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Introduzione
Fra Italia e Perù si può affermare che esista una amicizia storica, capace di
superare l’enorme distanza geografica che separa le due nazioni.
Il Perù è stato uno dei primi paesi in cui si è registrata una immigrazione italiana,
antecedente ai massicci flussi avvenuti nel corso dei primi decenni del ‘900. E’ in
particolare dalla Liguria che sono partiti gruppi di marinai e commercianti prima,
e di agricoltori dell’entroterra poi, per trasferirsi nei territori peruviani,
approfittando dei buoni rapporti fra la Corona Spagnola e la Repubblica di
Genova, a partire dal lontano XVI secolo
1
. La comunità italiana in Perù ha
contribuito fin da subito allo sviluppo del paese, mantenendo legami affettivi con
la patria natia, ma integrandosi rapidamente nel nuovo tessuto sociale in cui si
stava introducendo. L’emigrazione italiana in Perù si è mantenuta
numericamente limitata, ma sufficiente per creare un primo legame fra due
realtà così lontane. Vere e proprie catene migratorie si sono registrate dalla
Liguria e dalle regioni limitrofe (basso Piemonte e Lombardia), producendo flussi
di persone esigui ma continui, attraverso gli anni fino all’immediato dopoguerra
(primi anni ’50) quando la comunità italiana in Perù si è assestata
numericamente al di sotto dei seimila individui
2
Più recentemente, con la trasformazione dell’Italia in paese di immigrazione
avvenuta fra il 1970 e il 1980, si è registrato un certo flusso di migranti dal Perù
verso l’Italia. Anche in questo caso non si tratta di numeri così elevati come quelli
nei confronti di altri stati, ma l’Italia è considerata una meta importante per i
numerosi peruviani che tentano di lasciare il loro paese. Soprattutto,
l’immigrazione peruviana è vista positivamente in quanto va a coprire professioni
quali quelle delle infermiere e delle badanti, delle quali c’è grande richiesta, e
.
1
Bonfiglio, Giovanni, Gli Italiani nella società peruviana. Una visione storica, FGA, Torino, 1999
2
Bonfiglio, Giovanni, opera citata
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che fanno entrare i peruviani direttamente nelle famiglie e nel tessuto sociale
italiano. E’ evidente che così come la presenza italiana in Perù aveva in qualche
misura contribuito ad avvicinare i due Stati, così avviene per la presenza
peruviana in Italia, che rafforza ulteriormente i vincoli di sangue reciproci.
Oltre ai vincoli determinati da tali movimenti migratori, si devono registrare le
affinità culturali che avvicinano i due paesi. Pur esistendo in Perù un forte profilo
autoctono, determinato dalla identificazione locale nelle culture afferenti alla
civiltà Incas, così come ad altre civiltà precedenti (Chavin, Moche, ecc.), che è
ancora oggi forma di espressione di identità e di riferimento storico per la
popolazione peruviana, la conquista spagnola ha imposto due elementi
fondamentali che avvicinano il Perù al nostro paese, e che sono stati assunti
integralmente dalle popolazioni locali, pur con alcuni inevitabili aggiustamenti: la
lingua e la religione. Lo Spagnolo come portatore di tradizioni e cultura latina,
affiancato alla religione Cattolica, hanno permeato nel corso dei secoli la società
peruviana, che li ha fatti propri, al punto da rivendicarli come elementi di affinità
(la “Latinità”) positiva, contrapponendoli agli aspetti negativi e oppressivi della
conquista coloniale (identificata nella tanto vituperata “hispanidad”), che
approfondiremo in seguito.
Vi sono poi due italiani che per i peruviani rappresentano figure carismatiche.
Due personaggi assolutamente differenti fra loro, che per motivi diversi hanno
lasciato in Perù una forte impressione ed un segno indelebile. Sono Giuseppe
Garibaldi ed Antonio Raimondi, il primo noto in tutto il globo al punto da essere
soprannominato “l’eroe dei due mondi”; il secondo praticamente sconosciuto
nella sua patria natale, ma talmente noto in Perù da essere in certi casi creduto
peruviano.
Giuseppe Garibaldi non necessita di presentazioni, tuttavia quello che può non
essere noto è la sua permanenza in Perù, e l’attenzione tributata all’insigne
patriota italiano da parte dei peruviani. Garibaldi giunse a Lima il 5 Ottobre 1851,
proveniente da New York. Il suo arrivo fu festeggiato dal quotidiano El Comercio
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con il titolo seguente: “Salutiamo con piacere il felice arrivo in questa capitale
dell’illustre guerriero sostenitore dell’indipendenza della Repubblica
dell’Uruguay e dell’unità e indipendenza italiana”. In Perù conobbe, fra gli altri,
Manuelita Saenz, che fu compagna di Simon Bolivar e al quale salvò la vita.
Divenne quindi Capitano di una nave, la Carmen, con la quale navigò fino in Cina
per ragioni commerciali. Il viaggio durò circa un anno, partendo dal porto del
Callao il 10 Gennaio 1852, con la nave carica soprattutto di guano, e li ritornò,
dopo aver toccato Hong Kong, Canton, l’Australia e la Nuova Zelanda, con le stive
piene di spezie, cera, madreperla ed altri oggetti orientali, il 24 Gennaio 1853.
Quindi ripartì per un altro viaggio commerciale verso Boston, ove trasportò lana
e cotone. E’ accertato che, per ottenere la licenza di Capitano di una nave,
Garibaldi dovette ottenere la cittadinanza peruviana. A parte i periodi trascorsi
per mare, le cronache ci parlano di un soggiorno a Lima piuttosto umile e noioso.
Garibaldi lasciò il Perù nel 1853, lasciando un vivo ricordo nei peruviani per molti
anni a venire. Durante il suo soggiorno aveva incontrato anche Antonio
Raimondi, che era arrivato a Lima il 28 Luglio 1850, ed era stato suo compagno
d’armi l’anno prima a Mentana, nella difesa della Repubblica Romana. Raimondi
era immerso nelle sue ricerche, e disse a Garibaldi: “Il destino vuole che lei sia il
liberatore d’Italia, il mio è quello di riuscire a rivelare la natura di questo
meraviglioso paese”
3
Antonio Raimondi è sicuramente l’italiano più illustre nel Perù. La sua figura non
è altrettanto nota in Italia, per cui merita di essere brevemente conosciuto
.
4
3
Si veda il sito: http://www.giuseppegaribaldi.net
4
Si veda il sito: http://www.museoraimondi.org.pe
.
Nacque a Milano il 19 Settembre 1824. Fin dalla più giovane età fu attratto dalle
scienze naturali. Nel 1848 partecipò alle rivolte delle 5 Giornate di Milano, poi
come volontario nella difesa della Repubblica Romana, quindi dovette fuggire dal
suolo italiano per arrivare in Perù il 28 Luglio 1850. Raimondi viaggiò quasi
ininterrottamente per 17 anni sul territorio peruviano, raccogliendo dati sulla
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geografia, il clima, i minerali, i vegetali, gli animali e le popolazioni che incontrava
in ogni luogo. Le memorie di tali peregrinazioni sono raccolte nella sua opera
principale “Il Perù”, e in altri numerosi libri, carte, appunti che ha lasciato in
eredità a questo paese. L’opera di Raimondi fu di una valenza scientifica tale da
essere considerata una vera e propria enciclopedia sulla natura e sulla storia del
Perù. Molte delle sue ricerche sono oggi visibili nel Museo a lui intitolato nella
città di Lima. Non esiste città del Perù che non abbia una scuola, una piazza, una
via o altro intitolata all’insigne studioso. Addirittura una Provincia è stata
nominata Raimondi. Antonio Raimondi muore in Perù, nella cittadina di San
Pedro de Lloc, il 26 Ottobre 1890. A lui si attribuisce la celebre frase: “Il Perù è un
mendicante seduto su una cassa piena d’oro”. La sua opera fu di una rilevanza
tale da costituire un ponte tra il Perù e l’Italia, più di quanto potesse fare
qualsiasi funzionari diplomatico. La celebrazione delle ricorrenze in suo ricordo,
come di istituti a suo nome, sono sempre occasione di scambio culturale tra Perù
e Italia. Sono attualmente in programma iniziative per far conoscere meglio la
sua figura e le sue opere anche in Italia.
Oltre a tali figure principali, sono molti altri gli italiani che hanno contribuito a
rendere forti i legami tra i due paesi. Potremmo ricordare i repubblicani che
giunsero in Perù nel corso dell’800, per sfuggire alle persecuzioni del Regno, e
che contribuirono a rafforzare gli ideali liberali e democratici nel paese andino.
Ma anche coloro che si trasferirono nel periodo fascista, chi per sfuggire alle
persecuzioni, come Antonello Gerbi, capo dell’Ufficio Studi della Banca
Commerciale Italiana, economista e storico americanista, che soggiornò in Perù
dal 1938 al 1948, e fu autore di notevoli saggi sul Perù; ma anche chi per
diffondere l’ideale fascista nel mondo, come per esempio Totò Giurato, che
lasciò Roma per trasferirsi in Perù, ove si dedicò alla propaganda e fondò il
settimanale “Italia Nuova”. Totò Giurato si fermò definitivamente a Lima, e le sue
idee ebbero un certo influsso soprattutto negli ambienti militari nazionalisti, ove
maturarono in seguito diversi colpi di stato.
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Sicuramente risultano meno importanti gli influssi di alcune grandi personalità
peruviane che furono presenti in Italia, ma meritano di essere menzionati
perlomeno José Carlos Mariategui, letterato ed uomo politico peruviano, uno
degli ideologi marxisti latinoamericani più influenti del XX secolo, che soggiornò
in Italia dal 1920 al 1923 come inviato del Presidente Leguia, e ove conobbe tra
gli altri Antonio Gramsci; così come Victor Raul Haya de la Torre, uomo politico e
pensatore peruviano, fondatore del Partito Aprista (da APRA: Alleanza Popolare
Rivoluzionaria Americana), movimento politico di ispirazione socialista, che
risiedette a Roma, oltre che a Parigi e a Londra, per sfuggire ai regimi militari nel
suo paese. Fra i personaggi peruviani più noti in Italia vanno ricordati anche i
contemporanei Javier Perez de Cuellar, Segretario Generale della Nazioni Unite
fra il 1982 e il 1991, e lo scrittore Mario Vargas Llosa, uno tra i più originali
esponenti della rinascita della narrativa sudamericana. Entrambi hanno tentato
la carriera politica uscendo sconfitti dalle elezioni presidenziali contro Fujimori, il
primo nel 1995, il secondo nel 1990.
Ma se dobbiamo cercare i punti di contatto con il Perù in Italia, non possiamo
esimerci dal menzionare due contesti non legati a personalità peruviane. Ci
riferiamo a due questioni che potremmo definire in questo ambito “profane” o
meglio “popolari” o ancora “di basso profilo”. Il primo è il detto “vale un Perù”
per indicare qualcosa di estremamente prezioso, e ci rimanda all’epoca della
conquista, all’impero degli Incas e all’oro e all’argento che proveniva da quelle
terre. Il Perù nell’immaginario italiano è una terra ricca e fortunata, e ancora oggi
si può trovare in vari contesti, per esempio in un relativamente recente film con
Francesco Nuti
5
5
Dal titolo “Madonna che silenzio c’è stasera”, del 1982
il protagonista sostiene che per cambiare la propria vita e
diventare ricco ha solo tre possibilità: “o tu sposti la Chiesa, o vinci al Totocalcio,
o vai in Perù”. L’altro contesto è legato ai racconti della nostra infanzia, e
all’opera del grande narratore Edmondo De Amicis, che con il suo “Dagli
Appennini alle Ande” ci ha avvicinato ad una terra così remota e fantastica. Il
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romanzo, ripreso da una serie di cartoni animati di produzione giapponese, ha
avuto così una diffusione tale, soprattutto in Perù, da poter essere menzionato
fra gli elementi di base che hanno contribuito a creare un vincolo positivo tra i
due paesi.
Tornando ad aspetti di più alto profilo, certamente un elemento storico di
vicinanza tra Italia e Perù è stato il processo parallelo di indipendenza e di
consolidamento dello Stato. Nonostante l’indipendenza del Perù sia avvenuta
quaranta anni prima della proclamazione del Regno d’Italia, e la proclamazione
della Repubblica del Perù superi di ben 125 anni quella della Repubblica Italiana,
entrambi i paesi sperimentarono l’occupazione straniera, e sentimenti di
indipendenza che poterono esprimersi solo a seguito di una lunga lotta contro
tale presenza. Il rafforzamento dello Stato fu in Perù e Italia temporalmente
coincidente per lunghi tratti, e i problemi che dovette affrontare simili:
dall’eterogeneità delle popolazioni, a interessi politici a volte divergenti, a
posizioni difformi non sempre conciliabili con quello che doveva essere
l’interesse nazionale. Tale vicinanza storica si è tradotta a volte in una
condivisione sentimentale delle medesime passioni, degli stessi ideali,
soprattutto grazie alla presenza italiana in Perù, meno viceversa.
L’Italia, una volta superato il fascismo e divenuta repubblica, ha sempre visto con
simpatia e cercato di aiutare i paesi alla ricerca della democrazia. Il Perù dal 1946
ad oggi ha vissuto due dittature militari e un periodo di sospensione dei diritti
democratici associato ad una situazione di guerra civile. Non si può negare che
l’Italia abbia in ogni momento cercato di sostenere il consolidamento
democratico del Perù ogni qualvolta la situazione interna di quel paese lo
rendesse possibile. I problemi vissuti dal Perù sono problemi che l’Italia, nella sua
lunga storia, ha in una qualche maniera già affrontato e superato. Per questo il
Perù ha sempre accettato con entusiasmo la presenza italiana, una presenza
fatta di assistenza ma non di carità, di esempio e di collaborazione senza
invasione ne prevaricazione.
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Il decentramento amministrativo in Italia è un ulteriore stimolo alla prosecuzione
dei legami tra i due Paesi, in quanto funge da pilota per un processo analogo
avviato e ripreso in Perù negli anni più recenti. E’ un tema su cui l’Italia può fare
molto per il Perù, dai riferimenti normativi ed organizzativi, alla formazione degli
amministratori e dei tecnici locali, ed altro ancora.
Gli interessi economici, un contesto internazionale in cambiamento, lo sviluppo
di reti di comunicazione alternative come internet, sono elementi che possono
contribuire a rendere ancora più vicine le realtà italiana e peruviana, e di
conseguenza più forti e fluide le relazioni bilaterali tra i rispettivi Governi.
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Ambito e limiti della trattazione
E’ opportuno in questa sede specificare gli ambiti della presente trattazione, ed i
suoi limiti, in modo che il lettore possa avere ben chiari argomenti ed obiettivi
della ricerca.
La trattazione riguarda i rapporti governativi bilaterali fra la Repubblica Italiana e
la Repubblica del Perù, negli anni dal 1946 ai giorni nostri (l’anno della ricerca è il
2009, i dati e gli avvenimenti sono aggiornati al mese di Settembre). Si è voluto
tracciare un panorama il più chiaro possibile dei rapporti che riguardano i
Governi dei due paesi, attraverso le attività degli enti governativi a ciò preposti,
quali i rispettivi Ministeri degli Esteri e i loro organi (Ambasciate, ecc.).
In generale saranno affrontati sia i rapporti fra gli enti governatici centrali, che
quelli tra enti governativi decentrati, quali quelli direttamente stabiliti fra
Regioni, Provincie o Comuni dei due paesi.
Non saranno affrontati in questa sede:
- I rapporti non governativi, condotti da enti di tipo non governativo, quali
soggetti economici, imprese o organizzazioni non governative (ONG). In
particolare i rapporti di tipo economico e commerciale, attuati direttamente
da imprese, e quelli attuati da ONG in vari campi, quali aiuti alla cooperazione
e allo sviluppo, rapporti culturali, sportivi, ecc. Tali rapporti sono infatti così
ampi da meritare una trattazione a se stante. Nondimeno, è evidente che i
rapporti non governativi sono in qualche misura collegati a quelli governativi
(in una sorta di reciproca interazione causa - effetto) e potranno essere
quindi menzionati o analizzati qualora siano ritenuti importanti per la
comprensione dei rapporti governativi in essere.
- I rapporti multilaterali, come per esempio quelli tra Unione Europea e
Comunità Andina, e i rapporti plurilaterali, ad esempio quelli tra Italia e
Organizzazione degli Stati Americani (ove l’Italia ha un ruolo di osservatore
permanente). Anche in questo caso si tratta di un argomento così imponente
da non poter essere incluso nella presente trattazione, ma vale la medesima
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considerazione precedente, per cui le questioni multi e pluri-laterali saranno
affrontate nella misura in cui siano considerate fondamentali per chiarire la
dinamica dei rapporti governativi bilaterali.
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Struttura della ricerca
La ricerca si strutturerà come segue:
- Nel primo capitolo verranno analizzate le questioni generali, quali la
situazione internazionale e le situazioni interne dei due paesi che ne possono
aver determinato la reciproca politica bilaterale.
- Nel secondo capitolo verrà tracciato un quadro il più completo possibile sui
rapporti istituzionali tra Italia e Perù. E’ stata in questa sede effettuata una
ricerca storica sugli incontri al vertice tra le personalità politiche più eminenti
dei due paesi. Sono state affrontate le questioni politico – diplomatiche, le
relazioni tra enti governativi centrali e decentrati, l’ampio panorama dei
rapporti culturali.
- Il terzo capitolo è dedicato al quadro giuridico che compone i rapporti
governativi tra Italia e Perù. Ci si riferisce ai trattati bilaterali sottoscritti dai
due paesi. Gli accordi sono stati catalogati sulla base della loro natura:
cooperazione economica, tecnica, giuridica, culturale o di altro tipo. Ad una
mera riepilogazione omnicomprensiva, si è preferito una descrizione
commentata degli accordi stessi, per valutarne meglio l’impatto politico.
- Il quarto capitolo è dedicato alle relazioni economiche, ovvero agli scambi
commerciali ed agli investimenti relativi ai due paesi. Si è partiti da una
analisi storica dei dati economici, per poter meglio capire la situazione
attuale e gli sviluppi prevedibili.
- Il quinto capitolo infine è dedicato alle testimonianze raccolte da
protagonisti, a vario titolo, delle attuali relazioni bilaterali governative tra
Italia e Perù. Si tratta, fortunatamente, di personaggi di assoluto primo piano,
sia in questo ambito che in generale. Ci riferiamo all’Ambasciatore del Perù
Carlos Roca Caceres, all’Ambasciatore d’Italia Francesco Rausi, alla Direttrice
del Fondo Italo Peruviano Maria Pia Dradi, al Direttore dell’Istituto Italiano di
Cultura a Lima Renato Poma e all’Ambasciatore Federico Di Roberto. A tutti
loro va, ancora una volta, il più vivo ringraziamento per la cortese
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disponibilità, la grande competenza e il profondo interesse dimostrato per la
nostra ricerca.
Negli allegati sarà possibile infine trovare alcune tabelle riepilogative di un certo
interesse, quali la cronologia degli accordi sottoscritti tutt’ora in vigore e la
cronologia incrociata dei Governi di Italia e Perù dal 1946 ad oggi.
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Capitolo 1. Italia e Perù: una visione generale
1.1 Introduzione
La distanza fisica fra Italia e Perù è uno degli elementi che concorrono ad una
situazione geopolitica che permette di escludere che fra i due paesi vi siano
problemi rilevanti in materia di sicurezza. Inoltre il fatto che i rapporti bilaterali
fra i due paesi siano stati a volte discontinui, ma comunque sempre
contraddistinti da sentimenti di amicizia, fa si che non abbiano mai messo in
discussione la reciproca sopravvivenza.
In tale situazione, risulta quasi ovvio che la politica interna di ciascuno dei due
paesi non abbia mai subito ripercussioni a causa della politica estera dell’altro.
La politica estera reciproca di due paesi come Italia e Perù sarà quindi
determinata: dalla propria situazione interna, dalla situazione internazionale,
dalle azioni di politica estera intraprese dall’altro paese nei propri confronti.
In tale panorama diventa importante capire:
- In primis, la politica interna sia dell’Italia che del Perù, in modo da
comprendere le modalità che hanno portato a determinate relazioni
governative bilaterali;
- secondo, la politica estera in generale dei due paesi, per poter inserire le
relazioni reciproche in un quadro complessivo coerente.
Naturalmente, non si nega in questa sede che le relazioni internazionali possano
modificare anche in maniera importante le politiche interne di un paese, e per
questo anzi si dedicherà un paragrafo alla situazione internazionale nel quale
collocare la nostra analisi. Solo si evidenzia che questa non è la situazione del
tipo di relazioni del caso specifico che stiamo trattando.
In questo capitolo si cercherà di tracciare un quadro generale nel quale collocare
poi le relazioni tra i due paesi. Tale quadro generale partirà da una breve analisi
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storica relativa ai due paesi e al contesto internazionale in cui si sono trovati, per
passare poi all’analisi dei modelli di politica estera attuati dagli stessi.