Introduzione
L’elaborato ha lo scopo di analizzare il tema della responsabilità sociale dei media.
I media condizionano molti aspetti della vita quotidiana delle persone e devono
tenere conto di questo nell’esercizio delle loro funzioni.
Nel primo capitolo si analizzeranno le caratteristiche dei media, attraverso la loro
evoluzione e la definizione del concetto di notizia. I mezzi di informazione sono
storicamente considerati il quarto potere, ma è ancora così? L’uso da parte delle
redazioni di materiale proveniente da grandi agenzie stampa può infatti limitare
un’utile quanto faticoso lavoro di ricerca e confronto tra le fonti, nel senso che non
stimola ricerche più profonde e più mirate, accontentandosi di dare la notizia.
La grafica, l’uso delle immagini e la retorica danno origine a prodotti informativi ai
quali difficilmente un cittadino medio riesce a fruire appieno. Gli operatori
dell’informazione hanno anche il delicato compito di selezionare ciò che finirà in
agenda e ciò che invece rimarrà fuori e quindi sconosciuto a quelle persone che
affidano la loro conoscenza del mondo ad una sola fonte informativa.
Non tutti gli accadimenti hanno il potenziale di diventare notizie. Essi devono
possedere i requisiti di notiziabilità che rendono una notizia più adatta al pubblico
secondo il parere delle redazioni e dei gruppi di potere che controllano e
possiedono il prodotto informativo.
Una discussione sul ruolo delle fonti chiude il primo capitolo, la questione in esame
riguarda l’eccessivo utilizzo da parte delle redazioni di informazioni provenienti
dalle stesse fonti, senza provvedere ad un più attento lavoro di analisi dei fatti.
Il secondo capitolo si apre con una panoramica del contesto italiano, sulle proprietà
dei maggiori gruppi editoriali del paese e sulle peculiarità della fruizione delle
informazioni dei parte dei cittadini.
È altresì indagato il ruolo di Internet: se i giornali e le televisioni necessitano di
ingenti capitali economici per vivere e sono quindi controllati da gruppi ricchi e
potenti a cui devono obbedire, Internet è un serbatoio di informazioni e di
documenti che si diffondono in modo pericolosamente facile. Nei paragrafi
seguenti, l’etica e la responsabilità sociale dei media sono gli argomenti presi in
esame. La pubblicazione di un codice deontologico talvolta non basta, bisogna che
gli operatori dell’informazione capiscano che il loro parlare eccessivamente di
qualcosa trascurando qualcos’altro, influenza la percezione delle persone sulla
realtà dei fatti. L’agenda setting è la prima arma di manipolazione ma le persone
facendo uso di strumenti tecnologici prima inesistenti possono trovare altre vie
d’uscita e creare un’agenda setting personale, svincolata dai media tradizionali.
Per concludere il secondo capitolo si parla della nascita dell’infotainment e del
ruolo dei media nei allarmismi sociali, come attraverso una sapiente retorica e una
particolare attenzione all’agenda possano nascere degli allarmi sociali.
Il terzo capitolo analizza il clamore mediatico suscitato dall’influenza suina nel
periodo aprile-novembre 2009. La mole di informazioni generata dalla malattia è
stata per me fonte di ispirazione per questo lavoro, per provare a capire come sia
possibile condizionare così tanto le persone da spaventarle e indurre in loro dei
cambiamenti di comportamento.
1
CAPITOLO 1
Caratteristiche dei media
1.1. Evoluzione della società e dei mezzi di comunicazione
Nella lingua latina “informare” non significa solo riferire i fatti ma anche formare la
mente. Nel Seicento, in alcuni ambienti (politici e scientifici), l’importanza
dell’informazione veniva già compresa ma venne sottolineata ulteriormente nella
società industriale e commerciale dell’Ottocento, con la trasformazione delle idee di
velocità e di distanza e la nascita delle nuove tecnologie di trasmissione.
La tecnologia richiede e nello stesso tempo provoca mutamenti sociali e
organizzativi.
Naturalmente per quanto riguarda i media esistono differenze strutturali, dato che
hanno sviluppato ciascuno istituzioni proprie. Per molto tempo, la stampa, informata
per mezzo del telegrafo e del telefono, fu l’unico mezzo di informazione disponibile
e solo successivamente divenne parte di un complesso di media.
Prima della rivoluzione in corso nei mezzi di comunicazione tramite lo sviluppo
delle tecnologie e l’avvento di Internet, due eventi straordinari avevano
caratterizzato il ventesimo secolo: l’avvento della radio e il successivo avvento della
televisione. Due invenzioni che hanno riportato in primo piano nel sistema
universale dell’informazione pubblica, la comunicazione orale e poi quella visiva e
orale insieme, per di più in tempo reale
1
.
La radio aveva tolto ai quotidiani il primato temporale nella diffusione delle notizie,
il quotidiano infatti è un prodotto fisico per definizione e dal momento che le sue
pagine vengono stampate, la notizia si cristallizza mentre in realtà gli sviluppi
dell’evento sono in continua evoluzione. Il giornale nasce già vecchio perché,
mentre si consuma il prodotto informativo, la notizia riportata potrebbe già aver
subito dei risvolti e delle trasformazioni.
1
Paolo Murialdi Il giornale Il Mulino 2002
2
La radio,
2
mezzo impalpabile, non soffre i limiti propri del mezzo editoriale, non
deve essere distribuito, stampato, assemblato; supera gli ostacoli naturali e le
frontiere degli Stati e fa arrivare le informazioni a grandi masse lontane.
Il trionfo della televisione
3
cambia la situazione e la concorrenza diventa
insostenibile.
Si assiste ad una riduzione del tempo di lettura, alla sottrazione di risorse
pubblicitarie, all’imposizione di stili di vita molto diversi da quelli tradizionalmente
condivisi ed ad un diverso trattamento dell’informazione.
Il giornalista francese Hubert Beuve – Mery, fondatore di Le Monde
4
ha detto che la
radio annuncia l’avvenimento, la televisione lo fa vedere e il quotidiano lo spiega.
Forse è davvero così ma occorre fare un passo indietro a partire dalle origini del
giornale, mezzo ormai antico che è sopravvissuto nonostante l’evoluzione dei media.
Agli albori della comunicazione mediata i primi mezzi si limitavano a fornire una
rappresentazione della realtà senza deformarla.
La radio ad esempio definita “ancella degli avvenimenti”, con i suoi microfoni
catturava e diffondeva la musica negli auditori senza interferire in alcun modo e una
neonata televisione trasmetteva i grandi avvenimenti sportivi come le Olimpiadi di
Berlino del 1936.
Si parla in questo caso di media vuoti: mezzi che non contengono un messaggio
proprio ma si limitano a trasmettere e diffondere quello dei comunicatori.
In seguito ad una inarrestabile evoluzione tecnologica e i suoi strascichi socio-
culturali, i media si sono trasformati rendendosi sempre meno indipendenti da eventi
esterni e capaci di generarne di nuovi al loro interno dando origine ad un linguaggio
proprio, non semplice amplificatore del linguaggio di altri.
Questa peculiarità ha dato origine alla trasformazione da media vuoti a media pieni
perché come sostiene McLuhan, il medium è il messaggio
5
e i mezzi acquisiscono un
nuovo status di comunicatori in prima persona, inventano e trasmettono un loro
contenuto.
2
La radio nasce nel 1920 da un’invenzione di Guglielmo Marconi che sperimentò la trasmissione di
suoni a distanza mediante la modulazione di onde elettromagnetiche
3
La televisione fu inventata nel 1925 dall’ingegnere scozzese John Logie Baird. I primi programmi
sperimentali della Bbc sono datati 1932, mentre in Italia il servizio radiotelevisivo italiano ha inizio
il 3 gennaio 1954.
4
Quotidiano fondato nel 1944
5
McLuhan 1964
3
La trasformazione da vuoti a pieni si ha attraverso un meccanismo di
cannibalizzazione del medium più anziano da parte del più recente che ne ingloba le
tecniche espressive
6
.
1.1.1. Breve storia del giornale moderno e sue funzioni
La definizione di giornale in quanto tale riguarda quei fogli quotidiani, settimanali o
periodici che si rivolgono a un pubblico più o meno generico la cui circolazione non
è limitata e quindi aperta a tutti. Il giornale assume una duplice importanza legata sia
all’aspetto politico sia a quello culturale del paese e riveste una notevole importanza
come fonte storica. Questo mezzo dovrebbe riunire sotto la sua linea editoriale una
sorta di società che si riconosce in quel prodotto informativo creando un profondo
senso di appartenenza.
Il quotidiano moderno venne accolto con grande entusiasmo, in Inghilterra dove la
censura della stampa è caduta molto prima che in altre contrade, già nel 1787 il
liberale Edmund Burke si rivolse ai giornalisti dicendo “Voi siete il quarto potere”
7
.
Il giornalismo moderno inteso come superamento dei primi esemplari di stampa
periodica con fini scientifici o commerciali e bollettini la cui circolazione rimane
confinata a sette, organizzazioni e associazioni
8
, nasce negli Stati Uniti nella prima
metà dell’ Ottocento. I due fattori principali e interdipendenti sono il
consolidamento dei regimi di libertà, i progressi dell’industrializzazione e dei mezzi
di trasporto. I modi e i tempi sono diversi da paese a paese, così come sono
differenti i modelli che prevalgono e gli stili dei pionieri del mestiere. Sono infatti
evidenti gli influssi delle tradizioni storiche, culturali e sociali di ciascun paese
nonché i rapporti con le situazioni politiche ed economiche nelle quali nascono e
vivono i quotidiani.
Lampante, per esempio, la differenza tra la stampa di impronta anglosassone e
quella dei paesi latini come l’Italia.
Da una parte la prevalenza di un giornalismo fattuale, di qualità o popolare, che si
richiama all’eredità della riforma protestante e dei fondamenti di libertà nati in Gran
6
www.studiamo.it/tesi-di-laurea/comunicazione/comunicazione.php#2
7
Paolo Murialdi Il giornale Il Mulino 2002
8
Nicola Tranfaglia Ma esiste il quarto potere in Italia? Baldini Castoldi 2005
4
Bretagna e trapiantati negli Stati Uniti; dall’altra la prevalenza di un giornalismo che
risente di grandi tradizioni letterarie e di forti passioni politiche.
Non è un caso che le prime imprese editoriali si siano formate proprio nei paesi
anglosassoni.
La stampa vive e prospera economicamente anche in regimi illiberali e totalitari
sebbene in queste situazioni sia priva di quel elemento vitale riconoscibile in un
dignitoso grado di libertà
9
.
La caratteristica principale dei quotidiani popolari è dare la precedenza ai fatti pieni
di informazioni varie e di storie commoventi, trattati con accento sensazionalistico e
dilatati su più pagine in modo da occupare molto spazio.
La scelta della notizia in relazione all’interesse del lettore è il fondamento del
giornalismo moderno cominciato con la penny press
10
, con la quale i quotidiani
americani venduti ad un solo penny anziché sei, riuscirono all’improvviso a
moltiplicare le due - tremila copie di vendita. Il primo fu il New York Sun uscito nel
1833. Le pagine che fino a quel giorno erano state dedicate solo agli interessi dei
politici locali e ai portafogli dei commercianti, si riempirono di informazioni
provenienti dalle stazioni di polizia, dagli ospedali e dai tribunali.
Padre di questa rivoluzione fu il primo vero editore della storia, James Gordon
Bennett, padrone e direttore del New York Herald. Capì che per rivolgersi a un
pubblico molto più vasto, rispetto a quello formato dai politicanti e dagli uomini
d’affari bisognava riportare fatti che interessassero una platea più ampia abbassando
il prezzo, a costo di litigare con gli editori e i direttori delle testate che fino a quel
momento avevano dettato legge e che disdegnavano un prodotto giudicato di basso
livello
11
.
Accanto ai quotidiani popolari nacquero in seguito anche quotidiani di qualità che
conquistarono molti lettori. Il celebre Joseph Pulitzer aveva cominciato la sua
carriera di editore facendo leva su quotidiani commerciali con titoli vistosi e
sensazionali badando esclusivamente al profitto, si convertì sulla scia della nascita
dei giornali di qualità come il New York Times fondato nel 1851. Il New York Times
9
Paolo Murialdi Il giornale Il Mulino 2002
10
Asa Briggs, Peter Burke Storia sociale dei media. Da Gutemberg e Internet Il Mulino 2002
11
Vittorio Roidi La fabbrica delle notizie Editori Laterza 2001
5
è considerato l’alfiere di quel modello di giornalismo definito liberal. Il principio
liberal recita che “l’informazione, rivolgendosi a tutti i lettori in modo indistinto
rispetto alle loro idee politiche, non deve essere partigiana, deve comprendere anche
fatti sgraditi all’editore ed essere separata il più possibile dai commenti”
12
.
La stampa americana può percorrere queste strade già nel corso dell’Ottocento
perché il primo emendamento della Costituzione
13
le garantisce un notevole grado di
libertà e i mezzi per perseguirla sono una realtà, grazie all’industrializzazione in
corso in quel periodo come la formazione di grandi centri urbani
14
, la costruzione di
linee ferroviarie e l’ideazione di macchine in grado di stampare velocemente un
quotidiano. L’invenzione del telegrafo e del telefono resero molto rapida la
trasmissione delle notizie e delle corrispondenze
15
permettendo un ulteriore sviluppo
del settore.
Questa prima fase della vicenda giornalistica in cui il giornale è in modo quasi
incontrastato il mezzo di comunicazione di massa, dura fino all’avvento di cinema,
radio e televisione. Ciascuno di essi introduce variazioni rilevanti nel ruolo che il
giornale occupa nella società contemporanea.
Secondo Habermas la storia dei grandi quotidiani nella seconda metà del XX secolo
dimostra che la stampa, a mano a mano che si commercializza, diventa
manipolabile. Dal momento che la vendita della parte redazionale e quella della
parte dedicata agli annunci pubblicitari sono reciprocamente legate, la stampa, finora
istituzione dei privati in quanto pubblico, diventa l’istituzione di determinati membri
del pubblico in quanto privati e spalanca così le porte all’irruzione nella sfera
pubblica di interessi privilegiati.
Tra la metà dell’Ottocento e gli anni Trenta e Cinquanta del Novecento, i giornali
sono insieme aziende industriali e strumenti di lotta politica e la complessità di una
loro lettura critica nasce proprio dall’essere una e l’altra cosa insieme.
12
Nei migliori quotidiani nordamericani la pagina dedicata agli editoriali è governata da un
giornalista diverso dal direttore della pubblicazione per garantirne l’autonomia
13
Il primo emendamento della Costituzione americana sostiene: “Il Congresso non farà leggi
restrittive della libertà di stampa”. La Costituzione americana è una delle più antiche al mondo,
entrò in vigore nel 1789
14
Nel 1880 New York aveva già due milioni di abitanti. Milano invece, nel 1871, conta una
popolazione di 199.009 abitanti entro la cerchia dei bastioni. (Fonte: Paolo Colussi), mentre Roma
300.000 (Fonte Roma capitale nel decennio della sua adolescenza 1880-1890 Manfredi Porena
1957)
15
Paolo Murialdi Il giornale Il Mulino 2002
6
Come sostiene Maria Malatesta gli effetti delle comunicazioni di massa devono
essere ricercati nelle idee, nelle definizioni e nelle premesse che essi contengono e
formano. In questo modo il loro ruolo si configura non più come quello di una
semplice legittimazione a posteriori ma il discorso del potere passa attraverso il
potere del discorso e, in questa prospettiva, i media esercitano una funzione di
anticipazione della parola dei potere, la loro organizzazione è analizzata come il
terreno sul quale vengono esercitate strategie di controllo e di assorbimento messe in
atto dalle istituzioni politiche
16
.
In Italia i processi di industrializzazione cominciarono alla fine dell’Ottocento ma il
cammino fu lento e poche iniziative meritano la qualifica di imprese editoriali.
Apripista fu il Corriere della sera, nel 1900 la sua tiratura era già arrivata a 100 mila
copie sotto la guida di Luigi Albertini.
L’industrializzazione della stampa significò anche l’apporto di capitali da parte di
imprenditori finora estranei all’editoria i quali diventarono in alcuni casi gestori
dell’impresa senza diventare editori professionisti. Gli editori cosiddetti non puri
17
sono diventati una costante all’interno del contesto odierno e questo ha portato al
rafforzamento del rapporto di contiguità e di intreccio fra i giornali e la vita
politica
18
.
Già nei primi decenni dell’Ottocento, negli Stati Uniti
19
si afferma il giornalismo di
informazione, mentre diventa secondario o di accompagnamento il giornalismo
politico e di opinione. Il cambiamento davvero rivoluzionario si ritrova nella nascita
di imprese che intendono ottenere un profitto economico vendendo a prezzi bassi un
prodotto del tutto nuovo: la conoscenza e la notizia. Sono imprese che si indirizzano
a due tipologie diverse di clienti, i lettori e gli inserzionisti, riuscendo a costruire e a
diventare, grazie alla propria indipendenza politica ed economica “quarto potere”
all’interno della società.
16
Maria Malatesta Campo dei media, campo del potere Italia contemporanea 2008
17
L’editore puro si occupa esclusivamente del settore editoriale mentre l’editore non puro ha
interessi anche in altri contesti economici
18
Cfr capitolo 2 primo paragrafo
19
Come già citato, il primo esempio è considerato, , il New York Sun di Benjamin Day, costituito nel
1833 e in vendita a un nichelino, seguito di un decennio e nella stessa città dall’Herald e dal Tribune
7
Non sempre grande giornalismo ma spesso un riuscito giornalismo di cassetta, il
prodotto di un’impresa che mira al mercato, come nel caso dei quotidiani popolari
statunitensi
20
.
A proposito del caso italiano, Bacchelloni denuncia l’affermazione di giornali intesi
come “prolungamento del potere statuale” o comunque di un potere economico-
politico che ha qualche cosa da difendere, da rivendicare e da “scambiare”.
Questo non significa naturalmente che nel giornalismo statunitense i media abbiano
realizzato il tanto discusso, desiderato e irraggiungibile concetto di obiettività
giornalistica
21
. Significa invece che la necessità ormai storica di ottenere successo
presso il pubblico porta quei media a scavare, a privilegiare l’informazione, a
realizzare spesso un giornalismo investigativo
22
certamente non gradito al potere
23
.
Nella nascita dei quotidiani italiani hanno contato prima le motivazioni politiche e
poi quelle imprenditoriali, sopravvenute in ritardo rispetto ai paesi più sviluppati.
Il Corriere della sera ad esempio, fu fondato nel 1876 a Milano con un indirizzo
conservatore-moderato per contrastare la supremazia del quotidiano democratico Il
Secolo, scomparso nel 1928
24
.
Se esistono giornalisti che lavorano con professionalità e coraggio per tutta la vita
25
,
pochi giornali possono vantare un’esistenza totalmente integra per completezza e
correttezza dell’informazione. Lo è stata e lo è a tratti anche nei quotidiani di qualità
perché sui media spesso pesano le situazioni politiche ed economiche e convergono
tanti interessi
26
.
20
Caratterizzati da: prezzo basso di vendita, sensazionalismo, indiscrezioni, cronaca che si ispira
alle tre S: sangue, soldi, sesso
21
È noto che esistano mezzi di informazione vicini ai democratici, altri vicini ai repubblicani o altri
maggiormente tendenti ad una critica del sistema
22
Si veda ad esempio il caso dei reporter del Washington Post Bob Woodward e Carl Bernstein che
nel 1972 hanno portato alla luce lo scandalo Watergate sfociato con le dimissioni dell’allora
presidente Nixon
23
Dopo l’11 settembre 2001, in realtà, l’influenza del presidente Bush, la guerra al terrorismo e la
tutela di un presunto interesse nazionale hanno gravemente minato queste caratteristiche finendo per
limitare la libertà di informazione
24
Paolo Murialdi Il giornale Il Mulino 2002
25
Si ricordano doverosamente i giornalisti e i fotoreporter che rischiano la vita e che l’hanno persa
per far bene il loro mestiere. Si ricorda la giornalista Ilaria Alpi uccisa in Somalia nel 1994 e i
giornalisti che secondo le stime di Reporters Without Borders sono sotto protezione per aver
ricevuto minacce per le loro pubblicazioni sulla criminalità. RWB dice che in Italia sono 10 i
giornalisti sotto scorta tra cui Roberto Saviano (cfr paragrafo su responsabilità ed etica capitolo 2)
26
Paolo Murialdi Il giornale Il Mulino 2002 (cfr paragrafo “chi controlla i gruppi editoriali”)