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INTRODUZIONE
Le organizzazioni di oggi, pubbliche o private che siano, sono sempre più
spinte alla ricerca di innovazione e di un miglioramento continuo per far fronte
ai profondi cambiamenti sociali, tecnologici e demografici a cui si sta
assistendo.
Sempre più importante diviene un‟efficace gestione delle risorse umane,
che costituisce un nodo fondamentale delle aziende di oggi. I moderni
orientamenti organizzativi sostengono infatti che le politiche di gestione del
personale costituiscono un fattore strategico per il successo delle attività, per
soddisfare la domanda e i bisogni dei cittadini.
Tutto ciò è amplificato nel settore sanitario, dove politiche di gestione
centrate sulle persone rivestono un ruolo di fondamentale importanza in quanto
l‟individuo rappresenta la risorsa principale. La componente personale,
relazionale e comportamentale, è vitale nelle aziende sanitarie, che necessitano
di trovare il giusto compromesso tra i bisogni e gli obiettivi degli operatori, e
quelli dell‟azienda.
Il presente lavoro vuole essere un studio di analisi, comprensione e
descrizione dei comportamenti degli individui operanti all‟interno dell‟azienda
sanitaria „ASUR Marche‟ nella Zona Territoriale n.4 di Senigallia con
particolare riferimento alla motivazione del personale. Il tema della
motivazione e le problematiche ad esso legata sono sempre più ricorrenti in
quanto dimostrati di grande rilevanza sia nei modelli teorici che per i suoi
risvolti applicativi. Evidenze empiriche mostrano come la motivazione è
indirettamente collegata alle performance dell‟individuo costituendo una delle
variabili influenzanti il suo comportamento.
Comprendere i processi psicologici che spingono un individuo ad assumere
certi comportamenti, a mettere in atto certe azioni piuttosto che altre, a
raggiungere una meta e a mantenere l‟impegno nel tempo è fondamentale per i
responsabili delle risorse umane, per gli individui stessi e di conseguenza per
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l‟intera organizzazione. Tale „comprensione‟ permette infatti di poter fare delle
previsioni sul comportamento delle persone, di individuare le situazioni e le
attività che consentono ai diversi individui di esprimere le loro preferenze e di
dare il meglio di loro stessi e consente di guidarli a raggiungere con successo
gli obiettivi organizzativi.
Per meglio comprendere il fenomeno, si identificano le variabili individuali
e organizzative che influenzano e contribuiscono a determinare motivazione,
rafforzando il legame tra l‟individuo e l‟organizzazione. Il modello che si
scelto di utilizzare pone al centro la motivazione prevedendo l‟analisi dei
fenomeni che la circondano. In particolare, sono studiate le attitudini di
soddisfazione lavorativa e d‟identificazione organizzativa, ai comportamenti di
cittadinanza organizzativa adottati e all‟orientamento motivazionale degli
operatori nel contesto di riferimento.
Questa ricerca nasce come tesi sperimentale, svolta durante l‟anno 2011
presso 28 unità operative dell‟azienda sanitaria menzionata, tramite la
somministrazione di un questionario self-report a 485 soggetti del personale del
comparto operante al suo interno. Si sono rilevate le principali variabili
influenzanti la motivazione, e tramite l‟analisi dei dati si sono studiati e
dimostrati i legami empirici tra di esse, allo scopo di fornire proposte concrete
e suggestioni che favoriscono l‟incremento della motivazione all‟interno
dell‟azienda.
Il suo obiettivo principale è quindi quello di essere utili alla gestione del
personale dell‟azienda stesso nella ricerca del giusto equilibrio tra i bisogni
dell‟azienda e quelli dei suoi operatori in un ottica di gestione centrata sulle
persone.
La struttura del lavoro può esser così presentata:
Al capitolo 1 sono trattate le principali definizioni, teorie e costrutti teorici
utilizzati e sarà presentato il modello concettuale seguito.
Il capitolo 2 sarà dedicato ad una breve descrizione dell‟organizzazione
sanitaria e le principali trasformazioni che hanno interessato negli ultimi anni il
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sistema sanitario italiano. Sarà inoltre presentato il contesto di riferimento dello
studio sperimentale.
Nel terzo capitolo ci si concentra sulle peculiarità del personale sanitario,
sulle sue caratteristiche distintive rispetto ad altri contesti che si ripercuotono
sulla gestione del personale in esso operante.
In seguito, è definito in modello operativo e quindi il metodo di lavoro
utilizzato per effettuare l‟indagine. Viene quindi descritto il campione
intervistato e le scale adottate per la misurazione delle diverse variabili
organizzative oggetto di studio.
Al capitolo 5 sono presentati tutti i principali risultati ottenuti dalla
somministrazione del questionario per ogni singola variabile rilevata. Sono
inoltre presentati i legami tra le attitudini tramite lo studio delle relazioni
statiche tra loro esistenti, indici di Pearson e regressione dei dati ottenuti dal
campione.
Il capitolo 6 conclude con le discussione dei risultati ottenuti, dei principali
limiti e contributi offerti dallo studio, le sue future direzioni di ricerca e le
azioni di miglioramento proposte atte a migliorare la motivazione del personale
nel contesto specifico.
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CAPITOLO 1
INTRODUZIONE AL MODELLO
TEORICO: ATTITUDINI E MOTIVAZIONE
1.1 Centralità dell’individuo e comportamento organizzativo
Negli ultimi decenni, il mondo del lavoro e le organizzazioni che ne fanno
parte, sono stati caratterizzati da profondi cambiamenti derivanti, tra gli altri
fattori, dall‟evoluzione tecnologica, dai mutamenti sociali e dagli sviluppi
demografici.
Le organizzazioni di oggi sono alla continua ricerca della qualità e
dell‟eccellenza, dell‟innovazione e del miglioramento continuo, sempre più
spinte verso una competitività globale.
In tale quadro, assume rilevanza fondamentale un‟efficace gestione delle
risorse umane. E‟ una funzione aziendale vasta e complessa che riguarda la
gestione del personale dell‟organizzazione nel suo più amplio significato.
Questa comprende attività di pianificazione, reclutamento e selezione delle
risorse umane, loro formazione e sviluppo, ma anche temi quali l‟impegno, la
soddisfazione o la motivazione del personale.
La gestione delle risorse umane fa parte dei meccanismi operativi
dell‟azienda ed è un‟attività a valenza strategica che comprende tutte le attività
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atte al miglior utilizzo delle persone. Assieme alla pianificazione strategica e
alla struttura organizzativa, le politiche del personale sono considerate un
elemento cruciale dell‟azienda (Figura 1).
Figura 1- I tre elementi principali dell’azienda.
Esiste una differenza cruciale, ovvia ma che non sempre risulta chiara e
scontata, ed è quella tra la gestione del personale e l‟amministrazione del
personale. L‟amministrazione del personale si occupa delle coerenze
contrattuali, delle pratiche, degli stipendi, degli straordinari e così via, mentre
la gestione del personale riguarda ambiti comportamentali, delle relazioni, del
potere organizzativo e della motivazione, del personale.
Le organizzazioni ricercano e adottano strategie differenziate per trattenere
il proprio personale e attrarne di nuovo al fine di mantenere alti livelli di
produttività ed un elevato vantaggio competitivo. Tali strategie si fondano sul
riconoscimento del valore principale di un personale qualificato, competente,
coinvolto, motivato e stabile (Meyer e Allen, 1997; Pinder, 1998).
Allo scopo di enfatizzare l‟importanza del miglioramento continuo in tutte
le attività aziendali, nel rispondere ad un mercato competitivo sempre più duro,
e a una clientela sempre più esigente, e di incrementare il numero delle
organizzazioni e dei manager orientati alle persone, Kreitner e Kinicki nel
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2004, propongono il modello dei risultati strategici con 4-P: prodotti, processi,
produttività e persone (Figura 2).
Figura 2: Modello dei risultati strategici:ciclo delle 4-P del miglioramento
continuo (adattato da Kreitner e Kinicki nel 2004).
Jeffrey Pfeffer e i suoi colleghi della Stanford University nel 2004
dichiararono che: „vi è un insieme sostanziale e in rapida crescita di evidenze
empiriche, parti delle quali ottenute con una metodologia piuttosto sofisticata,
che mostrano la stretta connessione fra il modo in cui le imprese gestiscono le
persone e i risultati economici raggiunti‟.
Dalla letteratura internazionale emergono numerose ricerche, condotte su
aziende di diversi settori, che mostrano una forte connessione fra l‟adozione di
politiche fortemente incentrate sulle persone, profitti significativamente più alti
e turnover del personale molto più basso.
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Si ritiene inoltre, che la visione dell‟organizzazione solo attraverso i
processi, le strategie, le risorse, le regole, e tutto ciò che fa parte della sua
componente strutturale, è sicuramente riduttiva e appartenente ad un passato
che pensava erroneamente che bastasse ottimizzare le attività, le strategie e le
procedure tecniche per assicurarsi il successo. Questa visione efficientista della
organizzazione ha sicuramente dei lati positivi ma non può prescindere dal
fatto che a fare le cose, non sono le procedure, ma chi le esegue.
I moderni orientamenti organizzativi ritengono infatti che le politiche di
gestione del personale costituiscono il fattore strategico principale da tenere in
forte considerazione per il successo delle attività, per generare valore, e per
soddisfare la domanda e i bisogni dei cittadini.
D'altronde, le aziende nascono e vivono in quanto esistono persone che
hanno bisogni e persone che mettono a disposizione le proprie attitudini
naturali, capacità acquisite, competenze maturate, allo scopo di produrre beni e
servizi, e svolgere azioni idonee a soddisfare tali bisogni. La società è costituita
dalle relazioni tra le persone, individui, dipendenti, che assumono un ruolo
centrale in quanto rappresentano l‟origine e la fine di tutti i processi sociali ed
economici.
Tutto ciò è amplificato nei settori dei servizi, ed in particolare nel settore
sanitario, dove la gestione del personale assume un ruolo centrale e di
particolare significato. E‟ infatti facile intuire che, date le particolari
caratteristiche del settore e dell‟assistenza sanitaria, la componente personale,
comportamentale e relazionale, è fondamentale in questi ambienti. Ciò sarà
meglio esplicato al capitolo 3 riguardante la gestione del personale del Sistema
Sanitario Nazionale.
A dispetto di quanto detto finora, ci sono anche studiosi più cinici (tra cui
Scott Adams) che sostengono che la spesso citata affermazione „i dipendenti
sono le nostre risorse più preziose‟ sia da classificare al primo posto tra le
grandi bugie del management. In effettiva, è spesso vero che i manager
rendono solo un omaggio formale a questo principio, affermando, si, che le
persone rappresentano la loro risorsa più importante, ma comportandosi in
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modo opposto, accecati dall‟obiettivo del profitto e dalla visione dei dipendenti
come costi.
A sostegno dei manager e delle organizzazioni orientate alle persone si
sviluppa l‟Organizational Behavior (comportamento organizzativo), un
campo di studi interdisciplinare il cui scopo fondamentale è una migliore
comprensione e gestione delle risorse umane all‟interno dell‟ambiente
lavorativo.
Per meglio comprendere cosa si intende con comportamento organizzativo
è utile innanzitutto riflettere sulla definizione di comportamento.
Nell‟accezione più semplice il comportamento è un‟azione osservabile, sia essa
verbale o non verbale. Tutte le azioni osservabili che un individuo mette in
atto, come ad esempio: alzare le sopracciglia, avvicinarsi ad una persona o al
contrario allontanarsene, modulare il tono della voce, fare una domanda o
impartire un ordine, usare certi termini piuttosto che altri e così via, vanno a
costituire la dimensione comportamentale dell‟individuo stesso.
Il comportamento organizzativo riguarda quindi lo studio di come le
persone, e/o i gruppi di persone, agiscono e interagiscono all‟interno di
un‟organizzazione, nonché del modo il cui l‟organizzazione interagisce con
l‟ambiente di riferimento. Gli studi sul comportamento organizzativo nascono
per offrire le conoscenze, i concetti base e gli strumenti che consentono di
analizzare, comprendere e descrivere i comportamenti all‟interno di un
contesto lavorativo.
L‟organizational behavior deve le sue origini a seguito di una molteplicità
di teorie come quella sulla razionalità limitata di March e Simon, alla scuola
delle relazioni umane di Maslow, e così di seguito, e attingendo da
un‟ampissima gamma di discipline, come la sociologia, la psicologia,
l‟economia aziendale, l‟antropologia, le teorie organizzative, la statistica, le
scienza politiche, e tante altre incluse la gestione dello stress e l‟etica.
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Sviluppatosi in America, il comportamento organizzativo è stato introdotto
con successo nelle aziende statunitensi, per poi approdare successivamente in
Europa e, recentemente, anche in Italia.
Questa disciplina comprende argomenti centrali per la gestione del
personale, quali la motivazione, il potere e il comportamento dei leader, la
comunicazione interpersonale, le strutture di gruppi e di processi, le tecniche di
learning, lo sviluppo delle attitudini e delle percezioni, il cambiamento dei
processi, le dinamiche dello stress da lavoro e simili.
I livelli di base dell‟analisi sono 3, e sono:
1-singolo individuo all‟interno dell‟organizzazione;
2- gruppi e processi organizzativi;
3-il contesto organizzativo.
Il comportamento organizzativo è un campo di studi orientato sia alla
ricerca teorica che all‟applicazione pratica ma la sua definizione è prettamente
accademica e non corrisponde ad una tipologia specifica di attività aziendali.
Infatti, ad eccezione delle posizioni di insegnamento e di ricerca, normalmente
non esistono posizioni professionali specifiche nel campo del comportamento
organizzativo.
Essa è una disciplina utile trasversalmente a tutte le categorie professionali,
a ogni funzione aziendale e ad ogni specializzazione lavorativa. Viene sempre
più spesso definita come disciplina manageriale in quanto permette ai manager
di analizzare, capire, e migliorare i comportamenti nell‟ambiente di lavoro in
modo tale da agevolare le singole persone, i gruppi, e l‟organizzazione a
costruire migliori condizioni per il raggiungimento dei loro obiettivi.
Il presente lavoro vuole essere uno studio del comportamento organizzativo
nel particolare contesto delle aziende sanitarie, con particolare riferimento alla
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motivazione del personale all‟interno delle stesse, alle loro attitudini di
soddisfazione lavorativa e identificazione organizzativa e all‟influenza che
queste variabili possono avere nell‟adozione o meno di comportamenti di
cittadinanza organizzativa.
1.2 I valori, le attitudini e gli stati d’animo
Tre importanti elementi che agiscono sulle prestazioni lavorative e sulla
soddisfazione degli individui sono i valori, le attitudini, anche chiamate
atteggiamenti, e gli stati d‟animo. Esse rappresentano i sentimenti che un
individuo nutre verso il proprio lavoro e vengono di seguito definite seguendo
un ordine che va dalla caratteristica personale più stabile alla più mutevole a
seconda delle diverse situazioni lavorative in cui l‟individuo viene a trovarsi.
1.2.1 I valori personali
I valori personali sono definiti come personali convinzioni di un individuo
riguardanti i comportamenti che si dovrebbero tenere sul lavoro e gli obiettivi
che si dovrebbero attendere dallo svolgere un lavoro, a prescindere
dall‟organizzazione ma inteso in senso generale. Questi rappresentano cosa
l‟individuo ritiene giusto e cosa ritiene invece che sia sbagliato, ciò a cui aspira
di più e ciò a cui aspira meno. Sono quindi degli schemi di ideali radicati e al
contempo, generali, non riferiti ad una particolare organizzazione o situazione
lavorativa.
I valori personali si distinguono in intrinseci ed estrinseci. I primi sono
collegati alla natura del lavoro stesso e quindi a ciò che si aspira fare: ricerca di
un lavoro interessante che permette di imparare cose nuove, o di un lavoro
creativo, autonomo o di responsabilità lavorativa, e così via. I valori estrinseci
sono invece collegati alle conseguenze dello svolgere un determinato lavoro,
come ad esempio il benessere economico, la sicurezza lavorativa o lo status in
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azienda o all‟interno della società. Ogni individuo ha i propri valori, sia
intrinseci che estrinseci.
Generalmente i valori personali sono radicati nell‟individuo e interiorizzati
sin dall‟adolescenza, e quindi duraturi. Ci sono però situazioni in cui i valori si
modificano a seguito di eventi significativi nella vita dell‟individuo, come ad
esempio un fallimento, la guerra e così via, o anche a seguito di lunghi tempi di
permanenza in un‟organizzazione come spesso accade per le professioni
d‟aiuto.
1.2.2 Le attitudini verso il lavoro
Le attitudini, chiamate spesso atteggiamenti, sono definite come la
tendenza a reagire con coerenza in modo favorevole o sfavorevole nei
confronti di qualcosa. Subito si evince come queste siano molto meno generali
dei valori in quanto sempre rivolte ad un oggetto specifico, una situazione, un
contesto organizzativo o anche una persona, sono infatti risposte ad un
determinato stimolo. L‟importanza delle attitudini è data dalla significativa
influenza che queste esercitano sui comportamenti e dalla possibilità di
modificare gli atteggiamenti di un individuo tramite il mutamento degli stimoli
a cui è sottoposto. Le attitudini sono formate da tre componenti:
componente affettiva: rappresenta il tono emotivo, i sentimenti o
le emozioni, che una persona prova nei confronti dell‟oggetto
dell‟atteggiamento, di quella particolare cosa o situazione, verso il proprio
lavoro e organizzazione. Ogni individuo può avere sentimenti positivi o
negativi verso una situazione, gli può piacere o meno, può provare
irritazione, essere neutrale o provare emozioni positive;
componente cognitiva: rappresenta le idee, le credenze o le
convinzioni, che una persona ha nei confronti dell‟oggetto
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dell‟atteggiamento. Esprime cosa la persona pensa verso particolari aspetti
del proprio lavoro o organizzazione, come ad esempio dello stipendio, delle
condizioni di lavoro, e così via;
componente comportamentale: rappresenta il comportamento
che una persona intende intraprendere nei confronti dell‟oggetto
dell‟atteggiamento. Questa componente è molto importante in quanto è la
più visibile. Mentre le altre componenti delle attitudini sono interne agli
individui e perciò non osservabili, questa è più esterna e le persone
traggono conclusioni rispetto all‟attitudine osservando ciò che viene detto e
fatto dall‟individuo.
Queste tre componenti dell‟attitudine si allineano, tendono ad essere
congruenti tra loro, si influenzano a vicenda e influenzano gli atteggiamenti
verso il lavoro. Un esempio che aiuta meglio a comprendere questi aspetti è
quello citato da Kreitner e Kinicki (2004):
„come reagireste se qualcuno seduto di fianco a voi al
ristorante parla al cellulare? In base alla teoria degli atteggiamenti,
il comportamento di una persona in una situazione del genere è
funzione delle tre componenti. Se il comportamento della persona
che sta al telefono non vi irrita (componente affettiva), e/o pensate
che l‟uso del cellulare aiuti le persone a gestire la propria vita
(componente cognitiva) e non avete intenzione di confrontarvi con
quella persona (componente comportamentale), è poco probabile
che le diciate qualcosa.‟
Le attitudini sono quindi un insieme di sentimenti, credenze e opinioni sul
come comportarsi sul lavoro che incidono sui comportamenti che l‟individuo
adotterà.
Rispetto ai valori personali si può dire che le attitudini risultano meno
radicate e stabili e più puntuali rispetto al contesto che si sta osservando.
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1.2.3 Gli stati d’animo
Ultimo elemento da considerare, il più dinamico e puntuale, è lo stato
d‟animo dell‟individuo. Questo esprime il modo in cui una persona si sente nel
momento in cui svolge un determinato lavoro o in una particolare situazione.
Lo stato d‟animo di un individuo è legato sia a fattori interni alla persona
stessa, come la personalità, l‟estroversione, e così via, che a fattori situazionali.
Gli stati d‟animo dei lavoratori sono molto importanti in quanto, a parità di
abilità, influenzano le valutazioni, la creatività, l‟assenteismo e la cittadinanza
organizzativa e quindi in generale le performance lavorative dell‟individuo in
quel particolare contesto. Una persona che dimostra una alta disponibilità ed
estroversione, generalmente ha stati d‟animo positivi e tende a valutare
positivamente le relazioni con i colleghi ad esempio.
Derivando oltre che da fattori individuali anche da elementi contestuali,
quali ad esempio, illuminazione del luogo di lavoro, arredi, eventi, occasioni di
interazioni sociali, gli stati d‟animo possono essere curati attraverso la cura di
questi aspetti che potrebbe avere notevoli ritorni a livello prestazionale.
1.2.4 Le relazioni esistenti tra valori, attitudini e stati d’animo
I valori personali, le attitudini e gli stati d‟animo concorrono quindi,
assieme ad altri elementi quali ad esempio abilità e motivazione, a definire e
influenzare le prestazioni lavorative che un individuo ha all‟interno di
un‟organizzazione.
I tre elementi descritti inoltre si influenzano tra loro e le relazioni che li
collegano sono biunivoche ma di diversa intensità come mostrato in Figura 3
dove quest‟ultima è rappresentata dalla grandezza dei collegamenti.
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Figura 3- Le relazioni tra valori personali, attitudini e stati d’animo.
Come esplicato in figura, le azioni più forti sono quelle esercitate dai valori
personali, elementi più stabili, radicati, sulle attitudini e gli stati d‟animo.
Segue la relazione tra attitudini, elementi relativamente stabili, e stati d‟animo
mutevoli con le situazioni. Le relazioni più deboli sono quelle di ritorno, che
collegano cioè gli elementi più dinamici ai più stabili, in quanto visibili solo
nel lungo periodo e non in tutti i contesti lavorativi. Ciò rivela che in questi
contesti dove nel lungo periodo si vengono ad instaurare relazioni di ritorno,
un‟azione volta a migliorare gli stati d‟animo dei lavoratori influirà
positivamente sulle attitudini degli individui nonché sui loro valori personali.
1.3 Le principali attitudini verso il lavoro
Nel corso del tempo le attitudini nei confronti del proprio lavoro sono
significativamente cambiate ma la gran parte degli studiosi del comportamento
organizzativo individua da sempre, come fondamentali, le 3 attitudini
lavorative descritte in seguito: la soddisfazione lavorativa, il coinvolgimento
organizzativo e l‟identificazione organizzativa.
Valori
personali
Sono i più stabili e
generali e collegati al
lavoro.
Stati d’animo
Sono i più mutevoli e
puntuali e collegati
allo svolgimento
lavoro.
Attitudini
Sono relativamente
stabili e collegate
all‟organizzazione.