IL TRENTINO DI DE GASPERI
Alcide De Gasperi nacque a Pieve Tesino (TN) il 3 aprile 1881, nelle terre asburgiche
del Trentino abitate in prevalenza da italiani. Il padre, Amedeo Degasperi, ricopriva la
carica di capoposto della gendarmeria locale, mentre della madre, Maria Morandini,
sappiamo solo che era originaria di Predazzo.
1
E‟ curioso notare che la dicitura
corretta del cognome non è “De Gasperi”, ormai entrato nell‟uso, bensì “Degasperi”:
la storpiatura fu dovuta ad un errore di battitura al momento dell‟elezione a deputato.
Il Trentino dal XIV secolo in poi gravitò nell‟orbita asburgica, ovvero il Sacro Romano
Impero prima e l‟Impero d‟Austria poi. Già nel 1545 Trento venne scelta come sede
del Concilio in quanto soddisfaceva sia le richieste del Papa di Roma (era una città
abitata da italiani cattolici) sia quelle dell‟Imperatore (era una città dell‟Impero).
2
Dal
1815 entrò a fare parte della Contea del Tirolo con capitale Innsbruck, comprendente
anche i territori del Südtirol abitati soprattutto da tedeschi. Secondo Schefbeck
Raramente nello “Stato multietnico” della monarchia austro-ungarica un confine linguistico era così
chiaramente delineato come quello tra la zona di lingua tedesca e quella di lingua italiana del Tirolo:
dal passo dello Stelvio alla chiusa di Salurno e ancora lungo la zona montuosa a nord della Val di
Fiemme correva il confine tra la zona di lingua tedesca e quella italiana, a cui si univa quella ladina.
Sulla base del censimento del 1910 vivevano nel Tirolo tedesco circa 8.000 italiani (su
complessivamente 510.000 abitanti) e nel Tirolo italiano circa 15.000 tedeschi (su complessivamente
380.000 abitanti).
3
La forzata convivenza provocò non poche tensioni: frange tedesche guardavano con
superiorità e disprezzo gli italiani del Welschtirol (cioè “Tirolo italiano
4
”), provocando
la reazione di gruppi irredentisti. Tuttavia, nel complesso gli italiani si identificarono
con la monarchia asburgica, relegando le idee nazionaliste a poche famiglie
1
Museo casa De Gasperi dal Trentno all’Europa Luoghi simboli e suggestioni, a cura dalla Fondazione trentina
Alcide De Gasperi, Bergamo 2009, p. 28.
2
Voce Trento, in Grande Enciclopedia De Agostini, vol. 22, De Agostini, Novara 1996, p.15.
3
Gunter Schefbeck, Il giovane Alcide De Gasperi deputato al “Parlamento multietnico, in Il giovane De Gasperi:
Alcide De Gasperi come membro della Camera dei deputati austriaca, a cura del Consiglio regionale Trentino
Alto Adige, Trento 2004, p. 17.
4
Paolo Pombeni, Il primo De Gasperi La formazione di un leader politico, Il Mulino, Bologna 2007, p. 17, p. 233.
2
cittadine: allo scoccare della Prima Guerra Mondiale, solo 700 trentini espatriarono
per arruolarsi nell‟Esercito italiano mentre ben 60.000 combatterono sotto l‟Austria.
5
E‟ illuminante in proposito la testimonianza dell‟editore Friedrich Funder, uomo in
stretto contatti con gli ambienti di governo e perciò interrogato da De Gasperi nel
1914 sulle intenzioni dell‟Austria nei confronti del Trentino. Da tempo si sospettava
che l‟Impero fosse disposto a cedere la regione all‟Italia in cambio della neutralità di
quest‟ultima; De Gasperi perciò esordì così:
La situazione in effetti sta così: il 95% della popolazione italiana del Sudtirolo propende per i suoi
naturali interessi verso l‟Austria, alla quale è appartenuta per secoli. Veda dunque: i nostri maestri che
hanno molto da dire al nostro popolo; loro che provengono da scuole austriache sanno che non
resterebbero nelle loro scuole se l‟italia ottenesse il Sudtirolo, ma verrebbero sostituiti dai maestri del
Regno italiano. I nostri sindaci non hanno alcuna voglia di scambiare l‟autonomia comunale che
hanno in Austria con il ruolo cha ha un capo comune in Italia. E dei nostri parroci, Lei non vorrà
supporre che siano stati finora irredentisti che tendevano verso l‟Italia che è pur sempre in conflitto col
Vaticano
6
. E la gran massa della nostra gente, i nostri contadini produttori di vino e di frutta che hanno
poche speranze per il mercato in Italia e che sono legati in tutti i loro interessi economici all‟Austria?
Che intenzioni avete con questa gente?
7
La storia di questa regione è dunque mitteleuropea più che italiana. Si consideri il
dato significativo sull‟analfabetismo: nel 1880 esso toccava in Trentino solo il 12%
della popolazione maschile ed il 16% di quella femminile
8
, mentre la media italiana
(maschi e femmine) corrispondeva al 62%
9
. Non si tratta di un dato casuale ma del
risultato delle politiche sull‟obbligo scolastico vigente dai 6 ai 14 anni
10
.
In definitiva la maggioranza dei trentini si sentiva legata all‟Imperatore, sicché nella
lotta tra irredentisti ed autonomisti entrarono in gioco anche due principi di
5
Fond. trentina A. De Gasperi, op. cit., p. 44.
6
Si rammenti che era ancora in vigore il Non expedit, mentre l‟imperatore si fregiava del titolo di “Sua Maestà
Cattolica”: se in Italia il Cattolicesimo era fuori dal governo, in Austria in qualche modo ne faceva parte: Lorenzo
Bedeschi, Il giovane De Gasperi e l’incontro con Romolo Murri, Informazione storica Bompiani, Milano 1974, p.19.
7
In G. Schefbeck, op. cit., p. 9.
8
Elena Tonezzer, Il Trentino (1881-1918), in Alcide De Gasperi la vita - Il Trentino, l’Europa, a cura di Museo
storico in Trento Onlus, Rubbetino, Trento 2004, p. 19.
9
Voce Alfabetizzazione, in Dizionario di storia moderna e contemporanea Paravia Bruno Mondadori,
< http://www.pbmstoria.it/dizionari/storia_mod/a/a045.htm >.
10
E. Tonezzer, op. cit., p. 19.
3
legittimazione diversi: da un lato il legame dinastico, che univa molti popoli, dall‟altro
l‟ideologia romantico-nazionalistica
11
.
Il Trentino deve alle politiche imperiali anche la rinascita economica sperimentata
dagli anni ‟80, proprio durante l‟infanzia di De Gasperi. A metà del secolo esso era
una regione poverissima, a prevalente economia arretrata e contadina, fonte di
emigrazione
12
; intervennero però due importanti innovazioni: innanzitutto, l‟istituzione
nel 1881 del Consiglio provinciale dell‟agricoltura di Trento, che diffuse una rete di
consorzi agrari; poi forti investimenti in nuovi saperi agricoli e nella regolamentazione
del territorio. Grazie a queste politiche, nel giro di pochi anni la popolazione ebbe una
notevole crescita.
Il clero ebbe un ruolo di primissimo piano nel rilancio, sia per i ruoli dirigenziali
ricoperti nei consorzi agrari e per la diffusione di cooperative cattoliche, sia per la
rappresentanza politica esercitata al Parlamento di Vienna ed alla Dieta di
Innsbruck
13
. E‟ d‟obbligo citare almeno l‟opera di don Lorenzo Guetti, fondatore nel
1890 della prima Società Cooperativa di smercio e consumo a S. Croce nel
Bleggio
14
.
Il clero trentino sperimentò le divisioni della Chiesa dell‟epoca con alcuni tratti
specifici: da una parte i liberali-nazionali, promotori dell‟autonomia in nome
dell‟italianità, dall‟altra gli intransigenti–legittimisti, filo asburgici. Il secondo gruppo
prese il controllo del giornale diocesano, la “Voce cattolica”, nato nel 1861, e si
rafforzò con la nomina del Vescovo Carlo Eugenio Valussi nel 1886
15
. Si fecero largo
tuttavia elementi come don Celestino Endrici (che ritroveremo presto) e don Guido
De Gentili, convinti della necessità di riconquistare il mondo moderno ripartendo dal
messaggio della Rerum Novarum ed elaborando una strategia che coinvolgesse
anche il laicato. Fu così che nel 1896 fu eletto alla Dieta di Innsbruck il primo laico,
Enrico Conci
16
.
11
G. Schefbeck, op. cit., p. 13-14.
12
E. Tonezzer, op. cit., p. 20.
13
P. Pombeni, op. cit. pp. 32-33.
14
E. Tonezzer, op. cit. p. 20.
15
P. Pombeni, op. cit. p. 34.
16
P. Pombeni, op. cit., pp. 37-39.
4
In campo politico avversari dei cattolici furono soprattutto i liberali e i socialisti. La
questione nazionale investì tutti i gruppi, cha la affrontarono con strategie diverse,
ma è interessante notare che anche la sinistra rinunciò all‟internazionalismo in nome
del patriottismo: anzi, il leader socialista Cesare Battisti fu un convinto irredentista e
fu giustiziato per tradimento nel 1916 essendosi arruolato con l‟esercito italiano
17
.
Verso la fine del secolo il Tirolo fu teatro della spaccatura fra cattolci – conservatori,
maggioritari, e i cristiano–sociali; nel frattempo, nacque il Deutscher Volksverein für
Südtirol (1898), sostenitore dell‟identità tedesca del Tirolo
18
.
I PRIMI PASSI
Si sa poco dell‟infanzia di De Gasperi; di certo egli seguì il padre, inizialmente capo
di brigata del posto di polizia a Pieve Tesino ma poi trasferito a Grigno, Civezzano
19
ed infine a Trento, dove raggiunse il pensionamento pare nel 1901
20
. La famiglia non
era certo ricca, tanto più che Alcide ebbe tre fratelli: Mario, Marcella ed Augusto
21
; i
genitori impartirono ai figli un‟educazione cattolica ed uno di essi, Mario, scelse in
seguito la vocazione sacerdotale
22
.
A Civezzano Alcide frequentò le scuole elementari, mentre proseguì gli studi al
“Principesco collegio convitto arcivescovile” dal 1892 al 1897. Si trattava di una
scuola diocesana, pensata soprattutto per i candidati al sacerdozio ma non solo;
essa offriva un buon insegnamento e l‟alloggio gratuito o semigratuito
23
. Qui De
Gasperi conobbe don Giuseppe Segatta, che divenne suo mentore e pare lo abbia
avviato allo studio della lingua tedesca al fine di dedicarsi all‟insegnamento. Nel 1898
De Gasperi si iscrisse all‟”Imperial-regio Ginnasio Superiore” di Trento, in quanto per
17
Voce Battisti, Cesare, in Grande Enciclopedia De Agostini, vol. 3, De Agostini, Novara 1996, p. 524.
18
P. Pombeni, op. cit. p. 44.
19
Fond. trentina A. De Gasperi, op. cit., p. 28.
20
P. Pombeni, op. cit. p. 48.
21
Elisabeth Arnoulx De Pirey, De Gasperi, San Paolo Edizioni, Cles (TN) 2002, p. 15.
22
Armando Vadagnini, La vita, in Alcide De Gasperi la vita, Il Trentino, l’Europa, a cura di Museo storico in Trento
Onlus, Rubbetino, Trento 2004, p. 8 .
23
Ibidem.