner Jaeger:
[La televisione diventa]Uno strumento “antropogenetico”, un medium che genera
un nuovo anthropos , un nuovo tipo di essere umano.
4
Ma se la televisione, per quanto abbia aperto i propri orizzonti a chiunque, rimane
ancora per molti un desiderio irrealizzabile, Internet permette a tutti di soddisfare quella
voglia di essere protagonista o quantomeno esserci, di essere visibile a tutti.
4 febbraio 2004. Questa data, come quella della caduta del Muro e come quella di
inizio del Grande Fratello , funge da spartiacque, da punto di non ritorno, da 'passaggio
di frontiera': in quel giorno lo studente diciannovenne di Harvard Mark Zuckerberg
fonda la piattaforma sociale (comunemente detta social network) più famosa;
3
Cit. Giovanni Sartori in Giancarlo Bosetti , Dal villaggio all’asilo d’infanzia (globale) , in Cattiva
maestra televisione , Karl. R. Popper, a cura di Giancarlo Bosetti, Venezia, Marsilio 2002, pp. 29-30.
4
Ibidem.
6
Facebook.
Internet, adattandosi alla televisione e successivamente integrandola, ha contribuito a
colmare la lacuna di quest’ultima: infatti chiunque utilizzi un social network, in
particolar modo Facebook, può interagire con tutte le persone (anche i cosidetti Vip)
mettendosi sullo stesso piano; Facebook agisce da 'livella' sociale, le gerarchie su
questa piattaforma non esistono. Se vogliamo considerarla sotto l’aspetto spettacolare
non esistono ne presentatori ne ospiti, il rapporto è caratterizzato da uno scambio
continuo di ruoli senza che nessuno prevalga favorendone l’interscambiabilità.
La domanda che sorge spontanea è: ma questa presa di posizione da parte della
televisione e da parte della rete di lasciare sempre più spazio alla gente comune,
creando ad hoc programmi fatti su misura, ha contribuito e contribuisce ad un
miglioramento della televisione intesa come medium generalista o la corsa sfrenata alla
ricerca dell’audience ha in qualche maniera contribuito ad una banalizzazione del
servizio televisivo rendendolo frivolo e di conseguenza riversando la sua azione sui
principali fruitori?
Con questo lavoro di ricerca cercherò attraverso l’esposizione di vari programmi
televisivi, in particolar modo i reality show, una linea cronologica del rapporto media-
pubblico o più precisamente media-pubblico-attore. Cercherò attraversò l’utilizzo di
testimonianze, articoli di giornale ed altre fonti (in particolar modo quelle interattive) di
esporre casistiche curiose e poco pubblicizzate che fanno da sfondo al 'dorato' mondo
dei reality. Cercherò di andare a scavare su una delle fasi cruciali su cui si basa la
possibile riuscita o meno di un reality: il casting. Partendo da questo analizzerò il
format Grande Fratello sia come punto di partenza, ma anche punto di arrivo della
“nuova televisione”.
Cercherò di individuare le tecniche utilizzate per incrementare l’audience di
determinati programmi: dalla scelta dei conduttori, all’esposizione di immagini 'crude'.
Andando a fondo su questo tema analizzerò i talent show e sfruttando le polemiche
sorte nelle ultime due edizioni del Festival di Sanremo legate alla regolarità del giudizio
(fenomeno del televoto 'pilotato'), mostrerò casistiche e coincidenze 'strane' legate alla
metodologia di produzione di alcuni format.
Nell’ultima parte tratterò il fenomeno di 'centralità' della persona comune: dalla
televisione si passa ad Internet. Prendendo in considerazione il social network più
famoso, Facebook, valuterò il fenomeno della 'perdita della privatezza' (parafrasando
Umberto Eco). Fenomeno già messo in atto con i talk show che lentamente, grazie
7
soprattutto alla grande visibilità offerta dalla rete, sta dilagando in tutto il mondo.
Nell’epoca della “nuova televisione” dove il termine 'realtà' (reality per essere precisi)
viene utilizzato costantemente, ci si accorge che di reale c’è ben poco: si studiano e si
preparano a tavolino situazioni che possano dare al telespettatore l’impressione di
assistere a qualcosa di non preparato, ma la 'legge' dell’audience impone una certezza di
risultato su ciò che si mostra al pubblico; tutto deve essere 'controllabile'. Dai casting
del Grande Fratello ai risultati del televoto di talent show o addirittura di Sanremo ,
tutto deve rispondere a delle logiche 'sotterranee' costellate di interessi legati alla
riuscita del programma o, nei casi peggiori, economici.
Volevo chiudere questa introduzione con alcuni passi tratti da Fenomenologia di Mike
Bongiorno di Umberto Eco, che già cinquanta anni fa aveva intuito la figura del
telespettatore medio:
L’uomo circuito dai mass media è in fondo, fra tutti i suoi simili, il più rispettato:
non gli si chiede mai di diventare ciò che egli è già. In altre parole gli vengono
provocati desideri studiati sulla falsariga delle sue tendenze. Tuttavia, poiché uno
dei compensi narcotici a cui ha diritto è l’evasione nel sogno, gli vengono
presentati di solito degli ideali tra lui e i quali si possa stabilire una tensione. Per
togliergli ogni responsabilità si provvede però a far si che questi ideali siano di
fatto irraggiungibili […]. L’ideale del consumatore di mass media è un superuomo
che egli non pretenderà mai di diventare, ma che si diletta a impersonare
fantasticamente, come si indossa per alcuni minuti davanti a uno specchio un abito
altrui, senza neppure pensare di possederlo un giorno. La situazione nuova in cui si
pone al riguardo la TV è questa: la TV non offre, come ideale in cui
immedesimarsi, il superman ma l’ everyman . La TV presenta come ideale l’uomo
assolutamente medio.
5
L’unico appunto che si può fare all’analisi di Eco è che oggi il consumatore di mass
media pretende di diventare qualcuno anche se non ha il talento o le qualità necessarie.
Questo grazie all’avvento della “nuova televisione” che ha aperto le porte a tutti: belli,
brutti, buoni o cattivi.
5
Umberto Eco, Diario minimo , Milano, Bompiani 2008, p. 29.
8
1. LA GENTE COMUNE NEL PICCOLO SCHERMO: LE
PRIME APPARIZIONI
1. 1. IL PUBBLICO PERFORMER La televisione, fin dalle sue prime apparizioni, è stata un mezzo 'aggregante': in Italia
il possesso del mezzo televisivo non si limitava ai confini di una sola famiglia, ma si
estendeva ai parenti, amici, vicini di casa, fino a coinvolgere (almeno nei primi periodi)
comunità intere. Con il tempo è divenuta il mezzo di comunicazione principale:
paradossalmente la ricezione collettiva modificherà il 'modo' di intendere la televisione,
portandola ed essere lo spettacolo per l’uomo solo:
Se infatti andiamo oltre l’impressione superficiale che, con i mass-media, ci si
trovi di fronte a un piccolo gruppo che si mette in comunicazione con una grande
massa , constatiamo che in realtà la comunicazione avviene tra un sistema molto
ben articolato ed organizzato (cioè un gruppo) che comunica per lo più a dei
singoli, o a delle piccole aggregazioni familiari […].
6
John Ellis illustra come si è arrivati a questa 'individualizzazione' della fruizione,
dividendo in tre fasi la storia sociale della televisione europea, basandosi sulla quantità
dell’offerta:
- L’età della scarsità: comprende gli anni 50 e 60 caratterizzati dalla gestione
pubblica e monopolistica della televisione. Una tv povera e scarna rispetto alle
potenzialità tecnologiche, in grado di offrire un numero scarso di canali e poche
ore di programmazione durante l’arco della giornata.
- L’età della disponibilità: avviata verso la fine degli anni 70, con l’inizio della
deregolamentazione del settore televisivo e la progressiva entrata dei network
commerciali, proseguita negli anni 80.
- L’età dell’abbondanza: prosecuzione di ciò che si era avviato con la tv della
disponibilità, ha il suo inizio e progressivo sviluppo negli anni 90, esito della
progressiva digitalizzazione della distribuzione televisiva, che rende sempre più
concreta la prospettiva di un consumo “personalizzato” anche per lo spettatore
6
La comunicazione orale e scritta-Il linguaggio della televisione, a cura di Alberto conti, Giunti
Marzocco.
10
televisivo.
7
La trasformazione 'quantitativa' indicata da Ellis crea un nuovo scenario dove
'l’attività' dell’audience viene sostituita con una più completa e dinamica 'interattività':
il pubblico televisivo diventa parte attiva nella relazione con il prodotto televisivo, non
si limita solo a guardare i contenuti audiovisivi, ma li modifica o addirittura li crea.
I cambiamenti che stanno attraversando lo scenario mediatico e conseguentemente la
società, hanno portato all’individuazione di alcune tipologie di pubblico che
rappresentano i principali fruitori, ma anche 'autori' del panorama mediatico odierno. La
rivoluzione digitale ha portato all’incremento e al successo di media, come ad esempio
il computer, inizialmente 'individuali' e come nel caso della 'nuova televisione', ad un
accesso ed una fruizione di tipo privato o personale. Questo ragionamento rende
impossibile inquadrare in un unico modello il pubblico televisivo e conseguentemente
stabilirne le preferenze. Basandosi su questo presupposto individuiamo quattro figure
spettatoriali che permetteranno di comprendere l’articolazione fruitiva nei paesaggi
televisivi odierni:
8
Dimensione dell’esperienza Figura spettatoriale Focalizzazione delle pratiche Identità Pubblici performer Sul soggetto individuale
(social-oriented)
Appartenenza Pubblici fan Sul contenuto mediale
(media-oriented)
Mobilità Pubblici multipiattaforma
Su piattaforme –contenuti
mediali (media-oriented)
Cittadinanza Pubblici partecipanti Sul soggetto collettivo (social-oriented)
Tra le quattro figure di pubblico quella che più interessa sotto il profilo 'attivo' è
quella dei 'pubblici performer'. Entità che nasce dallo scenario della televisione del
nuovo millennio a braccetto con il successo dei reality show e con il clima socio-
culturale instauratosi. Rendono la partecipazione come protagonista dello spettatore
7
J. Ellis, Seeing Things. Television in the Age of Uncertainty , in Anna Sfardini, Reality tv-pubblici fan,
protagonisti performer , Milano, Unicopli 2009, p. 21.
8
Ivi, p. 38.
11
all’esperienza televisiva un evento meno straordinario, anzi si rende l’attività un
progetto ordinario fruibile da chi è interessato. I protagonisti dei reality show, ripresi
durante la loro quotidianità televisiva insieme agli altri concorrenti, rendono visibili i
meccanismi di negoziazione della propria identità in relazione ai contesti comunicativi
e sociali circostanti. Il loro lavoro di ridefinizione, in alcuni casi di nuova costruzione, è
un esempio di modificazione dell’identità, aspetto caratterizzante della
contemporaneità, che permette di avere punti fermi su cui poter partire per cercare di
comprendere la società. Le pratiche attuate dai moderni pubblici per diventare
performer derivano da una nuova concezione della vita quotidiana come
rappresentazione drammaturgica: la diffusione di 'modelli performativi' non coinvolge
solo le persone che ambiscono ad entrare nel piccolo schermo, ma anche coloro che, in
un contesto diverso, vogliono mostrare o una perfomance o semplicemente il loro
essere (Facebook, YouTube, Twitter, Blog, etc.). I pubblici performer non innovano ma
ripetono qualcosa che hanno già appreso, il fulcro su cui tutto si basa è l’audience,
indipendentemente dai contenuti che generalmente sanno di déjà vu:
Questa nostra società variamente descritta, e giustificata, come postmoderna,
poststorica, video-visiva, virtuale, vive sulla citazione. La citazione è insieme lo
strumento e la nota dominante della società della sostituzione: in un’epoca dove
tutto è già stato detto, tutto è già stato visto non ci resta che procedere nella
combinazione di nuove figure assemblando spezzoni di frasi e di sequenze. […].
Questo principio regolatore – va in onda solo quello che può colpire l’audience-
[…]. Ogni programma, ormai, si pone al di là del bene e del male, dell’utile e
dell’inutile, nel senso che non c’è più lavoro produttivo, ma soltanto lavoro
riproduttivo. […] Viviamo non più nella contemplazione estetica della
riproducibilità, ma nel dominio assoluto della medesima.
9
1. 2. LA REALITY TV
A partire dalla seconda metà degli anni 90 analisi e ricerche prodotte nel campo della
televisione hanno tracciato una linea dinamica tra il medium televisivo ed i suoi
telespettatori, focalizzando l’attenzione principalmente su tre punti:
9
Aldo Grasso, Buona maestra , Milano, Mondadori 2007, pp. 4-5.
12
-La ridefinizione del limite tra pubblico e privato, attuata tramite la messa in scena
dell’ordinario e della vita quotidiana;
-La crescente libertà da parte del pubblico di prediligere differenti pratiche e tipologie
di fruizione;
-L’acquisizione da parte dello spettatore di un potere di tipo 'autoriale'.
Ci troviamo di fronte ad un nuovo modo di fare televisione, una tv che vuole sempre
apparire più vicina al suo interlocutore riducendo al minimo quel sottile confine che per
anni ha portato a considerare la tv qualcosa di estraneo o comunque qualcosa di
'distante'. La tv oramai ci fa compagnia e ci permette di interagire con lei quando
vogliamo: per usare una metafora la potremmo considerare tipo un animale domestico;
mentre siamo in casa potremmo essere impegnati in mille faccende, nel frattempo un
cane, un gatto o qualsiasi altro animale ci gira intorno e noi, magari per un breve
istante, potremmo accarezzarlo o giocare due minuti interagendo con lui quel tanto che
ci interessa.
Ovviamente il metodo migliore per far si che il telespettatore possa vedere nella
televisione il proprio 'animale domestico' consiste nel far diventare lui stesso l’animale
'coccolato' in questione. In ogni momento deve sentirsi 'accettato' secondo gli standard
di un nuovo tipo di audience:
Quella della diffused audience […] è la modalità tipica dell’esperienza delle
audience contemporanee: l’individuo è in ogni momento parte di un pubblico, a
prescindere sia dalla presenza o meno di una performance in atto, sia dalla sua
natura di evento eccezionale o quotidiano. Dimensione costitutiva dell’audience
diffusa è, in primo luogo, la centralità rivestita nella società attuale dal sistema
mediale: far parte della società contemporanea significa […] essere profondamente
immersi nel sistema mediale, che diviene una parte costitutiva e regolativa della
vita quotidiana.
10
L’intenzione è quella di quella di creare una 'tv democratica' nel vero senso della
parola: una tv 'governata' dal popolo. Per creare questo avviene l’eliminazione o
comunque la riduzione del limite tra finzione e realtà:
10
Anna Sfardini, Reality tv-pubblicifan, protagonisti performer , Milano, Unicopli 2009, p. 47.
13
Tutti nella mischia, sotto l’occhio della telecamera, a provare per un attimo…
l’ebbrezza della democrazia diretta.
11
La riduzione di questi limiti porta ad una costante e sempre più evidente
contaminazione tra i generi televisivi: in maniera particolare tra i due macrogeneri che
hanno determinato la storia della televisione: l’informazione (la realtà), l’evasione (la
finzione), conseguentemente la cultura (spunto di riflessione sui modi di distinzione tra
reale e finzione) e l’intrattenimento (indirizzato prettamente verso la finzione).
Nell’era della nuova tv democratica questi due macrogeneri possono intersecarsi tra di
loro all’interno di uno stesso programma (creando per l’appunto tipologie nuove di
spettacolo), o influenzarsi a vicenda nel momento stesso della diretta o della
trasmissione televisiva.
Il reality show ideale tendenzialmente acquisisce o comunque integra particelle di
altre tipologie di programmi: da questo presupposto il reality non viene più definito un
genere ma, data la sua natura camaleontica, un 'supergenere', identificandosi nella
Reality Tv.
Questo nuovo tipo di intendere la televisione può essere definito uno 'stile' di
comunicazione che pone dei paletti in cui sono radicate le sue regole: utilizzare di
norma gente comune come protagonista , rendere agli occhi del pubblico il racconto il
più reale possibile ; la veridicità dei fatti (o la presunta) è fondamentale per
spettacolarizzare i sentimenti dei protagonisti , per farli apparire più vicino a noi. Il tutto
richiede un atteggiamento curioso e voyeuristico da parte del pubblico .
La Reality Tv in quanto supergenere, racchiude al suo interno varie ibridazioni che
generano altre tipologie di programma:
12
11
Cfr G. Tabasso, Dica pure signor cittadino , in “Tv radiocorriere”, 1969, n. 38, p. 14, in Francesca
Anania, Davanti allo schermo -Storia del pubblico televisivo , Roma, La Nuova Italia Scientifica 1997, p.
101.
12
Anna Sfardini, Reality tv-pubblicifan, protagonisti performer , Milano, Unicopli 2009, p. 78.
14
GENERI RELAZIONE CON IL PUBBLICO
SOTTESA
Utility o Tool tv Tv utile: al servizio e in difesa del
cittadino.
Emotainment Tv delle emozioni: aiutante dello
spettatore nella gestione delle sue relazioni
intime.
People Show Tv del pubblico: palco destinato
all’esibizione spettacolare di personaggi
quotidiani.
Psycho Drama Game Tv delle esperienze straordinarie: la tv
allestisce spazi, situazioni e percorsi
prestabiliti in cui inserire protagonisti
ordinari (o personaggi noti nel sotto-filone
“Psycho Drama Celebrity”).
Talent Show Tv dei dilettanti da “scoprire”: scuola e
trampolino di lancio per i talenti che si
nascondono tra la gente comune.
Docu-reality Tv che si interessa del proprio pubblico:
registra e analizza aspetti della vita
ordinaria, anche aiutando a migliorarle con
l’aiuto di esperti La televisione di servizio (Utility Tv o Tool Tv) , ingloba al suo interno trasmissioni
come Forum (Court show), in generale racchiude quella schiera di programmi che
operano in difesa del consumatore e del cittadino, cercando attraverso l’utilizzo e la
potenza del mezzo televisivo di risolvere o comunque denunciare episodi di ingiustizie
o truffe. La televisione pubblica, in particolar modo Raitre, assurge una vera e propria
linea editoriale, proponendosi come 'tv-verità': ricordiamo trasmissioni come Telefono
giallo che riesuma casi giudiziari complessi o caduti nel mistero, Un giorno in pretura
che sfrutta la ripresa e la messa in onda di processi nelle varie preture italiane, Chi l’ha
visto? Dedicato, grazie anche all’aiuto del pubblico, alla ricerca di persone scomparse.
Tornando ai giorni nostri ricordiamo Mi manda Raitre ed Occhio alla spesa , che
operano sulla struttura cognitiva del sapere del telespettatore, aiutandolo a difendersi
15
dalle più svariate truffe o consigliarlo sui vari prezzi dei generi alimentari e non,
presenti sul mercato.
Dalla fine degli anni 80 (anche se la vera esplosione si avrà solamente a metà degli
anni 90), si impone il Light Reality o Light television : questo genere si pone come
obbiettivo l’intrattenimento del pubblico facendo leva su elementi realistici, ovvero
partendo da fatti reali. L’innovazione in questione rivoluziona l’intero sistema dei
generi tradizionali, in quanto essa va a contaminare e ridisegnare tutti gli altri generi
dell’intrattenimento. Da questa nuova 'ibridazione' nascono i reality show di prima
generazione 13
, i modelli di punta sono: l’emotainment e il dating show.
Emotaiment è una parola coniata da Endemol (principale società produttrice di
format), che nasce dalla crasi di emotional-entertainment. Sono programmi di taglio
leggero in cui viene attuato un approccio non giornalistico ma spettacolare, che vede il
coinvolgimento di persone comuni (raramente vip) che mettono in scena la propria
componente emozionale. In questi programmi la tv assume un ruolo cruciale: diventa
mediatrice, consente la risoluzione, funge da confessore.
Il filone Dreams come true prevede la realizzazione di sogni impossibili ad insaputa
della persona. I programmi più famosi della categoria sono: Carramba che sorpresa!,
Stranamore , C’è posta per te . Queste trasmissioni fanno leva sull’esibizione dello
stupore provato nel momento in cui il sogno si avvera: dall’incontro con persone
famose, con persone che non si vedevano da anni o con amanti perduti.
I people show sono programmi di intrattenimento, tendenzialmente finalizzati al riso e
con l’impiego di meccanismi di gioco (game) che si basano sul coinvolgimento attivo e
inconsapevole dell’audience: il programma pioniere è stato senza dubbio La Corrida ;
vari concorrenti si sfidavano esibendosi, il più delle volte con performance di scarsa
qualità, di fronte ad un pubblico-giudice che attraverso applausi o fischi stabiliva l’esito
dell’esibizione, determinando il vincitore della puntata.
Il celebrity show prevede come oggetto della sorpresa la presenza di personaggi
famosi. Questa presenza può provocare una mutazione della connotazione del
programma in quanto la conoscenza pregressa da parte del pubblico di un partecipante e
la sua appartenenza al mondo dei vip rendono ostico il coinvolgimento e la
partecipazione del pubblico.
Il dating show (dall’inglese to date “avere un appuntamento”) si pone come
obbiettivo principale l’utilizzo del medium come intermediario tra due persone che
13
Giorgio Grignaffini, I Generi Televisivi , Roma, Carocci 2004, p. 93.
16
potenzialmente potrebbero innamorarsi. In Italia agli inizi degli anni 80 ricordiamo
programmi come M’ama non m’ama ed Il gioco delle coppie , dove l’azione si svolgeva
all’interno dello studio. Dopo un periodo di crisi, dalla seconda metà degli anni 90 il
genere è tornato in voga in tutto il mondo e in Italia ricordiamo Colpo di fulmine ,
realizzato totalmente in esterni, uno spettacolo itinerante nelle principali città della
penisola. Programma innovativo anche dal punto di vista del linguaggio televisivo: i
personaggi venivano seguiti nelle varie fasi (scelta del possibile partner e successivo
incontro) da un operatore televisivo, utilizzando come sottofondo le hit musicali del
momento, accentuando il target giovanile a cui il programma era rivolto.
Con l’arrivo dei reality 'puri' tipo il Grande Fratello , la formula dei dating show si è
fusa creando degli 'ibridi' di successo: parliamo di programmi che si basano sempre sul
meccanismo dell’incontro e del corteggiamento, ma con un ruolo diverso della
televisione che segue in tutti gli aspetti l’evoluzione del rapporto dei potenziali
fidanzati: Uomini e donne ad esempio introduce anche la competitività. Questi dating-
reality show prevedono un corteggiamento 'multiplo' ovvero si crea un meccanismo di
gara dove una ragazza o un ragazzo vengono corteggiati da svariati aspiranti che
attraverso il meccanismo del gioco e dell’interazione col soggetto interessato
cercheranno di diventare “la/il compagna/o della loro vita” come cita la trasmissione
stessa.
Il programma americano Temptations Island capovolge le regole del normale dating
show: la trasmissione in questione cerca non di creare nuove coppie, ma di mettere alla
prova coppie esistenti attraverso un percorso di 'tentazioni' (pretendenti particolarmente
affascinanti che cercheranno di spingere al tradimento i partecipanti, tutto ovviamente
sotto l’occhio delle telecamere).
14
I docu-reality sono programmi che presentano come denominatore comune l’intento
di osservazione documentaristica della realtà. I principali esponenti nell’etere sono
trasmissioni come S.O.S. Tata , Cambio moglie , Il treno dei desideri , in cui persone
comuni o interi nuclei familiari accettano di partecipare a programmi che presentano un
particolare percorso di metamorfosi finalizzato a migliorare sotto vari punti di vista
(esistenziale, relazionale, familiare) la vita dei partecipanti. La narrazione di questi
programmi si basa prettamente sull’esposizione di uno stato iniziale di realtà,
modificato grazie all’ausilio del mezzo televisivo che agisce sia come supporto
logistico che economico (la produzione si fa carico delle spese di trasporto e di
14
Cfr. Ivi, pp. 95-96.
17