INTRODUZIONE
Il presente lavoro ha lo scopo di verificare l’utilità dell’analisi dei costi nel
controllo di gestione e nel processo decisionale delle micro e piccole
imprese, con particolare riferimento alla realtà delle imprese agricole sarde.
L’idea nasce infatti dall’osservazione diretta della realtà delle imprese
agricole del Medio Campidano, le quali operano in un mercato in cui ci si
trova sempre di più a dover competere a livello internazionale, in un settore
come quello dell’agricoltura dove non sono poche le complessità che si
incontrano. È infatti ormai assodato che queste imprese devono non soltanto
scontrarsi con i maggiori rischi che le caratterizzano rispetto alle altre
imprese, derivanti dai fenomeni fisici e biologici, ma anche, alla pari di tutte
le altre, con le complessità ambientali proprie del mercato di riferimento e
non solo.
Nel primo capitolo si tratterà dei fondamenti teorici dell’analisi dei costi,
cercando di individuare quelli che possono essere gli strumenti più adeguati
per accompagnare l’introduzione di un sistema di contabilità dei costi nelle
realtà di più ridotte dimensioni, avendo particolare riguardo a quegli
strumenti che meglio si adattano al supporto dei processi decisionali.
Nel secondo capitolo, dopo una breve descrizione del comparto agricolo
isolano e della sua situazione con riguardo alla competitività (anche sui
mercati nazionali ed internazionali), si procederà con la descrizione dei
possibili metodi di applicazione dei modelli di calcolo dei costi alle imprese
agricole, evidenziando le peculiarità di queste ultime nonché i vantaggi che
le stesse possono trarre dall’adozione di tali sistemi.
Nel terzo, nonché ultimo, capitolo si illustrerà un caso empirico; si tratta
dell’analisi dei costi relativa all’Azienda agricola Atzeni, operante a
Pimentel, produttrice di carciofi. L’intento sarà quello di dimostrare come,
nella realtà, gli strumenti di analisi dei costi possano effettivamente
supportare positivamente la gestione di una piccola impresa operante nel
settore dell’agricoltura.
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CAPITOLO 1
L’ANALISI DEI COSTI: QUADRO DI RIFERIMENTO
TEORICO
1.1Analisi dei costi: caratteri generali
Tutte le imprese, per poter conseguire un equilibrio economico di lungo
periodo hanno la necessità di pianificare e programmare la loro attività, e
tali azioni devono essere necessariamente accompagnate da una verifica
della realizzabilità di piani e programmi secondo criteri di efficacia e di
efficienza, in mancanza della quale sarà senza dubbio arduo conseguire
l’equilibrio.
L’analisi dei costi si inserisce a pieno titolo tra gli strumenti che consentono
di fornire al management le informazioni necessarie a raggiungere il
suddetto obiettivo di equilibrio.
Tali informazioni sono generate da un sistema di contabilità, che prende il
nome di contabilità analitica o contabilità direzionale.
In realtà, le informazioni prodotte dalla contabilità direzionale sono
destinate non soltanto all’analisi dei costi, ma, più in generale, sono
utilizzate per i seguenti scopi fondamentali: la misurazione e il controllo di
costi, ricavi e attività, nonché il supporto ai processi decisionali.
Volendo dare un’ulteriore angolazione alla definizione dell’analisi, si può
affermare che l’analisi dei costi risponde all’esigenza di individuare
relazioni di causa-effetto tra risorse consumate e valore prodotto, al fine di
portare avanti azioni di miglioramento della performace aziendale.
Attraverso l’analisi si vuole infatti indagare come le risorse sono state
consumate (generando quindi dei costi), perché tali consumi sono stati
generati e cosa (ovvero qual è la natura dell’elemento) ha determinato il
consumo di quelle risorse; solo una volta effettuata tale indagine, è possibile
stabilire se il consumo di tali risorse ha contribuito in maniera efficace ed
efficiente alla creazione di valore, fondamentale per la della sopravvivenza
dell’impresa.
Ma quali sono le situazioni nelle quali concretamente l’analisi dei costi può
supportare il management? Tra le principali senz’altro possiamo far rientrare
le situazioni in cui:
a) si deve verificare la redditività di un prodotto, di una linea di
prodotti, di un servizio, ecc.;
b) si deve stabilire il prezzo normale di un prodotto o servizio;
c) si deve stabilire se è economicamente conveniente continuare a stare
sul mercato, in particolar modo in quei casi in cui il prezzo è
stabilito in maniera efficiente dal mercato; a queste condizioni,
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poiché l’impresa riuscirà a vendere solo se pratica quel prezzo,
l’unica valutazione possibile è quella di verifica della convenienza
economica a vendere a quel prezzo, in mancanza della quale si dovrà
uscire dal mercato.
d) Si devono prendere decisioni c.d. di make or buy , ovvero scegliere se
è più conveniente produrre all’interno dell’impresa o esternalizzare
la produzione di un determinato prodotto, componente, servizio,
ecc.;
e) si deve determinare il mix di prodotti che è conveniente immettere
sul mercato.
f) si devono valutare alcune poste di bilancio, quali per esempio le
rimanenze di prodotti;
g) si deve verificare la convenienza economica a perseguire una politica
fondata sulla qualità del prodotto;
h) si deve valutare l’efficienza e la produttività dell’impresa;
i) si devono assumere decisioni strategiche.
Per ciascuna situazione sopra citata, sarà necessario utilizzare
un’idonea configurazione di costo, intesa come aggregazione di
costi; sempre a seconda delle circostanze nelle quali l’analisi viene
eseguita, si procederà ad un rilevazione dei costi preventiva,
contingente e\o consuntiva.
Una rilevazione preventiva è opportuna, per esempio per la
redazione del budget, mentre quella concomitante è necessaria per
verificare l’aderenza o meno della gestione ai programmi; infine,
quella consuntiva viene effettuata alla fine del periodo la cui
gestione è oggetto di controllo da parte del management.
1.2 Analisi dei costi e processo decisionale Per quanto riguarda i processi decisionali, l’analisi è fondamentale per
comprendere se e in quale modo i costi si modificheranno in relazione ad
una piuttosto che all’altra alternativa che i soggetti decisori hanno loro di
fronte. La scelta tra alternative determina infatti la necessità di valutare e
misurare le conseguenze di ciascuna decisione che possono essere espresse
in termini quantitativi, e ciò risulta molto più complesso se i fattori e le
variabili di scelta vengono espressi solo a parole; i calcoli inoltre limitano
l’esercizio della soggettività, che porta spesso a decisioni irrazionali.
Per affrontare il sopra citato fenomeno di modifica dei costi in relazione alle
varie alternative, i decisori si basano su stime, che vengono fatte anche sulla
base dei costi sostenuti e\o rilevati in passato, ma soprattutto hanno
l’esigenza di avere a disposizione informazioni, attendibili e tempestive, che
possano supportarli adeguatamente nel processo decisionale.
L’attendibilità delle informazioni, sebbene possa sembrare requisito
scontato, merita particolare attenzione nell’ambito dell’analisi dei costi. La
letteratura sembra infatti su questo punto concorde nel ritenere che non è
perseguibile (ma nemmeno utile perseguire) l’idea di avere informazioni sui
costi esattamente coincidenti con la realtà; piuttosto sono necessarie delle
informazioni attendibili, nel senso di informazioni che abbiano un
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sufficiente grado di approssimazione al valore di costo che farebbe assumere
la decisione corretta, e che siano considerate tali dai decisori. In difetto,
questi non ne terranno conto per le decisioni.
È importante sottolineare che il grado di attendibilità necessario non può
essere definito in assoluto, ma in relazione alle modalità e al contesto nel
quale l’impresa opera: un’impresa, che basa la sua strategia di
differenziazione rispetto ai concorrenti sul costo, dovrà senz’altro avere un
grado di precisione delle informazioni molto elevato, rispetto ad una che
basa la sua strategia su altri elementi. Così come, sempre a titolo di
esempio, un’impresa che opera in un’area di business relativamente poco
complessa avrà senz’altro necessità di informazioni meno dettagliate
rispetto ad una con caratteristiche di business opposte.
Anche nell’ambito dell’analisi dei costi, è inoltre fondamentale distinguere
le decisioni che riguardano il breve periodo, da quelle che riguardano il
medio - lungo periodo. La distinzione rileva poiché, a seconda dell’arco
temporale di riferimento, saranno diverse le tipologie di costo che vengono
coinvolte nella decisione; così, se definiamo una decisione di breve periodo
come una decisione che non determina modifiche nella capacità produttiva,
ma si limita a influenzare elementi quali il volume o il mix di prodotti
venduti, dobbiamo tenere conto del fatto che quella decisione si ripercuoterà
o sarà legata a costi variabili, mentre non avrà effetti sui costi fissi.
Al contrario, definendo una decisione di medio - lungo periodo come una
decisione che comporta una modifica della capacità produttiva, allora
occorrerà considerare come costi “modificabili” dalla decisione anche tutti
quei costi che nel breve periodo vengono considerati fissi, definiti
tipicamente come “costi controllabili”.
Più in generale, a prescindere dalle ripercussioni sulla capacità produttiva, le
decisioni di breve periodo sono decisioni che producono effetti
limitatamente al periodo di riferimento, perciò possiamo definirle come
“reversibili”, nel senso che è possibile ritornare alla condizione iniziale
senza dover, per questo, sostenere ulteriori costi. Le decisioni di medio –
lungo periodo hanno invece ripercussioni non soltanto nel periodo di
riferimento ma anche in quelli successivi, determinando l’impossibilità di
tornare alla condizione precedente senza sostenere dei costi; queste
generano infatti i cosiddetti costi “affondati” (dall’inglese sunk cost) ovvero
costi già sostenuti, legati a decisioni prese in passato, e che non possono più
essere recuperati.
La differenza tra breve e lungo termine è determinante anche perché una
maggiore ampiezza dell’orizzonte temporale della valutazione complica la
stima dei costi (e dei ricavi).
A seconda della decisione che l’analisi è chiamata a supportare, verranno
chiamate in causa le configurazioni di costo più idonee, alle quali
corrisponderanno differenti schemi e metodi di analisi dei costi; occorre
dunque avere una conoscenza il più possibile completa di tali elementi, che
saranno brevemente illustrati nel successivo paragrafo.
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1.3 Metodologie di analisi A seconda degli obiettivi che l’analisi dei costi si prefigge di raggiungere,
occorre utilizzare diversi metodi di analisi, che si basano su definizioni e
configurazioni di costo differenti, talvolta utilizzate congiuntamente
all’interno di un medesimo schema di analisi, altre volte utilizzate
singolarmente.
Si procederà ora con una rapida descrizione dei principali metodi di analisi,
avendo particolare riguardo a quelli che più si adattano alla realtà delle
piccole imprese, e specificando di volta in volta gli ambiti decisionali che
questi sono più idonei a supportare.
1.3.1 Sistemi a costi variabili e margine di contribuzione Un sistema a costi variabili, denominato anche (impropriamente secondo
alcuni) sistema a costi diretti, misura il costo di un prodotto tenendo in
considerazione i soli costi variabili, ovvero quelli che variano al variare
della produzione, mentre considera i costi fissi, ovvero quelli che non
variano (in un determinato periodo di tempo, nella maggior parte dei casi
ristretto) al variare del volume prodotto, come costi di periodo.
Tale tipologia di sistema di determinazione dei costi viene utilizzato, di
norma, a supporto di decisioni che hanno lo scopo di sfruttare al meglio una
data struttura esistente, essendo proiettate su un arco temporale breve; ciò è
possibile in quanto, nel breve periodo, alcuni costi rimangono fissi, e le
scelte possono perciò essere effettuate tenendo in considerazione
prevalentemente i costi variabili.
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I sistemi a costi variabili non sono adeguati per la valorizzazione delle
rimanenze ai fini civilistici e fiscali, in quanto determinerebbero una
sottostima delle stesse, tuttavia presentano il vantaggio di non dover allocare
i costi generali di produzione fissi ai singoli prodotti, con conseguente
eliminazione delle problematiche connesse a tale procedimento, di cui si
dirà successivamente. Inoltre, come prima accennato, consentono di
distinguere tra costi di produzione fissi e variabili, distinzione utile in
quanto queste diverse tipologie di costo hanno necessità di essere trattate in
maniera differente, soprattutto a seconda dell’arco temporale di riferimento.
Una tale tipologia di configurazione dei costi è utile per calcolare il punto di
pareggio (di cui successivamente si tratterà) e si ricollega anche al
rendiconto a margine di contribuzione, strumento che viene spesso utilizzato
a supporto di decisioni di breve periodo.
Il margine di contribuzione consente di individuare la misura in cui i ricavi
coprono i costi variabili sostenuti; a seconda dell’oggetto di calcolo, si
considereranno i ricavi e i costi variabili relativi all’oggetto di calcolo stesso
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P . Lizza. Il controllo di gestone per l’analisi ed il miglioramento della performance
aziendale. Milano: Giuffrè, p.189
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