Introduzione All’indomani del crollo dell’Unione Sovietica, le sorti mondiali sono mutate
profondamente e rapidamente, ridisegnando non solo i confini geografici ma anche gli
equilibri politici e strategici. A testimonianza di quanto affermato vi sono i casi della
Russia e dell’Unione Europea che sin dagli anni Novanta hanno subito intensi processi
di trasformazione interna che hanno avuto notevoli riflessi sul sistema delle relazioni
internazionali. Da una parte, vi è la Russia che con una rapida e dolorosa trasformazione
è divenuta una Federazione sposando il modello economico occidentale, ovvero quello
capitalista; dall’altra vi è l’Unione Europea, la quale anch’essa tra spinte in avanti e
battute d’arresto ha attraversato un’importante fase di riconfigurazione del suo apparato
istituzionale; infatti, essa non solo si è ingrandita da un punto di vista numerico, a
seguito delle operazioni di allargamento, ma ha anche accresciuto notevolmente i suoi
poteri decisionali e le sue competenze esclusive nell’ambito di alcune politiche fino a
pochi decenni prima considerate appannaggio dei soli Stati sovrani.
Alla luce di questa nuova situazione geopolitica i due soggetti hanno sentito
l’esigenza di avviare una nuova fase nelle loro relazioni, caratterizzata fino ad allora dal
confronto ideologico, dalle ostilità e dai sospetti. Oggi, superato quel periodo, Russia e
Unione Europea hanno raggiunto una forte intesa, fino ad arrivare a creare quella che
loro stessi chiamano partnership strategica, la cui evoluzione ed analisi rappresenta
l’oggetto di questa tesi.
Nel presente lavoro si è partiti da un excursus storico sulle vicende politiche ed
economiche che si sono susseguite in Russia e in UE nell’arco di tempo che va dal 1990
al 2008, scegliendo simbolicamente l’anno in cui è iniziata l’ascesa al potere di Boris
Nikolaevič El’cin, e l’anno in cui è scaduto il secondo mandato presidenziale di
Vladimir Vladimirovič Putin.
Successivamente si è descritto l’avvio della collaborazione tra i due soggetti, i
cui negoziati iniziati nel 1991 si sono conclusi con la firma di un Accordo di
3
Cooperazione e Partenariato nel 1994. Tuttavia, a causa dello scoppio del primo
conflitto in Cecenia, l’entrata in vigore dell’ACP è stata posticipata di tre anni. Era
previsto che l’ACP avesse una durata iniziale di 10 anni con la possibilità che si
rinnovasse automaticamente di anno in anno alla sua scadenza; ad oggi, nonostante le
numerose manifestazioni di entrambi i partner di voler procedere alla modifica del
vecchio testo dell’Accordo con uno nuovo che sia in grado di riflettere i cambiamenti
avvenuti nelle loro relazioni reciproche dal 1997, ancora non si è raggiunta l’intesa che
porti alla firma di un nuovo Accordo. Tuttavia, a dimostrazione del desiderio dei due
partner che si raggiunga tale obiettivo, tra il 1999 e il 2000, sono stati redatti due
Documenti di Strategia unilaterali, in cui, per l’appunto, sia l’Unione Europea che la
Russia, basandosi su quanto contenuto nel Concetto di Politica Estera della Federazione
Russa, definiscono quelli che secondo loro dovrebbero essere gli elementi innovati della
loro cooperazione. Eppure, i due documenti, pur avendo uno scopo comune,
differiscono l’uno dall’altro, così come emerge dal contenuto del secondo capitolo della
presente tesi.
Il secondo capitolo contiene la traduzione e il commento al Documento di
Strategia russo presentato da Putin al summit di Helsinki nel 1999. Fin dall’inizio risulta
evidente che, da parte russa, il principio fondamentale che non deve mai venire meno è
quello della salvaguardia degli interessi nazionali, per cui la partnership viene vista
come strumento attraverso cui modernizzare il Paese; infatti, a differenza della Strategia
europea, qui non si fa riferimento a valori condivisi, ma solo alla difesa dei diritti
nazionali. Nei paragrafi successivi si procede all’elencazione degli ambiti per i quali
una cooperazione tra i partner non solo è necessaria, ma anche vantaggiosa; si tratta
dell’ambito economico e finanziario, del settore energetico, della lotta alla criminalità
organizzata, della tutela dell’ordine pubblico. Individuati gli ambiti, si procede alla
determinazione dei mezzi e degli strumenti con i quali attuare quanto previsto.
Il documento in questione ha suscitato reazioni discordanti tra i politologi, ma
tutti sono concordi nel dire che esso ha più una valenza simbolica che pratica, in quanto
riflette una storica inversione di tendenza della politica estera russa, che inizia a
guardare all’Unione Europea come a un soggetto politico capace di giocare un ruolo
importante sulla scena politica internazionale.
L’ultimo capitolo contiene le indicazioni riguardo a quegli strumenti che hanno
contribuito a far sì che la partnership si evolvesse e divenisse più forte. In questo
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processo il 2003-2004 è un biennio molto importante in quanto i due partner hanno
approvato l’agenda dei Quattro Spazi Comuni e le road maps per la loro attuazione.
Ogni Spazio è dedicato a un preciso ambito d’azione d’interesse comune per le due
parti; per la precisione si tratta dello Spazio Economico Comune, Spazio di Libertà,
Giustizia, Sicurezza, Spazio di Sicurezza Esterna, Spazio di Istruzione, Ricerca,
Cultura.
Lo schema prevede che all’elencazione dei principi che sottendono al singolo
Spazio, succedano gli obiettivi che per esso si intendono raggiungere. Dal momento
dell’entrata in vigore dei Quattro Spazi Comuni, annualmente la Commissione Europea
redige dei progress reports per valutare lo stato di avanzamento delle attività previste
per ogni ambito. Il quadro che ne deriva mostra che i risultati sono molto variabili, e se
per alcuni settori sono stati fatti passi da gigante, come nel caso dello Spazio della
Ricerca, per cui è stato addirittura stipulato un Accordo, per altri le conquiste sono state
relativamente minori, come nel caso degli eventi culturali.
In conclusione si è proceduto a delineare quelli che potrebbero esseri gli scenari
futuri nella cooperazione tra Russia e UE e a quali questioni essi saranno chiamati a
dare risposte adeguate e soddisfacenti, prima fra tutte la stesura di un nuovo Accordo di
Cooperazione e Pertenariato, che sia in grado di rispecchiare e regolare il nuovo corso
delle relazioni tra i due partner, che essi definiscono partnership strategica.
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Введение После распада Советского Союза мировое устроиство вошл o в период
острых и важных преобразовании и с политической и с географической точки
зрения.
Такое обст oятельство хорошо описывается судьбами России и
Европейского Союза, вошедшие в начале 90-х годов в период важных внутренних
трансформации, которые сильно повлияли на систему междунородных
отношений. С одной ст oр oны, Россия, которая после быстрого и болезненного
переходного периода превратилась в Федерацию с капиталистической
экономик oй; с другой, Европейский Союз, который также пережил эпохальное
преобразование своего собственного государственного устройства -
Европарламент, Еврокоммиссия, и Совет ЕС - вследствие чего, Европейский Союз
теперь может самостоятельно принимать решения, касаюшихся некоторы x
политических взглядов до тех пор подвергнуты исключительно государственным
взглядам.
В рамках этого нового геостратегического положения, Российсская
Федерация и Евросоюз решили вместе начать новую фазу в их отношениях, до тех
пор охарактеризованны идеологической конфронтацией и враждебностью. В
настоящее время, партнёры достигли удивительное взаимопонимание, что и
помогло им осуществить "стратегическое партнерство", чьё описание явлается
главной темой настаящей дипломной работы.
Работа состоит из трёх глав. Во первых, была проанализирована
экономическая и политическая
обстановка и в России и в Евросоюзе с 1990 года, когда Борис Николаевич Ельцин
начал играть всё более важную роль в политике, до 2008 года, когда кончился
второй президентский пост Владимира Владимировича Путина. В последующем,
описывался период, в котором начались переговоры между Россией и ЕС (1991) и
был o принят o Соглашение о Партнерстве и Сотрудничестве (1994). Несмотря на
6
это, из-за начало первого Чеченского конфликта, Соглашение вошл o в силу только
три года позже (1997) на десятилетний срок, предусматривая возможность его
продления после истичения срока. В настоящее время, несмотря на политические
декларации обеих сторон по пути к возобновлению текста старого Соглашения с
новым, который мог бы лучше отразить те важные изменения, повлиявшие на
отношения между Россиией и Евросоюзом, партнеры ещё не дошли до полного
согласия. И всё-же, как доказательство сильной политической воли сторон решить
эту задачу, в 1999 и в 2000 году были приняты два Стратегических Документа, в
которых Россия и ЕС описывают каким бы должн o стать партнерство, чтобы
достичь устойчивые и хорошие результаты. Но, если на первый взгляд, документы
могут оказаться почти одинаковыми, анализ русской Стратегии, который является
главной темой второй главы этой дипломной работы, показывает, что существует
большая разница.
Второя глава содержит перевод и анализ русской Стратегии, впервые
предъявлен a Владимиром Владимировичем Путином на саммите в Хельсинки в
1999 году. С первых строк текста, понятно, что Россия намерена защищать
национальные интересы, поэтому партнёртсво является средством модернизации
Страны; в отличии от европейской Стратегии, в тексте не говорится о
совпадающих принципа x , но только о защите национальных прав. В
последующи x параграфа x находится список тех секторов, в которы x , по мнению
российского государтва взаимовыгодно проводить сотрудничество; они включают:
финансов o-экономический сектор, энергию, борьбу с международной
преступностью. После этого списка, в тексте описываются средства, благодоря
которым будет возможно осуществить указ aнные цели.
Когда впервые Путин ознакомил аудиторию с содержанием этой Стратегии,
политологи по разному отреагировали, но все согласны, на то, что документ имеет
большое политическое значение, в том смисле, что в первый раз Россия стала
смотреть на Европейский Союз в качестве юридического субъекта, играющего
важную роль на мировой политической сцене.
Решения приняты двумя партнерами, блогод aря чему стратегическое
партнёрство вошл o в период глубокого развития, анализируются в последней
главе. 2003-2004 годы стали очень важными для России и Евросоюз a, так как в эти
годы было принято решение создания Четырех Общих Пространств, в частности:
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Общее Экономическое Пространство, Общее Пространство Свободы,
Безопасности и Правосудия, Общее Пространство Внешней Безопасности, Общее
Пространство Исследований, Образования и Культуры. С момента примечания
Четырех Общих Пространств, Еврокоммиссия ежегодно выпускает отчёты
(progress report ), где наблюдается продвижение деятельности в каждом
Пространстве. Анализируя эти отчёты, очевидно, что было достигнуто развитие
разной степ eни в каждом из Четырех Пространств; например в рамках Общего
Пространства Исследования уже вошло в силу Соглашение между
Правительством Российской Федерации и Европейским Сообществом о
сотрудничестве в области науки и технологий, а в Пространстве Культуры были
достигнуты результаты в меньшей степени.
В заключений, пишется о том, что ожидает Российсскую Федерацию и
Европейский Союз в их взаимны x отношений и какие вопросы ещё ожидают
ответы, в первую очередь текст нового Соглошения о Сотрудничестве и
Партнёрстве, который хорошо бы отражал новое течение - так называем oe
стратегическое партнёрство - в отношении между Россией и Евросоюзом.
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I CAPITOLO
La Russia e l’Unione Europea
1. La Russia da El’cin a Putin Con l’avvento al potere di Boris Nikolaevič El’cin la Russia disse definitivamente
addio al periodo sovietico, e diede il benvenuto ad una nuova era che l’avrebbe
trasformata nel giro di un decennio in una delle nazioni più potenti ed influenti al
mondo. La transizione dallo Stato sovietico a quello federale (31 dicembre 1991) fu
tutt’altro che pacifica ed indolore, contrassegnata, nei suoi primi anni, da un elevato
grado di incertezza, smarrimento e confusione. El’cin e i suoi uomini dovettero
affrontare numerosi problemi, in particolare sarebbero stati chiamati a dirimere tre
importanti questioni riguardanti la sfera politica e l’ambito economico e sociale
1
.
Il primo problema riguardò gli aspetti istituzionali. A seguito del fallito putsch ai
danni di Michail Sergeevič Gorbačev del 1991, El’cin, divenuto presidente, forte della
sua popolarità decise di non procedere a nuove elezioni e ottenne dal Parlamento (allora
denominato ancora Soviet Supremo) dei poteri speciali che gli permettevano di
governare per mezzo di decreti-legge
2
. Tuttavia, ad un anno di distanza il periodo di
euforia era già finito e le tensioni politiche presero la forma di un conflitto istituzionale
tra il partito del Presidente, da una parte, e il Congresso e il Soviet supremo, dall’altro.
Il motivo scatenante del conflitto risiedeva nelle scelte ultra-liberali del fautore del
nuovo corso economico della Russia, Egor Timurovič Gajdar, divenuto nel 1992 Primo
Viceministro per le riforme economiche; tali scelte vennero fortemente osteggiate
dall’opposizione, guidata da Ruslan Imranovič Chasbulatov. La situazione si andava
1
Cfr. N. Ryasanovsky, Storia della Russia. Dalle origini ai giorni nostri , Milano, Bompiani, 2005,
pp. 629-642.
2
Cfr. N. Werth, Storia della Russia nel Novecento , Bologna, il Mulino, 2000, p. 628.
9
aggravando di mese in mese, finché nel 1993 si arrivò alla rottura definitiva. El’cin con
un decreto sciolse il Parlamento, annunciando nuove elezioni; il Parlamento,
asserragliatosi all’interno della Casa Bianca, dichiarò illegale il decreto, depose El’cin e
insediò Aleksandr Vladimirovič Ruckoj
3
. In questa situazione El’cin decise di usare la
forza e il 4 ottobre i cannoni iniziarono a bombardare la Casa Bianca. Il bilancio fu di
circa 150 morti e numerosi arresti; furono trattenuti anche Chasbulatov e Ruckoj. A
dicembre vennero indette doppie elezioni e la popolazione russa fu chiamata ad eleggere
direttamente i candidati di una nuova Duma di Stato - il nuovo organo legislativo
costituito nel 1993 - a differenza del sistema indiretto voluto da Gorbačev per l’elezione
del Soviet supremo, e a pronunciarsi sulla nuova Costituzione. I risultati di entrambi i
suffragi furono alquanto singolari, infatti il referendum sulla Costituzione venne votato
favorevolmente dal 53% dei russi, mentre le elezioni per la composizione della Duma
portarono sorprendentemente alla ribalta il Partito liberal-democratico, guidato da
Vladimir Vol’fovič Žirinovskij, che ottenne il maggior numero di suffragi. Negli anni a
venire si susseguirono numerose altre elezioni dai risultati contrastanti: ad esempio,
mentre nel 1995 le elezioni alla Duma mostrarono l’esistenza di una opposizione pari al
40% della popolazione
4
, grazie alla quale il Partito Comunista divenne il primo partito
in Parlamento nel quinquennio 1995-2000, le elezioni presidenziali dell’anno
successivo segnarono una vittoria trionfante per El’cin, nonostante i problemi legati alla
sua salute e alle voci di corruzione legate alla sua famiglia
5
.
Dal momento che il Partito Comunista non ebbe la capacità di formare un governo
alternativo, la questione legata alla successione di El’cin dominò la scena politica russa
nel periodo compreso tra l’anno dell’inizio del suo secondo mandato, il 1996, e il 1999
anno in cui Vladimir Vladimirovič Putin e il suo partito Russia Unita ottennero una
vittoria schiacciante alle elezioni parlamentari. Il 31 dicembre El’cin diede le dimissioni
e Putin gli succedette ad interim fino alle elezioni presidenziali del Duemila, dove vinse
senza incontrare troppi ostacoli sul suo cammino elettorale
6
.
A questo quadro politico così movimentato si aggiunsero le questioni legate a quella
che numerosi storici definiscono una dolorosa transizione economica. Il nome che
indissolubilmente si associò alla trasformazione dell’economia russa, da quella
3
Cfr. R. Bartlett, Storia della Russia , Milano, Mondadori, 2007, p. 294.
4
Cfr. F. Benvenuti, Storia della Russia contemporanea, Bari, Laterza, 1999, pp. 306-307.
5
Cfr. R. Bartlett, op. cit., p. 293.
6
Ivi, pp. 296-297.
10
pianificata ad una di mercato, è quello di Egor Gajdar, trentacinquenne primo
Viceministro incaricato delle riforme economiche nel 1992. Il primo atto di questo
processo fu quello di liberalizzare i prezzi al dettaglio, i prezzi dell’energia e delle
materie prime. La “terapia d’urto” prevedeva anche l’abolizione delle sovvenzioni
finanziarie statali alle imprese e la soppressione della regolamentazione dei salari. Il
risultato finale fu alquanto drammatico, infatti nel giro di pochi mesi vi fu un calo
rapido della produzione, con un conseguente aumento vertiginoso dei prezzi. Alla
liberalizzazione dei prezzi seguì un’ampia campagna di privatizzazioni. Dal momento
che i risparmi della popolazione erano stati praticamente azzerati, il governo decise di
distribuire dei vouchers da scambiare obbligatoriamente con azioni di aziende private.
La maggioranza dei possessori trovandosi in crisi di liquidità si affrettò a svendere i
propri assegni a una esigua minoranza di persone formata da dirigenti, ex capi della
nomenklatura, o a gente comune con un forte senso per gli affari, ovvero a coloro che in
seguito avrebbero formato l’esiguo nucleo dei cosiddetti “oligarchi”.
A distanza di un anno la terapia d’urto provocò la caduta del governo Gajdar, il quale
aveva assunto la carica di Primo Ministro dal mese di giugno a dicembre dell’anno
1992, a cui succedette Viktor Stepanovič Černomyrdin. Gli obiettivi che quest’ultimo
cercò di raggiungere furono la stabilizzazione del rublo, il rallentamento dell’inflazione,
la diminuzione del deficit di bilancio. In realtà furono poche le azioni concrete adottate
in tal senso, e per questo motivo nel 1998 la situazione precipitò a seguito della crisi
debitoria russa, dei problemi finanziari internazionali e del crollo del prezzo del
greggio. Nell’estate del 1998 la Borsa di Mosca crollò, il valore del rublo scese
vertiginosamente, e l’inflazione ritornò a galoppare
7
. L’anno seguente grazie ad una
straordinaria capacità di adattamento la Russia riuscì ad uscire da una situazione a dir
poco drammatica e a risollevarsi, tanto che nel 2001 la Banca Mondiale cancellò la
Russia dalla lista dei Paesi in crisi
8
.
Infine, per completare il quadro, va aggiunto che il crollo dell’URSS ebbe
ripercussioni significative sull’intera popolazione russa, che dovette affrontare una forte
crisi identitaria e rivedere il sistema di valori a cui aveva fatto riferimento per ben sette
decenni. Si trattò di uno stravolgimento totale, dal momento che quelli che durante il
periodo sovietico erano stati considerati comportamenti da stigmatizzare, divennero, al
contrario, valori positivi ed obiettivi da perseguire; primi fra tutti, la capacità
7
Cfr. N. Werth, op. cit., pp. 635-640.
8
Ibidem.
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