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Introduzione
“ Fiscalità delle imprese e programmazione fiscale “ pone la sua attenzione
sul contribuente “ impresa” chiamato ad affrontare le sfide della globalizzazione,
della concorrenza e dell’internazionalizzazione, e a controllare il proprio stato di
salute attraverso il monitoraggio del contributo delle diverse aree della gestione
aziendale e contabile alla formazione del reddito netto d’esercizio.
Il reddito netto d’esercizio deve remunerare i fattori produttivi che hanno
contribuito al suo conseguimento; fra questi vi è il fattore “Stato” remunerato
mediante il versamento delle imposte. Tra le aree contabili che contribuiscono alla
formazione del reddito netto, l’area della gestione fiscale riporta le imposte dovute
sul reddito lordo prodotto dall’impresa. I temi - pressione fiscale sull’impresa,
equità-efficienza ed effetti distorsivi delle imposte - hanno alimentato numerose
discussioni, leggi, riforme, abrogazioni con un evidente risultato finale;
confusione ed incertezza del diritto italiano. In questo lavoro si discuterà della
“Tassazione duale del reddito d’impresa” ( DIT ); un esempio rappresentativo
dell’impegno a favore della crescita delle imprese trasformatosi poi in uno dei
tanti casi di storica inefficienza delle imposte e dell’incertezza del diritto che
sottopongono a dura prova il sistema delle imprese italiane la cui crescita è
ostacolata da cause interne ed esterne.
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I. Differenti sistemi giuridici, comuni principi validi
senza limiti di tempo e di spazio
1. Diritto inglese e diritto continentale
“La tassazione duale del reddito d’impresa” ovvero “la Dual Income
Tax”….C’è chi non ha mai sentito questa frase, lo noto quando mi chiedono il
titolo della tesi; c’è chi la ricorda in modo confuso, e poi c’è chi la conosce
benissimo associandola ad uno dei casi di incertezza del diritto italiano.
Diceva Gustav Radbruch, protagonista della storia e dell’esperienza giuridica
tedesca contemporanea: “ La certezza del diritto e’ l’elemento fondamentale
dello stato di diritto al quale è connessa la garanzia stessa del progresso e
delle conquiste della classe lavoratrice; solo facendo leva sul principio della
certezza del diritto si favorisce il progresso della giustizia sociale”.
Al Radbruch piaceva lo spirito del diritto inglese soprattutto nel periodo più
buio dell’esperienza giuridica tedesca contemporanea (periodo del
nazionalsocialismo); l’esperienza giuridica inglese contrapposta a quella tedesca e
degli altri paesi europei era per lui l’espressione dell’antinomia tra giustizia e
positività del diritto. Il diritto inglese ed il diritto continentale sono espressione di
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due diversi sistemi giuridici: il Sistema del Common Law ed il Sistema del
Civil Law. Il primo e’ legato alla cultura del Case Law - le leggi si creano sulla
base della vita giuridica e dei fatti – il depositario del diritto è il ceto dei giuristi; il
secondo è legato alla cultura del prevenire la violazione della legge - si basa sul
diritto romano e sulle successive codificazioni – il depositario del diritto è il
legislatore e l’interpretazione del diritto discende dalla norma al caso singolo.
Se nell’ordinamento inglese prevale il diritto di origine giurisprudenziale e
consuetudinario nei confronti del diritto legislativo e i casi giuridici sono
disciplinati, al loro verificarsi, sulla base del precedente giuridico ( Stare Decisis),
nei paesi del Civil Law, compresa l’Italia, prevale il diritto legislativo e la norma
disciplina un potenziale caso giuridico.
In sostanza, il diritto inglese giudica i fatti solo quando si sono verificati,
prendendo le distanze dall’immaginazione e dalle ipotesi affermando che la
situazione reale è del tutto diversa; al caso giuridico si applica il precedente
giuridico riferito allo stesso, o a simili casi, altrimenti si crea nuovo diritto nel
rispetto della tradizione, dell’equità e della certezza del diritto.
Dei tre scopi tipici di un ordinamento giuridico ( garantire la giustizia –
promuovere il bene comune – creare la sicurezza del diritto ), nell’ordinamento
inglese predomina lo scopo della sicurezza del diritto, realizzabile in presenza di
un diritto stabilito autoritativamente e riconoscibile in modo univoco e certo.
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Aveva ragione Hale quando ripeteva che l’incertezza della legge ha un peso
maggiore di qualsiasi ingiustizia che potrebbe derivare dalla sua inosservanza!
2. I principi base di un accettabile sistema giuridico
Nello scambio di battute durante l’attesa allo sportello dell’Inps, delle Poste o
in tanti altri luoghi, ricorrono spesso le frasi: <<Le leggi cambiano ogni giorno,
chissà quando ci arriverò io se esisterà ancora la pensione>>; <<Ti conviene
aspettare il condono>>; <<Se l’avessi fatto all’epoca...oggi la legge è cambiata>>.
Sono queste dei banali esempi di frasi dalle quali traspare la consapevolezza
comune dell’incertezza del diritto. Altre frasi spesso ricorrenti del tipo:
<< Qualcuno ha fatto le leggi ad personam >>; << Perché il lavoratore dipendente
è tassato di più rispetto ad altre categorie di lavoratori? >>; << La pressione
tributaria sulle imprese è alta, i redditi d’impresa sono ingiustamente tassati di più
rispetto ad altre tipologie di reddito >> - trasmettono la crescente consapevolezza
della mancanza di equità e della messa in discussione del sistema legislativo
italiano. Le ultime vicende della politica riconducibili “ all’immunità delle
quattro Cariche più alte dello Stato”, “al legittimo impedimento “, “al processo
breve”, costituiscono un esempio di comportamento incurante del rispetto
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dell’equità e della certezza del diritto. Il meraviglioso concetto di equità,
largamente utilizzato negli ordinamenti contemporanei, ha origini antichissime; fu
coniato da Aristotele il quale affermava quanto segue: << L’equità’ ha il compito
di far valere la giustizia del caso singolo di fronte alle leggi, le quali hanno
necessariamente un ambito generale >>. Tale concetto e’diventato un’importante
unità di misura della democraticità, del progresso e degli equilibri sociali di un
paese. Anche Adam Smith elogiava l’importanza dell’equità quando nella sua
opera “ An inquiry into the nature and causes of the wealth of nation “- ( La
ricchezza delle nazioni ,1776 ) - sosteneva che un buon sistema di tassazione si
basa sui seguenti principi: equità – efficienza – semplicità – economicità.
Se Dickens affermava con spirito umoristico: << the law is an ass >> ( la
legge è un asino ), c’è chi pensa la stessa cosa della legge, ma con spirito
realistico, o ancora peggio, direbbe che la legge è “bugiarda”. Provate a far
leggere gli articoli della Costituzione ad un giovane attento; dopo la lettura degli
Art. 1-2-3-4, tranne in pochi casi, potrebbe chiedersi: Perché i miei genitori sono
sempre preoccupati per il lavoro? E perché mia madre ha dovuto scegliere tra
famiglia e lavoro? Perché mia sorella di 29 anni ha difficoltà ad avere un normale
contratto di lavoro? Perché mio fratello svolge un lavoro diverso da quello che
avrebbe dovuto e voluto fare?
Dopo la lettura degli Art . 9 e 23 potrebbe chiedersi: Perché i ricercatori
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preferiscono i paesi esteri? Perché per poter lavorare spesso si deve scendere
a compromessi, pagare pizzi e tangenti?
E dopo la lettura degli Art. 35-36-37 potrebbe chiedersi: Perché i
neodiplomati, i neolaureati, i futuri lavoratori, non hanno una formazione tale da
poter essere subito operativi, evitando di diventare eterni stagisti, apprendisti,
interinali – in breve- degli schiavi moderni? Perché mia cugina lavora al
supermercato tra le cinquantacinque e le sessanta ore settimanali, secondo orari
stabiliti giornalmente sulla base delle esigenze del titolare, svendendo la propria
cultura per 800 € al mese, svolgendo il lavoro di 1,3 addetti…. sottraendo il
tempo a se stessa e alla famiglia?
Dopo la lettura degli Art. 41-47-53 potrebbe pensare: ma se molte attività si
sono rivelate uno spreco o in contrasto con i fini sociali, perchè si continua a
finanziare la costituzione e l’attività di enti che si occupano ad esempio solo
dell’organizzazione della “sagra della cucozza”?.. e… perchè vorrebbero
privatizzare l’acqua? Forse l’esercizio del credito è leggermente sfuggito alla
legislazione; le spese di gestione di un c/c in Italia sono tra le più alte d’Europa e
frequente è il ricorso agli usurai. Ma soprattutto, dopo la lettura dell’Art. 53 il
giovane attento e con buona memoria…potrebbe affermare: << non capisco come
mai alle scuole medie io e Paolo eravamo vincitori della stessa borsa di
studio nonostante le piccole differenze; la mia famiglia, monoreddito, viveva in
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affitto e viaggiava con la Fiat 128, la sua, plurireddito, viveva nella propria
villetta, viaggiava con la Jeep, trascorreva le vacanze estive, al mare, nella
propria casa, e magari aveva anche la barca…
L’elenco dei perché del giovane, per certi versi elenco umoristico, dovrebbe
indurre alla riflessione generale ed alla destinazione di maggiori sforzi al
miglioramento dell’equità, dell’efficienza e della certezza del diritto.
Il caso della Dual Income Tax, da ora in poi indicata con l’acronimo Dit, è un
ottimo esempio in grado di dimostrare con chiarezza la scarsa applicazione dei
“principi base di un ordinamento giuridico” ad un accettabile sistema di
tassazione.
3. I principi base di un accettabile sistema di tassazione
L’opera “An inquiry into the nature and causes of the wealth of nation” ( La
ricchezza delle nazioni, 1776 ) ha dimostrato l’importanza, nel tempo e nello
spazio, del pensiero economico di Adam Smith. L’autore scozzese è considerato il
fondatore dell’economia politica liberale; nei suoi scritti introduce la metafora
della “ mano invisibile” con la quale ribadisce la sua contrarietà all’intervento
dello Stato nell’economia, ed invita il governo inglese ad un atteggiamento detto
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“ laissez faire “ nei confronti dell’iniziativa industriale dello stato americano,
il quale dichiara l’indipendenza proprio nell’anno di pubblicazione dell’opera.
Dei cinque libri dell’opera, il quinto “Del reddito del Sovrano e della
Repubblica“ sottolinea il ruolo dello Stato e delle finanze statali nello sviluppo
economico.
Sulle quattro massime in esso contenute e con le quali si descrivono i principi
fondamentali di un pacifico sistema di imposizione, dopo più di duecento anni,
spesso viene richiamata l’attenzione dei legislatori affinché migliori il rapporto fra
Stato e contribuente. Secondo Smith un accettabile sistema di tassazione dovrebbe
basarsi sui seguenti principi: equità – certezza del diritto – efficienza –
economicità. Le crisi preannunciate e non, causa di una preoccupante instabilità
dell’economia globale, hanno indotto molti stati a rivedere, in primis, il proprio
sistema fiscale. L’Italia continua a dire che la riforma è necessaria: sono anni che
leggiamo proposte di riforma; approvazioni ed abolizioni in materia fiscale in
grado di rendere obsoleta la programmazione fiscale delle imprese, la
preparazione degli addetti al fisco ( sia pubblici che privati ), e la preparazione dei
giovani professionisti che spesso hanno prestato la propria opera, ad un prezzo
non equo, per imparare cosa?
L’ incertezza del diritto ha dei costi, per lo Stato, per i contribuenti, per
l’intero sistema, è ormai diventata un’esternalita’ negativa per tutti, i cui effetti
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ostacolano la realizzazione degli “obiettivi di miglioramento” del disavanzo
pubblico, dell’occupazione, della gestione fiscale delle imprese, dell’equità e
dell’efficienza del sistema tributario, più in generale della crescita del Paese.