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riveste all'interno di essa ed evidenziando
l'esistenza di analogie e di elementi innovativi
rispetto ai contenuti di alcune teorie organizzative
"classiche".
Nella seconda parte, suddivisa anch'essa in due
capitoli, ho preso in considerazione l'attuale
situazione del settore Tessile e Abbigliamento (t/a)
italiano il quale, sottoposto ad una crescente
concorrenza da parte di alcuni paesi a basso costo del
lavoro, si trova nella necessità di avviare un
processo di "dematurity" che dovrà necessariamente
investire sia il miglioramento qualitativo dei
prodotti sia, soprattutto, quello dei sistemi
aziendali.
In questo contesto ho analizzato il contributo che
l'adozione delle metodologie della Qualità Totale può
conferire alle aziende del t/a per rendere le stesse
più competitive nei confronti dei paesi di recente
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industrializzazione in modo da contrastare l'attuale
fase di incertezza che da alcuni anni sta opprimendo
il settore.
Per la stesura della prima parte di questo lavoro mi
sono basato sulla consultazione di testi e di articoli
tratti da riviste specializzate, con particolare
attenzione a quelli di più recente pubblicazione,
inerenti le problematiche organizzative connesse
all'implementazione della strategia della Qualità
Totale, con particolare riferimento al ruolo
strategico svolto dalle risorse umane in questo
contesto.
Per la parte concernente l'applicazione della suddetta
strategia alla realtà del settore t/a, la ricerca,
piuttosto difficoltosa a causa della attualità del
problema e quindi della carenza di materiale
bibliografico che facesse riferimenti specifici
all'argomento in questione, è stata indirizzata verso
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la consultazione di riviste specializzate, con
l'integrazione di testimonianze raccolte da operatori
del settore esperti nelle problematiche da me
affrontate (tra queste particolarmente significativa
si è rivelata l'intervista gentilmente concessami dal
Dott. Piero Costa, direttore di CERTITEX, organismo di
certificazione del settore di recentissima
costituzione) e da Atti di Convegni tenutisi
sull'argomento.
Nel primo capitolo ho analizzato i motivi del
crescente interesse a livello internazionale nei
confronti delle problematiche relative alla qualità,
riferendomi in particolare ai profondi mutamenti
subiti dal panorama economico mondiale a partire dal
secondo dopoguerra ad oggi ed alla evoluzione della
figura del consumatore, il quale tende oggigiorno
sempre più a privilegiare acquisti personalizzati e
consapevoli rispetto a quelli generici ed uniformi. Il
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contenuto della seconda parte del capitolo rappresenta
un tentativo di spiegare la portata innovativa e i
fondamenti teorici dell'approccio alla Qualità Totale
attraverso l'analisi delle strategie più significative
che la caratterizzano. Tra queste particolare rilievo
è stato attribuito, anche per le relative conseguenze
sul piano di una maggiore responsabilizzazione del
fattore umano, alla strategia della soddisfazione del
cliente inteso non solo come consumatore finale di un
prodotto o servizio ma, all'interno dell'azienda, come
qualunque operatore a valle nel processo produttivo.
Sono state altresì evidenziate le difficoltà più
ricorrenti che un'azienda può incontrare nel tentativo
di percorrere la via della qualità ponendo un accento
particolare sull'esigenza di un profondo cambiamento
culturale da parte di tutti gli operatori dei vari
livelli della piramide aziendale affinchè sia reso
possibile il superamento delle vecchie abitudini, la
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capacità di utilizzo di metodologie specifiche, la
condivisione di precisi valori, indispensabili per un
corretto approccio alla Qualità Totale.
Oggetto del secondo capitolo è stata l'analisi della
funzione svolta dal fattore umano all'interno della
strategia della Qualità Totale. In questo contesto ho
individuato nella valorizzazione delle principali
tipologie di esseri umani che costituiscono i
protagonisti dello scenario aziendale: i clienti, il
personale dell'azienda, i fornitori, il valore che più
di ogni altro caratterizza l'approccio della Qualità
Totale rispetto ad altri approcci cosiddetti
"tradizionali". In riferimento ai dipendenti
dell'azienda la suddetta valorizzazione si concretizza
nell'adozione di sistemi di gestione del personale più
partecipativi. A questo proposito ho parlato della
necessità di un'organizzazione del lavoro che miri,
anche attraverso l'attività di gruppi come i Circoli
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di Qualità, ad un maggior coinvolgimento ed
arricchimento motivazionale dei dipendenti, in modo
che ciascuno di essi possa essere messo nella
condizione di sfruttare al meglio le proprie capacità.
Considerazioni a parte sono dedicate all'importanza
della formazione in riferimento alla necessità di
diffondere e sviluppare la cultura e la mentalità
della qualità, presupposto indispensabile per ottenere
da ciascun dipendente la garanzia della qualità del
lavoro che svolge, avendo acquisito piena
consapevolezza della sua importanza.
Nel terzo capitolo ho tratteggiato un quadro del
settore t/a in riferimento soprattutto all'effetto
perturbatore che la comparsa sulla scena mondiale dei
paesi in via di sviluppo ha provocato. In riferimento
alla situazione italiana ho fatto cenno al felice
connubio tra industria dell'abbigliamento e stilismo,
come elemento che ha permesso lo spostamento verso
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fasce di mercato medio-fini/fini, così da consentire
nel periodo compreso tra la fine degli anni '70 e la
fine degli anni'80, una forte ripresa del settore. Ho
quindi accennato all'attuale fase di incertezza che da
alcuni anni sta interessando l'industria t/a del
nostro paese dopo un lungo periodo di risultati assai
confortanti a livello internazionale, cercando di
evidenziare le principali cause all'origine di tale
fenomeno. Altre considerazioni hanno riguardato le
forme organizzative più ricorrenti all'interno del
comparto t/a: distretti, imprese integrate e imprese
"rete". Particolare attenzione è stata dedicata
all'organizzazione del distretto industriale in quanto
forma organizzativa che maggiormente caratterizza il
tessuto produttivo dell'industria t/a del nostro
paese.
Nel quarto capitolo è stata analizzata l'opportunità
da parte delle aziende del t/a italiano di perseguire
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obiettivi di Qualità Totale. L'analisi ha preso spunto
dai profondi mutamenti che hanno interessato il
mercato dei prodotti d'abbigliamento negli ultimi
anni; in particolare ho fatto riferimento alla
evoluzione della figura del consumatore il quale,
sempre più competente e maturo, guarda con crescente
interesse ad un buon rapporto prezzo/qualità nella
scelta del capo da acquistare. Ho preso quindi in
esame le opportunità aperte dalla recente costituzione
(26 febbraio 1992) di CERTITEX (organismo per la
Certificazione dei Sistemi Qualità e dei prodotti
delle aziende del t/a) in riferimento alla possibilità
di una capillare divulgazione dei principi e della
cultura della qualità, anche in considerazione degli
stretti legami di fornitura, peculiari del settore
t/a, esistenti tra le aziende appartenenti ai diversi
comparti della filiera, a partire dalla filatura fino
ad arrivare alla confezione, i quali possono
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contribuire a produrre una espansione "a macchia
d'olio" dei suddetti principi. In seguito, attingendo
ad uno studio della R.I.T.A. (Associazione per la
Ricerca ed Innovazione nel Settore Tessile-
Abbigliamento) di recente pubblicazione, ho delineato
le aree tecnologiche suscettibili di un maggior
sviluppo nel futuro con particolare riferimento a
quelle che possono contribuire ad un incremento della
flessibilità produttiva e della riduzione del tempo al
mercato (time to market) nell'ottica di una maggiore
soddisfazione del cliente. Ho successivamente
affrontato il problema dell'influenza che la struttura
dimensionale del settore, ampiamente dominato da
aziende di piccole e medie dimensioni, può esercitare
sull'approccio alla qualità. In questa parte ho
evidenziato i vantaggi e gli svantaggi che l'azienda
"minore", in relazione alle peculiarità che la
contraddistinguono, presenta nei confronti
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dell'approccio alla Qualità Totale. Nell'ultima parte
del capitolo ho infine analizzato l'attuale stadio di
applicazione delle metodologie della Qualità Totale
alle aziende del settore individuando la necessità di
una maggiore attività di divulgazione delle stesse, in
particolare a livello di aziende di piccole
dimensioni. A questo proposito ho infine descritto
l'attività svolta dal CITER (Centro per l'Informazione
Tessile dell'Emilia Romagna) a favore della
introduzione di sistemi di Qualità Totale nelle
piccole e medie aziende del t/a con il recente (1991)
avvio di un "progetto pilota", unico nel suo genere in
Italia, denominato "Qualità Totale e Sistema Moda". A
conclusione del lavoro ho preso in esame l'esperienza
di due aziende, una di piccole dimensioni (il
maglificio "Erika" di Carpi, che ha partecipato alla
edizione 1992 del suddetto progetto) l'altra di grandi
(Montefibre), che hanno individuato nella Qualità
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Totale uno strumento per incrementare la propria
competitività nel lungo periodo.
I miei più sentiti ringraziamenti vanno al Dott. Piero
Costa che, con grande cortesia, mi ha fornito
importanti informazioni sull'attività di CERTITEX.
Analogo ringraziamento al Dott. Luigi Nobile,
Ispettore di CERTITEX (operante presso il Centro
Tessile Cotoniero di Busto Arsizio), il quale, grazie
alla lunga esperienza maturata nel settore, mi ha
fornito interessanti indicazioni per lo svolgimento
del presente lavoro.
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Infine un sincero ringraziamento per l'utile
collaborazione va alla Sig.na Angiolina Alberti,
segretaria AICQ (Associazione Italiana per la Qualità)
Settore Tessile, e alla Signora Roditi della
biblioteca "Tremelloni Sistema Moda" presso
l'Associazione Magliecalze di Milano.
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CAPITOLO PRIMO
"LA QUALITA' COME NUOVO MODELLO DI
GESTIONE AZIENDALE"
1.1 Motivi dell'orientamento alla qualità
Oggi in tutto il mondo si è sempre più d'accordo nel
sottolineare che la qualità è indubbiamente diventata
uno degli elementi più determinanti per il successo
delle aziende e delle nazioni; è lecito quindi
chiedersi quali sono stati i motivi che hanno portato
a questa supremazia e che hanno spinto un numero
sempre più consistente di aziende alla ricerca della
qualità.
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A questo proposito mi sembra necessario prima di tutto
chiarire cosa si intenda oggi per qualità ed
individuare quali sono state le tappe attraverso le
quali si è arrivati alla definizione attuale.
Non è certo compito facile sintetizzare in poche
parole un concetto in continua evoluzione come la
qualità, evoluzione che è andata di pari passo con
quella delle metodologie e delle aree aziendali
coinvolte, assumendo un significato sempre più ampio
1
.
Inizialmente, fino agli anni Cinquanta, per qualità si
intendeva in sostanza il <<grado di conformità>> alle
specifiche, quindi la percentuale di difetti misurata
al momento della consegna ai clienti dei beni
prodotti.
Successivamente, durante gli anni Cinquanta, il
concetto si ampliò fino a comprendere l'affidabilità,
considerando così la conformità del prodotto durante
1
Mattana G.: "La qualità nel rinnovamento del sistema di produzione" in "L'Impresa", n.
3/1988
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il tempo di utilizzo. E' importante sottolineare che
in entrambe le definizioni ci si riferisce
esclusivamente alla qualità dei prodotti e che la
qualità viene concepita alla stregua di un parametro
tecnico e, come tale, misurata da indicatori tecnici:
l'attenzione era incentrata, in questa fase,
principalmente su attività e tecniche di controllo
miranti a verificare gli eventuali scostamenti tra
quanto progettato e quanto realizzato.
Il passo successivo fu quello di comprendere che una
buona qualità di prodotto non poteva nascere da una
azienda con processi tecnico-organizzativi superati;
quindi il concetto di qualità si allarga sino a
comprendere non solo quella del prodotto, ma anche
quella dell'organizzazione. Si tratta, tuttavia, pur
sempre di qualità misurata dall'interno dell'azienda,
quindi vista come una variabile endogena.