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INTRODUZIONE
Costringere una persona a subire o a compiere atti sessuali è una gravissima
violazione della libertà e, nondimeno, una violazione dei diritti umani fondamentali.
La violenza sessuale è il crimine più antico del mondo, fortemente legato ad una
concezione sminuente e maschilista della donna, considerata un oggetto da
sottomettere e possedere.
Il ruolo degli operatori sanitari, e in particolare dell’ostetrica, nell’assistenza
alla donna vittima di violenza sessuale, rappresenta il punto cruciale per una buona
ripresa sia fisica che psichica della donna stessa e per l’esito positivo di un eventuale
processo. È soprattutto importante che l’ostetrica sia in grado di riconoscere tutti
quei segni e sintomi che accompagnano le vittime di violenza sessuale e che spesso
vengono confusi con altri tipi di patologie, arrivando così a diagnosi e terapie errate
che potranno solo peggiorare lo stato di salute della donna.
Il nuovo Codice Deontologico dell’Ostetrica, approvato dal Consiglio
Nazionale nella seduta del 19 Giugno 2010, alla voce “Rapporti con la persona
assistita” riporta il seguente articolo: 3.1 L’ostetrica tutela la dignità e promuove la
salute femminile in ogni età, individuando situazioni di fragilità, disagio, privazione
e violenza, fornendo adeguato supporto e garantendo la segnalazione alle autorità
preposte, per quanto di sua competenza.
È quindi preciso dovere dell’ostetrica essere a conoscenza, non solo dei
protocolli nazionali, ma anche della Legge in vigore, per poter affrontare le
situazioni individuate nell’articolo del Codice e fornire un’adeguata assistenza.
Pur comprendendo che esistono molti tipi di violenza sessuale, tra cui l’abuso
infantile e la violenza sessuale nei confronti degli uomini, la tesi tratterà la violenza
sessuale nei confronti di individui di sesso femminile al di sopra dei 14 anni.
La scelta di questo argomento per la mia tesi di laurea deriva da un profondo
interesse in materia di violenza di genere. La violenza sessuale è solo uno dei tanti
tipi di violenze, che nel mondo vengono perpetrate nei confronti delle donne, in
quanto donne. A molte di queste violenze si trovano giustificazioni assurde, non
riconoscendo che i diritti delle donne sono anch’essi diritti umani e non possono
essere violati in ragione della cultura, della religione, delle tradizioni.
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Mi sento di aggiungere, che, nonostante ci troviamo in Italia nel 2011, la
violenza sessuale è ancora un tabù, le vittime sono molto spesso colpevolizzate,
anche dal personale sanitario, che dovrebbe avere il compito di aiutarle, ma che
spesso addirittura ignora i protocolli di assistenza.
Il mio obiettivo è quello di far luce su un argomento di cui poco si parla, ma
molto si sparla, di abbattere gli stereotipi che tendono a colpevolizzare le vittime e a
giustificare chi commette questi atti, ma soprattutto spero che la mia tesi possa essere
uno spunto di riflessione, affinché all’interno del Corso di Laurea in Ostetricia venga
inserito un corso apposito che tratti l’assistenza alla vittima di violenza sessuale, per
permettere alle future colleghe ostetriche di avere un’adeguata formazione in materia
ed essere delle professioniste complete.
Data la diffusione, confermata dalle statistiche, di questo tipo di violenza, dato
il riconoscimento nel 1996 del reato di violenza sessuale come “delitto contro la
persona”, è ormai indispensabile che nel percorso di formazione dell’ostetrica sia
inserito un corso specifico e sia permessa, dove possibile, la frequentazione come
tirocinanti di centri antiviolenza (ad esempio il Centro SVSeD della Clinica
Mangiagalli).
La mia tesi vuole dimostrare, attraverso la som ministrazione di questionari
anonimi alle ostetriche, la lacunosa conoscenza dei protocolli, della Legge e
l’importanza di una formazione specifica.
La salute delle donne, tutelata dalla professione ostetrica, passa anche
attraverso una tempestiva identificazione delle vittime di violenza e la proposta di un
aiuto sanitario e psico-sociale. L’ostetrica, avvalendosi della cooperazione con altri
professionisti, è una figura importantissima in questo settore.
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RIASSUNTO
Introduzione: La violenza sessuale è riconosciuta dall’OMS come problema di salute
pubblica, vista la sua elevata diffusione in tutto il mondo e gli operatori sanitari sono
spesso i primi ad entrare in contatto con le vittime, senza essere in grado di
riconoscerle. Le ostetriche sono le professioniste che si occupano della tutela della
salute delle donne, ma purtroppo non sono ancora abbastanza formate circa le
conseguenze che la violenza può avere sulla salute delle donne stesse e soprattutto
non sono in grado di assisterle correttamente, nella piena conoscenza dei protocolli.
Metodologia: Sono stati distribuiti questionari anonimi alle ostetriche per valutare la
loro preparazione in materia e la conoscenza della Legge italiana.
Risultati: Sono stati analizzati 103 questionari. Il 72,8% delle compilatrici afferma di
conoscere la Legge, ma ben il 70,8% non ha chiara la procedibilità dei delitti
sessuali; il 48,5% delle ostetriche non conosce i protocolli nazionali di assistenza e
solo il 28,2% dichiara di avere assistito nella sua carriera professionale una vittima di
violenza sessuale: infatti l’88,3% ritiene che il suo percorso di studi non l’abbia
preparata per affrontare una simile evenienza.
Conclusioni: Le ostetriche sono ancora poco formate sul tema della violenza
sessuale, in quanto l’ignoranza dei protocolli non permette loro di sentirsi in grado di
prestare assistenza a una vittima. Il cambiamento principale deve giungere dai Corsi
di Laurea che hanno il compito di garantire un’adeguata preparazione teorico-pratica
alle future professioniste.
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ABSTRACT
Introduction: WHO acknowledges sexual violence as a world health problem,
because of its spreading all over the world and its consequences on women’s health.
Health care providers are often the first who come into contact with victims, but they
are not able to recognize and help them. Midwives are responsible for women’s
health, but they are not trained on the assistance of rape victims and on consequences
of sexual violence, so they can’t help these women in a suitable way.
Methodology: Anonymous questionnaires were given to midwives, in order to assess
their qualification for assisting victims and their knowledge of italian Law on sexual
violence.
Results: 103 questionnaires were analysed. 72,8% of participants knew the Law, but
70,8% didn’t know when sexual violence is prosecutable; 48,5% of midwives didn’t
know national guidelines and only 28,2% assisted a victim of sexual violence during
her professional life: in fact, 88,3% thought that their course of study didn’t make
them ready to face such an occurence.
Conclusions: Midwives aren’t trained enough on sexual violence topic and that is
demonstrated by the fact that they don’t know National guidelines for clinical
management of rape survivors, so they are not able to assist a rape victim. A change
is needed from Degree Courses which have to guarantee its students a suitable
training.
PARTE PRIMA
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CAPITOLO 1
DEFINIZIONE ED EPIDEMIOLOGIA
1.1 La Violenza Sessuale
L’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce violenza sessuale
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ogni
atto sessuale, o tentativo di esso, ogni approccio o commento a sfondo sessuale,
perpetrato utilizzando coercizione fisica o p s i c o l o g i c a d a p a r t e d i c h i u n q u e ,
indipendentemente dalla relazione con la vittima.
La coercizione può essere messa in atto attraverso un ampio spettro di
comportamenti violenti, quali aggressione fisica, intimidazione psicologica, minacce,
ricatti, uso di armi o approfittando dello stato di inferiorità della vittima, non in
condizione di esprimere un consenso per uso di alcolici, droghe, farmaci, per ritardo
mentale, per età infantile.
La violenza sessuale include lo stupro, definito come penetrazione forzata,
anche se minima, della vulva o dell’orifizio anale, per mezzo del pene, altre parti del
corpo (ad esempio le dita) o mediante un oggetto. Quando la penetrazione tentata
non avviene si definisce “tentativo di stupro”. Lo stupro compiuto da due o più
persone si definisce “stupro di gruppo”.
La violenza sessuale include anche altre forme di aggressione, tra cui il
contatto forzato tra bocca e pene, vulva e orifizio anale.
L’OMS ha inoltre stilato un elenco dei diversi tipi di atti violenti, che
coinvolgono la sessualità, e che possono aver luogo in circostanze e contesti
differenti:
null Stupro all’interno del matrimonio o di un rapporto sentimentale
null Incesto
null Stupro da persona sconosciuta
null Stupro di gruppo
null Stupro nei confronti delle prostitute
null Stupro sistematico utilizzato durante i conflitti come arma di guerra
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null Proposte sessuali non desiderate o molestie sessuali, compresa la
richiesta di prestazioni sessuali in cambio di favori
null Abuso sessuale di persone mentalmente o fisicamente disabili
null Abuso sessuale nei confronti dei bambini
null Matrimonio e convivenza forzata, incluso il matrimonio di bambini
null Violazione del diritto della donna di utilizzare metodi contraccettivi o
di adottare altre misure per proteggersi dalle malattie a trasmissione
sessuale
null Aborto forzato
null Sterilizzazione forzata
null Aborto selettivo dei feti femmina
null Atti violenti contro l’integrità sessuale della donna, incluse le
mutilazioni genitali femminili e l’ispezione obbligatoria per il
controllo della verginità
null Prostituzione forzata e traffico di persone a scopo di sfruttamento
sessuale
null Gravidanza forzata
null Violenza durante la gravidanza
null Violenza sessuale nelle strutture sanitarie
null Violenza sessuale nelle scuole
null Violenza sessuale nelle carceri
null Violenza sessuale nei confronti di ragazzi e uomini
La Conferenza delle Nazioni Unite del 1993
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ha inoltre definito la violenza
contro le donne come ogni atto legato alla differenza di genere che termina, o
potrebbe terminare, in danno fisico, sessuale o psicologico o in una sofferenza della
donna, compresa la minaccia di tali atti, l’arbitraria coercizione della libertà sia nella
vita pubblica che in quella privata. Nel 2003 il Consiglio d’Europa affermò che la
violenza è la prima causa di morte e di invalidità permanente per le donne dai 16 ai
44 anni.
La violenza sessuale è stata riconosciuta come un problema di salute
pubblica, che può essere paragonato ad un iceberg, la cui punta rappresenta i
pochissimi casi denunciati alla polizia, mentre il corpo ingloba tutte le violenze che
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rimangono sommerse per vergogna, senso di colpa o altri fattori. Nemmeno le
statistiche sono in grado di fornire una giusta descrizione del fenomeno, poiché
spesso i dati disponibili sono frammentari e insufficienti. In ragione di quanto sopra
esposto, la violenza sessuale rimane ad oggi un evento sottostimato (Grafico 1)
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.
Grafico 1. La vastità del problema della violenza sessuale. (Fonte: World
Health Organization. World report on violence and health. Geneva, 2002.)
Traduzione:
Rape reported to police: Stupri denunciati alla polizia
Rape reported in surveys: Stupri riportati dalle statistiche
Rape not disclosed because of shame, blame or other factors: Stupri non rivelati a
causa della vergogna, del senso di colpa o di altri fattori
Fatal sexual assault: Violenza sessuale mortale
Forced sex in marriage and dating: Stupro all’interno del matrimonio o di un
rapporto sentimentale
Rape by a stranger: Stupro da persona sconosciuta
Sexual exploitation resulting from economic vulnerability: Sfruttamento sessuale
legato alla precarietà
Unwanted sex agreed to as a result of pleading, blackmail, threats or trickery:
Rapporto sessuale forzato in cui la vittima non oppone resistenza per difendersi, per
le minacce, i ricatti o per inganno.