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INTRODUZIONE
Lo scopo principale di questo lavoro consiste nel delineare le caratteristiche salienti
dell‟agenzia matrimoniale in quanto realtà organizzativa, esplicitando i meccanismi alla
base del calcolo delle affinità tra i clienti, ovvero le procedure di corrispondenza tra
profili che dirigono successivamente l‟organizzazione dell‟incontro. Sono state indagate
le agenzie matrimoniali operanti nel territorio italiano, a carattere nazionale e
internazionale, declinate nei tratti costitutivi fondamentali: la storia della loro nascita e
del loro sviluppo; la figura del “consulente matrimoniale”; la presenza e il ruolo dello
psicologo; il rapporto con i nuovi media, che hanno segnato un significativo punto di
svolta del farsi organizzativo in ogni ambito lavorativo; le modalità di incontro tra i
clienti; la gestione dei profili; i test utilizzati; le modalità di colloquio con l‟utente; i
criteri di follow-up adottati; etc.
Il corpus del lavoro si è caratterizzato a partire dalla raccolta di dati inerenti a tali
organizzazioni e dall‟elaborazione degli stessi attraverso diverse tipologie di analisi
statistiche. Tale carattere empirico possiede tuttavia una finalità prettamente descrittiva,
in quanto cerca di tracciare un primo quadro del contesto organizzativo che caratterizza
le agenzie matrimoniali italiane odierne, quasi totalmente assente nella letteratura, senza
poter dar luogo a inferenze di alcun tipo, considerate le dimensioni ridotte del campione
e i limiti degli strumenti impiegati, nonché la reticenza mostrata da tali organizzazioni
nel “raccontarsi” ad osservatori esterni.
Il lavoro dunque è da ritenersi tutt‟altro che concluso, in quanto non chiarisce alcune
questioni e formula ulteriori interrogativi. Constatata la carenza di letteratura scientifica
sui temi trattati, in particolar modo sull‟agenzia matrimoniale come realtà organizzativa
e sulle procedure di calcolo delle affinità, l‟apparato concettuale della tesi è derivato
interamente dai dati ricavati attraverso strumenti costruiti ad hoc (il questionario e
l‟intervista), le indagini pre-esistenti e la grande entità di informazioni fornite dal web,
che sono state accuratamente selezionate ed elaborate ai fini di un apporto significativo
e critico al lavoro ivi esposto.
Nel primo capitolo si discute sulla psicologia del lavoro e delle organizzazioni (storia,
ambiti di intervento, teorie, modelli), i cui paradigmi teorici e applicativi hanno guidato
l‟intero corso del lavoro; vengono poi individuate le principali analogie e differenze tra
la consulenza matrimoniale, l‟orientamento, la selezione del personale. Si raffigurano
sommariamente i contributi teorici sui meccanismi di scelta del partner, attraverso le
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concettualizzazioni di Freud, Bowlby, Sternberg, Hazan e Shaver, Baldaro Verde etc.,
sottolineando come la loro conoscenza sia funzionale al raggiungimento degli obiettivi
organizzativi.
Nel secondo capitolo si effettua una disamina dell‟agenzia matrimoniale e delle sue
caratteristiche organizzative: che cos‟è un agenzia matrimoniale; quando nasce e come
si sviluppa; quali sono i suoi prodromi storici; le finalità e gli obiettivi;, i servizi offerti;
come risponde alla domanda dei clienti; le modalità organizzative; il matching tra i
profili del database; i criteri di follow-up adottati etc.
Nel terzo capitolo viene presentata la ricerca, realizzata grazie all‟utilizzo di questionari
e interviste, che si è proposta di individuare gli assunti sottostanti ai meccanismi di
incontro tra i clienti delle agenzie matrimoniali italiane, al fine di capire in base a quali
criteri vengono effettuate le rilevazioni delle affinità reciproche. La domanda chiave è
stata la seguente: “In quale modo può avvenire il matching tra i profili di due o più
persone iscritte alle agenzie matrimoniali?”. Senza avere la pretesa di rispondere a una
domanda così complessa, in quanto le soluzioni individuate variano da organizzazione a
organizzazione, si è delineato un primo sommario quadro di una realtà così spesso
trascurata dai domini scientifici attuali. Per sviluppare l‟oggetto di studio che coincide
nel “Calcolo delle affinità all‟interno delle agenzie matrimoniali”, l‟indagine si è
articolata in due parti: la somministrazione di appositi questionari inviati alle agenzie
presenti sul territorio nazionale, la conduzione di interviste semistrutturate con due
agenzie matrimoniali presenti sul territorio regionale sardo.
Nelle conclusioni, infine, vengono riportate le osservazioni inferibili a partire dai dati
ottenuti, i limiti e i punti critici del lavoro, e gli ulteriori spunti di approfondimento.
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CAPITOLO PRIMO
L’organizzazione dell’impresa matrimoniale
1.1 La psicologia delle organizzazioni
Tra le numerose discipline che si occupano di indagare le organizzazioni, la psicologia
delle organizzazioni si concentra sullo studio del comportamento organizzativo, ovvero
delle modalità di azione degli individui nelle organizzazioni, in quanto membri delle
stesse (Sarchielli, 1991). Spesso presentato in associazione con la psicologia del lavoro,
questo dominio scientifico si focalizza sull‟analisi di dinamiche quali i meccanismi di
influenza sociale, la qualità della vita lavorativa, la negoziazione, le relazioni
intergruppi, il conflitto, i processi di decisione sociale, la leadership, la progettazione
della carriera lavorativa, i gruppi di lavoro. La storia della psicologia del lavoro e delle
organizzazioni può essere tracciata a partire dall‟applicazione della psicotecnica alle
attività di selezione e orientamento, fino a raggiungere progressivamente un maggiore
grado di complessità, associato allo sviluppo industriale e all‟impulso tecnologico, che
ha causato un crescente interesse per le risorse umane. Gli approcci allo studio delle
organizzazioni sono numerosi; la categorizzazione proposta da Levy-Leboyer e
Sperandio cerca di descrivere i principali contributi, distinguendo tra teorie ad
orientamento normativo e teorie ad orientamento diagnostico (Levy-Leboyer,
Sperandio, 1987). Le teorie ad orientamento normativo si dividono in teorie classiche e
teorie dell‟organizzazione come sistema naturale; le prime comprendono:
l‟organizzazione scientifica del lavoro (Taylor), la corrente della dipartimentalizzazione
(Fayol), il tipo ideale di burocrazia (Weber), il comportamento organizzativo (Simon);
le seconde invece fanno riferimento all‟organizzazione come sistema naturale, alla
teoria delle relazioni umane, e alla teoria delle neo-relazioni umane. Le teorie ad
orientamento diagnostico includono i modelli sistemici, la teoria delle contingenze,
l‟analisi strategica e l‟analisi culturale. Altra prospettiva con cui ci si avvale per studiare
le organizzazioni riguarda l‟analisi delle variabili costituenti (Avallone, 1994):
- variabili organizzative: insieme integrato di fattori di natura tecnica, giuridica,
culturale e sociale che definiscono lo scenario nel quale si svolge il lavoro, che
comprendono obiettivi, struttura, sistemi tecnologici, sistemi retributivi e normativi,
ambiente e organizzazione del lavoro, culture organizzative (ibidem, pag. 92);
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- variabili del compito: descrivono la natura, il contenuto e il tipo di compito, che viene
ricondotto a quattro tipologie, ovvero operativa, tecnico specialistica, gestionale,
manageriale (ibidem, pag.119);
- variabili soggettive individuali: variabili proprie dell‟individuo che ne influenzano il
compito; esse racchiudono le abilità, motivazioni, personalità, bisogni, desideri, stili di
interpretazione della realtà (ibidem);
- variabili del ruolo: elementi che ruotano intorno al ruolo lavorativo, concepito come
l‟insieme dei comportamenti tipici che caratterizzano la persona sul posto di lavoro
(ibidem, pag.170).
Diventa sostanziale leggere l‟organizzazione dell‟agenzia matrimoniale facendo ricorso
all‟analisi di queste variabili, per capire, ad esempio, come l‟impresa traduce le funzioni
in obiettivi; quali scopi sono portati avanti dalla stessa; come si struttura a livello di
formalizzazione, centralizzazione e complessità; che rapporto sussiste tra cultura e
sistemi tecnologici; quali norme fungono da guida; come si presenta l‟ambiente
organizzativo; quali criteri vengono utilizzati per organizzare il lavoro. Inoltre
altrettanta attenzione va dedicata all‟analisi delle culture organizzative, delle eventuali
sottoculture e all‟apparato di simboli, riti e miti che serve per la loro trasmissione; le
abilità fisiche, motorie, cognitive che formano la performance lavorativa; la
motivazione al lavoro, i bisogni del lavoratore, i processi di presa delle decisioni, la
soddisfazione etc.
Tuttavia quando si parla di “organizzazione” è necessario chiarire preliminarmente
l‟oggetto di indagine; Sarchielli identifica una serie di criteri che concorrono a
caratterizzare questo termine, come ad esempio: la dimensione, gli scopi, la tecnologia,
la struttura, la durata temporale, i meccanismi di differenziazione e integrazione, la
formalizzazione, la valutazione dell‟efficienza ed efficacia (ibidem, 1991). Tra le
principali attività di cui si occupa lo psicologo del lavoro e delle organizzazioni
convergono: sviluppo e gestione delle risorse umane, analisi organizzativa,
progettazione di interventi sulla motivazione del lavoratore, progettazione di ambienti e
metodi lavorativi efficaci, analisi dei fabbisogni formativi etc. (Sarchielli, 2003). La
psicologia dell‟organizzazioni, sia dal lato empirico che da quello applicativo, offre
notevoli strumenti e metodologie per indagare l‟”agenzia matrimoniale”, sotto il profilo
di realtà organizzativa a sé.
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1.2 La consulenza matrimoniale tra orientamento e selezione
L‟attività svolta dal consulente all‟interno delle agenzie matrimoniali, denominata
“consulenza matrimoniale”, racchiude in sé molteplici nuclei operativi. Tra essi la
progettazione dei servizi offerti, la predisposizione del supporto informatizzato, la
gestione dei clienti, la verifica dell‟efficienza e dell‟efficacia degli scopi prefissati,
l‟aggiornamento del database, l‟organizzazione degli incontri, la conduzione dei
colloqui con gli iscritti, sono solo alcune delle mansioni più frequenti che il consulente è
chiamato a svolgere. La lente che permetterà di studiare l‟oggetto di indagine “agenzia
matrimoniale” è mutuata dalla psicologia dell‟organizzazione, soprattutto per ciò che
concerne l‟analisi propriamente organizzativa, come visto sopra. In realtà numerose
sono le analogie tra il lavoro del consulente matrimoniale e le professioni psicologiche
inerenti all‟orientamento e alla selezione del personale. L‟orientamento si definisce
come “una relazione di aiuto focalizzata sulle risorse interne del cliente con l‟obiettivo
di supportarlo nelle decisioni che dovrà assumere nei confronti delle diverse fasi o dei
momenti critici del proprio sviluppo personale o professionale (Sangiorgi, 2005,
pag.28). Esso comporta diverse fasi: accoglienza, informazioni, bilancio personale,
assessment psicosociale, assessment delle competenze, counselling, supporto alla
transizione (Sangiorgi, 2000), dalle quali è possibile partire nell‟analisi delle analogie
con la consulenza matrimoniale. Il percorso che il cliente effettua all‟interno
dell‟agenzia trova, infatti, forti similitudini con le fasi della procedura orientativa:
entrambi partono dall‟accoglienza, in cui si riceve l‟utente e si effettua una prima analisi
dei suoi bisogni per poterlo indirizzare verso il servizio più consono alle sue esigenze,
ricordando che l‟agenzia matrimoniale odierna non offre solo appuntamenti al buio, ma
anche feste, cene, viaggi, eventi, dedicati esclusivamente ai single. E‟ opportuno dunque
decidere con il cliente il servizio che meglio si adatta a quanto richiesto esplicitamente e
non.
La fase successivamente prevista è quella delle informazioni, che, nell‟ambito
dell‟agenzia, viene prospettata in particolar modo nei termini di indicazioni relative ai
servizi, agli incontri e alle caratteristiche dei clienti già iscritti. A differenza
dell‟orientamento, per questa fase non sono previste procedure di gruppo, per via della
tutela della privacy e della delicatezza delle questioni trattate; ogni incontro è
individuale e gestito direttamente dall‟operatore secondo un rapporto eterodiretto tra
chi eroga le informazioni (consulente) e chi le riceve (utente), non in maniera rigida ma
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con la possibilità per il cliente di influenzare lo scambio informativo a seconda delle sue
preferenze.
Il bilancio personale rientra a pieno titolo nell‟iter dell‟organizzazione: si raccolgono i
dati essenziali per tracciare il quadro del cliente al fine di costituirne il profilo.
Rientrano in questa fase informazioni veicolate sia dal consulente matrimoniale che dal
caerer counsellor relative a: dati anagrafici, esperienze significative, curriculum
formativo, interessi, valori, aspettative, motivazioni (ibidem, pag.130), che in un caso
sono letti in termini di progetto lavorativo, nell‟altro di progetto attinente alla scelta di
un compagno/a di vita. L‟utilizzo di questionari lunghi e articolati per raccogliere dati
obiettivi è una problematica comune anche alla prassi delle agenzie matrimoniali, a cui
rimane la decisione di indagare o meno lunghe liste di variabili, la cui funzionalità,
peraltro, non è stata ancora validata ma rimane oggetto di ampi dibattiti.
L‟assessment psicosociale e quello delle competenze completano il quadro: nel primo ci
si interroga su risorse personali riferite al mondo interno del soggetto, nel secondo si
tratta di verificare l‟ idoneità a svolgere un lavoro (ibidem, pag.131), idoneità che per
l‟orientatore guida gli sviluppi del percorso, ma, nel caso trattato, non riveste invece
molta rilevanza. La competenza, tuttavia, è un concetto che valica il mondo del lavoro
per abbracciare altre dimensioni, come ad esempio la capacità relazionale e la gestione
delle emozioni, in cui la persona “competente” è colei che riconosce e risponde
coerentemente alle emozioni altrui, premessa imprescindibile per rapportarsi
correttamente ai potenziali partners. Ciò che nell‟assessment è chiamato idoneità
lavorativa, diventa idoneità a stare in coppia, quel “sentirsi pronti” di cui i consulenti
lamentano la mancanza nei clienti. Anche la rilevazione di eventuali disabilità
psicofisiche assume una sua importanza in quanto, qualora sussistano, il consulente può
decidere di non iscrivere la persona al servizio. La differenza tra le due procedure,
orientativa e matrimoniale, risiede nel fatto che mentre nell‟assessment orientativo
l‟operatore raccoglie i dati, (attraverso strumenti diagnostici trascurati troppo spesso
dalle agenzie) e facilita l‟assunzione di consapevolezza del cliente intorno ad essi, il
consulente matrimoniale sceglie arbitrariamente se incoraggiare o meno tale dinamica,
(secondo criteri non definibili a priori per tutti i consulenti e per tutti i clienti) o
limitarsi alla mera raccolta dei dati ai fini dell‟ immissione nell‟archivio. Il successo del
lavoro dei consulenti è legato al sostegno offerto al cliente per facilitarne la presa di
coscienza, in modo tale che, già all‟inizio del percorso, egli capisca cosa sta cercando e
cosa può ottenere da un‟altra persona, in base alle sue caratteristiche peculiari. La
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conoscenza di se stessi è la colonna portante per la conoscenza degli altri, ma questo
assunto, noto sino dai tempi classici (“Γνῶθι Σεαυτόν”, ovvero “Conosci te stesso”), è
frequentemente trascurato da molte aziende, che operano nel campo
dell‟intermediazione sentimentale in modo generico e superficiale. La consapevolezza
del cliente favorisce il “ridimensionamento” della richiesta, alla luce delle potenzialità e
dei limiti individuati, e influenza il successo della scelta. L‟assessment delle
competenze, certamente di quelle non inerenti la sfera lavorativa, potrebbe costituire, in
un futuro ancora troppo lontano, una possibilità di sviluppo per le agenzie per single,
che potrebbero avvalersi di questa modalità di verifica per proporre profili più aderenti
alla realtà e più circoscritti, per affinare i criteri di ricerca, rendendola maggiormente
“obiettiva” e riducendo i tempi dell‟iter nonché i margini di insuccesso. Lo svantaggio
deriverebbe dai timori e dalle resistenze che sempre sorgono con la verifica, soprattutto
per una tipologia di utenza che appare, in certi punti, problematica (timidezza, difficoltà
relazionali, mancanza di tempo) e che non si lascerebbe vagliare tanto facilmente. E‟
diffusissima l‟idea che, mentre per tutti gli altri settori della vita quotidiana, l‟apporto di
criteri scientifici è consolidato e benaccetto, nella ricerca dell‟anima gemella, il cui
altissimo rischio di insuccesso è confermato da testimonianze di vario genere (si pensi
solo al numero di divorzi), bisogna affidarsi esclusivamente al “cuore”. Probabilmente
qualche contributo scientifico mirato potrebbe rischiarare il panorama delle delusioni
sentimentali, senza nulla togliere al dominio dei sentimenti e delle emozioni, cocchieri
indiscussi della scelta definitiva. Il counselling infine è la metodologia più adottata nelle
agenzie matrimoniali, dove i colloqui con il cliente sono assidui e volti a far emergere la
presa di decisione dello stesso, attraverso l‟analisi di tutti gli elementi, positivi o
negativi, comparsi durante il percorso.
Le analogie con la procedura orientativa terminano ivi, perché, arrivati alla
caratterizzazione del progetto personale, attraverso il supporto alla transizione si cerca
di renderlo attuabile. Tale supporto non è sempre presente nell‟operato dei consulenti
matrimoniali, che organizzano gli incontri sulla base delle corrispondenze emerse,
gestiscono le difficoltà in itinere, e talora, ma non sempre, aiutano il cliente a potenziare
i comportamenti funzionali alla ricerca di un compagno e alla formazione di una
relazione stabile. Se il processo per cui si cerca di ragionare con il cliente aumentandone
la consapevolezza sul percorso intrapreso è messo in atto a discrezione del consulente,
ancor più lo è il supporto alla transizione. Inoltre non bisogna dimenticare che l‟agenzia
rimane pur sempre un‟impresa commerciale, per cui, paradossalmente, la
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consapevolezza acquisita dal cliente potrebbe rivelarsi un‟arma a doppio taglio per le
suddette aziende: un cliente cosciente dei propri bisogni, desideri, potenzialità e limiti,
ben presto abbandonerebbe l‟agenzia per mettere in atto strategie autonome. Il supporto
al passaggio dalla condizione di single a quella di partner elude dalle mansioni del
consulente matrimoniale. Se l‟incontro riscuote successo, nella maggior parte dei casi il
consulente viene estromesso subito dal nascente rapporto, senza poter né dovere offrire
un vero e proprio sostegno alla nuova condizione, mantenendosi sul ruolo di mediatore.
Dunque, benché orientamento e consulenza matrimoniale condividano i concetti di
cerniere e transizioni, intendendo con le prime i cambiamenti da una condizione
oggettiva ad un‟altra e con le seconde i vissuti soggettivi che accompagnano tali
cambiamenti (Sangiorgi, 2005), il supporto alla transizione rimane confinato all‟ambito
orientativo, in chiusura del percorso.
Oltre a presentare similitudini con il “progetto” orientativo, la nozione di “profilo” si
avvicina a quella di “curriculum”, fattore chiave in un altro settore della psicologia del
lavoro e delle organizzazioni, la selezione del personale. Il selezionatore parte dalla
disamina dei curricula pervenuti per stabilire la corrispondenza con i requisiti delle
mansioni richieste, indagate nella fase di job analysis, effettua una prima scrematura
degli stessi, procedendo all‟approfondimento (attraverso colloqui, prove etc.) di quelli
potenzialmente interessanti. Allo stesso modo il consulente matrimoniale esamina i
profili immessi nel database per capire se corrispondono o meno a quanto richiesto da
un particolare cliente, indaga cioè le affinità tra i profili e su tale base procede ad
organizzare l‟appuntamento, ma, a differenza dell‟assessor, senza ulteriori verifiche
sulle dimensioni considerate affini. Saranno i clienti a decidere se continuare o no gli
incontri, dopo aver riscontrato non solo che la persona designata dall‟agenzia risponde
alle caratteristiche richieste, ma che anche le altre dimensioni che influenzano
massicciamente la scelta del compagno di vita abbiano trovato rispondenza. Le analogie
tra selezione e consulenza matrimoniale partono già dalla denominazione: la parola
selezione deriva infatti dal latino selectio, che significa “scelta” e lo stesso processo di
scelta guida il lavoro delle agenzie matrimoniali. Se nel caso della selezione si tratta di
scegliere tra una rosa di candidati il più idoneo a svolgere un determinato lavoro, nella
consulenza matrimoniale invece l‟obiettivo è la scelta del partner giusto per l‟utente.
Tuttavia mentre il selezionatore, dopo aver valutato i candidati, decide singolarmente
alla luce degli elementi emersi e della domanda del commitment, il consulente insieme
al cliente riformula di continuo i criteri di scelta da applicare nell‟iter predisposto.
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Gli apporti teorici in tema di selezione potrebbero avere ripercussioni anche nella scelta
del partner mediata dall‟agenzia: si pensi alla necessità preliminare di stabilire come e
cosa valutare, che si esplica nell‟accertamento di un reale stato di necessità da parte
dell‟organizzazione, nello studio della professione, nel disegno del profilo
professionale, nella progettazione dell‟intervento. Fasi che dovrebbero essere previste
nel momento in cui il cliente si rivolge a un intermediatore, per capire se ciò di cui ha
veramente bisogno è un compagno/a di vita e quali motivazioni muovono la persona,
per analizzare le caratteristiche ricercate nel partner e disegnare un profilo coerente con
tali aspettative, al fine di progettare un percorso che risponda alle esigenze dichiarate.
Ancora una volta ciò che anima le due procedure è dettato dall‟analisi della domanda e
dall‟analisi dei bisogni. La chiarezza delle dimensioni di cui valutare la congruenza ha
un‟importanza massima per capire cosa il cliente va cercando, e per stabilire ciò si
potrebbe ricorrere alle tecniche usate per realizzare la job analysis, come ad esempio i
questionari, le interviste, l‟osservazione, le check-list.
Il reclutamento, l‟insieme di procedure attuate per reperire i potenziali candidati, è un
processo problematico per le agenzie, che si trovano a fronteggiare database di iscritti
spesso limitati o insufficienti. Il franchising e la partnership con altre aziende operanti
sul territorio nazionale e internazionale può risolvere la questione del reclutamento,
facilitando il gemellaggio fra clienti iscritti ad agenzie diverse, così come le inserzioni
sui giornali locali e il recruiting online permettono maggiore visibilità all‟impresa.
La valutazione assume la finalità di individuare le persone che possiedono i requisiti
necessari per diventare il compagno di vita del cliente in esame: questa delicatissima
fase riguarda principalmente l‟analisi dei profili, che, pur essendo stati indagati
attraverso colloqui e questionari nella fase di ingresso, non possiedono la ricchezza
informativa che attraverso varie metodologie (test cognitivi, interview simulation, in-
basket, in-tray exercise, leaderless group discussion, business game, fact finding,
advocacy case) un buon assessment richiede.
Infine l‟inserimento del soggetto idoneo nell‟ambito lavorativo, ovvero del cliente
single nell‟ambito della dimensione di coppia, al pari del supporto orientativo alla
transizione, non è previsto nella consulenza matrimoniale, che esclude la gestione della
socializzazione al nuovo ruolo di partner dalle competenze offerte agli utenti.
In sostanza, dal momento che il quadro operativo delle agenzie matrimoniali italiane è
trascurato dalla letteratura scientifica, gli assunti metodologici e teorici della psicologia
dell‟orientamento e della selezione possono contribuire allo studio delle loro dinamiche.