5
Introduzione
Con questo studio, frutto anche di ricerche in loco in giro per la
Mitteleuropa (in particolare a Ljubljana e Vienna) - o come la definiva
François Fejtö “ l’Altra Europa”
2
- ho inteso effettuare una disamina della
evoluzione del diritto privato della Repubblica di Slovenia, frutto di un iter
sociale, storico e legislativo complesso ed articolato.
Difatti., Il sistema giuridico sloveno è stato parte del sistema continentale
sin da quando la Slovenia ha fatto parte di altri stati e successivamente,
dopo il 1991
3
, quale Stato indipendente.
Per quanto riguarda specialmente il diritto civile ed il diritto commerciale, il
sistema giuridico sloveno é strettamente legato al sistema giuridico austriaco
e tedesco, risentendo inoltre, in alcuni tratti dell’influenza del diritto
italiano.
In passato ampi riferimenti sono stati attinti dalla legislazione dello
Stato o della Federazione di cui la Slovenia fu membro. Soprattutto il
codice civile austriaco: l’Allgemeines Bürgerliches Gesetzbuch (ABGB) del 1811.
2
F. Fejtö, Requiem pour un empire défunt, Lieu Commun, 1988
3
Dichiarazione di Indipendenza: 26 Giugno 1991
6
ha avuto una significativa influenza sull’evoluzione dei rapporti giuridici ed
in generale sullo sviluppo del diritto civile e sulla cultura giuridica slovena.
Tale influsso è inoltre perdurato durante il Regno degli Sloveni, dei Croati
e dei Serbi, nato nel 1918 e quindi con l’avvento del Regno Jugoslavo nel
1929.
Con la Seconda Guerra Mondiale la Slovenia, divenuto membro della
Repubblica Federale Socialista della Yugoslavia, abrogò le normative
vigenti prima della guerra per lasciar spazio al sistema giuridico ispirato alla
dottrina socialista. Pertanto le aziende private furono nazionalizzate e la
proprietà privata fu largamente proibita.
Venne inoltre introdotto un monopolio ufficiale di Stato del capitale
e la gestione delle imprese venne affidata ai lavoratori attraverso un
“sistema di autogestione”.
Ciononostante, le nuove normative disciplinanti tutte le materie, non
poterono essere adottate in così breve tempo, con la conseguenza che le
normative abrogate, purché non risultassero in contrasto con nuove norme
nel frattempo adottate dallo Stato, furono eccezionalmente applicate alla
stregua di vere e proprie norme giuridiche. In materia di diritto civile ciò
significò, nella prassi, la prosecuzione dell’applicazione dell’ABGB.
In alcuni campi del diritto civile furono successivamente approvate
leggi speciali, come ad esempio in materia di diritto di famiglia ed in materia
di successioni. Nel 1980 venne inoltre approvata l’ultima legge speciale in
materia di diritti reali ( legge concernente i rapporti di proprietà).
Bisogna inoltre osservare che anche altri campi giuridici furono
trattati in maniera particolare venendo disciplinati da singole leggi piuttosto
che da un codice civile anche a causa della divisione del potere legislativo
ripartito tra Governo Federale jugoslavo e le singole Repubbliche.
7
Un serio progetto di riforma del diritto privato iniziò ad aversi solo negli
ultimi anni della Jugoslavia con la Legge sulle Società del 1988
4
e continuò
nelle singole Repubbliche dopo la loro indipendenza. In Slovenia priorità
nella riforma venne data a quegli ambiti del diritto dove la legislazione
socialista risultava più incompatibile con il nuovo ordine sociale e giuridico
suggellato dalla nuova Costituzione del 1991
5
.
Primi importanti passi in tale contesto riformatore furono il processo
di denazionalizzazione
6
, la privatizzazione delle imprese
7
e la contestuale
adozione di una Legge sulle Società
8
– che ricalcava fondamentalmente le
Leggi tedesche sulle S.r.l.
9
e sulle S.p.A.
10
. Parte del diritto privato sloveno
disciplinato in periodo socialista continua, tuttavia, a rimanere in vigore
soprattutto per quanto riguarda il diritto di famiglia
11
e il diritto delle
successioni
12
. A ciò si aggiunga che la parte generale del diritto civile non é
affatto regolata da una legge speciale – e ancor oggi non lo è – a causa
dell’inesistenza di un codice civile. Le singole disposizioni sono infatti
sparse in numerose leggi, in particolar modo nelle leggi concernenti il
diritto delle obbligazioni (La Legge sulle Obbligazioni del 1978
13
) e il diritto
delle persone e della famiglia. E’ per questo motivo quindi che il nuovo
diritto delle obbligazioni, comprende anche alcune disposizioni del diritto
civile generale. Attualmente in Slovenia il diritto civile è ancora disciplinato
dalle leggi speciali. Alcune sono state approvate ai tempi del c.d. sistema
socialista e quindi sono ancora in fase di cambiamento, mentre nuove
4
Zakon o podjetjih – OJ SFRY 77 /1988
5
Ustava Republike Slovenije (Costituzione della Repubblica di Slovenia) – OJ 33/1991
6
Zakon denacionalizaciji ( Legge di Denazionalizzazione)
7
Zakon o lastninskem preoblikovanju podjetij (Legge sulla Trasformazione della Proprietà delle
Società) OJ 95/92
8
Zakon o gospodarskih družbah (ZGD) – OJ 30/1993
9
Gesetz betreffend die Gesellschaften mit beschränkter Haftung (GmbHG)
10
Aktiengesetz (AktG)
11
Zakon o zakonski zvezi in družinskih razmerjih (Legge sul Matrimonio e la Famiglia) OJ 15/1976
12
Zakon o dedovanju (Legge sulle Successioni) OJ 15/1976
13
Zakon o obligacijskih razmerjih (Legge sui rapporti nascenti da obbligazioni) OJ SFRY
29/1978, 39/1985,57/ 1989
8
leggi sono in fase di approvazione. Soltanto il diritto delle obbligazioni è già
regolato dalla nuova legislazione che é stata approvata alla fine 2001
14
. In
materia di diritti reali è stato inoltre approvato il nuovo codice dei diritti
reali, che è entrato in vigore nel gennaio del 2003. Il diritto delle successioni
é regolato dalla legge slovena sulle successioni del 1976, mentre il diritto di
famiglia trova la propria disciplina nella legge sull’unione coniugale e sui
rapporti di famiglia del 1976. Ad ogni modo nel 2004 la Slovenia è
diventata membro dell’ Unione Europea e per tale ragione nel corso degli
ultimi anni sono state adottate molteplici iniziative legislative nell’ottica di
conformare il diritto civile sloveno al sistema giuridico dell’ UE. Ciò
premesso, si osserva che tuttora, nonostante il fatto costituisca una vera e
propria eccezione, non esiste in Slovenia un codice civile, bensì apposite
leggi speciali continuano a disciplinare i singoli istituti giuridici propri del
diritto civile.
14
Obligacijski zakonik (Codice delle Obbligazioni) OJ 83/2001
9
Capitolo I - Slovenia 1812-1941
Premessa
L’evoluzione storica dell’attuale Repubblica di Slovenia e quindi del
suo sistema giuridico in tutti i suoi ambiti, si intrecciano indissolubilmente
con le vicende storiche che videro protagonisti la Monarchia Asburgica e i
principali attori storico-politici europei.
Slovenia 1812-1848
Il territorio etnico sloveno, dove gli Sloveni vivevano in qualità di
autoctoni, faceva parte della Monarchia austro-ungarica. Era diviso in sei
regioni storiche nella parte austriaca della Monarchia e due contee nella
parte ungherese della Monarchia.
Le sei regioni storiche erano: la Carniola, la Stiria, i territori di Gorizia e
Gradisca, Trieste e l’Istria. Secondo il censimento regio del tempo, circa
1.250.000 sloveni vivevano nella parte austriaca della Monarchia. Più di
100,000 vivevano , invece, nelle contee di Zala e Vas nella regione di
Prekmurje, appartenente alla parte ungherese della Monarchia. Inoltre circa
60.000 vivevano nella parte slovena della Repubblica Venezia. Il risultato di
tale divisione degli Sloveni tra diverse regioni storiche e l’ampio uso della
lingua tedesca, quale lingua officiale, favorì la nascita di un identità più
regionale che nazionale. Pertanto i “Carinziani”, gli “Stiriani”, i
10
“Carniolani”, i “Goriziani” e gli “Istriani” di discendenza slovena non si
sentivano Sloveni a differenza di altre “nazioni” slave
15
. Un importante
cambio nella storia della Slovenia vi fu con l’occupazione francese (1809-
1813) di parte di alcuni territori storici sloveni quando durante le guerre
napoleoniche in Europa, l’Istria, Gorizia, la Carinzia occidentale, la Carniola
(che comprendeva parte della Croazia, la Linea Militare a sud del fiume
Sava e l’allora Repubblica di Dubrovnik) divenne una nuova unità
territoriale col nome di Province Illiriche. Furono, difatti, proprio le
autorità francesi nel 1810 ad introdurre lo sloveno come lingua
dell’istruzione nelle scuole elementari e medie nei territori sloveni delle
Province Illiriche.
Anche dopo che i francesi lasciarono la zona adriatica, continuò il risveglio
di un sentimento nazionale tra gli Sloveni, seppur circoscritto nei circoli
intellettuali e nella popolazione urbanizzata.
Tuttavia attraverso le scuole, la stampa e la letteratura tale sentimento si
diffuse anche nel resto della popolazione. La prima metà del XIX secolo fu
caratterizzato dallo sviluppo della lingua slovena. La conseguenza di tutto
ciò fu il delinearsi di una consapevolezza nazionale slovena che culminò in
vera e propria identità nazionale con la rivoluzione del Marzo 1848.
Durante la tale momento storico di insurrezioni o tentativi di insurrezione
la (c.d. Primavera delle Nazioni), gli Sloveni furono tra coloro che
delinearono un preciso programma nazionale. Essi chiesero l’unificazione
in una singola entità di tutti i territori autoctoni sotto l’Impero asburgico,
dove lo sloveno fosse la lingua ufficiale negli uffici pubblici e lingua
d’istruzione nelle scuole.
Le richieste per una “ Slovenia Unita” (Zdruţena Slovenija) vennero
inoltrate da Matija Majar Ziljski, un prete cattolico originario della Carinzia
15
Vedere M. Klemenčič, Slovenes as Immigrants, Members of Autochthonous Minorities in
Neighboring Countries and Members of Multiethnic States (1500-1991), University of Maribor 2002
11
slovena e da un gruppo di studenti residenti a Vienna, che erano riuniti in
un movimento chiamato “Associazione Slovenia” (Društvo Slovenija). Tali
richieste vennero inoltre supportate anche da petizioni di comuni cittadini
firmate durante il periodo 1848-1849.
Durante i decenni successivi questo programma diverrà caposaldo di tutti i
movimenti nazionalisti sloveni.
Frutto maturo per non dire tardivo dell’alleanza tra il pacato ed il
raziocinante giusnaturalismo mitteleuropeo e la cauta ma risoluta politica
riformista promossa dall’assolutismo illuminato asburgico, il Codice Civile
Generale austriaco ( Allgemeines Bürgerliches Gesetzbuch , ABGB) viene
promulgato da Francesco I d’Asburgo il 1 giugno 1811 ed entra in vigore il
1° gennaio 1812. Si chiude in quella data un processo di elaborazione
normativa singolarmente lento e articolato che, avviatosi alla metà del
XVIII secolo in seguito alla decisione di unificare i vari diritti regionali e
territoriali (Landrechte) dell’Impero d’Austria, si protrae per quasi
sessant’anni e solo col tempo assume, come vedremo, natura pienamente
codicistica.
L’attività di progettazione normativa destinata a concludersi con il codice
del 1811 prende in effetti le mosse nel 1753.
Da appena quattro anni (1749) era stata interpresa una riforma
dell’ordinamento giudiziario incentrata sulla creazione di una corte centrale
sovraordinata a tutte le altre, il Supremo Tribunale di Giustizia (Oberste
Justizielle). Nell’ambito dell’Oberste Justizielle si era avuta ben presto
l’occasione di verificare sul campo l’assoluta necessità di avviare
l’unificazione legislativa. Per rispondere a tale esigenza, il 14 Febbraio 1753
l’imperatrice Maria Teresa costituisce, nella città morava di Brünn (l’odierna
Brno nella Repubblica Ceca) una commissione operativa denominata
Kompilationskommission (Commissione di Compilazione).
12
Relatore della commissione, della quale fanno parte sette giuristi
particolarmente nei diritti territoriali che vigono nella varie regioni che
formano l’Impero, è un avvocato boemo di ascendenze milanese, Joseph
Azzoni, professore di diritto dell’università di Praga.
Alla Kompilationskommission viene affidato l’incarico di approntare, sulla base
dei diritti territoriali, del diritto romano-comune nella forma dell’Usus
modernus Pandectarum, sviluppatosi nei paesi di cultura tedesca), e – giova
sottolinearlo- nel <<diritto di ragione>> (Verunfrecht), una normativa civile
unitaria (ius universale et certum) per i Territori Ereditari di Lingua Tedesca
della corona e cioè per l’Austria superiore e inferiore, Stiria, Tirolo,
Carinzia, Carniola, Gorizia, Gradisca, Trieste, Vörlande, Boemia, Moravia,
Slesia.
Tale attività legislativa ha lo scopo di liberare tanto l’attività delle rinnovate
strutture giudiziarie quanto i rapporti privatistici dagli impacci e dagli
ostacoli causati dalla vigente disciplina civilistica, giudicata dal governo
imperiale dispersa, pletorica e congestionata.
Slovenia 1848-1941
Gli anni che vanno dal 1848-1941, che si erano aperti con la Rivoluzione di
Marzo e un rafforzamento etnico-identitario di tutte le classi sociali, in una
visione evolutiva dello stato e dell’ordinamento giuridico delle “gentes”
slovene possono essere divisi in due periodi: i 70 anni sotto la Monarchia
danubiana e i 23 anni nel Regno jugoslavo
16
.
16
S. Vilfan, Rechtsgeschichte der Slowenen, Graz, 1968
13
Slovenia 1848-1918
I territori sloveni nella seconda metà del XIX secolo erano vittime di
una dura crisi economica, soprattutto nei settori dell’agricoltura e
dell’artigianato, dovuta all’arrivo del trasporto su rotaie
17
.
La linea ferroviaria meridionale Trieste-Vienna, portava nuovi
prodotti con cui gli artigiani sloveni non potevano competere.
La conseguenza fu un emigrazione cospicua degli Sloveni: più di un
quinto della popolazione (circa 250,000) partì per le Americhe e l’Europa
occidentale. Tuttavia, sebbene alcuni decenni prima e durante il Primo
conflitto mondiale gli Sloveni stessero demograficamente diminuendo a
causa della germanizzazione e dell’emigrazione, essi avevano ormai
sviluppato una chiara coscienza della propria identità nazionale; volevano la
loro autonomia. Dal punto di vista più prettamante giuridico le loro
aspirazioni identitarie potevano riassumersi essenzialmente nella ricerca di
un unione delle popolazioni slovene sotto il profilo amministrativo e delle
autorità pubbliche e nella creazione di una lingua giuridica propria, che li
emancipasse dalla burocrazia asburgica e dal tedesco dell’ABGB. Fu
proprio negli anni 1848-1849 che nelle Facoltà di Giurisprudenza delle
Università di Ljubljana e di Graz iniziarono a tenersi lezioni in lingua
slovena dai professori Anton Maţgon, Joţef Krajnc, Janez Kopač, Joţef
Skedl. E data 1862 la stampa di un primo periodico di diritto in sloveno lo
Slovenski Pravnik , quale punto di riferimento della locale Associazione dei
giuristi.
Tali aspirazioni all’autodeterminazione e alla nascita di un vero e proprio
ordine statale e giuridico sloveni ebbero il loro apice con il collasso della
17
Klemenčič - Žagar, The former Yugoslavia’s diverse people: A Reference Sourcebook, Ljubljana,
2004, p.50